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AnnoII, Numero 0 (141), Gennaio 2009 - In attesa di Autorizzazione del Tribunale di Torino - Stampa Artale

I HAVE A DREAM
Anno II, n. 0 (141) - 27 Gennaio 2009
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Protocollo d'intesa pag. 3


Pesatura dei settori pag. 4
Nomine dei dirigenti pag. 6
Incarichi dirigenziali pag. 7
Posizioni organizzative pag. 8
Riforma del Pubblico Impiego pag. 9
La città sicura pag. 10

Per Saverio La Regione sicura pag. 11


Il 15 gennaio è morto Saverio Chiap- Mobilità: un caso unico pag. 12
pero, Segretario generale della Funzio-
ne Pubblica di Torino. Aveva 54 anni. Donne e pensione pag. 13
Non è facile trovare le parole per ricor- Bonus trasporti - Rottamazione pag. 14
darlo senza cadere nella retorica che
non ci appartiene. Chi di noi lo ha cono- 30 anni in Regione pag. 15
sciuto e ha condiviso con lui un pezzo di
strada sa che la retorica non gli sarebbe
piaciuta e ne avrebbe sorriso. E allora,
oltre ai ricordi e al dolore che ciascuno
di noi ha nel cuore, rubiamo qualche
frase dalla lettera che Donata Canta,
Segretaria della Camera del Lavoro di
Torino gli ha dedicato. “Caro Saverio sei
stato un uomo della CGIL, responsabil-
mente libero, giovane d’età, ma della
scuola e della classe dei militanti del
passato. Dolce ma non sempre tenero,
aspro con chi non pensavi leale, non ti
risparmiavi ma non risparmiavi, insoffe-
rente verso coloro che mettevano trop-
pa distanza tra il dire e il fare, generoso
e instancabile, rispettoso ma non osse-
quioso, capace di vivere e tradurre in DOMENICO AMATO
CARLO BOGLIETTI
modo laico la comunanza in solidarietà, NICOLA FRANZESE
la carità in diritti, la fratellanza in rispet- RAFFAELE MADARO
to...” GINO MISURACA
Alla moglie Anna e alle figlie Roberta MIMI’ SCIORTINO
e Federica l’abbraccio affettuoso della LALLA SPIONE
redazione del Fogliaccio e della CGIL
dell’Ente Regione.
La redazione del Fogliaccio ha sede presso l’Ufficio Sindacale C.G.I.L. - Ente Regione
Piazza Castello, 153 - Torino - Tel. 011.530263.

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Protocollo d'intesa 2008 - 2010
Con l’Assemblea RSU del 19 gennaio 2009, che ha approvato il Protocollo d’Intesa 2008-2010, si conclu-
de la prima parte del percorso che si era avviato con la presentazione all’Amministrazione, nella scorsa
primavera, del documento programmatico della RSU.
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Certo l’avvio è stato stentato ma poi, come avviene nella preparazione di quasi tutti gli esami, si studia
soprattutto negli ultimi giorni. E così con l’Assessore Peveraro e la Direzione Personale abbiamo avviato fitti
incontri, conclusi con la sigla dell’Accordo il 23 dicembre 2008.
Sapevamo che il periodo non era favorevole per un accordo ricco come i precedenti contratti integrativi
(Borioli “santo subito!”), ma tutti si attendevamo qualche euro in più.
Ma veniamo agli aspetti rilevanti dell’Accordo:

Progressioni economiche orizzontali: a partire dall’ 1/1/2008 il 70% del personale avente diritto in
categoria B, C e il 30 % del personale in categoria D effettueranno una progressione; dall’1/1/2009 comple-
tamento del 100% delle progressioni orizzontali delle categorie B e C e un ulteriore 35 % della categoria D
(totale 65% delle cat D); infine dall’1/1/2010 completamento 100% delle progressioni in categoria D. Si
prevede inoltre al 1/8/2009 una progressione delle ultime 34 unità di cat. B che maturano il requisito.
L’Amministrazione, inoltre, si impegna a valutare la possibilità di prevedere la progressione orizzontale
per i dipendenti che transiteranno in cat. D e cat. C a seguito di progressioni verticali, al conseguimento del
requisito richiesto. Ricordo che, come previsto dal CCNL, il requisito necessario per partecipare alla selezio-
ne per le progressioni orizzontali è avere 2 anni di anzianità nella posizione economica. Non concorrono
ovviamente i dipendenti inseriti nelle massime posizioni economiche di ciascuna categoria (B7, C5, D6)
perchè già all’apicale della categoria di appartenenza.
Il costo totale delle progressioni economiche è di 2.200.000 euro, di cui 520.000 previste nel CCNL,
corrispondente allo 0,6 del monte salari dell’anno 2005. La restante parte sarà costituita da risorse economi-
che aggiunte dall’Amministrazione.

Salario accessorio: le risorse disponibili sono costituite dallo 0,9 del monte salari 2005, ovvero 781.000
euro, che andranno prevalentemente in produttività. Il criterio di proporzionalità sarà quello applicato nel
precedente accordo (quota individuale ancora da calcolare, ma ipotizziamo 350 euro medie procapite). Inol-
tre con lo stesso fondo è previsto un aumento dell’indennità di particolare responsabilità delle cat. B e C, di
100 euro. Infine è stato adeguato il fondo destinato a particolari compensi (turno, rischio, reperibilità, ecc.).
Posizioni Organizzative: si è riusciti ad ottenere l’impegno per avviare entro fine gennaio un confronto
sulla possibilità di istituire nuove tipologie di Posizioni Organizzative con valore economico inferiore. Sulle
risorse economiche per finanziarle, si ragionerà nel corso della trattativa con l’assessore Peveraro.
Fanno parte integrante dell’accordo altri due punti: il telelavoro e il part-time.
Sul telelavoro nel corso del 2009 si discuterà con l’Amministrazione l’introduzione a regime, a seguito
della sperimentazione avviata in questi anni, di questo istituto, sia come lavoro a distanza e sia come lavoro a
domicilio, stabilendo nel contempo criteri e percentuali di contatti attivabili.
Part-time: finalmente (la CGIL lo chiedeva da anni) si parte con una nuova tipologia. Prestazione lavora-
tiva e sospensione della stessa in relazione al calendario scolastico (9 mesi lavorati e 3 no). Si attiverà in via
sperimentale per due anni e riguarderà il personale aventi figli in età scolare o prescolare.

Naturalmente ogni accordo va sempre giudicato anche per il periodo in cui avviene, e questi sono tempi
bui. In molti Enti, ad esempio, non è garantito lo 0,9 per incrementare le risorse per il salario accessorio.
Sicuramente è un accordo che rivolge particolare attenzione alle categorie B e C; l’aumento delle indennità
di particolari responsabilità e i numeri di chi ha il requisito di accesso alle progressioni orizzontali lo dimo-
strano. A breve inizieremo la seconda parte del confronto sulle P.O., che dalle premesse, si presenta non
certo facile.

Intanto, notizia dell’ultima ora, abbiamo chiesto un urgente incontro con l’Assessore al Personale per-
ché l’accordo venga recepito immediatamente dalla Giunta. Pare che la Direttiva di Settore (atto propedeuti-
co e interno della delegazione di parte pubblica, per avviare il confronto con il Sindacato da parte dell’ARAN
per il rinnovo del Contratto Nazionale) abbia spaventato qualcuno. L’abbiamo letta anche noi ovviamente ed
è agghiacciante, d’altronde abbiamo la sventura di vivere nell’era Brunetta. Ma la direttiva non è il Contratto
Nazionale, e non può essere motivo nè di rallentamento sui tempi di recepimento dell’Accordo, né tantomeno
di modifiche dello stesso.
Domenico Amato

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Pesatura dei settori regionali

La destra ringrazia
Per modernizzare le strutture regionali, dopo l’accorpamento delle direzioni e dei settori, ecco
una delle ultime trovate della nostra giunta, cosiddetta di centro-sinistra. La “pesatura” dei settori,
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prevista dall’art. 19 della legge regionale 23/2008.


La legge recita che la graduazione delle funzioni dirigenziali dovrebbe essere stabilita col
supporto del Nucleo di valutazione. L’incarico invece è affidato alla società di consulenza PRAXI
per 150.000 euro più IVA. Il gruppo di esperti (che pare fosse già all’opera prima di ricevere
l’incarico) si mette in moto ufficialmente il 17 ottobre. Il 21 ottobre, con sorprendente tempesti-
vità, presenta la strategia e il crono-programma dell’intervento ai direttori regionali.
A fine novembre il pacchetto è pronto e confezionato. Viene illustrato prima ai direttori e infine
alle organizzazioni sindacali il primo dicembre.
Per la misurazione di 146 scrivanie “vuote” sono stati utilizzati 5 indicatori (ciascuno
suddiviso in due fattori), assegnando a ciascuno degli elementi un punteggio ponderato, la cui
somma produce da un valore minimo complessivo di 200 punti ad un valore massimo di 2.000
punti:

relazioni min 50-max 500 punti di cui interne 20-200 punti


esterne 30-300 punti
responsabilità min 50-max 500 punti di cui economiche 20-200 punti
organizzative 30-300 punti
decisioni min 40-max 400 punti di cui per complessità 20-200 punti
per impatto 20-200 punti
gestione risorse umane min 30-max 300 punti di cui per quantità 15-150 punti
per qualità 15-150 punti
competenze min 30-max 300 punti di cui comportamentali 12-120 punti
tecnico-specialist.18-180 punti

Dalla griglia così compilata, sulla base dei dati messi a disposizione dagli uffici del personale,
nonché sulla base delle schede e delle interviste fornite dai direttori regionali, è derivata la
seguente classificazione dei settori in cinque gruppi:

20 settori hanno un punteggio inferiore a 999 punti


40 settori hanno un punteggio tra 1000 e 1100 punti
50 settori hanno un punteggio tra 1100 e 1200 punti
25 settori hanno un punteggio tra 1200 e 1300 punti
11 settori hanno un punteggio superiore a 1300 punti

Fissata la soglia “convenzionale” (ovvero un criterio politico, che non ha proprio nulla di
scientifico) a 1200 punti, 36 settori risultano collocati in fascia A e 110 settori in fascia B. Per
essere più precisi, tra i secondi in fascia B, ben 20 settori risultano in zona retrocessione, essendo
stati equiparati a poco più che posizioni organizzative.
Ai nuovi o vecchi dirigenti delle 36 strutture di fascia A sarà attribuito un trattamento
economico di posizione pari a 50.000 euro l’anno, anziché gli attuali 44.000 euro.
E’ bene essere molto chiari. Il punto di vista della CGIL e delle altre organizzazioni sindacali
è che la pesatura dei settori non ha alcuna relazione con le finalità della migliore organizzazione,
della funzionalità e dell’efficienza dell’Ente. Crea solo nuove e immotivate tensioni tra i dirigenti.
Apre il mercato delle vacche per accaparrarsi il dirigente più affidabile. Serve a differenziare la
categoria dei dirigenti per un pugno di euro (si fa per dire), per renderne più piena la dipendenza
dal politicante di turno.
Il mai abbastanza dimenticato assessore Burzi non era arrivato a tanto.

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A fronte delle posizioni assunte dalla amministrazione, le organizzazioni sindacali della
dirigenza hanno avanzato una serie di richieste, in qualche parte accolte dal vicepresidente
Peveraro. Per esempio la durata triennale anziché biennale degli incarichi, l’impegno per una
idonea collocazione di tutti i dirigenti ancora privi di struttura, la assegnazione delle responsabilità
dei settori di fascia A tramite avvisi di selezione interna, lo stralcio della parte riguardante le
eventuali risorse economiche ad integrazione del fondo per la retribuzione di posizione e risultato
della dirigenza, in quanto oggetto di contrattazione.
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Tutto ciò, ferma però restando l’assoluta contrarietà delle organizzazioni sindacali rispetto alla
logica ed al metodo dell’intera operazione di pesatura. Contrarietà condivisa e sostenuta dalla
stragrande maggioranza dei dirigenti regionali al termine dell’assemblea svolta a Palazzo Lascaris
il 17 dicembre.
La concertazione si è pertanto conclusa, fatto inedito nella nostra realtà regionale, con la
verbalizzazione delle rispettive distinte posizioni da parte del sindacato e dell’amministrazione.
Vedremo in queste settimane quali sono le negative conseguenze delle scelte di Bresso e
Peveraro riguardo gli incarichi dirigenziali. Altro che strategie di miglioramento dell’organizza-
zione. Mentre una parte dei dirigenti è messa in competizione per aggiudicarsi i settori definiti a
maggiore rilevanza, altri dirigenti sono indotti a vivere con diffidenza e distacco nei settori in odore
di accorpamento o soppressione. E bene farebbe la giunta regionale almeno a liberare il campo in
modo netto da questa eventuale ipotesi.
Oltre ciò, in modo imprevisto e paradossale, ci sono anche ripercussioni percepite dai dipendenti
delle categorie. Molti colleghi sperano che anche a loro debba spettare qualcosa in più, lavorando
in un settore pesante. Ci saranno più posizioni organizzative, più indennità, più produttività. Molti
altri sono preoccupati che spetti loro qualcosa in meno, stando nei settori normali.
Siamo davvero al tutti contro tutti. E tutti alla fine scontenti. La giunta regionale ha predisposto
il clima e le condizioni peggiori per avviarsi alla conclusione di questa legislatura.

HO LA NAUSEA:
O SONO INCINTA
O SONO IN REGIONE

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Nomine dei dirigenti idonei

NEL PEGGIORE DEI MODI parte dei Direttori di riferimento dei diversi
Che questa Giunta, come la precedente,
intendesse la struttura regionale come territorio profili. Solo una striminzita nota della Giunta
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di caccia, da infeudare, di cui disporre senza Regionale, con l’elenco dei nominativi di volta
rendere conto a nessuno, l’avevamo capito e in volta prescelti, con la relativa Direzione di
detto da tempo. Le continue riprove abbondano. destinazione. Quanto alla considerazione di
Parliamo ancora una volta delle nomine dei curricula e attitudini dei nuovi dirigenti, o alla
dirigenti idonei al concorso per dieci profili. coerenza dei requisiti del profilo con la struttura
Nomine decise senza uno straccio di regole e di di assegnazione, la Giunta in qualche caso la
motivazioni, come abbiamo denunciato a più mette platealmente sotto i piedi.
riprese. Una politica del personale dissennata.
Con la legge di riorganizzazione n. 23 del Anche dal punto di vista della correttezza am-
28 luglio 2008, i criteri per il conferimento e la ministrativa. Ognuno ne trarrà le proprie conse-
revoca degli incarichi dirigenziali sono stati guenze.
stabiliti con un provvedimento della Giunta, In questo quadro si colloca la norma tran-
deliberato il 22 settembre scorso senza alcun sitoria della legge regionale n. 23, già citata, che
confronto con le Organizzazioni Sindacali. Da dispone il differimento per tre anni della validi-
qui la diffida per il comportamento antisindacale tà delle graduatorie dei concorsi per l’accesso
della Giunta stessa, cui è seguita una parziale alla dirigenza. CGIL aveva sostenuto (vedi
modifica concordata dei criteri, nuovamente “fogliaccio” n. 139 del 15 luglio 2008) l’oppor-
deliberati il 29 ottobre. La richiesta dei sindaca- tunità di stralciare il comma. Il Consiglio regio-
ti di fissare regole certe e criteri oggettivi è però nale ha deciso invece di far valere le graduatorie
rimasta disattesa. Basti dire che i tre fattori fino all’estate del 2011, e di utilizzarle – in via
individuati, di cui tenere conto per conferire gli prioritaria – per ricoprire i posti di qualifica
incarichi, ovvero i “curricula professionali”, le dirigenziale liberi e che si renderanno dispo-
“attitudini e le capacità professionali” - a loro nibili nei ruoli della Giunta e del Consiglio
volta distinti in più sotto-fattori -, nonché i regionale.
“risultati conseguiti in precedenza”, non danno CGIL chiede adesso che tale norma sia
luogo ad alcun punteggio e quindi sono valutabili rispettata fino in fondo. Siamo certi che tutti i
con la più assoluta discrezionalità. Vedremo nel consiglieri regionali vigileranno in tal senso, a
prossimo futuro gli effetti di queste finte rego- partire dalla intollerabile situazione (da mesi in
le, che sommate alla facoltà di ricalibrare la stallo) per le graduatorie del Consiglio stesso.
organizzazione e le declaratorie dei Settori, L’attuale “riorganizzazione” delle strutture è
consentono (come sta già avvenendo) di deci- già l’occasione per fare il punto su tutti i posti da
dere disinvoltamente dove collocare i dirigenti subito disponibili. Alcune decine di idonei, tra
più graditi o come rimuovere dirigenti poco Giunta e Consiglio, aspettano giustamente una
graditi. tempestiva risposta. Se poi si volesse pensare
Altra cosa è la assunzione degli idonei anche al futuro, CGIL è sempre pronta a riparlare
dalle graduatorie. Qui la attuale Giunta non ha seriamente del corso-concorso.
mai voluto definire alcun criterio, in nome di Mad
presunte esigenze organizzative da verificare in
corso d’opera.
Bene. Tali esigenze non sono mai state
dimostrate né sono mai esistite, come era facile
sospettare. Adesso ne abbiamo anche le prove
definitive. Infatti, dagli atti per i quali la CGIL
ha richiesto l’accesso, risulta che le determina-
zioni del Direttore Risorse Umane e Patrimonio
per l’utilizzo delle graduatorie non hanno come
presupposto la benché minima argomentazione
organizzativa. Nessuna motivazione è addotta
da parte della stessa Direzione, pur competente
in materia di organizzazione del personale. E
nemmeno una segnalazione o una richiesta da

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Incarichi dirigenziali
Non ci resta che ridere
2 gennaio 2009. La Regione è dirigenza hanno chiesto di conoscerle
riorganizzata. Quasi. Per i 146 nuo- in modo puntuale.
vi settori della Giunta - ridefiniti e Certamente non si tratta di settori
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pesati – sono stati affidati incarichi a a rischio di retrocessione, per i quali


85 dirigenti in altrettanti settori di si potrebbe ipotizzare un prossimo
fascia B, seguendo la procedura tran- eventuale accorpamento. E allora?
sitoria prevista dai “Criteri e moda- Alcuni direttori sostengono che non
lità per il conferimento e la revoca ci sono le professionalità adeguate.
degli incarichi dirigenziali” stabi- Ma come fanno a dirlo senza aver
liti con le D.G.R. n. 29-9649 del 22 prima fatto una ricerca interna al-
settembre 2008 e n. 1-9929 del 29 l’ente? Altri direttori preferiscono
ottobre 2008. tenere per sé la struttura. E per
Il 7 gennaio è divulgato l’avviso quale particolare preoccupazione o
interno per la copertura di altri 9 interesse? Dicono ad esempio che
settori di fascia B. Il 12 gennaio sono un direttore mitologico tenga per sé
invece pubblicati gli avvisi interni un Settore per un affettuoso interes-
per ricoprire i 36 settori pesanti, di se, dicono.
fascia A. Fermiamoci qui. Qualsiasi moti-
Mancano all’appello 16 strutture vazione venga data, nei “criteri” ap-
di fascia B: di queste, 9 settori ri- pena deliberati dalla giunta (fatto
mangono congelati in attesa che il salvo il caso del differimento delle
personale dirigente ad essi assegna- nomine, in attesa che maturi il diri-
to completi l’anno di tirocinio forma- gente in staff iniziale) non è contem-
tivo. Per gli ultimi 7 settori, i rispet- plata la facoltà da parte dei direttori
tivi direttori hanno motivato le ragio- di non assegnare alcuni incarichi, se
ni per una non immediata copertu- non a seguito di esito negativo della
ra. selezione.
Quali sono questi settori? Ecco Abbiamo già detto che la giunta,
l’elenco: nei “criteri” citati, ha fissato regole
Direzione 5: Segreteria della Giun- finte: è in grado almeno di farle ri-
ta regionale; spettare dai direttori?
Direzione 6: Nuovi media;
Direzione 12: Infrastrutture stra-
tegiche;
Direzione 14: Decentrato OO.PP. e
difesa assetto idrogeologico di Ver-
bania;
Direzione 15: Gestione ammini-
strativa, controllo della rendiconta-
zione e monitoraggio delle attività
finanziate dalla direzione;
Direzione 18: Soprintendenza beni
librari;
Struttura speciale 1: Coordina-
mento delle politiche comunitarie –
Ufficio di Bruxelles.
E quali sarebbero le adeguate mo-
tivazioni per cui i citati settori do-
vrebbero rimanere scoperti? Non lo
sappiamo ancora. I sindacati della

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Posizioni organizzative

IN GIUNTA COME IN CONSIGLIO


L’ipotesi d’intesa siglata dalla RSU alla vigilia incarichi di posizione organizzativa.
di Natale rinvia alle prossime settimane l’impor- Questo è il punto di partenza. Qui si innesta la
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tante nodo delle posizioni organizzative. Il mo- proposta contenuta nel programma RSU. Per
tivo sostenuto dal vicepresidente Peveraro è che evidenziare sia gli squilibri distributivi tra Dire-
la questione posizioni organizzative costituireb- zioni (alcune delle quali – senza sostanziali
be l’ultimo “anello” della riorganizzazione, dopo giustificazioni - hanno un numero maggiore di
l’accorpamento/riduzione delle Direzioni e dei posizioni, altre minore), sia le incongruenze
Settori e le relative nomine. dovute alle risorse economiche assegnate (che
Aderendo forzatamente a questa ottica, le OO.SS. talora precludono il riconoscimento di profes-
hanno già affermato con forza nelle scorse setti- sionalità esistenti per mancanza di budget). Tali
mane che nessuno pensi di azzerare una situa- limiti derivano anche dalle complesse regole
zione consolidata da ormai circa 10 anni. Il stabilite, nel corso degli anni, in sede di contrat-
punto di vista della CGIL è esattamente questo: tazione sindacale. Per superarli, la proposta RSU
che la assegnazione delle posizioni organizzati- ritiene necessario ampliare la platea delle po-
ve debba essere in linea generale un semplice sizioni organizzative stesse, istituendo una
“ribaltamento” - nelle strutture riorganizzate - nuova tipologia di posizione a contenuto econo-
delle posizioni ricoperte nell’ambito delle pre- mico inferiore rispetto quelle attualmente esi-
cedenti strutture. Laddove sarà opportuna una stenti. Ciò permetterebbe tra l’altro di limitare il
revisione delle declaratorie, il nuovo incarico costo dell’operazione, consolidando di fatto il
sarà assegnato a chi era titolare della posizione salario accessorio già percepito in quanto dipen-
modificata. Sottolineiamo bene il concetto: chi denti di categoria D.
ha avuto per anni una professionalità riconosciu- Riguardo questa ipotesi, il vicepresidente Peve-
ta con risultati e valutazioni positive, dovrà raro si è dichiarato non contrario. E’ già qualco-
mantenere la posizione rivestita. sa. Naturalmente molti altri aspetti dovranno
La norma contrattuale che vincola il riconosci- essere definiti in questa occasione. Di alcuni se
mento della professionalità con le funzioni con- ne parla da anni. Per esempio, per riformulare i
tingentemente svolte discende da logiche stori- criteri di attribuzione degli incarichi, più ogget-
camente individuabili, che bisognerà presto ri- tivi e più trasparenti di come è stato finora, e per
solvere. Indietro non si torna. garantire una mobilità delle posizioni tra Dire-
Oltre ciò, non può essere tollerata una disparità zioni.
di trattamento rispetto alla soluzione adotta- Sta all’amministrazione trovare il modo miglio-
ta dal Consiglio regionale, che ha prorogato per re per impiegare e valorizzare le proprie risorse
tre anni (fino al 31 dicembre 2011) tutti gli umane.

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Riforma del pubblico impiego
IL RITORNO DELLA LEGGE PER
DOMINARE IL LAVORO PUBBLICO
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Nel mare magnum dei provvedimenti ap- fronte di comprovati risultati positivi. Nel-
provati o annunciati dal ministro Brunetta la gestione delle risorse umane poi, il diri-
e che meriterebbero non solo un numero gente avrà il “bastone”, ma non la “caro-
speciale del Fogliaccio, ma anche una le- ta”, potrà cioè punire, ma resterà ai mar-
genda per potersi raccapezzare, vogliamo gini dei processi di valorizzazione del per-
cominciare dal disegno di legge-delega di sonale dipendente. In ultimo (ma non per-
riforma del pubblico impiego. chè meno importante) i dirigenti dovran-
Enfaticamente finalizzato alla “ottimizzazio- no essere autonomi rispetto alle orga-
ne della produttività del lavoro pubblico”, nizzazioni sindacali. Se si ipotizza il di-
nella realtà si inserisce a pieno nel pac- vieto per i dirigenti di iscrizione al Sinda-
chetto dei provvedimenti ingiusti, inefficaci cato siamo di fronte ad una violazione
e contraddittori varati da questo governo. degli articoli 39 e 48 della Costituzione,
Il principale aspetto negativo è che la pri- se ci si riferisce alle incompatibilità già
vatizzazione del lavoro pubblico, costru- definite dalle leggi, non si capisce cosa si
ita negli anni ’90, viene sostanzialmente debba aggiungere e perchè. Nasce il so-
dissolta. Il cardine dell’attuale normativa, spetto che semplicemente si voglia una
prima dello stravolgimento messo in can- dirigenza asindacale, più subalterna e
tiere da Brunetta, era che l’unica fonte giu- meno indipendente.
ridica del rapporto di lavoro è il contratto Non mancano quindi le ragioni per guar-
nazionale. Nel ddl Brunetta le fonti giu- dare con preoccupazione alla riforma de-
ridiche diventano tre: legge, contratto lineata con questo disegno di legge e con-
e addirittura regolamenti amministrati- cretamente anticipata con la Legge 133
vi. Senza ovviamente nessuna indicazio- di quest’estate.
ne sulla gerarchia delle fonti. Anzi, il Go- Nella nostra Costituzione, i pubblici dipen-
verno si riserva di decidere di volta in volta denti sono al servizio esclusivo della na-
quali materie possono essere affidate a leg- zione e l’organizzazione degli uffici deve
gi, regolamenti o contratti. garantire il buon andamento e l’imparzia-
Altro punto preoccupante sta nella norma lità dell’amministrazione. Tutt’altra cosa
che rafforza il ruolo della Corte dei Con- ci sembrano gli obiettivi di Brunetta.
ti, la quale potrà intervenire su decisioni
oggi in mano alle Regioni e alle Autono-
mie Locali. Alla faccia dell’autonomia e del
federalismo.
E’ poi prevista l’istituzione di una Authori-
ty “indipendente”per misurare il merito e
la produttività dei pubblici dipendenti. Le
quattro figure (o figuri) al vertice di questa
struttura si spartiranno ben 1,2 milioni di
euro: naturalmente nulla si dice sul lega-
me tra questi livelli retributivi e i risultati
raggiunti dall’Authority.
Per quanto riguarda la dirigenza, c’è da ri-
levare che agli eventuali effetti negativi, an-
corchè legittimi, della valutazione non cor-
rispondono garanzie per il dirigente espo-
sto al mancato rinnovo dell’incarico, pur a

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La città si*cura
Ho letto il manuale presentato dalla Presi- lo di riaprire le case chiuse;
dente della Giunta regionale Mercedes Bres- mi sentirei più si*cura se la frase “la pa-
so e dall’Assessora alle pari opportunità Giu- ura del crimine è ridotta quando si rafforza o
liana Manica e ho capito che: si ricostruisce il senso di appartenenza e di
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mi sentirei più si*cura se si tenesse con- identificazione con il quartiere” non mi fa-
to che le pubblicazioni non sono soltanto da cesse venire in mente isole chiuse, allergiche
guardare ma anche da leggere. Quel carattere a qualunque “estraneo”, magari difese da ron-
di stampa, quella carta lucida, quel disegno de padane;
stilizzato che si accavalla al testo, fanno sì mi sentirei più si*cura se corressi il ri-
che alla fine ci si ritrovi con gli occhi strizza- schio, ogni tanto, di incontrare su un mezzo
ti come uno straccio per lavare i pavimenti; pubblico un presidente, un assessore, il sin-
mi sentirei più si*cura se alla fine della daco di una grande città che hanno voglia di
lettura non mi venisse da pensare che, qualo- vedere davvero come si sta sui mezzi pubbli-
ra tutto quello che è scritto fosse realizzato, ci;
mi troverei in una specie di fortino a cui man- mi sentirei più si*cura se ci fosse più edu-
cano soltanto le mitragliatrici sui balconi; cazione e i ciclisti e i pedoni venissero rispet-
mi sentirei più si*cura se quando si parla tati, senza bisogno di mettere barriere e pa-
di stranieri non si citasse sempre la “diversi- letti che mi costringerebbero a vivere come
tà”. Mi sento molto più vicina, come pensie- un bambino nel box;
ro e mentalità, a tante donne e uomini immi- mi sentirei più si*cura se non dovessi mai
grati che a persone con cui condivido esclu- più leggere la parola “razza”: le razze umane
sivamente la cittadinanza; non esistono e il nominarle è antistorico e an-
mi sentirei più si*cura se non avessi do- tiscientifico e tutti sappiamo (o dovremmo sa-
vuto rendermi conto che c’è soltanto un pro- pere) quali danni abbiano già provocato le
getto per arginare i risultati di un imbarbari- leggi razziali.
mento sociale e morale che non è certo agli Sì, mi sentirei più si*cura. Davvero.
immigrati che si deve attribuire; G. B.
mi sentirei più si*cura se non ci fosse chi
propone di qualificare gli spazi della città dis-
seminandoli di telecamere, vie di fuga e di-
spositivi per chiedere aiuto;
mi sentirei più si*cura se ci fosse invece
un progetto educativo, rivolto ai giovani, per-
ché crescano gentili e rispettosi verso tutti,
donne e uomini di qualunque nazionalità;
mi sentirei più si*cura se accanto alla di-
dascalia “questo tipo di paletti inoltre con-
sente alle biciclette e ai motorini di transita-
re facilmente sullo spazio marciapiede, con
notevole disagio e pericolo di aggressione per
i pedoni“ ci fosse la foto di un bancario ita-
liano in giacca e cravatta e non di un africano
in maglietta;
mi sentirei più si*cura se di fronte alla
frase “la presenza di strutture per i tossico-
dipendenti e i senzatetto riduce la presenza
incontrollata di gruppi che causano paura
nello spazio pubblico“ - letta poco dopo l’af-
fermazione che tossici, senzatetto e prostitu-
te fanno percepire la città come insicura - non
mi fossi chiesta se il prossimo passo sarà quel-

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La Reg ione si*cura?
Ci sono uffici della Regione Piemonte sparsi Così troviamo persone che si aggirano per
per tutta Torino. Alcuni sono superaccessoriati: i corridoi senza uno scopo preciso, alle quali
portinerie con uscieri, guardie giurate, poliziot- non abbiamo titoli per chiedere chi sono e che
ti, metal detector e aggeggi per il controllo dei cosa vogliono. Così il venerdì pomeriggio e i
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bagagli. Poi ce ne sono altri che hanno uscieri periodi di ferie (estive, natalizie) diventano
regionali e guardie giurate, altri che hanno sol- momenti angoscianti per chi si trova a dover
tanto gli uscieri regionali. Infine, ci sono quel- lavorare in corridoi lunghissimi, vuotissimi,
li che in tempi di politically scorrect venivano isolatissimi dal resto dell’umanità. C’è chi
chiamati “i figli della serva”, quelli cioè che approfitta volentieri del fatto che da molti mesi
non hanno proprio niente. ci sono cantieri edili aperti e chi vuole giron-
Quelli di via Bertola 34 appartengono al- zolare senza titolo può sempre dire che cer-
l’ultima categoria. Il palazzo è brutto ma di cava il geometra. Che geometra? Mica abbia-
questo riusciremmo a farcene una ragione ab- mo l’elenco!
bastanza facilmente. Purtroppo è anche stato Oltre a quello della precaria sicurezza per-
costruito con la logica dei castelli medievali, sonale, c’è il problema dei furti. Sono già spa-
pieno di entrate e uscite, peccato che non ab- riti portafogli, cellulari, computer portatili, due
biamo amanti segreti o avvelenatori vari da far poltroncine, un frigorifero, il monitor di un
fuggire nella notte senza essere visti dalle guar- computer. E gli armadi di cui sono dotati i
die alle porte. Nel secolo ventunesimo, nel ter- nostri uffici si aprono con un buffetto.
zo millennio, nell’era della tecnologia siamo Abbiamo denunciato, agli uffici regionali
abbandonati a noi stessi: nel palazzo ci sono competenti e alle forze dell’ordine, i furti ma
alcuni uffici della presidenza e della cultura: nulla è cambiato. Sono anni che chiediamo
aperti, raggiungibili da chiunque, visto che non uscieri regionali che possano fare da filtro al-
c’è nessun filtro per quelli che entrano ed esco- meno sull’ingresso principale e interventi per
no dalla porta principale e ancor meno per chi rendere più sicuri i nostri uffici. Finora non è
trova il passaggio incustodito. Le uscite sono successo assolutamente nulla.
ancora di più, visto che esistono le uscite di Siamo dipendenti come tutti gli altri? Noi
sicurezza che non hanno un corrispondente pensiamo di sì ma evidentemente ci sbaglia-
nelle entrate (un palazzo non è mica un bilan- mo. Qualcuno ci spieghi il perché!
cio!). Gabriella Bona e Piera Gigliotti

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Mobilità interna

UN CASO UNICO
Nel marzo dell’ormai lontano 2002, Organizzazioni sindacali ed ammi-
nistrazione regionale concordarono i “criteri di mobilità interna”, tuttora
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in vigore. Elemento qualificante di quei criteri è che qualsiasi dipendente,


trascorsi quattro anni nella struttura di assegnazione, può richiedere la
mobilità verso un’altra direzione. Il direttore della struttura di apparte-
nenza esprime parere in merito alla richiesta. In caso di parere condizio-
nato a sostituzione contestuale, trascorso un periodo di quattro mesi,
senza che sia stato possibile reperire la sostituzione, il dipendente viene
assegnato alla direzione di destinazione e, contestualmente, distaccato a
metà tempo, con articolazione da concordarsi tra le parti, presso la strut-
tura di provenienza per un periodo di durata non superiore a sei mesi.
Trascorsi i sei mesi, il dipendente è trasferito definitivamente.
Così è stato, per quanto sappiamo, dal 2002.
Singolare eccezione capita da quasi un anno nella Direzione Opere Pub-
bliche, e più precisamente al Settore Decentrato di Verbania. Qui una col-
lega, con serie motivazioni, ha chiesto la mobilità verso una direzione
con sede a Torino. In risposta, a giugno 2008, ha ricevuto parere negati-
vo: eventualità prevista dai “criteri” solo in casi eccezionali, puntualmen-
te motivati.
Noi riteniamo che questi estremi non sussistano. Ma siamo in un perio-
do in cui le regole vengono trascurate, senza che chi dovrebbe farle rispet-
tare faccia una piega. I “criteri” prevedono che, in casi come questi, la
direzione del personale intervenga con una analisi organizzativa. L’abbia-
mo chiesta ufficialmente, come CGIL dell’ente, ma nessuno ci informa di
eventuali sviluppi.
Siamo di fronte a un caso probabilmente unico. Le difficoltà ed il disagio
della nostra collega sono stati evidenziati a chi di dovere. Se l’inerzia della
amministrazione dovesse causare conseguenze gravi, qualcuno dovrà ri-
sponderne.

Venerdì 30 gennaio, dalle 9.30, al Teatro della Concordia


in Via Puccini a Venaria Reale, si riuniranno i Direttivi
regionali della Funzione Pubblica e della Fiom del Pie-
monte. Parteciperanno Carlo Podda, segretario nazio-
nale della FP e Gianni Rinaldini, segretario nazionale
della Fiom.
Delegati ed RSU CGIL sono invitati a partecipare.

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DONNE E PENSIONI

Riportiamo Brunetta in giardino


C’è, lo avevamo già scritto, un fondo di dovuto al ritardato accesso al mercato del
cattiveria nell’agire di Brunetta. Una sorta lavoro, ai lavori precari, al part-time, alla
di rivalsa personale nei confronti del mon- frammentazione della vita lavorativa, spes-
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do. Decurtazione sulle giornate di malattia, so piena di buchi per dedicarsi alla cura dei
part-time e permessi della Legge 104 erano figli e dei genitori; i lavoratori invece sono
già stati campanelli d’allarme, con l’annun- sopratutto titolari di pensioni di anzianità,
cio sulle pensioni delle donne forse si è sve- vera prerogativa maschile tipica di chi ha
lato l’arcano. iniziato a lavorare presto con continuità e
E se Brunetta odiasse le donne, soprat- senza le interruzioni dovute ai problemi fa-
tutto se dipendenti pubbliche? Altrimenti miliari.
come si spiega che in un momento così dram- Non è un caso poi che di innalzamento
matico per l’Italia e il mondo, in cui tutti (o dell’età pensionabile delle donne se ne
quasi) cercano di trovare soluzioni a una crisi parli quando c’è bisogno di fare cassa.
così eccezionale, Lui, sventolando una falsa Anche questa volta, come nel 1992, ci rac-
bandiera della parità, esterna sull’età in cui contano che i risparmi verranno utilizzati per
vanno in pensione le donne? Ma di quale le donne: sostegno al lavoro femminile,
parità o discriminazione parla Brunetta? maggiori congedi per maternità, servizi per
Dal 1977 c’è una legge, la 903 che al- l’infanzia e chi più ne ha più ne metta. Tut-
l’art. 4 stabilisce che le lavoratrici, se vo- te promesse non mantenute. Gli atti di que-
gliono, possono continuare a lavorare fino sto Governo finora sono stati contro le don-
agli stessi limiti d’età degli uomini. ne e non a loro favore.
In aggiunta, le lavoratrici del pubblico Non accettiamo dalle parlamentari di
impiego possono continuare a lavorare qualunque colore politico, attraverso l’elen-
come gli uomini fino a 67 anni (decreto cazione di dati sulla condizione femminile
legislativo 503/1992). Andare in pensione che conosciamo benissimo, lezioncine sul-
a 60 anni non è un obbligo ma un’oppor- l’opportunità di innalzare l’età pensionabi-
tunità in più per le donne. le. E’ veramente singolare che si ritenga di
Discriminatorio e penalizzante sarebbe affermare il principio della parità di tratta-
costringere le donne a lavorare obbligatoria- mento togliendo alle donne una delle poche
mente fino a 65 anni, tenendo conto che già cose positive che hanno e cioè la possibilità
oggi l’età di pensionamento delle lavoratri- di scegliere se andare in pensione a 60 anni
ci è più alta di quella degli uomini. Ciò è o continuare a lavorare.

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BUONE NOTIZIE

Trasporto pubblico è meglio


Dal 1° dicembre, per i dipendenti regionali, ha preso concreto avvio l’opera-
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zione di incentivo all’uso dei mezzi di trasporto pubblico. Le organizzazioni sin-


dacali dell’Ente lo avevano sollecitato da alcuni anni e già nel 2004 era stata
istituita una apposita Commissione bilaterale tra Amministrazione ed OO.SS.
per formulare le opportune proposte.
Finalmente il “bonus trasporti” è realtà. Con D.G.R. n. 33-9618 del 15 settem-
bre 2008, l’amministrazione regionale si fa carico del 53% del costo degli abbo-
namenti annuali ai mezzi pubblici utilizzati per il percorso casa-lavoro. Il re-
stante 47% del costo, anticipato anch’esso dalla Regione, viene addebitato a cia-
scun dipendente e detratto in quote mensili dallo stipendio.
Dell’incentivo hanno usufruito il 43,74% dei colleghi della Giunta regionale
(ovvero 1.166 dipendenti su 2.666 potenziali fruitori) e ben il 63,39% dei colle-
ghi del Consiglio (232 su 366). E’ un segnale positivo, reso possibile in tempi
brevi anche grazie all’impegno degli uffici del personale.
La legge di assestamento del bilancio regionale n. 28 del 30 settembre 2008
autorizzava una spesa di 837.000 euro: in realtà, il costo complessivo per questo
primo anno è risultato di circa 560.000 euro. Quasi la metà di questa cifra rien-
trerà nelle casse regionali. Possiamo sperare, per il prossimo anno, in una per-
centuale di copertura più ampia dell’incentivo?

CATTIVE NOTIZIE

Peggio di Brunetta
La Regione cancella l’esenzione anticipata dal servizio (rottamazione)

La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro è da tempo uno dei temi


più sentiti dal personale regionale. Se ne parla da anni anche a livello na-
zionale.
Molte Regioni sono concretamente intervenute con proprie leggi. L’argo-
mento è stato quindi riproposto nella piattaforma approvata dalla RSU il 3
marzo 2008. Il vicepresidente Peveraro aveva dato ampie assicurazioni e,
prima dell’estate, una Commissione bilaterale “ad hoc” aveva approfondito
la questione ed esaminato alcune ipotesi. All’improvviso, ad inizio ottobre, il
vicepresidente ha dichiarato l’indisponibilità economica e politica della Giun-
ta regionale. Rimaneva l’impegno a dare applicazione alla legge 133
(Tremonti-Brunetta) per la parte che riguarda chi ha 35 anni di contributi e
può rimanere a casa con il 50% dello stipendio fino ai 40 anni, per poi
ricevere la pensione. Ovviamente i 5 anni di contributi che mancano resta-
no a carico dell’Ente.
In tal senso è stato effettivamente inserito l’articolo 30 del Disegno di
legge regionale n. 578 del 30 ottobre 2008 (Legge finanziaria per l’anno 2009).
Ed ecco l’amara sorpresa. La legge n. 35, approvata dal Consiglio regio-
nale il 30 dicembre 2008, non reca più traccia di quell’articolo. Rottamato.
I dipendenti regionali ringraziano.

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PREMI ALLA CARRIERA

30 ANNI IN REGIONE
Una cerimonia a tratti commovente. E tredicesima si facciano avanti. Il CRAL
che festa, con musica e comicità. Quanti maschera la svendita come una conven-
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vecchi colleghi, rivisti con piacere e no- zione natalizia con l’oreficeria. Quanto
stalgia. Tutti al Teatro Nuovo, il 12 no- costerà alla Regione questo intoppo?
vembre, per ricevere un doveroso rico- La terza pecca sta nella ipocrisia de-
noscimento alla carriera, dopo aver tra- gli abbracci e dei ringraziamenti. Un “vo-
scorso almeno trent’anni all’interno del- lemose bene” peloso, dietro il quale c’è
la Regione. una verità che tutti conoscono e nessu-
Il vicepresidente Peveraro, principale no dice. Negli ultimi anni molti colleghi
sostenitore dell’iniziativa, non potendo e dirigenti regionali sono andati via per
esser presente, ha inviato il suo perso- disperazione, a causa di un contesto
nale saluto. La presidente Bresso ha ri- lavorativo che peggiora ogni giorno di
cordato le fasi eroiche - erano gli anni più. Molti altri, ancora in servizio, atten-
Settanta, e c’era anche Lei - in cui furo- dono la pensione come una liberazio-
no gettate le fondamenta dell’Ente. Il pre- ne. Da questa Regione è meglio an-
sidente Gariglio ha accomunato vecchi darsene.
e nuovi dipendenti, ringraziando tutti Il prossimo anno compie trenta anni
(proprio mentre Governo e opinione pub- di anzianità di servizio il folto gruppo di
blica si accaniscono contro i cosiddetti assunti nel 1978, con la legge 285 sul-
fannulloni) per il lavoro svolto e l’impe- l’occupazione giovanile. Il fogliaccio
gno sempre dimostrato. Il presidente lancia una proposta: non sarebbe me-
Brustia ha espresso soddisfazione per glio festeggiare con un semplice brindi-
l’obiettivo da tempo perseguito e final- si e con una pergamena, devolvendo la
mente raggiunto dal CRAL. somma risparmiata per i cadeaux a
Tutto bene? Quasi. Qualche pecca c’è. Emergency?
Almeno tre.
La prima l’ha evidenziata “il Giornale”
del 21 novembre, con un trafiletto intito-
lato “La Bresso inciampa sui cadeaux”:
perché regalare 512 penne d’oro Mont-
blanc quando abbiamo manifatture to-
rinesi (come l’Aurora) di un distretto pe-
raltro in crisi, che producono eccellenti
italiche penne?
La seconda è che l’idea iniziale di Pe-
veraro e Bresso era di regalare a ciascu-
no dei 135 pensionati un orologio d’oro
Longines. Poi hanno mutato idea, op-
tando per la meno costosa penna Mont-
blanc a tutti. Ma ormai il CRAL aveva già
provveduto all’acquisto degli orologi
spendendo circa 123.000 euro. Ci sono
quindi 141 Longines d’oro da rivendere,
proposti in saldo eccezionale al 50% del
prezzo di listino. I colleghi che non san-
no come impegnare quanto resta della

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categoria ...................................................................................................................... tit. studio ......................................................................................................................

tel. abitazione .......................................................................................................... tel. lavoro ..................................................................................................................

Autorizza l’Amministrazione ad effettuare sulle proprie competenze la trattenuta sindacale in base agli accordi di
Comparto vigenti. Ricevuta l’informativa sull’utilizzazione dei miei dati personali, ai sensi dell’art. 10 della L.

675/96, consento al loro trattamento nella misura necessaria per il perseguimento degli scopi statutari. Consento,
anche che i dati riguardanti l’iscrizione sindacale siano comunicati al datore di lavoro e da questi trattati nella
misura necessaria all’adempimento di obblighi previsti dalla legge e dai Contratti.

Data ........................................................................................... Firma ...........................................................................................

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