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Cultura
Spettacoli&Tempo libero
Scritture Il caso Antonio Turi, autore teatrale ora al lavoro su Quattro passi nel buio, oltre lamore
La sassata
di Giovanni Sasso
giovanni.sasso@proformaweb.it
i scrive di solito il dilagare dei social network, al plurale. Come se queste reti globali fossero decine, come se il fenomeno Facebook non colmasse e pressoch esaurisse il nuovo bisogno planetario di sentirsi costantemente interconnessi. Si dir Linkedin. Ma si tratta di un epigono minore. Di account che la gente si confeziona solo perch qualcuno dice che pu servire per il lavoro, ma in realt luogo virtuale noiosissimo, ben lontano dalla funzione di svuotacervello, di breve (o lungo, dipende dal grado di dipendenza) ristoro a una giornata, appunto, di lavoro alla fine della quale tutto faresti tranne che continuare a coltivare relazioni ipoteticamente vantaggiose per lattivit che svolgi. E daltro canto, in Facebook stesso, le occasioni per venire a contatto con gente del tuo ambiente, per sviluppare progetti pi o meno ampi, per lanciare flash mobs, per creare movimenti di opinione - ce lha insegnato Obama - non mancano certo. Lha capito bene Antonio Turi, barlettano, appassionato di tutto quello che ha a che fare con la cultura, giornalista, addetto stampa, copy writer, formatore in tutti questi ambiti e autore di teatro (Premio Flaiano), di radiodrammi (Targa Bortolotto al Premio Candoni), dialoghista televisivo, autore di racconti e aforismi nonch emanatore seriale di seguitissimi post arguti e narrativi che attaccano sempre, da perfetto cantastorie, con Dice che... per poi mettere in scena conversazioni e scontri quotidiani fra uomini e donne o fra soli uomini che discettano, appunto, di donne. Oggi il social sta investendo tutti i campi delle attivit umane e allora perch non pensare di modificare anche la prassi che governa il mondo editoriale?, si chiede Turi nellannuncio che un paio di settimane fa ha lanciato su Facebook. Il progetto tanto interessante quanto ambizioso. Pubblicare le prime ottanta pagine di un romanzo al quale lo scrittore lavora da anni, e vedere leffetto che fa: il meccanismo del cosiddetto Social Fund Raising. La storia, dal titolo Quattro passi nel buio, oltre lamore, pare risentire della propensione alla scrittura teatrale della produzione di Turi. Michele ed Esther sono una coppia di separati costretta ad avere ancora rapporti dalla neces-
Sopra, Antonio Turi. Sotto, una foto di Fabrizio Caratelli intitolata Quattro passi nel buio
sit di condividere gli obblighi derivanti dallesistenza di una figlia quindicenne, Valeria. Lui un cinico pubblicitario di successo, lei una bellissima quarantenne, ex miss qualchecosa e ora addetta alle Pubbliche Relazioni pi per poca voglia di stare in casa che per necessit, libertina per se stessa ma intransigente con la figlia Valeria alle prese col primo amore della sua vita. Lo sfondo il passaggio dalla Farsa Infinita del Governo Berlusconi allascesa del sobrio Monti. A far da contorno, una serie di personaggi secondari presi pari pari dal catalogo dellumanit tipizzata di inizio secolo: il nerd, la pasticciona-generosissima, il sex addicted accomunati dalla perdita di quel magnifico col-
lante che ha tenuto insieme le persone per migliaia di anni, lamore, scrive lautore. E allora ecco qua la scommessa - di importazione, al solito, statunitense. Saltare a pie pari la trafila di invio manoscritto, spontaneo o attraverso laddetto ai lavori, attesa di una risposta, editing, distribuzione, promozione. Stare a vedere se la pletora di utenti connessi al Fund Raising attraverso Fb, si appassiona alla storia tanto da fornire i dati della propria carta di credito per prelevare una copia del romanzo o, addirittura, da centodieci, fino ad arrivare a trecento euro, aspirare a che uno dei personaggi secondari o una comparsa o proprio i protagonisti portino nome e cognome di
chi ha scucito la transazione. Obiettivi nientaffatto chimerici se si pensa al delirio narcisistico che contagia gran parte della popolazione facebookiana. Si sa che la Rete ha allargato in maniera smisurata la possibilit di comunicare allecumene pensieri, poesiole, novelle e, a volte, veri e propri romanzi. Ma tuttavia in quel vero e proprio continente virtuale rappresentato da Facebook che la grafomania trova sfogo e lettori veri, non potenziali, i quali spesso a centinaia commentano e cliccano mi piace ai lavori di gente che, a fianco al proprio nome e cognome, sovente scrive poeta o scrittore (scrittrice, anzi, perlopi) avendo allattivo magari la pubblicazione di un paio di racconti sul giornale parrocchiale o una o pi esperienze di autopubblicazioni favorite dallindustria redditizia delle vanity press. Al di l delloperazione a met strada tra la provocazione dadaista e lesperimento mediologico, alla fine dei conti resta il romanzo del vero scrittore Antonio Turi. Che gioca con gli eterni ingredienti della commedia umana e, con una lingua asciutta e lontanissima dalliperletterariet che, secondo la celebre partizione di Giulio Mozzi, contraddistingue la produzione meridionale, fa divertire e riflettere allo stesso tempo e lo rende degno desser pubblicato indipendentemente se liniziativa di Fund Raising, per quanto social, allo scadere dei 60 giorni (il 31 ottobre prossimo), avr raggiunto il suo traguardo.
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Geopolitica Anche sul versante balcanico c oggi maggiore consapevolezza, come dimostrano le iniziative del Cesforia e il corso appena concluso
e citt, e non solo tra Paesi, stiano condannando questo mare alla marginalit e al degrado. Ciascuna citt punta a catturare quote di traffico, ma in questo modo non si riesce a mettere in campo gli investimenti che sono poi necessari. Se tutti puntano a salvare il proprio tratto di costa e non si tiene conto che in un mare sono poi le decisioni degli altri che contano, e che saranno le correnti a decidere quello che accadr realmente, si perde solo tempo. Se le grandi petroliere continuano a lavare le proprie stive - anche se lo fanno in alto mare - bisogna sapere che tutto approder inevitabilmente sulle rive, spinto dalle correnti e dai venti. Si esce dallisolamento adriatico e si entra in gioco solo se si disposti ad investire nelle grandi infrastrutture che trasportano persone,
merci ed energie. Negare un approdo ad un gasdotto internazionale appare una decisione folle, impedire la costruzione di un rigassificatore non render affatto meno inquinate le nostre coste poich aumenter il traffico delle petroliere. Non possiamo certo pensare che il turismo non abbia alcun impatto sullambiente e che si possa vivere solo di questo e di agricoltura. Il corso di relazioni interadriatiche che luniversit di Bari organizza ogni anno - da sei anni, e che porta a Bari studenti e docenti della riva orientale dellAdriatico - mostra che anche sullaltra sponda le chiusure nazionalistiche sono minori rispetto al passato e che vi una maggiore disponibilit al confronto per discutere di ambiente e di sviluppo sostenibile. Indire riu-
nioni internazionali per dire dei no collettivi ai necessari processi di infrastrutturazione che sono necessari per uscire dalla marginalit mediterranea ed europea che caratterizza questo mare appare una scelta priva di senso, se lobiettivo della Puglia uno sviluppo verde e sostenibile. Bisogna essere capaci di salvaguardare questo nostro bellissimo mare ed essere capaci nello stesso tempo di immaginare un futuro diverso che consenta per esempio - ai nostri giovani di poter restare. Bisogna impegnarsi perch si arrivi a definire in Adriatico e in Europa una strategia di salvaguardia di questo bene comune, sapendo tuttavia che non si punta certo a creare un mar morto, un luogo per attivit marginali. Aprire una discussione internazionale con i nostri vicini per trovare delle strade condivise per uno sviluppo sostenibile dunque una scelta necessaria e obbligata.
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