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Storia della psicoanalisi La psicoanalisi come sovversione del sapere.

Freud non intende fare della psicoanalisi una Weltanschauung, ma vuole produrre un punto prospettico dal quale nessun sapere possa prescindere. Nella psichiatria classica loggetto di indagine lorgano sofferente o la funzione distorta. La finalit lintellegibilit del sintomo. Il sintomo la connessione necessaria tra causa organica ed effetto patologico. Il nesso ottenuto la sindrome. Lo psichiatra reifica il malato nel sintomo. Freud sostituisce allevidenza del sintomo la domanda del paziente. Nel momento in cui non pi larto malato che fa problema ma il soggetto che attraverso di esso si manifesta, la psicoanalisi si distacca dalla medicina. Al centro della sua costruzione concettuale vi linconscio, che in se stesso rimane inconoscibile. Ci dato di coglierlo solo nei suoi derivati (il sogno, il sintomo, il lapsus, il motto di spirito, il gioco) attraverso i quali possiamo risalire alle sorgenti, al desiderio inconscio che anima la nostra vita. La psicoanalisi una scienza delle tracce. Negando allo psichico ogni casualit, collega tutti i nostri atti in una catena associativa ferrea (determinismo inconscio). In Freud, della originaria appartenenza alla medicina rimangono soprattutto i privilegi attribuiti alla patologia (come possibilit di cogliere in forma abnorme ed evidente il funzionamento normale) e alla terapia (come campo sperimentale dal quale trarre gli interrogativi e verificare le ipotesi esplicative). La psicoanalisi riesce come terapia dellisteria. Come Freud definisce la psicoanalisi? Nel Dizionario di sessuologia, egli articola la definizione in tre distinti livelli: 1. un procedimento per lindagine dei processi psichici altrimenti inaccessibili alla conoscenza; 2. un metodo terapeutico per il trattamento dei disturbi nevrotici; 3. una serie di conoscenze psicologiche che convergono in una nuova disciplina scientifica (pg. 7). E possibile cogliere due cardini epistemologici: la psicoanalisi intesa in costante riferimento alla sua pratica; la psicoanalisi opera una rottura nei confronti della tradizione scientifica precedente. Per quanto riguarda i metodi, li ritroviamo nella magia, nella pratica della confessione e nella psichiatria. Per quanto riguarda i concetti, invece, li ritroviamo nel mito, nella tradizione filosofica, nella produzione artistica. E nuovo il punto di vista: la prospettiva dellinconscio. La psicoanalisi offre anche un codice di lettura delle produzioni culturali: conoscenze apprese nella terapia del sintomo individuale possono estendersi allindagine delle formazioni sociali (Psicologia delle masse e analisi dellio, 1910). Della psicoanalisi da mettere in rilievo la sua capacit di decostruzione, di mettere in moto alcune domande, di far scricchiolare elementari certezze, di apportare una maggiore consapevolezza della complessit degli scambi delluomo con luomo e delluomo col mondo. (pg. 8) Gli scambi interpersonali sono investiti da tensioni emotive che deformano costantemente la nostra intenzionalit. Leccessiva luminosit produce opacit. Occorre che la conoscenza riconosca le zone dombra, le commistioni che la ragione intrattiene con lirrazionale. CRISI UMANESIMO CLASSICO. Con la psicoanalisi vengono meno limmagine di mondo e le figure di uomo costruite intorno alla solidit del cogito nei confronti della storia della scienza. In effetti, i modelli teorici che organizzano visioni del mondo mutano, nel loro succedersi, il nostro modo di
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pensare e di pensarci. La conoscenza scientifica, smantellando false sicurezze, ha provocato vere e proprio ferite narcisistiche al simulacro ideale che luomo si era costruito di se stesso (Copernico, Darwin, Freud). Lio si inganna costantemente ritenendo che psichico sia identico a cosciente. Ricoeur definisce Freud, Nietzsche e Marx maestri del sospetto. Lintenzione comune quella di considerare la coscienza come falsa coscienza. In realt, accadono nella mente molte pi cose che la coscienza ne controlli o conosca. Con Aristotele e oltre la psicologia era tutta compresa allinterno dei sistemi filosofici. Il suo patrimonio di sapere, fondato sul senso comune, era inventariato e concluso. E riconosciuta la presenza dellinconscio ma collocato oltre il suo sapere (come il sesso e la morte). Per Cartesio levidenza dellesistenza poggia sulla trasparenze del pensiero a se stesso. Col 700 la possibilit di una psicologia filosofica si esaurisce a motivo delle critiche mosse dallempirismo inglese: la coscienza dellio semplicemente fenomenica. Leclisse dellio travolge lesistenza della psicologia che aveva riconosciuto nellunit della coscienza il suo oggetto. E la filosofia a decretare la fine della psicologia filosofica (empirismo). Sorge in area tedesca una psicologia sperimentale, che cerca di costruire un oggetto inscrivibile nellambito delle scienze della natura. Partendo da unit elementari (le soglie sensoriali), ci si propone di ricompattare quella coscienza unitaria che la critica filosofica aveva negato. Ma anche in questambito altamente e artificialmente protetto, la presenza di attivit mentali inintenzionali e di interferenze psichiche non misurabili, sussiste. Fechner, a tal proposito, utilizza lespressione laltra scena, utilizzata poi da Freud per definire linconscio. Freud assume gli scarti, i margini del discorso, le cadute di intenzionalit come oggetto di indagine privilegiato. SESSUALITA E PAROLA. Allepoca di Freud faceva scandalo parlare di sessualit e neppure di patologia sessuale. La perversione era oggetto di ricerca e di divulgazione. Non si accetta invece la sessualit umana come questione di pensiero, di fantasia, di parola. Il sesso pura funzione biologica. Ogni comportamento erotico che non fosse volto alla procreazione veniva tacciato di anormalit. Freud separa lenergia sessuale dal meccanismo generativo. La sessualit energia vitale e non oggetto opaco riducibile a parti del corpo anatomico. Dunque, il corpo pu parlare. Freud chiamer il sintomo isterico linguaggio dorgano. E qui importante il superamento del dualismo anima/corpo. Foucault cerca di descrivere il sistema con cui la sessualit viene socialmente amministrata. Avviene la trasformazione del sesso come pura condotta, reattivit animale, in sessualit, cio in un sistema di discorsi. (pg. 13) La sessualit funziona secondo un duplice rapporto di: esortazione: parlare a tempo debito, nel luogo opportuno, con persone competenti (sistema di posizioni e gioco di ruoli); interdizione: uno spazio di silenzio al di l dello spazio istituzionale; uno spazio di competenza dove spetta solo lespressione del sintomo. La societ civile affida alla famiglia un compito di riproduzione sociale che richiede una messa in ordine della sessualit Nella sfera del privato, la sessualit viene sequestrata dalla coppia coniugale e dalla funzione riproduttrice. Per la sessualit infantile vige una vera e propria repressione, una negazione allesistenza. Le sessualit sterili, pregenitali, non conoscono uno spazio legittimo. Cadono nella patologia e il discorso medico le fa oggetto del suo sapere e del suo potere. Attraverso la pratica della confessione, la sessualit si psicologizza. Diventa questione di parole, di silenzi, di pensieri ancor prima che di atti
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(discorso inquisitorio). Con la controriforma si mette in moto una modalit di interrogazione sistematica che verr ripresa al di fuori dal confessionale. Una volta estorta la confessione sessuale, la si inserisce in un campo di osservazione scientifica. Ci che i discorsi sulla sessualit non dicono il sesso inconscio, frammentario, errante, irriducibile a ogni norma e normalit. Listerica rappresenta il sesso non sessualizzato e non traducibile in discorso. Listeria, in quanto mima tutte le malattie, uno scacco per la scienza. Biografia di una scoperta. ROMANZO FAMILIARE DI FREUD. I ricordi subiscono elaborazioni nella forma del romanzo familiare nel tentativo di preservare limmagine narcisistica di s. Limpresa psicoanalitica appare come lestremo tentativo della ragione di annettere nel suo ambito anche gli elementi ad essa pi estranei. Nella psicoanalisi abbiamo una eco dello chassidismo, una forma di misticismo ebraico che si organizza intorno al sapere della cabala. Testo pi importante lo Zohar, lungo commentario dei brani della Torah. Da considerare che la cabala un sapere segreto. MONDO DI IERI. E una stagione (quella di Vienna tra XIX e XX secolo) pervasa da un senso di precariet e fine imminente. Stefan Zweig. Il mondo di ieri: il sistema era cos repressivo che ogni pensiero o attivit non dichiaratamente conforme allautorit tradizionale si traduceva in senso di colpa. (pg. 22) Lestetismo (alla Oscar Wilde) diviene un modo individuale per sottrarsi alle determinazioni sociali. Si costituisce un equilibrio precario caratterizzato dalla contrapposizione delle spinte contrarie che lo dilaniavano. Si tratta di una immobilit carica di tensione; attimi di sospensione che preludono alla tempesta. Otto Weininger Sesso e carattere (1902). Dice che lidea maschile il culmine della razionalit e della creativit. Lidea femminile costituita da un puro bisogno di gratificazione sessuale destinato a perenne insoddisfazione. Vengono riciclati temi di lunga durata nella tradizione occidentale: la concezione aristotelica, che attribuisce alla natura femminile leccesso del desiderio; lidea platonica dellopposizione tra anima razionale e anima concupiscibile; lantifemminismo della tradizione giudaica e della patristica. (pg. 23) FORMAZIONE CULTURALE DI FREUD. Von Brcke rappresentava a Vienna la scuola di von Helmhotz. Ci si proponeva di realizzare un netto distacco dalla scienza romantica. Si perseguiva la generalizzazione del metodo sperimentale e dei principi teorici della fisica. Freud fu suo allievo. Freud poi lavor nella clinica di Meynert. Qui avvicin per la prima volta pazienti psicotici. Il suo interesse era volto alle allucinazioni. Qui intravide il germe di quella che sar poi la teoria dellappagamento del desiderio. Da Brcke Freud acquis un metodo e un quadro teorico generle. Nel 1860 Fechner pubblic la sua prima opera di psicologia sperimentale. La psicologia moderna nasce da una rottura deliberata con la psicologia spiritualista e sotto lurgenza della teoria positivistica della scienza. La stessa teoria psicofisica di Fechner nasce dallesigenza di cogliere il filo che unisce il mondo fisico a quello spirituale e di esprimerlo con una legge matematica. Gi Herbart (met 600) aveva fissato la tre condizioni essenziali della psicologia scientifica: esperienza, metafisica, matematica.

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Un vasto spiegamento di procedure sperimentali era volto a determinare le soglie percettive: unit minime esprimibili in termini matematici, cumulabili e generalizzabili in un sistema di leggi capaci di fissare il funzionamento della vita psichica umana. Listeria, una patologia tipicamente femminile (Freud dimostrer che pu essere anche maschile) che la medicina classica attribuiva a malformazioni o disfunzioni uterine, aveva ottenuto dignit di fenomeno scientifico. Charcot ne ordin la caotica sintomatologia (fobie, contrazioni muscolari, paralisi temporanee, convulsioni e tremori) in precisi quadri nosografici. Egli aveva intuito lincidenza della sessualit e le possibilit terapeutiche della parola accanto alla tradizionale ipnoterapia. Tutto ci non si sediment in un quadro di sapere. Freud riconobbe inefficaci le terapie pi diffuse per la cura dei disturbi nervosi: idrologia ed elettroterapia. Anche lipnotismo parve inefficace perch i suoi effetti erano momentanei e sporadici. Freud continua a interrogarsi sul rapporto tra disturbo psichico e substrato organico, avendo notato che la paralisi isterica differisce da quella organica perch la sua distribuzione non rispetta le carte anatomiche ma risponde a un concetto psichico di corpo. E dunque possibile recuperare contenuti psichici che si credevano perduti. Ma quanto pi il suo interesse si allontana dalleziologia organica, tanto pi investe il campo della parola il rapporto che si stabilisce nel corso della terapia tra medico e paziente. Isteria: un paradigma di spiegazione scientifica. ISTERIA E LINGUAGGIO DEL SINTOMO. Breuer narr a Freud la terapia a cui stava sottoponendo una giovane paziente, Anna O. Da qui si fa discendere la psicoanalisi. La ragazza era stata colpita da una costellazione di sintomi isterici: paralisi rigida e insensibilit lato destro, deficienza della funzione visiva, difficolt del portamento del corpo, intensa tosse nervosa, incapacit di comprendere la lingua materna, stati di assenza, di confusione, di delirio, di anoressia e idrofobia (incapacit di bere). Tali sintomi erano sorti dopo che ella si era dedicata alle cure del padre, deceduto poi in seguito a malattia. Aveva sofferto in quel periodo di un acuto esaurimento, denominato da Breuer stato ipnoide. In analogia a tale stato ipnoide iniziale, egli suggeriva che fosse necessario riprodurre con lipnosi una situazione simile, in cui opera labreazione, la scarica emozionale con la quale il paziente si libera delleffetto connesso a un evento traumatica. Anna gli rifer in che situazione era sorto uno dei sintomi e, al termine della rievocazione fortemente emotiva, il sintomo scomparve. Breuer denomin questo metodo, metodo catartico. Breuer individua nel ricordo leziologia psicologica lunica via di risoluzione. E sembra aver colto anche il filo che riconduce alla causa: il discorso. Breuer abbandoner la terapia di Anna. Egli rifiuta ci che in realt ha determinato il blocco nella sua paziente: la sessualit. Egli, come Anna del resto, non accetta le proprie pulsioni erotiche e aggressive perch le ritiene incompatibili con limmagine idealizzata di s che la cultura richiede. E Breuer fugge di fronte allamore per la sua giovane paziente . Per Freud proprio la relazione affettiva ad essere parte essenziale del processo terapeutico. Laffettivit del rapporto terapeutico, che Freud chiam traslazione e che ora viene denominato tranfert, permette al nevrotico di abbandonare le proprie difese che aveva eretto intorno allavvenimento traumatico. Il sintomo ha raggiunto il suo primo scopo: quello di comunicare, simbolicamente, una impossibilit di espressione. Freud chiamer il sintomo discorso dorgano. Tale atteggiamento sorge in risposta a una domanda di cura proveniente da ceti altoborghesi. Lanalisi psichica catartica apparve opportuno nei confronti di pazienti colti che intendevano essere i protagonisti della propria cura. La loro
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sofferenza espressione di insofferenza, di disagio sociale. Anna era sottoposta a una duplice interdizione: in quanto sessualit e in quanto femminile. Ai suoi caratteri notturni e demoniaci si contrapponeva langelicit della donna, incastrata nella fissit dei suoi ruoli familiari: figlia, sorella, moglie e madre. La sessualit femminile incanalata nelle forme patologiche ma socialmente accettate del sintomo. Freud vede nel sintomo il bandolo terminale di una matassa da dipanare sino allaltro estremo, quello del trauma. In Psicoterapia dellisteria Freud afferma che molto si sar guadagnato trasformando la miseria isterica in infelicit comune. (pg. 34) FREUD E IL SUO ALTRO. Freud fu avversato. Con Breuer il rapporto del terapeuta col paziente manipolatorio: il medico, attraverso lipnosi, riattiva i processi psichici connessi agli stati morbosi sino a scaricarli attraverso lattivit cosciente. Freud rinuncia allipnosi ma continua ad attivare tale processo sollecitando il ricordo con una ingiunzione autoritaria. Il campo indagato quel del ricordo o meglio del suo fallimento. Le isteriche soffrono di ricordi. La paziente ricostruzione del passato evidenzia una zona dombra. Le isteriche hanno sofferto, nel corso della prima infanzia, di un trauma di natura sessuale (es. tentativi di seduzione da parte del padre). Al posto della causa c il trauma della seduzione. Nella teoria del trauma scorgere una prima intuizione del rapporto erotico che lega il genitore al figlio di sesso opposto (Edipo/Elettra). Tale teoria, costruendo un sistema esplicativo di causa/effetto tra avvenimento obiettivo e sintomi psichico, cade nellaporia di una radicale eterogeneit tra i due termini. Freud vede nel transfert la riedizione dei primi rapporti affettivi, il passaggio allatto delle tracce mnestiche connesse alle figure parentali. Freud si avvede ben presto che le sue pazienti, nel corso dellanalisi, avevano mentito, anche se la loro menzogna contiene pi verit di una narrazione obiettiva. Gli avvenimenti traumatici cui le isteriche fanno riferimento non sono necessariamente avvenuti, almeno nel senso degli avvenimenti fattuali. Essi sono stati per pensati, immaginati, vissuti sulla scena dello psichico producendo ivi i suoi effetti. Di conseguenza, traumatizzante non levento ma il ricordo dellevento. (pg. 38) La verit ci che non immediatamente evidente, ma che pu essere ricostruito a partire dalle sue manifestazioni sintomatiche. La regola fondamentale lasciare che il paziente segua liberamente il filo del discorso. Sussiste unapparente libert associativa. Ricordare, ripetere, elaborare il compito dellanalisi. LEdipo unesperienza della pratica analitica e viene formulato da Freud nella forma universale della tragedia classica. La struttura che organizza le relazioni primordiali del triangolo padre/madre/figlio viene strappata alla contingenza del vissuto individuale per assumere la necessit e limmutabilit delle forme categoriali. Il bambino si rivela preso da sempre nella trama dei rapporti familiari, elaborati dai suoi flussi affettivi, siano essi damore e dodio. Allanalisi, dunque, la manifestazione isterica si rivela una formazione di compromesso tra il desiderio di espressione e il desiderio di repressione. Teoria di Fliess. Le teorie di Fliess sulla periodicit dei fenomeni vitali (periodicit ricostruibile attraverso una combinatoria di numeri, in cui possibile intravedere una trasposizione del sapere cabalistico), miravano a una trascrizione della quantificazione matematica proposta dalla scuola di Helmholtz; una trascrizione nella forma mediata della numerologia.

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La pratica freudiana: nosografia e tecnica. TEORIA E TERAPIA: CONVERGENZE E DIVERGENZE. In Freud difficile distinguere il momento applicativo dalla elaborazione teorica. Il rapporto tra pratica analitica e il quadro teorico sottoposto a compattamenti. Alcuni scritti metodologici di Freud (Tecnica della psicoanalisi) sono stati scritti tra il 1911 e il 1914, mentre altri (Costruzioni in analisi; Analisi terminabile e interminabile) sono del 1937. Due contesti culturali diversi. Negli anni 30, la cultura europea appare dominata da uno sforzo di rifondazione categoriali (neokantismo, fenomenologia, Circolo di Vienna). Nei primi scritti tecnici restano alcune certezze di stampo positivistica, come la possibilit di ricostruire nella sua integrit la storia del soggetto, la fiducia che tutto il passato conservato nella memoria. La metafora assimila la psicoanalisi allarcheologia. Prevale una concezione ottimistica dellio. Successivamente, la ricostruzione della storia passata dal paziente cessa di essere la messa in ordine di eventi fattuali per divenire costruzione di una vicenda che si situa a met strada tra la realt della storia e quella della fantasia. Le resistenze alla cura si rivelano col procedere del lavoro analitico costruite della stessa delle pulsione a loro congiunte. Le metafore sono la spia del mutato quadro teorico: la psicoanalisi viene assimilata ora allanatomia. Freud, sin dagli anni 10, aveva distinto almeno sul piano operativo la cura della teoria. La pratica professionale garantita dal metodo. Si costituisce un corpus dottrinale riconosciuto che funzioni da canone allortodossia (la psicoanalisi si organizza in forme affini a quelle della istituzione ecclesiastica). Il sapere analitico si trasmette attraverso lanalisi propedeutica. La dissimetria fra terapeuta e paziente si ripropone in quella tra analista didatta e analista allievo. La pratica analitica, soffocata dai richiami allortodossia, tende a sclerotizzarsi in forme ripetitive (pg. 44) NOSOGRAFIA E DELIMITAZIONI DI COMPETENZE. Linizio della terapia analitica coincide con labbandono dellipnosi. E con ladozione della regola fondamentale (ognuno deve comunicare, senza sottoporre a critica, tutto ci che gli viene in mente) che la psicoanalisi costruisce il proprio oggetto. Partendo dalla definizione psichiatrica di nevrastenia (quadro sintomatico di affaticamento nervoso), Freud opera una prima grande distinzione: nevrosi attuali, con sintomatologia prevalentemente organica che deriverebbero da una disfunzione somatica della sessualit, e psiconevrosi, ove sarebbe determinante il conflitto psichico. Tra le nevrosi attuali, Freud isola la nevrosi di angoscia, caratterizzate da un nucleo di angoscia non riportabile a una causa specifica anche se suscettibile di legarsi, a posteriori, a qualsiasi motivazione. Langoscia, provocata da tensione sessuale, non di derivazione psichica. Leccitazione, non legandosi a rappresentazioni psichiche, rimane puramente corporea e si esprime in rossori, vertigini, brividi: sintomi che mimano lorgasmo mancato. Il sintomo, in quanto prende il posto di un atto mancato, un simbolo; cio, sta al posto di altro che non pu trovare espressione. Per Freud, nella pratica terapeutica nevrosi attuali si presentano contemporaneamente. Il grande tentativo quello di costruire una teoria ma tematizzabile, secondo i principi delle scienze naturali. Gi nel Progetto di una psicologia (con Fliess) emerge il tentativo di costruire una psicologia neurologica su base quantitativa (1895)
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Nello stesso periodo Freud abbozza una concezione generale delle nevrosi capaci di dar conto di importanti fenomeni emersi nel corso della terapia: difese, processi psichici che si presentano nel caso delle verbalizzazioni del paziente, come repentina interruzione di una catena associativa. Nellisteria, il processo di difesa, si converte in innervazioni somatiche. Nella nevrosi ossessiva esso rimane nella sfera psichica, aderendo per ad altre rappresentazioni che vengono a sostituire cos la rappresentazione rimossa. LA RIMOZIONE E IL DESIDERIO DI NON SAPERE. Dalla individuazione e descrizione dei fenomeni di resistenza (blocco associazioni libere, dimenticanze, distrazioni, oppositivit al terapeuta), Freud formul la teoria della rimozione. Lamnesia diviene un processo attiva dove una barriera energetica viene opposta alla libera circolazione del ricordo. In Meccanismo psichico della dimenticanza (1898), Freud afferma che gli isterici non sanno quello che non vogliono sapere. La rimozione non solo produce il vuoto dellamnesia, ma lo aumenta coi vividi colori di un altro ricordo che ha la funzione di copertura. E opportuno un lavoro di composizione e scomposizione. Ma perch, si chiede Freud, (Vie della terapia psicoanalitica, 1918) dobbiamo utilizzare proprio lanalisi, un metodo che procede per scomposizione dissezione? Perch i sintomi e le manifestazioni patologiche del paziente hanno un carattere fortemente composito: gli elementi di questa composizione sono i moti pulsionali. Il sintomo, in definitiva, non che un modo di espressione, simbolizzato, di un conflitto che non ha trovato altra via despressione. Il sintomo ha una funzione di soddisfacimento sostitutivo e il suo abbandono provoca una frustrazione. IL TRASFERT COME DIMENSIONE DELLO SCAMBIO ANALITICO. Se leliminazione dei sintomi attenuando la sofferenza, allontana dalla guarigione, tale sofferenza va ripristinata altrove sottoforma di privazione. Spesso il paziente investe le energie psichiche su soggetti sostitutivi, sottraendoli cos al conseguimento della guarigione. Il paziente cerca un sostituto gratificante. Freud cos ha elevato a principio lo stato di astinenza. Si tratta in pratica di sottrarsi alla richiesta che il paziente avanza nellambito della relazione da transfert: richiesta di amore, di aiuto, di consiglio, di approvazione. Freud qui affronta lo spinoso problema della neutralit della psicoanalisi. E una neutralit che non lo obbliga come uomo, ma solo come terapeuta che riconosce e accetta i limiti del proprio intervento senza abbandonarsi a fantasie di onnipotenza. Freud qui elabora un quadro nosografici nuovo: le nevrosi da transfert; una patologia provvisoria dalla quale il paziente pu essere liberato con la terapia analitica. Nel transfert il paziente trova presentificati (oggettivati) non solo le sue esperienze rimosse, ma anche i suoi desideri e fantasmi inconsci. Nello spazio di transfert, lanalizzato non solo rievoca, ma rivive il rimosso. Quanto pi un contenuto psichico si sottrae alla rievocazione, cio alla sua trascrizione in discorso, tanto pi soggetto a ricomparire come atto, come esperienza immediata, sospinto da una coazione a ripetere. Il terapeuta non estraneo alle vicende transferali. Tale coinvolgimento un ostacolo alla cura (Breuer e Anna O.). Dunque, anche il terapeuta si far paziente: per non cedere alle lusinghe e alle richiesto dellanalizzato (transfer positivo) n cogliere le sue provocazioni, i suoi tentativi di fuga o di capovolgimento del rapporto analitico (transfer negativo). La nevrosi da transfert ha carattere secondario, di riedizione della nevrosi infantile. Jung proporr una distinzione tra nevrosi da transfert e nevrosi narcisistiche (psicosi). Qui la nevrosi da transfert cessa di essere una nevrosi indotta per assumere il valore di una categoria.

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PRESCRIZIONI TERAPEUTICHE. Freud paragona lanalisi al gioco degli scacchi dove solo le mosse iniziali e quelle finali possono venire teorizzate. Il primo passo nellintraprendere la terapia analitica quello di accettare il paziente in via provvisoria. Sembra che la psicoanalisi sia inaccessibile ai poveri. Forse giustificata lasserzione secondo cui cade meno facilmente preda della nevrosi chi dalle necessit della vita costretto a un duro lavoro. Per coloro ai quali una sicura rendita permette di abbandonarsi ai tormenti della nevrosi e alle fatiche della terapia, Freud appronta quella situazione protetta e controllata che ora viene denominata setting. INTERPRETAZIONE. Lanalista, colto finora nella passivit dellascolto, ha un suo potere: comunicare al paziente il senso latente dei suoi atti: la parola, il silenzio, il sintomo, il gesto, latto mancato e il sogno. Interpretazione soprattutto costruzione di un senso che prende corpo nel lavoro analitico che compare in quello spazio di esperienza sfuggente allintenzionalit e al sapere. Linterpretazione uno dei nuclei organizzativi dellanalisi. Agli esordi della psicoanalisi, linterpretazione era rivolta a dar voce a delle esperienze vissute, conservate integralmente nellinconscio sottoforma di tracce mnestiche. Psicoanalisi qui intesa nel senso di anamnesi, ritrovamento e ricostruzione del passato. Ben diverso il procedere della costruzione (1937). Lanalista deve scoprire, costruire il materiale dimenticato a partire dalle tracce che di esso sono rimaste. Si tratta di ricercare le tracce, di un metodo poliziesco che evoca il personaggio di Sherlock Holmes che scopre lautore del delitto sulla base di indizi (tracce, orme, segni). Un altro riferimento va a Morelli, un critico darte contemporaneo a Freud, che propose un metodo per lattribuzione delle opere iconografiche distinguendo con sicurezza le imitazioni dalloriginale. Egli sottolineava limportanza caratteristica dei dettagli secondari, di particolari insignificanti come la conformazione delle unghie, dei lobi auricolari, dellaureola e di altri elementi che di solito passano inosservati. (pp. 53-55) In tutti e tre i casi, analista, poliziotto e critico darte, tracce magari infinitesimali consentono di cogliere una verit profonda. Queste tracce sono sintomi (analista), indizi (poliziotto), segni pittorici (arte). Le caratteristiche di queste discipline indiziarie sono: 1. essere basate sulla decifrazione dei segni; 2. avere per oggetto casi, situazioni e documenti individuali; 3. raggiungere una conoscenza implicante un margine ineliminabile di congettura. Quesiti (nel lavoro analitico; la pratica terapeutica) Come individuare parametri di riferimento sicuri tali da garantire al terapeuta di procedere sulla retta via? Qual il ruolo dellanalizzato nel decidere della correttezza o meno dellinterpretazione? (a livello epistemologico). Cosa garantisce la validit del sapere analitico? Freud risponde con due saggi: La negazione (1925); Costruzione dellanalisi (1937). Nel primo saggio, La negazione, prende in analisi il caso in cui il paziente rifiuti linterpretazione dellanalista. La negazione pu essere utilizzata per preservare lessenziale della rimozione, ammantandola di un riconoscimento intellettuale. Nel secondo saggio, Costruzioni dellanalisi, considera leventualit della piena accettazione dellinterpretazione. Lassenso pu servire per mascherare il conflitto con lanalista e mantenere
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celata una verit che non stata ancora scoperta. Siamo esterni ai parametri di vero e di falso del giudizio aristotelico. Ci che prevale lesercizio del sospetto. Freud pone convalide dirette come laumento della produttivit del paziente che, posto di fronte a una interpretazione o a una costruzione riuscita, dovrebbe reagire connettendovi sogni, ricordi, associazioni. Interpretazione e costruzione hanno inizialmente un valore ipotetico e solo alla fine, se si saranno rivelate compatibili con tutti gli altri apporti che non meno si aggiungono alledificio delle congetture, perderanno la loro provvisoriet. Freud opera uno scollamento tra verit (prodotto dellanalisi) e realt. Il risultato non il disvelarsi del gi noto, ma la costruzione di qualcosa: la costruzione di un nuovo rapporto conoscitivo con il reale. OLTRE LA TERAPIA. Limportanza della psicoanalisi come scienza dellinconscio oltrepassa di gran lunga la sua importanza terapeutica. E dal materiale dellanalisi (lapsus, sogno, sintomo) che il nuovo procedimento prende la via del largo affrontando per analogia sempre nuove produzioni psichiche come lopera darte, il mito, il teatro, la civilt, le guerre, la morte. La vita sintomo. INTERPRETAZIONE DEI SOGNI. Il negare alla normalit uno statuto diverso da quello della malattia, rintracciare nei comportamenti pi quotidiani e generalizzati come il sogno, le azioni marginali, le improvvise amnesie, i lapsus, rappresenta unimpresa scientifica notevole. Lombra della malattia sembra diffondersi su tutto lo spazio dellattivit umana e dei loro prodotti culturali e sociali. Lo sguardo analitico, reso acuto dal sospetto, si pone sui margini dellattivit consapevole, sui bordi del comportamento, sul balbettio pi che sulla parola. Freud, nel 1899, pubblica Linterpretazione dei sogni. Egli nasconde laspetto di novit del suo libro e lo iscrive in una tradizione forte che risale a Ippocrate, Aristotele, Artemidoro e che si tramandato anche attraverso la tradizione popolare, che da sempre ha attribuito al sogno un senso profondo e capacit divinatoria. Gi nel Progetto (con Fliess) abbiamo alcuni elementi della teoria del sogno. Per il ritiro dellattivit sensoriale, la scena del sogno diviene lunica realt, una realt allucinatoria. Il significato del sogno va ricercato nel desiderio che esso attua. La logica del sogno la mappa che indica la strada nellesplorazione dellinconscio. Il sogno non linconscio me ne una delle sue rappresentazioni pi fedele e generalizzata. La censura una funzione psichica che si frappone tra il sistema inconscio e quello preconscio/conscio della rimozione. Poich i desideri inconsci, urgendo verso la coscienza, mettono in pericolo il sonno, la censura interviene, tentando di accordare le due istanze. La censura, da una parte cerca di soddisfare i desideri inconsci nelle forme allucinatorie della realt onirica; dallaltra, di mantenerli mascherati in modo che risultino accettabili da quella parte conscia della psiche che non cessa mai una certa vigilanza. Il sogno dunque la realizzazione di un desiderio inconscio rimosso. Poich nulla nello sviluppo psichico superato una volta per tutte, i desideri infantili si ripresentano alle soglie della coscienza, sorprendendola nel momento di debolezza in cui il sogno allenta le sue difese. Ma le residue funzioni di censura sottopongono i contenuti latenti a una deformazione che li rende pi o meno irriconoscibili. Questi mascheramento il risultato del lavoro onirico. Quello che il paziente porta in analisi non il sogno, ma il ricordo di una esperienza onirica successivamente organizzata in un discorso. Un sovvertimento il quale far dire a Freud che nel sogno non esiste un segno di realt.
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La forma enigmatica del contenuto manifesto svanisce una volta che il lavoro di interpretazione, ripercorrendo a ritroso il lavoro onirico, disfacendo i suoi nessi, colmando le sue cancellazioni, riesce a ricostruire il contenuto latente. Nel sogno non tanto importante il materiale onirico, spesso mediato dalle esperienze della giornata (i resti diurni), quanto la sintassi secondo cui questo materiale si organizza. Tale sintassi sintetizzata dallo stesso Freud in quattro attivit: rifacimento visivo, condensazione, spostamento e ordinamento. In primo luogo i pensieri latenti vengono messi in scena (rifacimento visivo). Il materiale visualizzato viene poi condensato in modo che pi elementi si compattino in uno solo in base a relazioni di somiglianza, di comunanza, di concordanza, anche molto flebili (condensazione). Si ha poi un movimento di fuga che porta il contenuto rimosso, affettivamente pregnante, verso contenuti sempre pi neutri emotivamente (spostamento). E possibile infine ripercorrere a ritroso la trama del sogno, sino a giungere al punto di partenza, al contenuto latente (ordinamento). Limpresa garantita da dal principio di determinazione che regge la vita psichica. Nulla vi accade casualmente ma ogni manifestazione prodotta dal desiderio inconscio. I pensieri latenti consono diversi da quelli consapevoli. Sono della stessa natura. Essi sono necessari per passare la censura onirica. Nel processo di decostruzione, lanalisi si trova di fronte un testo pi o meno organizzato, la facciata del sogno. E una sorta di interpretazione provvisoria con cui il sognatore cerca di controllare lirruzione del materiale onirico pi inquietante. Le rappresentazioni oniriche subiscono, a livello stesso del sogno, una prima messa in ordine. Ogni sogno ha per lo meno un punto in cui esso insondabile, quasi un ombelico attraverso il quale esso congiunto allignoto. Il testo del sogno giunge gi sottoposto a due elaborazioni: una elaborazione primaria, simultanea al sognare, e una elaborazione secondaria, della sua trascrizione in racconto, ove il vissuto onirico si linearizza nelle forme logiche del discorso. Al termine del viaggio lungo i percorsi del sogno ritroviamo linfanzia con le sue esperienze costitutive. Non solo linfanzia del soggetto, quella che sta alle sorgenti del sogno; vi anche linfanzia dellumanit. Il sogno conduce a una dimensione culturale esterna allo psichismo individuale. Per questo il lavoro analitico si giova della interpretazione dei simboli, un materiale onirico sedimentato nella cultura. Vi sono simboli comuni a contesti culturali diversi: il re e la regina rappresentano sempre i genitori; le stanze le donne, le case la madre, le armi il sesso maschile, le scale latto sessuale. Il simbolismo onirico attraversa il sogno ma non un elemento esclusivo del sogno: sta nel mito, nel rito, nelle favole, nel folklore, nelle battute di spirito. Il ricorso alla traduzione nei simboli onirici conserva in Freud una funzione marginale. La via maestra costituita dalle libere associazioni, le sole che conducono lanalisi nel luogo dove le dimensioni della cultura e della storia si incarnano nella vicenda del soggetto. Lo sguardo psicoanalitico ha una capacit sua propria di cogliere le componenti sintomali dellesperienza che spazier dalla scena notturna del sogno, alla dimensione del quotidiana, investendo i gesti, le parole, i silenzi con la sua martellante interrogazione. PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA. In questo suo lavoro del 1901 egli tratta principalmente della memoria. I ricordi e le connessioni delle tracce mnestiche con le esperienze passate costituiscono lasse dellintervento psicoanalitico. Nel concreto del lavoro analitico sorge anche e soprattutto la necessit di spiegare il contrario della memoria: loblio. Perch certi elementi subiscono una cancellazione mentre altri si impongono con eccezionale intensit. Lamnesia non n marginale n casuale. Nulla, per, mai dimenticato una volta per tutte, ma assistiamo continuamente a tentativi di ritorno del rimosso, che operano una perturbazione delle attivit delle attivit correnti. Mentre nel nevrotico il rimosso investe e disturba le prestazioni psichiche pi importanti (alimentazione, sessualit, lavoro), nella persona considerata normale sono le attivit marginali
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quelle che subiscono pi frequentemente perturbazioni dellinconscio. Il lavoro dellinconscio lavora anche qui secondo la modalit compromissoria di esprimere celando, ove verit e menzogna si intrecciano indissolubilmente, lasciando trapelare effetti di rivelazione dellinconscio. Il materiale su cui lavora lanalisi sempre prodotto da una rimozione riuscita a met. Freud si imbatte anche in una produzione verbale particolare, caratteristica dellambiente ebraico, il Wiltz (motto di spirito). Da questa riflessione esce lopera Il motto di spirito e la sua relazione con linconscio (1905). Si tratta di unopera sottovalutata dallo stesso Freud, ma che si rivelata importante nel definire il rapporto tra psicoanalisi e creazione artistica. Gli autori di questi motti sono per lo pi figure obsolete come il sensale di matrimoni o il pitocco, grotteschi residui sociali cui tocca incarnare il contrasto tra la legge religiosa e il costume. In queste rapide battute, ove il non detto eccede sempre il detto, Freud scorge in atto lo stesso ritorno del rimosso individuato allorigine del sogno. La civilt esige che le nostre pi potenti passioni siano limitate e rimosse a favore di superiori esigenze comuni. Ma poich la rimozione totale impossibile, si lasciano degli spiragli attraverso i quali il rimosso incontenibile possa fluire, purch canalizzato in forme controllate. Il bambino psicoanalitico. IL PICCOLO PERVERSO. Come possibile che funzioni una eziologia sessuale in unepoca infantile caratterizzata dalla immaturit anatomica e funzionale? Freud ritratta la vecchia dottrina secondo cui allorigine delle nevrosi si trova un trauma reale e spiega che si tratti di avvenimenti sessuali della prima infanzia, dove determinante lelemento fantastico, successivamente allucinati come ricordi fattuali. Tradizionalmente la sessualit veniva associata alla facolt riproduttiva. Freud dimostra invece che essa anticipata da una sessualit infantile relativamente autonoma, sterile, finalizzata al piacere autoerotico. Freud intende dimostrare che ci che appare patologico nelladulto costituisce la normalit per il bambino. Gi alla nascita il piccolo dotato di una precisa organizzazione sessuale e di una energia sessuata. Le organizzazioni sessuali immature in parte evolvono spontaneamente in quelle successive in parte vengono rimosse. La sessualit infantile viene avvertita come il maggior ostacolo alla educabilit del bambino, al suo ingresso nella societ. Per quanto riguarda i residui di sessualit infantile, essi saranno organizzati sotto il primato della genialit. Ove questo non accada la sessualit si organizza in modi devianti. Nel caso che la sessualit infantile abbia resistito ai processi inibitori, si esprimer attraverso le perversioni, ove invece la rimozione sia stata eccessiva emerger sotto forma di nevrosi. La psicoanalisi legge il sintomo come lenigmatica trascrizione di impulsi ideativi ed affettivi rimossi da riportare, attraverso linterpretazione, alla coscienza. Per pulsione, dice Freud, si intende la rappresentanza psichica di una fonte di stimolo in continuo flusso, endosomatica, a differenza dello stimolo, che prodotto da eccitamenti isolati e provenienti dallesterno. Loggetto della pulsione quello mediante il quale la pulsione raggiunge il suo scopo; strettamente variabile e pu essere interno ed esterno al corpo. Bisogna prendere atto che esistono delle parti del corpo che si presentano, in un dato momento, con un alto indice di investimento energetico (eccitazione) Queste parti vengono dette zone erogene. Freud ha bisogno di un elemento intermedio tra la fonte e loggetto. E la libido, una definizione quantitativa, seppur non misurabile dellenergia psicofisica di natura sessuale.

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Ogni parte del corpo pu divenire zona erogena, anche se vi sono zone erogene predestinate (bocca, ano, uretra, genitali) caratterizzate da una trasformazione della pelle in mucosa, in un tessuto cio particolarmente sensibile. La sessualit gi presente nel neonato. In un primo tempo serve da sostegno a processi vitali, ma se ne distacca presto cercando il piacere per se stesso. Il piccolo, una volta sazio, ricerca il piacere della suzione per se stesso, mettendosi in bocca un dito o altri oggetti che presentificano loggetto primario della soddisfazione, il seno, che compare qui solo come fantasma. Quando il bambino succhia il proprio dito, ricerca un piacere autoerotico, in quanto il tramite verso la soddisfazione costituito dal proprio corpo. Inizialmente la libido si concentra intorno alla zona orale, a sostegno della vitale attivit di suzione. La libido orale organizza un primo rapporto affettivo con il mondo. Poi, attraverso un passaggio dettato tanto da una sollecitazione endogena quanto da un richiamo esterno, la libido si concentra intorno alla zona anale. Il bambino, che deve trattenere le feci per espellerle a tempo debito, utilizza ben presto questa funzione a fini erotici. Non solo perch la massa fecale sollecita la mucosa anale ma anche perch le feci, investite affettivamente, funzionano come un dono da offrire alla madre, stabilendo in tal modo nei suoi confronti un primo scambio amoroso. Si arriva, dunque, alla fase fallica. Un oggetto damore completo ed esterno al proprio corpo prende forma solo con il concentrarsi della libido in zone genitale, il pene per il maschietto e il clitoride per la bambina. In questa fase abbiamo una completa esperienza di amore, con le sue componenti di erotismo e di sessualit, del tutto prematura rispetto alla maturit organica dei bambini. Essa risulta inaccettabile dagli adulti che mettono in atto tutto un sistema di interdizioni e di divieti che provocher il suo inabissamento. Lorganizzazione fallica della libido (dopo quella orale e anale che permangono come strati soggiacenti) rappresenta il vertice delle vicende pulsionali dellinfanzia. Il desiderio di conoscere del bambino urge sulla sessualit. Il bambino vi sperimenta le sue capacit di conoscere, di organizzare, di immaginare il mondo, al di fuori almeno una volta della invadente normativit degli educatori. La teorie infantili sulla nascita si possono cos sintetizzare: 1. sia i bambini che le bambine pensano che entrambi i sessi siano dotati di pene; 2. il neonato analogo a una massa fecale e pu essere generato da entrambi i sessi; 3. il rapporto sessuale uno scambio di bambino oppure unaggressione del padre nei confronti della madre. IL COMPLESSO DI EDIPO Verso il terzo anno di et sorge un rapporto di fiducia e una corrente di tenerezza con la madre. Questa a sua volta tende a considerare suo figlio come il suo oggetto privilegiato. Qui il padre viene vissuto come lostacolo che impedisce alla diade madre/figlio di chiudersi nellautosufficienza e, come tale, diviene oggetto di odio. Nel caso del presidente Schreber (1910), Freud afferma un famoso caso di paranoia, riportandolo a un distorto rapporto col padre. I vissuti che il paranoico si impedisce di sentire dentro s si ripresentano dal di fuori, come avvenimenti reali,alimentando il suo delirio di persecuzione. Il padre Schreber, un celebre medico e pedagogista, si presenta al figlio come la legge, il tutto e non gli lascia spazio alcuno per la costruzione di una sua storia, di una sua soggettivit, per la quale necessario che la figura paterna dellimmaginario infantile muoia per far posto alla dimensione simbolica della legge. Nel caso del piccolo Hans si tratta della vicenda di una terapia infantile che porta, per la prima volta, sulla scena scientifica, il parlottio sconnesso, lerranza del desiderio, loriginale concezione del mondo di un bambino di cinque anni. Hans affetto da una fobia per i cavalli che gli impedisce di uscire di casa. Attraverso lanalisi, il suo sintomo si riveler uno spostamento dellaggressivit, e di riflesso della paura, dalla figura del padre a quella affettivamente pi neutrale del cavallo. Lamore per il genitore del sesso opposto e la rivalit nei confronti di quello del proprio sesso solo lEdipo semplice, accanto al quale Freud porr anche la forma inversa (amore per il genitore dello
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stesso sesso e rivalit per quello del sesso opposto). Freud non ha mai dato una esposizione sistematica di quello che chiamer complesso di Edipo, una costellazione di elementi cognitivi ed affettivi che si struttura secondo lo schema drammatizzato nellEdipo di Sofocle. La tragedia mette in scena, congiuntamente, lesaudimento del desiderio (sposare la madre e uccidere il padre) con la sua interdizione (cecit e morte). Gli effetti che generano negli spettatori sembrano a Freud la prova che la tragedia di Edipo coinvolge ciascuno di noi. Se non nella realt, almeno nella immaginazione, ogni bambino ha sognato di uccidere il padre e di prenderne il posto accanto alla madre. Lintimit della coppia parentale presente nellinconscio nella forma archetipa della scena primaria. Questa diviene, nel caso clinico dellUomo dei lupi (1914), un fondamentale luogo teorico. Ricostruendo, attraverso i ricordi di un adulto, lesperienza (reale o immaginaria?) di un bambino che assiste al rapporto sessuale dei genitori, Freud delinea gli assi portanti dello spazio psicoanalitico ove convergono strutture categoriali a priori con elementi fenomenici e successive elaborazioni mnestiche (pg. 77). Ci che nella tragedia di Edipo rappresentato come tentativo di uccisione da parte del padre (labbandono del neonato) viene vissuto, nella esperienza di ogni bambino, nella forma della paura della castrazione. Ma perch si chiede alla fine Freud tutto questa vicenda termina con la rimozione? La risposta data dalla impossibilit intrinseca di qualsiasi soluzione: nel suo ambito non vi sono che sconfitte e frustrazioni. Il complesso di Edipo svanisce perch la sua stagione finita e perch, nel conflitto tra interesse narcisistico (il timore di soggiacere a alla castrazione) ed investimenti libidici sugli oggetti parentali, prevale il primo. Di fronte allimpari contesa con il rivale adulto, il bambino compie quello che sar un meccanismo di reazione generalizzato: si identifica con laggressore, lo introietta, lo assimila. Lautorit paterna e parentale, fatta propria, costituisce il nucleo del Super io. Nella comunit umana il nuovo nato, divenuto bambino civile, viene desessualizzato nello stacco degli oggetti del desiderio, neutralizzato secondo quel processo di sublimazione, che permette alla pulsione di cambiare di oggetto e di meta senza perdere potenziale energetico. Il tramonto del complesso edipico coincide con linizio del periodo di latenza. Esso va dal termine dellinfanzia sino alla pubert (dai sei ai dieci anni) e costituisce una parentesi di bonaccia tra due tempeste emotive. Il padre, il quale ha deluso lonnipotenza che il figlio un tempo gli attribuiva, non sembra pi abbastanza prestigioso per giustificare un completo investimento oggettivo. UN MASCHIO MANCATO Freud postula una originaria bisessualit psichica di tutti gli esseri umani, ma oggetto privilegiato della sua osservazione il bambino maschio. Nei Tre saggi la bambina considerata un maschietto in tutto e per tutto sino alla fase fallica. Condividerebbe con il bambino una sessualit orale, anale e, inizialmente, anche fallica. Il bambino vede, nel corpo della coetanea, la conferma dei propri timori di castrazione, mentre la bambina sperimenta con vergogna un senso di inferiorit organica. Mentre il bambino indotto, dal timore di perdere la propria integrit anatomica, ad uscire dallEdipo, ad abbandonare la contesa con il padre, di contro, entra nellEdipo proprio nel momento in cui si riconosce biologicamente deprivata. Nella bambina si assiste a un mutamento di oggetto (dalla madre al padre) e si accompagna un cambiamento di zona erogena; la libido trasmigra dal clitoride alla vagina, trasformandosi da attiva in passiva, ricettiva. Contemporaneamente le pulsioni aggressive verranno distolte delloggetto e introiettate su di s , dando origine alla disposizione masochistica femminile, indispensabile alle vicende riproduttive del coito, della gestazione, del parto, dellallattamento. La donna materna, cos costituita, trover nel figlio la completezza agognata, lappagamento ultimo del suo desiderio.
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Allesterno di questo microcongegno vi per la donna solo la mascolinit e la nevrosi. Freud, in realt, fa della posizione femminile il limite dellimpresa psicoanalitica. TEORIE FEMMINILI SULLA FEMMINILITA Freud aveva individuato nel rapporto madre/figlia precedente la triangolazione edipica il luogo determinante della femminilit. Secondo Freud, inoltre, il transfert che si stabilisce con una analista donna tende ad attualizzare il legame materno ed particolarmente idoneo ad esplorare le fasi preedipiche dello sviluppo. Due psicoanaliste, Janine Lampl-de-Groot e Ruth McBrunswick, approfondirono il rapporto madre/figlia, inserendo il complesso di castrazione femminile nellambito dellelaborazione dellEdipo negativo. Helene Deutsch fa propria la teoria freudiana del masochismo femminile sviluppandola in senso naturalistico. La psicologia della donna un derivato della sua costituzione anatomica e della sua fisiologia. I fattori sociali sono sempre subordinati a quelli costituzionali. Karen Horney non accetter mai la dichiarazione di Freud secondo cui lanatomia un destino e vi contrapporr un modello esplicativo alternativo, in cui non le pulsioni, ma i condizionamenti sociali e culturali giocano un ruolo determinante. Richiamandosi alla posizione di Georg Simmel, secondo cui la nostra civilt una civilt maschile, la Horney denuncia lottica di parte con cui stato costruito il modello psicoanalitico di femminilit. Linvidia del pene si rivela la conseguenza della situazione di inferiorit della donna, indotta da tutto il contesto ambientale. La Horney propone che la psicoanalisi esca dalla sfera del privato, confrontandosi criticamente con la sociologia e lantropologia. Ernest Jones not che le osservazioni degli analisti uomini sulla sessualit femminile sono viziate da uno sorta di fallocentrismo. Vide poi nel timore di castrazione il simbolo di una paura pi grande e universale, che egli denomin aphanisi, la perdita di ogni possibile piacere sessuale. Anche Marie Bonaparte pone laccento sulle radici biologiche della specificit femminile. La donna si trova in una situazione di svantaggio rispetto alluomo perch possiede un minor patrimonio libidico. La frigidit femminile anche provocata dalla cultura patriarcale che reprime con particolare accanimento la sessualit femminile. Una teoria dello sviluppo femminile autonoma viene proposta da Melanie Klein. Lou Andreas Salom elabora il tema dellessenza femminile. Ella teorizza unesperienza complessiva che chiama femminile, senza ancorarla ad alcuna specificit biologica, caratterizzata dalla felicit di un erotismo che basta a se stesso, di un narcisismo che si appaga dellautocontemplazione. Luce Irigaray ha segnato un punto di non ritorno. Ella denuncia limpossibilit del pensiero occidentale di pensare il diverso. Poich il nostro pensiero poggia sul predominio dellUno rispetto al molteplice, sul principio di non contraddizione, sullidentit, ci riesce impossibile teorizzare a un tempo un sesso e laltro, se non nella forma della specularit negativa, della sottrazione, della mancanza. Riprendendo i temi di Totem e tab, la Irigaray sostiene che, allorigine della civilt, ci fu un assassinio pi arcaico del parricidio, quello della donna/madre. Esso costitu latto inaugurale della societ maschile, fondata sulla negazione del femminile. Il disagio della civilt UOMO ANIMALE INFELICE. Il modello freudiano conduce allobsolescenza un modello esplicativo secondo cui la sessualit composta da un insieme di comportamenti istintuali finalizzati alla riproduzione. La psicoanalisi incontra nella sessualit una storia, tracce di vicende remote, un sistema di rapporti interpersonali. La sessualit umana si svolge tra la pluralit delle fonti, lintercambiabilit degli oggetti e la labilit del fine. Per il fatto di non essere una ma un coagulo di pulsioni parziali contraddittorie, la meta della soddisfazione le preclusa in se stessa. Freud non risolve mai il dramma della insoddisfazione in una piatta contrapposizione tra istinto e societ, tra natura e cultura; egli ne vede piuttosto la commistione. Nessuna conquista delluomo sarebbe possibile senza una
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costante sottrazione di energie sessuali che, attraversi i processi della rimozione e della sublimazione, vengono posti al servizio di mete collettive. Come possibile pensare a una separazione tra sessualit e civilt, visto che le pulsioni si costituiscono e si combinano nel corso di una storia allinterno di una struttura, lEdipo, che un tuttuno con esse? In Totem e tab (1912/13) , Freud opera un serrato confronto fra la struttura psichica individuale (lEdipo), nella sua formulazione di base (divieto di amare la madre e odiare il padre) e le strutture sociali nucleari che lantropologia evoluzionistica di fine 800 aveva messo in luce nello studio delle popolazioni primitive: il totem e il tab. Il totem, rappresentato per lo pi da un animale, fonda lappartenenza alla medesima trib, simbolizzando lidentit sociale. Allinterno del gruppo totemico vi sono due tab (due divieti sacri): Non uccidere lanimale totem e non avere rapporti sessuali con i membri dello stesso totem. Freud interpreta lanimale totemico come una simbolizzazione del padre e traduce il tab come linterdizione edipica, estesa qui ad unarea sociale molto pi vasta di quella strettamente familiare. Freud si interroga anche sullorigine dellorrore per lincesto. Egli utilizza il modello interpretativo e i presupposti metodologici dellantropologia del suo tempo. La sua descrizione va pi ascritta nellambito del mito (un mito borghese) che a quello della scienza. Luomo primitivo sarebbe vissuto in piccole comunit (orde) in cui un solo maschio adulto possiede tutte le femmine, scacciando i figli rivali. E la prima applicazione della regola esogamica. E questa solo una ipotesi, in quanto ci che si situa prima dei tempi storici pu essere solo inferito in termini di necessit logica che cronologica. (pg. 91). Un giorno i fratelli cacciati si riunirono, abbatterono il padre e lo divorarono, ponendo cos allorda paterna. Il pasto totemico, la prima festa dellumanit, celebra limmedesimazione dei figlio col padre e stabilisce il primo legame tra i figli parricidi, accomunati dalla colpa e dal rimorso. Per evitare che un crimine cos non avvenga pi, un sistema di divieti regola i rapporti sociali. Ma poich il desiderio incestuoso si ripresenta, la vicenda si ripete attualizzata nella societ attraverso i miti e, nella storia individuale, attraverso lelaborazione dellimmaginario edipico. Da qui il parallelismo tra la gestualit ripetitiva e coatta dellossessivo e il cerimoniale religioso; luno e laltro volti a controllare il sentimento di colpevolezza. Per Freud la religione stessa pu essere fatta risalire a queste primordiali vicende. Da qui anche la idealizzazione della figura paterna che viene socialmente rievocata nelle figure della divinit e della regalit. In Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte (1915), Freud nota che il comportamento della societ moderna analogo a quello dei popoli primitivi. Lazione vietata ai singoli diviene lecita e si fa opera collettiva. Nellinconscio permane, nonostante ogni imposizione etica, unaggressivit mortale della quale cogliamo soprattutto le conseguenze in termini di senso di colpa. Freud sembra prospettare una antropologia, limmagine di un uomo che si accontenta di vivere nella dimensione finita della sua condizione, senza abbandonarsi allallucinazione dellesaudimento del desiderio rappresentata dalle promesse della religione. Con il saggio Lavvenire di una illusione (1927), Freud tenta limpresa di smantellare la necessit della religione che gli appare essenzialmente come un narcotico. Per Freud comunque non vi sono dubbi: il fine delluomo la felicit, intesa sia come assenza del dolore che come fruizione del piacere. Sin dalla nascita luomo programmato a tale scopo che tuttavia si rivela impossibile. Per provare piacere necessario che prima ci sia stata deprivazione e lintensit del godimento direttamente proporzionale a quella della sofferenza provocata dal bisogno. Linfelicit si dimostra una componente essenziale della felicit ed entrambe appaiono inserite in un complesso sistema di scambi tra lindividuo, la natura e la societ. Tre pericoli minacciano la vita delluomo: il deperimento organico, le forze distruttive della natura, le relazioni con gli altri uomini, dalle quali provengono le maggiori cause di sofferenza. Nel Disagio della civilt (1930), Freud sottolinea come egli abbia cercato di tenersi lontano dal pregiudizio entusiastico secondo cui la nostra civilt sarebbe la cosa pi preziosa che possediamo o
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che potremmo acquisire. Freud utilizza il termine Kultur, Freud intende linsieme delle norme e delle istituzioni dirette a regolare la distribuzione dei beni e linsieme delle tecniche dirette a procurare i beni essenziali alla sopravvivenza della societ. Con il patto sociale luomo rinuncia alla felicit in cambio della sicurezza. La societ si configura come il campo di battaglie di forze contrapposte che Freud denomina, utilizzando il dualismo platonico, Eros e Thanatos; amore e morte. UNA CONFLITTUALITA INSANABILE. In Al di l del principio di piacere (1920), Freud aveva applicato la nozione di pulsione, ipotizzando accanto alle pulsioni sessuali, una antagonista pulsione di morte. In Psicologia delle masse e analisi dellIo (1920), Freud ricerca le motivazioni che spingono gli individui, una volta aggregati collettivamente, a comportarsi in modo diverso da quanto farebbero isolatamente. Motivazioni che sono da ricercarsi in una dimensione non sociologica ma psicologica. Si tratta di rapporti amorosi sublimati che uniscono lindividuo alla massa e la massa al suo capo. Da ricordare che, nel bambino, in un primo momento, la rinuncia pulsionale era provocata dal timore dei castighi ma, progressivamente, per laccumulo di forze aggressive, viene gestita da unistanza interna, da una coscienza morale astratta, il Super-io. Paradossalmente, le rinunce pulsionali, anzich ridurle aumentano le pretese del Super-io che si fa sempre pi tirannico ed esigente. A Freud sembra necessario, quanto doloroso, ammettere che se, in parte, laggressivit prodotta dalla societ stessa, dalle frustrazioni che essa provoca con le sue esose richieste; dallaltra, si rivela una dotazione originaria delluomo, un suo bagaglio costituzionale, a pari titolo delle energie sessuali vere e proprie. Essere uomini civili significa allora rinunciare a una gestione libera, spontanea e felice della sessualit e dellaggressivit. Se, a livello cosciente, la rinuncia pulsionale viene mascherata da tutta una serie di razionalizzazioni, nellinconscio essa permane come una protesta disperata il cui urlo imbavagliato soffocato. Si riveler allora sottoforma di malessere diffuso, sottile ma ineliminabile che si chiama disagio della civilt. In un certo senso, il processo di incivilimento della specie umana e leducazione dellindividuo procedono parallelamente. Corrispondono alla medesima necessit (Ananke) di vivere in comunit. Contro langoscia ineliminabile, prodotta dalla impossibilit delluomo di vivere isolato e dalla sua costitutiva insofferenza alla vita di gruppo, sono stati individuati diversi rimedi. Abbiamo il ricorso alle droghe, ma sottrae energie vitali. Ma si pu anche abbandonare il prioritario principio del voglio tutto e subito, che si dimostrato fonte di continue frustrazioni, e scegliere investimenti a lungo termine ma pi sicuri secondo ci che Freud chiama principio di realt. Questo principio opera in due sensi: nella modificazione del mondo esterno e nella elaborazione delleconomia psichica interna. Alcuni operano uno spostamento delle energie lipidiche dagli oggetti e dalle mete specifiche a fini diversi come larte e la cultura. Altri ancora, si pensi alla significativa figura delleremita, negano e fuggono il mondo oppure ne allucinano uno diverso come accade con lillusione religiosa. La stessa ricerca del bello rappresenta un tentativo in consolatorio. La soluzione pi generalizzabile consiste nellamore del prossimo. Da esser deriviamo alcune delle gioie pi grandi della vita ma nulla ci garantisce dalla sua permanenza in quanto loggetto damore sempre minacciato di perdita. Non resta allora che moltiplicare gli oggetti damore. Il comandamento Ama il prossimo tuo come te stesso rappresenta appunto questo tentativo di diffusione universale dellamore che appare per incompatibile con le esigenze psicologiche della relazione erotica in cui essenziale la scelta e la sopravvalutazione dellamato. Quello che Freud definisce come il processo inflattivo dellamore, gli appare allora come tentativo di celare le componenti aggressive che accompagnano qualsiasi relazione tra gli uomini. La religione pregiudica il gioco individuale di scelte e adattamenti, imponendo a tutti ununica via per il raggiungimento della felicit, forte di una promessa che per non in grado di mantenere.
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Via via che la psicoanalisi amplia il suo punto di vista sino ad inglobare la dimensione sociale oltre a quella individuale, muta la sua immagine delluomo. La primitiva formulazione del modello psichico intorno al paradigma dellisteria appare insufficiente. In Freud, concludendo, permane la consapevolezza del disagio, della crisi, dellinconciliabilit degli opposti come la condizione nella quale si inscrive la storia del paziente, colta nelle sue coordinate storico sociali e nellirripetibilit delle vicende personali. La metapsicologia Con metapsicologia Freud intese indicare la dimensione teorica della psicoanalisi. Essa intende infatti fornire un modello concettuale delle dinamiche psichiche che si colloca al di l dellesperienza empirica. Pi volte Freud ha avvertito il pericolo che una teorizzazione prematura producesse un irrigidimento del pensiero a scapito della esperienza analitica. Nello stesso tempo avverte per la necessit di fissare il sapere raggiunto in un corpus che ne garantisca la conservazione, la cumulazione, la trasmissione, il confronto. Mentre nel prematuro Progetto vi lambizione di costituire una scienza unificata del corpo e della mente, nella pi tarda Metapsicologia la psicoanalisi si presenta come un discorso parziale, ma che si ritagliato un suo oggetto: lo psichico. Nel corpus freudiano manca quindi una compiuta e definitiva sistemazione teorica. Elementi di teoria sono per presenti in tutti gli scritti. La pulsione, ai confini tra il somatico e lo psichico, occupa nel sistema freudiano una posizione analogica a quelle delle soglie sensoriali della neurofisiologia: un concetto limite. La pulsione si differenzia dagli stimoli esterni perch proviene dallinterno dellorganismo. La pulsione, non elusa, determina uno stato di eccitazione, avvertito come sofferenza, che richiama lintervento del sistema nervoso. Va premesso che il modello esplicativo freudiano presume un postulato, il principio di costanza, secondo cui il sistema nervoso pu essere inteso come un apparato cui conferita la funzione di eliminare gli stimoli che gli pervengono o di ridurli al minimo livello. Nellanalisi della pulsione, Freud distingue tre elementi fondamentali: la fonte, loggetto, la meta. La fonte la zona dellorganismo dove compare leccitazione. La meta della pulsione la soddisfazione. Loggetto della pulsione il tramite attraverso cui si ricerca il soddisfacimento. Si tratta prima di un oggetto parziale come il seno e solo poi di un oggetto totale come il partner sessuale. Un altro termine fondamentale quello di libido. La libido una quantit finita (anche se non misurabile) di energia fisiopsichica. La natura della libido esclusivamente sessuale anche se, successivamente, pu subire processi di neutralizzazione (ad es. sublimazione). Linconscio, secondo Freud, non una voragine inerte: qualcosa di vivo. Noi non ne cogliamo mai il nucleo generativo ma solo le propaggini ultime, i suoi derivati. Freud, in funzione metapsicologica, qui cerca di considerare il funzionamento formale dellapparato psichico che si articola in tre coordinate: dinamica, economica e topica. Coordinata dinamica. Dal punto di vista dinamico, tutti i processi psichici sono ricondotti a un gioco di forze che si muovono e inibiscono a vicenda, sotto il dominio di tre polarit: mondo interno/mondo esterno; piacere/dispiacere; attivo/passivo. La pietra angolare delledificio psicoanalitico costituita dalla rimozione, loperazione con cui il soggetto mantiene inconsci o respinge rappresentanti pulsionali, per lo pi di natura sessuale, che ritiene inaccettabili. Esiste una rimozione primaria, di nuclei ideativi che non sono mai giunti a livello della coscienza. Tutte le rimozioni successive richiedono, oltre a uno spiegamento di energie contropulsionali attuali, lintervento del rimosso originario che provoca un
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campo di attrazione. Anche la rimozione retta dal principio di piacere. Vi , almeno nel momento in cui scatta, lintenzione di evitare gli svantaggi della manifestazione pulsionale. Analogamente alla censura in atto nei regimi totalitari,sussiste una barriera censoria che separa linconscio dal conscio e opera cancellazioni e deformazioni cos estese che solo un paziente lavoro di analisi pu giungere a ristabilire un senso. Listanza che sovrintende lattivit censoria lIo che comunque si oppone alla pulsione. Arbitro delegato a conservare e ristabilire lequilibrio perturbato lIo. Prototipo delle difese messe in atto dallIo la rimozione. Il rimosso comunque preme per riaffiorare alla coscienza. Noi conosciamo solo gli scacchi della rimozione; la rimozione perfettamente riuscita non lascia tracce. E il sintomo che funziona da spia, che rivela lesistenza di un conflitto tra forze pulsionali e contropulsionali. Coordinata economica. Le rappresentazioni psichiche delle pulsioni hanno un investimento energetico e lapparato psichico tende a mantenere il pi basso possibile lammontare totale degli eccitamenti. Nellinconscio la carica energetica trascorre da una rappresentazione allaltra lungo catene associative talvolta molto lasse (energia libera). Nella coscienza invece ogni carica tende a rimanere coesa alla rappresentazione conveniente (energia legata). Nellinconscio, dunque, le cariche affettive fluiscono senza inciampi da una rappresentazione allaltra tramite spostamenti e condensazioni. Il loro movimento (processo primario) retto dal principio del piacere; tendono a investire le tracce mnestiche inerenti a esperienze di precoci soddisfazioni. Effetti di questi investimenti sono le allucinazioni primitive. Possiamo presupporre che, nel neonato, lo stato psichico di quiete venga in origine turbato dallinsorgere di pulsioni interne. Lapparato psichico reagisce investendo affettivamente le tracce mnestiche di soddisfacimento, allucinando dunque lo stato di benessere desiderato. In un secondo tempo, la mancanza di un attivo appagamento del bisogno obbliga lapparato psichico a rappresentarsi non gi le condizioni proprie, ma quelle del mondo esterno e a modificare la realt frustrante. Si instaura un nuovo principio: non ci che piacevole viene rappresentato, ma ci che reale (anche se spiacevole). Mentre il principio di piacere vuole tutto e subito, il principio di realt in grado di differire il soddisfacimento del bisogno. Non vi tra i due principi totale contrapposizione, in quanto il principio di realt si prende in carico e gestisce le esigenze del principio di piacere. In definitiva, mentre il sistema primario tende, sotto il principio di piacere, alla scarica motoria (gesto, mimica, locomozione), il sistema secondario, retto dal principio di realt, predilige lazione. Coordinata topica. Essenziale nella metapsicologia freudiana la prospettiva topica. Per Freud spiegare significa far vedere, mostrare. Pertanto la sua costruzione di due modelli topologici dellapparato psichico non va intesa come una localizzazione anatomica ma come una metafora per oggettivare diversi processi psichici. PRIMA TOPICA E LUOGHI DELLA MENTE. Nella prima topica la distinzione fondamentale tra Inconscio, Preconscio e Conscio. LInconscio caratterizzato dallassenza di reciproca contraddizione. E atemporale. Sostituisce la realt esterna con la realt psichica. In s i processi psichici inconsci sono inconoscibili e addirittura inesistenti. Ma sono ricostruibili attraverso i loro derivati (sogni e sintomi). Il nucleo dellInconscio costituito da precoci esperienze infantili, vissuti sottoposti a una duplice rimozione: rimozione originaria (pi un presupposto logico che un dato sperimentale) e rimozione secondaria che conclude la prima infanzia e inaugura, al termine delle vicende edipiche, il periodo di latenza. NellInconscio le tracce mnestiche sono prevalentemente di cose, cio di percezioni visive, mentre nelle altre topiche, prevalgono le percezioni di parole, cio di tracce mnestiche auditive. Il Preconscio non possiede la qualit della coscienza, tuttavia si distingue dallinconscio perch la sua energia non fluida ma legata. La rappresentazione preconscia fatta di parole s che sembra provenire dal di fuori anzich, come i rappresentanti pulsionali, dallinterno. I suoi contenuti sono caratterizzati da pensieri latenti, da ricordi suscettibili di essere attualizzati. Il Conscio, detto anche Percezione/coscienza, situato alla periferia dellapparato psichico e riceve informazioni sia dal mondo esterno che da quello interno (sensazioni di dispiacere/piacere e reviviscenze mnestiche). Freud parla di stati di coscienza come di
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un susseguirsi di quadri fluttuanti, momentanei. SECONDA TOPICA E FIGURE DELLINCONSCIO. Nella seconda topica la distinzione fondamentale tra Es, Io e Super-Io. Con il termine tedesco di Es, Freud intende indicare quanto nel nostro esservi di estraneo allIo e di impersonale. Suo contenuto tutto ci che ereditato, presente sin dalla nascita. La pi importante caratteristica dellEs la sua impersonalit. E una dimensione psichica che travalica il perimetro dellesperienza individuale e che si contrappone alla coscienza dellanima individuale, elaborata dal pensiero cristiano, dove lestensione della forma tende a coincidere con quella della materia. NellEs non troviamo negazione, n categorie spazio temporali, ma formazioni di compromesso che ci avvertono dellinesistenza di contenuti psichici puramente istintuali, astorici, naturali. Accade che impressioni accadute in un passato remoto permangono cristallizzate nellEs con la immediatezza del presente. Comunque lEs definibile soprattutto in una prospettiva economica: investimenti pulsionali che esigono una scarica. LIo rappresenta listanza pi complessa e contraddittoria dellintera metapsicologia freudiana. LIo compare sin nei primi Studi sullisteria (1892-95). E vi appare come una istanza difensiva, incaricata di vagliare le rappresentazioni psichiche provenienti dallinconscio e di allontanarle, qualora si dimostrino incompatibili con le rappresentazioni dominanti. Ma come possibile che unistanza, prevalentemente conscia, presiede a un processo, di difesa, per definizione inconscio. Nel Progetto (1895), lIo si accresce di attivit positive come lesame di realt, la percezione, la memoria, il pensiero, lattenzione. LIo viene identificato con la parte conscia dello psichico e descritto in termini di processo secondario e di energia legata. Solo nel 1911, elaborando una teoria delle pulsioni, Freud mette appunto un modello esplicativo dellIo. Qui lIo compare appunto in una dicotomia: quella tra pulsioni di autoconservazione e pulsioni sessuali. Tale dicotomia, a ogni modo, era destinata a essere superata dallirruzione, nella clinica, di problemi nuovi. Si tratta della necessit di spiegare fenomeni come la scelta omosessuale delloggetto, le tendenze megalomani osservate nei bambini e nei primitivi, lallontanamento dal mondo esterno accompagnato dal sovra investimento dellIo che si osserva nelle psicosi narcisistiche. Ora questi importi energetici, rivolti sullIo, rivelano una qualit chiaramente sessuale, che contraddice la convinzione di unenergia neutrale dellIo. Nasce lesigenza di una nuova ipotesi teorica: alla nascita, il neonato investito di energie libidiche indifferenziate (narcisismo primario) che possono successivamente essere inviate sugli oggetti (libido oggettuale) per poi essere ritirate nuovamente sullIo (narcisismo secondario) . Il passaggio dal narcisismo primario al narcisismo secondario denso di pericoli, soprattutto se lIo non riesce a riconvertire lenergia libidica di ritorno in nuovi legami oggettuali. LIo non ancora unistanza psichica ben determinata, come avverr con la seconda topica, ma un sintomo di S, cio del soggetto libidicamente investito. Freud, nel 1920 (Al di l del principio di piacere), partendo dalla con stazione della coazione a ripetere, la tendenza dei nevrotici a ripetere le esperienza pi dolorosa, si interroga nuovamente sul primato sinora attribuito al principio di piacere e introdurre una pulsione di morte che si contrapporrebbe alla pulsione di autoconservazione e alle pulsioni sessuali. Thanatos, o principio di morte, rappresenta un elemento di disgregazione che riconduce lorganico allo stato inanimato. La pulsione di morte pu essere colta sottoforma di aggressivit distruttiva tanto nel sadismo quanto nel masochismo. LIo, lungi dal coincidere con il luminoso piano della coscienza, si rivela una istanza inquietante. Nellopera LIo e lEs (1921), Freud costruisce la seconda topica. LIo vi compare come quella parte di Es che stata modificata dal mondo esterno. Allinizio della vita psichica ci sarebbe lEs, rappresentato come un nucleo vitale, separato dal mondo esterno da una pellicola sensibile: il mondo percettivo. Da questa superficie di contatto, lIo gradualmente si differenzia e si separa conformandosi come una proiezione psichica della superficie corporea. La percezione ha per lIo la
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stessa funzione dinamica che nellEs spetta alla pulsione. LIo funziona da mediatore tra elementi conflittuali: mondo esterno/mondo interno (conflitto interpsichico); pulsioni dellEs e richieste del Super-io (conflitto intrapsichico). LIo rappresenta, nei confronti dellEs, la realt esterna e, nelladempiere a tale funzione, deve osservare il mondo, distinguere ci che obiettivo dalle deformazioni apportate dai desideri (esame di realt). LIo deve tener conto anche delle pressanti richieste del Super-io. La pi alta prestazione dellIo data dalla trasformazione del mondo esterno in vista del fondamentale appagamento delle richieste pulsionali. LIo mantiene sempre un atteggiamento critico decidendo quali pulsioni devono essere rimosse in quanto pericolose. Il segnale che mette in atto le difese (inconsce) langoscia. Sebbene lIo sia listanza preposta alla coscienza, nella misura in cui rifiuta laccesso alla coscienza di dati contenuti inconsci, svolge anche una funzione opposta di misconoscimento. Freud non ha dedicato alle difese una trattazione sistematica; descrive per alcuni processi (introiezione, proiezione, formazione reattiva e sostitutiva, repressione, isolamento, negazione, spostamento, razionalizzazione, conversione), oltre i quali evidenzia la rimozione e la sublimazione. LIo non rimane indenne dallutilizzo dei suoi meccanismo di difesa, ma ne viene plasmato. Modalit abituali di difesa tendono a cristallizzarsi in tratti caratteriali. Il sintomo pu costituire una spiegazione delle nevrosi. Il sintomo, dapprima avvertito come estraneo allIo e disturbante pu alla fine esservi integrato tramite il riconoscimento dei benefici secondari che esso apporta. Una malattia (conversione somatica) pu risultare utile per evitare incombenze sgradevoli. LIo , in definitiva, unistanza polivalente e complessa, dalla quale si staccheranno alcune formazioni particolari: lIo ideale, una rappresentazione eroica ed idealizzata di s, lIdeale dellIo, un modello cui lIo cera di conformarsi. Le teorie dellIo ideale e dellIdeale dellIo convergeranno nella terza istanza: il Super-io. Esso si contrappone allIo; lo giudica criticamente e lo assume come oggetto. Si tratta di una istanza prevalentemente censoria che comprende la coscienza morale. Gli si attribuisce la definizione di erede del conflitto edipico. Quando il bambino rinuncia ai suoi desideri incestuosi, di fronte alla minaccia di castrazione, incorpora i suoi genitori proprio secondo le modalit della introiezione orale. Il Super-io del figlio non si forma tanto a immagine del padre, quanto del suo Super-io, di quella istanza cio che si costituita, nellinfanzia del padre, dalla introiezione del nonno. Si stabilisce cos una trasmissione generazionale che trascende la famiglia nucleare.. Il Super-io appare tanto pi crudele quanto pi prossimo ai vissuti infantili, alla temibilit delle onnipotenti figure parentali. Man mano che il bambino si socializza, la funzione dei genitori viene assolta da altri adulti: gli insegnanti, il medico, il sacerdote e poi le istituzioni stesse. Tuttavia nellinconscio perdura sempre un nucleo infantile, come appare nella clinica, soprattutto dei vissuti dei malinconici, del loro sentirsi colpevoli e minacciati da punizioni spaventose o dal desiderio di sofferenze espiatorie proprio dei masochisti. Jung: una psicologia ideale. Jung non ha dubbi: la psicoanalisi un metodo di cura, ma anche una scienza complessiva, un sistema del mondo, degno di interloquire con la pi alta tradizione filosofica. E in quanto teorico della psicologia che Jung si distanzia man mano da Freud. Jung, erede dellidealismo tedesco che riconosce nellautonomia dello spirito (Geist) non pu accettare un modello psicologico che si fonda sul concetto spurio di libido, energia psichica di natura sessuale radicata nel corporeo. Dunque, egli procede a una relativizzazione del pensiero di Freud e innalza un grande edificio sistematico. La psicoanalisi, secondo Jung, non pu dire niente di vero e di giusto sulla psiche, ma solo qualche cosa di veritiero, di inerente a una esperienza soggettiva. Anche lesperienza pi personale ed
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esclusiva possiede per un valore conoscitivo in quanto testimonianza. Ci che stato vissuto, seppure da un uomo solo, ha una sua validit perch accaduto a un appartenente alla specie umana. Il soggetto un dato oggettivo, una frazione del mondo. Secondo Jung le nostre idee non sono prodotte da noi, ma ci producono (pg. 134). Ci si dovrebbe chiedere: Perch quel pensiero entrato in me in quel modo? Cosa significa in rapporto a me stesso? Jung prepara il grande scenario di una psicologia hegeliana. Le idee che conquistano, le idee vere hanno in s un che di particolare: sorgono da una regione atemporale, da un essere/sempre/esistente, da un terreno psichico primordiale su cui lo spirito effimero del singolo cresce come una pianta che porta fiori, frutti, semi; poi appassisce e muore. Non siamo noi a produrre le idee ma le idee a produrre noi. Jung, inoltre, distingue un inconscio personale e un inconscio collettivo. Postulato della teoria junghiana unimmagine delluomo come natura fondamentalmente sana, complesso di forze in espansione. Lintroduzione di ununica forza, simile alllan vital di Bergson, nullaltro che unipotesi, ma necessaria al costituirsi di un campo scientifico dotato di omogeneit e regolarit. La libido junghiana un concetto essenzialmente dinamico, che spiega sia la possibilit di evoluzione (stadi libidici) sia quella di regressione (nevrosi). La nevrosi non realizzata tanto dagli avvenimenti della prima infanzia, quanto dal conflitto attuale, cio dallincapacit dellindividuo di adattarsi alle richieste del suo ambiente o di trasformarlo in base alle sue esigenze evolutive. Quando il conflitto appare insuperabile, la libido ad esso applicata regredisce a forme pi arcaiche. Un ruolo nella formazione della mente collettiva dato dal mito. Tracce di elementi mitologici si trovano anche nella psicosi e nel sogno. Jung si propone una filogenesi dello spirito. Come luomo primitivo riusc a strapparsi allo stadio primordiale con laiuto dei simboli religiosi e filosofici, cos anche il nevrotico pu sottrarsi, per questa via, alla sua malattia. Il simbolo ha una funzione di mediazione tra coscienza e inconscio. Sussistono simboli che hanno una esistenza oggettiva, indipendentemente da chi i guarda. In tal caso ci che si manifesta larchetipo. Si tratta di immagini originarie che partecipano dellistinto, del sentimento e del pensiero. Costituiscono la memoria dellumanit e vanno a formare linconscio collettivo. Gli archetipi sono da intendersi come potenzialit espressive, forme vuote in senso gestaltico. Tra gli archetipi pi importanti, rintracciabili nei miti, nelle favole, nel sogno, nella mente patologica : il Vecchio, la Grande Madre, il Bambino, il Mandala, la Ruota, le Stelle, lAnimale. Il movimento dellanalisi si configura come espansione da un massimo di soggettivit a un massimo di obiettivit: dal sintomo al complesso, dal complesso al simbolo, dal simbolo allarchetipo. Oggetto della psicologia junghiana risulta linconscio collettivo. Fine della terapia la realizzazione del S, archetipo dellunit. Le tappe della terapia ricalcano le linee dello sviluppo normale inteso come un progressivo emergere dellinconscio collettivo per guadagnare la coscienza e il predominio dellIo. Sussistono due dinamiche differenti: la relativizzazione dellIo e il recupero delle immagini archetipe. Ci comporta la rivisitazione delle immagini archetipe che attraversano linconscio senza coincidere con la sua dimensione individuale. La psicosi si configura come lirruzione destrutturata delle immagini archetipe in tutta la loro incandescenza. Occorre lasciarsi invadere dallinconscio non per perdersi nella sua in finitezza, ma per allargare i confini della nostra psiche a un divenire continuo. Divenire che realizza la coesistenza dei contrari che ci dividono: razionalit ed irrazionalit. Si tratta, nella cura, di assecondare le tendenze vitali del paziente, seguendolo per i sentieri della sua autorealizzazione. Lanalista non tanto colui che detiene un sapere, quanto una guida che ha gi sperimentato lesistenza di un luogo extra individuale convergono i fini ultimi del nostro destino. La terapia junghiana non rigidamente codificata. Il transfert non indispensabile; solo la proiezione di contenuti inconsci sullanalista. Il S rappresenta il telos della maturazione psicologica, cos come quello della terapia, lo scopo ultimo della educazione e della socializzazione.
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Il tratto caratterizzante ciascun individuo non esclude il suo opposto, che rimane psicologicamente attivo, bench eclissato. Ogni particolarit vista come una unilateralit impoverente che reclama un processo di integrazione della parte complementare. La via salutis, la strada che conduce alla totalit del S, passa perci attraverso una serie di integrazioni della personalit originariamente frammentata. Si mira a una psiche interamente pacificata nella sintesi dei suoi opposti, la Persona (la maschera sociale), lOmbra (il suo negativo rimosso), lAnimus (la potenzialit sessuale maschile che domina linconscio della donna), lAnima (la potenzialit sessuale femminile che regna nellinconscio delluomo). Per Jung il motto : Diventa tu chi sei. Nel Medioevo luomo tutto immerso in un ordine istituzionale che lo governa e lo rappresenta. Partecipa della chiesa, lecclesia mater, una collettivit in cui larchetipo eterno della madre si storicizza. Questa appartenenza comporta che luomo realizzi prevalentemente il lato femminile della personalit (passivit, obbedienza, conservatorismo), a scapito di quello maschile. Nel Rinascimento la figura delluomo moderno, dominato dal lato maschile, inquieto, attivo, ribelle allautorit, labbandono della concezione geocentrica a favore di una antropocentrica delluniverso. Il protagonista Paracelso.. Luomo contemporaneo rappresenta la massima espressione del processo di individuazione con la conseguente ipertrofia della coscienza maschile a scapito delle femminili inconsce. E fondamentale anche lesegesi della simbologia, orientale, cristiana ed alchemica. Qui la psicoanalisi trascende il suo oggetto e si fa teoria della cultura. La psicologia analitica, cos Jung denominer la sua disciplina, fuoriesce dalle coordinate culturali del positivismo. Si gi citato linteresse di Jung per la cultura medievale: nellalchimia, egli individua un precedente della psicologia analitica. Essa avrebbe avuto lo stesso dine di integrazione ed amplificazione del S, con la differenza di proiettare sullesterno ci che era un processo tutto interno. Quanto alle fonti della sua formazione, oltre alla psicologia del profondo, abbiamo la storia delle religioni, letnologia, lantropologia, capaci di amplificare linconscio personale. Altre fonti culturali sono Nietzsche e il Cassirer della Filosofia delle forme simboliche (1923). Lutilizzazione dei miti si inscrive nel dibattito nellarea culturale di lingua tedesca tra i filologi classici, rappresentati da Wilamowitz, assertori della necessit di ricostruire e spiegare i miti e coloro che aderivano invece a una prospettiva pi antropologica, quali Creuzer, Bachofen, Burckardt, portatori di una pi complessa esigenza di comprensione del materiale mitologico. Jung, secondo quanto proposto da Dilthey e Rickert, afferma che le scienze della cultura debbono tendere alla comprensione anzich alla spiegazione. Leffetto di questa costruzione quello di rendere sincronico ci che diacronico, prossimo il distante, di organizzare insomma quel tessuto connettivo che linconscio collettivo. La terapia junghiana, mentre tiene conto delle concrete esigenze del paziente, cerca di trascendere questa strategia difensiva, proponendo un ideale positivo di perfezionamento. DOPO JUNG. In Jung il senso drammatico della condizione umana, dilaniata dallinsanabile conflittualit tra le esigenze pulsionali e le richieste sociali, viene sostituito da una visione eroica delluomo e del suo destino. Jung adotta uno schema hegeliano che prevede il superamento dialettico dei contrasti in una sintesi pacificatrice. La psicologia analitica di Jung rappresenta una sintesi potente, che attende ancora di essere adeguatamente elaborata dalla cultura europea. Tra i principali seguaci di Neumann introduce nella psicologia archetipa di Jung la dimensione evolutiva. Levoluzione, che Neumann individua a livello filogenetico, poi si riverbera sulla ontogenesi, orientando landamento delle vicende individuali. Nella sua opera La psicologia del femminile (953), Neumann denuncia lo sviluppo ipertrofico che, nella nostra societ, ha assunto la componente maschile coscienziale della psiche di gruppo a scapito delle potenzialit femminili soffocate
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dallassetto patriarcale della coscienza occidentale. Altro seguace di Jung Hillman che privilegia gli aspetti generali di teoria della cultura e ridimensiona le componenti psicoterapeutiche. Egli critica il razionalismo della cultura occidentale, fondata sulla centralit dellIo e sul linguaggio analitico. Egli si propone di recuperare una visione del mondo che utilizzi la fantasia e che si esprima nel linguaggio metaforico e poetico proprio dellanima. La psiche immagine e il suo logos metafora. Archivio delle immagini archetipe il mito. Le figure mitiche (dei e demoni) sono le forme dellimmaginazione. I miti non presumono interpretazione perch sono autorivelazione degli archetipi. Hillman giunge a negare il concetto stesso di inconscio per sostituirlo con la memoria mitica e la capacit mitopoietica. Marie Louise von Franz ricerca lespressione degli archetipi della fiaba. Secondo la von Franz tutte le fiabe rivelano un unico significato: il S, inteso a un tempo come totalit psichica dellindividuo e come centro regolatore dellinconscio collettivo. In definitiva, mentre Jung si manteneva attento al contesto epocale delle sue indagini, questi suoi seguaci perseguono una archeologia dellimmaginario in una dimensione atemporale. Silvia Montefoschi identifica, nello scambio tra singolo e societ, un punto di convergenza con il materialismo storico. Luomo ostacolato nella realizzazione del S dalla struttura sociale. Per giungere alla integrazione del S, la psicoanalisi deve individuare gli ostacoli, di natura storico sociale, che si oppongono allautorealizzazione. Essa deve farsi critica della ideologia. La Montefoschi individua il principale ostacolo alla integrazione del S, alla socializzazione e a un armonico rapporto col mondo nel divieto dellincesto. Infine,lesplicito impiego filosofico del pensiero di Jung si caratterizza negli scritti di Mario Trevi e del suo allievo Umberto Galimberti. Psicologia e societ: Albert Adler. I primi pazienti di Freud appartengono alla borghesia ebraica medio alta. Emerge in questo ceto una visione pessimistica della civilt. Ma lindividuo ha la possibilit di superare i condizionamenti grazie a una consapevolezza stoica del negativo, ad una sublimazione culturale delle impossibilit. Delle due componenti della civilt (societ e cultura) solo la cultura pu essere dominata e risarcire luomo delle menomazioni pulsionali subite per via della societ. Con Jung la figura di riferimento non pi lintellettuale prestatore dopera privato, il terapeuta del disagio, ma il grande funzionario di un impero ideale che, sapiente, saggio e potente, in grado di indicare finalit positive metastoriche, alle quali possono convergere societ e individuo. Quando la psicoanalisi verr a contatto con pazienti appartenenti ad ambiti sociali radicalmente nuovi, ci comporter mutamenti della sua tecnica, delle sue modalit di rapporto e del suo assetto teorico. E qui che incontriamo la figura di Adler. Egli, di idee socialiste e sostenitore della necessit che la cura fosse un servizio sociale gratuito per i lavoratori, si rivolge a un altro tipo di utenza, a un altro soggetto sociale: il proletariato urbano. I suoi scritti non sono certo cumulabili in un corpus dottrinale, ma sono testimonianza viva del clima sociale dellepoca. Importante uno scritto del 1897 di medicina psicosomatica sui sarti. Ivi si dimostra il rapporto esistente tra situazione economica e malattia nellambito di una data attivit produttiva. Egli identifica come interlocutore principale, il proletariato; una classe sociale in ascesa che riconosce nella organizzazione il proprio punto di forza. Il tentativo di Adler quello di dar conto di questa ascesa sociale, rintracciandone gli effetti nel cuore degli individui. Ci spiega il paradosso di come la prima psicologia sociale si chiami Psicologia Individuale. Adler avverte il pericolo che la disciplina possa trasformarsi in una sociologia perdendo di vista lunicit dellindividuo. Lesistenza concepita come una lotta che si conclude con la sopravvivenza del pi adatto (influenze del darwinismo sociale). Adler, con la sua teoria dellinferiorit, vuol dimostrare che il pi adatto il pi debole e non il pi forte. Linferiorit, infatti, contiene la spinta al suo ribaltamento. Dapprima questa inferiorit si presenta nei termini della malattia. Egli si chiede, nel suo Studio sulla inferiorit organica perch le malattie si localizzino in date zone del corpo e postula una inferiorit per tali zone.
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Luomo tende a ipercompensare le proprie deficienze e a ribaltarle in una volont di potenza. Nel 1928, nel libro Conoscenza delluomo, la psicologia individuale tenta di esprimersi in una teoria compiuta. Vi si sostengono alcuni principi basilari: 1. Principio dellunit. Ogni essere umano un unico indivisibile. 2. Principio del dinamismo. La lotta per la superiorit un principio vitale analogo allo sviluppo dellorganismo. 3. Principio dellinfluenza cosmica. La realizzazione individuale temperata con il senso di comunit. 4. Principio della spontanea strutturazione delle parti. Gli elementi della vita psichica vanno a costituire dinamicamente lunit della personalit. 5. Principio di azione e reazione tra individuo e ambiente. Si definisce una modalit di interrelazione tra le due dimensioni. Su tutto domina il sentimento di comunit che inserisce lindividuo nella societ. Ci che contraddistingue il nevrotico (che strumentalizza la malattia al fine di sottomettere gli altri) lindividualismo sfrenato delle sue mete. Siccome viviamo in una societ basata su valori maschili, la lotta per la supremazia viene vissuta, dagli uomini e dalle donne, come proposta virile. Essenziale nella vita il dinamismo, la spinta evolutiva. La linea che uno segue quello che interessa. E il senso della linea dato dalla meta, dallo scopo finale. (pg. 154). Questa visione finalistica minimizza il ruolo della causalit freudiana nella vita psichica. Il bambino, secondo Adler, poich non possiede niente, il futuro diventa per lui una terra promessa dove la povert si trasformer in ricchezza, la sottomissione in dominio, il dolore in gioia e piacere, lignoranza in scienza, lincapacit in arte. E la meta fittizia che forma il piano di vita dellinconscio. Il termine mediato dallopera di Vaihinger La filosofia del come se del 1911. Vi si sostiene una sorta di teoria dellideologia, secondo cui vi sarebbero idee fittizie, del tipo tutti gli uomini nascono uguali, il fine giustifica i mezzi che non hanno realt obiettiva ma validit psichica. La credenza che i buoni vadano in paradiso e i cattivi allinferno influenza la condotta di un individuo indipendentemente dalla sua realt (pg. 154). Il ricorso allartificio viene suggerito ad Adler dalla tendenza del proletariato a far propri le credenze, i modi di vita, i valori della borghesia, unadesione che conserva un valore provvisorio. Ogni individuo vive secondo uno stile di vita irripetibile, unico, caratteristico, determinato dal suo corpo, dalle sue predisposizioni, dalla sua storia familiare e sociale. Ma ha anche la possibilit di elaborare attivamente ci che riceve in eredit o ci che il suo ambiente. Questo fattore fu denominato da Adler S creativo. La nevrosi, in questo discorso, si configura come il prevalere del polo individuale a scapito di quello collettivo. La terapia individuale o di gruppo al contempo anche educazione. La clinica psicoanalitica dopo Freud. KARL ABRAHAM: LESTENSIONE DELLA CLINICA. Abraham rappresenta la figura del discepolo e del continuatore. E il protagonista ideale della trasformazione di una esperienza in istituzione. Egli rappresenta la figura dellintransigente custode di un sapere che identifica nel fondatore. Come terapeuta, Abraham si trova ad affrontare il problema interpretativo delle psicosi e a indagare sulle pi precoci fasi dello sviluppo infantile. Il suo studio del 1908 Le differenze psicosessuali tra isteria e dementia precox segna una pietra miliare. Qui Abraham rileva la componente sessuale di entrambe le sindromi (nevrosi e psicosi). Mentre la sessualit isterica pur sempre unenergia rivolta alloggetto e possibile di sublimazione, la sessualit psicotica priva di oggetto, rivolta esclusivamente sul s, non sublimabile. Per quanto riguarda lo sviluppo infantile, Abraham scorge, gi nella fase orale, un abbozzo di rapporto oggettuale. Il neonato esce dal narcisismo primario nel momento in cui instaura
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con il seno, il primo oggetto parziale, un rapporto funzionale (la poppata), che si accompagna a un desiderio di incorporazione totale che suscita fantasie cannibaliche. Lo stadio anale, poi sarebbe caratterizzato dalla ambivalenza nei confronti delloggetto e dallincertezza fra il trattenere e lespellere il medesimo (stiamo parlando delle feci). La psicosi trova uno schema esplicativo agli stadi pi precoci dello sviluppo sessuale. Abraham, inoltre distingue tra psicosi organiche (epilettiche, senili) e psicosi indotte da un blocco dellemotivit (dementia precox). Qui il patrimonio intellettuale del malato rimane bloccato ma integro. I deliri di grandezza non sono dunque da imputare a un deterioramento delle facolt logiche ma solo alla sopravvalutazione sessuale di s, conseguente alla fissazione della libido allo stadio autoerotico. Il blocco emotivo che provoca la fissazione spesso determinato da un trauma sessuale. Per Abraham il trauma storicamente avvenuto, ma il bambino, lungi dal subirlo passivamente, ne stato protagonista attivo. Egli lo ha intenzionalmente, ma inconsciamente, provocato. Per Abraham la libido sempre sessuale e linconscio sede di un desiderio erotico volitivo. Il suo maggior contributo alla psicoanalisi un saggio del 1923: Tentativo di storia evolutiva della libido sulla base della psicoanalisi dei disturbi psichici. Ciascuno dei tre stadi fondamentali dello sviluppo libidico viene suddiviso in due fasi: Stadio orale distinto nel succhiare e nel mordere. Stadio anale distinto nel trattenere e nellespellere. Stadio fallico distinto investimento parziale e totale delloggetto. Per quando riguarda il sogno e il mito, Abraham ne individua i punti comuni: entrambi sono prodotti della fantasia, hanno come meta lappagamento dei desideri inconsci, sono deformati dalla censura e contraddistinti dalla formazione di parole nuove. Il mito un frammento, conservato intatto, della vita psichica del popolo e il sogno il mito dellindividuo. I miti appartengono, cos come i sogni, a una trascrizione del mondo nelle forme dei desideri sessuali. I simboli che essi utilizzano, il serpente, il mare, la mela, sono comuni non solo al mito e al sogno, ma anche alla malattia mentale. Mirabile lanalisi del mito di Prometeo, in cui si rintraccia, al di l dei significati sociali, culturali ed etici, la manifestazione di una precoce fantasia sessuale. A Abraham riprende i temi freudiani di Psicologia delle masse e analisi dellIo. Trattando degli aspetti politici della psicologia delle masse, egli prevede avvenimenti storici ai quali non potr assistere come la manipolazione delle masse da parte di grandi capi carismatici. Nellamore per il capo che accomuna gli adepti si realizzano fantasie edipiche infantili, si appagano desideri erotici onnipotenti che fanno perdere di vista il proprio reale interesse poich la sessualit una forza molto pi potente delle pulsioni di autoconservazione. SNDOR FERENCZI E LA PSICOANALISI COSMICA. Egli vive gli anni della grande speranza socialista. Elabora faticosamente gli spazi di una psicoterapia. Il suo sforzo duplice: salvaguardare la dignit scientifica dellintervento e piegarlo alle esigenze di economia e di efficienza di una utenza pi estesa. Vi una attenta considerazione per le condizioni sociali che inducono la nevrosi e la convinzione che la rimozione delle pulsioni sessuali produce energie psichiche soggiogate, particolarmente idonee a essere manipolate dallautorit e pertanto ostili al progresso civile. Lavventura dellanalisi procede in modo imprevedibile dalla interazione irripetibile di due soggettivit, quella del terapeuta e quella dellanalizzato. Convinto che il trauma pi acuto sia connesso al rapporto del bambino con la madre nel corso della primissima infanzia, Ferenczi tende a ricreare le condizioni stesse che lo hanno provocato. Ci che maggiormente differenzia la terapia attiva di Ferenczi da quella classica la concezione del sintomo. Nei suoi primi studi sullisteria, Freud aveva parlato di linguaggio dorgano ma,
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successivamente, aveva iniziato a ricercare, come oggetto principale dellanalisi, il fantasma che si sottende al sintomo stesso. Ferenczi vede nelle espressioni corporee un sapere e un piacere. Il sintomo una regressione in atto a funzionamenti autoerotici, indotta da inconsce carenze affettive. Carenze alle quali lanalista deve rispondere con una disponibilit e un amore tipicamente materni. Ferenczi giunse a baciare e ad accarezzare i pazienti; una violazione della regola analitica (che riconosce come unico medium la parola). Il corpo, come la mente, ha un linguaggio, un sapere, un patrimonio di ricordi che gli sono pervenuti tanto dalle esperienze individuali quanto da quelle filogenetiche. Ferenczi sub profondamente linflusso di Ernest Haeckel e della sua legge biogenetica fondamentale, che connette lo sviluppo embrionale (ontogenetico) con quello evolutivo della specie (filogenetico). Secondo Haeckel lontogenesi una ricapitolazione abbreviata ed incompleta della filogenesi. Ferenczi ha scritto una difficile ed inquietante opera: Thalassa (1932). Lopera si collega al pensiero di Freud. In Al di l del principio di piacere, Freud aveva postulato un traumatismo originario, perduto nella notte dei tempi. In un certo momento le propriet della vita furono suscitate nella materia inanimata dallazione di una forza che ci ancora completamente ignota (pg. 214). La speculazione di Ferenczi si inserisce nel tentativo di ricostruire, nella storia del corpo vivente, i tempi e i luoghi di una mutazione inconcepibile e fredda. Presupposto dellepopea cosmogonia di Ferenczi che la sessualit tenda a ristabilire lunit con il corpo materno e che il coito sia il tentativo pi riuscito di regressione alla situazione intrauterina, quando non si era ancora verificata la penosa frattura tra mondo interno e mondo esterno. Tutta la sessualit pregenitale finalizzata a questo ritorno alla fusione originaria. Lorgano genitale maschile, investito dellintero rapporto allora lEgo, loggetto della prima identificazione narcistica. Ferenczi scende sino alla biologia dei vertebrati per costruire la sua teoria dellevoluzione genitale. Egli tenta di ricondurre il desiderio delluomo per il grembo femminile allarcaica nostalgia dellOceano provata dai primi maschi. Nel rapporto sessuale luomo riproduce realmente (seppure in forma simbolica) lagognato ricongiungimento al corpo materno e al liquido delle origini. Il coito scarica le pulsioni pregenitale e ripete levoluzione della specie. Si rivive la catastrofe del parto. Mentre il neonato sperimenta il parto in modo angoscioso, come frantumazione dellunit originaria, il coito celebra la ricomposizione e il superamento vittorioso del trauma. Anche la donna pu soddisfare, seppure per interposta persona, il suo desiderio di ritorno al corpo materno, identificandosi prima con luomo e poi con il feto. Latto sessuale la sintesi di una molteplicit di processi. Lintuizione fantastica in cui culmina la bioanalisi di Ferenczi che vi sia una conoscenza filogenetico inconscia della nostra discendenza dai vertebrati acquatici. Non a caso il pesce nellacqua rappresenta, nellinconscio individuale e collettivo, il pene e il bambino. Lopera teorica di Ferenczi non ebbe, proprio per la sua natura di prodotto poetico, un seguito dichiarato. I suoi contributi tecnici sono stati cos profondamente assimilati che Freud scrisse, di lui, che ogni analista pu dirsi suo allievo. Gli si deve anche la prima formulazione del concetto di introiezione. Un discepolo di Ferenczi, Imre Hermann, ha ricercato nella zoologia dei primati una serie di modelli estensibili allanalisi dei comportamenti umani. Lavorando sulle frontiere comuni tra le diverse scienze (biologia, antropologia, etnologia, archeologia) Hermann ha indagato le radici degli istinti pi arcaici delluomo, tra i quali listinto di aggrapparsi, in cui reperisce il modello dellattaccamento filiale. OTTO RANK. Egli osserva che la posizione stessa dellanalizzato (sdraiato sul divano) riattualizza la situazione passiva del feto nel grembo materno. Subito lanalista interpreta questa dipendenza e la collega al proto trauma, quello della nascita. Il suo tentativo di una biopsicanalisi si colloca nel clima
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irrazionalistico del vitalismo tedesco di inizio 900. Alimentata dalla filosofia della vita, si era diffusa la convinzione che il significato autentico della natura era da ricercare nellambito dellesperienza spirituale. Nella concezione filosofica del paleontologo tedesco Edgar Dacqu ogni spiegazione meccanicistica della natura termina nellignoto, in una realt profonda che lanima del mondo, di cui luomo stesso parte. Rank si propone di applicare la psicoanalisi alla comprensione dellevoluzione dellumanit nel suo complesso, alla espressione di una concezione unitaria delluomo e della storia tenendo conto di ci che rappresenta la storia; cio, la storia dello spirito umano. Il trauma della nascita un vissuto psicologico ma ci permette di pensare il somatico, di cogliere il nocciolo dellinconscio. A questo avvenimento si connette poi tutta la dinamica psichica che finalizzata al superamento dellangoscia originaria. Analogamente, le manifestazioni dello spirito umano possono essere spiegate come tentativi di ricomporre lunit dilacerata di quel primo fatale distacco. Rank ricollega al parto nevrosi, psicosi, perversioni, nonch i miti, i riti, le manifestazioni religiose ed artistiche. Per Rank il legame madre figlio biologicamente fondato sulla felice intimit intrauterina, mentre quello col padre molto pi tardivo e di natura esclusivamente fantastica. Ulteriori contributi di Rank riguardano la psicoanalisi applicata alle opere darte e alle biografie degli artisti. Ne Il mito della nascita delleroe, si dimostra che i miti sono lespressione di fantasie infantili e la proiezione di desideri pregenitali. Nel successivo Il nudo nella poesia e nella saga, Rank affronta limportante tema della pulsione scopica e della conseguente punizione, la cecit. Nel Don Giovanni compaiono tutti i temi della speculazione di Rank. Analizzando sia lopera di Mozart sia lautobiografia del compositore, Rank dimostra che il dongiovannismo non che una metonimia dellamore materno e che la rivalit tra gli uomini per il possesso della donna solo una riattualizzazione del conflitto edipico. Lopera di Rank influenz in particolar modo lantropologia. GZA ROHEIM E LANTROPOLOGIA PSICOANALITICA. Presupposto pi importante del suo pensiero che tutti i prodotti culturali possono essere interpretati in termini psicologici. La mente umana, alla sua massima profondit, resta costante nel corso di tutta la storia. Vi quindi una psiche eterna, statica, sulla quale si fondano le somiglianze delle istituzioni e del pensiero umano. In Lenigma della Sfinge, Roheim ricostruisce il passaggio dallanimalit allumanit. Egli ritiene che la cultura debba essere intesa come una reazione alla costitutiva esperienza di abbandono dellunit con la madre, del suo ventre protettivo. Il seguace pi importante di Roheim Georges Deveraux, psicoanalista ed etnologo. Raffinato conoscitore della cultura classica greca, in particolare dei miti, accosta la nostra tradizione culturale agli apporti forniti dai suoi studi etnologici su campo. Geografia della psicoanalisi in Europa. Con la diffusione nel resto di Europa, la psicoanalisi viene a contatto con culture molto differenziate. In GERMANIA spiccala figura di Georg Walther Groddeck (1886-1934). Egli scrisse a Freud di essersi avvicinato alla psicoanalisi dalla constatazione della natura psichica di molte malattie. Freud, del resto, si riconobbe sempre debitore del termine Es da Groddeck. Egli si autodefin analista selvaggio, termine poi entrato in uso per indicare i terapeuti indisciplinati e impazienti. Groddeck, nel suo lavoro pi importante Il libro dellEs (1923), espone una straordinaria teoria sulla natura e sui poteri dellinconscio. Egli identifica linconscio con lEs, una forza coestesa alla natura, di origine erotica, che anima il mondo. Attraverso la ricostruzione di casi clinici, di ricordi, aneddoti e citazioni, Groddeck dimostra che noi siamo vissuti dallEs, determinati da un desiderio inconscio impersonale. Ogni comportamento, organico o psichico, letto come simbolo di una intenzionalit inconscia che ci
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domina a nostra insaputa. Pu essere molto utile chiedersi (come egli propone) quale sia il beneficio secondario che ogni malattia ci arreca, se il sintomo ci serve a risollevare un conflitto. Sganciato dalla concretezza della storia individuale, lEs di Groddeck diviene una entit mistica. Nella sua terapia (un misto di fisioterapia e di analisi), egli cerca di modificare non la malattia, ma latteggiamento del paziente nei confronti della malattia (considerata come un ritorno allinfanzia). Groddeck crede che la psicoanalisi abbia una funzione liberatoria e che la repressione sessuofobica possa essere vinta da una visione ironica, permissiva e gioiosa della vita. Nel suo ultimo libro, Luomo come simbolo (1933), Groddeck affronta il problema dellarte e del linguaggio. Per Groddeck, dunque, lartista il vero interprete dellinconscio. Con il suo esilio a motivo del nazismo, la psicoanalisi in Germania, per riemergere, dovr attendere il 1956, quando Alexander Mitscherlich fonda la clinica psicoanalitica di Heidelberg. Il suo pi noto contributo concerne unanalisi molto articolata delle conseguenze derivanti dalla figura paterna nella societ industriale avanzate. Mitscherlich ritiene che la cultura possa offrire alle masse gli strumenti (critici e interpretativi) per uscire dal mutismo e dalla passivit e per evolvere verso la coscienza. Tra i filosofi francofortesi della seconda generazione Jrgen Habermas riprender con vigore la riflessione sui rapporti tra psicoanalisi e marxismo, mentre Alfred Lorenzer, rifacendosi alle teorie di Habermas, elaborer una proposta di psicoanalisi su basi materialistiche. Habermas, nel suo libro Conoscenza e interesse distingue, nellimpresa freudiana, lapparato concettuale, ancora legato alla concezione positivistica della scienza, dalla metodologia veramente innovativa. (Vegetti pag. 239) Linguaggio privato sono i sogni cos come i sintomi che, esclusi dalla comunicazione pubblica, divengono incomprensibili al soggetto stesso. La terapia consiste allora nel restituire al paziente le possibilit e le impossibilit del soggetto che si riconosce sottomesso a uneconomia sociale. Vi , per Habermas, una repressione socialmente necessaria e una repressione supplementare, indotta dalle forze sociali dominanti, che pu essere rifiutata. Lorenzer riprende questi stessi temi ma rifiuta di risolvere tutta la problematica della relazione sociale nel linguaggio. Infatti la prassi, cio le forme determinate di interazione, a fondare il linguaggio. Nella psicoanalisi oggetto di indagine il comportamento linguistico del paziente, ma lermeneutica materialistica deve superare il momento puramente verbale per giungere alle forme di interazione sociale che si sono cristallizzate nel soggetto senza che questi possa comprenderle perch non sono mai state simbolizzate. Le forme dominanti di socializzazione si trasmettono precocemente, attraverso un codice pratico/gestuale, allinterno della diade madre bambino e costituiscono il soggetto a sua insaputa. Non avendo rappresentazione simbolica esse si perpetuano, senza modificarsi, come clich o stereotipi. La problematizzazione di Lorenzer si fonda sul privilegio accordato al comprendere rispetto allo spiegare. La comprensione psicoanalitica accade a tre livelli: logico, psicologico e scenico. Il primo il ricorso al piano linguistico comune che implica una visione del mondo condivisa; il secondo il livello della comprensione empatica che non basta per a capire il funzionamento dellinconscio; il terzo e ultimo livello presuppone infine il transfert come possibilit di mettere in scena le relazioni prelogiche che consntono allo psicoanalista di accedere alla prassi vitale dellaltro. Una volta rivissute, queste modalit arcaiche di relazione vengono verbalizzate attraverso lintegrazione e riconsegnate al paziente affinch le comprenda e le integri nella sua storia. Per Lorenzer lIo il centro del soggetto; la sua verit la sua storia.

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La SVIZZERA la patria della psicologia junghiana. Uno dei protagonisti fu Oskar Pfister (1873-1956) che, insieme a Bleuler, fu fondatore della Societ Svizzera di Psicoanalisi, di cui fece parte anche Hermann Rorschach. Pfister pose per primo il problema dellapplicazione della psicoanalisi alleducazione. Gi Freud propone che gli educatori acquisiscano una cultura psicoanalitica preferibilmente vivendo unanalisi sulla loro pelle. Realt , per Freud, essenzialmente realt psichica, cio riconoscimento del desiderio inconscio e della impossibilit di soddisfarlo pienamente. Scopo delleducazione , dunque, labbandono di ogni illusione e laccettazione dellinevitabile disagio della civilt. Pfister cerca di applicare la psicoanalisi alla educazione degli adolescenti e, in particolare, alleducazione religiosa. Freud non si pronuncia in merito. Vede comunque, nelleducazione, la pi importante applicazione della psicoanalisi, quella destinata a sostituire la terapia delle nevrosi. Il bambino, non il nevrotico, sar il futuro protagonista dellanalisi. In FRANCIA il nuovo verbo psicoanalitico si scontra subito con il fronte compatto della psichiatria. Negli ambienti medici la psicoanalisi entra, agli inizi del XX secolo, per lopera di A. Hesnard, che fa tradurre alcuni libri di Freud. In Francia, comunque, si giunge alla psicoanalisi seguendo due vie diverse: luna psichiatrica e laltra letteraria. In un primo tempo la psicoanalisi viene recepita, negli ambienti psichiatrici, quasi esclusivamente come tecnica ed utilizzata per polemizzare contro la medicina organicistica. Eugnie Sokolnicka, psicoanalista junghiana di origine polacca, giunge nel 1921 in Francia, dove riesce a sensibilizzare i letterati ai temi della psicoanalisi. Nel 1924 il primo Manifesto surrealista identifica nellinconscio la possibilit di appropriarsi di nuove potenzialit espressive. Andr Breton scorge nel linguaggio onirico modalit creative ignote alle lingue codificate. Nel 1923, invece, lo psichiatra Laforgue prende contatti con Freud con lintento di fondare un movimento psicoanalitico in Francia. Allinterno della Societ fondata si delineano subito due correnti: luna, di freudiani ortodossi, che si riconosce in Marie Bonaparte; laltra, minoritaria, formata da medici che si propongono di adattare la nuova disciplina alla mentalit nazionale ed rappresentata da Pichon. Una posizione molto particolare quella assunta da Georges Politzer (1903-1942), un filosofo ungherese militante nel Partito comunista francese. Egli scorge nella psicoanalisi gli embrioni di quella che dovr essere una psicologia marxista. Mentre tradizionalmente la psicologia ha descritto luomo in generale, luomo metafisico, la psicoanalisi cerca per la prima volta di raggiungere il concreto della individuale. Politzer ritiene che, attraverso linterpretazione, soprattutto dei sogni, si possa giungere al dramma vissuto dalluomo attore. Egli utilizza la concretezza di Freud per demolire lo spiritualismo di Bergson ma il suo orizzonte ancora quello della filosofia umanistica. Lacan gli rimprovera la sua adesione alla centralit dellIo che misconosce il senso della sovversione freudiana. Il decentramento dello psichico, proposto da Lacan, sar ripreso da Louis Althusser sino al punto da negare ogni soggettivit umana a favore di puri rapporti strutturali. Come Marx ha dimostrato, sostiene Althusser, che non vi alcuna centro nella storia, cos Freud ha provato che non vi alcun centro nelluomo. L. Sve, nel suo lavoro Marxismo e teoria della personalit (1969), propone una complessa teoria. Per lui lessenza delluomo non nello psichismo individuale, ma nellinsieme dei rapporti sociali che gli uomini stabiliscono tra loro. Marie Bonaparte (1882-1962) tra i protagonisti dellavvento della psicoanalisi in Francia. Bench accusata di una eccessiva fedelt al pensiero di Freud, in realt la Bonaparte si colloca in una prospettiva molto prossima a Ferenczi. Ella privilegia i punti di vista filogenetico e psicobiologico della
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teoria freudiana, a capito di quelli ontogenetico e culturale. Secondo lei il timore di castrazione dei bambini ed il complesso di effrazione delle bambine riattualizzano riflessi difensivi della sostanza vivente. Ponendo laccento sulle radici biologiche del problema, afferma lesistenza di una originaria bisessualit. Il maggior contributo di Marie Bonaparte per costituito dallapplicazione della psicoanalisi alla interpretazione del testo letterario, soprattutto degli scritti di Edgar Allan Poe. Questo suo metodo, di tipo biografico e patografico, ormai datato. Nessuno ormai cerca pi di analizzare lautore attraverso la sua opera. Questo tentativo costituisce per una tappa importante nella storia della psicoanalisi applicata. LINGHILTERRA diviene la seconda patria del Movimento psicoanalitico, dopo il trasferimento a Londra di Freud. Nonostante lomogeneit linguistica, la cultura inglese assai diversa da quella americana. Se entrambe respingono la teorizzazione astratta, la cultura americana si appella primato dellapplicazione (il pragmatismo di James sostiene che la verit di una teoria dovrebbe essere verificata dalle sue conseguenze pratiche), mentre quella inglese si rif alla necessit della verifica sperimentale. La psicologia inglese tradizionalmente di matrice fisiologica e sperimentale. La psicoanalisi viene accolta come una terapia per le nevrosi da guerra. La fama di Ernest Jones (1879-1958) cos legata alla sua monumentale biografia di Freud che si rischia di dimenticare il suo non indifferente contributo alla teoria. Egli not come le libere associazioni dei bambini ritardati fossero organizzate da un inconsapevole senso di colpa. Insofferente del paternalismo autoritario della societ vittoriana, il giovane Jones vide nella psicoanalisi un mezzo di emancipazione e di liberazione. Dobbiamo a Jones indubbi apporti di sapere. La sua produzione non ha una struttura sistematica e felici intuizioni vennero spesso pi enunciate che dimostrate. Le sue prime monografie sono Dellincubo (1909) e Amleto e Edipo (1910-1923). Nella prima Jones sostiene che gli incubi rappresentano un meccanismo di difesa perch sostituiscono un sogno erotico di natura incestuosa. Nella seconda, seguendo unindicazione dello stesso Freud, interpreta lAmleto di Shakespeare come impossibilit del protagonista di uscire vittorioso dal conflitto edipico. E pero nei lavori sulla sessualit femminile che Jones dar la miglior prova del suo intuito clinico. Egli depreca, daccordo con la Horney, il pregiudizio fallocentrico che porta gli uomini a sottostimare la specificit del corpo femminile nella costituzione dellidentit di genere. Secondo Jones, inoltre, langoscia fondamentale rappresentata, per entrambi i sessi, dalla paura di perdere la sessualit (afanisi). Per Jones, ancora, la femminilit non (come per Freud) una conquista evolutiva, ma un dato che di fatto radicato nella biologia, dotato di una evidenza obiettiva che si tratta solo di riconoscere. Uno degli argomenti che pi stanno a cuore a Jones poi quello (molto attuale nel dibattito psicoanalitico degli anni 20/30 del secolo scorso) della creativit artistica e del genio. La possibilit di superamento del conflitto psichico sono fornite, secondo Jones, dalla sublimazione che, attuata in forma perfetta, produce latto creativo. Anche leducazione deve essere intesa come trasformazione della sessualit infantile in interessi pi elevati, tramite processi di sublimazione. Jones, Hanns Sachs e Otto Rank , Ferenczi : tutti questi autori sono comunque daccordo nel distinguere, da una parte, la metafora, lallegoria, lillusione e le figure retoriche del linguaggio in generale; dallaltra, il simbolo in quanto essenzialmente legato al rimosso. Le prime appartengono, secondo Jones, ai processi secondari; il secondo al processo primario.

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Infine, Jones, nella sua opera pi importante Teoria del simbolismo (1916), contro Jung, sostenne che lapparente universalit dei simboli arcaici dipende solo dalla uniformit della psiche umana e non da esperienze culturali comuni. Se il meccanismo dellortodossia resta implicito in Jones, cos come in Abraham, esso si svela pienamente in quel codificatore che fu Edward Glover (nato nel 1888). La sua maggior preoccupazione fu quella di salvaguardare il credo freudiano dalla dispersione. Con lui la teoria diventa un canale imperativo che decide di ci che non scientifico. Tra le sue opere maggiori sono il Trattato teorico e pratico di psicoanalisi e Tecnica della psicanalisi. Con il suo lavoro La nascita dellIo (1930), Glover tenta una ricostruzione genetica dello sviluppo di questa istanza che non si presenta certo, alle origini della vita, nella forma sintetica e conclusa propria delladulto. Per Glover le teorie psicologiche sono semplici ipotesi fantastiche che chiedono la verifica sperimentale della clinica. Tra i molti allievi di Glover emerge Ella Freeman Sharp (1875-1947). Condivise con Sachs (a Berlino) linteresse per lapplicazione della psicoanalisi ai prodotti artistici. Lei sostenne che il pensiero e la parola traggono origine da sensazioni fisiche ma incorporano, progressivamente, sempre nuovi significati. Le parole usate nel testo del sogno non sono casuali ma contengono in s la storia del paziente. Rilev, inoltre, unanalogia tra i processi del sogno e quelli della composizione poetica: metafora, similitudine, metonimia sono mezzi espressivi comuni alle due esperienze. Un posto particolare nellambito della psicoanalisi inglese merita infine James Strachey per la sua enorme impresa di curare e tradurre in inglese lopera omnia di Freud. Ancora, tra i maggiori contributi forniti dalla Tavistock Clinic di Londra, vi la psicoterapia medica di Michael Balint che inizi nel 1949 i suoi seminari di formazione. Il suo tentativo quello di comprendere lammalato nella sua totalit, di superare le scissioni indotte da un approccio settoriale: spesso lo specialista organico e quello psichico sono in competizione tra loro. Le due competenze andrebbero integrate. Il paziente deve essere trattato, in ogni momento, con un metodo psicologicamente corretto. Anna Freud e la Psicologia dellIo. La Freud si occupa delle funzioni dellIo. Il suo funzionamento, infatti, rimane ancora indefinito. Perch lIo deve opporsi alle funzioni che sono rette dal principio del piacere? Se lIo trae le sue energie esclusivamente dallEs, come pu svolgere una funzione antipulsionale? Come pu lIo essere coinvolto in processi patologici? Lanalisi dellIo sar ripresa e teorizzata da Anna Freud. Ella concorre a spostare lasse della psicoanalisi dalleconomia delle pulsioni e delle fantasie inconsce alla dinamica adattativa dellIo. Il campo che si dimostr pi produttivo fu quello della analisi infantile perch permise di cogliere molti dati e di confrontarli con quelli emersi dallanalisi con gli adulti. La psicoanalisi infantile suscit un vivace dibattito che ebbe due protagoniste di eccezione in Anna Freud e Melanie Klein. Gli psicoanalisti infantili riformularono un modello dellapparato psichico nel quale fossero privilegiati gli aspetti genetici e la prospettiva maturativa, invece che quelli strutturali propri della meta psicologia freudiana. Anna Freud fa propria lesortazione del padre di studiare le fantasie ad occhi aperti che avrebbero integrato linterpretazione dei sogni. I temi del lavoro di Anna Freud possono essere cos sintetizzati: i processi intermedi tra linconscio e il conscio (come la fantasia, il gioco, la creativit), il passaggio dal principio del piacere a quello di realt, laprirsi progressivo alle esigenze del mondo esterno. La sua teoria entra in contrapposizione netta con quella di Melanie Klein. Questa aveva sostenuto che lanalisi
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pu eliminare o ridurre i disturbi psichici del bambino ed aveva concluso auspicandone lestensione a tutti i bambini. Anna Freud, invece, limita lopportunit di una terapia infantile ai casi di vera e propria nevrosi infantile. Il rapporto che la psicoanalisi infantile deve intrattenere con la pedagogia individuato in alcuni punti fondamentali: critica dei metodi educativi in atto; ampliamento della conoscenza delluomo; approfondimento dei rapporti interpersonali tra bambini e adulti, educati ed educatori. Come terapia la psicoanalisi infantile deve preoccuparsi di riparare i danni inflitti al bambino nel corso del processo educativo. La migliore educazione la minor educazione. Le differenze tra lanalisi infantile e quella adulta, in sintesi, vendono a coincidere con la particolare modalit con la quale il bambino entra nel rapporto terapeutico. Non il bambino a decidere di intraprendere unanalisi ma gli adulti che se ne occupano. E spesso il bambino non consapevole di costituire un problema. Dei quattro elementi dellanalisi adulta individuati da Freud, Anna Freud ritiene che il pi facilmente trasferibile allanalisi infantile sia linterpretazione dei sogni perch i bambini non sono ancora giunti a svalutare lattivit onirica, come fa il razionalismo adulto. Anna Freud, inoltre, nel criticare la Klein, sottolinea linutilit per lanalisi del gioco infantile, in quanto esso egocentrico e solipsistico. Il bambino, ancora, non pu elaborare una nevrosi da transfert perch i rapporti parentali non sono per lui il passato da rivivere, ma la realt e il presente. Per Anna Freud, ad ogni modo, lideale sta nellanalizzare (separatamente) anche i genitori in modo da ottenere la loro collaborazione. Lideale di Anna Freud uno sviluppo armonico, dove siano minimizzati i conflitti tra mondo esterno e mondo interno e delle istanze psichiche tra loro. Il suo testo pi importante LIo e i meccanismi di difesa (1936). Il teso si occupa dei modi e dei mezzi con i quali lio respinge il dispiacere e langoscia. Questo compito richiede di assumere lIo come oggetto e come strumento di indagine. In alcuni la difesa si cristallizza, come aveva notato Reich, in una struttura caratteriale; in altri si stereotipizza nel sintomo. I meccanismi di difesa sono messi in moto dai tre tipi di angoscia che colpiscono lIo: di fronte alla morale, alla realt, alle pulsioni. Freud aveva individuato questi problemi in Inibizione, sintomo e angoscia considerando la rimozione, il meccanismo di difesa pi efficace e pi pericoloso in quanto richiede un costante impiego energetico. Altri meccanismi sono da Freud in diverse opere. Anna Freud li raccoglier in una sintesi coerente e vi aggiunger nuovi elementi. Essi sono: regressione, formazione reattiva, isolamento, rendere non avvenuto, proiezione, introiezione, volgere su se stessi, inversione nel contrario, sublimazione, negazione (nella fantasia, nelle parole, nellazione), la restrizione dellIo, identificazione con laggressore e una forma di ascetismo ed intellettualizzazione propria delladolescenza. Scopo dellIo quello di armonizzare le esigenze dellEs, del Super-io e del mondo esterno. Anna Freud, inoltre, elabora uno schema che definisce linfanzia nella specificit ed individua quattro settori: 1. Egocentrismo. La madre esiste solo in quanto risponde ai bisogni del bambino. 2. Immaturit apparato sessuale. Riporta le conoscenze sessuali a spiegazioni connesse con fasi pregenitali. 3. Debolezza del pensiero. Debolezza del processo secondario di fronte alla forza degli impulsi e delle fantasie. 4. Diversa valutazione del tempo. Gli impulsi dellEs sono per loro natura insofferenti ad ogni dilazione. Anna Freud mette a punto un insieme di scale evolutive e cerca, con il suo gruppo di lavoro, di costruire elementi che colgono, ad ogni livello di sviluppo, linterazione fra Es, Io, Super-io e le loro reazioni alle influenze ambientali. Vi sono alcune tappe fondamentali. Inizialmente lunit biologica madre bambino caratterizzata dal narcisismo. Solo in una seconda fase il neonato giunge a
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costituire un rapporto parziale con loggetto intermittente (seno), che esiste nel momento del bisogno e scompare in quello della saziet. Successivamente, loggetto viene interiorizzato ed ottiene una presenza psichica costante. I successivi periodi sono i medesimi descritti da Freud: fase fallico/edipica, di latenza, preadolescenziale, adolescenziale. Anna Freud molto attenta alla dimensione relazionale nella quale inscrive anche il rapporto che il bambino intrattiene con il proprio corpo. Levoluzione infantile non conosce linevitabilit e ovviet che normalmente si attribuisce ai processi naturali. Ogni fase possiede una patologia fisiologica. Ladolescenza in particolare si situa in una zona intermedia tra la salute e la malattia. Poich i dati da prendere in esame in fase diagnostica e prognostica si sono molto ampliati, il gruppo della Hampstead Child-Therapy, nel 1953, promosse un progetto noto come Indice Hampstead. LIndice costituito da una serie di categorie e da una struttura generale di classificazione atta a contenere la casistica. Il risultato una serie di schede che compendiano il caso del paziente, secondo un profilo, nel quale la diagnosi si distanzia dagli aspetti puramente sintomatici e si orienta verso le modalit genetiche, dinamiche, economiche e adattive della personalit del bambino. Anna Freud intende riportare la psicoanalisi alla sua specificit: alla diagnosi e alla terapia. Linteresse della psicoanalisi si progressivamente spostato dalla fase edipica a quella preedipica, arcaica, preverbale; cio al rapporto tra il bambino e la madre nei primi mesi di vita. La figura del padre, centrale nella elaborazione freudiana, divenuta marginale. Lanalisi del transfert diviene il luogo privilegiato di questa archeologia delle origini dove per il ricordo lascia il posto alla ripetizione, la verbalizzazione alla messa in atto. Freud considerava il transfert unesperienza che riattualizza il conflitto edipico. La ricerca psicoanalitica, precisa Anna Freud, ha dimostrato che molte capacit che si ritenevano innate sono invece acquisite nel corso dei primissimi scambi con la madre. Le due tendenze rilevate (ricerca teorica di tipo accademico e terapia esclusivamente) hanno prodotto un divario tra la meta psicologia e la cura, perdendo di vista lunit tra momento teorico ed applicativo, caratteristico della psicoanalisi. Le attuali ricerche prediligono la prospettiva genetica esasperandola nella ricerca delle origini. LA PSICOLOGIA DI HEINZ HARTMANN. Diversi autori vanno sotto la comune etichetta di psicologi dellIo. I loro nomi sono noti: Heinz Hartmann, Ernst Kris, Rudolf Loewenstein, David Rapaport. Ora, mentre lo psicoanalista europeo un professionista isolato, agli psicoanalisti americani fu offerta la possibilit di lavorare in grande associazioni culturali. Nello stesso tempo vennero investiti da richieste sociali, di tipo psicodiagnostico, volte non solo a individuare i quadri patologici classici, ma anche a selezionare e orientare gli individui in base alle richieste della societ. La psicoanalisi viene definita scienza naturale dello psichico. E evidente che si smarrisce in tal modo la specificit di una disciplina che si fonda empiricamente su uno scambio di parole. Hartmann tenta una risposta complessiva ai problemi inerenti il funzionamento dellIo, che si presenta come un completamento della meta psicologia. Il termine chiave di questa fondamentale trasformazione il concetto di adattamento. Ladattamento consiste in una situazione di equilibrio tra organismo e ambiente. La psicoanalisi si configura come un sapere provvisorio in vista di una psicofisiologia generale. Lambiente diviene qui un contenitore neutrale, analogo allhabitat naturale. Ladattamento si realizza prevalentemente come modificazione del soggetto. Ci che qui viene meno la situazione conflittuale secondo la quale Freud aveva descritto le dinamiche intrapsichiche e interpsichiche. Il predominio del principio di piacere viene sostituito da quello di realt, secondo il quale lindividuo valuta obiettivamente le esigenze del mondo esterno e fornisce risposte adeguate. Per Hartmann lIo una istanza autonoma che utilizza unenergia propria alla quale si aggiunge
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ulteriore energia neutralizzata. LIo conserva il compito di far da argine alle pretese dellEs. Hartmann gli attribuisce anche una serie di funzioni che denomina interessi dellIo, finalizzati allautorealizzazione e allautoaffermazione del soggetto e svincolati dalleconomia pulsionale. Hartmann rifiuta di basare tutto il funzionamento psichico sul conflitto. Gli interessi dellIo sono tenuti al riparo dalle influenze del narcisismo. SISTEMATIZZAZIONE E FORMALIZZAZIONE DELLA PSICOANALISI: DAVID RAPAPORT E ERNST KRIS. Mentre Freud, mantenendo costante la tensione tra ipotesi ed esperienze, mirava a elaborare una teoria, Rapaport, privilegiando la coerenza logica, costruisce un sistema. Egli trasforma la concettualizzazione freudiana, mobile e aperta, in un insieme di strutture cognitive fisse. A Kris si devono alcune riflessioni sul concetto di osservazione. Losservazione non finalizzata allindividuazione della patologia, ma volta alla formulazione di una previsione di sviluppo che tenga conto anche delle capacit adattive del bambino e delle potenzialit adattive del bambino e delle potenzialit auto curative insite nella maturazione infantile. La psicoanalisi cos si apre alla previsione del futuro, propria delle scienze sperimentali. Kris, inoltre, consider la sublimazione una via importante per la comprensione dellattivit artistica che sent prossima alla magia. Egli, rifacendosi al saggio di Freud Il motto di spirito, pose in evidenza non tanto i contenuti quanto il lato formale, costruito dellopera darte, leffetto codice che agisce in essa, la sua caratteristica di testo relativamente autonomo rispetto allautore. Secondo Kris la differenza tra lartista e il nevrotico che il primo ha la capacit di operare una regressione al servizio dellIo, l dove il secondo si trova in preda a dinamiche incontrollate. Egli indag i motivi che stanno alla base della leggenda dellartista individuando i temi tipici che informano la tradizione aneddotica di molti paesi. Le costanti biografiche vengono interpretate come reazioni universali di fronte al mistero della creazione artistica. Lallievo di Kris, E. H. Gombrich, cerca di spiegare lopera darte attraverso certe costanti figurative. ERIK ERIKSON: FUNZIONE SINTETICA DELLIO ED EVOLUZIONE SOCIALE DELLUOMO. Erikson accetta la centralit dellIo senza ricorrere mai alla sua presunta autonomia funzionale. LIo, inteso come principio di sintesi, connette le diverse parti del mondo interno tra di loro e con la realt esterna. Egli reintroduce la clinica e valorizza la funzione costitutiva dei rapporti oggettuali, descritti nella concretezza della societ e della storia, anzich nella staticit naturalistica di Melanie Klein. Erikson appare pi vicino alle posizioni di Anna Freud, al suo tentativo di salvaguardare la specificit del campo psicoanalitico. Egli conserva, del modello freudiano, la centralit dello sviluppo sessuale, integrandolo per in un pi vasto schema di evoluzione psicosociale finalizzata a conseguire ladattamento nella relazione individuo/ambiente, dove lambiente inteso in senso storico sociale. Leducazione intesa come una operazione di sintesi e di conciliazione delle contraddizioni culturali di un gruppo sociale. Dopo quello di Io, l identit un altro concetto portante della teoria eriksoniana. Lidentit esprime soprattutto una funzione di sintesi tra le diverse parti della personalit, soggette a una evoluzione diacronica. Il senso di identit sorge come concordanza tra linteriorit e lesteriorit del S. La discrepanza tra le due istanze viene superata con lacquisizione di uno stile personale. La capacit di sintetizzare limmagine che ho di me stesso con quella che mi rimandano gli altri provoca un vissuto di autenticit e di spontaneit. Erikson elabora uno schema dello sviluppo umano diviso in otto tappe. 1. Contrapposizione fiducia/sfiducia. E decisiva la qualit del rapporto orale che si instaura con il primo oggetto damore. 2. Contrapposizione autonomia/vergogna e dubbio. E contrassegnata dallo sviluppo muscolare. E un dilemma che sorge in coincidenza con leducazione sfinterale, tra il trattenere le feci ed espellerle.
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3. Contrapposizione iniziativa/colpa. Mentre il maschio si lancia alla conquista dello spazio esterno, la femmina agisce prevalentemente delimitando e organizzando uno spazio chiuso. In questa fase il complesso edipico attiva sessualit e aggressivit e il bambino cade in preda a sensi di colpa per azioni agite o solo fantasticate. 4. Contrapposizione industriosit/inferiorit. Qui descritta la latenza. Il bambino impara a padroneggiare oggetti e ogni fallimento gli provoca sentimenti di inferiorit. 5. Contrapposizione identit/dispersione. E la fase delladolescenza. Le conquiste delle fasi precedenti sono messe in discussione. Lidentit non pi la somma delle identificazioni infantili ma coincide con la loro ricomposizione. 6. Contrapposizione isolamento/intimit con se stessi e intimit con altro sesso. Uno dei principali contributi di Erikson riguarda il problema della crisi dellidentit adolescenziale. Soltanto quando stato raggiunto un sufficiente senso di identit possibile sperimentare lintimit con se stessi e con laltro sesso. Anche questa esperienza non va esente da timori e la reazione pu essere quella di sfuggire alla dipendenza e al sacrificio pulsionale nellisolamento. 7. Contrapposizione generativit/stagnazione. Sono questi gli anni della procreazione. Alternativa esistenziale dove da una parte sta la realizzazione di un compito biologico e un attesa sociale, dallaltra la chiusura narcisistica su di s. 8. Contrapposizione integrit personale/isolamento. Lidentit dellIo supera la dimensione della storia individuale per farsi solidariet umana e senso della propria appartenenza storica. Erikson considera il problema dellidentit grave ed urgente nella societ americana, una societ in rapida trasformazione che propone allindividuo ideali contraddittori come la migrazione e la sedentariet, lindividualismo e la convenzionalit, la competitivit e laltruismo. La psichiatrizzazione della societ, iniziata con la diffusione delle nevrosi da guerra, aveva indicato nella figura della tipica madre americana (mom) la causa del diffuso disagio giovanile. Erikson riprende questa figura della ginecofobia statunitense e dimostra come quella che sembra un carnefice sia in realt una vittima su cui sedimentano le conflittualit di un sociale che privilegia le contraddizioni dellindividualismo alla costruzione di rapporti integrati e integranti. Identit sociale e identit individuale sono funzioni complementari, come dimostra unaltra figura familiare cruciale, quella del padre di famiglia tedesca allavvento del nazismo. (287-292) La psicologia del S. Qui il termine psicologia intende sottolineare il progetto, analogo a quello della Psicologia dellIo, di una scienza generale dello psichico. Vi emergono attributi che spostano lIo da una posizione prevalentemente intrapsichica (seconda topica) a una posizione interpsichica. Nel modello di Hartmann si visto che questi mette in rapporto lIo con lambiente esterno, con i suoi oggetti, tra i quali colloca lIo stesso nella forma riflessa del S. Fairbain considera il mondo interiore della sua paziente non una dimensione astratta in cui agiscono forze impersonali, ma un teatro privato dove vivono i personaggi costituiti dalla interiorizzazione delle prime relazioni oggettuali. Fairbain considera loggetto non un mezzo, ma un fine. La libido si definisce non come ricerca del piacere, ma delloggetto. Fairbain propone una teoria evolutiva centrata sulla dipendenza degli oggetti. La dotazione del bambino consiste originariamente in un Io unitario, destinato a scindersi nel corso delle vicende oggettuali. Il bambino incontra oggetti buoni e oggetti cattivi. Di fronte ai cattivi oggetti interiorizzati, il bambino ricorre alla difesa pi elementare, la rimozione. Il processo di rimozione (spostamento nellinconscio) porta con s le parti di Io legate agli oggetti in questione. Poich ogni oggetto ambivalente, composto da una parte accettante e una parte rifiutante, anche lIo rimosso si
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scinde in due parti: luna libidica e laltra aggressiva, denominata questultima sabotatore interno. Alla triade freudiana di Io, Es e Super-io, Fairbain sostituisce tre strutture egoiche corrispondenti allIo centrale e a due Io sussidiari, libidico e sabotatore, prodotti dalle vicissitudini delle prime relazioni oggettuali. Lopera di Bruno Bettelheim caratterizzata dallintreccio fra teoria e prassi. Nella prima fase egli utilizza come modello teorico quello fornito dalla Psicologia dellIo di Anna Freud. Prima di capire i bambini, bisogna capire se stessi, afferma. Bettelheim teme che le diffuse teorie sulla dipendenza infantile e la consuetudine delle madri di prevenire ogni richiesta del lattante, finiscano con linibire la capacit del bambino nel chiedere aiuto. Egli si reca in Israele per studiare le modalit collettive di allevamento dei bambini nei Kibbutz. Egli scopre che, vivendo una esistenza collettiva, il bambino evita molte delle crisi esistenziali descritte da Erikson. Ma questo ha il suo prezzo in termini di impoverimento della identit personale, della intimit emotiva e della autorealizzazione individuale. Uno dei contributi pi importanti dellesperienza di Bettelheim lattenzione costante per il corpo e le sue funzioni, considerate come momenti essenziali della socializzazione infantile. Nel caso di problemi psichici, egli ritiene che il sintomo vada affrontato l dove si manifesta. Sempre convinto che la comprensione degli altri poggi sulla comprensione di s, Bettelheim fa appello alla sua terribile esperienza di prigioniero nei campi di concentramento nazista. Tra i prigionieri ve ne erano alcuni che reagivano alla situazione abnorme nella quale si trovavano, e che sentivano immodificabile, rinunciando alla loro stessa umanit e rifugiandosi nella psicosi. I bambini autistici, analogamente, si ritraggono dalla realt prima che la loro umanit possa realmente vedere la luce. Quali esperienze disumane li hanno respinti dal mondo? Per provocare una psicosi, le angosce fantasmatiche, che caratterizzano la vita neonatale, devono aver trovato conferma nel mondo reale. La cura consiste nel raggiungere il bambino l dove si trova e nelloffrirgli un mondo totalmente diverso da quello che, nella sua disperazione, ha abbandonato. Il metodo ortogenetico, prossimo per questi aspetti alla proposta di Rogers, non una tecnica ma un atteggiamento interiore verso la vita, verso gli altri e, in primo luogo, verso se stessi. Limpresa pi importante portare lo psicotico ad attribuire un significato alla propria esistenza. Non un significato astratto, moralistico, ma una concreta soluzione ai suoi problemi. Uno dei modi pi concreti per comunicare a questo livello con linfanzia costituito dai racconti di fiabe. La fiaba raggiunge il bambino dove realmente si trova nel suo essere emotivo e gli d la possibilit di rappresentare le pressioni dellEs. Bettelheim sottolinea come anche la lettura non debba mai essere intesa come una tecnica. Non bisogna dimenticare che esiste linconscio e che i processi inconsci svolgono una funzione fondamentale nella determinazione dei comportamenti umani e perci anche nellapprendimento della lettura. Educare significa prima di tutto amare il bambino ma lamore non si impara, si conquista soltanto realizzando se stessi insieme agli altri. Una completa teoria delle psicosi, che si traduce in un modello del funzionamento mentale generale, la si avr con Silvano Arieti. Egli pone al centro della sua riflessione il S come nucleo della coscienza autoriflessiva. I sentimenti, le idee, le scelte e le azioni delluomo raggiungono il suo pi alto sviluppo nella reciprocit sociale, ma iniziano nellintimit del S cosciente. Vi sono diversi S e immagini di s a seconda dello stadio di sviluppo. Lintento di Arieti quello di mostrare lintima correlazione esistente fra i processi cognitivi e quelli affettivi. Sono i primi che determinano la persistenza di stati danimo altrimenti episodici. Ad esempio, sono i pensieri che trasformano una paura momentanea in unangoscia simbolica prolungata oppure una collera improvvisa in un odio freddo e calcolato. Arieti elabora un modello evolutivo a tre livelli: filogenetico, ontogenetico e microgenetico. Per livello microgenetico intende quello capace di spiegare un modello psicologico. Nel suo ambito il rapporto
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con loggetto non contempla (come per Fairnban) lesistenza di una cosa, ma semplicemente la ricezione di uno stimolo. Tutto ci che accade tra lindividuo e il soggetto viene sperimentato allinterno dellorganismo. Lapporto pi importante costituito dalla individuazione di un processo terziario. Per Arieti, il fine delluomo non ladattamento n, come per i culturalisti, lautorealizzazione, ma una meta che trascende la realt e le potenzialit individuali: lespansione del S. Essa non dipende dalle nostre dotazioni innate ma dal loro superamento nella creativit. La creativit la capacit di far interagire i processi primari con quelli secondari ricavandone un risultato nuovo rispetto ad entrambi. La creativit si manifesta in una molteplicit di esperienze che vanno dallintuizione dello schizofrenico al successo sociale, dalla produzione dellartista alla scoperta dello scienziato. I tre processi descritti da Arieti permettono di inscrivere le anomalie del pensiero schizofrenico allinterno di un sistema che comprende e valorizza gli scarti della logica aristotelica. In Arieti il S ha una posizione centrale, un funzionamento articolato ma non costituisce ancora unistanza autonoma come avverr nella teoria di Kohut. Carl Rogers, noto per la sua terapia centrata sul cliente, uno psicologo americano che ha ricevuto una preparazione prevalentemente pedagogica. La sua teoria poggia sulla convinzione della positivit dello sviluppo umano. La personalit possiede innate tendenze allintegrazione, allattuazione di s, alla relazione con gli altri. Lunit della personalit non strutturale ma dinamica e pu essere colto solo nel divenire, nel mutamento. Ma il mutamento spesso impedito dalla paura del nuovo. La cura lincontro tra due uomini: il terapeuta e il paziente. Il modello di Rogers conserva il suo valore storico che consiste nellaver denunciato ogni tecnicismo e nellaver spostato lattenzione dal sintomo al rapporto interpersonale. La convinzione di Rogers che le convenzioni sociali, sedimentate in ruolo, incapsulino lIo impedendogli la sua naturale evoluzione condivisa da Jacob Moreno, medico viennese appassionato di teatro. Questi elabora una teoria (sociometria) ed una tecnica precisa (sociodramma). Moreno definisce la sociometria come la disciplina che persegue unindagine metodica sullo sviluppo e sullorganizzazione dei gruppi. La sua teoria poggia su tre basi: 1. Ipotesi della spontaneit creativa come forza propulsiva; 2. Fiducia nei compagni umani; 3. Ipotesi di una comunit basata su questi principi e realizzabile mediante tecniche nuove. La spontaneit creativa, soffocata nel ruolo sociale, pu essere recuperata per mezzo dellazione scenica. Nel sociodramma il vecchio divano dello psicoanalista stato sostituito dal teatro della spontaneit. Recitando pi ruoli, il paziente realizza la possibilit di portare alla luce anche le sue fantasie pi represse. In America il tema del narcisismo venne riattivato dalla constatazione che la personalit pi diffusa organizzata secondo una economia narcisistica. Freud aveva descritto un narcisismo primario (autoerotico e indistinto) e un narcisismo secondario provocato dalla dinamica di investimento di energie dellEs sullIo. Quando lIo infantile sufficientemente forte, pone se stesso come oggetto privilegiato dellEs e sottrae in suo favore cariche libidiche legate agli oggetti. Heinz Kohut coniug la dimensione sociologica con quella psicologica. La sua formazione psicoanalitica ma la sua elaborazione se ne allontana progressivamente. Per Kohut necessario introdurre nella psicoanalisi classica una Psicologia del S. Luomo sta cambiando cos come cambia il mondo in cui vive. La societ americana degli anni 70 gli appare molto lontana dallEuropa di Freud e dei suoi primi seguaci. La solitudine del bambino di oggi, secondo Kohut, provoca, invece della tradizionale patologia edipica,una nuova malattia del S, un disturbo narcisistico pi o meno intenso della personalit. Il S colto, in forma rudimentale, sin dalla nascita, perch il bambino viene
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considerato dalla madre e da tutte le persone del suo ambiente come dotato di un S. Come lorganismo neonatale ha bisogno dossigeno, la psiche ha bisogno doggetto. Lempatia con la quale loggetto/madre accoglie le richieste infantili sovraccarica il S del bambino di un investimento narcisistico essenziale. Da questo potenziamento del S derivano le configurazioni del S grandioso e della imago parentale idealizzata. Kohut sostiene lesistenza di due linee evolutive separate, una per il narcisismo, laltra per le relazioni oggettuali. Qualora manchi la corrispondenza empatica, lo sviluppo infantile si fissa e il bambino, invece di sperimentare la gioia del S intero, si disintegra e si cristallizza in modo difensivo in un frammento della sua esperienza psicologica. I disturbi pulsionali dellIo sono la conseguenza del crollo prematura di un S grandioso arcaico. La prima teoria di Kohut sembra colpevolizzare il narcisismo, considerarlo come un fallimento esistenziale ed una responsabilit. Egli postula, accanto allasse evolutivo che va dallautoerotismo al narcisismo e allamore oggettuale (secondo la dottrina freudiana), una linea di sviluppo che porta dallautoerotismo al narcisismo e a forme pi elevate di narcisismo. Inizialmente Kohut prevedeva la coesistenza di due metodi terapeutici: quello classico, interpretativo, per le patologie vertenti sul conflitto edipico, e quello dellanalisi del S, empatico, per le patologie narcisistiche. Progressivamente la prima alternativa scompare e non rimane che la terapia centrata sulla accettazione e sulla ricostruzione del S frammentato. Otto Kernberg utilizza, per le sue teorie, le ricerche cliniche della Jacobson e della Mahler, che sostengono lintima connessione tra linvestimento del S e delloggetto. Lesigenza di elaborare una nuova prospettiva teorica sorge dalla terapia dei casi borderline, posti in una situazione intermedia tra la nevrosi e la psicosi. Kernberg si imbatte in pazienti che presentano, al contempo, simboli di debolezza e di rigidit dellIo. Essi esprimono diversi stati dellIo, talora contraddittori, senza che questo generi conflitti. Kernberg scopre che ogni stato caratterizzato da una relazione oggettuale interiorizzata ma non metabolizzata. Ogni relazione costituisce una unit dove coesistono una rappresentazione delloggetto, una rappresentazione di S ed uno stato affettivo corrispondente. Lidentit dellIo il massimo livello raggiunto dai processi di interiorizzazione ed rappresentato dalla correlazione sintetica di S e del mondo. Le relazioni oggettuali, una volta interiorizzate, vengono spersonalizzate, riplasmate nelle strutture dellIo, del Super-io e del S. La scissione che inizialmente lIo opera tra interiorizzazioni buone e cattive, ove non venga superata, la principale causa di debolezza dellio stesso. Parallelamente a questo modello evolutivo che integra S, relazioni oggettuali e valente affettive, Kernberg ricostruisce una mappa molto articolata e graduata delle patologie. La teoria di Kernberg appare pi funzionale ad una terapia di sostegno che a un intervento psicoanalitico in senso classico. Bla Grunberger non accetta la teoria di Hartmann dellautonomia dellIo ma condivide invece quella del S come polo dellinvestimento narcisistico. Per lui il narcisismo unistanza provvista di una sua autonomia e specificit. Corrisponde a un vissuto di unicit, di pacificazione, di soddisfacimento privo di bisogni che stato sperimentato nel corso della vita prenatale e che Grunberger denomina elazione. Lelazione non un mito ma lesperienza pi profonda e la maggior aspirazione del soggetto: il suo passato e la sua utopia. La difficolt consiste nel connettere questo stato di quiete con la dialettica degli oggetti e la conflittualit delle pulsioni. Il narcisismo infatti inalterabile, atemporale; ci che evolve lIo che, ad ogni tappa del suo sviluppo, deve ricevere il contrassegno narcisistico che gli permette di riconoscere la continuit nel cambiamento. Grunberger ritiene che la nascita spezzi prematuramente lo stato di narcisismo primario e che le cure materne servano a reintegrarlo finch gli apparati del bambino non sono pronti ad affrontare lo sconvolgimento indotto dalle pulsioni e dalla realt oggettuale. Egli strappa il narcisismo alla condanna moralistica che lo
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accompagna idealizzandolo in una polarit totalmente positiva. La contrapposizione, anche freudiana, tra narcisismo e altruismo per lui effetto della morale cristiana. Lideale narcisistico, al contrario, profondamente religioso in quanto fa coincidere la situazione del feto con quella di Dio. Scopo della terapia non quello di aiutare coloro che si amano ad amarsi meno ma ad amarsi meglio, diminuendo lo scarto tra lIo e il suo modello ideale. Fare del periodo fetale unutopia permette di inserire nella teoria psicoanalitica il principio di morte (come ritorno allo stato originario) depurandolo per delle componenti depressive a favore di quelle consolatorie, un mito che si riveste di svariati orpelli di scientificit. La Psicologia del S cerca di costruire un modello adeguato alle nuove domande che si presentano come richieste di adattamento e di integrazione sociale. Lo psicoterapeuta, nella figura dello psichiatra libero professionista, le accoglie e fornisce loro una risposta efficace ed efficiente. Negli Stati Uniti va segnalato Thomas Szasz, una voce che si lever contro il tecnicismo psicoterapeutico. Egli accusa le psicoterapie di svolgere una funzione di tranquillanti sociali. La malattia mentale, alla luce di unindagine critica, si rivela solo un mito. Con questo termine, mediato dalla epistemologia di Popper, Szasz intende una credenza ascientifica, unillusoria evidenza. Melanie Klein e il teatro dellinconscio. Quando la Klein fa il suo ingresso sulla scena psicoanalitica, Freud ha elaboratola sua definitiva proposta teorica: dualit delle pulsioni di vita e di morte e la seconda topica. Oltre a Freud, suoi maestri saranno Ferenczi, dal quale medi il concetto di introiezione, ed Abraham, che aveva analizzato le fasi pregenitali dello sviluppo e in particolare la fase orale. Mentre Freud aveva descritto leconomia dellinconscio come dinamica pulsionale, Melanie Klein organizza la vita psichica intorno al rapporto con loggetto, privilegiando lasse relazionale rispetto a quello intrapsichico. Mentre ledificio freudiano poggiava sul concetto di rimozione, quello kleiniano si fonda sui concetti di scissione e di identificazione proiettiva. Prima esistevano precedenti alluso di giocattoli, ma solo la Klein teorizza che questo non un surrogato, ma esattamente lanalogo delle libere associazioni degli adulti. Il gioco esprime un significato simbolico che pu e deve essere interpretato. In questo tipo di analisi molto importante lambiente terapeutico, che deve essere distinto dallabitazione del bambino, lontano dai genitori, arredato in modo semplice e funzionale e dotato di un lavabo per i giochi con lacqua. I problemi infantili nascono da un Super-io troppo esigente e ci indipendentemente dai genitori reali. Sono le immagini arcaiche, filogenetiche, le imago, a svolgere una funzione determinante. Solo in un secondo tempo il bambino giunge a rendersi conto che le sue pulsioni non si rivolgevano solo contro i fantasmi interiori ma investivano gli oggetti reali. Langoscia non paura di un pericolo esterno, ma la reazione provocata dalla incapacit di far fronte a bisogni e impulsi interni. Il compito del terapeuta kleiniano di consegnare al bambino le sue potenzialit espressive. La Klein considera lanalisi il luogo della rappresentazione dei primi conflitti infantili, conflitti che non coinvolgono tanto i genitori reali quanto fantasmi remoti, che sopravvivono in quellaltrove che linconscio kleiniano. Per Melanie Klein esiste un Io estremamente precoce che, gi alla nascita, capace di provare angoscia, di usare meccanismi di difesa, di stabilire rapporti oggettuali primitivi nella fantasia e nella realt. Linconscio kleiniano una dimensione dinamica nella quale preesistono oggetti indipendenti dagli apporti percettivi del mondo esterno. Sono formazioni fantasmatiche, preverbali, finalizzate a orientare gli impulsi istintuali. Ad esempio, limpulso alla nutrizione organizzato intorno a una imago di mammella che preesiste alla scoperta del seno reale ma che interagisce con esso.
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La fantasia inconscia non solo sostitutiva della realt (come nella teoria freudiana dellappagamento allucinatorio) ma ha una funzione strutturante il mondo esterno e il mondo interno. LIo primitivo quindi animato dalle energie istintuali suddivise in libidiche e aggressive, ha due direzioni di scarica, verso linterno e verso lesterno, ed costituito dallinsieme degli oggetti fantasmatici dellistinto, oggetti parziali come il seno, il pene, le feci. LIo qui una istanza poco integrata che pu ricorrere alla scissione di s e del mondo quando langoscia si fa insopportabile. Questa modalit di organizzazione dellIo in certa misura normale viene descritta da Melanie Klein in termini di posizione schizo/paranoide. Secondo la Klein, lIo preda sin dalla nascita dellistinto di morte. Per fronteggiare langoscia che tale istinto provoca, in parte viene proiettato verso lesterno, in parte costituisce una riserva interna di aggressivit. Loggetto esterno (il seno), investito della pulsione di morte, diviene un oggetto cattivo e persecutorio. Limpulso sadico di morderlo si trasforma cos nella paura speculare di essere divorato. Se per difendersi il neonato attiva il meccanismo di introiezione, sar invaso dallangoscia di essere deprivato dei suoi contenuti buoni ad opera di un aggressore interno. Loggetto cattivo, in quanto investito di impulsi sadico/orali, viene frammentato in una molteplicit di parti persecutorie. Anche listinto di vita viene scisso: la parte proiettata sul seno buono ne fa un oggetto ideale, quella rimasta in s viene utilizzata per stabilire il rapporto amoroso. Loggetto parziale seno, intorno a cui si organizza la dinamica della fase schizo/paranoide, quindi esterno e interno, buono o cattivo, incorporato e proiettato, unitario e frammentato. Solitamente accade che: le parti delloggetto del s buono vengono introiettate, le parti del s e delloggetto cattivo vengono proiettate. In tal modo lIo scinde e sperimenta una situazione schizoide. Nello stesso tempo vive langoscia di essere distrutto dagli oggetti cattivi, angoscia di tipo paranoide (quando loggetto esterno), ipocondriaco (quando loggetto interno). Gli oggetti ideali e persecutori formano le radici del super-Io. Nel caso che questa organizzazione primitiva dellapparato psichico divenga rigida e permanente (fissazione), il soggetto funziona in modo psicotico. In questa fase di sviluppo o in questa posizione, le relazione oggettuali si basano sulla identificazione proiettiva, una fantasia onnipotente per cui parti non desiderate di s e degli oggetti interni possono essere scisse, proiettate e controllate nelloggetto esterno. Il meccanismo dellidentificazione proiettiva sta alla base del delirio psicotico di essere unaltra persona. Il processo di scissione permette allIo di emergere progressivamente dallindistinzione originaria e di ordinare la realt esterna secondo due categorie elementari (buono e cattivo). Lidealizzazione delloggetto persiste nello stato di innamoramento, nel piacere estetico, nella costruzione di ideali e di valori. Esiste anche il caso che, nonostante lambiente favorevole, il bambino sia impedito nella sua evoluzione. Uno di questi fattori di perturbazione linvidia che viene sperimentata sin dalla prima infanzia. Si tende a confondere linvidia con la gelosia. Linvidia molto pi precoce. La gelosia si fonda sullamore e tende al possesso delloggetto amato e alla rimozione del rivale, mentre linvidia una relazione a due che investe loggetto per qualche suo possesso o qualit. Linvidia viene manifestata nei confronti di oggetti parziali. Il desiderio che il bambino prova per il suo oggetto vitale si pu ammantare di aggressivit sino a perseguire la sua distruzione. Si ha allora il vissuto inconscio di bramosia. Se linvidia troppo intensa non permette i processi schizo/paranoidi e proibisce il riconoscimento delloggetto ideale. Lindividuo si sente allora solo. Nellevoluzione normale allinvidia si contrappone la gratitudine, loggetto ideale diviene parte dellIo e ne accresce la capacit di amore. Tratti di invidia rimangono sempre ed animano la rivalit non distruttiva. Il bambino, poi, diviene capace di riconoscere la madre come una persona intera. Prima la madre era seno, occhi, bocca, mani. Ora un oggetto intero che pu essere presente o assente, buona o cattiva. La madre unificata assomma in s le caratteristiche prima scisse della bont e della cattiveria
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e diventa un oggetto ambivalente. Nello stesso tempo il bambino scopre che la madre non esiste solo in funzione dei suoi bisogni ma ha una vita autonoma. Mentre teme di perderla, si sente impotente a trattenerla e si riconosce totalmente dipendente da lei per la sua sopravvivenza. Dipendenza e impotenza provocano linsorgere della posizione depressiva. Nella posizione schizo/paranoide la maggior angoscia consisteva nella distruzione dellIo da parte degli oggetti cattivi, nella posizione depressiva langoscia sorge dal timore che i propri impulsi aggressivi distruggano loggetto amato. In questa fase il bambino diventa consapevole di s e dei suoi oggetti, comincia a distinguere la realt esterna da quella interna. Se giunge a questo stadio di integrazione avr evitato il rischio della psicosi che si instaura soprattutto sulla cerniera tra la fase schizo paranoide e quella depressiva. Accanto alle difese riparative esistono quelle maniacali che consistono nella negazione dellangoscia depressiva e della colpa. Il rapporto maniacale con gli oggetti caratterizzato da tre sentimenti: dominio, trionfo, disprezzo. Man mano che il bambino sperimenta la permanenza delloggetto, sente di procedere verso lindipendenza confortato da un oggetto positivo interno che arricchisce il suo Io e lo rende capace di abbandonare le fantasie di onnipotenza per laccettazione della realt. La posizione depressiva per non mai superata una volta per tutte. Ambivalenza, angoscia, colpa, privazione e lutto sono sempre latenti e qualsiasi perdita della vita li riattiva. Melanie Klein non ritiene che il conflitto edipico insorga nel corso della fase fallica. La sua concezione dei fantasmi inconsci, che preesistono a qualsiasi esperienza, rende inutile interrogarsi sullinizio di situazione che sono coestese alla vita stessa Nel patrimonio istintuale del neonato compresa una rappresentazione arcaica della coppia parentale. Si tratta di una figura il cui contenitore femminile e possiede dentro di s il padre, il pene, il seno, i bambini. Essa poi si differenzia in una coppia strettamente unita in uno scambio di gratificazioni orali, anali, uretrali, genitali. Il piccolo reagisce aggredendo i rivali con tutti i contenuti del suo corpo. Si tratta di una fantasia di onnipotenza volta ad annientare la coppia parentale che viene introiettata e sentita come parte del proprio mondo interiore. Inoltre, entrambi i sessi provano, nei confronti dei genitori, desideri omo ed eterosessuali, a seconda che la libido assuma forma attiva o passiva, si rivolga al padre o alla madre. Ad un certo punto, il bambino scinde la coppia parentale nei suoi due componenti e si atteggia in modo diverso a seconda della sua identit sessuale che, progressivamente, si definisce. Inizia cos lEdipo descritto da Freud nel modello di amore per il genitore di sesso opposto e di rivalit per il genitore dello stesso sesso. Accanto alla forma dominante persistono tracce del suo contrario, lEdipo negativo. Il Super-io fatto anche delle figure parentali introiettate. E perci importante che il bambino impari a distinguere tra realt esterna e realt interna. A questo punto muta il rapporto con gli oggetti: scissione e proiezione (con i loro effetti di persecuzione ed idealizzazione) lasciano il posto a una discriminazione pi obiettiva. Il concetto di posizione depressiva, le dinamiche riparative e il riconoscimento simmetrico della realt esterna ed interno servono a Melanie Klein per avanzare una teoria estetica. Lopera darte finalizzata alla ricreazione degli oggetti damore perduti e si fonda dunque sulle esperienze di colpa e di lutto. A differenza del nevrotico, lartista in grado di sopportare e di ricreare una produzione che risponde a due requisiti: di essere conforme alla realt interiore e di accettare tutti i vincoli imposti dalla realt esteriore. Il piacere estetico, suscitato dalla fruizione dellopera darte deriva dal rivivere inconsciamente lesperienza creativa dellartista, dal condividere il suo mondo interno. (Vegetti Finzi, 323).
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La psicoanalisi di Melanie Klein pu essere considerata implicitamente morale in quanto organizzata come unascesa dalla follia, malattia, morte, solitudine e malvagit della nascita alla genialit, armonia, comunicativit, creativit della maturit. Donald Meltzer, uno dei maggiori rappresentanti della scuola kleiniana, persegue nelle sue opere un serrato confronto tra Sigmund Freud e Melanie Klein. Non si tratta per di raccordare tra di loro due sistemi conclusi, due tecniche codificate, ma di sperimentare nellambito della singola esperienza clinica il loro valore esplicativo e applicativo. Egli non solo acquisisce nuovi ambiti di esperienza ma produce anche nuovi apporti di teoria. Il frammento di teoria rimane strettamente connesso al segmento di analisi senza che impegni a ridiscutere il modello meta psicologico complessivo. Meltzer ci restituisce, in frammenti di rara efficacia, il mondo interno dei suoi pazienti, bambini affetti da precoci turbe affettive, borderline e psicotici, utilizzando il loro lessico per linterpretazione. Si costituisce cos un gergo infantile o psicotico con il quale la psicoanalisi non solo d voce al suo oggetto (linconscio) ma anche costruisce i suoi schemi esplicativi. Roger Money-Kyrle, uno dei pi autorevoli esponenti della scuola kleiniana, alla sua formazione analitica accompagna studi antropologici e filosofici. Egli sviluppa due filoni di ricerca: luno approfondisce lidea di imago innate nel senso di definirle in termini biologici ed etologici; laltro indaga sulla funzione etica della psicoanalisi. Egli, ad esempio, si interroga sullacquiescenza delle masse proletarie di fronte al predominio nazifascista cos contrario ai loro interessi reali. Una interrogazione che riattiva i temi dellaggressivit e della colpa. Appaiono essenziali nel suo modello evolutivo gli stadi preverbali ove predominano le componenti innate della conoscenza che saranno confrontate, modificandosi, con la realt sociale. Conoscere la propria storia affettiva, rintracciare gli effetti di questa storia nella costruzione della nostra immagine del mondo , per Money-Kirle, unimpresa conoscitiva ed etica al tempo stesso in quanto rappresenta lunico modo per controllare i residui psicotici e deliranti che deformano la realt ed allontanano dalla verit. Riflettendo sulla storia del Movimento psicoanalitico, egli individua, in base alla concezione della malattia mentale, tre tappe: nella prima epoca la malattia mentale appare come il risultato di inibizioni sessuali, nella seconda epoca la malattia mentale considerata effetto di un conflitto morale inconscio, nella terza epoca (dal 1960) il paziente, clinicamente malato o meno, soffre di fraintendimenti e di deliri inconsci. La psicoanalisi kleiniana si present subito come un corpus teorico particolare da accettare o respingere. In Melanie Klein la fantasia svolge la fantasia svolge un ruolo prioritario e determinante. Anche Freud aveva parlato di fantasmi originari, un patrimonio trasmesso filogeneticamente che organizza la vita fantastica del soggetto, ma lo aveva considerato uno schema inerte senza lapporto dellesperienza. Per Melanie Klein la fantasia inconscia si inscrive nella biologia e, come tale, preesiste e rimane parzialmente indipendente dai processi psichici successivi. Se la metapsicologia freudiana sempre consapevole di operare su di un piano metaforico, per Melanie Klein i contenuti del pensiero inconscio (i fantasmi) hanno la concretezza delle cose. La griglia fantasmatica tende a prevalere sulla realt esterna deformandola. Questo filtro a priori cos potente che lambiente diviene insignificante di fronte ai processi psicologici. Le relazioni oggettuali reali (la madre, il padre, i fratelli) non sono che impressioni volte a confermare o disconfermare interiori e anteriori vissuti affettivi e cognitivi. Il mondo reale lasciato fuori dalle porte dellanalisi. E stato possibile costruire un archivio di contenuti
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paradigmatici ma si d per scontato che essi si concretizzino sempre negli stessi simboli, mentre il bambino crea di volta in volta il suo materiale espressivo. Per la Klein vi una corrispondenza fissa tra materiale prodotto nel gioco e contenuto dellinconscio tanto che linterpretazione giunge rapidissima e definitiva. Sempre per Melanie Klein il programma evolutivo e terapeutico garantito dalla corrispondenza prestabilita dellistinto con i suoi oggetti, una concordanza strutturale che non coglie la specificit del desiderio umano. Linventario kleiniano ci propone un mondo fantastico infantile cos insopportabile ed ingestibile che non resta che auspicarne la catastrofe. Alla ricerca del primo rapporto oggettuale. TRA ANNA FREUD E MELANIE KLEIN. Il centro del modello psichico si sposta dallEs allIo. Ma mentre per A. Freud lIo opera sul versante esterno, per la seconda lIo funziona soprattutto nella dialettica con gli oggetti fantasmatici interni. La convergenza di base costituita dallimportanza assunta dalla psicoanalisi infantile. In questambito la diade madre/figlio assume una funzione essenziale. La madre considerata il prototipo di tutti gli ulteriori rapporti oggettuali. Mentre i kleiniani delimitano un mondo interno come autonomo e sufficiente a rappresentare tutte le dinamiche psichiche, i seguaci della psicologia dellIo appiattiscono il sociale sullanalogia con lambito naturale, implicita nel finalismo adattivo mediato dalle scienze della natura. La divergenza tra le due scuole si evidenzia sui metodi di indagine. Quella kleiniana privilegia lapproccio clinico centrato sul transfert. Lindagine parte dal sintomo per ricostruire a ritroso le alterazioni che debbono essere intervenute nel corso dello sviluppo precedente. Lambito della ricerca costituito dalla patologia dalla quale si desume il funzionamento normale. La scuola dellIo preferisce affidarsi allosservazione del comportamento infantile in condizioni normali che permettono di acquisire allindagine le fasi preverbali dello sviluppo. Non tanto il piccolo a essere osservato, quanto la diade madre/bambino. Latteggiamento dellosservatore psicoanalitico profondamente diverso da quello psicologico. Nel primo caso vi una attenzione meno finalizzata e selettiva, un controllo maggiore sulle distorsioni indotte dalla propria struttura cognitiva ed affettiva, una maggiore attenzione per le dinamiche di transfert. Infine, mentre la corrente kleiniana accentuer, con Bion, le componenti filosofiche del suo pensiero, la corrente adattiva cercher di realizzare forme di integrazione interdisciplinare: con letnologia e la sociologia (Erikson), con lembriologia (Spitz), con la neurologia (Bowlby). OSSERVAZIONE PRIMI RAPPORTI OGGETTUALI. Ren Arpad Spitz ha tentato per primo di inquadrare lo sviluppo neonatale in una prospettiva interdisciplinare. Egli si concentra sulle fasi iniziali dello sviluppo umano, sul progressivo e reciproco definirsi dellIo e delloggetto. In lui si ampliano i metodi di indagine perch accanto alla ricostruzione psicoanalitica intervengono nuove metodologie di osservazione longitudinale, luso di reattivi, il ricorso a registrazioni e riprese filmiche. Leconomia pulsionale scompare a favore della prospettiva evolutiva dellIo e del suo reciproco, loggetto. Inoltre Spitz non condivide il modello kleiniano della preesistenza dei fantasmi istintuali. Lo psichismo del neonato si trova, alla nascita, in uno stato di indifferenziazione. Lo sviluppo consiste nella transizione dal fisiologico al psicologia e, poi, dal narcisismo alla relazione oggettuale. Il processo avviene in tre tappe fondamentali, caratterizzate ciascuna da un organizzatore, termine preso a prestito dalla embriologia e che esprime il punto in cui convergono diverse linee di sviluppo integrandosi in un livello di crescente complessit gerarchica. Il I STADIO (0-3 mesi) detto preoggettuale ed caratterizzato dalla indifferenziazione tra mondo interno e mondo esterno. Il II STADIO (3-8 mesi) denominato delloggetto precursore. Il primo organizzatore la risposta del sorriso con la quale il bambino mostra di aver riconosciuto il viso
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umano. In questa fase laffettivit della madre conferisce allesperienza del figlio la qualit della vita. E una relazione diadica in cui il neonato passa dalla passivit alla attivit, dalla recezione alla percezione. Si costituiscono elementi di Io. Questa esperienza aurorale il prototipo di tutte le ulteriori relazioni sociali. Il linguaggio solo una scarica pulsionale ma il gioco della ripetizione (ecolalia) connette la parola al piacere. Il III STADIO (8-15 mesi) definito dell oggetto libidico, fa emergere il secondo organizzatore: langoscia dell8 mese. Di fronte ad un estraneo il neonato prova improvvisamente una acuta frustrazione per lassenza della madre e rivela tentativi di sottrazione e di fuga. Il IV STADIO (dai 15 mesi in poi) organizzato dal gesto e dalla parola no. Si tratta di un segno che, rendendo intenzionale un gesto istintuale (rooting), inaugura la comunicazione semantica. Ad ogni fase possibile una disfunzione del rapporto madre/figlio cui fa riscontro un preciso quadro patologico. Il modello di Spitz fu confermato, nellambito delletologia, dagli studi di Hans Seyle sullo stress e la privazione sensoria degli animali. Anche i famosi esperimenti di Harry Harlow sulle scimmie Rhesus provarono la gravit dei disturbi provocati dalle carenze materne e rivelarono che persino presso gli animali il rapporto madre/figlio non basato tanto sul bisogno quanto sullaffettivit. Lambito di ricerca delineato da Spitz sar ripreso con maggiore rigore metodologico da Margaret S. Mahler. Il suo maggior contributo consiste nellaver sistematizzato il campo sperimentale dellosservazione infantile mettendo a punto una situazione e un metodo standardizzati. Nellambito della psicologia, il suo principale apporto risiede nella individuazione delle psicosi simbiotiche. Linteresse della Mahler si rivolge ai primissimi stadi dello sviluppo infantile; quelli che si svolgono entro i primi due anni e mezzo di vita, precedenti cio allacquisizione del linguaggio. La funzione dellascolto, svolta dalla psicoanalisi classica, qui sostituita dallo sguardo, volto a cogliere linterazione del bambino con la madre. La Mahler distingue tra nascita biologica e nascita psicologica. Nella prima fase, detta di autismo normale (sino alla IV/V settimana), il bambino un puro organismo biologico, racchiuso in un guscio impermeabile agli stimoli esterni. Man mano che cadono le barriere che lo separano dagli stimoli esterni, lIo infantile, ancora immaturo, si deve mettere alla prova nelladattamento alla realt. E la vera nascita psicologica. In questa fase simbiotica, che si protrae per due anni e mezzo, si verifica una fusione allucinatoria onnipotente con la rappresentazione della madre. Progressivamente si dipartono, da questa indistinzione, le linee evolutive di separazione che portano allidentit. Mentre le ricerche della Mahler colgono gli effetti della presenza materna, quelle di John Bowlby si centrano sulla carenze di cure materne. Egli sostenne che essenziale che il bambino istituisca con la figura materna un legame intimo e profondo che arrechi ad entrambi gioia e soddisfazione. Nel caso di privazione materna, individu un periodo particolarmente critico che va dal sesto mese ai 3/4 anni. Il bambino reagisce con un vissuto di lutto che si esprime in tre fasi: protesta, disperazione e distacco. Dal 1969 Bowlby cerc di elaborare una sintesi teorica delle sue osservazioni centrata sul concetto di attaccamento, con cui si intende una classe di comportamenti dotati di una dinamica specifica, centrale della costituzione della personalit. A questo scopo egli utilizz i dati forniti dalletologia, dalla teoria dei sistemi di controllo, dalla psicologia cognitivista. Il termine attaccamento si contrappone a quello di dipendenza con cui il comportamentismo classico descriveva il legame passivo del bambino con la madre nutrisce, ma si differenzia anche dal modello kleiniano, prevalentemente intrapsichico e predeterminato dalle fantasie inconsce. Per Bowlby il bambino nasce con una serie di predisposizioni tra le quali compresa quella a socializzare. Il nuovo nato ha appetito di stimoli, appetito di affetti. In questo non differisce dagli altri animali, solo che, in ogni specie, il comportamento di attaccamento determinato e proporzionale al bisogno di
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cure richiesto Lattaccamento di Bowlby appare analogo allimprinting studiato negli animali da Lorenz (1935). Lo scambio madre/bambino, che avviene allinterno del legame di attaccamento, straordinariamente vario ed attivo. La Bick studier gli effetti del toccamento del neonato da parte della madre, considerandolo non solo una fonte di sicurezza ma anche come base del processo di identificazione. La ricerca di Bowlby si propone finalit di prevenzione e di intervento per evitare le conseguenze pi dannose della perdita degli oggetti damore. Contrariamente alla psicoanalisi, il suo schema indagine non parte dal sintomo ma dalla situazione di deprivazione che egli considera sempre patogena. Il modello teorico proposto da Bowlby, privilegiando le dinamiche interattive, interpsichiche, a scapito di quelle intrapsichiche, si colloca agli antipodi di quello di Melanie Klein, sino ad estraniarsi dallambito epistemologico della psicoanalisi. Mary Ainsworth, invece, ha studiato il comportamento di attaccamento nei bambini ugandesi e ha individuato una sequenza di atti paradigmatici. Schaffer, infine, privilegia i processi cognitivi e presuppone lesistenza di fattori genetici per cui il neonato da sempre attirato verso gli altri membri della specie. Allinterazione diadica madre/bambino si sostituisce quindi il rapporto bambino/ambiente considerato nella complessit del suo sistema di scambi. DONALD W. WINNICOTT E LA DIMENSIONE TRANSIZIONALE. In lui la teoria non unopzione a priori, ma un tentativo di risposta ai quesiti sorgenti della clinica. La sua pratica terapeutica rifiuta di attenersi a un modello predisposto, ritenendo che ogni caso comporti una modalit di intervento specifica. Winnicott si mantiene fedele alla centralit della sua teoria che rappresentata dallattivit del gioco. Il rapporto psicoterapeutico considerato come una esperienza di gioco condiviso dove i bambini manipolano delle cose, gli adulti combinano delle parole. Lanalista non assiste al di fuori interpretando ma si immerge nel gioco. Un esempio dato dalla tecnica dello scarabocchio dove terapeuta e bambino intervengono a turno sullo stesso disegno. Possiamo scorgere quella zona intermedia, dove i confini psichici precostituiti si fondono. Questa zona, detta spazio transazionale, costituir la maggiore scoperta di Winnicott. Il rapporto madre/bambino viene ridefinito da Winnicott secondo nuovi parametri. La prima esperienza che il bambino ha della madre quella di un involucro che lo contiene: la madre/ambiente. Cos come il bambino normalmente attrezzato per superare senza danni lesperienza della nascita, la madre possiede di solito un adattamento precostituito ai suoi compiti. Si ha cos una convergenza tra eredit (potenzialit di sviluppo) e ambiente (insieme delle cure materne). Psicologicamente il contributo materno allo sviluppo, denominato holding, si basa sullempatia. Il bambino abbandona la fusione originaria reagendo alle pressioni (impigment) che gli provengono dal suo ambiente. Pi kantiano di Melanie Klein, Winnicott pensa al fantasma precursore delloggetto come a uno schema vuoto che acquista efficacia conoscitiva solo quando entra in rapporto con loggetto della percezione. Il primo oggetto trovato e scoperto dal bambino la madre. La creativit una allucinazione onnipotente: il bambino si illude di essere il creatore del suo oggetto. Saranno le inevitabili delusioni provocate dalla madre che faranno convergere sulloggetto la distruttivit infantile. Il bambino perde la sua onnipotenza ed acquisisce la permanenza delloggetto. Lassenza della madre non provoca pi un vissuto di annichilimento ma pu essere riempita da quella presenza fantastica che loggetto transazionale, che non la madre, non il bambino ma rappresenta la possibilit della loro unione. Loggetto transazionale scompare quando il bambino ritira le cariche affettive che lo animavano. Lo spazio transazionale e i processi transazionali che vi si svolgono permettono alla psicoanalisi di
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pensare alla cultura non solo come un insieme di processi difensivi (sublimazione) ma anche come creativit condivisa, come piacere. La zona dellIo libera da conflitti, teorizzata da Hartmann in termini intrapsichici, acquista qui una funzione interpsichica. Se il bambino avr potuto sperimentare questa dimensione, il suo Io immaturo, sorretto da quello materno, potr affrontare la solitudine e raggiungere la capacit di preoccuparsi dei propri impulsi istintuali. Rispondendo ai bisogni della madre il neonato struttura, nel confronto dei propri impulsi, un involucro difensivo che tende a stabilire nella forma del falso S. Esso circonda e cela il vero S, la parte pi vitale del soggetto, la fonte della spontaneit e della autenticit (il santuario dellindividuo). Winnicott ritiene che la maggior parte dei bambini siano attrezzati per superare le difficolt evolutive e che lo sviluppo stesso contenga in s potenziali virt terapeutiche. La terapia, riservata soprattutto ai comportamenti antisociali, alle psicosi e ai casi borderline volta a costituire, intorno al paziente, quellambiente disponibile e accogliente che gli mancato nella prima infanzia. Nella elaborazione teorica, la prima infanzia serve per spiegare la possibilit della psicosi. Laltro veramente tale solo quando abbiamo sperimentato che sopravvive alla nostra distruttivit, che si sottrae alla nostra fantasia di onnipotenza. Questa visione fiduciosa nelle risorse spontanee dellindividuo si basa sulla convinzione di una natura buona, rivolta alla realizzazione dellessere e sufficientemente equipaggiata a questo scopo. Winnicott ha mutato radicalmente letica della psicoanalisi: dalla difesa alla creativit, dalladattamento alla felicit. La sua psicoanalisi persegue la pacificazione dei contrari nel nome della unit originaria dellessere. Tra i seguaci di Winnicott, oltre allo psichiatra Laing, lo psicoanalista Masud Khan e Renata Gaddini. Lo psicoanalista Eugenio Gaddini, invece, condividendo la teoria e il metodo di Winnicott, ha esplorato i primi stati mentali del lattante, quelli che sono ancora strettamente correlati con le sensazioni organiche. In questo ambito egli ha operato una importante distinzione tra le fantasie espresse dal corpo e le fantasie come immagini mentali. Le prime non vengono ulteriormente elaborate e costituiscono il tessuto delle sindromi psicosomatiche. Un altro psicoanalista che si richiama allinsegnamento di Winnicott, H. Guntrip, tenter di chiuderne le proposte in una teoria sistematica e conclusa quanto mai lontana dal senso di avventura intellettuale che lopera di Winnicott comunica. La psicoanalisi nasce e si sviluppa come terapia della parola e che il linguaggio rimane, pertanto, il suo ambito specifico. Lindagine del legame madre/figlio ha, per, investito negli ultimi anni una fase evolutiva esclusa dalla comunicazione verbale, la fase della gestazione. Lindagine della prenatalit conduce la psicoanalisi ad una frontiera tra lo psichico e il biologico esterna alla sua mappa storica. Sinora la ricerca si rivolta principalmente al bambino non ancora nato, ma sarebbe importante cogliere anche la recezione materna ai messaggi che le provengono dal suo prodotto, indagare la possibilit di agire tramite processi di pensiero, sulla gestazione stessa. Lintensit e la complessit del primo rapporto madre/figlio lascia presupporre che gi durante la gravidanza intercorrano, oltre agli scambi biologici, relazioni emotive e mentali. Mauro Mancia, neurofisiologo e psicoanalista, media dai postkleiniani (Bion e Money-Kyrle), la possibilit che il bambino, alla nascita, possieda gi preconfezioni innate, trasmesse geneticamente, che costituiscono il supporto biologico delle successive attivit mentali. Mancia osserva che il bambino, nellultimo periodo della vita gestazionale, in grado di percepire numerosi stimoli (tattili, uditivi e anche visivi) e di fornire risposte sempre pi articolate. Quadri rappresentativi e informazioni sensoriali costituiscono un nucleo proto mentale. Infine, una sintesi molto produttiva quella proposta da D.N. Stern, uno psichiatra newyorkese, che pone a confronto le conoscenze sullinfanzia emerse nella terapia psicoanalitica degli adulti (il bambino clinico) con i dati emersi nelle ricerche osservative sul bambino (il bambino storico).
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Teorie delle origini. Sono qui riuniti tre psicoanalisti (Bion, Matte Blanco, Fornari) che convergono nel comune riferimento a Melanie Klein ma che divergono fra di loro nei metodi e nelle teorie. Elemento unificante il diretto riferimento al problema della verit. Melanie Klein, da ricordare, affidava alla psicoanalisi unicamente la gestione del mondo psichico, lasciando al di fuori del suo perimetro quello fattuale. Se loggetto limago precostituita, investita di volta in volta dalle preformate tendenze damore e di odio, tutto parimenti vero e reale. Psicoanalizzare significa verificare nel concreto della situazione di cura la presa esplicativa della teoria ed esprimere il risultato raggiunto con modalit pi artistiche che razionali. Un discorso poetico, considerato da Meltzer come essenziale alla comunicazione psicoanalitica, non mira a convincere ma a suggestionare, non a dimostrare ma a condividere. E accaduto che, per accedere ad esperienze alogiche, si siano dovuti abbandonare gli strumenti tradizionali della conoscenza ed i punti di riferimento condivisi. La sonda psicoanalitica (per usare unespressione di Bion) ha captato e prodotto un materiale di esperienza non traducibile nei termini del linguaggio scientifico ma neppure nei termini del linguaggio comune. Pena levanescenza del reperto, stato necessario costruire un linguaggio specifico, una lingua bambina al grado zero della simbolizzazione. Solo questo strumento improprio parso in grado di cogliere quelle che Freud chiamava rappresentazioni di cose, alludendo al pensiero inconscio e psicotico, contrapposto alle rappresentazioni di parole, proprie dei processi inconsci e preconsci. Il pensiero psicotico, come quello onirico, si esprime prevalentemente in modo preverbale, per immagini. Come tale pu essere colto soprattutto dalla fantasia e trasmesso dalla poetica. Qui, lattrezzatura logica razionale, con il suo sistema di vincoli, ha rappresentato pi un impaccio che un ausilio. E stato necessario piuttosto sollecitare il libero dispiegarsi della immaginazione, utilizzare le sue capacit di destrutturare, di prospettare inusuali connessioni, intentate mappe del sapere. Si in tal modo prodotta (per trasporre un titolo di Maud Mannoni) una teoria come fantasia, come fiction, ove la sistematizzazione concettuale pi forte si incontra con limmaginazione pi visionaria. Assistiamo alla riattivazione dei grandi temi della speculazione filosofica occidentale (la verit, il sapere, lessere, il molteplice e luno) da un vertice completamente estraneo al suo perimetro costitutivo: dal punto di vista della follia. WILFRED BION E LA PRECOGNIZIONE DEL MONDO. Bion ritiene, con Freud, che esista, accanto alla realt obiettiva, una realt psichica (linconscio) altrettanto inconoscibile e dotata parimenti dello statuto di verit. Una verit che Bion colloca nel luogo kantiano della cosa in s e che esprime con il segno 0. Poich la realt dellignoto ci attraversa, luomo, in quanto persegue lidentit, necessariamente impegnato al raggiungimento della verit. La verit la posta della sua esistenza. La differenza tra il pensiero reale e una bugia consiste nel fatto che il pensatore logicamente necessario per la bugia ma non per il pensiero vero la bugia e il suo pensatore sono inseparabili. Il pensatore non ha importanza per la verit, ma la verit logicamente necessaria al pensatore. (Vegetti Finzi cita Bion pag. 353). Laspetto logico del mondo un Logos impersonale al quale lesistenza delluomo indifferente. Altrettanto si pu dire per linconscio che pu agire secondo meccanismi impersonali. Il problema della verit si pone solo quando un oggetto tende alla sua affermazione. Poich ci si approssima alla verit soprattutto nel riconoscimento dellassenza, intesa come irraggiungibilit delloggetto damore, solitudine estrema, langoscia del nulla viene esorcizzata dalle strategie conoscitive che sono sempre
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trasformazioni delloggetto 0. Ci che noi conosciamo sempre trasformazione di un reale in s irraggiungibile (pag. 354). Poich lorigine inconoscibile, la verit tale solo per approssimazione. Ma la verit , oltre che imprendibile, insopportabile e le trasformazioni svolgono la funzione di disvelamento e di occultamento al tempo stesso (pag 354). Ma anche la scienza, bench si sottragga alle lusinghe della religione, rientra in quellapprossimazione al vero che cela pi di quanto riveli. Bion elaborerebbe dunque una critica allepistemologia scientifica. La nostra cultura, sorta sulla conoscenza dellinanimato, sullanatomia dellanimale ucciso, non attrezzata a cogliere la vita. La debolezza del pensiero scientifico analoga a quella del pensiero psicotico nella misura in cui, entrambi, si rivolgono ad un universo popolato esclusivamente di oggetti inanimati. Bion colloca al centro della sua esperienza e della sua teoria la psicosi. Lo psicotico bioniano incarna lalienazione nella sua pi radicale alterit. Il nuovo paradigma comporta la rappresentazione di una esperienza che sta prima e al di l della mente: il protomentale, una dimensione altra rispetto ai processi mentali. Bion del resto osserva che lintelligenza umana si espressa per lo pi nella forma della metis, nella capacit di imparare dai trucchi. Egli non solo pensa di abbandonare progressivamente il linguaggio scientifico per quello poetico, ma invita anche a dimenticare il sapere. Ci non significa ignoranza, ma attraversamento del suo ambito verso quellaltrove costituito dal vivente. Impegnato in questa impresa sempre aperta, il suo discorso non satura mai la domanda con la risposta ma rinvia, di domanda in domanda, alla verit dellinterrogazione. La dimensione del protomentale si era presentato, inizialmente, nellambito del lavoro nei gruppi. Lesperienza del gruppo svolge un ruolo centrale nellantropologia bioniana. Il gruppo non riducibile alla somma degli individui che lo compongono. Bion definisce il gruppo come un fenomeno funzionale, una specie di organismo vivente finalizzato alla sua conservazione. Sono mossi da due tendenze: realizzare un compito comune e opporsi a questo scopo attraverso unattivit regressiva primaria. Nel gruppo diventano osservabili fenomeni mentali molto primitivi, peraltro presenti in ogni individuo. Sono situazioni favorevoli: linserimento dellindividuo nella coppia, nel gruppo, nella massa. Per Bion la vita di relazione comporta lonnipresenza di una dimensione psicotica. Gli assunti di base individuati da Bion sono tre: dipendenza, attacco/fuga, accoppiamento. Il gruppo si trova in un assunto di base di dipendenza quando convinto di essere riunito affinch qualcuno provveda a soddisfare tutte le sue necessit e desideri. Lassunto attacco/fuga poggia sulla convinzione che esista un nemico esterno da attaccare o distanziare. Lassunto di accoppiamento si basa sulla credenza inconscia del gruppo che le necessit attuali saranno risolte in futuro da un essere non ancora nato (speranza messianica). Queste dinamiche emotive coesistono con un altro livello di funzionamento che quello del gruppo di lavoro, caratterizzato dal contatto con la realt, dalla tolleranza alla frustrazione, dal controllo delle emozioni, dalla capacit di collaborazione. Ciascuno dei tre gruppi di base aggrega gli individui secondo una delle posizioni edipiche: il gruppo dipendente costituito da gruppi in posizione materna; quello di attacco/fuga ha le caratteristiche del padre; quello di accoppiamento del figlio. Ogni gruppo tende a funzionare secondo determinate costanti ed avverte come distruttiva ogni idea nuova che comporti la possibilit di ci che Bion chiama mutamento catastrofico. Il gruppo di lavoro usa il linguaggio per comunicare. Lindividuo eccezionale, portatore di unidea nuova, sempre sentito come distruttivo per il gruppo. Bion lo definisce mistico per indicare il suo rapporto diretto con la verit, non mediato dalla istituzione. La relazione tra il mistico e il gruppo pu essere conviviale (coesistenza senza influenza), simbiotica (retta dallemozione di amore, odio o conoscenza), parassitaria (centrata sullinvidia). Comunque il gruppo cerca di contenere la sua forza esplosiva, rifiutando ci che avverte come unintrusione nel suo mondo interiore. Lanalista deve saper attendere, porsi in quella che Bion chiama capacit negativa, una situazione di sospensione, di accettazione dellassenza.
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E dallassenza che Bion fa sorgere, nel neonato, la capacit di pensare. Lidea nasce nel luogo del non/seno, nellassenza assoluta delloggetto di desiderio. Ma necessario che il bambino acquisisca un apparato per pensare i pensieri, cio che sia stato amato e fantasticato dalla madre, che abbia introiettato questo contenitore originario unitamente alle sue modalit di funzionamento. Per Bion accade un precoce scambio madre/bambino attraverso le variazioni chimiche o meccaniche subite dal liquido amniotico, continua poi nel corso della gravidanza attraverso comportamenti subtalamici. Il feto ama, odia, sogna, processi psichici che troveranno conferma in reperti elettroencefalografici attestanti unattivit mentale prenatale. Scopo di Bion quello di trovare lorigine della psicosi. Al contempo egli propone un modello dellapparato psichico che otterr vasto seguito. Quando Bion intende dar conto della specificit dellintelligenza umana, colloca la sua insorgenza, analogamente alla Klein, nel passaggio dalla fase paranoide a quella maniaco/depressiva. Bion, inoltre, accetta la teoria freudiana che la coscienza non elabora i dati di esperienza ma si limita a registrare le qualit psichiche secondo cui un oggetto si configura come buono o cattivo. Funziona come un organo di senso che registra sensazioni interne ed esterne senza elaborarle, destinate a rimanere elementi grezzi, non comprensibili, se non intervenisse la funzione alfa. Questa funzione connette i frammenti di realt percepiti dalla coscienza e li rende pensabili. Questi contenuti non/pensieri, denominati non/pensieri beta, possono essere evacuati dal sistema motorio o trattenuti come ammassi inerti e incomprensibili. Gli elementi beta sono per lo pi collegati ad impressioni sensoriali ed emotive dolorose come fame, dolore, invidia. La loro trasformazione in elementi alfa richiede il pensiero sognante della madre. Gli elementi beta sono la materia del pensiero, qualcosa di analogo alla cosa in s di Kant o al reale di Lacan. In Bion, inoltre, viene meno il concetto di rimozione sostituito da quello,molto pi mobile, di barriera di contatto. Rimane invece la funzione strutturante della colpa che viene da Bion strettamente connessa alla conoscenza. I miti pi importanti, come quello di Edipo, dellEden, della Torre di Babele, esprimono la connessione tra sapere e colpevolezza. Bion conclude che la psicoanalisi non pu contenere il campo psichico perch non un contenitore ma una sonda. Bion si dedic solo in seguito allanalisi individuale. Analista e paziente costituiscono un gruppo di accoppiamento che si basa su di una speranza messianica. La speranza quella di un cambiamento catastrofico, desiderato e paventato a un tempo, che destrutturi e trasformi lorganizzazione psicotica. Allinterno della coppia terapeutica, lanalizzato emette deboli e confusi segnali, elementi beta che lanalista accoglie in s come una madre e restituisce elaborati in elementi alfa sottoforma di interpretazioni. Linterpretazione , secondo Bion, rivelazione e, in quanto tale, dotata di un potenziale trasformativo (pag 360).I contenuti dellanalisi dovranno essere elaborati in una apposita griglia atta ad individuare e connettere gli elementi simbolici. Il rapporto tra esperienza e teoria viene attribuito alla immaginazione speculativa che formula ipotesi da sottoporre successivamente alla prova dei fatti. Corrao e Neri hanno tentato unanalisi della consonanza che si prodotta tra Bion e la nostra tradizione culturale e lhanno individuata in questi caratteri: il senso storico, il senso mitico, il senso scientifico galileiano,il senso mistico, il senso estetico, la concezione critica dell individuo eccezionale. Bion, in definitiva, ha collaborato a modificare la posizione della psicoanalista accentuando le componenti materne, ricettive e contentive a scapito di quelle paterne, prevalentemente interpretative. Le analisi di Bion sui fenomeni regressivi nei piccoli gruppi (assunti di base) sono state applicate da Kenneth Rice allo studio delle organizzazioni sociali.
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IGNACIO MATTE BLANCO: GLI INSIEMI INFINITI. Lepistemologia della psicoanalisi viene perseguita e sistematizzata dallo psicoanalista cileno che la espone nella sua monumentale opera Linconscio come insiemi infiniti. Freud aveva descritto lattivit onirica in termini di rappresentazione, spostamento, condensazione. Matte Blanco condivide questo livello dinamico ma contesta il modello esplicativo energetico utilizzato da Freud, che considera incompatibile con latemporalit dellinconscio. Si propone allora di costruire uno schema teorico pi avanzato. Con la Psicologia dellIo, nota Matte Blanco, linconscio si ridotto a semplice contenitore del rimosso ed i suoi contenuti si contraddistinguono, come nella psicologia prefreudiana, solamente per essere privi della qualit della coscienza. Si pone allora la necessit di un ritorno al senso della scoperta freudiana. Limpresa teorica di Matte Blanco poggia, come quella di Bion, su di unesperienza particolare: la terapia della schizofrenia. Il funzionamento mentale dello schizofrenico procede, in buona parte, seguendo i principi della logica classica, aristotelica e scientifica, in parte lacerando questo tessuto ed introducendo una logica diversa, inquietante ed eversiva. In un certo senso la logica classica propria del pensiero cosciente e laltra dellinconscio; in realt non appaiono mai separate, ma solo come componenti di un sistema pi vasto che Matte Blanco chiama logica bivalente. Ad un estremo si colloca il pensiero alogico che, come tale, pensiero non pensato, adesione totale allimmobilit dellessere, alla coesione del tutto; allaltro si colloca il pensiero scientifico, che coglie il divenire, ma disconosce la permanenza dellessere. Comunque, pensare sempre usare una griglia logica le cui maglie sono pi o meno larghe ma, senza la quale, non vi che la realt inconoscibile della cosa in s. Matte Blanco fa dellinconscio essenzialmente una dinamica, una logica non topologica, una funzione indipendente dai suoi contenuti. Essa organizza aggregati logici che vanno da un massimo ad un minimo di generalizzazione. Tra gli insiemi costruiti dalla logica dellinconscio che compaiono pi frequentemente nella clinica, ricordiamo: la classe delle persone buone, la classe delle persone cattive, quella dei padri, delle madri, degli oggetti penetranti, delle esplosioni e cos via. Ogni insieme concettualmente infinito ed inseribile in un altro insieme infinito. Gli insiemi infiniti sono retti da due principi: il principio di simmetria, per cui linconscio tratta la relazione inversa come identit, cio considera le relazioni asimmetriche come simmetriche; il principio di generalizzazione, secondo cui linconscio tratta lindividuale come se fosse membro di un insieme che contiene altri elementi. Da un punto di vista genetico, il pensiero nasce allinterno del processo di soggettivazione, dal momento in cui la frustrazione intacca il primitivo omogeneo rapporto madre/figlio. Improvvisamente il bambino, prima immerso nella fusionalit, avverte che il Seno/Madre altro da s. Primo compito del pensiero superare langoscia prodotta dalla sparizione delloggetto primario. A questo livello, pensare provoca due antinomie: se il bambino si identifica con loggetto, si fonde nellaltro e smarrisce la sua individualit; se invece assume loggetto dentro s, si confronta con il terrore della sparizione delloggetto. Sono due modalit onnipotenti di vivere lambivalenza. La prima alternativa comporta di morire, la seconda di uccidere. Entrambe esprimono lorigine dellesperienza religiosa. Poich per il bambino la madre tutto, essa sperimentata come il Dio infinito di fronte al quale non resta che lannientamento panico o il deicidio. Questa drammatizzazione fantastica, chiamata condensazione strutturale, costituisce la matrice del processo di individuazione. Matte Blanco non si limita a proporre un modello del funzionamento mentale, ma ci offre una antropologia, una rappresentazione della duplice natura divisa e indivisa delluomo. Linconscio, in quanto coglie la permanenza dellessere, la coesistenza dei contrari, il luogo della verit, la coscienza, invece, attenta al divenire, il luogo dellopinione fallace bench indispensabile alla pensabilit dellessere. Si possono presupporre due logiche in cui la prima, infinita, ingloba la seconda, finita. Ma non si pu estendere questo modello allessere, considerandolo uno, eterno, indivisibile e, al contempo, molteplice, temporale, differenziato. Potremmo dire che la differenza illusoria e che solo lunit
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vera. Ma poich la follia si colloca dalla parte della verit non si comprende perch il pensiero falso dovrebbe curare quello vero. Osserva Severino che se si fuori dalla verit nessuna via potr condurre a essa. Chi cerca la verit non pu trovarla (ed soprattutto la scienza a cercare la verit). A chi bussa non sar aperto. La verit invece la casa natale. FRANCO FORNARI: IL CODICE AFFETTIVO. Egli ha elaborato una teoria autonoma, lanalisi coinemica. Fornari particolarmente attento al discorso filosofico sino a riconoscere nei filosofi i suoi interlocutori privilegiati. Egli, inoltre, privilegia (conseguentemente agli assunti della scuola kleiniana) il mondo interno rispetto alla, secondaria, realt oggettiva. Nelle sue opere sulla guerra egli sostiene che, storicamente, i conflitti sono stati vissuti come difesa da un nemico esterno. Ma il nemico esterno, alla luce dellindagine psicoanalitica, si rivela una proiezione del pericolo interno immensamente pi minaccioso. Vi sono paure arcaiche, primordiali, che Fornari chiama Terrificanti primario che comportano fantasie di distruzione totale di s e del mondo. Quello di natura il concetto pi forte e ambiguo tra quanti organizzano il campo teorico di Fornari. Al tempo degli studi sulla guerra, la natura intesa come ambiente che fa vivere, e quindi come simbolo materno. Lesistenza di una pulsione di morte, che appare evidente allinterno della cultura ebraica di Freud e di Melanie Klein, del loro urbano e borghese pessimismo, risulta inammissibile nel mutato orizzonte di Fornari, sorretto da una visione sostanzialmente naturalistica, cattolica e provvidenzialistica del mondo. Nel 1976 Fornari pubblica Simbolo e codice, ove esplicita la differenza tra processo psicoanalitico e analisi istituzionale. Mentre la psicoanalisi tradizionale cerca di tradurre una esperienza individuale nel suo significato inconscio attraverso il processo privato del transfert, lanalisi istituzionale propone la costituzione di un codice simbolico pubblico e consensuale, un codice minimo costituito dalla competenza affettiva comune a tutti gli uomini. (pag. 369). Il suo modello psicoanalitico (psicoanalisi ostensiva) si basa sulla constatazione che ogni nostro operare, anche il pi intenzionale e cosciente, si basa su categorie affettive metastoriche, indipendenti dalle nostre esperienze. Esse costituiscono un patrimonio filogenetico comune a tutti gli uomini e sono chiamate da Fornari coinemi. Egli paragona i coinemi alle idee platoniche o alle categorie a priori di Kant. Il modello pi immediato dato dalle preconcezioni di Bion. I coinemi, analoghi a ci che Freud aveva chiamato denotati simbolici del sogno, sono: il padre, la madre, il bambino, il fratello, gli organi sessuali maschili e femminili, il rapporto sessuale, la nascita, la morte, la nudit, il corpo umano. La loro funzione consiste nellanticipare, attraverso imago, le unit elementari delle relazioni di parentela (parentemi) e dellistinto di riproduzione (erotemi). I coinemi si collegano fra loro dando luogo a costellazioni di immagini (il padre buono,il padre madre, la bisessualit, ecc.). Nel 1984, Fornari affider allanima la funzione di scrigno degli affetti I messaggi del codice vivente ricevono una prima ricezione durante il sonno, sottoforma di simboli onirici. La rimozione, che Freud attribuiva allazione censoria svolta dalla coscienza nei confronti dei contenuti inaccettabili dellinconscio, acquista in Fornari un significato fisiologico e funzionale. Viene descritta infatti come rimozione circadiana. Ci che anima linconscio, secondo Fornari, non il desiderio erotico ma la volont di significazione. I significati inconsci (coinemi) tendono alla espressione sia attraverso il sogno sia attraverso il linguaggio. La significazione ha origine, secondo Fornari, nella vita intrauterina. Nella sua indagine sulla vita intrauterina, egli si riferir agli studi di neurofisiologia prenatale e del sonno ma, con maggior convinzione, far appello alla potenza evocativa del mito.

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Qualsiasi espressione significante, sostiene Fornari, sia essa conscia o inconscia, poggia sul medesimo sistema di referenti affettivi: i coinemi. La teoria coinemica si configura come una teoria generale della struttura profonda del linguaggio. Il valore del pensiero di Fornari non risiede certo nella scientificit intesa secondo i canoni neopositivi, quanto nellaver rappresentato i grandi temi della verit e del bene in modo aderente alle speranze e ai timori della nostra epoca. La dimensione in cui il suo pensiero si dispiega quella del mito come rivelazione del senso essenziale e complessivo del mondo, capace di suscitare una adesione profonda che si colloca al di l delle contingenze storiche. Nella definizione dello statuto della propria verit, la psicoanalisi quindi si trova pi a dipendere dalla verit del mito che non da quella della filosofia e della scienza, ma per farla accettare in era scientifica, la deve vestire di scienza (pag. 371).Lapparato scientifico si rivela allora un artificio retorico di fronte allurgenza di convincere e trasformare gli uomini. (pag. 372). Una critica a Bion, Matte Blanco e Fornari fu mossa da Davide Lopez. Egli rimprovera questi autori per aver temuto, analogamente a Freud, il potenziale libidico insito nel sintomo e per essersi affrettati a neutralizzarlo nelle forme interpretative e simbolizzanti. Analogamente a Reich, lindividuo gli appare funzionale a una societ alienante. Ad esso Lopez contrappone la persona. La psicanalisi in Argentina. La psicanalisi Argentina ha mantenuto legami strettissimi con lEuropa. Qui, le teorie freudiane e soprattutto il pensiero e il metodo di Melanie Klein vengono assimilati e ripensati in modo originalissimo. Sempre qui, il riconoscimento di una dimensione irrazionale e inconscia delluomo e la sua elaborazione scientifica, permettevano di riconnettere la cultura contemporanea alle origine autoctone, di cui restavano in vita tradizioni mitiche e pratiche rituali ispirate a una visione magica del mondo. Apertura allantropologia culturale, impegno sociale, costante interazione della teoria con la clinica, intenso legame associativo tra psicoanalisti, sono le molteplici dimensioni entro le quali vengono assimilate e ridefinite le proposte teoriche provenienti dallEuropa. Gli psicoanalisti argentini, in maggioranza medici, sin dagli anni trenta del secolo scorso misero alla prova le capacit esplicative e terapeutiche del nuovo sapere al di fuori dellambito convalidato delle nevrosi. Affrontarono, infatti, in una prospettiva psicoanalitica, le psicosi, le malattie organiche, le terapie della prima infanzia, i problemi della formazione degli analisti. Data la convergenza di temi ed esperienze, evidente la prossimit tra la psicoanalisi argentina e lopera di Melanie Klein, che divenne prevalente in tutto il Sudamerica. Angel Garma, medico spagnolo, ebbe una grande influenza sulla diffusione della psicoanalisi in America Latina. Pur accettando la centralit del conflitto intrapsichico (tra le istanze dellEs, Io e Super-io), egli sottoline le frustrazioni che derivano allindividuo dalla realt esterna, dalla difficolt di mutare i rapporti sociali esistenti. Difficolt aggravate dal fatto che gi nella prima infanzia, nei confronti dei genitori, vengono introiettate energie aggressive che modificano permanentemente lequilibrio psichico, instaurando modalit masochistiche di reazione. Le stesse che egli trov operanti nei disturbi psicosomatici, soprattutto nelle ulcere gastro-duodenali e nelle cefalee. Il suo allievo, A. Rascovsky, estese poi la psicoanalisi allo studio dellepilessia, dellobesit e delle affezioni endocrine.

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Il primo psicoanalista argentino di nascita fu Celes Ernesto Carcamo che, formatosi a Parigi, ritorn in patria nel 1939. Egli scrisse un saggio su Il serpente piumato. Psicoanalisi della religione MayaAzteca, che ben rappresenta la connessione tra lantropologia freudiana e la cultura india. Marie Glass de Langer, ebrea viennese e comunista, ripar in Sudamerica per sfuggire al nazismo. Il suo libro Maternit e sesso (1951) si inscrive negli studi delle psicoanaliste donne sul costituirsi della identit femminile. La Langer adotta il modello kleiniano della doppia figura materna (buona e cattiva), ma lo fa interagire, oltre che sui casi clinici, sul patrimonio mitico della Grecia classica, sulle favole, sui miti moderni (come quella del bambino arrostito) e di societ fredde (le isole Marchesi). La figura centrale, per riconoscimento unanime, quella di E. Pichon-Rivire (1907-1977). La sua prima presa di posizione fu contro la psichiatria organicistica e il suo riduttivo connettere la malattia psichica a una presunta causa organica. Il disturbo mentale invece da riportare prevalentemente a difficolt interattive, a conflitti insormontabili tra lindividuo e il suo ambiente. Lattenzione peri nessi psichici interni (la mente ha unorganizzazione gruppale), in costante interazione con i legami associativi interni, fa di Pichon-Rivire un pioniere della psicoanalisi relazionale. Poich la patologia si produce nel gruppo, anche la terapia deve assumere un contesto collettivo dove il paziente possa disaggregare le strutture difensive ed apprendere nuove, pi elastiche modalit di reazione. Lavoro di sintesi effettuato da Raffaele Fontanella dal seguente testo: Vegetti Finzi Silvia, Storia della psicoanalisi, Oscar Saggi Mondadori, Milano 1990. Sintesi effettuata da luglio 2008 a gennaio 2009.

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