Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza" - HILTI Italia Roma, 16 novenbre 2001
INTRODUZIONE. Nella normale progettazione, strutture complicate vengono modellate con teorie semplificative in grado di fornire risultati di interesse ingegneristico con un minimo dispendio di energia. Elementi di trave, di membrana, di guscio sono il prodotto di teorie che semplificano il problema reale tridimensionale. I risultati ottenuti con tali teorie possono ritenersi accettabili se la struttura fisica ricade nelle ipotesi alla base delle teorie assunte nella costruzione del modello matematico, ma possono portare ad errori non trascurabili se le ipotesi semplificative non sono soddisfatte nella loro interezza. Analizzare il problema nella sua tridimensionalit significa introdurre meno ipotesi nel modello matematico utilizzato per descrivere il reale comportamento della struttura, a fronte di un maggiore impegno macchina.
PROCESSO DI SOLUZIONE STRUTTURALE. Lanalisi del comportamento di una struttura risulta spesso difficile per le innumerevoli incognite che il problema ci offre, dobbiamo infatti modellare il comportamento di un materiale che in realt non conosciamo a fondo, analizzare geometrie spesso complicate, prevedere i carichi che potrebbero gravare sulla struttura, tutto questo in tempi ingegneristicamente accettabili. Risulta perci necessaria una soluzione di compromesso, in modo da poter cogliere il funzionamento principale della struttura utilizzando la minima energia possibile. Per raggiungere questo obiettivo si devono introdurre nel problema fisico delle ipotesi semplificative, ottenendo un modello matematico della struttura, che verr poi risolto tramite metodi numerici.
Modello matematico:
Leggi cinematiche (truss, plane stress, Kirchhoff plate..), Legame materiale (linearit, isotropia..), Carichi (disposizione, valore..), Condizioni al contorno (schematizzazione, cedimenti..)
Soluzione numerica:
Differenze finite, Elementi finiti..
In unanalisi numerica risulta di fondamentale importanza lo studio della convergenza della soluzione, ovvero la quantificazione dellerrore esistente tra il modello numerico utilizzato per i calcoli ed il modello matematico.
Purtroppo la soluzione numerica risulter unottima approssimazione del modello matematico ipotizzato e non del problema fisico reale. Se le ipotesi alla base della modellazione matematica trovano ampio riscontro nella struttura reale, allora la soluzione numerica potr essere associata anche al problema fisico, se per alcune ipotesi (esempio modellazione di una trave alta con cinematica di Bernoulli-Navier) non sono verificate, la soluzione numerica calcolata pu differire di molto dal comportamento reale della struttura, portando a gravi errori di progettazione. E in questottica che si sta sviluppando presso il laboratorio ENEL.HYDRO di Milano una modellazione per il materiale calcestruzzo in grado di fornire risposte adeguatamente corrette in analisi dinamiche tridimensionali. Unanalisi tridimensionale significa dover tenere in conto la tridimensionalit dello stato di sforzo e di deformazione, mentre unanalisi di tipo dinamico richiede che il modello di materiale sia in grado di fornire una risposta adeguata sotto storie di carico qualsiasi, in particolare per storie di carico cicliche non radiali. Questo secondo aspetto del problema, richiede una modellazione anisotropa del calcestruzzo, in modo da poter tenere in conto, nel calcolo della risposta strutturale, anche della direzione e dellentit della fessurazione. Linterazione dei due aspetti sopra citati: tridimensionalit dello stato di sforzo e storie di carico qualsiasi, porta a dover affrontare problemi per nulla banali, sia dal punto di vista teorico sia per quanto riguarda il tempo macchina di calcolo. Il problema stato affrontato in due fasi, la prima riguardava la modellazione tridimensionale di strutture in CA e CAP sottoposte a storie di carico di tipo monotono e lindividuazioni di alcuni casi ingegneristicamente interessanti in cui laspetto tridimensionale non pu essere escluso dalla modellazione. La seconda (in fase di sviluppo) la generalizzazione del precedente modello a storie di carico generiche.
MODELLAZIONE NON LINEARE PER CARICHI MONOTONI. Per mettere in evidenza laccuratezza e le potenzialit della modellazione che si vuole adottare, si riporta lanalisi della risposta strutturale di una trave semplicemente appoggiata e caricata in mezzeria [fig. 2]. La trave in questione appartiene alla serie di prove effettuate da Bresler e Scordelis nel 1961.
Si pu notare come la risposta in termini di curva sforzo spostamento ricalchi in maniera accettabile landamento dei risultati sperimentali [fig. 3].
500
450
400
350
300
250
Risultati sperimentali
200
Elaborazione numerica
150
100
50
0 0 2 4 6 8 10 12 14 16
Lanalisi effettuata fornisce anche altre informazioni di rilevante interesse ingegneristico, come levolversi del quadro fessurativo e la dislocazione delle zone maggiormente danneggiate, si riporta in [fig. 4] il quadro finale sperimentale e in [fig. 5] quello numerico. Si noti come dallesame del quadro fessurativo sia evidente linsorgere di un forte danneggiamento dovuto ad azioni di taglio; il modello matematico deve perci essere in grado di cogliere questo aspetto del problema per avere una buona risposta numerica.
Figura 5: Quadro fessurativo calcolato a rottura della trave (si visualizza la sola met di sinistra).
Lanalisi non lineare di una trave risulta adeguatamente corretta se viene effettuata una modellazione piana, come mostrato in [Bontempi, 1994] elementi di trave non coglierebbero il danneggiamento dovuto ad effetti taglianti, fornendo una risposta numerica del tutto inesatta.
Una seconda analisi con carico monotono stata eseguita su di una pila da ponte a doppia lama, i risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli relativi ad unanalisi eseguita con elementi di tipo trave (monodimensionali).
900 V V
40 50 40
110
600
820
46 46 46 46 46 46
45 107.5
Si eseguita unanalisi parametrica (=hp/H) della risposta, variando laltezza della costolatura interna (hp) della pila e ricavando le curve di risposta in termini di forza - spostamento per i vari casi [fig. 7] e [fig. 8]. La [fig. 8] mostra il confronto con la risposta calcolata con una modellazione a trave. Si pu notare come le due modellazioni diano carichi ultimi sostanzialmente differenti se la costolatura tale da dividere la pila in due zone, una a cassone pi una a doppia lama. In questo caso necessaria unanalisi della struttura nella sua tridimensionalit, poich il modello a trave non riesce a cogliere il danneggiamento che si produce nelle zone di diffusione e che causa una notevole diminuzione del carico ultimo.
14
12
Parametro crescente
0 0.00
0.05
0.10
0.15
0.25
0.30
0.35
0.40
Durante la flessione nella direzione parallela alle lame, il comportamento strutturale quello di tipo trave. Una aumento dellaltezza della costolatura aumenta la resistenza a flessione della struttura. Le curve rimangono comunque pressoch simili, in quanto il comportamento globale della struttura non subisce grandi alterazioni rispetto a quello originario, lincremento di resistenza dovuto allaumento dellaltezza della costolatura modesto. Il comportamento sostanzialmente di tipo trave, ed una modellazione con elementi di questo tipo pu fornire risultati ragionevoli.
18
16
14
10
Pi interessante sono i risultati per una flessione in direzione perpendicolare alle lame. La pila pu essere pensata come composta da due travi, ma la parte superiore (senza costolatura) possiede una deformabilit notevolmente superiore rispetto alla parte inferiore a cassone. Lincremento di resistenza allaumentare dellaltezza della costolatura notevole, e ad un incremento di capacit portante corrisponde un relativo decremento di deformabilit. La pila senza costolatura risulta quindi essere la pi deformabile ma la meno portante (riferito ad una forza orizzontale in sommit), mentre la pila con sezione uniforme a cassone la struttura pi portante ma meno deformabile.
Come esempio delle elaborazioni effettuate si riportano i risultati ottenuti per il caso di flessione perpendicolare al piano delle lame, con costolatura avente altezza pari a 2/3 dellaltezza totale della pila (=2/3). Il modello ad elementi finiti possiede circa 6000 gradi di libert. Ed il tempo di elaborazione su un Pentium III 533 risulta approssimativamente di 8 ore per tutta lanalisi non lineare.
Figura 8: Pila inflessa in direzione 2 con costolatura a 2/3 dellaltezza totale (=2/3). Mesh indeformata, e visione assonometrica della deformata.
Figura 9: Quadro fessurativo e danneggiamento. Situazioni al 50%, 75% e 100% del carico ultimo.
Dall [fig. 7] si pu notare che per questo caso una modellazione della pila con elementi di tipo trave porta ad un errore del 20% sul carico ultimo a flessione. Il modello a trave non difatti in grado di cogliere il danneggiamento (visibile in [fig. 9]) che si manifesta nella costolatura appena al di sotto del cambio di sezione. In questa zona difatti vi sono elevate tensioni che dalla sezione a lama migrano allinterno della costolatura dando luogo ad una zona di diffusione che non pu essere rappresentata da un solido di De Saint Venant. Il drastico cambio di deformabilit tra la zona a doppia lama e la zona a cassone, da luogo alla formazione di un meccanismo a puntoni e tiranti (ben visibile in [fig. 9]) atto a trasportare le forze di scorrimento dalla prima alla seconda lama, e a rendere collaborante lintera sezione del cassone. Meccanismi diffusivi di questo genere possono essere colti solamente da unanalisi che consideri la struttura nella sua tridimensionalit.
CONCLUSIONI E ALTRI SVILUPPI. Si mostrato come sia necessario eseguire delle modellazioni pi accurate della struttura qualora siano presenti zone con un forte carattere diffusivo, poich modellazioni troppo semplificate possono portare a notevoli errori di progettazione. Il buon risultato di unanalisi in campo non lineare non dipende solamente dagli algoritmi utilizzati, ma di primaria importanza che il modello matematico sia corrispondente al relativo problema fisico. Altre applicazioni di interesse ingegneristico possono riguardare aspetti pi particolari della struttura stessa, come le piastre di ancoraggio dei cavi di precompressione o lanalisi della trasmissione di forza per aderenza delle barre. Questo secondo caso verr successivamente affrontato presso i laboratori ENEL.HYDRO come applicazione di unanalisi tridimensionale, sia con carichi monotoni che con carichi ciclici. Le elaborazioni sino ad ora effettuate con modelli a geometria assialsimmetrica e comportamento non lineare di tipo Drucker o Brittle-Cracking non hanno infatti fornito risultati apprezzabili. Il meccanismo di trasmissione per aderenza porta alla comparsa di tensioni circonferenziali di trazione, queste possono provocare una fessurazione parallela alla barra con immediata crisi del collegamento. Nellanalisi del meccanismo di rottura intuitivo che la fessurazione nasca in zone localmente deboli (macroporosit, interfaccia aggregato-pasta cementizia debole..). Unanalisi assialsimmetrica non riesce a cogliere in modo adeguato questo aspetto, poich il vincolo di assialsimmetria rende uniforme la risposta del conglomerato alle tensioni circonferenziali. Unanalisi tridimensionale con una distribuzione statistica delle resistenze, atta a rappresentare in modo adeguato la variazione delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo attorno alla barra, riuscirebbe a cogliere meglio la fisicit del problema.
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