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PREGLED DOMETA TALIJANSKE KNJIEVNOSTI 15.

TORQUATO TASSO E IL POEMA EROICO Torquato Tasso (Sorrento, 1544 Roma, 1595) stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano. Il padre suo era un letterato e cortigiano mentre la madre era una nobildonna. Lui ebbe un`esistenza travagliata ed errabonda. La carriera di Tasso inizia molto presto. A diciotto anni s`impegna nella composizione di una poema cavalleresco, il Rinaldo. Torquato Tasso compose un gran numero di poesie liriche. Tasso lavor fino al 1593 ad un riordino complessivo dei testi, distinguendo rime amorose e rime encomiastiche. Previde poi una terza sezione, dedicata alle rime religiose ed una quarta di rime per musica, ma non realizz il progetto. Nelle Rime amorose ben riconoscibile l'influenza della poesia petrarchesca. Usa frequente forme metriche poco usate dai poeti precedenti, come il madrigale. Rime encomiastiche - dedicate alle figure ed alle famiglie signorili che ebbero rilievo nella vita del poeta. Fra tutte, la pi famosa la Al Metauro, intessuta di fitti elementi autobiografici. Le Rime religiose sono caratterizzate dal tono cupo e plumbeo, forse dovuto al fatto che le scrisse negli ultimi anni di vita. OPERE: - l`Aminata favola pastorale composta per un `occasione di svago della corte estense; l`amore del pastore Aminta per la bella e sdegnisa Silvia. - La sua opera pi importante e conosciuta la Gerusalemme liberata (1575), in cui vengono descritti gli scontri tra cristiani e musulmani. Il registro epico del tema principale (la riconquista del Santo Sepolcro) non ostacola quello lirico ed elegiaco degli episodi amorosi. Tre obiettivi che poeta vuole proseguire: 1. inserire la varieta degli episodi entro una struttura unitaria e coesa 2. combinare il vero della storia con il verosimile della poesia 3. emiminare le favole pagane e il fantastico puro per abbracciare il meraviglioso cristiano - I Dialoghi scritti di argomento morale, filosofico e letterario - Le sette giornate del mondo poema che deduce il proprio argomento dal primo libro della Bibbia. Tasso guarda i suoi personaggi con intense partecipazione. In lui ogni figura acquista un rilievo eccezionale 16. LA POESIA ITALIANA BAROCCA: GIOVAN BATTISTA MARINO

Il barocco il termine utilizzato per indicare un movimento culturale nato a Roma, in Italia, costituito dalla letteratura, dalla filosofia, dall'arte e dalla musica barocca. Questa epoca percorsa anche da una corrente classicista e in generale il linguaggio classico rimane il punto di riferimento comune degli artisti di ogni tendenza. Riguardo alla derivazione del termine ci sono due ipotesi possibili: 1. deriva dalla figura pi complessa del sillogismo aristotelico, il "baroco"; 2. Attraverso il francese 'baroque', attestato in Francia nel XVII secolo nel significato di "stravagante, bizzarro" La poetica barocca non rispetta pi le regole del mondo classico. Anzi, intende consapevolmente violarle in modo da suscitare maggiore meraviglia, giocando sull'effetto di imprevisto. Occorre rompere le regole per venire incontro ai gusti mutati del pubblico. La poetica del Barocco vuole: adeguarsi al pubblico e alle mode, adattandosi di volta in volta alle attese dei lettori, al bisogno di novit, alla volubilit del gusto; suscitare effetti di stupore e di meraviglia sul pubblico. Anche se non manca tra i poeti barocchi una discussione se debba prevalere l'aspetto edonistico e ludico oppure l'aspetto morale ed edificante, in ogni caso il primo elemento sempre ribadito con forza: infatti anche coloro i quali sostengono che il fine dell'arte morale, teorizzano l'importanza del piacere estetico come strumento per diffondere il messaggio morale. Insomma, bisogna che il poeta sia in grado di provocare il piacere nel lettore, e la strada per ottenere tale effetto viene vista nella meraviglia che possono produrre le metafore e i concetti. Mentre la metafora istituisce analogie tra campi diversi e lontani, solitamente considerati inconciliabili, il concetto spiega tali ardite connessioni attraverso una trovata arguta che d loro un senso. Si pu dire dunque che il poeta barocco cerca di stimolare nel lettore un piacere eminentemente intellettuale: mira a non fargli sentire particolari sentimenti, ma a farlo pensare a cose nuove, a indurlo a collegamenti strani e bizzarri, provocandogli un piccolo shock, un sobbalzo di stupore o di meraviglia. Giovan Battista Marino (Napoli, 1569 Napoli, 1625) stato un poeta e scrittore italiano. considerato il massimo rappresentante della poesia barocca in Italia, identificata, dal suo nome, anche come marinismo. La sua concezione di poesia era incentrata su un uso intensivo delle metafore, delle antitesi e di tutti i giochi di rispondenze foniche. La poesia di Marino tutta impostata sul principio della "meraviglia". Marino non poeta del facile effetto, ma ingegnoso inventore di immagini preziose, abile falsario della tradizione, irriducibile paladino della ricerca fantastica. Le sue metafore mirano all'intelligenza del lettore, non alla sua impressionabilit. Nella poesia di Marino si compone un mondo umano e naturale di straordinaria ricchezza e variet, mobile e sensuale, lontanissimo dalle rarefatte ed eteree atmosfere petrarchiste, senza tuttavia che la scrittura risulti concretamente realistica. L'Adone un vastissimo poema mitologico in venti canti in ottave, che narra l`amore di Venere per Adone,e a cui l'autore lavor per anni. Lopera si propone come una sorta di

enciclopedia che esaurisce tutto il conoscibile, categorizzandolo e commentandolo: la voce del poeta vi emerge come parola amante della bellezza, dellesotismo, della raffinatezza, della ricerca di opportunit che possano stimolare il piacere dei sensi. Nellopera Lira racchiude numerose poesie suddividendole per tema, metro ed argomento. amorose, encomiastiche e sacre,

17. POESIA EROICOMICA E BURLESCA DEL `600 Il Seicento presenta una ricca produzione di poemi eroici; molti scrittori si rifanno alla mitologia o a fatti legati al conflitto tra Chiesa e Medioriente (come la battaglia e la presa di Lepanto, 1603), ma si accontentano di imitare, senza produrre nulla di originale e la qualit resta modesta. Poesia eroicomica- vera rivoluzione originale nel campo delle opere di ampio respiro. Il rifiuto di un classicismo cieco rende una della caratteristiche principali del secolo il rovesciamento radicale dei criteri costitutivi. Valori come limitazione del vero, o della superiorit dellargomento storico rispetto a quello di fantasia, non sono pi sentiti come valori fondamentali. Il poema eroicomico assumeva lo stesso metro del poema eroico, lottava, e ne riprendeva i temi. In questo periodo, troviamo una delle parodie piu ampie e radicali della latteratura seria, investita da una forza faresca che ne travolge persino le strutture linguistiche, attravesrso l`esaltazione di un registro gergale (sleng) e idiomatico in cui si rende esplicito uno sperimentalismo glottologico assoluto. In questa dimnesione ludica e satirica, ma al tempo stesso lucidamente tragica e pessimistica, da riconoscere una delle categorie intelletuali piu significative dell` intero secolo.

18. CARLO GOLDONI E LA RIFORMA DEL TEATRO -un drammaturgo, scrittore e librettista italiano Carlo Goldoni commediografo italiano nato a Venezia nel 1707. Lascia la sua carriera giuridica per il teatro, raggiungendo il primo successo nel 1734 con la tragedia Belisario. All'et di quarantun'anni rappresenta la sua prima commedia scritta interamente La donna di Garbo (1743). Goldoni scrisse numerose commedie per il teatro Sant` Angelo di Venezia. Goldoni considerato uno dei padri della commedia moderna e deve parte della sua fama anche alle opere in lingua veneta. Usava termini moderni, era un conservatore incline al progressismo. Rinnovamento avviene con la progressiva eliminazione di tutti gli elementi fantastici e inverosimili -le maschere, i lazzi, gli zanni o servi- e dell'improvvisazione. Riforma ideologica, infatti i personaggi goldoniani, durante il corso della sua produzione

artistica, diventano sempre pi realistici, le storie pi verosimili, e la borghesia rappresentata in scena prende il sopravvento -cos come nella vita reale- sulla ormai irrequieta e vacillante aristocrazia. Tale cambiamento storico-politico per, non dobbiamo dimenticarlo, non si realizza in modo indolore, e la nobilt veneziana, ormai consapevole della propria decadenza, tenta strenuamente di conservare privilegi e potere. Nelle commedie di Goldoni, si realizza anche un cambiamento linguistico, spesso criticato e discusso: egli infatti passa con gradualit, dal plurilinguismo al monolinguismo, riscrivendo talvolta le sue commedie in "toscano", che per fu considerato troppo scolastico, convenzionale e non appartenente alla lingua viva. La riforma goldoniana ha un carattere di gradualita, imposto dalla necessita di educare il gusto del pubblico senza privarlo del conforto di quanto gli familiare. (=Goldonijeva reforma ima karakter postupnosti, kojom je izrekao potrebu educiratinja javnost bez skidanja udobnosti onoga to je poznato). Goldoni riusc nel difficile intento di costringere l'attore ad abbandonare l'improvvisazione per adeguarsi a un copione scritto e imparato a memoria. (=Goldoni je uspio u tekom cilju prisiljavanja glumaca da napuste improvizaciju i prilagodio skripte pisane za napamet). L` arte goldoniana analizza il disordine del propro tempo, il caos della storia e della societa; Goldoni mette in crisi l`idea della subordinazione femminile(enska podreenost), queste donne sono piu federali a se stesse che agli uomini (vie vezane za sebe nego za mukarce).

19. GIUSEPPE PARINI E IL GIORNO L'abate Giuseppe Parini (Bosisio,1729 Milano,1799) stato un poeta, librettista e traduttore italiano. Fu il Massimo interprete del genere satirico. Opere- Giorno e Odi. Parini mantiene un equilibrio fra vecchio e nuovo, ispirato a un benefico buonsenso. Non ritiene inoltre inconciliabili fede e ragione. L'abate lombardo muove una critica costruttiva alla societ del proprio tempo, di cui stigmatizza tramite la satira e l'ironia, ingiustizie e privilegi. Egli subisce il fascino del buon gusto e dell'eleganza dell'aristocrazia. Riconosce alla nobilt un ruolo sociale. Non si augura che questa classe sociale trovi il coraggio e l'energia per rigenerarsi, tornando a praticare le antiche virt della sobriet e dell'attivismo. Parini un cultore dei classici. Da essi deriva l'idea che l'arte debba imitare la vita. Inoltre, sempre dallo studio dei classici, trae la convinzione che sia necessario mescolare l'utile al piacevole. La poesia deve possedere una valenza educativa, un'utilit sociale, elevare ed educare lo spirito, muovere all'azione e alla riflessione.

IL GIORNO- scritto in endecasillabi sciolti, che mira a rappresentare in modo satirico, attraverso l'ironia antifrastica, l'aristocrazia decaduta di quel tempo. Con esso inizia di fatto il tempo della letteratura civile italiana.

Il capolavoro di Parini il poema il Giorno diviso in quattro parti: il mattino, il mezzogiorno il vespro e la notte . Le prime due parti sono pubblicate rispettivamente nel 1763 e 1765, alle altre il poeta lavora fino alla morte lasciandole incompiute. Nel Giorno il poeta immagina di essere precettore di un giovane nobile e di insegnargli minuziosamente cosa deve fare durante il giorno per diventare un degno rappresentante della propria classe sociale . Il poema , in realt , una satira di forte impegno morale contro l'aristocrazia: cio Parini non intende scrivere un galateo di comportamento per i nobili ma condannare la loro vita oziosa, inutile, egoista e corrotta. (Il Giovin Signore si alzava tardi mentre tutta la plebe era al lavoro,faceva colazione con comodo leggendo e ascoltando musica.Poi andava dal parrucchiere per sistemare i capelli ed incipriarli.A mezzogiorno andava a pranzo dalla sua dama di cui era il cicisbeo(corteggiatore autorizzato dai mariti)insieme ad altri nobili.Si mangiava e si chiacchierava pettegolando.Dopo arrivava il momento del gioco e della passeggiata . A sera il Giovin Signore si recava da una dama che dava ricevimento e festa per tutta la notte.) Nell'opera, con accenti intensi e appassionati, Parini denuncia anche la miseria in cui vive la gente del popolo, in stridente contrasto con il lusso e l'abbondanza in cui vive la nobilt. Il Giorno, si presenta come un poema didascalico in endecasillabi sciolti in cui un precettore, che narra in prima persona, illustra ad un Giovin Signore di famiglia aristocratica le leggiadre cure e le alte imprese che lo devono impegnare nelle diverse ore di una giornata, per ingannare il lungo tedio che lo minaccia. Il lettore, tuttavia, avverte immediatamente che l'intonazione ironica, e che l'intenzione dell'autore di smascherare la vacuit e la stupidit della vita del ceto nobiliare settecentesco. Il tema centrale del Dialogo fin dalla prima redazione incompleta ancorato all'antagonismo fra il Parini e la classe nobiliare, dichiarato con polemica asprezza proprio nel personaggio autobiografico del Poeta, nel quale con precisione e profonda consapevolezza espressa la personalit dell'autore. Il Dialogo sopra la nobilt fu composto come risposta ad esigenze di natura ideologica, riformistica e morale, vive nella Milano austriaca della met del secolo. 20. LA POETICA TRAGICA DI VITTORIO ALFIERI Vittorio Alfieri (1749-1803) nasce ad Asti da famiglia nobile. Considerato il maggiore poeta tragico del Settecento. Comincia una lunga serie di viaggi, visita l'Italia, l'Inghilterra, la Francia, la Prussia, e perfino la Scandinavia. Nel 1775, dopo dieci anni, torna a Torino; completa una prima tragedia, "Cleopatra", e si dedica allo studio. Il successo di "Cleopatra" lo sprona, negli anni successivi compone le maggiori tragedie: "Antigone", "Filippo", "Oreste", "Saul" e "Mirra" tra le altre. IDEOLOGIA E POETICA - Il Settecento fu prodigo di tragedie. L'interesse per il genere era nato dall'influenza del teatro francese (Racine, Corneille), che era cos forte da condizionare non solo la scelta degli argomenti (i sentimenti, l'amore ecc.) ma persino il metro con cui trattarli. I commediografi italiani si erano orientati, cercando di emulare i francesi, verso argomenti greco-latini, ebraici, orientali (come avveniva del resto per il melodramma). L'Alfieri non fece che porsi in questa corrente apportandovi un originale contributo (non per su quello formale, perch qui si attenne al rispetto delle unit

aristoteliche di luogo e tempo). Dotato di un fortissimo senso della libert e insofferente a ogni tirannide, sia pubblica che privata, egli infatti concep il teatro come mezzo di educazione civile e politica e l'artista come "sacerdote dell'umanit". Convinto che la storia sia maestra di vita, port sulla scena i grandi personaggi, quelli secondo lui pi adatti a suscitare l'amore per la libert e l'odio contro la tirannide: Saul, Mirra, Polenice, Antigone, Virginia, Agamennone, Oreste, Sofonisba, Filippo, Rosmunda, Maria Stuarda ecc. Tutti personaggi che mostrano d'avere un'altissima umanit, ma che, in definitiva, risultano troppo perfetti per permettere allo spettatore una vera immedesimazione. Il pubblico applaudiva perch affascinato dai ritmi travolgenti delle passioni rappresentate, ma avvertiva chiaramente in esse qualcosa di inarrivabile, perch troppo straordinario. Il limite dell'Alfieri sta in quel suo modo vitalistico e individualistico di affrontare lo scontro, allora molto forte, tra tiranno e oppresso. Il protagonista principale delle sue tragedie sempre il singolo eroe che, con coraggio e abnegazione, cerca di opporsi alla tirannia del potente (re, principe o imperatore). Il suo ideale la personalit di Bruto e il suo mondo preferito quello degli eroi e tirannicidi descritto da Plutarco. In questo senso, il suo riferimento alla classicit non sta tanto nello stile letterario e neppure nel riconoscimento formale della superiorit dell'antica tradizione, quanto piuttosto nell'esigenza di ricercare modelli umani eroici da riproporre, in veste moderna, ai suoi contemporanei (al di l di un'analisi storica dell'ambiente reale in cui questi personaggi sono vissuti). Politicamente l'ideale dell'Alfieri, almeno sino alla delusione per gli esiti terroristici della Rivoluzione francese, resta quello della Repubblica romana pre-cesarea e dell'antica Grecia. Ci che pi ha condizionato la concezione "liberal-anarchica" dell'Alfieri fu il fatto ch'egli, pur avendo rinunciato agli ideali aristocratici, non rinunci mai allo stile di vita aristocratico (per molto tempo condusse una vita errabonda, frenetica, in parte dissoluta). In qualunque paese europeo andasse l'Alfieri guardava la situazione politica con gli occhi dell'intellettuale isolato, e quella sociale con gli occhi dell'aristocratico che da parte delle masse popolari non spera in una decisa posizione antigovernativa. Secondo il gusto estetico e retorico del '700 la tragedia era il genere per eccellenza. Alla creazione di un teatro tragico italiano (carenza avvertita come vergognosa) si era dedicato, tra gli altri, il Gravina, sperando di fare del Metastasio un sommo trageda. Agli esperimenti si alternavano le discussioni su personaggi, scene, stile. Alfieri fa precedere ed accompagna la composizione delle tragedie da riflessioni teoriche ed aderisce ad una poetica rigidamente classicistica. C' in Alfieri, oltre che la suggestione del genere tragico e la naturale predisposizione, anche il proposito di realizzare quel teatro tragico nazionale che gli altri poeti non erano riusciti a concretizzare. Alfieri spinto alla tragedia dall'indole conflittuale, dalla sua concezione eroica e pessimistica della vita, dall'avversione per ogni forma di tirannide, predilige la forma esemplare e plutarchiana della classicit (scene dense di emozioni, racconto convulso e appassionante, aura di tragedia che avvolge i personaggi), tende a disegnare personaggi titanici, consapevole delle suggestioni ella tragedia intesa come scontro di opposte passioni, tensioni, aspirazioni, proiezione della condizione drammatica e conflittuale del poeta stesso.

Saul: con Mirra il capolavoro di Alfieri. Argomento biblico. La morte di Saul estrema manifestazione di eroismo e grandezza, vittoria morale sui nemici e su se stesso, soluzione dei conflitti interiori e della conseguente follia. Mirra: dalle metamorfosi di Ovidio. l'unica tragedia in cui manca il tiranno: il dramma si svolge nell'intimo di Mirra, che totalmente sola ( innamorata del padre e le persone care non possono n aiutarla n riceverne le confidenze). Scritti minori- Sono satire, epigrammi, commedie.

21. I ROMANTICI: FOSCOLO E LEOPARDI Ugo Foscolo nacque nel 1778 a Zante, un'isoletta dello Jonio. Vita breve la sua (mor non ancora cinquantenne) ma densa di passioni e di eventi, di intemperanze e tumulti, d'impeti generosi e superbi ardimenti che dovevano comporsi in un'Arte esteticamente sovrana. La nascita in un luogo greco gli fece amare il mondo classico; le sue partecipazioni alla vita militare ci fanno capire il suo attivismo. Quando muore il padre si trasferisce a Venezia con la madre. Mor a Londra nel 1827, stanco, ammalato e povero. Ora le sue ceneri sono nella chiesa di Santa Croce a Firenze, che egli aveva cantato nei Sepolcri. Il Foscolo si pu considerare un esempio di romantico, perch la sua vita fu appassionata, inquieta, ricca di amori e malinconica. Il Foscolo si pu considerare un neoclassico-romantico per il pensiero della morte, per il suo amore patriottico, e perch ama un'arte libera. Nel Foscolo si hanno anche motivi del preromanticismo europeo come la poesia sepolcrale e l'amore del lugubre. Il pessimismo del Foscolo deriva dal fatto che egli vede nella vita annullati gli ideali di libert e di giustizia, e secondo la concezione materialistica crede che tutto sia materia. Ma questo pessimismo viene superato dalle "illusioni", che sono gl'ideali, i sentimenti come l'amore, la bellezza, la Patria, la tomba e la poesia. Il Foscolo le chiama illusioni perch non esistono realmente ma sono necessarie per continuare a vivere. Mor a Turnham Green in Londra in1827. Elementi autobiografici della vita del Foscolo sono presenti nelle "Ultime lettere di Jacopo Ortis", anche se spesso e volentieri l'autobiografia cede il passo alla fantasia, presentandone quegli ideali che permettono all'uomo di vivere la propria interiorit in modo meno drammatico, essendo addirittura validi argini psicologici contro il suicidio.

Giacomo Leopardi nasce nel 1798 a Recanati, nelle Marche. Il padre, che in politica legato al regime assolutistico, in famiglia autoritario e severo ed esige il rispetto di rigide regole. La madre, molto religiosa, si dimostra esigente ed ossessiva. Linfanzia del poeta molto infelice, priva daffetto e di giochi. A nove anni la sua educazione affidata ad un precettore ed egli si dedica agli studi con straordinaria passione rivelando doti prodigiose. Limpegno nello studio tale da compromettere la sua debole salute: si aggrava la scogliosi

che lo rende deforme e una malattia agli occhi per qualche tempo gli impedisce la lettura. Nel 1819, spinto da una grande sofferenza famigliare progetta di fuggire, ma il tentativo non riesce: segue un periodo di grave depressione e di angosciosa solitudine. Finalmente, nel 1822, il padre gli permette di trasferirsi a Roma per intraprendere una carriera ecclesiastica, ma dopo soli 6 mesi fa ritorno a Recanati dove rimane fino al 1825; poi si trasferisce a Milano, Bologna, Firenze e Pisa ed infine costrettola problemi di salute a tornare nella casa paterna .Nel 1830, grazie allaiuto di un gruppo di amici, si stabilisce a Firenze dove trova lamore infelice. Nel 1833 si trasferisce a Napoli nella speranza che il clima mite possa migliorare le sue condizioni di salute, ma in quella citt muore nel1837 ed sepolto l. I temi fondamentali- La poesia di Leopardi tutta pervasa DALLANSIA VERSO LINFINITO e dominata dal CONFLITTO FRA SOGNI E REALT che genera sentimenti di inquietudine e angoscia. Il tema ricorrente nelle sue opere il dolore: secondo Leopardi il dolore la condizione ineliminabile della vita umana; luomo destinato allinfelicit fin dalla nascita, la vittima innocente della Natura, che una forza cieca e superiore, indifferente al destino delle creature viventi. La nascita, la sofferenza e la morte non hanno un perch e langoscia dellesistenza sarebbe intollerabile se luomo non cercasse confronto nelle illusioni; le speranze della giovinezza, dellamore, la fede in Dio aiutano a sopportare la vita ma non sono che illusioni. Altri temi sono presenti nella poesia leopardiana sono quelli della memoria, dello scorrere inesorabile del tempo, della nostalgia e del rimpianto. Le opere. Tra le sue opere ricordiamo: - i Canti (1831) raccoglie: -alcune canzoni. - gli Idilli (1819-1821), un gruppo di poesie tra cui Linfinito e Alla luna. - I grandi Idilli (1828- 1830), raccolta di poesie cui A Silvia e Il sabato del villaggio. 22. MANZONI E IL ROMANZO Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785. Comp i suoi studi in collegio, dove rimane dai sette ai 16 anni, e ricorder sempre con risentimento questo periodo per i metodi autoritari adottati nella sua educazione. A 20 anni raggiunge la madre a Parigi, dove abita fino al 1810: sono cinque anni molto importanti per la sua formazione culturale e politica poich viene a contatto con le idee dellilluminismo. Nel 1806 sposa la ginevrina Enrichetta Blondel. Si stabilisce a Milano dove si dedica agli studi e alla composizione delle sue opere. Vive con molto entusiasmo il clima risorgimentale che si va formando e con i suoi scritti favorisce la diffusione degli ideali patriottici; spera in un successo dei moti del 1821 per i quali scrive anche unode; nel 1848 firma con altri un invito al re sabaudo Carlo Alberto perch con le sue truppe varchi il Ticino e liberi la Lombardia dagli Austriaci. Nel 1861 nominato senatore del nuovo Regno dItalia dal re Vittorio Emanuele II e presiede la commissione per lunificazione della lingua. Mentre nella vita pubblica Manzoni raccoglie molti riconoscimenti successi, in quella privata soffre molti dolori: ha problemi di salute, perde la prima moglie in giovane et, dei suoi 10 figli alcuni hanno vita difficile e infelice e ben cinque muoiono prima di lui, gli muore anche la

seconda moglie. La morte lo coglie a Milano, in seguito ad una caduta dagli scalini della chiesa di San Fedele, nel 1873, allet di 88 anni. Le opere Manzoni lautore pi rappresentativo del Romanticismo italiano; nelle sue opere si riconoscono perci molti dei temi e degli ideali del Romanticismo. Le pi importanti sono: - Del trionfo delle libert (1801); - Gli Inni sacri (1812- 1822); - Le Odi (1821); - Le Tragedie (1820- 1822); - I Promessi Sposi, pubblicato nel 1827. Il romanzo storico Il romanzo storico un romanzo che ambienta una vicenda vera o inventata in luoghi reali e in unepoca storica precisa. In esso lautore ambienta le avventure dei suoi personaggi narrando gli avvenimenti storici e descrivendo la societ in quel tempo. Manzoni ambienta lintreccio del suo romanzo nel 600: con grande scrupolo storico i fatti di quellepoca ma nei problemi, nella misericordia, nella virt e nei pregiudizi di quel secolo proietta i temi politici del suo tempo, dando cos allopera un carattere di grande attualit. I temi fondamentali Tutto il romanzo percorso da due temi fondamentali: la vita degli umili e la Provvidenza Divina. Per la prima volta la gente comune vittima dei soprusi dei potenti, con i suoi problemi e con il suo bisogno di dignit e giustizia, diventa protagonista del romanzo. Nel momento in cui lItalia sta cercando la sua unit nazionale, Manzoni sembra lanciare un messaggio politico: il popolo con la sua operosit e la sua speranza di giustizia pu dare un grande contributo al rinnovamento della societ. Riguardo alla Provvidenza Divina, Manzoni ritiene che essa guidi la storia degli uomini non perch si sostituisca a loro e governi le loro azioni, ma perch le vicende umane sinseriscono in un progetto universale che coinvolge tutto il creato. Coloro che sono umiliati e perseguitati cercano nella Provvidenza le ragioni del loro soffrire e, nei disegni divini, trovino non motivo di rassegnare ma volont di riscatto e forza per opporsi alle ingiutizie. ALLA FINE LA GIUSTIZIA DI DIO PREMIA I DEBOLI E SCOFIGGE I POTENTI. I Promessi Sposi (romanzo storico) sono il primo grande romanzo italiano di intonazione realistica. 23. PARLA BREVEMENTE DELLA SCAPIAGLIATURA La Scapigliatura un movimento di un gruppo di artisti milanesi alla fine del XIX secolo, a cui pi tardi vengono accostati alcuni prosatori piemontesi. Il movimento degli Scapigliati esprime il disagio e la difficolt in cui si muove la cultura italiana negli anni successivi allUnit. In questo periodo appare forte tra gli scrittori quel

desiderio di superare limmagine dellintellettuale isolato nel proprio mondo e di partecipare attivamente alla vita sociale. Questi giovani scontenti, che furono detti scapigliati, erano per molti aspetti simili ai bohmiens parigini degli anni trenta, rivolsero la loro accesa protesta anzitutto contro i costumi borghesi della vita civile. Essi condussero una vita sregolata per dare scandalo . per sfuggire alle regole di una buona condotta civile , per richiamare gli sguardi sulla possibilit di superare i vecchi canoni della vita e dellarte ormai privi di qualsiasi reale validit .Gli scapigliati erano legati da amicizia e da somiglianza di vita e di costume: abiti trasandati, riunioni sguaiate, chiome e barbe lunghe, alcolismo, fino a fenomeni di follia e suicidio. - gli scapigliati Giuseppe Rovani, capo riconosciuto del movimento, Emilio Praga, Arrigo Boito. Per quanto riguarda lo stile, gli scapigliati rivelano una decisa tendenza antiumanistica e antiletteraria, caratterizzata, anche in poesia, dalla ricerca di un linguaggio parlato, con frequenti influssi dialettali, che consente unadesione al vero. Ma alcuni cercano anche un linguaggio prezioso e allusivo, capace di suggestioni arcane, ispirato alla poesia di Baudelaire, dei poeti maledetti francesi.

24. SINTEZZA IL VERISMO E' un movimento letterario e artistico italiano che ispirandosi al Naturalismo francese e al Positivismo teorizza una rigorosa fedelt alla realt effettiva (al vero) delle situazioni, dei fatti, degli ambienti, dei personaggi e una corrispondenza con il sentire e il parlare dei soggetti che vengono rappresentati. Si sviluppa negli anni successivi all'Unit e prosegue fino al primo decennio del Novecento, raggiungendo la piena maturit nell'ultimo trentennio dell'Ottocento. - lo scrittore cerca di scoprire le leggi che regolano la societ umana, muovendo dalle forme sociali pi basse verso quelle pi alte, come fa lo scienziato in laboratorio quando cerca di scoprire le leggi fisiche che stanno dietro ad un fenomeno. - attenzione alla realt nella dimensione del quotidiano: lo scrittore predilige una narrazione realistica e scientifica degli ambienti e dei soggetti della narrazione; - piuttosto che raccontare emozioni, lo scrittore presenta la situazione quotidiana come una indagine scientifica, ricercando le cause del suo evolversi, che sono sempre naturali e determinate (determinismo o darwinismo sociale); anche la vita interiore dell'uomo - l'artista deve ispirarsi unicamente al vero cio desumere la materia della propria opera da avvenimenti realmente accaduti e preferibilmente contemporanei - necessit di una riproduzione obbiettiva ed integrale della realt - anche il modo di scrivere cambia nel verismo dando spazio ai dialetti, eliminando tutte le forme di raffinatezza retorica e accademica e introducendo la mimesi linguistica.

I TEMI E I SOGGETTI Lo scrittore verista: -si occupa di situazioni quotidiane reali, vissute cio nella scottante realt nazionale: le plebi meridionali, il lavoro minorile, l'emigrazione; -cerca il vero attraverso l'analisi delle classi subalterne, per la verit non porta al progresso ma svela una condanna a morte; - predilige gli ambienti delle plebi rurali perch non ancora contaminate dai pregiudizi della convenzione sociale; - predilige gli ambienti regionali e gli strati sociali piccoloborghesi; - gli ambienti sociali sono in maggioranza cittadine di provincia, di campagna, miniere o ambienti di piccola e media borghesia e di aristocratici decaduti. - Il verismo italiano ebbe una forte caratterizzazione regionale e, poich le realt regionali italiane erano profondamente diversicate, diversi furono pure i temi e gli ambienti rappresentati dai veristi. LE OPERE pi SIGNIFICATIVE Il romanzo Giacinta di Luigi Capuana pu essere considerato una delle opere pi rappresentative del Verismo. Narra di un caso di suicidio che viene studiato, dall'autore, con una fermezza scientifica se non addirittura clinica. Altro colosso del verismo I Malavoglia di Giovanni Verga, opera che tratta la lotta, ai livelli pi bassi della scala sociale siciliana, per i bisogni primari della vita quando comincia a farsi viva nell'anima delle persone la voglia di benessere. L'ambiente umano umile, culturalmente lontano dal narratore che lo descrive senza interventi personali cosicch possa risultare assolutamente veritiero.

25. GIOVANNI VERGA Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, fu il massimo esponente del verismo. La sua prima formazione romantico-risorgimentale si svolse a Catania, dove abbandonando gli studi giuridici, decise di dedicarsi esclusivamente alla letteratura. Trasferitosi a Firenze

compose i suoi primi romanzi Una peccatrice e Storia di una Capinera. Successivamente a Milano frequent l'ambiente degli Scapigliati, rappresentando in modo fortemente critico il mondo aristocratico-borghese (Eva; Tigre Reale; Eros). In seguito alla scoperta del naturalismo francese matura la sua svolta decisiva verso il verismo che sar segnato dai racconti e dai romanzi di ambiente siciliano (Vita dei campi; I Malavoglia; Novelle rusticane; Mastro don Gesualdo). Lo scrittore crede nel progresso ma si interessa ai vinti e ai deboli; la sua una visione della vita tragicamente pessimistica che si pone in antitesi con l'ottimismo imperante nei suoi tempi. Rappresenta un mondo di primitivi in lotta con il destino. Alla produzione narrativa si accompagn quella teatrale, connotata sempre da una intensa drammaticit (Cavalleria rusticana; La lupa; In portineria,; Dal tuo al mio). Lo scrittore muore nella sua citt natale nel 1922. LA POETICA Verga, a differenza di altri scrittori, non espose le proprie idee sulla letteratura e sullarte, preferisce invece immergersi nel suo scrupoloso e concreto lavoro di scrittore. Il canone fondamentale a cui si ispira quello dellimpersonalit (per altro comune ai veristi). Lobiettivo quello di giungere a un romanzo in cui il processo della creazione rimarr un mistero, la mano dellartista rimarr invisibile e "lopera darte sembrer essersi fatta da s". Verga vuole rappresentare la lotta per la vita ripercorrendo la scala sociale, dai livelli pi bassi a quelli pi elevati. La novit di Verga sta nella distinzione tra autore e narratore e nella definizione e invenzione del narratore regredito. Lautore per essere impersonale deve rinunciare ai suoi pensieri e giudizi, alla sua morale e cultura perch non deve esprimere se stesso. Verga rinuncia anche alla sua lingua e cerca di adottare un tipo di espressione pi vicina possibile agli umili rappresentati; lautore cerca, infatti, di studiare la sintassi del dialetto siciliano e cita spesso proverbi che appartengono alla cultura locale; utilizza anche la tecnica del discorso indiretto libero tutte le volte che ha bisogno, nel descrivere fatti e luoghi, di far risuonare i modi tipici del linguaggio popolano e di identificarsi col pensiero della gente del posto. LA CONCEZIONE DELLA VITA Il Verga ebbe una concezione dolorosa e tragica della vita. Pensava che tutti gli uomini fossero sottoposti a un destino impietoso e crudele che li condanna non solo allinfelicit e al dolore, ma ad una condizione di immobilismo nellambiente familiare, sociale ed economico. Chi cerca di uscire dalla condizione in cui il destino lo ha posto, non trova la felicit sognata, ma va incontro a sofferenze maggiori. Questa concezione fatalistica e immobile delluomo sembra contraddire la fede nel progresso propria delle dottrine positivistiche ed evoluzionistiche. 26. IL DECADENTISMO IN ITALIA Il Decadentismo ebbe origine in Francia e si svilupp in Europa tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento. Il Decadentismo rappresenta una

reazione decisa agli aspetti ideologici, morali e letterari del Positivismo. Decadentismo rappresenta la crisi della civilt e della societ europea tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento; ma rappresenta anche la coscienza e la denuncia di questa profonda crisi esistenziale. Il termine "decadente" ebbe, in origine, un senso negativo; fu infatti rivolto contro alcuni poeti che esprimevano lo smarrimento delle coscienze e la crisi di valori di fine Ottocento, sconvolto (poremeen) dalla rivoluzione industriale, dai conflitti di classe, da un progressivo scatenarsi degli imperialismi, dal decadere dei pi nobili ideali romantici. Il Decadentismo fu uno stato d'animo di perplessit smarrita, un sentimento di crisi esistenziale, travagliata da tragiche esperienze di guerre, dittature, rivoluzioni, e anche da scoperte scientifiche sconvolgenti. Gli aspetti fondamentali della spiritualit decadentista: 1) il sentimento della realt come mistero; 2) la scoperta di una nuova dimensione nello spirito umano, quella dell'inconscio, dell'istinto. Il decadentismo in Italia coincide con la letteratura di Pascoli e d`Annunzio, le figure piu significative. La letteratura decadente presuppone la crisi di filosofia e l`aavento di nuove tendenze, collocate all`insegna dell` irrazionale. Escono i vecchi modelli; e I nomi she circolano sono quelli di Nietzsche, di Wagner e Schopenhauer.

27. GIOVANNI PASCOLI E IL SIMBOLISMO Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna nel 1855. Il padre gli mor assassinato quando egli aveva solo 12 anni; a questo lutto si sommarono altre tragedie familiari (tra cui la morte della madre) che influenzarono profondamente la sua vita, la sua visione del mondo e la sua poetica. A Bologna, dopo la laurea, si avvicin a gruppi anarchici e socialisti ma, in seguito ad una esperienza di carcere, abbandon la politica attiva. Decise di dedicarsi all'insegnamento universitario non tralasciando mai, per, la sua unica passione: la poesia. L'opera di Pascoli s'incentra su tre diverse linee espressive: quella della poesia in italiano, quella della poesia in latino e quella dell'attivit di critico e commentatore di Dante. Nel 1891 fu pubblicata la raccolta Myricae, il cui titolo una citazione dalla quarta egloga delle Bucoliche di Virgilio. Con ci il poeta volle alludere ad una lirica delle cose semplici, fatta d'oggetti comuni presi soprattutto dalla campagna e cantati con un lessico e un metro molto originali per la tradizione poetica italiana. Pascoli si rifece alla lezione dei classici (oltre appunto a Virgilio, anche Catullo e Orazio), ma guard anche all'esperienza simbolista. Pasoli pensa che poesia deve migliorare l'uomo, renderlo buono, renderlo etico. I Primi poemetti e i Nuovi poemetti segnarono una diversa tendenza, basata sulla volont di "raccontare". Oltre ai temi gi sperimentati (il mondo della campagna, la contemplazione della natura, l'aspirazione a una vita semplice), risalta lo spazio dato alla rappresentazione delle vicende degli emigranti verso l'America: il lessico si fa particolarmente sperimentale, una commistione di italiano e inglese assolutamente estranea alla tradizione lirica italiana.

Di alto livello sono anche i Canti di Castelvecchio. Nei Poemi conviviali, l'attenzione si spost sul mondo classico e sui suoi miti, anche in forma di riflessione, e con una precisa ricaduta sulle tecniche della versificazione, che ricalcano modelli antichi. Con Odi e inni, si avvicin alle tematiche nazionalistiche. Le idee fondamentali di Pascoli sulla poesia si leggono in un testo molto importante intitolato Il Fanciullino. SIMBOLISMO - e nato in Francia nel secondo Ottocento; rifiuta le interpretazioni scientifiche dell` esistente per idagarne I significati profondi, quelli che sfuggono agli strumenti delle ragione. Il padre delle poesia simbolista Baudelaire; altri Rimbaud, Mallarme, Verlaine. Il simbolista si muove in un universe fatto di enti incoporei, immateriali, inafferrabili, fra I quail corrono misteriose analogie. Avvicinanza la parola alla musica era strumento-principale d`esplorazione delle realt; uso d`un linguaggio difficile, ermetico; la lingua non piu comunicazione, invece suggestione. 28. GABRIELE D`ANNUNZIO E LA SUA OPERE Gabriele D'Annunzio nasce in 1863. Vivace, d'intelligenza precoce, studia in una delle scuole italiane pi prestigiose del tempo. All'inizio degli anni Novanta, D'Annunzio scopre la filosofia di Nietzsche e le sue tesi sul "superuomo", convincendosi della necessit di agire e di incidere sul mondo reale e abbandonando l'estetica e passiva contemplazione del bello. Ora egli ritiene necessario comunicare con le masse, per poterne indirizzare i gusti, le scelte di vita e decidere perci di avvicinarsi al teatro. Egli infatti, si presenta come uno scrittore attivo in campi molto diversi: poeta, romanziere, tragediografo, saggista, oratore; egli scrisse anche un opera in francese, si dedic al cinema, fu uomo e volontario nella prima guerra mondiale. I temi di fondo dell'opera dannunziana si possono sintetizzare in tre parole-chiave:

L'ESTETISMO alla base del culto della bellezza e della coincidenza tra vita e arte; tale concezione emerge soprattutto nel romanzo "Il Piacere" e nelle poesie della giovinezza. IL SUPEROMISMO una teoria filosofica tratta dall'opera di Nietzsche, che D'Annunzio reinterpreta in chiave artistica e politica: il superuomo, per lui, l'artista che riesce a tradurre la parola in azione, l'intellettuale che si fa politico e assume la guida delle masse; tale concezione espressa soprattutto nel romanzo "Il Fuoco" e nel primo libro delle "Laudi"," Maia"; IL PANISMO legato al contatto con la natura, in cui il poeta si immerge sensualmente e dilata i confini del proprio io, diventando parte della natura stessa; questa concezione profondamente irrazionalistica emerge con particolare chiarezza nel terso libro delle "Laudi", "Alcyone".

L'opera dannunziana caratterizzata da un continuo sperimentalismo:

D'Annunzio esordisce prendendo a modelli, Carducci per la poesia e Verga per la prosa, ma ben presto affianca agli autori italiani i simbolisti francesi e i romanzieri russi;

nelle sue opere egli adotta strutture classiche (come il sonetto o il racconto breve) e strutture originali (come le "strofe lunghe" di versi liberi o il romanzo-poema, quasi privo di trama e di avvenimenti); sul piano stilistico, egli passa da uno stile gonfio, sublime e spesso retorico, a uno stile apparentemente semplice e colloquiale.

La lingua di D'Annunzio D'Annunzio sceglie sempre uno stile lontano dal linguaggio comune e un registro alto. Lui guarda al passato e vuole costruire una scrittura vicina a quella dei massimi autori della tradizione. Opere- "Canto novo", "Poema paradisiaco", "Maia", che il primo libro delle "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi", "Alcyone", il terzo libro delle Laudi, "il Piacere", forse il romanzo pi rappresentativo di tutta la poetica dannunziana. Ci sono inoltre "il Fuoco","Notturno", "La sera fiesolana" e "La pioggia nel pineto". 29. IL FUTURISMO Movimento artistico e letterario d`avanguardia fondato in Italia nel primo decennio del Novecento da Filippo Tommaso Marinetti. Atto di nascita del movimento fu il Manifesto del futurismo, pubblicato da Marinetti sul quotidiano francese Le Figaro in 1909. In esso veniva presentato il programma teorico del futurismo, che si deline subito come movimento eversivo, antiborghese, ispirato al rifiuto di ogni forma di arte tradizionale e all` esaltazione della civilt industriale, delle macchine, della velocit, intesi come caratteristiche e valori della societ del futuro; opposizione anticlassicista a ogni tradizione, sul rifiuto di un passato rappresentato da biblioteche, musei, accademie, sinonimo di inerzi, staticita, sentimentalismo. Contro la tradizione classica e il sentimentalismo tardoromantico, il futurismo proponeva mezzi espressivi adeguati a rendere il dinamismo della vita moderna: le parole in libert, ossia un discorso veloce ottenuto attraverso l`eliminazione della sintassi, i verbi all`infinito, l`abolizione degli avverbi, degli aggettivi e della punteggiatura e l` immaginazione senza fili; la parola perde la funzione, il suo significato diventa allusivo, evocatore. Molta importanza veniva attribuita anche all` aspetto visivo della pagina letteraria, con l` utilizzo di caratteri tipografici diversi per tipo e dimensione e la sostituzione della punteggiatura con simboli matematici. Il futurismo si proponeva cos di distruggere la sintassi tradizionale. Tra gli scrittori futuristi si distinguono Ardengo Soffici, Corrado Govoni, Aldo Palazzeschi. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo pu essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

30. LA PROSA TRA LE DUE GUERRE Larco di tempo che copre il periodo storico che intercorre tra le due guerre mondiali porta con s una valanga di disillusione e di pessimismo. Sul piano letterario abbiamo un recupero delle forme della tradizione. In particolar modo sono due le linee intraprese dalla lirica europea: - la linea della poesia pura, caratterizzata dallattenzione alla parola e al linguaggio, alla costruzione del verso, sulla scia dei Simbolisti; - la linea della poesia metafisica, in cui invece scopo del poeta quello di andare al di la del lato apparente delle cose. In questa corrente molto forte il richiamo alla tradizione e ad alcuni autori come Dante. Ritornando alla poesia pura, riconosciamo autori tra loro molto diversi per stile e concezioni poetiche. Uno di questi, Paul Valry, esercita sulla propria poesia razionalit e compostezza. Nelle liriche di Federico Garca Lorca invece convivono motivi della tradizione colta e di quella popolare andalusa. Di difficile collocazione invece la poesia del turco Hikmet. La particolarit della propria produzione risiede nelle innovazioni formali da lui introdotte in una tradizione lirica molto conservativa. I rappresentanti pi significativi invece della seconda linea su citata, la linea metafisica sono Pound, Yets ed Eliot che promuovevano la conciliazione tra le forme della tradizione e i nuovi linguaggi delle avanguardie. In Italia lindirizzo prevalente seguito dalla lirica tra le due guerre quello della poesia pura, che sfocer poi nellErmetismo. Accanto a questa linea, tuttavia, si fece avanti una nuova corrente, detta antinovecentista.

31. MONTALE E L`ERMETISMO La poesia ermetica sorge intorno agli anni venti e si sviluppa negli anni compresi tra le due guerre mondiali. Il termine Ermetismo deriva da Ermete, il dio delle scienze occulte.

La poesia ermetica si muove nellambito generale del Decadentismo, ma di tutte le poetiche decadenti fa sua e sviluppa in particolare quella dei simbolisti francesi, ed per questo che anche detta poesia neo-simbolista. La poesia ermetica storicamente importante, perch ha messo la letteratura italiana a pieno contatto con la letteratura europea e inoltre, ha contribuito a liberare la poesia italiana dai residui della retorica e delloratoria tradizionale. La poesia ermetica rifiuta la concezione oratoria della poesia intesa come celebratrice di ideali esemplari e persegue lideale della poesia pura, libera cio non solo dalle forme metriche e retoriche tradizionali, ma anche da ogni finalit pratica, didascalica, celebrativa. Il motivo centrale che accomuna gli ermetici il senso della solitudine disperata delluomo moderno che, perduta la fede negli antichi valori,nei miti della civilt romantica, positivistica, non ha pi certezze a cui ancorarsi in un mondo sconvolto dalle guerre. Da ci ne consegue una visione della vita sfiduciata e desolata. Ad aggravare questo senso di solitudine concorrono altri elementi:lincomunicabilit, cio lincapacit e limpossibilit di un colloquio fiducioso e aperto con gli altri;lalienazione,la coscienza di essere ridotti a un ingranaggio nella moderna civilt di massa;la frustrazione la coscienza del contrasto tra una realt quotidiana sempre banale e deludente. I poeti ermetici vanno alla ricerca di nuove forme che meglio rispecchino il loro stato danimo, e le trovano nelle parole essenziali, scabre, secche. Caratteristica della poesia ermetica luso frequente dellanalogia e della sinestesia. Lanalogia laccostamento immediato di due immagini, situazioni, oggetti tra loro lontani, fondato su un rapporto di somiglianza. La sinestesia consiste nellaccostamento di sensazioni diverse avvertite simultaneamente. La poesia emetica per larditezza e la celebrit delle analogie e il linguaggio spesso oscuro e involuto resta difficilmente comprensibile per il grosso pubblico. Eugenio Montale (Genova,1896 Milano, 1981) stato un poeta, giornalista e critico musicale italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975. Trascorre linfanzia tra la sua citt natale e Monterosso, luoghi che gli offriranno una fonte di ispirazione per le sue opere. Sar sempre un uomo schivo e distaccato e, nonostante il suo presentarsi non come letterato professionale ma come uomo comune che scrive solo per s stesso, diverr uno dei poeti pi rappresentativi del 900. Il motivo di fondo della poesia di Montale una visione pessimistica e desolata della vita del suo tempo, in cui tutto appare senza senso, oscuro e misterioso. Ogni paesaggio e ogni oggetto visto da Montale contemporaneamente nel suo aspetto fisico e metafisico, nel suo essere cosa e simbolo della condizione umana di dolore e di ansia. La stessa visione tragica della vita ispira le liriche della seconda raccolta, Occasioni (1939). In essa Montale rievoca le occasioni della sua vita passata, amori, incontri di persone, riflessioni su avvenimenti, paesaggi, ricordati non per nostalgia del passato a consolazione del presente. Il male di vivere , per esempio, in Dora Markus. Dora Markus una donna che il poeta ha conosciuto a Porto Corsini presso Ravenna. In unaltra poesia (Non recidere, forbice), Montale accenna alla forza disgregatrice del tempo, che ci porta via anche i ricordi pi belli. Nella Casa dei doganieri il poeta ricorda la casa a strapiombo sulla scogliera, che era stata luogo degli incontri con la donna amata; ma il ricordo di quella casa vivo solo in lui, mentre la donna, ha dimenticato.

32. LA LETTERATURA DEL SECONDO DOPOGUERRA Poesia italiana del secondo dopoguerra non ha avuto luogo nella scrittura in versi, per ampiezza, capacita d`influsso e qualita sperimentale, un fenomeno paragonabile al neorealismo narrative postbellico. in questo periodo che si sviluppa il NEOREALISMO, che non fu mai una scuola vera e propria, che non ebbe mai un programma organico ben dichiarato ma che fu una tendenza a cui aderirono molti scrittori nellimmediato dopoguerra. Chi scrive si occupa di registrare e scrivere la realt e nellimmediato dopo la guerra, la realt che si era appena lasciati alle spalle. Neorealismo la ripresa del realismo (prima cera il verismo). Si sviluppa in campo letterario e in campo cinematografico.

33. PARLA BREVEMENTE DEL POSTMODERNISMO Il termine POSTMODERNO per la prima volta fu usato nel 1979 da un filosofo francese JEAN-FRANCOIS LYOTARD,nel suo libro La condizione postmoderna. Letteratura cerca di recuperare un pubblico di massa, senza per questo rinunciare ad una dimensione

raffinata o intellettualistica; cerca di disorientare il lettore per renderlo critico o dubbioso sul mondo in cui vive. In letteratura le caratteristiche che si notano sono:

un indebolimento della ragione e del pensiero,si rinuncia alla pretesa di dare uninterpretazione complessiva al mondo, alla storia, alluomo, quindi una diffidenza nei confronti di tutte le teorie che vogliono spiegare la realt; una crisi dei fondamenti, non si cerca pi una causa ultima dei fenomeni dal punto di vista scientifico e filosofico; il linguaggio prevale sulle cose, il mondo virtuale (creato dai linguaggi) sostituisce il mondo reale; diventa centrale lintertestualit, lopera letteraria viene pensata come una continua citazione di altri testi; fine del concetto di avanguardia, non si crede pi in una successione lineare della storia (disgregazione della progressione del tempo), non ha pi senso parlare di superamento, viene meno lidea di una rottura rispetto al passato; viene meno lidea di due arti (una per gli intellettuali difficile da capire e unarte di consumo), si pensa ad ununica arte per tutti.

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