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SAVing: un osservatorio sui processi di validazione e certificazione delle competenze

Recentemente, le iniziative di certificazione delle competenze apprese in ambiente non formale e informale, realizzate a livello nazionale, tendono ad incrementare, forti anche del sostegno proveniente dalle policy europee per lo sviluppo di una relazione attiva e virtuosa tra formazione e inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro. In questa relazione virtuosa, le competenze (e la possibilit di validarle e certificarle) assumono un ruolo determinante. Le iniziative sviluppate negli ultimi anni in Italia assumono inevitabilmente una dimensione differenziata, a livello territoriale, per tipologia e significativit, considerata anche la competenza articolata tra le amministrazioni centrali, regionali , provinciali e comunali in materia di formazione, orientamento, inserimento e reinserimento professionale. Da qui la difficolt, in gran parte di tipo metodologico, a identificare un unico modello valido a livello nazionale per riconoscere competenze spendibili sul mercato del lavoro. Linteresse volto a consolidare quei tratti comuni che contraddistinguono le buone pratiche di validazione e certificazione delle competenze apprese in ambiente non formale e informale, che vedono: le imprese agire, in modo implicito o esplicito, come soggetto formativo; le risorse umane migliorare attraverso la valutazione delle proprie esperienze lavorative. In questo quadro di riferimento, nasce SAVing Sharing Positive Actions for Valorisation of Informal learning, Finanziato nel quadro del Programma Europeo LLP 2011 KA1-ECET, liniziativa finalizzata a promuovere la riconoscibilit e la trasferibilit di procedure di validazione delle competenze acquisite in contesti informali e non formali, per facilitare loperato delle organizzazioni coinvolte e per stimolare la capacit degli altri destinatari (piccole imprese, lavoratori, studenti, ) di reperire informazioni, strumenti e relazioni utili per orientarsi nel campo dei processi di validazione delle competenze. Partenariato Il progetto realizzato dal consorzio composto da SFC Sistemi Formativi Confindustria s.c.p.a. in qualit di capofila, Officine Sviluppo e Ricerca s.r.l., Universit della Tuscia, e si sviluppa con il sostegno dellUfficio Scolastico Regionale per il Lazio. Pur nella complessit di individuare parti sufficientemente rappresentative, il consorzio di progetto stato identificato con lobiettivo di diffondere presso gli stakeholder pi rilevanti (parti datoriali, sindacali e mondo accademico) i risultati di progetto e conseguentemente un approccio alla cultura della validazione e certificazione delle competenze. Attraverso un articolato sistema di consultazione, il network di progetto sta coinvolgendo unampia rete di stakeholders per approfondire e diffondere i princpi di valorizzazione del capitale umano Education Europe (2014 2020), volti a rafforzare e

SAVing Sharing Positive Action for Valorisation of informal learning Viale Pasteur, 6 00144 Roma; tel. 06/5903465-5903735 mail: i.russiello@confindustria.it; f.lembo.con@confindustria.it web: http://network.sfc.it/saving

concretizzare la mobilit nazionale e transnazionale, potenziare la cooperazione fra istituzioni educative e mondo del lavoro, promuovere la modernizzazione dellistruzione, linnovazione e lo spirito diniziativa. I destinatari, ovvero: chi pu beneficiare dei risultati di SAVing Imprenditori, che intuiscono le potenzialit di sviluppo della produttivit dimpresa, se si lega alle capacit delle persone, e vedono riconosciuti i loro sforzi per mantenere attive le funzioni delle RU. La validazione e certificazione delle competenze diventa elemento di interesse prioritario delle imprese quando c necessit di esternalizzare e/o riorganizzare risorse. Con il cambiamento delle opportunit di mercato il tema delle competenze diventato centrale dal punto di vista delle aziende; Lavoratori, interessati a spendersi su un mercato del lavoro articolato (non solo ampliamento dei confini ma possibilit di impiego/reimpiego in diversi settori che possono richiamare competenze identiche), a rafforzare il proprio curriculum, soprattutto per lavoratori adulti e a rischio di uscita dal mercato del lavoro; Istituzioni, impegnate a ricomporre interpretazioni regionali e procedure locali per la certificazione delle competenze; Enti di formazione e enti coinvolti nel matching tra domanda e offerta di lavoro, che potenziano e declinano i concetti di trasferibilit, di mobilit, di potenziamento dei curricula. Le attivit e i risultati raggiunti finora Le attivit di Saving si articolano secondo tre filoni di intervento, (una ricerca di buone prassi, un percorso di ascolto attivo degli stakeholder attraverso focus group e meetings su tutto il territorio nazionale) che seguono percorsi paralleli e complementari con il comune obiettivo di sistematizzare le esperienze di validazione e certificazione delle competenze informali identificando uno standard di riferimento, cos da consentirne la pi ampia diffusione in diversi contesti aziendali e ampliare le opportunit di accesso allapprendimento permanente. La ricerca: riconoscere le buone pratiche Dopo aver individuato un set di indicatori attraverso unindagine di sfondo con metodologia desk, lo staff di ricerca ha sottoposto una scheda di rilevazione per analizzare 55 pratiche, delle quali 45 sono state individuate nel Repertorio di pratiche di validazione delle competenze da esperienza (realizzato dallISFOL), altre 10 attraverso la ricognizione delle iniziative gi avviate nellambito del sistema associativo di Confindustria. I risultati raggiunti da un lato confermano la persistenza di uno scenario nazionale caratterizzato da strategie e metodi decisamente eterogenei. Probabilmente, la molteplicit dei quadri concettuali e normativi nazionali, regionali e provinciali ha prodotto frammentazione e scarso coordinamento tra le numerose iniziative (in larga maggioranza finanziate dallUnione Europea). La complessit di un mercato del lavoro

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nazionale, composto per lo pi da piccole e medie imprese con una forte caratterizzazione locale, rischia oltretutto di costituire un freno ulteriore allaffermarsi di un paradigma comune per il riconoscimento delle competenze: quanto possa valere la certificazione di un apprendimento calandolo in diversi contesti produttivi e geografici non un problema semplice da risolvere. Dalla ricerca emerge la presenza di diverse soluzioni dinamiche ed efficaci tra le esperienze osservate, le cui ricadute potrebbero effettivamente essere massimizzate se il sistema fosse dotato di standard di base chiari e condivisi. I dati raccolti, trattati e analizzati dimostrano quanto a definire un buon progetto non sia il "chi" dei progetti (il Network o la tipologia di beneficiari) ma piuttosto il "come" (gli aspetti metodologici, la loro controllabilit potremmo parlare di accountability della certificazione/validazione tramite indicatori di impatto a medio e lungo termine, pubblicit dei risultati e replicabilit della metodologia). Dalle attivit di ricerca, oltre ad importanti elementi conoscitivi sui dispositivi di validazione gi attivati, sono emersi alcuni interrogativi che il consorzio di progetto ha cominciato a sottoporre ad un parterre ampio di stakeholder: - cosa si certifica? Una buona pratica di validazione dovrebbe fare convivere due anime che potremmo definire come categoriali (per profili, certificando che un individuo abbia le caratteristiche previste da un certo profilo) e scalari. La questione di fondo resta la definizione del profilo, dalla quale deriva poi la scomposizione in diversi livelli di competenze (da qui la dimensione scalare); - chi il beneficiario della validazione/certificazione? lindividuo che vede riconosciute competenze e abilit acquisite in vari contesti (in unottica di apprendimenti life long e life wide learning)? il sistema produttivo che guadagna uno strumento in pi per il recruiting? il sistema di matching domanda offerta che ne dovrebbe venire potenziato? - come garantire una solida accountability a questi processi? La validazione/certificazione non ha assunto un ruolo centrale nellottimizzare le strategie matching o nellassecondare le indicazioni comunitarie relative allempowerment del cittadino (e del lavoratore). Ruolo, e indicazioni, ancora pi rilevanti se inquadrate in un contesto in cui le politiche attive del lavoro per un verso, e le mutate esigenze della domanda di lavoro dallaltro, riconfigurano continuamente i fabbisogni occupazionali e formativi. Focus group: confrontare le ipotesi con gli attori dei processi Concentrando il dibattito sulle strategie gi praticate per identificare i principali fattori critici e i punti di forza che possono facilitare la replicabilit delle pratiche, i focus group orientano il percorso progettuale verso la definizione dei contenuti delle Linee Guida per un processo di validazione/certificazione delle competenze in azienda, output conclusivo di progetto. I primi risultati del processo di ascolto attivo consentono di evidenziare:

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La necessit di progettare processi che siano credibili per le imprese (che in fondo sono valutatrici in ultima istanza dellaffidabilit e legittimit delle metodologie/procedure di certificazione/validazione). A questo proposito, sembra indispensabile la presenza di un soggetto terzo che certifica sulla base di standard minimi condivisi. La buona pratica pu/deve garantire trasferibilit e adattabilit. C bisogno di concentrarsi sulla costruzione di strumenti utili allintegrazione possibile tra governance centrale e attuazione locale. Per evitare il rischio di spostare lattenzione su di un processo di conversione dei diversi sistemi regionali di certificazione verso un modello unico (incontrando cos resistenze e incompatibilit dei diversi approcci territoriali), la strada da percorrere deve prevedere la definizione di un quadro unico di riferimento, di respiro europeo, che consenta di attivare sistemi territoriali autorizzati (e autorevoli) capaci di comunicare tra loro con dei meccanismi di traduzione delle certificazioni. Una buona pratica di certificazione deve far capire chiaramente che cosa certifica (oggetto della certificazione) e in quale/i contesto/i le competenze certificate sono valide (campo della certificazione). Non definibile come buona pratica di certificazione un modello che sia basato unicamente su resoconti biografici (autocertificazione), sul gradimento e sulla ricostruzione a posteriori dellesperienza. La validazione/certificazione deve implicare delle prove pratiche, in loco o che simulino una situazione lavorativa.

Meetings locali: elaborare soluzioni condivise Da novembre 2012 fino a gennaio 2013, saranno realizzati sei incontri, dal titolo Improve learning opportunities, su tutto il territoio nazionale. Obiettivo principale dei meeting quello di diffondere le Linee Guida di progetto, che identificano gli elementi che costituiscono un minimo comune denominatore per attivare processi di validazione e certificazione delle competenze capaci di produrre ricadute effettive, sia sulloccupabilit dei lavoratori che sulla produttivit aziendale. Per raggiungere tale obiettivo, attraverso i meetings si cercher di sollecitare e coinvolgere i principali stakeholder e decision maker attivi a livello locale offrendo opportunit di incontro che possano rafforzare lo sviluppo sinergico dei sistemi regionali. Il consorzio di progetto attualmente in fase di pianificazione dei meetings locali, e siamo fortemente interessati a recepire suggerimenti, indicazioni e proposte di partecipazione. Per contatti ed informazioni: Web: http://network.sfc.it/saving Facebook: http://www.facebook.com/progettosaving Twitter: http://twitter.com/#!/ProgettoSaving Mail: f.lembo.con@confindustria.it; i.russiello@confindustria.it Tel: 06/5903735; 06/5903465

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