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I determinanti sociali nelluso di sostanze


Per anni il dibattito politico e sociale attorno al problema delle dipendenze stato dominato dal tema degli effetti sociali delluso individuale di droghe, e scelte politiche e terapeutiche sono state spesso dettate dalla percepita urgenza di proteggere la societ da tali effetti, pi che dallobiettivo di tutelare la salute degli utilizzatori. Minore attenzione ha riscosso la speculare questione degli effetti del contesto sociale (legislativo, economico e culturale) sulluso individuale di droghe, se non nei termini di una generica associazione tra lincremento delle problematiche di abuso e la vera o presunta degenerazione morale delle societ contemporanee, che periodicamente occupa le pagine della stampa e i palinsesti televisivi. Solo in tempi recenti il tema stato analizzato con un approccio pi scientifico. In linea con ci che sta avvenendo in altri settori, anche nelle dipendenze si sono fatti spazio modelli esplicativi ecologici, in cui le modalit duso, linsorgenza o meno di problemi correlati per lindividuo e/o per la collettivit, e la stessa prognosi del disturbo da dipendenza, sono interpretati come il risultato della complessa interazione tra individuo e ambiente lungo lintero corso della vita, piuttosto che semplicemente il frutto dellinfelice incontro tra le caratteristiche individuali (genetiche, biologiche, psicologiche) e la farmacologia delle singole sostanze. Questo numero di Medicina delle Dipendenze si propone di dar conto di alcuni degli elementi-chiave che emergono da questa crescente massa di ricerca. In particolare si focalizza sui fattori micro- e macro-sociali che influenzano, negli individui e nelle popolazioni, luso di droghe e i suoi correlati patologici: quanto, e come, le strutture e
MDD 5 - Marzo 2012 

i processi sociali influenzano la possibilit che un individuo assuma una sostanza o ne diventi dipendente? In che modo i sintomi iniziali, la progressione e la prognosi dei disturbi da uso di sostanze sono influenzati dallambiente prossimo in cui le persone vivono o dal pi generale contesto socioeconomico? Quali implicazioni questi aspetti hanno per la prevenzione e il trattamento dei problemi legati alluso di sostanze? Il contributo di Galea et al., che apre la rassegna, offre un quadro generale di riferimento, sintetizzando i risultati dei principali studi epidemiologici che hanno analizzato i legami tra fattori sociali e i vari stadi delluso di sostanze, dalliniziazione, alluso, alla cessazione, sino allastinenza protratta o alla ricaduta. Lelencazione degli specifici fattori che appaiono associati a ciascuna di tali fasi accompagnata da una nota metodologica che pone laccento su punti di forza e limiti dellattuale ricerca. I legami tra etnia, cultura e modalit duso di sostanze, e le loro implicazioni per la prevenzione, costituiscono il tema del contributo di Vincenzo Manna. Un argomento di stringente attualit nella societ italiana, sempre pi multietnica e multiculturale e urgentemente alla ricerca di una pratica clinica capace di farsi carico degli aspetti legati alla cultura di riferimento dei pazienti, piuttosto che ignorarli o subirli. Il successivo articolo di Siliquini e Ferrara analizza la complessa relazione tra consumo/abuso di sostanze e lavoro. Esso offre una accurata analisi delle pi significative evidenze riguardo alla diffusione del consumo di sostanze nei vari ambiti lavorativi e alle specifiche condizioni che appaiono maggiormente associate alluso e alle sue modalit. La review attinge ampiamente dal-

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la letteratura internazionale, ma la puntuale citazione dei (pochi) lavori in ambito italiano permette di contestualizzare i concetti alla nostra realt. La specificit della situazione nazionale il focus principale dello stimolante contributo di Beccaria et al. su modalit e significati del processo di socializzazione alcolica. Larticolo discute i risultati di alcune ricerche italiane che indicano come la precoce iniziazione allalcol degli adolescenti, quando avviene in ambito familiare e secondo le modalit tipiche della cultura mediterranea, possa costituire un fattore protettivo, piuttosto che di rischio, rispetto a future inappropriate modalit di consumo. Linterpretazione di tali evidenze, in aperta contraddizione con quanto consistentemente emerge dagli studi nel contesto anglosassone e nordeuropeo, mette in luce limportanza dei fattori socioculturali nel modellare i comportamenti umani, e la conseguente necessit di tenerne conto quando si indagano fenomeni complessi quali labuso di sostanze. Linterpretazione delle osservazioni comportamentali ed epidemiologiche in unottica medico-biologica il tema della vasta review di Stefano Murgia: quali sono i meccanismi che consentono a fattori esogeni, e apparentemente remoti, come le strutture economico-sociali o lappartenenza culturale, di influire su aspetti puramente fisiologici, quali la risposta individuale a farmaci e droghe? Un territorio vasto e ancora largamen-

te inesplorato - quello dellembodiment delle strutture sociali - per il quale larticolo offre una sorta di mappa di riferimento, utile sia per orientarsi tra le evidenze acquisite, sia per esplorare le basi delle linee di ricerca pi nuove. Il contributo che chiude il numero affronta il tema delle implicazioni pratiche, nellambito della prevenzione e del trattamento dei disturbi da uso di sostanze, della crescente massa di conoscenza di cui i precedenti interventi hanno abbozzato contorni e prospettive. Non ambizione di questa monografia quella di coprire in modo esaustivo il vasto tema dei determinanti sociali delluso di sostanze. N, tantomeno, quella di proporre contrapposizioni tra approcci sociali e biomedici alla comprensione, prevenzione e trattamento dei problemi ad esso legati. Al contrario, e pi modestamente, il suo scopo quello di stimolare una riflessione critica, creativa e sempre pi libera da artificiali confini tra discipline sulle cause e le necessarie risposte ai problemi correlati alluso di sostanze nelle nostre societ. Annibale Cois

Icro Maremmani, attuale presidente della SITD e della World Federation for the Treatment of Opioid Dependence (WFTOD), stato nominato nella Commissione sulla Doppia Diagnosi della Societ Mondiale di Psichiatria (WPA). Ci congratuliamo con lui per il prestigioso riconoscimento e ci rallegriamo per limportante opportunit offerta in tal modo al nostro campo di intervento. Gli altri componenti della commissione sono: Nestor Szerman (Spagna), Presidente; Nady el-Guebaly (Canada), Vicepresidente; Javier Didia Attas (Argentina), Segretario; Tarek Asaad (Egitto); Marc Auriacombe (Francia); Miguel Casas (Spagna); Michael Farrell (Australia); Gabriele Fischer (Austria); Alan I. Green (USA); Arturo Lerner (Israele); Leo Sher (USA); Jose Martinez Raga (Spagna); Mehdi Paes (Marocco); Rafael Navarro Cuevas (Per); Carlos Roncero (Spagna); Pedro Ruiz (USA); Wim Van Der Brink (Olanda); Elvia Velasquez (Colombia); Roger D. Weiss (USA); Robert West (UK).

MDD 5 - Marzo 2012

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