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Proposte per un

Manifesto antispecista

Proposte per un

Manifesto antispecista

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Prefazione
Questo testo nasce dallesigenza sempre pi urgente di fornire delle possibili definizioni utili a chiarire e deli neare lidentit antispecista, e permettere migliori e pi precise modalit di intervento nei rapporti intra specifici e interspecifici umani. La definizione di anti specismo da ritenersi quindi uno stimolo per succes sive implementazioni o modifiche, e non intende asso lutamente essere esaustiva. Definizioni e concetti pre senti in questa pubblicazione sono il frutto di confronti diretti e indiretti con numerose persone che nellarco di molti anni liberamente hanno contribuito alla cresci ta della consapevolezza antispecista. Il presente testo il risultato di un lavoro di organizzazione e redazione di tali contributi raccolti da atti di incontri pubblici, seminari, da scambi di opinioni e pubblicazioni. Per tanto quanto pubblicato da considerarsi libero da di ritti dautore, e se ne auspica la massima divulgazione nelle modalit esplicitate in seguito. Per approfondi menti, sviluppi, contributi e critiche si prega di visitare il sito web del Manifesto antispecista:

www.manifestoantispecista.org
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Definizione di antispecismo
Lantispecismo il movimento filosofico, politico e cul turale che lotta contro lo specismo, lantropocentrismo e lideologia del dominio veicolata dalla societ umana. Come lantirazzismo rifiuta la discriminazione arbitra ria basata sulla presunzione dell'esistenza di razze u mane, e lantisessismo respinge la discriminazione ba sata sul sesso, cos lantispecismo respinge la discrimi nazione basata sulla specie (definita specismo) e so stiene che lappartenenza biologica alla specie umana non giustifica moralmente o eticamente il diritto di di sporre della vita, della libert e del lavoro di un essere senziente di unaltra specie. Gli antispecisti lottano af finch le esigenze primarie degli Animali siano consi derate fondamentali tanto quanto quelle degli Umani, cercando di destrutturare e ricostruire la societ uma na in base a criteri sensiocentrici ed ecocentrici che non causino sofferenze evitabili, alle specie viventi e al pianeta. Lapproccio antispecista ritiene (considerando tutte le dovute differenze e peculiarit): 1) che le capacit di sentire (di provare piacere e dolo re), di interagire con lesterno, di manifestare una vo lont, di intrattenere rapporti sociali, non siano prero gative esclusive della specie umana (in base a questi criteri lantispecismo pu essere considerato anche una filosofia individualista, sensiocentrica e painista);
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2) che lesistenza di tali capacit negli Animali compor ti un cambiamento essenziale del loro status etico, fa cendoli divenire persone non umane, o conferendo loro uno status equivalente qualora il concetto di per sona non risultasse pienamente utilizzabile, opportuno o condivisibile; 3) che da ci debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra persone umane e persone non umane, che prefiguri un radicale ripensamento e un conseguente cambiamento della societ umana per lottenimento della liberazione animale.

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Considerazioni
Lantispecismo un movimento filosofico, politico e culturale, pertanto chi abbraccia la visione antispe cista si adopera per la sua diffusione nella societ. Lantispecista si propone di assumere atteggiamenti e comportamenti tali da poter influenzare la societ u mana (visione politica dellantispecismo), e quindi si attiva tramite iniziative culturali, sociali e personali per il raggiungimento di uno scopo ultimo: la creazione di una nuova societ umana pi giusta, solidale, orizzon tale, libera e compassionevole che potremmo definire aspecista (senza distinzioni e discriminazioni di spe cie) o, meglio ancora, societ umana libera. Lattivista antispecista non pu quindi considerarsi apolitico, anzi rivendica un suo ruolo politico nella societ, in quanto lazione politica uno degli esercizi fondamentali dellantispecismo utili al cambiamento socioculturale. Lantispecismo si oppone allo specismo inteso co me pensiero unico dominante nellattuale societ umana concepita come verticale e gerarchica, basata sulla legge del diritto del pi forte e sulla repressione del pi debole, orientata alla difesa dellinteresse per sonale e del patrimonio, a discapito dei diritti, del luguaglianza e della solidariet nei confronti dei pi deboli tra gli Animali e gli Umani. Lantispecismo, per tanto, non un movimento che intende semplicemente
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riformare la societ umana, ma si prefigge come obiet tivo quello di cambiarla radicalmente, eliminandone le spinte discriminatorie, liberticide, violente nei confron ti dei pi deboli, antidemocratiche, autoritarie e antro pocentriche. In una sola parola: rivoluzionandola at traverso labbattimento dellideologia del dominio che la contraddistingue. Come lantirazzismo rifiuta la discriminazione ar bitraria basata sulla presunzione dellesistenza di razze umane, e lantisessismo respinge la discrimi nazione basata sul sesso, lantispecismo respinge quella basata sul concetto di specie. Le radici cultu rali, morali, filosofiche e politiche dellantispecismo sono una naturale evoluzione delle lotte sociali per laffrancamento dei pi deboli tra gli Umani e il ricono scimento dei loro diritti fondamentali (pur presentan do singolarit molto importanti che lo distinguono da qualsiasi altra lotta sociale, politica e culturale). Lantispecista, pertanto, non solo si batte per leli minazione delle discriminazioni dovute alle fittizie e strumentali barriere di specie innalzate dallUmano per sottrarsi ai suoi doveri nei confronti della natura e del le altre specie, ma assume come elementi base il rico noscimento dei pieni diritti dellUmano a prescindere da sesso, orientamento sessuale, condizioni fisiche e mentali, ceto, etnia, nazionalit etc. Lantispecismo de ve essere considerato quindi una naturale evoluzione (e non una derivazione) del pensiero antirazzista, anti
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sessista, antimilitarista e, pertanto, si trova in assoluta antitesi con visioni xenofobe, discriminatorie e, pi in generale, con il fascismo, lautoritarismo, e i totalitari smi di qualunque orientamento politico o natura, in quanto fautori dellideologia del dominio, delloppres sione e della repressione. Lottica antispecista pur es sendo mutuata anche da quella della lotta per i diritti civili umani, presenta peculiarit e caratteristiche di verse e sostanziali: essa, infatti, non prevede conces sioni ad altri (allargamento della sfera dei diritti, o del la sfera morale, della polis), ma richiama al controllo delle attivit proprie e della propria specie sulla base di principi di equit, giustizia e solidariet nei riguardi degli altri Animali (ripensamento delle attivit della specie umana in base ai doveri nei confronti delle altre specie viventi non pi considerate inferiori, ma sempli cemente altre: persone non umane, e pertanto popola zioni di persone non umane). Lapertura allaltro, il ri conoscimento dellalterit comporta quindi che lazio ne antispecista si ponga come obiettivo in primis quello della tutela degli interessi degli Animali (in quanto soggetti privati di diritti elementari e naturali e di sta tus privilegiati) e, nel contempo, il pieno riconoscimen to dei diritti dei pi deboli e svantaggiati tra gli Umani. Lattivista antispecista moralmente tenuto a impe gnarsi nel quotidiano contro ogni tipo di ingiustizia e di prevaricazione nei confronti dei pi deboli o svantag giati, siano essi Umani o Animali. Le attenzioni verso gli Umani, verso lambiente e la Terra sono da considerar
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si parte integrante della lotta per la liberazione degli Animali, e viceversa. Lantispecismo quindi non pu essere considerato abolizionista: non si avanzano ri chieste di modifiche di leggi, norme e regolamenti, bens si aspira alla liberazione animale nella sua acce zione pi ampia del termine. Lattivista antispecista pone molta importanza alla pra tica personale e alla coerenza; conseguenza diretta di ci il tentativo di applicare i principi antispecisti alla propria vita quotidiana, soprattutto attraverso la prati ca del veganismo etico, del consumo critico (inteso co me metodo utile allallontanamento definitivo dal con sumismo), del boicottaggio, riciclo, riuso e riutilizzo di merci beni e servizi, nonch di tutte le altre pratiche utili al raggiungimento del minor impatto possibile sul le altre specie animali, sulla propria e sullambiente. La pratica del veganismo etico da considerarsi co me un fondamentale mezzo per il raggiungimento del fine ultimo dellantispecismo: una nuova societ umana liberata e aspecista capace di rispettare e di vivere in armonia con le altre specie viventi. La pratica vegana etica quindi non n un fine, n uno stile di vita da se guire, bens una filosofia di vita che interessa e permea ogni attivit quotidiana di chi la adotta, giungendo a modificare ogni rapporto sociale. Il raggiungimento di una societ umana liberata sar ottenibile solo attra
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verso la lotta per la liberazione. Ogni visione riformi sta, conservatrice, gerarchica, reazionaria, repressiva o tesa alla tutela della conservazione dello stato di fatto attuale della societ umana basata sui privilegi dellan tropocentrismo, da ritenersi aliena e antitetica alla vi sione antispecista. Ogni dottrina, filosofia, politica, reli gione, ideologia fondata sullo specismo e lantropo centrismo rifiutata e combattuta dalla nuova visione antispecista. Il termine vegan, contrazione del vocabolo veg(etari)an che a sua volta deriva dal latino vegetus (vivo) fu conia to in Inghilterra da Donald Watson che, insieme a un gruppo di vegan, fond la Vegan Society a Londra nel novembre del 1944. Il termine sta a indicare coloro che cercano di escludere tutte le forme di sfruttamento e crudelt sugli Animali. In altre parole, chi vegan non solo non mangia n carne n pesce, ma neppure lattici ni, uova e miele; non indossa capi in pelle, lana, seta o pelliccia; non compra animali, non partecipa ad attivit che contribuiscono a sfruttare gli animali, respinge tut te le pratiche umane che prevedono sfruttamento, tor tura e/o uccisione di animali quali zoo, circhi, vivise zione, caccia, pesca, feste e corse con animali, etc.

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Altre definizioni utili


Lantropocentrismo (termine che deriva dal greco , anthropos, essere umano, , ken tron, centro) la tendenza che pu essere deriva zione di una teoria, di una religione o di una semplice opinione a considerare lUmano, e tutto ci che gli proprio, come centrale nellUniverso. Una centralit che pu essere intesa secondo diversi accenti e sfuma ture: dalla semplice superiorit rispetto al resto del mondo animale alla preminenza ontologica su tutta la realt.

Antropocentrismo

Specismo
Lo specismo una filosofia antropocentrica nella con cezione degli Animali. Il termine fu usato per la prima volta dallo psicologo inglese Richard Ryder nel 1970 per riferirsi alla convinzione che gli Umani godano di uno status morale superiore (e quindi di maggiori dirit ti) rispetto agli altri Animali. Lintento di Ryder consi steva nellevidenziare le analogie fra lo specismo e il razzismo, dimostrando che le argomentazioni filosofi che per condannare queste due posizioni sono affini. Il termine specismo viene usato comunemente nella let teratura sui diritti animali (per esempio nelle opere di Peter Singer e Tom Regan). Fra le varie giustificazioni
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addotte a difesa dello specismo le pi comuni vertono sui seguenti fondamenti: la replica dei meccanismi naturali di lotta fra specie (legge della giungla, catena alimentare etc.); la concezione di diritto attribuibile soltanto a un Uma no raziocinante; la non consapevolezza di tutti gli Animali della pro pria esistenza. In modo del tutto arbitrario, per, lo status morale su periore umano viene esteso anche agli Umani che rien trerebbero in alcune delle categorie sopra citate (o, al contrario, agli Umani che mancano degli attributi di volta in volta strumentalmente utilizzati per giustifica re, in positivo, quel particolare status) ma tutelati in quanto appartenenti alla specie umana (per esempio neonati, handicappati mentali, malati in coma). Per i motivi di cui sopra, gli antispecisti ritengono che la mo rale comune, le istituzioni locali, nazionali, internazio nali e sovranazionali, siano contraddistinte da una filo sofia specista.


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Su specismo e lotta antispecista


unidea profondamente radicata che lUmano possa disporre a proprio piacimento di ogni altro essere vi vente. Da tempo, per, in atto una lotta affinch gli interessi primari degli Umani e degli Animali vengano posti sullo stesso piano in nome di un ideale di ugua glianza1 tra le specie. Coloro che si oppongono alle teorie e alle pratiche che riconoscono esclusivamente gli interessi dellUmano, definiscono specismo latteggiamento di pregiudiziale negazione o disattenzione degli interessi degli altri A nimali2. Le persone che lottano per labbattimento del pregiudizio antropocentrico e per un mondo in cui i rapporti tra le specie possano essere liberi e ispirati a principi di uguaglianza e solidariet si definiscono per ci antispecisti. Il concetto di specismo, elaborato e splicitamente verso la fine degli anni Sessanta nel lambito della filosofia morale anglosassone, per il risultato di una lunga storia: ha alle spalle generazioni di animalisti che hanno cercato, a partire da tradizioni e impostazioni diverse, di denunciare la violenza della specie umana verso gli Animali. Schematizzando il pi possibile, possiamo dire che nella storia occidentale3 si sono succedute le seguenti modalit di difesa del lAnimale:

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1) un sentimento di amore e rispetto di singoli indivi dui (per es. Porfirio, Leonardo, Schweitzer) per gli A nimali; 2) un movimento zoofilo/protezionista che, a partire dallOttocento, ha coltivato un interesse morale nei confronti degli Animali come estensione dei diritti umani (ad es. la Society for the Prevention of Cruelty to Animals, o Henry Stephens Sault che coni il termine Animal Rights e si occup di antivivisezionismo e vege tarismo etico); 3) un movimento liberazionista che dagli anni Settanta ha teorizzato (Richard Ryder, Peter Singer, Tom Re gan) e messo in pratica (A.L.F. Animal Liberation Front) una visione di radicale liberazione dellAnimale dal dominio umano staccandosi definitivamente da concetti legati alla zoofilia e al protezionismo animali sta. La lotta antispecista, che non condanna lUmano come essere intrinsecamente e del tutto malvagio e inna turale (cio negativo, da cancellare etc.), muove da due presupposti: che la societ umana non sia (A) per natura e (B) necessariamente una societ gerarchica e oppressiva del vivente. Il presupposto (A) ci spinge quindi a cercare di comprendere quando e come la so ciet umana diventa specista e ci pu essere fatto
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tramite unanalisi storica dei rapporti tra societ uma na e natura. Il presupposto (B) ci permette di sostenere la possibilit di un cambiamento futuro della societ umana ed elaborare una prassi in grado di porre in es sere tale cambiamento. Lo specismo non va inteso riduttivamente come visio ne discriminatoria, poich esso anche e soprattutto una prassi di dominio. In tal senso importante defini re il concetto di dominio per comprendere, come si di ceva in precedenza, quando la societ umana diventa, di fatto, specista. Definiamo sfruttamento il controllo (totale o parziale) del ciclo biologico di un altro essere vivente tale che questi perda la propria autonomia e venga cos ridotto a risorsa. Laddove lo sfruttamento si esercita su un altro essere senziente come negazione di ogni possibilit di rapporto e come riduzione (o cancel lazione) dellidentit dellaltro, parliamo di dominio. Da questo punto di vista, vanno considerate material mente speciste, le societ umane che praticano laddomesticamento della vita non umana in ogni sua forma e, pertanto, tutta la storia della civilt, fondata sullallevamento e lagricoltura. Ma anche lo specismo come visione discriminatoria o ideologia sorge con la civilt, con la costruzione di religioni antropocentri che e spiritualiste4, in cui lUmano posto come signo re della natura in una posizione di privilegio ontologico e assiologico.
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La storia della civilt ci mostra, infatti, come lo speci smo non sia solo una forma di discriminazione analo ga al sessismo e al razzismo. Bench lo specismo non sia stato lunica causa di tali sviluppi sociali, certo pe r che senza lo sfruttamento materiale della natura non sarebbe stato possibile creare il differenziale di ricchezza sociale ed economica che alla base delle societ classiste, sessiste e belliciste e, dunque, del lintera civilt. Cos com certo che, senza la riduzione dellAnimale a natura inferiore, non sarebbe stato possibile realizzare i meccanismi ideologici che ridu cono la donna, lo straniero o il diverso a esseri privi di spirito, dunque mera natura, quasi animali. Le oppressioni di specie, di genere, di classe e razziali appaiono cos strutturalmente connesse: la societ umana stessa tenuta insieme e definita da tali rappor ti di esclusione e sfruttamento dellaltro e questo altro regolarmente loggetto di una prassi di sfruttamento di cui solo alcuni beneficiano. Si comprende dunque come la lotta contro lo sfruttamento animale miri a e liminare il tassello fondamentale su cui costruita tut ta la civilt del dominio. Non perci un caso il fatto che il movimento di liberazione animale in tutto il mondo abbia cominciato a maturare una consapevo lezza che lo spinge ad allargare sempre pi il campo etico in cui sinscrive loriginario dibattito storico sullo specismo (bench esso abbia trovato qui le armi logi
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che per diffondere le proprie idee e difendersi dalle obiezioni pi comuni). La cultura anarchica si avvicinata per prima al con cetto di specismo, intendendolo non come un termine tecnico da impiegarsi in schermaglie filosofiche bens come concetto critico che mira a un cambiamento radi cale delle societ umane nella loro interezza5. Tale con sapevolezza non per patrimonio esclusivo di alcune frange del movimento anarchico o di qualsiasi altro movimento sociale, politico o culturale anche se rivolu zionario, e in essi non deve essere identificato. Lanti specismo si pone come movimento filosofico e politico assolutamente indipendente, slegato da logiche, prati che e politiche pregresse, che rifiuta fermamente luso della violenza contro ogni vivente (Umano compreso) come metodo di lotta, e che capace di ispirare una prassi di trasformazione radicale dellesistente: un mo vimento che, nel momento in cui rivoluziona i rapporti interspecifici, non pu non trasformare anche i rappor ti intraspecifici.

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Rapporti tra individui


Una nuova societ umana liberata potr sussistere solo se saremo capaci di concepire un nuovo tipo di rappor to (individuale), finalmente paritario e solidale, con le altre societ di senzienti e, pi in generale, di viventi. Saranno quindi necessari nuovi strumenti per regolare i complessi e continui rapporti tra individui (siano essi Umani o no); per tale motivo si propone ladozione di cinque principi utili alla creazione di nuovi criteri comportamentali basati su una reale e ampia imparzia lit, intra e interspecifica, derivante da concetti di ri spetto, solidariet, empatia e compassione. Concetti, questi, da applicarsi tanto nei rapporti UmanoAnimale quanto in quelli tra Umani. I cinque principi sono mu tuati da una proposta del filosofo Paul W. Taylor e, se interpretati in chiave antispecista, potrebbero divenire un semplice ed efficace modello relazionale anche nellimmediato: 1) principio di autodifesa: legittimo reagire solo ed esclusivamente se attaccati per proteggere la propria incolumit. Un atto di violenza pu quindi essere con cepito solo come estrema soluzione per difendere la propria vita; 2) principio della proporzionalit: in qualsiasi rap porto intra e interspecifico prevalgono sempre e solo
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gli interessi fondamentali6 sugli interessi non fonda mentali a prescindere dalla specie animale di apparte nenza; 3) principio del minimo danno: qualora non si possa evitare in alcun modo di fare una scelta, essa deve at tuarsi cercando il minimo impatto sullaltro soggetto e in generale sulle altre specie animali; 4) principio della giustizia distributiva: da utilizzare qualora i primi tre principi non fossero assolutamente applicabili. In caso di parit dimportanza di interessi tra individui o tra specie coinvolte, si deve agire per il bene della comunit di viventi terrestre, per la colletti vit, in modo imparziale e altruistico. Quindi, in caso di uguale peso degli interessi di una parte prevale il bene comune; 5) principio della giustizia restitutiva: qualora fosse assolutamente inevitabile arrecare un danno a un indi viduo o a unaltra specie per soddisfare unesigenza fondamentale, tale individuo o specie ha diritto a un risarcimento in modo da riparare al danno arrecato.


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note

(1) Il concetto di uguaglianza qui lasciato volutamente in senso generico, essendo profondamente diverso il significato e la giustificazione che i protagonisti di questa lotta danno a tale concetto (uguaglianza di interessi, uguaglianza giuridi ca, uguaglianza politica etc.). (2) Essi denunciano altres uno specismo di secondo livello che consiste nel concedere ad alcuni Animali il privilegio di entrare in parte o in toto nellambito della considerazione mo rale umana. il caso, per esempio, degli Animali da compa gnia, il cui benessere salvaguardato indirettamente perch considerato moralmente rilevante dai loro affidatari Umani e delle Scimmie antropomorfe, che si vedono talvolta rico nosciuto uno status morale in virt della somiglianza psichica con la specie umana. (3) Il pensiero orientale ha conosciuto filosofie e religioni (lo Jainismo per esempio) che non ammettevano n predicavano una differenza assiologica radicale tra lUmano e gli Animali, muovendosi anzi in un orizzonte di compassione verso questi ultimi. Per tale motivo, tali tradizioni vengono oggi in parte riprese da alcuni antispecisti occidentali come possibili rife rimenti di pensiero aspecista. (4) Per quanto indubbiamente caratterizzate anchesse da crudelt sia in senso inter che intraspecifico, non possibile caratterizzare come societ inequivocabilmente speciste, n in senso materiale n ideologico, le societ di raccolta e caccia Manifestoantispecista21

con la loro visione animistica del vivente. E possibile comun que considerare che lo fossero potenzialmente. (5) Il fine dellazione antispecista non pu essere lisola zionismo o lestinzionismo umani, ma il ripristino e lo svilup po di rapporti tra le specie fondati sulla reciproca autonomia e libert. (6) Per interessi fondamentali si intendono quegli interessi la cui realizzazione da ritenersi indispensabile per il manteni mento in vita di un organismo vivente, quindi da intendersi come valori primari e irrinunciabili. Per interessi non fonda mentali sintendono quegli interessi che sono necessari per il soddisfacimento di determinati sistemi di valori, o per esigen ze speciespecifiche che non sono da considerarsi vitali e non intaccano lesistenza dellindividuo o della specie.


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Precisazioni su alcuni termini usati


Umano/i: non sintende utilizzare il sostantivo mas chile uomo in quanto termine carico di significati filo sofici e culturali che volutamente pongono la specie umana al di sopra delle altre specie animali, e che han no un preciso riferimento a una visione patriarcale e maschilista della societ umana. Animale/i: si utilizza tale sostantivo per facilitare la leggibilit del testo. Il termine Animali in realt da intendersi sostitutivo di Animali non Umani, o altri Animali, o Non Umani, in sintesi tutte le specie ani mali diverse da quella umana. Si riconosce a tale ter mine una valenza assolutamente positiva dell'Animali t e si utilizza la a iniziale maiuscola per sottolineare la dignit intrinseca e pari a quella umana di ogni Ani male diverso dallUmano. Cane, Maiale, ecc: si utilizzano tali sostantivi con liniziale maiuscola per conferire pari dignit tra le di verse specie animali.

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Tu sei libera/o di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera e di modificare quest'opera alle se guenti condizioni. Il testo di questa pubblicazione tratto dal materiale presente nel sito internet www.manifestoantispecista.org che deve es sere sempre citato come fonte originale dellopera. Non consentito utilizzare quest'opera per fini commerciali. Se modifichi quest'opera, o se la usi come base per crearne un'altra, lo puoi fare a condizione che non vengano stravolti i concetti in essa esposti, o che se ne faccia un uso contrario ai concetti in essa esposti, e dandone sempre notizia al sito internet www.manifestoantispecista.org. Puoi distribuire l'opera risultante solo con modalit identiche o equivalenti a questa.

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Indice

Prefazione pg. 04 Definizione di antispecismo pg. 05 Considerazioni pg. 07 Altre definizioni utili pg. 12 Su specismo e lotta antispecista pg. 14 Rapporti tra individui pg. 19 Note pg. 21 Precisazioni su alcuni termini usati pg. 23

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Testo stampato in proprio nellagosto del 2012. Lillustrazione di Emy Guerra e rappresenta un Pet tazzurro. In questa pagina si riporta il logo ufficiale del Manifesto antispecista.

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