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EDITORI a pagamento

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Essere pubblicati, o non essere pubblicati (quindi auto-pubblicarsi, in qualche modo o maniera) dagli editori? Questo il problema. Il problema che non pi quello degli scrittori e basta: essere scrittori da quando leditoria ha spalancato le porte ai dilettanti, agli improvvisati e agli assassini, ai volti diventati noti per qualsiasi storia che la societ dei media ha fatto ingurgitare al pubblico passivo prolassato neuronale per denizione laspirazione pi funzionale a questo sistema culturale: bastano un editor (spesso anche no), un correttore di bozze (se c), un ufcio stampa (o gli amici sgati su Fb), e un pubblico che non sia un pubblico di lettori che in Italia non esiste quanto dovrebbe, ma esiste quando non dovrebbe -, e che siano quelli che implicitamente autorizzano chiunque non solo a scrivere, ma a cercarsi poi di pari passo un editore: chiunque e comunque esso sia. Siamo tutti scrittori e abbiamo tutti una motivazione per esserlo, non c dubbio. Allo stesso modo, tutti dipingono e credono dessere artisti, tutti poetano e credono dessere poeti, tutti suonano e credono e cos via. Perch no? Trovare un editore, dicevamo: questo sembra essere il problema, oppure non essere affatto, non sembrare neanche tale: visto che, da Lulu.com (adesso anche punto it) a uninterminabile ridda di nomi, pagare e diventare di colpo scrittori sembra invece che sia la cosa pi facile, da un po di anni. Il colpo la regola. Anni disastrati da unaltra cosa, che si chiama conitto dinteressi, e corruzione, e che dopo aver vomitato milioni di parole sui media, nel parlamento, nelle sedi e le riunioni dei partiti che hanno avuto la loro occasione di eliminare il conitto (chiss perch sprecata), nelle abiure di scrittori dotati di etica, nei sommovimenti viscerali di lettori schierati continua, in sottotono, a far parlare di s, anche dopo la presa di posizione di certo Vito Mancuso, e lennesima leggead personam(ad aziendam, dice Antonio Moresco nel 2010) per salvare Mondadori (gruppo) dal sco. Vicende ormai in parte sorpassate dai Saviano, eccetera. Brevemente, mi sembra utile ricordare, da quando Berlusconi apprese della morte di Formenton, quella che, in termini processuali, fu la vicenda che port Mondadori, Einaudi, Piemme, Sperling&Kupfner, eccetera a diventare una propriet di famiglia B. e un 50,41% di Fininvest: nel 2007 in appello Cesare Previti, avvocato Fininvest, accusato di corruzione

giudiziaria, fu condannato a un anno e sei mesi; Attilio Pacico, avvocato Fininvest, accusato di corruzione giudiziaria, fu condannato a un anno e sei mesi; Giovanni Acampora, anchegli avvocato Fininvest, accusato di corruzione giudiziaria, fu condannato a un anno e sei mesi; Vittorio Metta, ex giudice, accusato di corruzione, fu condannato a due anni e otto mesi. Perci, se lasciamo parlare le sentenze, Mondadori fu conquistata da Silvio Berlusconi grazie a una corruzione portata in atto da alcuni suoi avvocati di Fininvest, in altre parole la sentenza del gennaio del 1991 che annullava il lodo arbitrale fu conseguenza di una corruzione, altrimenti la cordata di maggioranza sarebbe andata a De Benedetti. Corruzione, corruzione, corruzione Per qualcuno, una dote che si richiede oggi a uno scrittore tra le altre (?) quella limpidezza tale che consentirebbe a chiunque di non considerarlo un ignavo, quindi che non sia, apocalitticamente,vomitato dalla bocca di Dio.Un dio che potrebbe essere il mercato, quindi il naturale coagulo dei lettori-compratori in una logica aziendale, ma che invece sintenda in un linguaggio teologico, quindi non aziendale, trattasi bens di una divinit che per prima (si suppone) debba stare l ad animare e (con)sustanziare il primo gesto di uno scrittore: contaminarsi o meno di tutto ci che vige e opera dietro il logo del suo (reale o potenziale) editore. Per essere scrittori oggi (gli aspiranti tali lo sappiano!) in Italia bisogna assumere da subito i tratti militari dei difensori della civitas, della democrazia, della giustizia. Dulcis in fundo, delletica. Altro che essere pubblicati o auto-pubblicarsi! Sempre per qualcuno, essere scrittori deve assiomaticamente suonare cos: essere contro la corruzione. Ma come si pu fare, nei fatti? Lo scopo principale dellassiomatizzazione di una teoria proprio quello di costruire una gerarchia dei concetti che la costituiscono, in modo da organizzarla. Quindi, siamo qui per fare questo. Nel gioco grottesco-danzante dei paradossi, si deve a Berlusconi se questo processo gnoseologico sembra essersi vericato: quanto necessario conoscere ci che si , oggettivandolo e, inevitabilmente, lo si diventa ignorandolo? Trascurandolo? Sottodimensionandolo? Va da s che, dun tratto, dovremmo appiccicare addosso ad ogni scrittore mondadori un marchio magari sulla fronte, proprio come nellApocalisse dignominia, che deriverebbe dallaver avuto rapporti contronatura, democraticamente parlando con quella sudicia e conittuale cloaca che inquina corrompendolo lo Stato italiano che sappiamo bene (...), per excursus storico del tutto alieno a tutto ci che, nel rapporto col potere, coi massimi sistemi, con le anticamere o i salotti dei circuiti clientelari, con le satrape del momento o del memento potrebbe adesso, invece straripare e colludere e diventare una minaccia aperta ed esiziale, allagando nauseabondamente in quellalluvione cosmica e diabolica i luoghi deputati alla cultura, quindi alla formazione delle

nuove generazioni e delle future classi dirigenti: le librerie. Anche le librerie. Finanche le librerie. Non escludendo neanche gli stores online. La scrittura dinvenzione, la saggistica, la scrittura specializzata, la poesia, la satira, la scienza, lopinionistica, i libri per ragazzi, le favole, i libri di cucina e di ricette tutto potrebbe essere la naturale e contro-naturale prtesi di quel piano gelliano che voleva e vuole ancora unItalia soggetta alla peggiore dittatura granfratellista, populista, post-craxista, pseudoliberista e pseudopopolarista: una minaccia che dovrebbe da sola attanagliare dorrore e dabominio anche la pi convinta vocazione a diventare scrittori. Basterebbe, da sola, Mondadori a scoraggiare. Il terrore di un marchio, se nellassenza di una cos sviluppata coscienza civica, che qualcuno immagina ipertroca si dovesse aspirare a diventare mondadoriani, che oggi molti scrivono e pronunciano con altri termini (). In questa Italia ex dellintellighenzia letteraria e altro, ora sembra che lingnorantia abbia sottratto (logandole o legandole) molte delle menti e delle penne in circolazione. Qualcuno dice perch il gruppo Mondadori lunico a rendicontare e a pagare gli scrittori con seriet e professionalit: anche se di contro frodasse il sco, perpetuasse nella sua logica corruttiva il malcostume, schierasse la sua depauperata e cachettica immagine culturale e il suo frame (ammesso che esista) a sostegno degli attacchi per esempio che Berlusconi ha mosso a Gomorra (accusato di far pubblicit alla maa: Sappiamo tutti quanto abbia pesato e pesi lomert nella lotta alla criminalit organizzata ma certo una pubblicistica a senso unico non il sostegno pi efcace per limmagine del nostro Paese, rmato Silvio Berlusconi), statisticamente parlando, quanti aspiranti scrittori se ne fregherebbero della questione etica? Non sono certo tutti assetati come S.B. inesaustamente di Immagine Italia! Quanti vorrebbero vedere approvate e pubblicate le loro opere da Giulia Ichino e compagni? Quanti invece sinterrogano sul giuslavorismo di Ichino pater collocato per riesso di discendenza in un ambiguo contesto al dire di molti, moltissimi -, talmente ambiguo da dare adito a sperticate e surreali indagini (intellettuali) dove non si fa altro che parlare di resistenza alla corruzione operabile solo ed esclusivamente dallinterno del sistema di potere e giammai da un esterno che nella realt non sussiste affatto e che solo gli sciocchi ci crederebbero non avendo mai letto e semmai capito gli urli munchiani degli scrittori einaudiani, che sinterrogano senza posa, dallinterno o dallesterno della loro Q, ma sempre e pur sempre dallinterno della gloriosa Einaudi? Quanta ambiguit c nel restare per organizzare la sommossa popolare-intellettuale dallinterno? E quanta ce n nellandar via? Nel farsi ricattare dai censori del costume e da chi vorrebbe tracciare la linea ad altri, come qualcuno ha creduto di dover fare con Roberto Saviano? Ammesso anche che il teorizzato boicottaggio di mister B, ad opera di scrittori, editors, direttori editoriali, lettori, eccetera sortisse un qualche realistico effetto, a chi si consegnerebbe, poi, dopo, lo

strapotere di questa editoria? Una domanda lecita, non si creda che non lo sia: in Italia quello che pu e deve preoccupare che il dopo in genere diventa sempre peggio del prima, quindi La risposta di Marina Berlusconi a Saviano sulla questione critiche a Gomorra del padre che, per caso, stato anche il presidente del consiglio pi longevo politicamente della storia dei governi italiani mette in luce, nella sostanza delle sue apparentemente ingenue e spontanee dichiarazioni un aspetto delle cose che ha il sapore di una caramella comprata in farmacia: cos e com da considerare?, un farmaco o un brand per chi assume zuccheri solo a condizione che a venderglieli sia una croce verde? La farmacopea ci salva la vita pur nascendo in quanto veleno: bene. Il pap ha il diritto di muovere critiche. il presidente del consiglio? anche leditore che ha pubblicato il libro a cui muove critiche? Certamente. Ma, certamente, anche un uomo libero: tutto quello che ha fatto in diciottanni di democrazia appunto fondato sul concetto e sulla convinzione profonda di libert. Ha nanche fondato un partito, il maggiore no a un attimo fa, che coagula un popolo addirittura di uomini e donne e ragazzi e bambini liberi! E quanta libert c nelle esternazioni libere di un presidente del consiglio ch anche un editore e che parla male di un libro che egli stesso ha pubblicato nella sua incontestabilmente netta forma mentis di libert al di l dogni ruolo e responsabilit istituzionale? Molta. Moltissima: parlano i fatti. Non si creder certo che B. in persona si metta leggere quello che Marina, Giulia, prima ancora Antonio pubblicano? Scherziamo? Scherziamo. N prima n dopo: chi crede che B. si metta a leggere Gomorra? Scherziamo? Scherziamo. Quando per esempio limmagine internazionale della nostra bella Italia era compromessa dalle fotograe amatoriali dei turisti a caccia di sensazioni olfattive forti tra miliardi di chili di immondizie che oggi si chiamano monnezza e basta come la serie di Tomas Milian, il pi grosso editore italiano era non poco preoccupato di come ci potesse ridicolizzare lImmagine Italia, screditarla e inibire quel usso creativo ch lindustria del turismo, giustamente afdata a una Brambilla, e rivalorizzata sempre giustamente dal riesso narcisistico che, per primo, deve permeare la scuola e gli studenti, facendogli se non altro intuire che lItalia (o unItalia) il posto dove sono nati e dove voteranno un giorno nellesercizio sacrosanto della democrazia quel bel paese che gli d identit, non a caso, dove tutti cinvidiano bellezze che la scuola riverbera poi, giustamente afdata a una Maria Stella Gelmini, nelle consapevolezze delle giovani vite di cui uno Stato e un partito dimostrano di prendersi la giusta cura a partire per esemplicare dalla Domus dei gladiatori, giustamente afdata a un poeta, un vero poeta come un Bondi, che ha sofferto lindicibile sulla propria pelle, della macchina del fango che si scatenata anche per unarcheologia del presente che ha messo radici strumentali e surrettizie in quella del 79 d.C. Ma si sa: i veleni ci salvano la vita, non ci uccidono pi; e la storia contemporanea diventa con immanenza addirittura passato, archeologia, maceria, disidentit nello stesso medesimo istante in cui si compie e qualcuno assurdo tenta di scriverla. La stessa ragione per cui anche tutta la campagna mediatica contro leditore pi grosso dItalia, quello degli editti bulgari contro Biagi, Santoro, eccetera, nel nome di unetico comportamento in sede di servizio pubblico pagato coi soldi dei contribuenti di cui il

provetto premier si prende cura come un vero pater familias, per intenderci, viene volgarmente attaccato ogni santo giorno per non diventare archeologia per delle sciocche nel senso dinsignicanti e non indicative o compromettenti -, puerili, fanciullesche ormonali e innocenti patonzate (insomma, la patonza deve girare!, intercettazione telefonica tra Berlusconi e un tale Tarantini), uno che telefona a tutte le ore al premier e gli d consigli illuminati di gestione della cosa pubblica, oppure della cosetta che sta tra le cosce delle ragazze, queste povere e perseguitate ragazze strumentalizzate dalle tentazioni istituzionalizzate a cui lo stesso Oscar Wilde dice di cedere per polverizzarle. Pi e pi volte viene fatto intervenire alle festicciole Fabrizio Del Noce il direttore di Rai uno e della ction su Rai uno, quindi uno che pu cambiare il destino di queste ragazze!, ma si rendono conto queste che hanno a che fare con chi gli pu cambiare il destino?! (i.t. con Tarantini, ancora): insomma, al di l di questa spensierata goliardica gerontofania dellormone dopato dai farmaci e dal potere, che tra tutti i farmaci della farmacopea risulta essere il pi efcace e pervicace alterando denitivamente lo stato cenestetico delleditore pi grosso dItalia (a tempo perso il primo ministro), tutta questa purezza, questa angelicata palestra della frequentazione sacrosanta della bellezza femminile disponibile, questa etica nelluso della opportunit di raccomandare una ragazza o laltra non alleditoria privata Mondadori oppure a Mediaset (si badi bene), bens al servizio pubblico pagato dai contribuenti, tra cui anche gli aspiranti scrittori disperati alla ricerca di un editore e pronti a mettere mano alla tasca per inventarselo dal nulla, un editore c un popolo dintellettuali che ancora trascorre le ore della propria esistenza, breve per denizione, a interrogarsi se afdare le proprie opere al gruppo Mondadori oppure no. Qualcun altro se andar via da Mondadori oppure restare. Qualcun altro ancora possibile? se mirare a Mondadori per il proprio esordio, oppure no. Una cosa certa: lImmagine Italia il nucleo centrale etico del pi grande editore italiano. Quindi, scegliere Mondadori per mirare allesordio su un editore una scelta che va accompagnata da unottima dose di trascendenza, di fede nella libert di esercizio del pensiero che da sola garantirebbe a chiunque di aver fatto la sola ed unica scelta seria, professionale e irrinunciabile in quelluniverso cos precario, reso tale da una cattiva abitudine di leggere solo quelle cosette di poco conto che vengono macerate-strizzate come mozzarelle di bufala campana alla diossina, per produrre quel latte grasso, da vacche grasse, e che ben indica la formula della fortuna additandola nefastamente a chi, della scrittura, ha fatto un piano e un obiettivo che si ponga nel rispetto dello statuario assetto di questepoca strabiliante per libert, dove le camicie di forza di retaggi che denire obsoleti poca cosa, rispetto alla vera capacit dinnalzarsi dai ruoli, quindi da quelle ipocrisie tombali che ci hanno accompagnato per anni e anni, dove tutto lo si nascondeva nella sacca malevola di un Eolo che sofava poi solo nel nascondimento, nel dolo del segreto, mentre adesso pi luminoso-intercettato-consapevole di esserlo che mai: e questo da solo

dovrebbe essere la garanzia pi grande di libert a viso aperto, per scardinare un passato vergognoso e denitivamente detronizzarlo e deistituzionalizzarlo perch falso, surrettizio, ipocrita, nauseabondo di fronte a tale purezza e spregio della retorica ipocrita di certe classi dirigenti di quel passato che ormai sprofonda nellinsana e subdola vocazione a voler rappresentare una morale comune che di comune ormai ha solo la disidentit del vero. Vero che il potere viene sempre esercitato per scopi che poco o nulla hanno a che vedere con quella meritocrazia che non sia una meritocrazia reale di rendimenti e performances per arrecare piacere ai potenti, e solo a quelli. Alla luce di ci, con una netta limpida inconfutabile coscienza bisogna affermare dovunque sia possibile che lo sguardo non raggiunga la vera sostanza delle cose, che bisogna guardare senza affettazioni moralistiche le cose del mondo, e gioirne. Se, per esempio, qualche aspirante scrittore c che voglia credere nella propria opera al di l di valutazioni che vengano da sedi istituzionali delleditoria, e che potrebbero demotivarlo, farlo traballare, anche, nella sua certezza precaria in cerca di conferme da addetti ai lavori, ebbene ci si ricordi sempre e comunque che grazie al fatto che un editore si messo a fare anche il presidente del consiglio che tanta, cotanta verit e nudit (nuda veritas) e trasparenza sono venute a galla determinando unItalia diversa, nalmente!, che ormai veleggia verso una totale libert meritocratica. Se, dunque, riceverete un riuto da Mondadori, allora interrogatevi su quanta schiettezza ci sia nel vostro testo; quanta nudit pari a libert abbiate scritto; quanta onest intellettuale vi siate caricati sulle spalle e sulle penne; quanto ci che vorreste comunicare ad ad altri possa realmente reggere il confronto con lonest e la limpidezza che leditore pi grosso, ma anche pi illuminato dItalia ha saputo incarnare per tutti, con la consapevolezza piena e determinata che il confronto non sar facile per nessuno. Se dovesse restare alla ne quale unica possibilit afdarsi a quegli angeli inviati dal Signore misericordioso che nella loro misericordia vi pubblicheranno per duemila o tremila euri, allora abbiate considerazione che comunque non avrete alterato di un micron la vostra posizione in questa societ, e, in questo, ci vedo una profonda, religiosa coerenza delle cose e del fato: se, da un lato, il confronto etico con un uomo insuperabile che detiene anche lo strapotere delleditoria libraria vi ha visti perdenti perch non abbastanza meritocratici, dallaltro le braccia aperte degli editori a pagamento avranno ristabilito la loro fraterna apertura in quellafato universale che fonde i perdenti in ogni caso. Per essere vincenti, necessario o essere bellissime ragazze dispensatrici di giovinezza e spregiudicatezza e apertura (mentale), oppure essere voi quei compagni affettuosi leali rotti a tutto per autentica amicizia anche a farsi indagare e magari condannare da qualche invidioso magistrato ormai relitto di una societ che va scomparendo, come Tarantini. Eppure, se tali questi ultimi voi foste, allora non avreste una ragione di scrivere: quelli veri come Tarantini non scrivono, telefonano. Salvatore Maresca Serra, Roma febbraio 2012

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