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PROGETTO UNDICI

PROGETTO UNDICI A Fermignano il mare non c

UNA CARTINA BIANCA

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Nell800 il mondo era meno colorato. Ogni grande impero conteneva al suo interno tante nazioni e tanti popoli, ma sulle carte geografiche era indicato con un colore solo. C un altro motivo, poi, per cui il mondo nell800 era meno colorato. Vaste aree del continente africano erano bianche. Tutto intorno a queste aree cerano i colori delle potenze coloniali che si erano spartite il continente, e al centro, queste grandi macchie bianche. Cosa cera l? Erano territori ancora inesplorati, territori di cui non conoscevamo nemmeno il nome, dove nessuno era mai stato. Naturalmente un nome ce lavevano, quello con cui lo chiamavano da sempre i suoi abitanti, e naturalmente qualcuno cera stato e ci stava, probabilmente da prima che qualcuno stesse nei territori che, adesso come allora, noi chiamiamo Francia, Inghilterra, Italia e cos via. Perch allora quegli spazi bianchi? Se non li conoscevamo, noi europei, noi che disegnavamo le carte geografiche, perch non colorarli di nero? Il nero avrebbe indicato che non sapevamo, che cera qualcosa che non conoscevamo per niente, qualcosa da scoprire. Invece no: uno spazio bianco. I miti aborigeni della creazione raccontano di gruppi di dei che camminano per il mondo e lo creano e lo riempiono di cose semplicemente pronunciandone il nome. Albero, e spunta un albero. Fiume, e scorre un fiume. Uomo, e si sente un bimbo che piange. Noi europei siamo fatti cos. Quei territori, che naturale presupporre fossero pi o meno simili al resto dei territori che gi avevamo conosciuto ed esplorato, con i loro fiumi e le loro montagne, con i loro animali e le loro piante, con le persone che li abitavano, quei territori per noi erano vuoti. Non nel senso che non ci fosse niente da trovare. Quei territori erano vuoti perch ancora noi non ci avevamo trovato niente, visto che non ceravamo mai stati. Solo quando un europeo avesse messo piede in quei luoghi, avesse dato un nome alle piante e agli animali, ai fiumi e alle montagne, alla gente e alla loro lingua, solo in quel momento, magicamente, quegli spazi bianchi avrebbe cominciato a colorarsi. Ad ogni passo

una piccola macchia di colore in pi. Come se luomo europeo fosse un divino pennello sulla tela del mondo. Ma mica c bisogno di essere esploratori dell800 o divinit australiane per creare le cose e i luoghi. Facciamo che prendiamo una cartina del nostro paese e cominciamo a dare i nomi alle strade e alle piazze, anche quelle pi nuove, quelle dove non siamo andati mai a passeggio la domenica coi nonni, quando eravamo bambini. Quanti spazi bianchi ci sono? In mezzo a quelle due vie che si biforcano cosa c? Non lo so. Allora prendo e vado a vedere. Qualcosa la trovo di sicuro.

LALBUM DELLE FIGURINE

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Mi ricordo che, quando ero bambino, mi piacevano un sacco gli album delle figurine. Quelli dei calciatori non li ho fatti mai, preferivo quelli del WWF, dove le foto degli animali e delle piante di altri continenti mi facevano viaggiare con la fantasia pi che i mezzibusti di Gullit e Maradona. Ma gIi album delle figurine che mi piacevano di pi erano gli album delle figurine stacca-e-attacca. Tu aprivi lalbum e su ogni doppia pagina cera un disegno sul quale tu dovevi attaccare gli adesivi adatti. Ricordo che in un album cera disegnato un planisfero e tu dovevi attaccare le figurine con le immagini degli abitanti nel luogo di provenienza. Per cui prima attaccavi il cow boy con la pistola in America, poi il romano con la spada in Italia, poi il faraone con la mummia sul Nilo, poi il negretto col gonnellino di paglia nel mezzo dellAfrica. Avevo anche un album con il disegno di una citt e tu dovevi attaccarci la statua con il cavaliere o la fermata della corriera o dei palloncini colorati. Ma non ci sono spazi obbligati dove attaccare. Allora allinizio metti la statua al centro della piazza, la fermata dove vedi gente sul ciglio della strada, i palloncini in mano a un bambino. Ricrei qualcosa di verosimile, insomma. Poi non ti accontenti e cominci a mettere la statua al posto della fermata, con la gente che fa la fila per salire sul cavallo, come su una giostra per giocare a fare i cavalieri, la fermata della corriera che spunta dal tetto di una macchina e i palloncini che volano in alto, quasi stanno per uscire dalla pagina dellalbum. La citt non la crei come la conosci, ma come si trasforma, poi come la vorresti. Il limite dovuto al fatto che quasi tutto disegnato, pochi sono gli adesivi con le cose che puoi cambiare. La realt uguale. Quasi tutto disegnato, immodificabile. Per anche nella realt abbiamo degli adesivi che possiamo staccare e attaccare per inventarci qualcosa di nuovo. Dal semplice albero che rende pi godibile una piazza dasfalto bruciata dal sole delle domeniche dagosto al percorso pedonale che lega i luoghi che hanno fatto la povera storia della tua citt, da un teatro che prende il posto di un vecchio magazzino a un parco

da fare dove adesso c un prato mal tenuto. Pensare di essere dei bambini e che la nostra citt il nostro album di figurine pu sembrare infantile e da irresponsabili, gente poco seria. Ma li vedete come sono seri in bambini quando giocano? Lalternativa, poi, di finire nellalbum di qualcunaltro, lasciare che sia lui a giocare con la nostra citt, diventare noi le sue figurine stacca-e-attacca.

CERA NA VOLTA

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Allora, vede qui il corso, che arriva fino alla piazza? Ecco, l in fondo, proprio alla fine del corso, tra i due palazzi, cera la porta dellorologio, con lorologio e la campana, tutta bianca di pietra. Mo roba di centanni fa. Nella piazza, dove adesso c il comune con ledicola, l cera le scuole, con la campana in cima e il balconcino, che tutti dicono che era pi bello di adesso. E dentro cera il teatro, e quello s chera bello di sicuro. Ci facevano loperetta, coi costumi tutti fatti dalle donne del paese, e poi lhanno rifatte anche nei paesi qua vicino, che erano belle un bel po. Le operette, mo anche le donne. Poi vai su per il viale e c il monumento ai caduti. Anche l, una volta, cerano i giardini, con le siepi belle curate, belli, anche quelli pi di adesso. E l c la ferrovia, che adesso il treno non c pi, prima cera la litorina, un trenino con due vagoni, lho preso anchio qualche volta. Poi lhanno tolto e channo messo le corriere. Ma anche adesso bello, c il prato, che la gente ci porta i cani, i marciapiedi con le panchine, che quando caldo c un sacco di gente che va a spasso, e va a correre. Poi c la stazione, che adesso ci sono i negozi, ledicola e c il bar. Di fronte alla stazione, che adesso c il distributore, cera, pensi lei, la casa del popolo. Che lhanno fatta i comunisti portando tutti in fila i mattoni da Calpino, uno dopo laltro se li passavano. Dopo scoppiata, che morta anche la gente. S, perch a Calpino cera la fornace, che ci facevano i mattoni, e caveva la sua ciminiera. Adesso non c pi niente, solo quattro muri. La ciminiera come quella che vede qui, la vede qui, questa? Questa era il lanificio, che prima cera la filanda della seta. Poi il lanificio, poi lhanno chiuso e adesso ci fanno lelettricit con lacqua corrente. Mo dentro bello, c lo spazio grande. Bello, bello. In un film lhanno fatto scoppiare. Ha fatto brutto un po. Mo a Fermignano cera delle belle fabbriche. Anche adesso, mo anche prima. Cera il lanificio questo qui, cera il pastificio. Cera il pastificio dietro il comune, che adesso c i negozi. Prima cera la scuola, col teatro, e dietro il pastificio dei Falasconi. Il lanificio era dei Carotti. Poi cera la LAR. Presente dove c la rotatoria? C quella costruzione grossa,

che sembra una cosa tonda? La vela, gli dicono. L cera la LAR. Che ci facevano i mobili. Poi lhanno chiusa, anche a quella, e adesso hanno buttato gi tutto per farci le case. Mo non si sa se le fanno, adesso tutto cos, c rimasta solo sta vela. Poi c Calpino, c la fornace, che glielho gi detto. Poi di l c Cavanzino, che c il campo sportivo del calcio, che channo fatto anche il tennis. Poi, vabb, c Ca LAgostina, c San Silvestro. Vabb, dopo c il Furlo. Mo in l un bel po. Dopo cosa c? Vabb, c il ponte romano, questo qui sotto. L cera il mattatoio, che adesso ci fanno le mostre, che noi da piccoli candavamo per vedere che ammazzavano le bestie. E dopo c il mascarone, qui sotto, che viene lacqua che si pu bere. E dopo c la torre, che la torre medievale, dove siamo adesso. Lei mi ha raccontato un sacco di cose del suo paese, e allora mi chiedo perch non le segnalate. Cos, anche chi passa da queste parti e si ferma, pu fare un giro e vedere cosa cera e cosa c. Non dico di fare una guida turistica, sarebbe un po troppo, per magari potreste mettere dei cartelli, per indicare cosa cera e cosa c, appunto. Sarebbe bello anche per voi del paese. Pensi: lei esce per andare al lavoro, oppure va a fare la spesa con sua moglie, oppure in giro con gli amici. Vede questi cartelli, si ricorda di quello che cera, della porta dellorologio di cui mi parlava, ad esempio, e pu immaginarsi che ci sia ancora. Al vostro posto lo farei. Non deve mica essere una cosa noiosa, lunga da leggere. Pensi a un cartello con un disegno di quello che cera, uno schizzo o un acquerello. Proprio come un ricordo, qualcosa di non ben definito, sfocato, un po sbiadito. Sarebbe bello. Per voi sarebbe come vivere in due citt. Anzi, nella stessa citt, per due volte bella e due volte grande. Non le piacerebbe? (Conversazione tra un fermignanese e un turista che, sceso alla stazione delle corriere accanto al parco cittadino, lo ha incontrato ai piedi della torre. Medievale, sintende)

DOMENICA AL PARCO

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Ah, finalmente domenica. Dopo una dura settimana di lavoro, anche il tempo, che fino a venerd ci ha tormentato con nuvole e pioggia, s stufato. Da ieri ha cominciato a migliorare, le nuvole si sono a poco a poco diradate, lumidit dellaria diminuita e finalmente stamattina solo il sole nel cielo azzurro la faceva da padrone. la prima giornata davvero calda dellanno. In una giornata cos, quando splende il sole, non ho voglia di andare a imbottigliarmi verso il mare e sudare sullasfalto in coda per un parcheggio. Appena dopo pranzo, me ne vado a fare due passi per il mio paese. Scendo in piazza ed pieno di gente. Vanno tutti per il corso, fino alla torre, oltre il ponte. Vanno tutti verso il parco. Chi col cane al guinzaglio, chi coi bimbi che corrono dietro un pallone, chi coi bimbi ancora nella culla e questa la prima vera passeggiata della loro vita gli anziani mano nella mano che guardano i nipotini, ragazzini che schizzano sulla schiena le loro amichette, ragazzi pi grandi che fumano, neanche tanto di nascosto, in un angolo. In tanti hanno portato liPod e lo collegano a delle piccole casse per ascoltarlo con gli amici. Passeggiando per il parco, ogni manciata di metri si sente una musica diversa. Allombra, appoggiata al muro, una donna con un vestito a fiori legge un librone con la copertina verde. I muri sono marroni e spogli. Tutti di mattoncini. Le scritte scarabocchiate con lo spray di vernice nera, con disegni osceni e mal fatti, simboli politici spruzzati con superficialit, dichiarazioni damore e richieste di perdono, sono state lavate via. Si aspetta che questi muri, nel mese di giugno, vengano coperti con i graffiti degli artisti che partecipano al concorso indetto dal comune. Tempo qualche settimana e alle grida dei bimbi che si divertono e a quelli delle mamme che si spaventano, alle risate dei ragazzi e delle ragazze, ai silenzi degli anziani e delle donne che leggono, allabbaiare dei cani, alle cento musiche diverse che riempiono laria, alle voci degli uomini che telefonano agli amici per dire di venire anche loro a fare un salto al parco per godersi questa bella giornata di sole, a tutto questo, sullerba verde, sotto

il cielo azzurro, si aggiungeranno i colori di questi graffiti. Tutti si chiedono: che disegni faranno? Chiss che giornata strana sar Un signore coi baffi apre il cassetto dei suoi ricordi di scuola e, tirandosi su i pantaloni, dice: sembra quel dipinto degli impressionisti della domenica sullisola. Poi il parco si svuota. Attende la sera e la giornata successiva di lavoro. stanco e felice anche lui, come tutte le persone che se lo sono goduto. Il brutto ricordo di quando era trasformato in un parcheggio, il venerd , per far posto alle macchine di quelli che vanno al mercato, ormai lontano. Attende di essere colorato. Attende i meno timidi che destate porteranno le loro sdraio per prendere il sole. Attende lautunno e la passeggiata solitaria sotto la pioggia di un alunno che ha preso un brutto voto a scuola. Attende linverno e luomo che esce di casa e va verso la macchina per andare al lavoro e che, guardando la distesa di neve bianca e immacolata circondata dai mille colori dei graffiti e dalla quale spuntano solo le panchine e il chiosco di legno chiuso per la stagione, si ferma un attimo per dire: proprio bello qui.

I BIDONI DELLIMMONDIZIA

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Mamma, oggi a scuola siamo andati a vedere i bidoni dellimmondizia. venuto un signore coi baffi a scuola e ci ha spiegato che nel sacchetto dellimmondizia ci buttiamo dentro un sacco di roba che invece non ci va. Ci ha detto che prima di buttare via un sacco di roba bisogna dividerla. Bisogna mettere da una parte la plastica, da una parte il vetro, da una parte la carta, da una parte il ferro che lui ha detto che si chiama alluminio. Ci ha detto che con la carta che mettiamo da parte si possono fare i quaderni che noi usiamo a scuola e le scatole delle mie scarpe. E se mettiamo da parte la carta non tagliano gli alberi, che ce ne sono rimasti pochi. Ci ha detto che con la plastica dei sacchetti si possono fare i maglioni di pail che mette il babbo e con le bottiglie vuote dello sciampo si possano fare altre bottiglie di sciampo e del sapone e i tubetti del dentifricio che uso io quando mi dici che bisogna lavare i denti e io non lo voglio fare mai. Anche le panchine e gli scivoli dei giardinetti si possono fare con la plastica che mettiamo da parte. Ci ha detto che le bottiglie e i vasetti di vetro, se li mettiamo da parte, si possono usare tante altre volte, che non finiscono mai. Ci ha detto che con il ferro alluminio si possono fare anche le biciclette, cos costano di meno e tu me la puoi comprare che dici sempre che costa troppo e me la regali per Natale il prossimo anno. Il mio amico compagno di classe ha detto dove la mettiamo tutta quella roba che abbiamo messo da parte. Allora il signore coi baffi ci ha portato fuori dalla scuola e tutti insieme siamo andati a vedere i bidoni dellimmondizia quelli che sono vicino alla scalinata. Abbiamo preso una busta uno per uno con la carta e la plastica della scuola e le abbiamo buttate nei bidoni. Ce ne sono tanti di bidoni e di colori diversi. Su quello blu c scritto vetro, su quello giallo c scritto plastica, su quello rosso c scritto carta. Non cera il bidone con scritto ferro alluminio. Il signore coi baffi ci ha detto perch, ma io non ho capito mica. Vicino ai bidoni cerano dei cartelli che dicevano cosa potevi buttare in quel bidone e cosa no.

Mamma, mi sono divertito. Per i bidoni erano sporchi e cera tanta roba in giro, non dentro i bidoni ma la gente laveva buttata fuori. Era pi bello se era tutto pulito. La maestra ha detto che il signore coi baffi ci torner a trovarci unaltra volta. E quella volta andiamo a fare un giro tutti insieme nella piazza e nei vicoli e alla gente anziana gli chiediamo di metterci fuori dalla porta un sacchetto con la carta o la plastica e poi noi lo andiamo a portare ai bidoni dellimmondizia. Il signore coi baffi ci ha detto anche che nel bidone marrone ci va tutta la roba che resta di quello che mangiamo. Loro la prendono e la schiacciano e poi ci fanno il concime che va nei campi e ci crescono la frutta e la verdura. A me mi ha fatto un po schifo perch il bidone marrone e poi la roba che resta di quello che mangiamo fa la puzza. Per ci ha fatto mangiare una mela che aveva lui che era nata nei campi fatti con la roba del bidone marrone e era buona come quelle che compri te al Conad. Mi sono divertito, mamma, e lo voglio fare anche a casa. Mamma, perch noi non lo facciamo anche a casa?

IL TEA DELLE UNDICI

Certo che unora strana per un tea, ma con tutto quello che hanno da fare in questi giorni mica facile strappargli un s ad un invito a casa mia per due chiacchiere allinglese con tanto di biscotti secchi. A che ora siete liberi? Ed erano liberi solo alle undici. Tutti e due, manco a farlo apposta. Cos, quando gi penso di andare a letto e mi sono scordato dellappuntamento, ecco che suonano alla porta. Li faccio accomodare in salotto e servo la bevanda fumante in tazze di vetro trasparente istoriate con scene di caccia alla balena. Su di un piattino di fine porcellana olandese, una dozzina questo prescrive letichetta di biscottini faits-maison. Passeggiavo nel pomeriggio, comincio io, lungo i vicoli del centro storico, verso la torre e il ponte, e mi chiedevo quale fosse, invero, il luogo pi bello della nostra bella cittadina. Non ho saputo, non vi mento, darmi una risposta. Ma proprio dove stavi passeggiando, mio caro, interviene Giorgio. Voglio dire: il luogo che io preferisco appunto il complesso Torre Medievale, Ponte Romano, Ex Mattatoio, perch la cartolina storica e vera del nostro paese! Capisco cosa vi piaccia di questi luoghi, replica Emanuele, ma se me lo chiedessero risponderei il parco del Furlo, il monte di Pietralata, perch un luogo che mi permette di evadere, di trovare silenzio, concentrazione e risposta a tutte le domande. un luogo fantastico dove puoi esser un tuttuno con la natura. Cogliendo lo spirito romantico della discussione, ribalto la domanda e chiedo: E il posto pi brutto, allora? Qual la costruzione pi brutta che c a Fermignano? Riprendendo la metafora della cartolina poco fa utilizzata da Giorgio, risponde Emanuele, direi che in realt son due: la zona ex Lady Moon ed il consorzio agrario. Se potessi li cambierei immediatamente: pensare che son due biglietti di entrata nella nostra citt. E allora, ribatte Giorgio con convinzione, non dimentichiamoci di Piazza Turati a Ca Vanzino. Ma certo, continua, se si pensa cosa cera una volta al posto dello stabile comunale di Piazza Garibaldi, e cio le vecchie scuole ed il teatro, e cosa cera una volta al posto dello stabile in via Mazzini, nella fattispecie il Pastificio Falasconi, ci sarebbe da riflettere e molto! Condivido che ci sarebbe molto da riflettere. Ma come un biscotto dopo laltro scivola gi con un sorso di tea, cos scivolano le domande. Restando sui luoghi belli e i luoghi brutti di Fermignano, m capitato di ospitare degli amici di fuori. Sono venuti e sono partiti contenti. Ma voi cosa avreste detto loro per convincerli a venire? I miei ospiti del momento sono in questo quasi concordi. Infatti si guardano e annuiscono luno alla parole dellaltro. Emanuele sentendo Giorgio che dice: Parlerei loro della grande vivibilit del nostro paese, di una enogastronomia assolutamente interessante, della bellezza dei nostri luoghi e delle nostre colline e dello straordinario impatto urbanistico ed architettonico del nostro complesso Torre Medievale, Ponte Romano, cascata sul fiume Metauro ed ex Lanificio Carotti! E Giorgio, allo stesso modo, mentre Emanuele dice: Farei vedere loro le foto delle nostre colline, del nostro parco, farei assaggiare loro solo alcuni piatti dellenogastronomia locale, si convincerebbero da soli! E se questi amici passassero questi giorni a Fermignano durante una delle feste che si svolgono durante lanno, quale consigliereste? Quale preferite tra il Palio della Rana, il Biciclo Ottocentesco e la Festa

della Birra? Per me, dice Giorgio senza sbilanciarsi, tutti e tre sono eventi importanti ed ormai peculiari della citt fermignanese, ma sarebbe riduttivo accomunarli in quanto esprimono momenti e pregnanze completamente diverse! Senza dubbio il Biciclo, son di parte, dice invece Emanuele, una manifestazione che ho nel cuore, e che parte di me. Avete parlato di Fermignano come citt, continuo io. E allora ditemelo: cos? Fermignano ancora una paese o gi una cittadina? Anche in questo caso i miei ospiti si guardano prima di rispondere. Si guardano con lo sguardo di chi sa di essere daccordo. Fermignano una cittadina, comincia Emanuele, il terzo polo industriale della provincia ed il quinto per popolazione, una tra le realt pi importanti per associazionismo e sport. Ha meccanismi ormai da cittadina, ora deve solo fare quel salto in pi che le permetta di riprendersi la

leadership allinterno della valle del Metauro. Fermignano sicuramente una cittadina, ribadisce Giorgio, perch il suo tessuto fortemente variegato e sono presenti tutte le energie e le pulsioni di una citt pi grande rispetto agli abitanti che ha, ma ancora un paese per cultura e mentalit! Una cittadina della valle del Metauro. E cosa la differenzia dalle altre? Credete che ci sia una caratteristica peculiare dei Fermignanesi che li distingue ad esempio dagli urbaniesi o dagli urbinati? Ancora una volta le idee sono chiare e simili. Ritengo che una delle peculiarit dei Fermignanesi, questa la diagnosi di Giorgio, sia la grande dedizione verso il lavoro ed una grande sensibilit verso il risparmio. Di fatto per esiste una buona omogeneicit culturale tra tutti i cittadini della nostra vallata del Metauro, ovviamente compreso Urbino! Siamo un paese di lavoratori, dice Emanuele, di gente instancabile che una volta dismessi i panni da lavoro

indossa quelli da volontario di una o pi associazioni presenti a Fermignano. E questi fermignanesi sono felici? Definireste Fermignano una citt felice? Definirei Fermignano una citt relativamente serena, afferma Giorgio, anche se con la crisi economica lo , negli ultimi due, tre anni, sicuramente meno, proprio per la crisi occupazionale sopraggiunta! Fermignano pu diventare una citt felice, continua pi dubbioso ma ottimista Emanuele, ha un grande potenziale da sfruttare, da poter utilizzare. Attualmente, purtroppo, immobile. Pensiamo solo al mondo giovanile: domenica scorsa, con la pedalata partecipata, si visto che coinvolgendoli possono sconvolgere la normale routine di una domenica mattina qualsiasi. Pensate se diamo loro la possibilit che cosa sono in grado di fare!

Le tazze di tea sono rimaste senza tea. Sul fondo le briciole dei biscotti secchi che si sciolgono. Guardo i decori dorati del piatto di porcellana olandese e mi salta fuori una domanda bislacca, dovuta forse allora tarda.

Ma se aveste un milione di euro, domando senza ritegno, un milione di euro da spendere per Fermignano e poteste comprarci solo una cosa: cosa comprereste? E forse la domanda non

poi cos bislacca, perch entrambi i miei ospiti rispondo decisi e secchi. Ci comprerei una casa di riposo per anziani, dice Giorgio. Se potessi compererei

lex cartiera accanto alla Torre medievale per poter costruire un museo sullarcheologia industriale fermignanese, dice Emanuele.

S fatto davvero tardi. Accompagno i miei ospiti alla porta. Ci salutiamo con una calda stretta di mano e ci auguriamo buonanotte. Sto per chiudere la porta di casa, poi ci ripenso, esco fuori e approfitto per lultima volta della pazienza dei miei ospiti. Nellaria ancora fredda di questo maggio particolare, dalla mia bocca escono queste parole: Onestamente, vi piace vivere a Fermignano? I due si guardano ancora una volta e sorridono luno allaltro e poi a me. Mi rispondono quasi allunisono, tanto che non ricordo neanche pi chi ha detto cosa. Io amo Fermignano, dice uno, ed per questo che ho deciso di accettare la candidatura a Sindaco, ho rifiutato la possibilit di andare allestero proprio per il mio amore per Fermignano. Assolutamente s, dice laltro, ma daltro canto per uno come me che ci anche nato, se dovessi andare a vivere da unaltra parte mi sentirei sradicato! Si allontanano. Entro in casa, per restarci stavolta. Penso al tea e ai biscotti, ai miei due ospiti e alle loro risposte. E auguro ad entrambi in bocca al lupo e buon lavoro.

(Per chiarezza: le domande sono autentiche, cos come le risposte. Riguardo al tea, ai biscotti, alla porcellana olandese e alla caccia alla balena, a chi legge la facolt di crederci o meno)

LA CENA DELLE CENE

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Benvenuti a tutti. Questa sera una grande sera. Siamo davvero tanti e neanche io vi conosco tutti. Talmente tanti, che per salutarvi e annunciarvi tutti, devo fare lappello. Allora, stasera siamo tutti questi qui, che adesso vi dico. Pro Loco. Artisti Imprevisti. Fucina Alchemica. Diversamente. Centro Studi Mazzini. Coro Polifonico Giorgio Giovannini. Acli. Gruppo Giovani Fermignano. Il Bastimento. Associazione Carabinieri. Arci. Concerto Cittadino. Il Pifferaio Magico. Il Padre Pellegrino. Centro Aggregazione La Torre. Anffas. Avis. Protezione Civile. Croce Rossa. Aido. Greenpeace. Calcio a 5 Femminile. Circolo Tennis. Enalcaccia. Mondo Bici. Roller. Team Fausto Coppi. Pescatori. Pro Fighting. Yellow Gym. Borgo Metauro. Basket Orsi. Bivio Borzaga. Sportiva San Silvestro. Real Gnano. Cercando Lo Yeti. CavalMetauro. Bocciofila. Atletica Leggera. Cross. Lo Strozziere Falconieri. Moto Club. Polisportiva.

Red Lions. Rugby Montefeltro. Karat Shotokan. Sporteam. Sportiva Dilettantistica Non Profit. Unione Sportiva Fermignanese. Vital. Delta Club Montefeltro. Lotta Club. Sportiva So Sport. Cinghiali Del Montefeltro. Vivi Il cavallo. Em.Ma. Da. 8 Na.Si. Voci Tra Le Quinte. La Cumbriccla. Siete tanti, ma forse non siete neanche tutti. E mi scuso se ho dimenticato qualcuno o se ho detto male il nome di qualcuno. Stasera ci incontriamo per la prima volta per capire chi siamo e cosa abbiamo in comune. E per decidere, magari, di lavorare un po di pi insieme per organizzare meglio la vita culturale, sociale e sportiva di Fermignano. Ogni tanto sento dire che a Fermignano non c niente. Oppure, a luglio, quando c la festa della birra, sento dire: per una volta che a Fermignano c qualcosa Mi viene da ridere, quando lo sento dire. E un po mi arrabbio, anche. Prima per mangiamo, poi parliamo. Buon appetito.

I PASSI, LE STATUE, I BACI

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Io non ti capisco. Dici che non stiamo mai insieme. Dici che non stiamo mai da soli. Dici che non vuoi stare sul divano, a casa. Dici che vuoi uscire. Dici che quando usciamo ci sono sempre i nostri amici. Dici che vorresti passare pi tempo con me. Io non ti capisco. Per ti voglio bene. Allora stasera passer a prenderti a casa tua. A piedi. Partiremo a piedi da casa tua e faremo due passi. Faremo proprio due passi, poco pi. Perch ci fermeremo nei giardini dove una volta cera la CIPE e adesso ci sono le case. Ci fermeremo nel mezzo dei giardini e ci siederemo sulla statua E l ci daremo i baci. Poi faremo un altro po di passi, ma pochi. Ci fermeremo dove una volta cera la LAR e adesso ci sono le case. Ci fermeremo sotto la vela rimessa a posto, quando i negozi sono chiusi, e ci sono soltanto i bambini che giocano intorno a noi e gli altri guardano la partita dentro il bar. Ci siederemo sulla statua E l ci daremo i baci. Poi faremo ancora un po di passi, un po di pi, e poi ci fermeremo ancora. Ci fermeremo di fronte alla vecchia stazione dei treni, pensando di essere viaggiatori stranieri, immaginando gli arrivi e le partenze e il fischio del treno e ci siederemo sulla statua E l ci daremo i baci. Poi faremo ancora due passi, ancora un po di pi, e arriveremo al museo della Pieve. Anche se a quellora ancora aperto, non entreremo per guardare i quadri e le fotografie, n per assistere allesibizione di qualche artista o alla proiezione di un documentario. No, ci siederemo fuori e avremo soltanto limbarazzo della scelta per sederci, fra le undici statue sparse nel prato intorno alla Pieve. Noi sceglieremo e ci siederemo sulla statua E l ci daremo i baci. Poi faremo ancora un altro po di passi, lungo il fiume. E sar bello e romantico camminare e sentire il rumore dellacqua, lungo il sentiero di breccia e sotto i lampioncini che si piegano verso di noi dallalto come fiori nel pieno della fioritura. Arriveremo proprio di fronte alla cascata e, senza vergognarci dei pescatori vicino a noi con lacqua fino al ginocchio, ci siederemo sulla statua E l ci daremo i baci.

Poi faremo un po pi di passi e ancora un po di pi, perch non ci fermeremo nel parco. Cammineremo oltre il semaforo di Cavanzino e ledicola, e poco oltre ci fermeremo nella piazza dove prima cera quella roba gialla e blu, e adesso c una piazzetta che sembra un mosaico e che ha proprio al centro una statua. E, a guardare le macchine che scivolano sulla strada l sotto, noi ci siederemo proprio l, sulla statua E l ci daremo i baci. Poi faremo due passi senza avere una meta, di fronte a noi la collina buia, dove, quando eravamo piccoli, brillava la scritta della Serra Alta. Faremo due passi e non sentiremo gli strilli dei tifosi del calcio o gli schiocchi delle palline da tennis. Faremo due passi soltanto. Tu magari mi dirai qualcosa di scortese. Io ti dir che non ti capisco. Per ti amo. E l ci daremo i baci.

CI VEDIAMO A TEATRO

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Pronto. Oh, ciao. S, ti spiego. Te arrivi da Urbino. Hai presente la rotonda? Ecco, arrivi alla rotonda, la fai tutta, e appena sei uscito dalla rotonda giri a destra e parcheggi. Esatto, parcheggi l dove c la vela. S, ci sei stato. Ci sei stato quando siamo andati a quellincontro delle associazioni. Il parcheggio l davanti. Dove hanno fatto quel centro che si chiama La Fabbrica delle Associazioni. Dove ci sono le sedi di tutte le associazioni di Fermignano. Te parcheggi l, poi fai la passerella che ti porta dallaltra parte della strada e sei davanti al teatro. Era il vecchio deposito del Comune, credo, e lhanno rimesso a posto. Di fronte c un piccolo giardino. Dalla parte dietro, dietro il palco, lo vedi quando fai la rotonda, hanno fatto un gran murales. Lhanno fatto quei ragazzi che hanno vinto il concorso dei graffiti nel campo sportivo vecchio. S, quello dove hanno fatto il parco. Tra tutti quelli che hanno partecipato, hanno vinto dei ragazzi che hanno fatto questo murales nel teatro. Insomma, bello non lo so. dimpatto, ma vabb, non che deve piacere a me per forza, hanno fatto una cosa sul tema del teatro, con le maschere, arlecchino, pulcinella, gli attori famosi, una roba cos. Comunque. Tu entri dalla porta a destra. Ce ne sono tre di porte. Tu entri da quella a destra e trovi la biglietteria. Dalla parte opposta c un piccolo bar, che resta aperto solo quando ci sono gli spettacoli. Nel mezzo si entra nella sala del teatro. Ha il pavimento grigio, di quelli industriali, il soffitto con le travi dacciaio, e tutte le poltroncine rosse scuro. Eh, lo so che la moquette pi bella, ma costa anche di pi e tocca tenerla pulita. Dalle parti, alle pareti, ci sono dei tendoni pesanti. S, perch hanno fatto delle finestre a nastro lungo tutta la sala, cos quando ci fanno delle cose di giorno, possono aprire i tendoni e far entrare la luce del giorno. Saranno 150, 200 posti. Le sedie non sono fisse, perch quando ci sono i bambini delle scuole che sono tanti, tolgono le sedie, le impilano, e i bambini si siedono sui cuscini che si sono portati da casa e guardano lo spettacolo, la recita, quello che . Poi, chiaro, c il palco, di legno, inclinato, con due camerini e una stanza grande per cambiarsi. No, non

ci sono tutte quelle quinte, quei sipari, quegli sfondi che ci sono negli altri teatri. C un proiettore, che proietta gli sfondi. Si risparmia un sacco di spazio, dicono. Lha fatto il Comune. Cerano dei fondi europei, credo. E se ne occupa una fondazione, dei volontari. Un po il Comune, un po le aziende, un po le entrate degli spettacoli, insomma, coi volontari che sistemano, fanno le maschere, lo tengono aperto, eccetera, ce la fanno. Certo, serve la gente che ci mette il tempo e la voglia. Ci fanno gli spettacoli, anche gente famosa, ci fanno le recite le compagnie del paese e dei paesi vicini, lo usano le scuole, ci fanno gli incontri delluniversit, le associazioni di categoria, i partiti politici, s, lo usano, il giro c. Per me potevano anche non farlo. Voglio dire, non che dappertutto ci deve essere tutto. In un paese c una cosa, in un altro paese ce n unaltra. Poi sta alle amministrazioni dei paesi fare in modo che la cosa si sappia, che ci siano i trasporti per poter usufruire dei servizi che sono nellaltro paese, cos insomma. Perch non che dappertutto ci pu essere tutto. Cosa vuoi, il teatro? Ma ce n gi uno a Urbino, un altro a Urbania e un altro anche a Cagli. Prendi lospedale. Cosa vuoi, lospedale? Ma se ce n uno a Urbino, uno Urbania e un altro Cagli. Vuoi anche il cinema? Ma a Urbino c gi, anzi due. Uno c a Urbania. Uno a Cagli. Vabb, ci vediamo dopo. Hai capito bene, dove rimane il teatro?

UNO SGUARDO DALLALTO

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Tipo, aprire Google Maps e cercare Fermignano. Lo spillino segnaposto casca dallalto e sinfilza in via Luca Della Robbia. Proprio dove la strada si piega a gomito. Chiss perch segna proprio quel posto? Chiss come ragiona il programma per decidere che l e solo l si concentra un paese intero. Tipo, se cerchi Urbino il segnaposto lo mette sul Palazzo Ducale. Ha gi pi senso, e non me ne vogliano quelli che abitano in via Della Robbia. Tipo, togliersi delle inutili curiosit. Per esempio cercare tutte le piscine di Fermignano. Le piscine delle case private di Fermignano, intendo, visto che di pubbliche non ne ho ancora trovate. La lista la seguente. In via Adige ce ne sono due, e una pi grande della casa che la ospita. Due piscine anche in via Andrea Costa, apparentemente in costruzione. Una piscina in via Omobono Frateschi (chi era costui? Piastrellista, malmenato dalle squadre fasciste nel 1923 nella sua Fermignano, emigra dapprima nel Canton Vallese, poi a Ginevra, dove risulta attivo nel gruppo del Risveglio ed in particolare nellantifascismo). Una un po pi in su, in una strada indicata come via San Gregorio. Due piscine in via Provinciale Metaurense. O meglio, in due strade che dalla provinciale partono. Una quella dellIsola (che tra laltro scopro essere praticamente zona Cavanzino, non me ne ero mai reso conto). Una piscina in via Arno e una in via Girolamo Savonarola. Una piscina, naturalmente, in via Serra Alta. Tipo, fare caso alle cose che sono brutte dal cielo come da terra. Ad esempio, piazza Filippo Turati, dove ci sono due cerchi gialli e due frecce azzurre, opera misteriosa che attribuiremmo agli alieni, se non conoscessimo i nomi dei terrestri che lhanno fatta. E non vedo lora di vedere dallalto la nuova scalinata di fronte ai giardinetti di piazza Don Minzoni. Oppure quei tre grossi edifici in via Piave, proprio di fronte alla cascata, che non li finiscono mai (e che, forse, sarebbero comunque brutti). Oppure il campo sportivo vecchio e ledificio l dietro (dove cera il Lady Moon, per intenderci), che sembrano proprio quello che sono,

cio spazi abbandonati, ritrovati un paio di volte allanno per qualche giorno, con laspetto di terreni non edificabili di una periferia industriale dismessa, mentre sono praticamente nel centro del paese. Tipo, notare come larea della vecchia fornace sia davvero grande. Col terreno intorno, a occhio, sar cinque, sei volte larea dove cera la LAR. A proposito, nelle foto dallalto la vecchia LAR c ancora tutta. C anche il muro davanti al quale passavo e ogni volta mi fermavo a leggere una scritta che diceva: mi asciugai al vento del crimine. Accidenti, pensavo, chiss chi stato cos pazzo da citare Rimbaud sul muro di una vecchia fabbrica. E sullonda di questo ricordo, fare unultima cosa stupida e muoversi veloce fuori dal paese, lontano dalle case, dove spariscono le strade e ricordarsi di quanta roba c appena usciti di casa. E ce n anche, anzi di pi, a stare con i piedi per terra.

TOCCA FIDARSI!

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Sono curioso di saperlo, ma con quanta gente potr mai parlare? E quanta gente mi risponderebbe? E tra quelli che lo farebbero, chi sarebbe sincero e chi invece risponderebbe con una frase gi pronta, gi pensata e ripensata nella sua testa per convincersi di una scelta pigra? Qualcosa tipo: lo voto perch giovane. Oppure: lo voto perch ha gi cinque anni di esperienza. Mi basterebbe sentirmi dire: s, lo voto, perch ha governato bene? Oppure: no, non lo voto, perch ha governato male? Mi basterebbe? Voglio sentirmi dire che lo voto perch mio cugino, perch in lista c una figa che me la d, perch mi ha promesso che mi asfalta il vialetto di casa. Oppure che lho votato per non lo voto pi perch mi fa la stazione delle corriere a dieci metri dal mio giardino, perch le strade sono un colabrodo, perch cha una faccia di merda. Invece io lo voto perch mi ha promesso che quella zona la passano edificabile, perch ha messo i lampioni nuovi. Invece io no, non lo voto, perch la zona che passa edificabile di fianco a casa mia e mi sta bene che ci sia un campo come c adesso, perch ha fatto i marciapiedi fino a Calpino ma non ci passa nessuno, solo qualche marocchino che non cha la patente. E allora? I marocchini channo la faccia di merda! E anche lui, quindi non lo voto! Lo voto se mi promette una cosa tipo: facciamo una valutazione del fabbisogno energetico del paese per capire come poterlo soddisfare con le energie rinnovabili. Lo voto se mi promette che creer uno sportello al quale i giovani diplomati e laureati possano rivolgersi per entrare in contatto tra loro e far nascere nuove imprese e inserirsi nel tessuto industriale e artigianale della provincia. Lo voto se mi promette che ha in mente di ampliare e potenziare la biblioteca comunale, per i fermignanesi e per i tanti studenti che vivono qui. Lo voto se mi dice che gli spazi del comune saranno sempre disponibili e gratuiti per le associazioni e per i cittadini. Lo voto se mi promette che i cittadini e le associazioni avranno spazi in base alle loro esigenze senza doversi litigare quei pochi che ci sono o doversi rivolgere allospitalit del privato o del prete. Lo voto se mi promette che ha un pro-

getto valido per labbattimento delle barriere architettoniche, anche solo per andare negli uffici del Comune. Lo voto se mi promette che metter on-line i servizi del Comune e dar al paese una copertura wi-fi gratuita, efficiente ed estesa. Lo voto se mi promette che far certe cose, quattro, cinque sei, mica mille, e poi si limitasse a farle senza dire che ma noi abbiamo fatto o che ma loro non hanno fatto. Lo voto davvero se mi promette che in piazza toglieranno le corriere e le macchine e faranno un giardino fiorito. Se mi promette che le vie e i vicoli del centro saranno sempre puliti perfettamente e senza una buca. Se mi promette che nelle vie del centro il parcheggio sar a pagamento 24 ore su 24 tranne che per i residenti di quelle stesse vie. Se mi promette che di fronte al palazzetto rimetteranno il campo da tennis in terra rossa con gli alberi intorno e il chiosco con i gelati come quando ero piccolo io. Se mi promette che unimpiegata del comune verr ogni giorno da me per pulirmi casa e farmi da mangiare e quella di prima della lista verr da me ogni notte per avete capito! Insomma mi deve promettere. E poi? Tanto, comunque, alla fine mi devo fidare. E allora cosa faccio? Li guardo in faccia, leggo i nomi delle liste, vado alle serate di incontro tra candidati e cittadini, faccio due chiacchiere un po con chi capita, mi studio i programmi, guardo i manifesti, faccio le prove allo specchio dicendo io voto questo, io voto quello, mi faccio i miei conti, ci penso un po su, ci dormo un po su, poi mi sveglio che il 15 e alla fine cosa faccio? Mi fido. Io faccio cos, voi non lo so. Ma tanto, cosa vuoi fare, non ti fidi? Di qualcuno tocca fidarsi!

APPUNTI DEL GIORNO DOPO

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Abitare in una grande citt e abitare in provincia. Vantaggi e svantaggi. La grande citt stata raccontata in libri e film e telefilm. famosa. Tutti la conoscono e appena fai il suo nome tutti la ricordano. Si gira per la grande citt e si guardano i monumenti. Ci sono le guide turistiche e letterarie alle grandi citt. Sui libri di storia della scuola si parla della storia delle grandi citt. La provincia non la conosce nessuno, nessuno ne parla, nessuno la racconta mai. La citt gi stata raccontata, quindi gi stata costruita nella sua dimensione narrativa. Molto difficile dire qualcosa di nuovo, che non sia stato gi detto. La provincia territorio quasi vergine, tutto da esplorare e inventare nella sua dimensione narrativa. Spazio per pionieri, per spiriti avventurosi. Se ci viene chiesto dove abitiamo, rispondiamo tutti con il verbo seguito dalla preposizione semplice: abito a e il nome della citt o del paese. Correttamente. Fare attenzione alla preposizione. Dire che si abita a Fermignano non vuol dire che si abita Fermignano. Quelle che vengono definite citt dormitorio si differenziano in negativo proprio perch sono citt nelle quali si pu abitare, ma abitare le quali non possibile. Sembra un gioco di parole. Invece, la possibilit per una citt o un paese di essere non solo complemento di luogo, ma anche complemento oggetto, significa avere non solo un passato, ma anche un futuro. Accade che la massa intorno al nucleo di una cellula diventi troppo grande, per cui il nucleo si divide e d vita a una seconda cellula, identica alla prima, se non per la sua collocazione spaziale, e con questa interdipendente. Di fatto, la cellula una sola, ma si muove attorno a due nuclei invece che uno solo. Se il primo nucleo non vuole o non riesce a sdoppiarsi e continua a sopportare la gravitazione intorno a s di una massa sempre pi grande, corre il rischio di essere letteralmente schiacciato e frantumato. Si avr cos uneffettiva assenza di nucleo, le sue funzioni sparse per tutta la cellula e, dove una cellula sana ha normalmente il suo nucleo, uno spazio vuoto, morto, come una specie di cicatrice.

Trovandoci in Italia nella situazione di uno spazio pieno, ovvero ad antropizzazione diffusa, fondamentale il concetto di citt policentrica, altrimenti detta del comune diffuso. In altre parole si tratta di una gestione dei servizi e delle risorse che tenga conto della presenza di tanti piccoli centri urbani distribuiti in uno spazio relativamente piccolo e circoscritto e facilmente identificabile, come pu essere quello della vallata di un fiume o un certo versante di una montagna. Sar ingestibile da parte delle amministrazioni la presenza di ogni servizio al cittadino in ogni singolo comune. Sar pi saggio sfruttare le peculiarit e le preesistenze di ogni centro in modo tale da rendere diffusi i servizi sul territorio, risparmiare risorse per migliorarli e agevolare lo spostamento dei cittadini da un centro allaltro per poter senza difficolt usufruire dei servizi stessi. Esiste in ognuno di noi un paesaggio interiore. Cos lo chiamava Montale. Un uomo potr viaggiare, potr vedere mille luoghi diversi, conoscere mari, montagne, foreste, citt o chiss cosaltro. Ma nel suo cuore avr sempre lo stesso paesaggio. Che non per forza quello in cui si nati o si vissuti per pi tempo. unimmagine indelebile che si creata dentro di noi, che quel paesaggio ha lasciato in noi come se avesse impressionato una lastra fotografica. Scrivendo e parlando, ovunque ci troviamo, scriviamo e parliamo sempre della stessa piazza, della stessa strada, della stessa casa.

PROGETTO UNDICI A Fermignano il mare non c Un progetto di ooolo Testi Marco Genga Illustrazioni e grafica Jonathan Pierini Finito di stampare nel mese di dicembre 2011 dalle Arti Grafiche Stibu, Urbania (PU)

CHE ROBA

Una volta ci siamo trovati a parlare di come sarebbe se a Fermignano ci fosse il mare. Decidemmo che la linea del fiume fosse in realt la linea della costa e quindi tutto quello aldil del fiume non ci fosse pi. Niente di tragico, sarebbe stato cos da sempre, mica un mare te lo inventi in cinque minuti. O magari s, possibile, ma non questo il caso. Ci tenevamo la Torre come faro e lEx Mattatoio come lazzaretto, la vela della LAR come moschea e chiss che risse e che sbronze avrebbero fatto i marinai per i vicoli del quartiere del porto. Una citt di pirati come si vede nei film o come ci si immagina certe citt delloriente. Ma la Fermignano marittima sarebbe potuta esistere solo in un tempo ormai lontano. Cera invece unaltra citt che poteva essere magari meno romanzesca, certo, per pi possibile, pi a portata di mano, anche pi imprevedibile, ed era la Fermignano del 2011.

Allora ci siamo messi a raccontarla questa citt, questa Fermignano del futuro, nellanno delle elezioni per il Sindaco. Con una pretesa e una speranza insieme: di portare a chi legge la voglia di inventarsi anche loro la citt che vogliono, o anche solo di camminare col naso allins, da oggi in poi, per cercare quello che si sono dimenticati in tutti questi anni che vivono a Fermignano e si sono abituati alle vie e alle case, con la fantasia giusta e necessaria e un po spericolata, perch tanto, accanto a quello che raccontiamo noi, ci sono i seri e concreti e responsabili programmi politici di chi amministra o si candida ad amministrare Fermignano. Giusto? Quindi, senza paura e con un po di tempo libero da spendere, vogliamo provare a raccontare che no, vero, a Fermignano il mare non c, ma che neanche abbiamo bisogno che ci sia per godercela.

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