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CHANGE: LA FORMAZIONE E LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI

INTRODUZIONE

Nel testo si analizzano i concetti di PERSISTENZA e CAMBIAMENTO nelle vicende umane, ed in particolare la formazione dei problemi, il modo in cui si affrontano, il loro persistere ed il modo in cui si risolvono. Viene sottolineato anche come modalit illogiche risultino pi efficaci di quelle logiche. (gli assediati di Hochosterwitz gettano la carcassa dell'ultimo bue rimasto e le forze avversarie abbandonano l'assedio) Nelle strategie d'intervento si presta particolare attenzione ai PROCESSI pi che ai CONTENUTI; si sta attenti a ci che avviene qui ed ora e non a ci che avvenuto in passato. La richiesta di chi ha applicato tale strategia stata di avere pi informazioni sul carattere teorico, sui paradigmi di riferimento che , per gli "inventori" del sistema emergeva dopo le applicazioni. Dalla pratica nasce la teoria. Il punto FOCALE della questione non come si pu evitare l'influenza del paziente da parte del terapeuta ma come questi interventi vanno intesi e usati nell'interesse del paziente. L'apparente parallelismo con il comportamentismo va sminuito in quanto non ci si basa sull'apprendimento o sul disapprendimento, e neanche su forme di condizionamento o decondizionamento. Le teorie illustrate riguardano la TEORIA DEI GRUPPI e la TEORIA DEI TIPI LOGICI. Verranno poi illustrate formazioni di problemi provocati dall'interdipendenza di persistenza e cambiamento. CAP. 1 PERSISTENZA E CAMBIAMENTO LA PROSPETTIVA TEORICA L'analisi parte dal proverbio francese: pi le cose cambiano, pi restano come sono;questo definisce la coesione esistente nel rapporto paradossale tra persistenza e cambiamento. Cos come ogni concetto per essere definito necessita che si abbia il rapporto con il suo opposto ( es: il concetto di azzurrit non si pu avere se mancano i colori di contrasto), il cambiamento diventato oggetto di riflessione nel momento in cui si concettualizzata l'idea della persistanza, dell'invarianza. Le teorie sulla persistenza sono state varie ma riguardano o l'una o l'altra; invece bisogna leggerle usando la connessione logica "e". L'atteggiamento stato quello di considerare la persistenza come qualcosa di naturale e di logico ed il cambiamento come un problema da spiegare. I paradigmi di riferimento sono stati due: LA TEORIE DEI GRUPPI Scritta da Galois in circostanze particolari, esprime alcune propriet relative ai gruppi: 1. Il gruppo formato di elementi che hanno una caratteristica comune unite dal concetto di invarianza, che si riferisce alla caratteristica di ogni elemento di poter cambiare ma di restare sempre all'interno del gruppo e di non potersi collocare all'esterno. 2. Anche se il cambiamento riguarda i processi e non i singoli elementi si ha comunque invarianza del risultato. 3. L'indetit di un elemento non muta se unito ad un altro elemento del gruppo. Questo significa che un elemento pu agire senza cambiare nulla. 4. Ogni elemento del gruppo deve avere un suo inverso che unito a lui dia l'elemento stesso. LA TEORIA DEI TIPI LOGICI Anche qui gli elementi compongono la totalit che viene definita come classe e non gruppo.

Concetto base di tale teoria che " qualunque cosa accorpi gli elementi, non deve essere un elemento della collezione"; cos se il genere umano la classe di tutti gli individui, non esso stesso un individuo. Ci vuol dire che una classe non pu essere elemento di se stessa. I livelli logici presentano delle gerarchie: es: percepire il cambiamento del cambiamento ( metacambiamento) : movimento: cambiamento di posizione: accelerazione o decelerazione. I passaggi che caratterizzano il processo ci portano fuori dalla struttura teorica. Es: immobilitmovimento-accelerazione. Si sottolinea la necessit di distinguere tra SEGNO STESSO e suo SIGNIFICATO: metodo- procedimento scientifico; metodologia-concetto logico immediatamente superiore. L'ambito di "comportamenti " del soggetto o dell'oggetto permette di gestire il cambiamento o il rendimento desiderato.(decelerare o accelerare usando la stessa marcia), ma se per cambiare bisogna cambiare marcia, allora si va fuori, si compie un atto logico.(25) Dalla teoria dei tipi logici si traggono due postulati: 1. I livelli logici non possono essere confusi e vanno separati per evitare confusione e paradossi; 2. Il passaggio da un livello all'altro comporta uno spostamento, una rottura o trasformazione. CONCLUSIONI - La teoria dei gruppi ha un struttura concettuale che permette il cambiamento all'interno del sistema che resta immutato; porta un cambiamento dentro il sistema che resta immutato, - Nella teoria dei tipi logici non si considera ci che accade all'interno della classe, ma tra un singolo elemento e la classe, evidenziando le metamorfosi cio i passaggi da un livello logico a quello superiore,; verifica il cambiamento del sistema stesso . ESEMPIO: per sfuggire ad un incubo non c' altro da fare che svegliarsi e quindi cambiare lo stato, da dormiente a sveglio. Se il sistema non cambia: Cambiamento 1 Se il sistema cambia: Cambiamento 2 Le suddette teorie non si escludono ma sono complementari.

CAP.2 LA PROSPETTIVA PRATICA Nelle situazioni reali si hanno serie difficolt a distingue i due tipi di cambiamento. Esempi pratici relativi alle propriet della teoria dei gruppi: 1. "Qualsiasi associazione, trasformazione e composizione degli elementi d un elemento del gruppo e conserva la struttura". "In un paese immaginario si garantisce il diritto ad un dibattito parlamentare illimitato che pu essere usato per paralizzare ogni attivit. Il cambiamento si pu avere solo modificando la norma ma ci diventa impossibile proprio a causa di ci che si deve cambiare" Vedi anche la politica della dissuasione reciproca relativa agli armamenti che non porta ad alcuna misura per risolvere la situazione stessa. Questo sottolinea il fattore D'INVARIANZA: per quanto i cambiamento si possano apportare ad un sistema, se la sua struttura resta invariata non si ha alcun cambiamento. 2. La composizione tra gli elementi del gruppo pu cambiare senza che cambi il risultato es: un passo indietro compiuto da un partner viene seguito da uno in avanti dell'altro in una sequenza circolare e non lineare. 3. Elemento d'identit 4. Qualsiasi elemento del gruppo composto con il suo inverso d l'elemento d'identit. Ci si riferisce al fatto che gli opposti sono complementari, i due aspetti di un'unica realt (erma bifronte); l'interdipendenza degli opposti stata definita da Eraclito ENANTIODROMIA Le singole propriet della teoria dei gruppi non possono produrre il cambiamento2. Restando all'interno di essa si come in un gioco senza fine. Resta comunque che questo avviene quotidianamente, attraverso l'autocorrezione e il trovare nuovi adattamenti. 2

A volte quando al soluzione non si trova si portati a cercarne le cause nell'impossibilit del compito richiesto invece di prestare attenzione alla SOLUZIONE adottata per risolverlo.(v. pag.39) es mio: difficile rendersi conto della propria cultura se non si prova ad uscirne fuori, a guardarsi con gli occhi dell'altro.

PARTE II LA FORMAZIONE DEI PROBLEMI CAP. 3 QUANDO LA SOLUZIONE E' IL PROBLEMA Il cambiamento si produce derogando dalla norma e quindi diventa necessario ristabilire la norma perch ci sia benessere e sopravvivenza. Un cambiamento si ha se si applica l'opposto di ci che ha prodotto la deviazione: es: si oppone il caldo al freddo) e si intensifica l'applicazione fino a quando non si producono gli effetti desiderati. La deviazione dalla norma si riconduce alla normalit applicando il suo opposto. Questa situazione non trova riscontro in alcune situazioni sociali: es l'alcolismo ed il proibizionismo che pur volendo essere una soluzione al problema ha rappresentato un fattore di moltiplicazione non solo relativamente all'alcol, ma anche ad altre situazioni: contrabbando, corruzione, lotte tra bande rivali. Questo dimostra che la SOLUZIONE A VOLTE DIVENTA IL PROBLEMA. Altro esempio: il lamentarsi dei giovani come corrotti e malvagi risale a 3000 anni fa su una tavoletta di argilla babilonese, eppure ancora oggi si parla di divario generazionale. Ancora: voler combattere l'insonnia porta a prendere dei farmaci che rappresentano l'inizio di altre situazioni problematiche. Questi ultimi casi non riescono a risolvere il problema perch la struttura resta immutata e per risolvere il problema bisogna uscire fuori da esso (cambiare la marcia dell'automobile). DIFFICOLTA'. Stato di cose indesiderabile che si pu modificare basandosi sul buon senso PROBLEMA: impasse creata attraverso un trattamento sbagliato delle difficolt; le forme di intervento errato sono essenzialmente tre: 1. Semplificazione si nega l'esistenza del problema e non si agisce; (cap.4) "semplificazioni terribili". 2. Utopia: si cerca di cambiare una difficolt che praticamente immutabile: si agisce quando non si dovrebbe agire; (cap.5) "La sindrome da utopia". 3. Paradosso: si cerca di attuare il cambiamento1 quando la modifica possibile solo con un cambiamento2 o viceversa; si agisce quindi al livello sbagliato. (cap.6) "Paradossi".

CAP 4 LE SEMPLIFICAZIONI TERRIBILI Si parla del primo modo di trattare erroneamente il cambiamento, quando si nega il problema, bisognerebbe agire ma non lo si fa. La negazione del problema pu avere diverse motivazioni come voler salvare la facciata; pu portare ad attaccare chi ci segnala che c' un problema. Le SEMPLIFICAZIONI del problema portano come contropartita altre semplificazioni : i problemi relativi alla RELEVANCE dell'istruzione universitaria, cio alla richiesta di nozioni immediatamente spendibili nella vita, porta le autorit accademiche a conservare la tradizione anche quando questa diventata anacronistica. CONCLUSIONE: comportarsi come se il problema non esistesse sbagliato e da ci deriva che l'ammissione del problema viene considerata follia o cattiveria; il problema che richiede il cambiamento viene reso ancora pi grave dall'intervento sbagliato. La semplificazione lascia il problema immutato soddisfacendo il principio di identit, ma riferendo il tutto agli individui, si ha la percezione del rendere ancora pi acuti i problemi. 3

CAP 5 SINDROME DA UTOPIA (si agisce quando non si dovrebbe agire) Se la semplificazione lascia il problema immutato, il suo opposto, l'utopia non da meno. Tale comportamento pu assumere tre forme: 1. INTROIETTIVA: si ha la sensazione di essere incapaci di raggiungere la meta e quindi si sfocia nella depressione o nel suicidio; ma anche divorzi, alienazioni, visioni nichilistiche del mondo. 2. TECNICA DEL RINVIO: piuttosto che tormentarsi perch non si in grado di effettuare il cambiamento, si adotta la tecnica di rinviare; ci che conta il viaggio, non l'arrivo. L'impresa portata a termine viene poi percepita come un mancanza, una profanazione. 3. PROIETTIVA: si assume un atteggiamento virtuoso basto sulla convinzione di aver trovato la verit Nella sindrome da utopia, i soggetti, spinti da un ideale poco realistico tentano un cambiamento che trasforma in un problema una difficolt che non si pu cambiare. Si effettua una distinzione tra utopie positive - non esiste nessun problema-; e utopie negative -non esiste nessuna soluzione-. Denominatore comune della sindrome da utopia il fatto che il soggetto, anche quando vede fallire i suoi tentativi di cambiamento, non esamina le premesse considerandole pi reali della realt; esempio in una ricerca che non arriva a conclusioni si pensa di aumentare il capitale da investire e fare pi di prima. Non si considera che possano essere sbagliate le premesse e si cerca la soluzione fuori. L'incapacit di soddisfare certe aspettative porta molte persone al suicidio. (accenno esistenzialismo) I tentativi utopistici di risolvere i problemi rendono impossibile distinguere tra problemi e soluzioni. Alle radice della sindrome da utopia c' una sostanziale discrepanza tra il modo in cui le cose sono e quello in cui dovrebbero essere partendo da certe premesse. Anche se ci sono molte situazioni in cui si cambia la realt per conformarla alle premesse, ce ne sono altre in cui questa realt non si pu cambiare. Si tenta un cambiamento di livello sbagliato.

CAP 6 PARADOSSI (si cerca la soluzione al livello sbagliato) "Voglio che lui voglia fare le cose, ma questa volont di fare dobbiamo insegnargliela" (una madre che cerca di far fare i compiti al figlio). I primi studi sul paradosso sono stati condotti da Bateson che giunse ad elaborare la teoria del doppio legame. Esempio classico del paradosso "sii spontaneo2 ma la spontaneit non pu pi aversi per il fatto stesso di essere stata richiesta; l'atteggiamento che assumer il soggetto non avr niente di spontaneo perch sottoposto ad un controllo che cerca di dargli spontaneit e quindi diventa artificiale. Il paradosso nasce dalla confusione tra membro e classe: Wittgenstein: Se vero che i Cretesi sono tutti bugiardi Epimenide diceva la verit; ma la verit che egli stava mentendo. Epimenide dice la verit quando mente o mente quando dice la verit. Il sii spontaneo che vuole determinare un cambiamento paradossale. Nell'ospedale psichiatrico, il paziente ospedalizzato viene considerato incapace di prendere decisioni che devono essere prese per lui; se il paziente non riesce a capirlo prova ancora di pi la sua incapacit; si crea allora la situazione paradossale tra pazienti e infermieri di giocare a non giocare il gioco della guarigione. La soluzione quindi quella di manifestare un sintomo vistoso che viene guarito da un giovane medico desideroso di fare carriera e che diventa fervido avvocato difensore del paziente.

PARTE III CAP.7 LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI IL CAMBIAMENTO 2 La strategia del cambiamento nasce da qualcosa di pratico: neanche gli autori sanno spiegare da quali basi teoriche nascono le loro scelte e azioni. Dare una spiegazione significa spostarsi ad un livello diverso: uscire da quella che la situazione ed usare un metalinguaggio (si ricordi il bambino che applica la permanenza dell'oggetto; la ripetizione del comportamento propedeutica alla metacognizione). Nella ristrutturazione del comportamento l'azione decisiva (consapevolmente o inconsapevolmente) viene applicata alla SOLUZIONE (es. ho l'ordine di sparare sulle canaglie ma vedo davanti a me molti cittadini onesti che invito ad andarsene a casa cos da poter essere sicuro di sparare solo sulle canaglie) e non sulla DIFFICOLTA'. Ci dimostra che a volte la soluzione scelta per risolvere un problema diventa il problema: ci accade quando la mamma resta all'asilo per consolare la bambina che piange ed invece di risolvere la situazione non fa che acuirla; oppure la risoluzione dell'agarofobia quando il soggetto decide di suicidarsi. CONCLUSIONI a) Il cambiamento2 si ottiene sulla soluzione adottata per produrre un cambiamento1 che, sostanzialmente, mantiene il problema. b) Il cambiamento2 illogico, bizzarro, paradossale. c) La domanda che ci si deve fare che cosa? e non perch? d) La tecnica del cambiamento2 conduce fuori dalla trappola della soluzione tentata. e) CHE COSA avviene qui ed ora e non perch. Ci perch non sempre trovare la causa di un problema serve ad eliminarlo. Si prospetta, cos, una terapia sostanzialmente diversa dalla psicoterapia tradizionale. Studiare ed interpretare il COSA AVVIENE significa prestare attenzione ai rapporti di ingresso ed uscita che caratterizzano la comunicazione pi che la loro natura. L'importanza dell'influenza della soluzione si pu percepire quando il problema scompare se scompare la soluzione adottata: ad esempio la legalizzazione della marijuana potrebbe diminuirne l'uso ed eliminare le conseguenze legate alla sua repressione legale. La soluzione di un problema non pu essere cercata all'interno della dicotomia A/NON A che porterebbe solo ad un'illusione di alternative. La soluzione che si ha con il cambiamento2 e NON-NON A (la spiegazione del maestro ZEN TAIHUI : se la chiamate canna affermate, se la chiamate non canna negate. Mettendo da parte ogni affermazione o negazione come la chiamereste?) Se si resta nella situazione non si risolve il problema, si fluttuer tra i due estremi della dicotomia, pertanto bisogna uscire dalla trappola dell'affermazione e della negazione e ansare al livello immediatamente superiore(sartori) dove si respingere l'idea di dover scegliere e quindi invece di due sole alternative si ha un ventaglio di opportunit.

CAP 8 LA SOTTILE ARTE DELLA RISTRUTTURAZIONE Ristrutturare significa dare nuova struttura alla visione dei fatti permettendo di affrontare meglio la situazione e non di eluderla. La RISTRUTTURAZIONE non cambia i fatti ma il significato che

il soggetto attribuisce loro cambiando cos l'opinione sulle cose. In sostanza si guarda attraverso una nuova luce una stessa situazione. In psicoterapia si attribuisce un certo valore ai fenomeni; con la ristrutturazione si sposta l'ottica accettando l'idea che un oggetto possa appartenere ad una classe diversa e restare egualmente valido. Nel concetto di RISTRUTTURAZIONE implicito che: a) Ordiniamo in classi gli oggetti che percepiamo, classi che sono formate da un lato dalle propriet fisiche degli oggetti e dall'altro dal valore che hanno per noi. b) Concettualizzando un concetto come membro di una classe rende difficile considerarlo come appartenente anche ad una classe diversa. c) Una volta percepita l'appartenenza alternativa non si pu ricadere nella trappola e nell'angoscia generata dalla visione della realt che si aveva prima. d) La ristrutturazione pu avvenire attraverso l'ipnosi ma non deve essere necessariamente collegata ad essa. e) Credere di poter controllare il sintomo con la forza di volont aggrava il problema. f) Perch la ristrutturazione riesca si deve portare il problema fuori del sintomo e si deve tener conto delle ragioni di coloro che presentano problemi da risolvere: accettare ci che ci d il paziente (Erickson) g) Nella ristrutturazione il terapeuta deve imparare il linguaggio del paziente h) Secondo Wittgenstein la ristrutturazione non produce INSINGHT ma insegna un altro gioco rendendo obsoleto quello vecchio (es: il pessimista sfida la visione ottimistica manifestando con maggiore vigore il suo pessimismo) i) La tecnica della ristrutturazione,quindi, consiste nel dare una visione nuova alla circostanza facendo perdere di significativit alla realt finora vissuta o quantomeno considerata tale.

CAP 9 LA PRATICA DEL CAMBIAMENTO Il procedimento da tenere rispetto alla risoluzione dei problemi : a) Chiara definizione del problema b) Analisi della soluzione tentata c) Definizione del cambiamento da effettuare senza mete utopistiche d) Formilazione e messa in atto del piano per attuare il cambiamento che deve rispettare due principi: - Obiettivo del cambiamento la soluzione tentata - La tattica scelta deve essere tradotta in linguaggio personale dal soggetto e) Elemento determinante il PARADOSSO sia per la SOLUZIONE che per la FORMAZIONE dei problemi. Il paradosso del SII SPONTANEO significa costringere il soggetto che soffre d'insonnia a dormire; il paradosso opposto rappresentato dall'acutizzare il sintomo: restare sveglio.

CAP 10 ESEMPI E MODALITA' D'INTERVENTO MENO DI PRIMA contrapporre all'ingerenza dell'altro il gradimento e non il disprezzo, creando una situazione in cui l'altro deve agire. Es: i genitori che tormentano la vita di giovani sposi. La procedura da seguire : a) Individuare il problema b) Analizzare quali sono state le soluzioni tentate c) Prefiggersi una meta d) Intervenire sul comportamento

DISOCCULTARE L'OCCULTO non cercare di nascondere un comportamento ma farlo emergere in tutta la sua organicit cercando di trovare e creare delle situazioni dove esso possa manifestarsi ed esprimersi e quindi sfogarsi. Es: Il marito che litiga sempre con la moglie solo perch poi si sente meglio deve cercare delle opportunit di litigio per permettere a questa sua necessit di esprimersi. PUBBLICIZZARE ANZICHE' NASCONDERE Significa rendere evidente e palese un handicap invece di tentare di nasconderlo come potrebbe esser ela paura di parlare in pubblico. Pubblicizzare il problema all'inizio di un discorso pyu contribuire ad eliminarlo. EFFETTI DELLE PICCOLE COSE ad esempio la paura di commettere grandi errori pu essere superata commettendo tanti piccoli errori che ci permettono di costruire un autocontrollo ed un padroneggiamento ma soprattutto ci impediscono di pensare alla paura di commettere l'errore pi grave. L'INVENZIONE DI BELLAC quando le cose restano come sono tendono a cambiare . Nella fattispecie presentata si adotta la tattica di riconoscere l'autorit di un superiore (che si sente inconsciamente minacciato dalla presenza di un impiegato) dandogli modo di avere la percezione del controllo della situazione annullando la necessit di un atteggiamento di difesa-attacco. UTILIZZAZIONE DELLA RESISTENZA La resistenza al cambiamento pu essere trasformata in un importante mezzo per andare verso il cambiamento, in particolare quando altre terapie hanno fallito. Esordisce con il dire che considerato il fallimento di tutte le terapie non c' altra soluzione che cercare di convivere con il problema. La scelta del soggetto rispondere SI o NO ed in entrambi i casi l'intervento provoca un cambiamento. Se accetta pu andare avanti solo cercando di sconfiggere l'esperto e dimostrargli che un cambiamento pu avvenire. ACCUSE INCONFUTABILI E DINIEGHI DIMOSTRABILI Si ribalta la situazione con un intervento alla rovescia: visto che sono stato accusato di un determinato comportamento a volte lo simulo. SABOTAGGIO BENEVOLO (es. la mamma che riempie il letto di briciole e si scusa). Questo rappresenta un duplice processo di ristrutturazione: da un lato rende inutile la ribellione e capovolge la dinamica delle interazioni. I BENEFICI DELLA DISATTENZIONE spesso in alcuni casi l'aiuto eccessivo e la troppa attenzione perpetuano e acutizzano il problema. Si fa leva quindi sul grado di attenzione che si presta all'altro e che serve a modulare i rapporti. L'attenzione e la sua mancanza sono una coppia di opposti che, contrapposti, producono un cambiamento? Ci che ci si chiede "che cosa" sta accadendo "qui ed ora" e non il perch. PROBLEMI NEGLI STUDI Un'altra modalit di soluzione quella di collegare i due problemi per superare molte impasse. COME TRATTARE LE UTOPIE. Il sistema migliore quello di far rilevare ai soggetti stessi che nelle applicazioni pratiche si possono avere incongruenze e problemi. Ci si ha nei casi di idee di proporzioni psicotiche. IL PATTO COL DIAVOLO. Questa una tattica che elude completamente il problema. Quanto viene proposto al paziente fatto con un accordo propedeutico di accettazione incondizionata. GLI ORIZZONTI DEL CAMBIAMENTO. I principi del cambiamento sono pochi e si possono applicare a diverse tipologie di casi, a prescindere dal fatto che riguardino individui o sistemi sociali. La VALIDITA' di un metodo si evince dalla sua APPLICAZIONE. Certi problemi sociali come la vecchiaia, la criminalit, la miseria, vengono affrontati isolandoli dal contesto; si creano poi enormi strutture che si occupano del problema finendo con l'ingigantirlo. La struttura garantisce il mantenimento del problema e viceversa.

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