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Che Jazz ? Beneventos Aires!

Primo appuntamento per la seconda edizione dei Concerti della Bottega Finite le catatoniche danze se ne aprono altre, latrio di Palazzo Fusco-Rossi, diventa un piccolo rione di Bueonos Aires, di quelli in cui la televisione era privilegio di pochi. Si aperto con questo tepore di America latina mai doma il primo appuntamento della seconda edizione dei Concerti della Bottega, organizzata in collaborazione con bMagazine, Art'Empori, l'Associazione Culturale Hortus e il patrocinio del Conservatorio Nicola Sala di Benevento e del Comune di Benevento. La manifestazione coccolata e curata dallAssociazione Lart du Luthier con la direzione artistica del liutaio artista e artigiano Enrico Minicozzi. Come per la prima edizione la sede dei concerti sar il cortile-androne del Palazzo Fusco Rossi di via Umberto I, uno dei pi antichi palazzi del centro storico di Benevento che da qualche anno diventato un suggestivo scenario per la vita musicale beneventana. La cosa molto semplice, nella raggiante retorica della crisi economica, ma soprattutto crisi eroticocelebrale, nella scurrile parolaccia da papino con le braccia corte della spending review la risposta fattiva obbligata via largenteria. Che si silenzi il parlamento del so io cos la cultura. Le sedie di plastica sono comode e fresche nella calure estiva, le poltrone rosse di velluto sono arredamento impolverato offerte ad altre tarantelle poco tarantolate. Gli organizzatori hanno avuto una semplice idea, niente di nuovo, ma in questa parte dimenticata della terra, che Google Earth ritrova confusamente occultata tra i promontori del appennino del centro sud italiano, avere unidea nobilt. Lidea fare quello che possiamo anche senza loro. La bestemmia, di queste persone, di averlo fatto senza i soldi biforcuti delle istituzioni. Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che pu diceva Carmelo Bene e aggiungeva; del genio ho sempre avuto la mancanza di talento. Evidentemente Enrico Minicozzi uno senza grosso talento. Ha scelto un condominio, lha raccordato, dentro ci fa suonare degli artisti. Troppo semplice per essere vero. La serata parte con la danzatrice Donatella Morrone con la performance dal titolo Reset. Una sorta di disarticolazione in corpo sulle parole di Mariangela Gualtieri del Teatro Valdoca. Braccia e gambe a ricostruire visivamente la trama delle parole: Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo, io sono sempre cinque minuti fa, il mio dire fallimentare, io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo allessere e non lo so dire, non lo so dire Si continua con il progetto musicale di improvvisazione jazz Quartetto Scat che ha eseguito la partita di pallone. Particolarit di questo concerto la ricerca di una fusione tra video musica. Per la prima volta il quartetto ha utilizzato un video come guida nell'improvvisazione. Il Quartetto Scat nasce dalla passione di 4 giovani musicisti ( Paolo Guerriero - sassofono; Luigi Mormone - chitarra; Valerio Mola - contrabbasso; Mario Sapia- batteria) per i linguaggi musicali improvvisativi, esplorati senza limiti o soluzione tra uno stile e l'altro, contaminando continuamente gli elementi tra di loro. C solo una cosa su cui i Scat si concentrano davvero: la performance. Certamente, di solito, anche quando si vuol essere completamente autarchici, l'improvvisazione sempre "in rapporto a" qualcosa. Nella storia della musica si contano improvvisazioni su temi di Beethoven, improvvisazioni sul tema dei diritti razziali, improvvisazioni su una frase di Wittgenstein. C' insomma quasi sempre un modello, dietro gli slanci spontanei di un performer, sia esso un set di melodie preesistenti, una poesia, un concetto filosofico. La novit di Scat sta nello spunto a partire da una partita di calcio. Siamo al mundial dell86 e Inghilterra-Argentina la trasposizione sul rettangolo verde dellorgoglio sudamericano contro la prosopopea britannica, nostalgica del suo impero coloniale e desiderosa di rifarsi sulle isole Falkland che dallaltra parte delloceano continueranno a chiamare Malvinas. Un duro colpo per il nazionalismo argentino, ma dove non arriva la diplomazia occorre lestro di un popolo che con la palla fra i piedi fa cose mirabolanti. Una nazione mai doma, che in quegli anni ha

un nuovo dio pronto a portarla sul tetto del mondo calcistico. C Diego il dio del pallone, uno di un altro pianeta, sceso in terra per miracol mostrare. Lo stava facendo a Napoli e continuava a farlo anche con quella maglia, mandando in tripudio il suo popolo assetato di calcistica vendetta. In una torrida estate messicana, El pibe, si contorce su un pallone come un serpente sulla sua preda, spicca il volo come un condor andino, sfoderando quella mano divina che entrer nella storia. Lapoteosi un qualcosa di difficile da raccontare, anche a distanza di trenta anni e pi. Certe cose sono fatte per essere viste e riviste con rispetto sacro, senza labuso delle parole, poco adeguate a rendere il genio in azione. Chiunque veneri in dio pallone, non pu non essersi scolpito negli occhi e nel cuore quella magica serpentina, trionfo di ritmo e tecnica, pura poesia, decima meraviglia del mondo, che vale il raddoppio ma anche molto di pi. Se fossimo stati davvero a Buenos Aires , sarebbero stati boati disumani, urla ancestrali, un baccanale per tutta la notte con tanto di gioiosi colpi di pistola. Sveglia, basta viaggiare di fantasia, ridestiamoci anche con un gavettone se serve!. Siamo a Benevento, citt papalina, molto longobarda ultimamente, ma per niente sudamericana si direbbe. Tuttavia, a ben guardare, potremmo benissimo essere un rione di Buenos Aires. con tutte le contraddizioni del caso, che hanno eccitato e ispirato Borges, Soriano e quantaltri. Quei paradossi che non vale neanche la pena chiamare per nome. Rischieremmo soltanto di perdere capelli, quando invece invidiamo le folte chiome ben curate. Quegli aut aut pronti a diventare et et. Occorre solo un esercizio di catarsi collettiva come quello di ieri. Una seduta da beneventani anonimi che lasciano a casa le facce di cera, lincedere ingessato, la spocchia verbale e verbosa, si siedono quieti, ammirano lestro calcistico del 10 migliore al mondo e in alcuni casi si muovono spasmodici, si agitano quasi spastici, a ritmo di musica e pallone, contenti di una boccata daria fresca doltreoceano, che spezza per un po lo stantio e il gi visto, come una bella finta di Maradona. A futura memoria dei comitati di cultori di cultura.

Prossimi appuntamenti della rassegna

15 Luglio ore 20,30 TRIOSO IN CONCERTO Valentina Abbruzzese, voce Gianluca Bufis, chitarra Giancarlo Sabbatini, vibrafono

23 Luglio ore 20,30 LAMORE IN MUSICA Annarita Terrazzano, soprano Gianluca Palummo, pianoforte

29 Luglio ore 20,30 STORIA DI UN CONTRABBASSISTA Valerio Mola, contrabbasso Pierpaolo Palma, voce recitante

3 Agosto ore 20,30 IL PALAZZO DELLA MUSICA Percorso musicale attraverso Palazzo Fusco-Rossi

Durante la rassegna saranno inoltre esposte le opere del pittore Sandro Martiniello.

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