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GRUPPO DEI 10
PER UNA UNIONE EUROPEA PIU DINAMICA E FORTE

Palazzo Baldassini - Roma

UNIONE EUROPEA SFIDA A SCETTICISMO E POPULISMO Documento n. 30 settembre 2011

INTRODUZIONE I Progressi dellUE 1. Governo comunitario delleconomia e dellEuro 2. Europa dellimmigrazione e dellintegrazione 3. Europa militare-civile della Difesa e Sicurezza II Lidentit europea secondo il Trattato A) identit ispirata alle eredit dellEuropa B) relazioni identit europea-identit nazionali C) sfida nazional-populista alla identit europea D) conclusione Elenco Documenti del Gruppo dei 10

Istituto Luigi Sturzo Palazzo Baldassini - via delle Coppelle, 35 - 00186 Roma

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e-mail: gruppodeidieci@sturzo.it

GRUPPO DEI 10
PER UNA UNIONE EUROPEA PIU DINAMICA E FORTE

Palazzo Baldassini - Roma

UNIONE EUROPEA SFIDA A SCETTICISMO E POPULISMO

INTRODUZIONE I Progressi dellUE 1. Governo comunitario delleconomia e dellEuro 2. Europa dellimmigrazione e dellintegrazione 3. Europa militare-civile della Difesa e Sicurezza II Lidentit europea secondo il Trattato A) identit ispirata alle eredit dellEuropa B) relazioni identit europea-identit nazionali C) sfida nazional-populista alla identit europea D) conclusione Elenco Documenti del Gruppo dei 10

Istituto Luigi Sturzo Palazzo Baldassini - via delle Coppelle, 35 - 00186 Roma

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e-mail: gruppodeidieci@sturzo.it INDICE

PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DEI 10 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DEI 10 PRINCIPI, VALORI ED OBIETTIVI DELLUNIONE EUROPEA UNIONE EUROPEA SFIDA A SCETTICISMO E POPULISMO INTRODUZIONE

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I Progressi dellUE 1. Governo comunitario delleconomia e dellEuro 2. Europa dellimmigrazione e dellintegrazione 3. Europa militare-civile della Difesa e Sicurezza II Lidentit europea secondo il Trattato a) identit ispirata alle eredit dellEuropa b) relazioni identit europea-identit nazionali c) sfida nazional-populista alla identit europea d) conclusione Elenco Documenti del Gruppo dei 10

20 33 41 47 47 50 54 57 59

PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DEI 10 Il Gruppo dei 10, avviato con la presidenza dell Amb. Cesidio Guazzaroni, composto da personalit ed esperti di politica internazionale, che in gran parte e per lungo tempo sono stati attori, con ruoli diversi, del processo di integrazione europeo. Il Gruppo si ispira a 4 forti convinzioni: a) Necessit di una rapida e profonda evoluzione del sistema comunitario, verso una Unione reale tra popoli europei animati da uno stesso ideale. Lobiettivo deve essere quello di consolidare la cittadinanza europea, assicurare un duraturo progresso economico e sociale, rafforzare lidentit e lindipendenza dellEuropa, promuovere la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo. E ci in coerenza con gli ideali, i principi ed i valori che hanno ispirato i Padri fondatori. b) Difficolt di gestire, con le regole attuali, una Unione che ha accolto progressivamente Paesi molto differenti tra loro; conseguente necessit di estendere il voto a maggioranza e di razionalizzare il funzionamento delle Istituzioni, in particolare del Parlamento, della Commissione e del Consiglio, senza alterare quel loro equilibrio che rappresenta loriginalit della Comunit. c) Impegno nel non compiere passi indietro, ma anche nel non legare il processo integrativo al ritmo di chi, per varie motivazioni oggettive, pi lento; consentire quindi ai Paesi pi motivati e disponibili di fungere da traino per raggiungere prima quegli obiettivi gi peraltro accettati unanimemente.

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Il metodo delle cooperazioni intergovernative pi avanzate tra alcuni Stati membri, gi previsto dal Trattato, deve essere reso pi agevole e capace di estendersi a tutti i settori dellintegrazione. E inoltre necessario mantenerlo nellambito istituzionale dellUnione Europea. In questo modo sar possibile trasformare gradatamente i diversi interessi nazionali in interessi comunitari. d) Rilevanza della Carta dei fondamentali valori individuali, sociali e collettivi, modernamente interpretati, che costituiscono lattuale base comune di libert dellUnione. Questa esigenza ancor pi evidente con lingresso di altri Paesi europei, alcuni dei quali provengono da diverse esperienze costituzionali.

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COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DEI 10 Membri - Dott. Achille Albonetti. Direttore responsabile della Rivista Affari Esteri, Rappresentante della Fondazione Alcide De Gasperi, gi Direttore di Gabinetto della Commissione CEE. - Amb. Piero Calamia. Gi Rappresentante Permanente dellItalia presso le Comunit Europee. - Prof. Carlo DellAringa. Professore Ordinario di Economia politica allUniversit Cattolica di Milano, Membro della European Employment Task Force presso la Commissione dellUE, Rappresentante della Fondazione Giulio Pastore. - Prof. Luigi Vittorio Ferraris. Gi Ambasciatore dItalia in Germania e Sottosegretario di Stato agli Esteri. - Dott. Gerardo Mombelli. Gi Direttore di Gabinetto della Commissione CEE e Rappresentante della Commissione Europea in Italia. - Dott. Ing. Flavio Mondello. Docente e membro CdA del Collegio Europeo di Parma, gi Rappresentante Permanente della Confindustria presso le Comunit Europee e Presidente del Gruppo Piccole e Medie Imprese della Confindustria Europea. - Prof. Luigi Paganetto. Presidente della Fondazione Universitaria Ceis Economia Tor Vergata, Ordinario di Economia Internazionale e Segretario Generale della International Economic Association (IEA). - Dott. Filippo Maria Pandolfi. Gi Parlamentare, Ministro: Finanze, Tesoro, Industria, Agricoltura, Membro del Consiglio della Comunit Europea e V. Presidente della Commissione Europea.

- Avv. Prof. Virginio Rognoni. Gi V. Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Parlamentare, Ministro: Interno, Grazia e Giustizia, Difesa, Membro del Consiglio della Comunit Europea e della NATO. - Dott. Enrico Vinci. Gi Segretario Generale del Parlamento Europeo. Invitati Permanenti: - Amb. Rocco Cangelosi. Consigliere di Stato, gi Consigliere Diplomatico del Presidente della Repubblica e Rappresentante Permanente dellItalia presso lUnione Europea, Docente al Collegio Europeo di Parma. - Amb. Enrico Pietromarchi. Gi Rappresentante Permanente Aggiunto dellItalia presso Comunit Europee e Nato. Membro di diritto: Dott.ssa Flavia Nardelli. Segretario Generale dellIstituto Luigi Sturzo Roma Coordinatore: Dott. Ing. Flavio Mondello

PRINCIPI. VALORI, OBIETTIVI


DELLUNIONE EUROPEA

Nel formulare proposte valide a proiettare nel futuro una Unione Europea pi dinamica e forte noi riteniamo sia essenziale partire, anzitutto, da certe premesse fondamentali che hanno ispirato, finora, per oltre cinquantanni tutto il processo unitario europeo. LUnione Europea si realizzata attraverso lUnione libera e volontaria, senza alcun impiego di forza; attualmente ha il consenso liberamente espresso dai rispettivi popoli dei 27 Stati europei, sovrani e democratici, di uguale dignit e di diversa tradizione politica e culturale. Gli obiettivi fondamentali e permanenti del processo evolutivo comunitario ed i princpi, gli ideali ed i valori cui esso dovr sempre ispirarsi sono ripresi nel Trattato costituzionale dellUnione e sono validissimi nel mondo globalizzato di oggi. Si possono elencare: sostituire alle rivalit secolari una fusione dei loro interessi essenziali; porre i fondamenti di Istituzioni capaci di indirizzare un destino ormai condiviso; rafforzare le difese della pace e della libert, facendo appello agli altri popoli dEuropa, animati dallo stesso ideale, perch si associno al loro sforzo; dimostrare attaccamento ai principi della libert, della democrazia e delluguaglianza ed al rispetto dei diritti delluomo, delle libert fondamentali e dello Stato di diritto; intensificare le solidariet tra i popoli ispirandosi alle eredit culturali, religiose e umanistiche, consapevoli del patrimonio spirituale e morale dellUnione; promuovere il progresso economico e sociale dei loro popoli;

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garantire che i progressi compiuti sulla via dellintegrazione economica si accompagnino a paralleli progressi dellintegrazione politica; rafforzare la cittadinanza comune dei cittadini dei loro Paesi; mantenere integralmente lacquis comunitario e svilupparlo.

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UNIONE EUROPEA SFIDA A SCETTICISMO E POPULISMO INTRODUZIONE LUnione Europea colpita dalla crisi globale , inizialmente finanziaria, risente delle pesanti ricadute sulla propria economia reale (occupazione, produzione) e degli attacchi della speculazione contro i debiti sovrani di quegli Stati membri della eurozona che debbono mettere ordine nei conti pubblici. Linsufficiente affidabilit di questi Stati ha messo a rischio lo stesso Euro, ed ha pertanto richiesto, quale condizione per interventi di sostegno UE, immediate discipline di bilancio affiancate da una pi efficace reciproca e vincolante sorveglianza comunitaria delle politiche economiche e di bilancio. E tuttavia evidente che i tempi democratici per le decisioni al riguardo dellUE e degli Stati membri non coincidono con quelli immediati dei mercati, ci che pu dare limpressione di tentennamenti, talvolta eccessivi, da parte delle Istituzioni comunitarie. Inevitabili sono comunque le implicazioni politiche della crisi: nazionali nellUE, e sugli equilibri geopolitici a livello mondiale. Non vi dubbio che lUE in grado di affrontare la crisi solo se pu sviluppare una efficace e solidale reazione degli Stati membri inquadrata in una governance comunitaria e se sa spostare in avanti con coraggio i traguardi da raggiungere nel perseguimento dellintegrazione europea: dal campo economico a quelli dellenergia, del clima, dellimmigrazione, sottolineando quello essenziale della politica estera e di difesa che determina il ruolo dellUE nel mondo . Il processo comunitario ha gi ha ottenuto numerosi successi dopo essere partito negli anni 50 dalle macerie dellultima guerra fratricida europea, e dalla divisione in due della Germania. (la

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parte occidentale nella Comunit Europea e la parte orientale ridotta a satellite comunista dellURSS), ma ancora lontano dal suo compimento anche se ancora una volta da una crisi che ci si pu attendere una accelerazione dellintegrazione. Nonostante pessimismi e demoralizzazioni, lUE oggi in condizione di realizzare una maggiore coesione interna (salvo il
persistere di talune reticenze della Gran Bretagna su essenziali politiche comuni) perch ha superato la dicotomia tra Unione

Monetaria, introdotta con la creazione dellEuro, e Unione Economica sino ad ora inesistente e finalmente avviata con una Governance economica comunitaria soprattutto nella zona Euro. Questa Governance comunitaria diventata non solo un imperativo dopo le gravi conseguenze dello scorretto comportamento iniziale della Grecia allinterno delleurozona,
(comportamento che, daltra parte, non era stato sufficientemente e severamente sorvegliato, in contraddizione con le regole del Patto di Stabilit) e dopo le crisi del debito pubblico in Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia (cui viene attribuita una maggiore responsabilit essendo uno dei 3 grandi dellEurozona), ma sta

diventando loggetto di una gestione notevolmente rafforzata. Una decisa e positiva reazione comune alla crisi anche una esigenza fondamentale di fronte alle nuove grandi potenze emergenti, ad un mondo che cambia. Infatti allinterrogativo di cosa avverr alla fine del XXI secolo lEuropa pu solo rispondere che sar almeno confederata e non certamente che ciascun Paese agir per conto proprio. LItalia, come anche altri paesi UE in difficolt, sta dimostrando concretamente la validit di questa Governance economica comunitaria accettando, sia pur con una successione di tentativi, le sollecitazioni dellUE per una pi severa correzione della sua iniziale azione anticrisi considerata insufficiente. Non si trattato per nessuno di questi Paesi di essere sotto tutela dellUE perch il rispetto delle regole di bilancio

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nelleurozona richiesto dal Patto di stabilit e sviluppo; soprattutto nellinteresse diretto dello Stato membro, anche se esiste poi libert di movimento dei Parlamenti nazionali allinterno comunque di vincoli quadro imperativi e con l obbligo di garantire la sostenibilit degli aggiustamenti concordati in sede comunitaria. Ancora una volta Germania e Francia (le due prime economie
dEuropa e, tra laltro, i 2 principali sbocchi delle esportazioni italiane)

hanno dato lesempio, di convergere verso una visione comune, una volont comune, prospettive comuni. Hanno proposto una politica comune (anche per lapprendistato, la ricerca, le scienze), che rispetti identit e specificit nazionali, per reagire non solo alla stagnazione ma anche alle minacce di recessione delleconomia, ed ai rischi di veder compromessa la solidit dell Euro che deve rappresentare il futuro ed il benessere dellUnione Europea. Parigi e Berlino hanno non solo confermato il loro impegno a consolidare la Governance economica europea (avviata, dopo
numerose esitazioni, nel giugno 2010 dal Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo, e precisata dai Capi di Stato e di Governo il 2425 marzo 2011), ma hanno proposto un ulteriore passo in avanti

comunitario per accelerare il processo di coerenza dei bilanci pubblici dei singoli Stati ed avviare la ripresa economica, nonostante le persistenti minacce recessive internazionali. A Parigi il 16 agosto 2011 il Presidente Sarkozy ed i Cancelliere Sig.ra Merkel, riprendendo un suggerimento del Presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet e superando lortodossia istituzionale comunitaria, hanno proposto ai Partner un Governo europeo delleconomia (non previsto dal Trattato di
Lisbona).

Questo, composto dai 17 Capi di Stato e di Governo dei Paesi Euro, dovrebbe riunirsi regolarmente ogni 3 mesi con una Presidenza stabile (durata: 30 mesi), al fine di monitorare con particolare impegno gli andamenti del debito pubblico e

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delleconomia nellEurozona, ed assumere, sempre allunanimit, le decisioni del caso in stretta collaborazione con Commissione, Banca Centrale Europea, Eurogruppo e Consiglio delle Finanze
(Ecofin).

I Capi di Stato e di Governo devono comunque essere poi in grado di far rispettare nei rispettivi Paesi le decisioni assunte nel Consiglio Europeo. I due leader francese e tedesco hanno suggerito che il primo Presidente stabile sia Herman Van Rompuy, attuale Presidente del Consiglio Europeo nominato per 2,5 anni (rinnovabili una volta), ben coscienti che questi gi aveva sottoposto alla decisione dei Capi di Stato e di Governo il 24-25 marzo 2011 un nutrito programma di Governance economica per garantire pi coerenza con la Strategia Europa 2020(finalizzata ad una maggiore competitivit dellUE necessaria per la ripresa economica) e per imporre regole pi severe e molto dettagliate, necessarie al risanamento di bilancio ed alla realizzazione di ben definite riforme strutturali. Francia e Germania hanno inoltre proposto di imporre leliminazione del deficit di bilancio con vincolo costituzionale gi dal 2012 (come avviene in Germania e come stato inserito nella manovra anticrisi italiana e spagnola), e di avvicinare progressivamente il debito pubblico al limite stabilito a Maastricht (60 % debito/PIL, obiettivo tanto pi perseguibile quanto
pi si in grado di aumentare il PIL).

Rimane confermato quanto gi espresso in un precedente Consiglio Europeo e cio che la sostenibilit della messa in ordine del Bilancio pubblico non deve essere solo garantita dai tagli di spesa ma dalla ristrutturazione della spesa pubblica (la
Commissione suggerisce ad esempio la ristrutturazione dei sistemi pensionistici). In tal modo possibile realizzare progressivi

avanzi primari che contribuiscono al rilancio della crescita,

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anche se questa per ora condizionata dalla preoccupante congiuntura internazionale. Il tandem franco-tedesco, su pressione della Sig.ra Merkel
(preoccupata degli insuccessi del proprio Partito alle elezioni amministrative che vedono anche fortemente indebolito il partner liberale di Governo, oltre che delle riserve dellopinione pubblica al sostegno tedesco di Stati in difficolt per cattive gestioni dei rispettivi bilanci), non ha accolto la proposta lanciata dal Presidente

dellEurogruppo, dal Parlamento Europeo e da Italia, Grecia, Portogallo e Spagna, oltre che dallideatore negli anni 70, Presidente Jean Delors, di finanziare i sostegni ai debiti sovrani sotto attacco speculativo anche con il coinvolgimento diretto dei privati sottoscrittori di Eurobonds emessi per es. dal Meccanismo Europeo di Stabilit. Queste Obbligazioni rappresenterebbero infatti un debito garantito istituzionalmente dallintera Unione Europea (che, con una tripla A, godrebbe della fiducia dei mercati). Gli interessi degli Eurobonds, dovrebbero per essere superiori a quelli attuali della Germania per tener conto dei Paesi Euro degradati. Lopposizione di Berlino giustificata dalla non ancora raggiunta uniformit di rigore delle politiche nazionali di bilancio.
La Commissione europea sembra esprimersi a favore degli Eurobonds ; daltra parte aveva gi annunciato nel settembre 2010 una nuova iniziativa che sarebbe stata oggetto di una consultazione di tutti gli interessati: una garanzia dellUE per il finanziamento di grandi progetti infrastrutturali (trasporto, produzione energia per investimenti tra 1200 e 2000 miliardi di Euro sino al 2020) essendosi ridotta la capacit del sistema bancario di intermediare tra raccolta a breve e finanziamenti a lungo termine.

Non dovrebbe creare sorpresa la proposta del tandem SarkozyMerkel nellincontro del 16 agosto 2011 (di fronte allaggravarsi della pressione speculativa anche su grandi Paesi dellEuro) di introdurre (con decisione che deve essere unanime) una tassa globale europea sulle transazioni finanziarie. E stata fatta dopo che i Capi di Stato e di Governo gi nel giugno del 2010, in

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Consiglio europeo, avevano unanimemente espresso la necessit di approfondire lipotesi di tale tassazione per scoraggiare la pressione della speculazione contro la moneta unica: avevano addirittura sollecitato la Commissione ad avanzare al riguardo proposte operative nel settembre 2011. Lo stesso Presidente Barroso, a titolo personale, aveva formulato analoga proposta per rafforzare il bilancio dellUnione. Comunque il duo franco-tedesco, consapevole del rischio che una tale tassazione, se applicata solamente nellUE, (per ora la Gran Bretagna nettamente contraria volendo difendere la piazza finanziaria di Londra) possa dirottare delle transazioni finanziarie in altri mercati, aveva deciso di approfittare della Presidenza di turno francese per sottoporre la proposta al G20, dapprima a livello dei Ministri delle Finanze nel settembre del 2011 e successivamente a livello Capi di Stato e di Governo a novembre, per tentare di coinvolgere nellimposizione fiscale i principali Paesi a livello internazionale. Una aspirazione dellUnione Europea che si riaffaccia regolarmente ma che incontra sempre notevoli difficolt, quella della gestione in comune dela fiscalit: questo passo sta per essere compiuto solo dal duo Sarkozy-Merkel con un accordo franco-tedesco relativo ad una imposta comune sulle societ e ad una unica base imponibile. La Commissione si comunque impegnata ad avanzare una proposta al riguardo. Il Gruppo dei 10 ritiene che il Governo Europeo dellEconomia, allinsegna della solidariet comunitaria, pu considerarsi un contributo allavvio di una Europa politicamente integrata, (Federazione tra Stati-nazione, secondo Delors) anche perch potr meglio rispondere alla esigenza di una ulteriore legittimazione democratica, rispetto a quella attuale delle Istituzioni UE: Parlamento Europeo colegislatore eletto a suffragio universale; Consiglio, principale legislatore che riunisce esponenti di Governi a loro volta espressi

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da confronti elettorali nazionali; Commissione, i cui Membri hanno giurato di fronte alla Corte Europea di difendere i soli interessi dellUnione. Non comprensibile la sorpresa e talvolta la contestazione espressa da pi parti nei mesi estivi del 2011 sulla Governance economica dellUE. Questa, decisa sin dal marzo del 2011 ( con scarsa informazione pubblica negli Stati membri), comporta un notevole rafforzamento del Patto di Stabilit e Crescita attraverso: - 6 proposte di legge comunitaria (5 Regolamenti +1Direttiva
finalizzati dal Consiglio ECOFIN del 19 settembre 2011, dopo essere stati oggetto di intenso negoziato tra Consiglio e PE, e che la Presidenza Polacca di turno far adottare il 4 0ttobre 2011) per

rafforzare la disciplina di bilancio, per evitare eccessivi squilibri macroeconomici attraverso una pi efficace sorveglianza da parte della Commissione e per migliori condizioni preventive e correttive (relative a deficit e debito) del Patto di Stabilit e Sviluppo con sanzioni pi automaticheper gli inadempienti, - misure per rafforzare la economia sociale di mercato(p.es. 6
precise proposte su lavoro, precariato giovanile, pensioni, ecc.),

- miglioramento della capacit di prestito del Fondo Europeo di stabilit finanziaria nelleurozona e creazione di un Meccanismo Europeo di Stabilit dellEuro, da ratificare entro fine 2012, a sostegno di Paesi Euro sotto forte pressione speculativa sul loro debito sovrano, - pi trasparenza durante il processo decisionale ed un nuovo dialogo economico tra le Istituzioni UE, - maggiore rispetto e pi rapida applicazione delle decisioni comunitarie da parte dei Governi e dei Parlamenti nazionali - ripristino dello stato di salute del settore bancario. Questo complesso di leggi comunitarie, se perfettamente conosciuto, dovrebbe costituire un forte segnale per gli investitori ed i mercati sulla capacit dellUnione di rispondere con decisione alle sfide in atto.

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Non sembra aver ancora successo, per le esitazioni tedescofrancese, il tentativo di rilanciare subito la crescita e scoraggiare la speculazione contro i debiti sovrani raccogliendo i fondi, oltre che dai Governi, attraverso un indebitamento dellintera eurozona con lemissione di eurobond (emissioni comuni di titoli di
Stato garantiti istituzionalmente dallEU e dai 17 Paesi Euro, emessi tramite una Agenzia europea per il debito -Meccanismo Europeo di Stabilit- e ad un unico tasso di interesse superiore a quello tedesco ed inferiore a quelli dei Paesi in crisi) senza che prima sia assicurata

una completa armonizzazione dei bilanci pubblici con relativo uniforme pareggio. Non tuttavia escluso qualche ripensamento nella stessa Germania in tempi di politica interna meno stressanti degli attuali. Il Gruppo dei 10, quando si manifestano timori di indebolimento o addirittura di crollo della costruzione comunitaria a seguito degli sviluppi della crisi globale, ritiene opportuno ricordare che Paesi dellallora Piccola Europa, dilaniatisi nei secoli da guerre intestine, stremati dalle tragiche distruzioni dellultimo conflitto mondiale, hanno saputo costruire la Comunit Europea progressivamente consolidata da una Germania riunificata e dall assorbimento di Paesi che erano stati satellizzati e trascinati nel comunismo dallex Unione Sovietica. La Comunit ha garantito una solida pace allEuropa integrata. Questa nuova Europa in poco pi di 50 anni ha superato varie crisi di integrazione compiendo ogni volta insperabili balzi in avanti per rafforzare la propria costruzione, nonostante le Cassandre che ne prospettano regolarmente il funerale, cos come avviene attualmente per lEuro e addirittura per lUE. Occorre ora sconfiggere i serpeggianti euroscetticismi e le infiltrazioni populiste con le loro propaggini estremiste che si evidenziano maggiormente nelle fasi di crisi cos come le numerose disinformazioni cui si aggiunge la mancanza di informazione. Per questo si deve dimostrare una forte volont

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politica per compiere ulteriori progressi dell integrazione ed anche per assicurare, da parte di ogni Stato membro, un rapido e concreto seguito alle decisioni assunte in comune dalle Istituzioni UE. Il Gruppo dei 10 ribadisce la necessit di far conoscere ai cittadini cosa realmente lUnione Europea, come funziona la sua gi avanzata struttura istituzionale e come si svolge la relativa procedura decisionale che non prevede commissariamenti di Paesi deboli da parte di pi forti, ma, come avviene in ogni riunione, fa solamente emergere quanti sanno meglio lanciare proposte e farsi ascoltare e, grazie anche al loro prestigio, riescono a convincere i partner. Il Gruppo dei 10 dunque convinto che solo informando maggiormente, correttamente e in modo pi approfondito i cittadini su Istituzioni, obiettivi, politiche comuni, realizzazioni e prospettive dellEU, si potr risvegliare lo spirito europeo degli anni 50, consolidare una coscienza europea, cogliere il significato della nostra Identit europea per confrontarci con un mondo che sta rapidamente, se non addirittura traumaticamente, evolvendo. Naturalmente ci comporta anche lascolto di critiche e di controproposte, rifiutando posizioni contrarie sul piano ideologico o di principio. Per questa ragione Il Gruppo dei 10, col Documento n. 30 intende dare un contributo alla conoscenza di quanto e come decidono le Istituzioni UE sviluppando una sia pur rapida riflessione su: tre delle principali azioni comunitarie in corso,
(prossimi approfondimenti della Politica Europea di Vicinato):

- I Il Governo comunitario delleconomia e dellEuro per reagire alla crisi globale - II LEuropa dellimmigrazione e dellaccoglienza

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-III L Europa militare e civile della Sicurezza e della Difesa -IV Conclusione Inoltre si esprime sulla identit europea secondo il Trattato evidenziandone 3 aspetti: a) identit ispirata alle eredit europee b) relazioni tra identit europea e identit nazionali c) sfida nazional-populista ed euro scettica alla identit europea. d) conclusione

Tre delle principali iniziative UE in corso


1 Il governo comunitario delleconomia e dellEuro
I Capi di Stato e di Governo hanno unanimemente varato nel 2010 la Governance comunitaria delleconomia per affiancarla al governo sopranazionale della moneta unica esercitato dalla Banca Centrale Europea, consapevoli delle implicazioni politiche, economiche e sociali e del potenziale contributo di questa Governance per rafforzare il processo integrativo europeo e fronteggiare la grave crisi finanziaria, economica ed occupazionale che colpisce non solo lUnione Europea ma coinvolge anche lintero contesto internazionale. Precisando le opzioni principali di questo nuovo modo di governare leconomia dellUE si tenta di dare concreta sostanza alla Unione Economica e Monetaria.

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La decisione stata finalmente adottata dopo un lungo periodo di esitazione perch i Trattati hanno sempre considerato le politiche economiche nazionali e le cosiddette Finanziarie come responsabilit esclusiva degli Stati membri: alla Comunit sino ad ora spettava solo il compito di esprimere orientamenti per i bilanci pubblici. La governance europea delleconomia (che, secondo la proposta
Sarkozy-Merkel dovrebbe dar vita ad un istituzionalizzato Governo Europeo dellEconomia: vedi Introduzione) finalizzata prima di

tutto ad impedire irreparabili contaminazioni di crisi allintera area comunitaria ed in particolare allEuro ed alla zona Euro. Per questo sono stati assunti impegni, in principio non eludibili, per una corretta gestione dei bilanci pubblici. La loro definizione, come precisato nellIntroduzione, stata predisposta dopo la sollecitazione del Consiglio Europeo del giugno 2011, dal Consiglio ECOFIN di settembre. La nuova disciplina comunitaria dimostra la capacit dellUE di rispondere alle dure sfide in atto. Sono state inoltre programmate severe riforme strutturali attraverso la Strategia Europa 2020 per garantire, col consolidamento dellEuro e la sostenibilit di corretti bilanci pubblici , maggiore competitivit internazionale sia dellEuropa nel suo complesso, sia di ogni singolo Stato membro. Lobiettivo di favorire, anche attraverso progressivi avanzi primari di bilancio, una ripresa della crescita, pur ancora troppo lenta, per un periodo non breve. La nuova proposta franco-tedesca di contrastare la speculazione contro la zona Euro utilizzando i proventi di una tassa comunitaria (Robin tax) sulle transazioni comunitarie (dovr essere
discussa ed elaborata dai Ministri francesi e tedeschi e sottoposta al Consiglio UE Ecofin per preparare la successiva deliberazione del Consiglio Europeo dellEconomia) inserita, come precisato

nellIntroduzione, dalla Presidenza francese allordine del giorno

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del G20 finanziario dellottobre 2012 in preparazione del G20 politico, presieduto da Sarkozy, del novembre successivo. Il tentativo quello di coinvolgere soprattutto i Paesi dalle economie sistemiche (USA, Giappone, Gran Bretagna, Cina, India) affinch abbandonino le loro reticenze ed accettino su scala mondiale il lancio della Robin Tax. Senza il loro accordo potrebbe prodursi il trasferimento di transazioni finanziarie dallEuropa ad altri mercati finanziari internazionali. La Commissione ha presentato il29 settembre una proposta formale di tassazione sulle transazioni finanziarie che far approfondire il dibattito nellUE. ll rigore di bilancio stato giudicato essenziale nel contesto della Governance economica europea per riprendere la crescita ed il benessere, recuperare la piena fiducia nellUE e nella sua moneta unica e costruire un futuro migliore per le nuove generazioni. Anche il G20 lo considera fondamentale e si prepara a individuare nel novembre 2011 i vari aspetti delle politiche economiche in grado di minacciare una crescita mondiale sostenibile, equilibrata e durevole: in primis il debito ed il deficit pubblico, quindi il debito ed il risparmio privato, gli squilibri esterni che comprendono la bilancia commerciale, i flussi di investimento, tenendo in considerazione i tassi di cambio e le politiche fiscali e monetarie. La governance economica europea esalta contemporaneamente il ruolo delle Istituzioni UE oltre che delle singole Nazioni , perch gli innegabili sacrifici da compiere, conseguenti alla riduzione ed eliminazione di gravi squilibri ancora esistenti nellUE, devono essere affrontati equamente da tutte le componenti della societ nazionale. Non deve essere pi possibile ricorrere a pericolose scappatoie lassiste, analoghe a quelle che, malauguratamente e con seguiti disastrosi, erano state introdotte nel passato (dai Governi di

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Francia, Germania, Italia) per sottrarsi alla disciplina del Patto di

Stabilit e Crescita approvato alla nascita dellEuro a garanzia della sua solidit. Attualmente, come hanno affermato il Presidente Sarkozy ed il Cancelliere Sig.ra Merkel col consenso degli altri Stati membri, non assolutamente immaginabile scomparsa dellEuro, anche se profetizzata da taluni ambienti finanziari con forti capacit speculative. Per gestire la governance economica, come pi sopra precisato, sono state stabilite nel giugno 2011, sempre allunanimit dei Capi di Stato e di Governo (ci che avrebbe dovuto evitare successivamente leffetto sorpresa allinterno di Stati membri), sia le linee programmatiche di questo nuovo corso dellintegrazione europea, sia le procedure di raccomandazioni e controlli che si snodano nei 2 semestri (semestre europeo) di ogni anno. La recente Proposta franco-tedesca di contrastare la speculazione contro lEuro ed i debiti sovrani dei Paesi Euro in difficolt anche utilizzando gli incassi di una tassa comunitaria sulle transazioni finanziarie (Robin tax) - vedi Introduzione - stata inserita allordine del giorno del G20 finanziario dellottobre 2011 in preparazione del Summit G20 di Cannes presieduto da Sarkozy. Questi tenter di coinvolgere soprattutto i Paesi dalle economie sistemiche (USA, Giappone, Gran Bretagna,Cina, India che si aggiungono a Francia e Germania) affinch superino le loro reticenze e contrariet sulla Robin tax. La crisi globale finanziaria ed economica, precipitata nel periodo estivo del 2011, ha condizionato, rendendole pi severe, le raccomandazioni che la Commissione aveva rivolto a ciascun Paese nellambito del semestre europeo nel giugno 2011. Le raccomandazioni riguardano i Programmi nazionali di stabilit e crescita ed i Programmi di riforme strutturali che ogni Stato membro aveva accettato di sottoporre allesame UE nel precedente mese di aprile.

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La Commissione stata a sua volta impegnata ad esercitare un rigoroso controllo del rispetto delle raccomandazioni che erano state formalizzate dal Consiglio dopo essere state concertate con lEurogruppo e la Banca Centrale Europea. Una loro trasgressione da parte di uno Stato membro d luogo in un primo momento a richiami molto precisi UE a carattere riservato (vedi ad es. lettera BCE allItalia); successivamente, se non rapidamente eliminata, determina, a seconda della gravit, un richiamo pubblico ed anche severe penalizzazioni. Il tandem Sarkozy-Merkel ha addirittura proposto per i Paesi trasgressori la sospensione dei Fondi strutturali UE (350 miliardi
di Euro tra il 2007-2013 per ridurre il distacco tra Paesi ricchi e Paesi poveri, e tra questi 25 miliardi gi autorizzati allItalia)

Le condizioni per le penalizzazioni sono state proposte dallECOFIN del settembre 2011. Per razionalizzare la governance comunitaria i paesi membri sono stati suddivisi in 3 categorie, cercando di creare le condizioni per una costruttiva competizione tra i Governi:
- Paesi in grave situazione (Grecia, Irlanda, Portogallo), sostenuti da interventi UE e FMI subordinati ad un rigoroso e inflessibile aggiustamento economico. Il programma di aggiustamento della Grecia, per salvarla dalla crisi del debito sovrano ed evitare il rischio di contagio ad altri Partner, stato approvato dopo alcuni tentennamenti allinterno dellUE e tra violente reazioni nel Paese. Oltre al prestito di 110 miliardi di Euro in 3 anni concesso nel 2010 da EU e F.M.I., stato deciso il 21 luglio 2011 un secondo piano di aiuti per 109 miliardi di Euro. Atene si impegnata a: pagamento effettivo di imposte maggiorate, tassazione degli armatori e dei proprietari di yachts, catasto delle propriet immobiliari, riduzione delle spese militari. Ai sacrifici interni si aggiunto per solidariet un sostegno volontario delle Banche francesi e tedesche grandi detentrici di buoni del Tesoro greci, oggetto di violenta speculazione ed a forte rischio di

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ristrutturazione, disponibili ad allungare di parecchi anni i termini della loro scadenza. LUE ha riformulato anche le modalit per lattribuzione dei Fondi Strutturali per 1 miliardo di Euro a favore della crescita e delloccupazione - Paesi fortemente indebitati e con debole competitivit. Italia e Spagna, i cui debiti sovrani sono stati oggetto di attacchi speculativi, hanno indotto la Banca Centrale Europea ad intervenire con laccordo del Consiglio Europeo, acquistando loro Buoni del Tesoro in contropartita a pi severe e precisate misure di aggiustamento - Paesi con conti correnti eccedentari e debole rapporto indebitamento pubblico/Pil. In particolare la Germania che stata sollecitata a prendere in considerazione la sfida a lungo termine dellinvecchiamento della popolazione , ad attuare concretamente la strategia di bilancio annunciata (anche se la sua crescita potenziale, con una popolazione in calo ed in un contesto di rallentamento mondiale, non sembra possa continuare ad essere superiore all1,5%), ed a rimediare alla debolezza del suo settore bancario ristrutturando le Casse di risparmio dei Lander.

La prima valutazione da parte del Consiglio Europeo del 23-24 giugno 2011 (con la partecipazione di tutti Capi di Stato e di Governo e sulla base delle osservazioni della Commissione) dei Programmi nazionali sottoposti allUE era stata abbastanza perplessa a causa dello scarso impegno, inizialmente dimostrato a livello nazionale, a programmare efficaci riforme relative alloccupazione, allefficienza energetica, alla ricerca e sviluppo, alla povert ed alla istruzione. Il Consiglio Europeo aveva pertanto chiesto a tutti gli Stati membri di integrare effettivamente nei loro programmi sul bilancio e sulle riforme strutturali tutte le raccomandazioni specifiche avanzate per ciascun Paese, per ovviare alle carenze rilevate nella correzione degli squilibri macroeconomici e nel rafforzamento del settore finanziario. Sempre nel giugno 2011 il Consiglio Europeo, quindi i Capi di Stato e di Governo, avevano deciso di sollecitare ai rispettivi Parlamenti la concretizzazione delle misure necessarie per

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rafforzare il mercato unico con una effettiva libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone. Prioritariamente stato richiesto di ridurre ulteriormente lonere normativo che grava sulle piccole e medie imprese e, se del caso, esentare le micro imprese da alcune normative future o quantomeno assoggettarle ad un regime agevolato. Questo tema sar ripreso nellottobre 2011. a) Il Patto Euro Plus E stato anche formalmente approvato dal Consiglio Europeo del giugno 2011 il Patto Euro Plus che impone i rientri rapidi dei bilanci pubblici nei limiti dettati per garantire la stabilit dellEuro: sono stati definiti impegni che comportano pi di 100 misure da attuarsi a livello nazionale durante il successivo 1 semestre europeo. Come precisato nella Introduzione stato raggiunto un accordo politico su 6 leggi comunitarie che rendono pi stringente il Patto di Stabilit producendo un cambiamento fondamentale nella gestione dellUnione Monetaria, garantendo la disciplina di bilancio e la stabilit economica cruciali per una crescita durevole e per la creazione di occupazione. Gli Stati membri sin da ora sono avvertiti che questi impegni comunitari avranno una vasta portata: comporteranno lobbligo di realizzare con priorit riforme per favorire la crescita in modo da promuovere la competitivit ad esempio nelle imprese erogatrici di servizi, di rete e nel settore dei servizi, ed inoltre comprenderanno misure per rafforzare la stabilit finanziaria. Gi stato precisato ai Governi nazionali che gli impegni nellambito del Patto saranno molto specifici e soprattutto misurabili perch definiranno come e quando dovranno essere soddisfatti, cos da poter poi esaminare non solo i progressi nel tempo, ma anche effettuare lanalisi comparativa tra Stati membri e con i partner strategici dellEuropa.

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Spetta agli Stati membri comunicare allUE dove sono stati avviati concretamente i progetti di riforme a lungo termine in risposta al Patto Euro Plus e dimostrare di aver tenuto conto delle migliori pratiche. Un ulteriore importante impegno, scarsamente registrato dai media, gi stato assunto: un primo coordinamento pragmatico delle politiche fiscali. La Commissione ed i Ministri delle finanze degli Stati membri che hanno sottoscritto il Patto dovranno riferire , entro dicembre 2011, sui seguenti progressi compiuti nel settore delle politiche fiscali: - garantire lo scambio di migliori pratiche, - prevenire le pratiche dannose, - emanare efficaci proposte per contrastare la frode e levasione fiscale. La Commissione ha gi avanzato al Consiglio una proposta relativa ad una base imponibile consolidata comune per limposta sulle societ, tenendo conto dellimpegno bilaterale gi assunto da Francia e Germania. Per confermare la seriet del Patto Euro Plus gi stato inserito nellagenda del Consiglio Europeo del marzo 2012 (e probabilmente del Governo europeo delleconomia proposto dal duo Sarkozy-Merkel) la valutazione, in base allanalisi annuale della crescita, effettuata dalla Commissione, dei progressi compiuti dagli Stati membri nella attuazione delle raccomandazioni specifiche per Paese formulate dal Consiglio UE e dei rispettivi impegni in forza del Patto. b) Fondo Europeo di Stabilit Finanziaria (FESF) Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilit (MES) - Il Consiglio Europeo fin dal 24-25 marzo 2011 aveva proposto e successivamente il 9 maggio aveva approvato listituzione a livello intergovernativo, da parte dei Governi della Eurozona, del

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Fondo Europeo di Stabilit Finanziaria (Societ di diritto
lussemburghese con sede a Luxembourg che utilizza la Banca Europea degli Investimenti come supporto amministrativo e braccio gestionale della tesoreria) per preservare la stabilit finanziaria europea.

Obiettivo fornire aiuti temporanei sotto forma di prestiti a tassi privilegiati agli Stati che si trovano in difficolt di liquidit non riuscendo a finanziarsi sui mercati (inizialmente Irlanda, Portogallo e successivamente Grecia). Questa assistenza pu contare su una dotazione complessiva di garanzie che ammontano a 440 miliardi di Euro (la somma
corrisponde, pro rata, alla partecipazione di ogni stato aderente al capitale della BCE),. Il FMI si associa allo scopo intervenendo sino

a 250 miliardi di Euro. Il 21 luglio 2011, con laggravarsi della crisi finanziaria nelleurozona, stata decisa lentrata in vigore di un potenziamento del FESF, ritardata da settembre ad ottobre (per
difficolt di Austria e Olanda). Potenziamento che deve essere approvato dalla totalit dei 17 Governi dellEurozona. N.B. la Corte Costituzionale tedesca, respingendo un ricorso, ha stabilito che gli aiuti della Germania alla Grecia tramite FESF e gli sforzi per sostenere lEuro sono approvati con procedura costituzionale e con limpegno di coinvolgere maggiormente il Bundestag nelle decisioni. Il Bundestag ha approvato a forte maggioranza tale potenziamento il 29 sett. 2011.

E pertanto possibile lanciare rapidamente un secondo pi rilevante pacchetto di aiuti alla Grecia, sempre fortemente condizionati, finalizzati a colmare, insieme al FMI, il deficit di finanziamento (109 miliardi di Euro), col contributo volontario del settore privato (106 miliardi per il periodo 2011-2019). Sar infatti
effettuato limmediato versamento della 6a trance di aiuto di 8 miliardi di Euro previsti nel primo salvataggio della Grecia.

Il potenziamento non comporta, almeno per ora, un aumento della capacit di intervento da 440 a 500 miliardi di Euro ed giudicato da molti insufficiente perch la crisi del debito sovrano

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non riguarda soltanto i Paesi pi fragili della periferia della zona Euro ma, per esempio, nel caso di un ulteriore aggravamento potrebbe colpire Spagna e Italia. Anche il Belgio ha raggiunto livelli record del premio di rischio per finanziarsi sul mercato internazionale. Il potenziamento comporta invece: prestiti a pi lungo termine con tassi particolarmente bassi, ricapitalizzazione delle banche
(questa possibilit potrebbe essere subordinata ad un rafforzamento dellAutorit Europea del funzionamento delle Banche (EBA) ed a una comunitarizzazione della Vigilanza bancaria) e acquisto titoli di Stato sul mercato secondario (non ha influito al riguardo il parere contrario di Jurgen Stark membro tedesco del Direttorio BCE, che dimessosi ha provocato subito la designazione del successore: Joerg Rasmussens-Master Bocconi).

Una Task Force della Commissione orienter, con assistenza tecnica, i Fondi strutturali UE alla competitivit e crescita, alla creazione di posti di lavoro ed alla formazione , mobilitando anche la BEI. Anche il settore privato contribuir complessivamente con 106 miliardi per il periodo 2011-2019.
N.B. Si pone linterrogativo se il popolo greco riuscir a sopportare le drastiche condizioni poste ed accettate dal Governo per risanare la grave situazione del bilancio pubblico, dovuta in gran parte alla responsabilit di una spesa eccessiva e improduttiva dei precedenti Governi, ma incentivata, allora, da una fase di lassismo franco-tedesco-italiano rispetto al rigore del Patto di Stabilit e Sviluppo ed inoltre da una inadeguata sorveglianza comunitaria.

- Il Consiglio Europeo del 23-24 giugno 2011, (a conclusione del

primo semestre europeo, e delle relative procedure del nuovo metodo di governance comunitaria per la definizione da parte dellUE e della Banca Centrale Europea dei programmi di stabilit, di convergenza e di riforme), ha approvato il Trattato sul Meccanismo

Europeo di Stabilit (MES) che deve essere ratificato entro il dicembre 2012 dagli Stati membri ed entrare in funzione nel luglio 2013 alla scadenza dellattuale Fondo Europeo di Stabilit Finanziaria FESF.

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Il MES sar permanente e disporr di una rete di salvataggio per complessivi 750 miliardi di Euro cos composta: 60 miliardi del Meccanismo Europeo per la stabilizzazione finanziaria (Fondo creato in base allart. 122,2 del Trattato di Lisbona che la Commissione mette a disposizione degli Stati in difficolt) 440 miliardi di Euro di garanzie ereditati dal FESF 250 miliardi continueranno ad essere messi a disposizione dal FMI.

Lammontare complessivo sar verificabile ogni 5 anni per decidere eventuali aumenti. Sono gi state approvate anche tutte le principali caratteristiche strutturali del MES: le condizioni legate allassistenza congiunta MES e FMI saranno negoziate di concerto da Commissione e FMI in stretto contatto con la BCE. Il futuro Meccanismo Europeo di Stabilit verr istituito da un Trattato tra Stati membri dellEurozona, sotto la forma di una organizzazione intergovernativa di diritto internazionale pubblico e sar stabilito a Lussemburgo. Il MES considerato dal PE un vagone intergovernativo in un treno istituzionaleche integra il nuovo quadro di governance economica rafforzata. Lassistenza del MES consiste nella concessione di prestiti a tasso privilegiato tripla A, (fisso o variabile in linea con la politica del FMI) destinati ad aiuti temporanei agli Stati in difficolt. Loro struttura e prezzo saranno decisi dal Consiglio dei Governatori (Ministri
finanziari eurozona con Osservatori: Commissario UE economiafinanza, Presidente BCE). La raccolta da parte del Meccanismo

avverr tramite il collocamento di obligazioni sui mercati di obbligazioni. Il MES inoltre autorizzato ad acquisire titoli di Stato sul mercato primario (non sul secondario come auspicato dalla BCE). Lintervento del Meccanismo di Stabilit sar subordinato non soltanto ad un rigoroso programma di aggiustamento economico e di bilancio dello Stato interessato, ma anche ad una

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severa analisi (elaborata dalla Commissione Europea e dal FMI di concerto con la Banca Centrale Europea) della sostenibilit degli aggiustamenti del debito sovrano sotto attacco speculativo. Lo Stato membro beneficiario dellaiuto del MES potr prendere le iniziative necessarie per incoraggiare i principali investitori privati a mantenere la loro esposizione (Francia e Germania sono
particolarmente esposti in titoli di Stato greci che danno alti rendimenti). Lo Stato bisognoso di assistenza deve presentare un

piano credibile che dimostri la partecipazione appropriata del settore privato N.B. Il contributo dellItalia al MES sar del 17,9% contro il 27,1 della Germania e del 20,3 della Francia. Gli attuali rilevanti interventi della BCE sul mercato secondario dei titoli di Stato (es. Spagna e Italia) dovrebbero essere progressivamente sostituiti dagli analoghi interventi del FESF e dal MES. - EUROBOND Ad oggi, come indicato nellIntroduzione, non stata ancora approvata la possibilit per lUnione Europea di effettuare, ai fini del rilancio della crescita e della lotta alla speculazione contro debiti sovrani, una raccolta di fondi attraverso un indebitamento comunitario, (garantito dai 3 A dellentit Unione Europea), con lemissione di Euro Bond da parte del futuro Meccanismo Europeo di Stabilit dellEuro, come suggerito da Jacques Delors,. Gli Eurobond, punto di arrivo della garanzia comunitaria di tutti i debiti pubblici, dovrebbero essere accompagnati dalle severe discipline che avvicinino il debito al parametro di Maastricht: debito=60% del Pil e deficit=zero. Lopposizione del Cancelliere tedesco, affiancato dai 3 Paesi con giudizio di tripla A (Austria, Finlandia, Olanda), non stata per

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ora vinta dai numerosi sostenitori degli eurobonds tra i quali il Parlamento Europeo ed il Presidente dellEurogruppo oltre al Ministro italiano del Tesoro. La Sig.ra Merkel, col Presidente Sarkozy, teme che gli eurobond siano considerati dai loro sostenitori una soluzione magica per risolvere la crisi dei debiti sovrani, mentre sarebbe necessario pi impegno da parte di tutti i Parlamenti nazionali a seguire le indicazioni date dal Consiglio Europeo e dalla Commissione per mettere in ordine i conti pubblici e per realizzare, prima di un indebitamento comunitario, le riforme strutturali, premessa per la sostenibilit dei bilanci armonizzati. Il problema tuttavia continua ad essere oggetto di discussione da parte delle Istituzioni UE in attesa di una precisa proposta Progetto Eurobond della Commissione entro fine 2011 con diverse opzioni delle quali alcune potrebbero richiedere modifiche di Trattato. Liniziativa incomincia a far breccia anche su alcuni membri del Parlamento di Berlino. E invece probabile che venga accolta la pressante proposta della Sig.ra Angela Merkel per la creazione di una Agenzia Europea di rating dei debiti sovrani dei Paesi UE per equilibrare gli interventi delle 3 imprese monopolistiche americane. Queste sono criticate per le visioni a troppo breve termine ed accusate di commettere anche macroscopici errori di valutazione (es. Enron, Parmalat, Lehman Brothers, deficit USA, ), colpevoli quindi di destabilizzare i mercati finanziari globali con i loro ribassi dei gradi di solvibilit di numerosi Stati, tra i quali addirittura gli USA. In Italia si persino fatto ricorso alla magistratura contro le 3 Agenzie perch, tra laltro, con i loro Consigli di Amministrazione evidenziano palesi conflitti di interessi.

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c) Conclusione Lintera nuova attivit dellUnione Europea di governance comunitaria (in attesa di un formale Governo Europeo dellEconomia proposto dal duo franco-tedesco) ed i Fondi creati a sostegno dei Paesi della Zona Euro in difficolt e quindi della stessa moneta unica, ha chiaramente dimostrato lambizione dellUE di disporre di un Fondo Monetario Europeo (si
differenzia dal FMI che non pu intervenire sui mercati secondari delle obbligazioni ove si scambiano titoli gi emessi) perch lEuro non

deve essere considerato solo una moneta ma anche una espressione di solidariet comunitaria ed un legame indissolubile tra i popoli dellUnione. Questa rilevante solidariet comunitaria istituzionalizzata, anche se talvolta raggiungibile con talune esitazioni di tipo elettorale nazionale, pu considerarsi un passo avanti verso il traguardo cruciale una integrazione politica dellEuropa: come in passato, sempre dal superamento di crisi nel processo integrativo europeo per evitare drammatiche e disastrose conclusioni, che la costruzione europea compie progressi sostanziali.

2 LEuropa della immigrazione, della accoglienza e dellintegrazione


Si deve subito precisare che la libera circolazione delle persone allinterno dellUnione uno dei maggiori ed apprezzati successi dellintegrazione di una Europa che non solo economica ma che, tra laltro, deve dare risposte efficaci alle sfide della crescente

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e complessa immigrazione e della conseguente libera circolazione con possibilit di stabilimento degli immigrati. Questa libert fondamentale delle persone garantita da una Convenzione che instaura lo Spazio Schengen: inizialmente sottoscritta da alcuni Stati membri, stata successivamente inserita nel quadro istituzionale e giuridico del Trattato UE. Gli Stati membri che sino ad ora hanno accettato le regole dello Spazio di libert Schengen sono 22 (auto esclusi Gran Bretagna e
Irlanda che hanno applicato la clausola dellopt-out, mentre Bulgaria e Romania stanno sollecitando il benestare UE per un loro rapido inserimento che sar comunque sottoposto a precise condizioni). Tre

Paesi non membri sono associati: Norvegia, Islanda e Svizzera, il prossimo sar il Liechtenstein. Complessivamente lo Spazio Schengen ha 42.673 Km. di frontiera marittima e 77.210 km. di frontiera terrestre e riguarda 400 milioni di cittadini. I Capi di Stato e di Governo riuniti nel Consiglio Europeo dellestate 2010, avevano deciso di affrontare nel giugno 2011 due problemi: limmigrazione e lasilo che consideravano di grande importanza per lUnione Europea, ben prima che gli eventi nel mondo arabo dessero loro una particolare urgenza e, daltra parte, dopo la firma, il 29 novembre 2008, del Patto per limmigrazione e lasilo proposto dal Presidente Sarkozy. Il 23-24 giugno 2011 i Capi di Stato e di Governo hanno unanimemente affermato che il Sistema Schengen doveva essere potenziato da regole comunitarie migliorate per mantenere tra i Paesi aderenti una reciproca fiducia nel rispetto delle condizioni, dettate dallUE, di ingresso, presenza e soggiorno nellUE di cittadini di Paesi terzi. Deve pertanto essere assicurata la loro coerente applicazione da parte di tutti i membri del Sistema Schengen. Il Consiglio Europeo ha in particolare sollecitato il rispetto del principio di solidariet che comporta, su proposta della

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Commissione, una equa ripartizione della responsabilit degli Stati membri relativamente a: - controlli delle frontiere, concessione dellasilo, condizioni per la circolazione degli immigrati regolari, - sostegno UE per favorire lintegrazione di cittadini immigrati, soggiornanti regolarmente nei Paesi UE, e loro concessioni di diritti, - prevenzione e contrasto rafforzato dellimmigrazione illegale (ingresso e soggiorno irregolari, tratta di esseri umani) con misure di respingimento: allontanamento, rimpatrio, - introduzione di un Meccanismo di Solidariet Comunitaria comportante varie misure da applicare progressivamente in maniera diversificata e coordinata per far fronte a situazioni eccezionali che potrebbero mettere a rischio il funzionamento globale del sistema Schengen, - applicazione di un sistema di Assistenza ad uno Stato membro che non sia in condizione autonoma di effettuare controllo e sorveglianza della propria frontiera esterna (interesse comune di tutti gli Stati membri) quando oggetto di una forte pressione di immigrazione. In uno spazio senza frontiere interne limmigrazione deve essere dunque gestita in comune con un supporto comunitario, anche se il controllo delle entrate alle frontiere esterne dellUE rimane di competenza nazionale cos come la successiva integrazione dei cittadini immigrati. Gli immigrati, secondo una linea di condotta unanimemente sostenuta dallUE, debbono rispettare i valori della societ di accoglienza, alla quale per contro spetta una maggiore apertura nei confronti delle diverse culture. E comunque riconosciuto dalla Commissione che gli strumenti comunitari attuali per recensire e correggere le debolezze della gestione Schengen sono insufficienti a causa di un approccio troppo governativo e del sistema di presa di decisione. Per questo viene sollecitato lapproccio comunitario che meglio salvaguarda e rafforza i diritti dei cittadini.

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Tale cambiamento presuppone coraggio soprattutto nellattuale periodo di crisi che vede gli Stati membri assillati dai loro interessi nazionali. Una importante eccezione alla libera circolazione interna alla UE di cittadini comunitari stata ammessa l11 agosto 2011: riguarda lautorizzazione alla Spagna di stabilire misure restrittive sul suo mercato del lavoro nei confronti dei lavoratori romeni a causa della forte disoccupazione spagnola (tasso record del21%). Potranno entrare dalla Romania solo lavoratori che dispongono di un regolare contratto di lavoro. Vivaci dibattiti pubblici si sono sviluppati allinterno dellUE sul tema dellimmigrazione a seguito dellarrivo in particolare in Italia ed a Malta di numerosi immigrati irregolari dai paesi del mediterraneo Sud coinvolti nella Primavera araba: immigrati che in gran parte tentavano di raggiungere le loro famiglie o loro conoscenti stabiliti in particolare in Francia. Sono stati oggetto di discussione le responsabilit nazionali e comunitarie dei controlli alle frontiere esterne ed ai valichi interni soprattutto italo-francesi. La decisione dellItalia di assegnare a numerosi immigrati permessi di soggiorno e documenti di viaggio per consentire loro di circolare fuori dal territorio nazionale stata contestata dalla Francia che ha installato severi controlli al confine con lItalia.
(lItalia aveva regolarizzato 25000 migranti tunisini giunti illegalmente con la volont espressa di rendersi in Francia e la Francia. organizzato il controllo alla sua frontiera, li aveva respinti).

Sottoposto il problema alle Istituzioni comunitarie la risposta stata la seguente: Le disposizioni italiane non sono state una violazione delle regole di Schengen che per ora non prevedono precise condizioni per lassegnazione agli immigrati di permessi di soggiorno e documenti di viaggio.

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Anche i controlli di polizia francesi al passaggio Italia-Francia sono risultati compatibili con le regole Schengen. Attualmente, infatti, i Paesi dello Spazio Schengen possono decidere di ristabilire temporaneamente i controlli di loro spettanza in casi di grandi avvenimenti o di minacce terroristiche. La Commissione ha comunque richiamato i 2 Governi a considerare che lo spirito di Schengen fatto di solidariet e di reciproca fiducia e li ha sollecitati a rispettare quanto i loro massimi esponenti decidono in sede comunitaria.
Ha inoltre sottolineato che i rifugiati libici in Egitto ed in Tunisia sono stati 100.000, incomparabilmente pi di quanti approdati per es. sulle coste italiane ed ha pertanto richiamato Roma e Parigi al senso delle proporzioni, ricordando che nellUnione gli standard UE relativi allimmigrazione devono essere gli stessi sia per Lampedusa in provenienza dalla Libia, per la Grecia dalla Turchia, per lEstonia dalla Russia, e per gli arrivi in ogni aeroporto internazionale dellarea Schengen.

E stato, daltra parte, apprezzato laccordo franco-italiano di collaborazione con la Tunisia per il rientro di immigrati tunisini e per un aiuto alla loro re installazione in patria. Francia e Italia hanno recepito le osservazioni UE e tuttavia hanno chiesto alla Commissione di presentare in autunno la proposta di rendere legittimo un temporaneo controllo alle frontiere interne nazionali in caso di: - forte pressione migratoria, - incapacit di farvi fronte da parte di uno Stato membro i cui confini siano le frontiere esterne dellUE. La Commissione ha gi adottato una Comunicazione a Consiglio e Parlamento Europeo intitolata Governance di Schengen Rafforzare lo spazio senza controllo alle frontiere interne ed inoltre ha gi approvato due proposte per il legislatore UE:

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- Rafforzare il meccanismo di valutazione di Schengen (revisione
della proposta formulata nel 2010),

- Stabilire un meccanismo per la reintroduzione coordinata dei controlli alle frontiere interne in circostanze eccezionali (modifica del Codice frontiere di Schengen): grave minaccia per lordine pubblico e la sicurezza interna. Il meccanismo di reazione deve essere coordinato in sede UE per proteggere il funzionamento e lintegrit dellinsieme dello Spazio Schengen. Le proposte della Commissione debbono essere appoggiate da una maggioranza qualificata di esperti degli Stati membri. Nel caso di decisioni durgenza di reintroduzione dei controlli da parte di uno Stato membro di fronte ad urgenze impreviste, lautorizzazione UE vale solo per 5 giorni con una eventuale proroga su proposta della Commissione. In definitiva sono in fase di approvazione sotto una forte pressione della Presidenza di turno polacca nel 2 semestre 2011: a) clausola di salvaguardia per autorizzare la sospensione, assolutamente temporanea, della libera circolazione nellarea Schengen: effettuazione eccezionale dei controlli alle frontiere interne in casi di urgenza ed in situazioni realmente critiche e rigorosamente delimitate per impedire di compromettere il funzionamento globale della cooperazione di Schengen quando uno Stato membro non pi in grado di sostenere, come dobbligo, una forte e improvvisa pressione di immigrati alle frontiere esterne,

N.B. E essenziale che tale clausola di salvaguardia sia adottata sulla base di ben specificati criteri obiettivi e soprattutto a seguito di un monitoraggio e di una valutazione comunitaria efficace ed affidabile (coinvolgere esperti degli Stati membri, della Commissione e delle Agenzie competenti : la Commissione deve riferire periodicamente al Consiglio Europeo sui risultati delle valutazioni e, se del caso, proporre misure per colmare le lacune individuate).

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Va sottolineato che la salvaguardia non pu compromettere i diritti delle persone (comunitari e immigrati) alle quali riconosciuta per Trattato la libert di movimento. b) accordo sul rafforzamento della Agenzia Europea per le frontiere esterne (Frontex) per consentire un pi efficace sostegno agli Stati membri oggetto di forti pressioni di immigrazione in situazioni di crisi come quelle derivanti dagli sviluppi politici in Africa del Nord e nel Medio Oriente (Acquisti
diretti, o in copropriet con uno Stato membro, di navi, elicotteri, vetture per cooperazioni operative alle frontiere esterne ; Squadre europee di Guardie frontaliere per interventi rapidi alle frontiere marittime, terrestri, aeree nei confronti di immigrazioni illegali; lotta contro afflussi massicci di clandestini; coordinamento di operazioni di ritorni di immigrasti, ecc.).

A questo sostegno comunitario si aggiungono interventi di assistenza tecnica e finanziaria della Commissione da parte di altre Agenzie quali Europol e dellUfficio europeo di appoggio in materia di Asilo (EASO). In caso di persistente impossibilit di rendere efficace il sostegno comunitario si pu ricorrere ad un approccio comunitario, e non unilaterale dello Stato membro in questione, per la protezione degli interessi comuni attraverso la reintroduzione temporanea del controllo alle frontiere interne. c) nuovo sistema europeo di sorveglianza delle frontiere esterne operativo entro il 2013 per permettere alle preposte Autorit degli Stati membri di condividere le informazioni operative e di migliorare la loro cooperazione, avvalendosi delle nuove tecnologie (frontiere intelligenti): sar introdotto un sistema elettronico ingressi/uscite ed un programma UE per i viaggiatori registrati.
N.B. E stato raggiunto un accordo sulla Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dellinformazione su larga scala nellintero Spazio di Libert, Sicurezza, Giustizia UE.

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d) status uniforme in materia di asilo. Deve essere infine sottolineato che elemento essenziale della politica UE dellimmigrazione comunque la fermezza nel rifiutare le immigrazioni irregolari e nellorganizzare il loro respingimento, pur reagendo al rischio del nazionalismo sostenuto dai movimenti populisti. E tuttavia opportuno segnalare che tra i due terzi ed i tre quarti degli immigrati irregolari sono entrati grazie ad un Visto e sono poi restati nellUE dopo la sua scadenza. Purtroppo anche imprenditori senza scrupoli impiegano, sfruttandoli, molti clandestini, sfidando la giustizia che lo considera un reato. Nonostante che i Paesi membri nella quasi totalit ed il Parlamento Europeo abbiano sollecitato il mantenimento del principio del libero movimento delle persone nellarea comunitaria si allarga la convinzione che la pressione migratoria si riduca meglio non con misure restrittive, ma aiutando i giovani del Nord Africa e del Medio Oriente a costruire il loro futuro in patria.

e) integrazione
La novit del Trattato di Lisbona in materia di immigrazione riguarda il coordinamento comunitario delle politiche nazionali dellintegrazione degli immigrati regolari. (tema approfondito nel Documento n. 29 del Gruppo)

41 3 LEuropa militare e civile della Difesa e della Sicurezza (PSDC)


Un obiettivo importante dellazione esterna dellUE : contribuire (in concertazione con i suoi partner internazionali, nazionali, regionali e locali) a preservare la pace, ad evitare che i contrasti non precipitino nella violenza, ed a rafforzare la sicurezza internazionale. Nel quadro della Politica di Sicurezza e Difesa Comune, elemento importante della Politica Estera e di Sicurezza Comune, sono stati previsti e realizzati numerosi interventi comunitari in campo civile e militare per prevenire conflitti, per agire in conflitti in corso, od in conflitti potenziali, per prevenire sconvolgimenti economici e sociali sia nellarea del Vicinato sia al di l di questo: molto spesso in partenariato con lONU, la Banca Mondiale, lOSCE, la NATO, lUnione Africana, e con alcuni Paesi come gli Stati Uniti. Il ruolo dellUnione Europea si dunque manifestato non solo come donatore e finanziatore dello Sviluppo, ma anche come portatore di pace e di sicurezza attraverso strutture militari e civili inserite nella complessa architettura dellUE e tali da evitare inutili duplicazioni, soprattutto nella attuale situazione di crisi che impone drastiche riduzioni delle forze armate dei Paesi membri. Lavvio della Politica UE di Sicurezza attraverso missioni di pace iniziato nel 2003 con la Missione civile di polizia in Bosnia e con loperazione militare in Macedonia. Ad oggi lUE ha lanciato 23 Missioni di gestione delle crisi, 11 delle quali concluse, con mandati sia militari che civili e mandati misti. A questi si aggiunto il mandato navale (Atlanta) per contrastare la pirateria nellarea marittima adiacente la Somalia ed accordi (per
es. con la repubblica di Mauritius) per gestire i pirati fatti prigionieri e condannati).

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Nei teatri di crisi il raggio dazione dellUE si progressivamente allungato: inizialmente lUE ha agito nei Balcani ed in Congo, poi in altri Paesi africani (Ciad, Rep. Centroafricana, Somalia), nel M.O. (Territori Palestinesi, Iraq, Afganistan), nel Sud-Est asiatico (Indonesia). Lattualit riguarda particolarmente lo stato dellOperazione militare Altea in Bosnia-Erzegovina, Atalanta, relativa alla lotta contro la pirateria al largo della Somalia, il sostegno al rafforzamento delle capacit marittime dei Paesi rivieraschi dellOceano Indiano, lEUTM-Somalia Missione di formazione delle forze di sicurezza somale spiegate in Uganda e gli aspetti strategici relativi allAfrica del Nord. LUE implicata nel conflitto in Libia e nella liberazione di quasi tutto il territorio nazionale, a seguito dellapplicazione delle Risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza dellONU ed ha riconosciuto il Governo degli insorti come legittimo rappresentante della nuova Libia. E fortemente preoccupata della grave situazione umanitaria in Libia e del flusso di sfollati e di migranti ai suoi confini. E pertanto determinata a dare un contributo attivo agli interventi umanitari: se le verr richiesto dallUfficio ONU per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) pronta a condurre una Operazione PSDC, EUFOR Libia per sostenere sia lassistenza umanitaria che la sicurezza nella regione. Il Comandante delloperazione si avvarr di un Comando operativo a Roma, strettamente collegato con la NATO. Nellambito della PSDC lUnione Europea ha deciso di rendere ancor pi efficaci le azioni preventive comunitarie per attenuare i rischi di improvvisa insorgenza di crisi o di una ripresa dei combattimenti in aree particolarmente critiche: saranno rafforzati i dispositivi per ottenere una affidabile allerta rapida attraverso una migliore analisi ed una approfondita valutazione dei rischi.

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Lampia cooperazione tra partner internazionali, essenziale in questo campo, e lazione dei Rappresentanti Speciali dellUE nelle aree critiche, dovrebbe permettere allUE di intervenire con successo nella prevenzione strutturale a lungo termine dei conflitti, cos da completare le operazioni in aree di crisi e sostenere la pace a pi breve termine. Gli strumenti di cui dispone lUE per questo compito sono gi stati consolidati, ma necessita di ulteriori perfezionamenti, oltre allorganizzazione della gestione delle crisi, la catena di comando. Su iniziativa francese fortemente appoggiata da Germania, Belgio e Lussemburgo si sta predisponendo un Quartier Generale Operativo (QGO) dellUE che dovrebbe alleggerire lapporto dei comandi nazionali e che dovrebbe accelerare una efficace politica di sicurezza e di difesa comune, senza peraltro annullare lapporto del Quartier Generale NATO di Mons (SHAPE) per gestioni di complesse attivit militari dellUnione e per la coerenza tra la politica militare UE e quella dellAlleanza Atlantica. Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia hanno lanciato una iniziativa comune per la creazione di un Quartier Generale Permanente Europeo (un QG che sino ad ora non stato sufficientemente efficace) che meglio garantirebbe la difesa comune attraverso una capacit permanente di pianificazione e di condotta delle operazioni, eventualmente anche senza la partecipazione della Gran Bretagna (invocando il meccanismo della Cooperazione Strutturata Permanente la cui instaurazione non prevede lunanimit) che si dichiarata contraria alliniziativa per evitare un doppio impiego con la NATO. Le capacit militari e di intelligence a disposizione potenziale dellUnione Europea rimangono comunque nazionali ed il loro spiegamento da parte di ogni singolo Stato Maggiore condizionato da decisioni sovrane, assunte secondo disposizioni interne di ogni Stato membro: non si tratta dunque di un esercito permanente europeo ma di forze nazionali agli ordini di un comando sopranazionale.

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E tuttavia acquisito dallUE che la Forza di Reazione Rapida Europea (EUROFOR), gi costituita, da utilizzare nelle aree di crisi, (attivabile su richiesta del Consiglio UE), di 60.000 soldati militarmente autosufficienti, con relativo supporto aereo e navale: schierabile sul teatro delle operazioni entro 60 giorni dalla decisione politica del Consiglio UE e deve poter sostenere lo sforzo sul campo per almeno un anno. Quattro sono le sue missioni: - peace keeping, - peace enforced, - combattimento per gestione di crisi, - umanitarie o di evacuazione. E anche in atto un coordinamento per realizzare trasporti strategici UE aerei, navali, terrestri, pienamente efficienti. Non sono invece mai stati utilizzati sino ad ora i Gruppi tattici di combattimento rapido (battle groups) che sono sempre a disposizione (con impegni semestrali di Paesi disponibili): 1500 uomini, dispiegabili in aree di crisi entro 10 giorni e sostenibili per 120 giorni. Tuttavia Germania, Francia, Polonia (Triangolo di
Weimar) per affermare limportanza di questo mezzo a disposizione della PSDC, hanno creato un nuovo Battle Group da utilizzare, se necessario,a partire dal 2013 e da dispiegare con criteri di ingaggio pi flessibili.

Il Trattato di Lisbona, con la recente istituzione del Servizio Europeo per lAzione Esterna- SEAE- (presieduto dallalto
Rappresentante per gli Affari Esteri e di Sicurezza UE: Catherine Ashton), e la creazione della Agenzia Europea di Difesa, offre

la possibilit di sviluppare sinergie comunitarie nel campo della Sicurezza e Difesa Comune e degli Armamenti, alleggerendo i singoli impegni nazionali. E anche oggi possibile rilanciare e sviluppare il contributo UE di prevenzione dei conflitti , ed integrarlo sempre pi con la difesa dei diritti delluomo, luguaglianza dei sessi, la protezione dei civili e dei bambini di fronte ai conflitti armati.

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Il SEAE, che al servizio di tutte le relazioni esterne gestite dal
Consiglio Europeo (Presidente Van Rompuy), dallAlto Rappresentante (Catherine Ashton) che presiede il Consiglio degli Esteri, ed anche dalla Commissione (Barroso), deve ancora approfondire il lavoro in tandem con la Commissione (di cui la Sig.ra Ashton anche V. Presidente) per quanto riguarda le dimensioni esterne delle

Politiche interne UE quali: Immigrazione, Terrorismo, Energia, il Commercio estero e lo Sviluppo. Certamente il compito del SEAE non prendere posizione sulluno o laltro problema mondiale controverso, ma quello di lanciare proposte. La Politica Estera Comune, essendo sempre intergovernativa, consente solo agli Stati membri di assumere le decisioni, purtroppo ancora col metodo dellunanimit. Tuttavia prevista lastensione costruttiva (vedi lastensione della Germania
che ha evitato al Consiglio di Sicurezza dellOnu la frattura dellUE sullapprovazione delle Risoluzioni 1970 e 1973 sulla Libia).

Ugualmente rilevante lefficace concertazione dei Rappresentanti Permanenti dei Paesi UE allAssemblea ONU di New York prima delle varie sessioni, ci che ha consentito un nuovo interessante ruolo dellUnione Europea in questa Assemblea delle Nazioni Unite. Il PE, pur non avendo un formale mandato di Politica Estera, sta svolgendo una sempre maggiore influenza in questo campo, in nome della legittimazione democratica e del suo potere di controllo del bilancio del SEAE, ci che implica il controllo sulla attivit del Servizio ivi compresa quella di Difesa e di Sicurezza. Si aggiunge la volont e capacit del PE di sfruttare il potere di question time e di essere consultato prima delle decisioni di strategie di Politica Estera, Sicurezza e Difesa dellUE.
(Il Parlamento Europeo vorrebbe potenziare il ruolo dellAlto Rappresentante Sig.ra Ashton affinch possa intervenire direttamente per comporre comunitariamente, concezioni divergenti su grandi questioni di Politica Estera quando si manifestano nel Consiglio Europeo (Capi di Stato e di Governo)

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La Presidenza di turno della Polonia da luglio ha organizzato per il dicembre del 2011 una agenda per lEuropa che va oltre la semplice sommatoria degli interessi nazionali degli Stati membri ed ha messo tra le sue priorit quella della Sicurezza sia internazionale che interna. Nel frattempo il Consiglio Affari Esteri ha approvato nel luglio 2011 lo statuto e le regole operative della Agenzia Europea di Difesa (AED) per migliorare, sopratutto di fronte alle minori disponibilit finanziarie degli Stati, le capacit di difesa degli Stati membri. Prima di tutto lAgenzia intende contribuire ad identificare le reali capacit militari degli Stati membri, e quindi armonizzare le loro necessit operative. E impegnata a proporre progetti multilaterali che evitino doppi impieghi, e quindi maggiori costi, attraverso azioni congiunte per realizzare progetti e programmi in cooperazione. Inoltre determinata a sostenere le ricerche nazionali o cooperative nelle tecnologie di difesa e contribuire a rafforzare la base industriale del settore difesa. Sulle capacit militari a disposizione dellUE il margine di manovra per un loro aumento ancora ridotto a causa della crisi economica in corso, ma la Presidenza polacca ha voluto approfondire nel Consiglio dei Ministri della Difesa del 23 settembre 2011, insieme al Direttore esecutivo della Agenzia Europea di Difesa, il problema cruciale della messa in comune e della ripartizione del carico di tali capacit. Rimane comunque valida la riflessione di Varsavia secondo cui senza lintervento militare della NATO-USA, probabilmente, il corso degli eventi in Libia guidato dallUE non sarebbe stato cos positivo. La Presidenza polacca ha aggiunto al Consiglio Difesa una sessione di lavoro consacrata alla relazione dellUE con i 2 principali partner in materia di sicurezza la NATO e lONU per tener conto dei risultati della missione negli USA di ClaudeFrance Arnould (Direttore della AED) riguardanti i settori di

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cooperazione prioritari nellattuale fase critica di austerit di bilancio. Il Premier polacco Donald Tusk intende approfondire oltre agli aspetti militari della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune anche quelli di Sicurezza alimentare, cibernetica ed energetica. Le cooperazioni militari Francia-Gran Bretagna anche in campo nucleare e lAccordo triangolare di Weimar (vedi pi sopra) anzich dividere il fronte comunitario della Difesa sono considerati incentivi ad una rapida operativit della Agenzia Europea di Difesa.

II LIdentit Europea secondo il Trattato A) Identit ispirata alle eredit dellEuropa

LUE definisce la propria singolare identit ispirandosi alle eredit dellEuropa: culturali, religiose, umanistiche, senza tuttavia precisare che questa identit trova la sua sorgente nellellenismo, nella romanit e nel cristianesimo. Il mancato riferimento alla cristianit ha portato ad una conclusione ecumenica esplicitata nel Trattato di Lisbona secondo il quale lUnione Europea rispetta e non pregiudica lo status di cui godono negli Stati membri, in virt del diritto nazionale, le Chiese e le Associazioni o Comunit con le quali, riconoscendone lidentit ed il contributo specifico al processo integrativo, intende privilegiare un dialogo aperto, trasparente e regolare.
La prima riunione di Bruxelles del 30 maggio 2011 tra i Presidenti della Commissione, del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo con 20 autorevoli rappresentanti nellEuropa

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comunitaria, in Russia ed in Bosnia-Erzegovina, delle religioni cristiana, ebraica, e islamica e delle comunit buddiste, ha evidenziato limportanza di tale dialogo finalizzato ad approfondire temi che vanno dallistruzione alla assistenza sanitaria, fino alla ricostruzione del tessuto sociale alla fine di un conflitto. LUnione, che di gran lunga il maggiore donatore e investitore nei Paesi vicini, ha anche confermato la sua determinazione a promuovere ed a tutelare le libert ed i diritti democratici non solo nel nostro continente ma anche al di l dei suoi confini. Gli esponenti religiosi convenuti a Bruxelles si sono detti disponibili ad operare fianco a fianco con le Istituzioni europee per promuovere la democrazia, i diritti umani e le libert fondamentali e per costruire una societ pluralistica e democratica.

Le composite eredit dellUnione sono considerate un patrimonio europeo che, nella coesistenza di diversit di storia, cultura, tradizioni, lingua di ciascun popolo che la costituisce, ha saputo sviluppare valori comuni, coincidenti coi valori universali : . dei diritti della persona, . del rispetto della dignit umana, . della libert, . della democrazia (rappresentativa e partecipativa), . delluguaglianza, . dello Stato di diritto. A questi sono stati esplicitati dal Trattato di Lisbona i valori: . del pluralismo, . della tolleranza, . della giustizia, . della solidariet, . della non discriminazione, . delle minoranze autoctone, . della parit uomo-donna,

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che sono alla base di realizzazioni concrete od in corso di attuazione, mentre in taluni casi (parit uomo-donna) erano rimasti solo un auspicio. DallEuropa organizzata in Unione Europea, fiera delle sue eredit e dei valori politici che la singolarizzano, oltre che dalle sue straordinarie graduali realizzazioni di unificazione in un approccio passo per passoe dal superamento di ricorrenti crisi,
(es.: lEuro ed il passaporto Schengen dellUnione erano un sogno ed ora sono realt), si pu ragionevolmente attendere il progressivo

consolidarsi, nei cittadini, di una coscienza europea. Daltra parte risulta evidente che da ogni crisi comunitaria la costruzione europea sempre riemersa pi forte. La coesistenza delle diversit allinterno dellUnione viene considerata una autentica e peculiare ricchezza comune, perch non impedisce la possibilit di perseguire la solidariet tra i suoi popoli per realizzare uno dei principali obiettivi comunitari: la coesione economica, sociale oltre che territoriale, attraverso: . reciproco rispetto, . leale cooperazione, . mutua assistenza, al fine di ristabilire una crescita ordinata fautrice di benessere e assicurare allEuropa un ruolo principale nel consesso internazionale. Questo obiettivo richiede la consapevolezza che oggi lUE un blocco di 27 Stati membri nel quale molto deve essere ancora realizzato anche sul piano istituzionale, per di pi nel contesto delle attuali difficolt da superare, pi sopra accennate, conseguenti alla perdurante grave crisi economica ed occupazionale. Certamente lampia dimensione dellUnione e delle sue attivit richiede giornalmente un forte impegno a ciascun governo UE per rispettare tutte le decisioni assunte comunitariamente. Il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha anche affermato che lUnione Europea, proprio nelle attuali difficolt economiche ed occupazionali, deve assolutamente impedirsi di diventare meno aperta, meno tollerante, pi egoista,

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pi materialista se non addirittura pi razzista: i valori dellUE per essere confermati vanno sostenuti e rafforzati dunque con un continuo slancio spirituale e religioso ed etico.

B) Relazioni UE-Stati membri: Il rispetto UE dellidentit nazionale degli Stati membri


LUE, nei suoi successivi Trattati, continua a definirsi inserita in un processo tuttora evolutivo che tende a creare una unione sempre pi stretta tra i Popoli dEuropa, anche se non ritiene ancora giunto il momento di programmare formalmente una unione politica tra gli Stati membri a coronamento del processo di integrazione. LUnione politica peraltro continua a rimanere un forte auspicio di gran parte dei cittadini dellUnione Europea e , anche se non lo si dichiara a voce alta, in via di progressiva realizzazione attraverso decisioni che comportano sempre maggiori trasferimenti di sovranit nazionale ad Istituzioni comuni dotate di potere decisionale.
E in atto un progressivo trasferimento di competenze dal livello nazionale a quello europeo, attenuando il ruolo dei Parlamenti nazionali rispettivamente in quanto legislatori, autorit di bilancio, e controllori degli Esecutivi. Ci ha rafforzato il Consiglio UE ed il Parlamento Europeo.

In particolare i trasferimenti in campo economico e finanziario sono ormai imposti dalla sfida della globalizzazione dei mercati e dal progressivo riequilibrio internazionale delle leadership mondiali. Leadership che certamente non si possono essere assunte da singoli Paesi membri dellUE. LUnione Europea, in attesa di una sua fondamentale riforma istituzionale sul piano politico, (di difficile realizzazione nel breve
periodo a causa delle evidenti difficolt a modificare allunanimit il recente Trattato di Lisbona approvato dopo la mancata ratifica del Trattato che adotta una costituzione per lEuropa), continua a

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rispettare lidentit nazionale degli Stati membri senza metterla in contrapposizione con lidentit europea.

Gli elementi identitari degli Stati-nazione membri, non modificabili dallUnione, evidenziati dal Trattato di Lisbona, riguardano per ciascuno dei Paesi membri: . la struttura: - politica - costituzionale . le autonomie: - locali - regionali LUE non intende inoltre interferire nelle 3 funzioni che ritiene peculiari dello Stato-nazione: - salvaguardia della integrit territoriale - mantenimento dellordine pubblico - tutela della sicurezza nazionale Comunque un fatto notevolmente positivo che nelle relazioni tra Unione Europea e Stati membri che, per giurisprudenza costante della Corte di Giustizia dellUnione, i Trattati ed il Diritto (derivato), adottato dallUnione sulla base dei Trattati (legislazione comunitaria) prevalgono sul Diritto degli Stati membri. Come gi sottolineato pi sopra, gli Stati membri devono per parte loro onorare giornalmente limpegno, assunto con la firma e la ratifica del Trattato, di adottare ogni misura necessaria per attuare gli obblighi comunitari che si sono loro stessi assegnati e per raggiungere i traguardi che si sono imposti; devono anche rispettare limpegno di facilitare lUnione nelladempimento dei propri compiti, astenendosi da qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dellUnione.

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Daltra parte, secondo lo stesso Trattato di Lisbona, nessuno Stato membro obbligato a stare nellUnione ed ha sempre la possibilit, se non ritiene pi di poter rispettare levolversi degli impegni assunti, di ritirarsi dal processo integrativo e tentare di agire da solo, o con altre Comunit nel nuovo contesto mondializzato, senza per pi contare sulla solidariet UE. Si pu per affermare che gli impegni comuni sono rispettati dagli Stati membri, forse talvolta in ritardo, anche se, nei casi pi rilevanti, conseguono a decisioni comunitarie intervenute solo dopo lunghi e complessi negoziati. Le trattative comportano talvolta esasperanti dibattiti che lasciano anche trasparire ipotesi di fallimento, poi finalmente superate grazie a costruttivi compromessi. E da chiarire che il Trattato di Lisbona, evidenziando il Principio di attribuzione, ribadisce che lUnione esercita, attraverso le sue Istituzioni, solo le competenze che le sono conferite dagli stessi Stati membri. Si tratta sostanzialmente di conseguire ben definiti obiettivi comuni nei seguenti campi: aspetti economici, sociali, monetari politica estera, di sicurezza e di difesa spazio interno di libert, sicurezza e giustizia. Si tratta di quei problemi che, nel contesto della globalizzazione, possono essere risolti non con singole azioni nazionali, ma solo con forti impegni comunitari. Per evitare equivoci, stabilito dal Trattato di Lisbona che qualsiasi competenza non attribuita formalmente e specificatamente dai Trattati allUnione appartiene esclusivamente agli Stati membri. Comunque nei casi (e sono i pi numerosi) di competenze comunitarie concorrenti (da esercitarsi insieme tra Stati membri e Istituzioni UE: la maggior parte delle politiche comuni), gli Stati possono esercitare le loro competenze nazionali esclusivamente se lUnione non ha ancora esercitata la propria od ha deciso di cessare di esercitarla. Daltra parte

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lUnione pu intervenire legislativamente soltanto se gli obiettivi comunitari che intende perseguire non possono essere soddisfacentemente raggiunti dagli Stati membri (Principio di Sussidiariet). Interviene quindi legiferando direttamente quando pu raggiungerli meglio di loro, partendo nella maggioranza dei casi dalle proposte della Commissione. (Metodo comunitario: Commissione propone, Parlamento Europeo e Consiglio codecidono).
N.B solo In Politica Estera, Sicurezza, Difesa il Consiglio ed il PE non possono legiferare.

E sullapplicazione del Principio di sussidiariet che, per la prima volta nella storia del processo integrativo, si introduce nellUnione un coinvolgimento dei Parlamenti nazionali. A questi affidato il compito di una severa valutazione di chi, tra Stati membri ed Istituzioni comunitarie, pu perseguire meglio lobiettivo comune. Quindi ai Parlamenti nazionali spetta di giudicare se LUE ha rispettato il Principio di sussidiariet a partire dal momento in cui la Commissione che ritiene di avanzare una proposta legislativa. Ai Parlamenti nazionali lUnione sollecita inoltre un contributo attivo al buon funzionamento dellUnione, contributo che, se dato con convinzione, porta anche a rafforzare la legittimit comunitaria e ad avvicinare lEuropa ai cittadini. La collaborazione Parlamento Europeo-Parlamenti nazionali avviene (purtroppo con scarsa implicazione mediatica) attraverso: - la tempestiva informazione degli Atti (legislativi e non) delle Istituzioni comunitarie per consentire, attraverso le Commissioni parlamentari nazionali specializzate in Affari europei, la trasformazione delle Direttive UE in leggi nazionali e favorire il rispetto degli Orientamenti UE da parte degli interessati nazionali. Inoltre i Parlamenti degli Stati membri sono tempestivamente informati delle domande di adesione allUE da

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parte di Paesi terzi al fine di consentire le loro prese di posizione al riguardo, - la valutazione insieme alle Istituzioni UE delle Politiche europee in materia di Spazio europeo di libert, sicurezza, giustizia, soprattutto in riferimento alle attivit comunitarie di polizia (Europol) e di giustizia (Eurojust), - la partecipazione alle revisioni dei Trattati (ratifica parlamentare nazionale successiva alla firma dei Governi), - la cooperazione permanente tra Parlamenti nazionali (PN) e Parlamento Europeo (PE) attraverso: Conferenze annuali dei Presidenti dei PN ed il Presidente del PE, Conferenze semestrali tra gli organi dei PN specializzati in Affari Europei e 6 parlamentari Europei competenti e contatti regolari tra Gruppi politici dei PN e del PE. Ovviamente, come pi sopra precisato, dalla efficacia del contributo dei Parlamenti nazionali e della ricaduta da loro operata sui cittadini nazionali, dipende anche il coinvolgimento degli stessi nel processo di integrazione europea. Questo coinvolgimento dovrebbe essere particolarmente sollecitato in ogni Stato membro in occasione delle elezioni dirette dei propri Parlamentari Europei. Nel campo delle elezioni europee, tuttora una sommatoria di elezioni nazionali, occorrono ancora notevoli progressi per far cogliere ai cittadini le valenze comunitarie delle politiche dellUE purtroppo ci si limita a privilegiare il piccolo cabotaggio delle diatribe partitiche nazionali.

C) La sfida alla identit europea del nazionalpopulismo, e dalleuro-scetticismo


Qualche avvisaglia sul rischio che il multiculturalismo e cio la coesistenza culturale nelle societ europee possa minacciare lidentit originaria delle nazioni europee si manifestata in interventi di Nicolas Sarkozy, di David Cameron e di Angela

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Merkel, preoccupati delle reazioni di lavoratori, di sempre pi numerosi pensionati in Paesi che invecchiano e di cittadini di fronte alle difficolt economiche in una Europa sottoposta alla pressione di giovani immigrati da paesi poco sviluppati. Lobiettivo di simili dichiarazioni certamente era quello di marginalizzare movimenti nazional-populisti di estrema destra e Partiti minori, o precedentemente irrilevanti, che si sono evidenziati in recenti elezioni politiche ed anche per contrastare recenti derive di partiti tradizionalmente europeistici che di fronte allattuale grave crisi hanno fatto prevalere, anzich la solidariet, tendenze egoiste. Le dichiarazioni dei tre leader intendevano contrastare eccessive prese di posizione che sfiorano il razzismo e risvegliano tentazioni di identit nazionaliste, accusando lUnione Europea di minacciare le basi etniche della identit nazionale e di non saper contrastare il mondialismo cosmopolita ed il multiculturalismo. In definitiva il nazional-populismo accusa lUE di estinguere lidentit del continente europeo, cos come ha sottolineato il Presidente Herman Van Ronpuy. Leccesso dellestremismo xenofobo, che inaspettatamente ha raggiunto il parossimo nella recente strage di giovani in Norvegia, ha immediatamente mobilitato lUE che, tramite EUROPOL (Agenzia Europea di polizia istituita nel 1992 che si occupa di intelligence in ambito criminale), in collaborazione con INTERPOL, ha creato una task force per fronteggiare in maniera coordinata questa minaccia. Purtroppo il tentativo in atto di valorizzare soprattutto lidentit della Nazione che si eredita e non quella che si pu costruire con lintegrazione europea, fa breccia negli euroscettici pi accesi e seduce quei cittadini che non solo si credono minacciati nella loro sicurezza e nella loro identit, ma si ritengono colpiti dalle severe politiche dellUE per contrastare la grave crisi finanziaria

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ed economica in atto. Addirittura talune forze politiche che maggiormente li rappresentano accusano lUE di colpi di Stato per rovesciare taluni Governi imponendo loro eccessive misure anticrisi. Il richiamo populista alle basi etniche dellUE, che nel contesto
dellevoluzione geopolitica mondiale sarebbe meglio considerare provincialismo, ha strumentalizzato la politica comunitaria

dellimmigrazione. Lo Spazio di libera circolazione Schengen stato giudicato troppo accogliente di immigrati in provenienza sia dalla confinante Federazione post comunista degli Stati legati a Mosca, sia dalla riva Sud del Mediterraneo in fibrillazione. Lanti multiculturalismo in questo caso riferito maggiormente al complesso rapporto tra gli occidentali e gli arabi mussulmani. Il Gruppo dei 10 contrasta totalmente la tesi nazional-populista, supportata dalleuro scetticismo, secondo cui lidentit europea perseguita dal Trattato di Lisbona non in grado di suscitare emozioni e di sollecitare una adesione popolare. E linsufficiente conoscenza delle Istituzioni europee che le fa talvolta percepire come lontane e astratte. Anche disinformazioni su talune Politiche comunitarie le fanno sembrare slegate dalle attese popolari. E pure da evitare che allinterno di Stati membri si attribuiscano al proprio Governo i meriti di decisioni comunitarie particolarmente positive, mentre si scarica sulla UE la causa di provvedimenti nazionali che comportano particolari severit. Certamente, per non lasciar diffondere le tesi nazional-populiste e leuro scetticismo, necessario migliorare linformazione sulle disposizioni legislative comunitarie (sempre prese alla presenza dei Governi nazionali) e denunciare la disinformazione a scopi elettorali. E anche opportuno rendere pi comprensibili e incisivi i comunicati UE e dare completezza al sito informatico ufficiale

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UE, attualmente scarsamente efficace, ed inoltre effettuare convincenti e motivanti interventi pubblici del Vertice comunitario sulle Politiche UE in ogni campo, anche per sollecitare un sentimento di fierezza di essere europei. Le pur legittime discussioni tra i partner in vista di difficili soluzioni (magari fermando lorologio come nei momenti pi

drammatici del passato comunitario, cos da protrarre i dibattiti per facilitare le posizioni comuni), si svolgono in pubblico,

evidenziando le divergenze con seguito di minacce negoziali . Ci propaga linquietudine e d limpressione di irreparabili divisioni, anche se poi queste finiscono sempre col comporsi in un accordo. Questa trasparenza nei dibattiti pu talvolta creare limpressione di inadeguatezza dellUE di fronte alla gravit della posta in gioco che, in definitiva, riguarda la stessa sopravvivenza dellEuropa integrata oggi nel turbine di una crisi globale. E opportuno essere consapevoli che la sfida del nazionalpopulismo e delleuro scetticismo o anche dellindifferenza nei confronti dellintegrazione europea sta gi incontrando la determinazione non solo dellapolitica ma anche di molti cittadini che vogliono una Unione Europea forte e dinamica capace,come parecchie volte in passato, di superare una crisi anche molto grave come lattuale. Non diminuisce la domanda di Unione europea di molti Paesi che ambiscono farvi parte non solo alla ricerca di prosperit, ma anche per acquisire i nostri valori, la nostra libert ed anche il nostro Euro che, in un solo decennio di vita, diventato la 2 moneta mondiale.

D) Conclusione
Limpegno del Gruppo dei 10 contribuire a vincere la sfida lanciata alla identit europea facendo leva sullesperienza comunitaria dei suoi membri che, in gran parte e per lungo tempo, sono stati attori, con ruoli diversi, del processo

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integrativo europeo. Il Gruppo convinto che le diversit che caratterizzano lEuropa, quando positive, devono essere considerate una autentica e peculiare ricchezza comune, perch non impediscono la possibilit di perseguire la solidariet tra i popoli per realizzare uno dei principali obiettivi comunitari: la coesione economica, sociale oltre che territoriale, attraverso: . equit nel rigore, . reciproco rispetto, . leale cooperazione, . reciproca assistenza, Nella attuale crisi finanziaria ed economica, con queste caratteristiche che si mettono in ordine i conti pubblici creando i margini per avanzi primari necessari a ristabilire una crescita ordinata senza inflazione, fautrice di benessere, e che si contribuisce a far acquisire allEuropa un ruolo principale nel consesso internazionale. LUnione Europea di oggi non pi la Comunit del cuore e della passione degli inizi della Comunit Carbosiderurgica, finalizzata ad eliminare secolari guerre fratricide ed a dare speranze per la futura Europa unita, ma certamente lEuropa della ragione, necessaria per affrontare con la fierezza di essere europei la sfida della globalizzazione dei mercati e del progressivo riequilibrio internazionale delle leaderschip mondiali: leadership che certamente non si addicono a singoli Paesi membri dellUE ma solamente ad una Europa integrata.

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DOCUMENTI DEL GRUPPO DEI 10
PER UNA UNIONE EUROPEA PIU DINAMICA E FORTE

n. 1: Un contributo ai lavori della Conferenza Intergovernativa del 2 semestre 2000 (Giugno 2000). Modifica del Trattato di Amsterdam. Princpi, valori ed obiettivi dellUnione Europea Dimensione e composizione della Commissione Voto nel Consiglio e procedure decisionali Presidenza di turno dellUnione Europea Il Parlamento Europeo Cooperazioni rafforzate Politica estera, di sicurezza e difesa Nuovo modello europeo di governance economica Carta dei Diritti fondamentali dellUnione Europea n. 2: Proposte al Consiglio di primavera a Stoccolma del 23- 24 marzo 2001 (Febbraio 2001).Coordinamento delle Politiche economiche e delloccupazione. n. 3: Un contributo al dibattito sul futuro dellUnione Europea in vista del Consiglio di Laeken del 14-15 Dicembre 2001 (novembre 2001). Lancio della Convenzione Europea Ruolo dei singoli Parlamenti nazionali nellarchitettura europea Delimitazione delle competenze tra lUnione Europea e gli Stati membri Principio della sussidiariet Lo status della Carta dei diritti fondamentali dellUE Semplificazione dei Trattati. n. 4: Contributo particolare alla Convenzione Europea (maggio 2002) Sistema istituzionale UE

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Ruolo internazionale e competenze UE Unione Economica e Monetaria La via verso una Costituzione europea e

n. 5: Contributo particolare alla Convenzione Europea sul consolidamento dellUnione Economica Monetaria (dicembre 2002)

n. 6: Contributo particolare alla Convenzione Europea (febbraio 2003) Politica Estera e di Sicurezza Comune Rafforzamento ed organizzazione della Presidenza di turno Parlamento Europeo e cooperazione intergovernativa Ulteriori riflessioni sullarchitettura istituzionale Tradizioni religiose e cultura laica. Inserimento nel Preambolo del Trattato costituzionale n. 7: Politica di Sicurezza e di Difesa Comune dellUnione Europea (maggio 2003) Oggetto del contributo del gruppo dei 10: le proposte del Praesidium alla Convenzione Larchitettura delle disposizioni sullazione esterna dellUE: Politica Estera e di Sicurezza Comune PESC; Politica Sicurezza e Difesa Comune PSDC; Relazioni economiche-commerciali esterne ecc. La definizione progressiva di una politica di difesa comune Il punto di forza: - cooperazioni strutturate per le missioni UE tra stati membri militarmente pi avanzati La prospettiva finale: la difesa comune quale sbocco della politica comune di difesa n. 8: Trattato che istituisce una Costituzione europea (ottobre 2003) Il progetto della Convenzione europea e le prospettive del negoziato tra i governi

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Il Consiglio Europeo, il Consiglio Legislativo La Commissione Europea Il Parlamento Europeo La Politica Estera e di Sicurezza Comune La Politica di Difesa La Governance economica dellUnione Lintegrazione europea: garantire la continuazione e lo sviluppo del processo

n. 9: La strategia di Lisbona per il rinnovamento economico, sociale e ambientale dellUnione Europea (febbraio 2004) Un contributo in occasione del Consiglio Europeo di Primavera del 25-26 marzo 2004. Occupazione, crescita e competitivit. I. Obiettivo della strategia di Lisbona II. Punti critici dellapplicazione della strategia di Lisbona - Coordinamento delle politiche economiche - il mercato unico di beni, servizi, capitali e lavoro. Le condizioni per sfruttarne le potenzialit - Il mercato unico delloccupazione per creare pi e migliori occasioni di lavoro. La sfida dellinvecchiamento della popolazione - Istruzione e formazione - La dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile n. 10: In occasione delle elezioni europee (maggio 2004) Ai cittadini, ai responsabili politici, ai candidati. Le sfide della prossima Legislatura I. Introduzione II. Approvazione del Trattato costituzionale Europeo: - Ruolo e composizione della Commissione - Attuazione della Politica Estera e di Sicurezza Comune - Politica di Sicurezza e Difesa Comune - Acquis comunitario

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Garanzia della continuazione e dello sviluppo dellintegrazione europea III. Politiche nei confronti degli Stati ed Aree prossime al territorio dellUE IV. Attuazione della strategia di Lisbona: competitivit, crescita, migliore occupazione V. Promozione del dibattito su prospettive finanziarie dellUE adeguate alle ambizioni n. 11: I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X. n. 12: La strategia di Lisbona. La grande sfida economica dellEuropa - Un contributo al Consiglio Europeo di primavera 2005 Introduzione Iniziativa di rilancio della Strategia di Lisbona. Coordinamento comunitario nei settori economia, occupazione, mercato Unione Economica e Monetaria: Patto di stabilit e strategia di Lisbona per la crescita Riposizionamento produttivo europeo Solida area europea di ricerca e di innovazione Circolo virtuoso per maggiori e migliori posti di lavoro modernizzare il modello sociale europeo Invecchiamento attivo della societ Istruzione e formazione Dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile: Processo decisionale dellUE: coinvolgimento di imprese, societ civile, collettivit locali Conclusioni -

Valori e interessi dellUE nelle relazioni con il resto del mondo I. Lo status dellUnione Europea nel Consiglio di sicurezza dellOnu: - Ruolo internazionale dellUE - Rapporto del Gruppo ad alto livello sulla riforma dellONU

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II. III. n. 13: Presenza europea nel Consiglio di Sicurezza: art. 306 del Trattato Costituzionale Proposta del Gruppo dei 10 per lo Status dellUE nel Consiglio di Sicurezza Il ruolo dellUnione Europea nel Fondo Monetario Internazionale Introduzione La situazione attuale Un ruolo pi forte dellUE, una presenza pi efficace del FMI Proposta del Gruppo dei 10: una riforma pi incisiva ed un seggio unico per lUE LUnione Europea, gli Stati Uniti, lAIEA ed i programmi nucleari dellIran Introduzione I precedenti nucleari dellIran Liniziativa in Iran di Francia, Germania, Gran Bretagna Il negoziato UE-Iran per un accordo di commercio e cooperazione La posizione del Gruppo dei 10 sui rapporti UE-Iran Ricreare la fiducia dei cittadini europei nel processo di integrazione europea. Cogliere le opportunit di una Unione Europea in evoluzione Introduzione Come difendere il modello sociale europeo Come approfondire la politica comune di difesa Come accelerare la stabilizzazione dei Balcani Occidentali nel cuore dellEuropa

I. II. III. IV.

n.14: Riconquistare la fiducia dei cittadini europei nel processo di integrazione europea. Un percorso a doppio binario per superare limpasse dellUnione Europea.

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I. Introduzione II. Proposta del Gruppo dei 10. Azioni prioritarie: - Riforma della politica economica della Comunit - Impulso alla politica comune esteri, sicurezza e difesa - Una politica comune immigrazione-integrazione e lotta alla criminalit organizzata III. Proposte del Gruppo dei 10. II Seguito del Trattato costituzionale n. 15: LEuropa della politica comune, Esteri, Sicurezza e Difesa I. Introduzione II. Alle origini di una difesa europea III. Attualit della Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD) IV. Operazioni UE di sicurezza e difesa V. Conclusioni n. 16: Politica energetica comune, proposte al Consiglio di primavera 8-9 marzo 2007 I. Introduzione II. Le principali proposte del Gruppo dei 10: - Lapertura del mercato comunitario dellenergia elettrica e del gas - Mix energetico dellUE, degli Stati membri e delle imprese - Risparmio energetico: consumi di energia razionali e intelligenti - Impedire la degenerazione climatica - Voce unica nella politica energetica esterna dellUE n. 17: Interventi alla Celebrazione del 50 della firma dei Trattati di Roma. 26 Febbraio 2007. Prof. Giovanni Maria Flick Amb. Luigi Vittorio Ferraris On. Filippo Maria Pandolfi

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Amb. Pietro Calamia On. Franco Frattini n. 18: Politica europea ai confini dellUnione. Proposte al Consiglio Europeo di Bruxelles del 21-22 giugno 2007. Sintesi I. Introduzione II. Paesi confinanti: liberalizzare e modernizzare III. Dimensione Nordica: baricentro Russia IV. Sinergia Mar Nero: Hub energetico V. Mediterraneo Sud: Partenariato Strategico - Unione Mediterranea. n. 19: Implicazioni del Trattato di riforma dellUnione Europea (Settembre 2007) Sintesi I. Abbandono del Trattato Costituzionale II. Convocazione della Conferenza Intergovernativa III. Obiettivi del Trattato di Riforma - Salvaguardia delle identit nazionali - Nuovi impegni comunitari: energia clima - Spazio europeo: giustizia e affari interni - La voce dellEuropa nel mondo - Coordinamento delle politiche sociali nazionali - Coordinamento delle politiche economiche nazionali - Riforme istituzionali - Nuovo pi democratico processo decisionale - Nuovo sistema di voto n. 20: Unione Europea: spazio comune sicurezza, giustizia (Febbraio 2008) di libert,

Sintesi
I. Considerazioni iniziali

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II. Spazio di libert, sicurezza, giustizia - Immigrazione - Libert di movimento per i cittadini - Sicurezza e giustizia III. Iniziative comunitarie nel 2008 IV. Trattato di Lisbona: progressi per libert, sicurezza e giustizia n. 21: La nuova strategia Euro-Mediterranea, (Il Processo di Barcellona: una Unione per il Mediterraneo) Sintesi I. Le decisioni sino ad ora assunte dallUE. II. Obiettivo implicito dellUnione per il Mediterraneo III. Precedenti della nuova iniziativa mediterranea a) Il Processo di Barcellona b) La politica UE di Vicinato IV I problemi da affrontare dallUE a) Le reazioni dei Paesi della riva Sud b) La governance dellUnione per il Mediterraneo Conclusioni n. 22: Il ruolo Internazionale dellUnione Europea Introduzione I. Dottrina europea delle Relazioni esterne dellUE a) Rinnovata partnerschip atlantica b) Russia c) Balcani Occidentali e Turchia d) Cina, India e) ASEAN f) Africa g) America Latina e America Centrale II. Negoziati commerciali Doha III Nuova strategia euromediterranea IV Politica comune Esteri, Sicurezza, Difesa (PESD) a) Interessi strategici dellUnione Europea

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b) Rafforzamento capacit operativa militare Allegato: 21 Operazioni PESD a partire dal 2003 Conclusioni n. 23: Le elezioni europee del 6-7 giugno 2009 I. Perch votare europeo Le ragioni legate alla vita comunitaria B) ragioni legate al ruolo mondiale dellUE - Avvio riforma finanziaria internazionale - Sospensione del conflitto Israele-Gaza - Unione per il Mediterraneo - Patto europeo per limmigrazione - Cessate il fuoco tra Russia e Georgia - Strategia del pacchetto energia-clima - Consolidamento pace dopo i conflitti II. Parlamento Europeo: autonomia strategica dellUE Politica Esteri ,Sicurezza, Difesa III. Le fondamenta dellUnione Europea IV. Il modello attuale di Unione Europea V. I Partiti nazionali e europei Elenco Documenti del Gruppo dei 10 n. 24: Dalla crisi globale e dal si irlandese una Unione Europea rinnovata (5 ottobre 2009) Introduzione generale I. Rafforzare la politica Esteri, Sicurezza e Difesa II. Superare lasimmetria moneta-economia III. Attuare Cooperazioni Rafforzate e sviluppare la Cooperazione Strutturata Permanente (Sicurezza e Difesa) Elenco Documenti del Gruppo dei 10 n. 25: Unione Europea rinnovata (gennaio 2010) Introduzione I. Exit Strategy dalla crisi globale - Il consolidamento dei conti pubblici - Le politiche del lavoro nella nuova economia europea

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- Quattro riforme II.Energia eco compatibile - Trattato di Lisbona - Iniziative UE in campo internazionale - Politica energetica comune eco compatibile generatrice di innovazioni tecnologiche e di sviluppo economico - Ricadute del Summit di Copenaghen Elenco dei Documenti del Gruppo dei 10 n. 26: Il Trattato di Lisbona ricreare fiducia nei cittadini (aprile 2010) Introduzione I Strategia Economica EU 2020 Riflessioni generali Coordinamento, sorveglianza: politiche economiche Formazione e lavoro Istruzione e ricerca II Giustizia, Libert, Sicurezza per i cittadini Emigrazione illegale Cooperazione Sicurezza interna Clausola Solidariet Giustizia unica penale, civile Lotta al terrorismo. Intercettazioni III Pi efficacia alla Politica Estera comune Politica Estera, Sicurezza Comune (PESC) Servizio Diplomatico Europeo Politica Sicurezza e Difesa (PESD) Elenco Documenti del Gruppo dei 10 n. 27: LUnione Europea si riprende e reagisce alla crisi globale (settembre 2010) Introduzione A) Il recente passato - La BCE e la stabilit dellEuro

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- Priorit UE : rigore di bilancio - Posizione UE nel G20 di Toronto - Disinnescata la crisi dellEuro B) Levoluzione in corso - Governo (Governance) europeo delleconomia - Lavoro e occupazione nella Governance economica - Procedure di coordinamento economico - Governance finanziaria: supervisione UE - Approfondimento del Mercato unico n. 28: Politica di Sicurezza e di Difesa Comune(PSDC)
elemento determinante Febbraio 2011

della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) Premessa Presentazione - impegni di Politica Estera 2011 I. Avvio della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune II. Consolidamento della Politica di sicurezza e di Difesa - Agenzia Europea per la Difesa - liniziativa franco britannica: 3 dic. 1998 e 2 nov. 2010 - le strutture di gestione delle capacit militari e civili PESC III. Relazioni transatlantiche USA-UE-RUSSIA - Partenariati strategici: - USA/UE - UE/Russia - UE/Cina n. 29: Partecipare alla formazione delle leggi EU
(maggio 2011)

Introduzione I. Nozioni preparatorie alle consultazioni UE - LUE e lUnione Politica

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- Progressi del processo integrativo II. Come legifera lUE -metodo comunitario -metodo intergovernativo III. Elaborazione delle proposte legislative UE IV. Metodo per coinvolgersi nel processo legislativo V. Preparazione della Politica comune dellimmigrazione n. 30: Unione Europea. Sfida a scetticismo e populismo
(settembre 2011)

Introduzione I Progressi dellUE 1. Governo comunitario delleconomia e dellEuro 2. Europa dellimmigrazione e dellaccoglienza 3. Europa militare-civile della Difesa e Sicurezza II Lidentit europea secondo il Trattato A) identit ispirata alle eredit dellEuropa B) relazioni identit europea-identit nazionali C) sfida nazional-populista alla identit europea D) conclusione Elenco Documenti del Gruppo dei 10

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