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GRUPPO DEI 10
PER UNA UNIONE EUROPEA PIU DINAMICA E FORTE

Palazzo Baldassini - Roma

Partecipare alla formazione delle leggi EU


Documento n. 29 - maggio 2011 Introduzione Nozioni preparatorie alle consultazioni UE - LUE e lUnione Politica - Progressi del processo integrativo II Come legifera lUE - Metodo Comunitario - Metodo intergovernativo, 2 esempi: 1. Patto per lEuro plus - Governance economica UE 2. Politica Esteri, Sicurezza, Difesa III Elaborazione proposte legislative - Programma lavoro annuale della Commissione - Piano anticorruzione del Parlamento Europeo IV Metodo per coinvolgersi nel processo legislativo V Proposte di Politica comune dellimmigrazione Elenco Documenti del Gruppo dei 10 I

Istituto Luigi Sturzo Palazzo Baldassini - via delle Coppelle, 35 - 00186 Roma e-mail: gruppodeidieci@sturzo.it

GRUPPO DEI 10
PER UNA UNIONE EUROPEA PIU DINAMICA E FORTE

Palazzo Baldassini - Roma

Partecipare alla formazione delle leggi EU


Documento n. 29 - maggio 2011 Introduzione Nozioni preparatorie alle consultazioni UE - LUE e lUnione Politica - Progressi del processo integrativo II Come legifera lUE - Metodo Comunitario - Metodo intergovernativo, 2 esempi: 1. Patto per lEuro plus - Governance economica UE 2. Politica Esteri, Sicurezza, Difesa III Elaborazione proposte legislative - Programma lavoro annuale della Commissione - Piano anticorruzione del Parlamento Europeo IV Metodo per coinvolgersi nel processo legislativo V Proposte di Politica comune dellimmigrazione Elenco Documenti del Gruppo dei 10 I

Istituto Luigi Sturzo Palazzo Baldassini - via delle Coppelle, 35 - 00186 Roma e-mail: gruppodeidieci@sturzo.it

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INDICE
PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DEI 10 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DEI 10 PRINCIPI, VALORI ED OBIETTIVI DELLUNIONE EUROPEA PARTECIPARE ALLA FORMAZIONE DELLE LEGGI UE INTRODUZIONE 5 7 9 11 11 15 19 25 31 35

I Nozioni preparatorie alle consultazioni UE II Come legifera lUE III Elaborazione proposte legislative UE IV Tenersi al corrente iniziative UE V Politica comune immigrazione Elenco Documenti del Gruppo dei 10

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PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DEI 10 Il Gruppo dei 10, avviato con la presidenza dell Amb. Cesidio Guazzaroni, composto da personalit ed esperti di politica internazionale, che in gran parte e per lungo tempo sono stati attori, con ruoli diversi, del processo di integrazione europeo. Il Gruppo si ispira a 4 forti convinzioni: a) Necessit di una rapida e profonda evoluzione del sistema comunitario, verso una Unione reale tra popoli europei animati da uno stesso ideale. Lobiettivo deve essere quello di consolidare la cittadinanza europea, assicurare un duraturo progresso economico e sociale, rafforzare lidentit e lindipendenza dellEuropa, promuovere la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo. E ci in coerenza con gli ideali, i principi ed i valori che hanno ispirato i Padri fondatori. b) Difficolt di gestire, con le regole attuali, una Unione che ha accolto progressivamente Paesi molto differenti tra loro; conseguente necessit di estendere il voto a maggioranza e di razionalizzare il funzionamento delle Istituzioni, in particolare del Parlamento, della Commissione e del Consiglio, senza alterare quel loro equilibrio che rappresenta loriginalit della Comunit. c) Impegno nel non compiere passi indietro, ma anche nel non legare il processo integrativo al ritmo di chi, per varie motivazioni oggettive, pi lento; consentire quindi ai Paesi pi motivati e disponibili di fungere da traino per raggiungere prima quegli obiettivi gi peraltro accettati unanimemente. Il metodo delle cooperazioni intergovernative pi avanzate tra alcuni Stati membri, gi previsto dal Trattato, deve essere reso pi agevole e capace di estendersi a tutti i settori

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dellintegrazione. E inoltre necessario mantenerlo nellambito istituzionale dellUnione Europea. In questo modo sar possibile trasformare gradatamente i diversi interessi nazionali in interessi comunitari. d) Rilevanza della Carta dei fondamentali valori individuali, sociali e collettivi, modernamente interpretati, che costituiscono lattuale base comune di libert dellUnione. Questa esigenza ancor pi evidente con lingresso di altri Paesi europei, alcuni dei quali provengono da diverse esperienze costituzionali.

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COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DEI 10 Membri - Dott. Achille Albonetti. Direttore responsabile della Rivista Affari Esteri, Rappresentante della Fondazione Alcide De Gasperi, gi Direttore di Gabinetto della Commissione CEE. - Amb. Piero Calamia. Gi Rappresentante Permanente dellItalia presso le Comunit Europee. - Prof. Carlo DellAringa. Professore Ordinario di Economia politica allUniversit Cattolica di Milano, Membro della European Employment Task Force presso la Commissione dellUE, Rappresentante della Fondazione Giulio Pastore. - Prof. Luigi Vittorio Ferraris. Gi Ambasciatore dItalia in Germania e Sottosegretario di Stato agli Esteri. - Dott. Gerardo Mombelli. Gi Direttore di Gabinetto della Commissione CEE e Rappresentante della Commissione Europea in Italia. - Dott. Ing. Flavio Mondello. Docente e membro CdA del Collegio Europeo di Parma, gi Rappresentante Permanente della Confindustria presso le Comunit Europee e Presidente del Gruppo Piccole e Medie Imprese della Confindustria Europea. - Prof. Luigi Paganetto. Presidente della Fondazione Universitaria Ceis Economia Tor Vergata, Ordinario di Economia Internazionale e Segretario Generale della International Economic Association (IEA). - Dott. Filippo Maria Pandolfi. Gi Parlamentare, Ministro: Finanze, Tesoro, Industria, Agricoltura, Membro del Consiglio della Comunit Europea e V. Presidente della Commissione Europea.

- Avv. Prof. Virginio Rognoni. Gi V. Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Parlamentare, Ministro: Interno, Grazia e Giustizia, Difesa, Membro del Consiglio della Comunit Europea e della NATO. - Dott. Enrico Vinci. Gi Segretario Generale del Parlamento Europeo. Invitati Permanenti: - Amb. Rocco Cangelosi. Consigliere di Stato, gi Consigliere Diplomatico del Presidente della Repubblica e Rappresentante Permanente dellItalia presso lUnione Europea, Docente al Collegio Europeo di Parma. - Amb. Enrico Pietromarchi. Gi Rappresentante Permanente Aggiunto dellItalia presso Comunit Europee, Ambasciatore in Bosnia ed in Grecia. Membro di diritto: Dott.ssa Flavia Nardelli. Segretario Generale dellIstituto Luigi Sturzo Roma Coordinatore: Dott. Ing. Flavio Mondello

PRINCIPI. VALORI, OBIETTIVI


DELL U NIONE

E UROPEA

Nel formulare proposte valide a proiettare nel futuro una Unione Europea pi dinamica e forte noi riteniamo sia essenziale partire, anzitutto, da certe premesse fondamentali che hanno ispirato, finora, per oltre cinquantanni tutto il processo unitario europeo. LUnione Europea si realizzata attraverso lUnione libera e volontaria, senza alcun impiego di forza; attualmente ha il consenso liberamente espresso dai rispettivi popoli dei 27 Stati europei, sovrani e democratici, di uguale dignit e di diversa tradizione politica e culturale. Gli obiettivi fondamentali e permanenti del processo evolutivo comunitario ed i princpi, gli ideali ed i valori cui esso dovr sempre ispirarsi sono ripresi nel Trattato costituzionale dellUnione e sono validissimi nel mondo globalizzato di oggi. Si possono elencare: sostituire alle rivalit secolari una fusione dei loro interessi essenziali; porre i fondamenti di Istituzioni capaci di indirizzare un destino ormai condiviso; rafforzare le difese della pace e della libert, facendo appello agli altri popoli dEuropa, animati dallo stesso ideale, perch si associno al loro sforzo; dimostrare attaccamento ai principi della libert, della democrazia e delluguaglianza ed al rispetto dei diritti delluomo, delle libert fondamentali e dello Stato di diritto; intensificare le solidariet tra i popoli ispirandosi alle eredit culturali, religiose e umanistiche, consapevoli del patrimonio spirituale e morale dellUnione; promuovere il progresso economico e sociale dei loro popoli;

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garantire che i progressi compiuti sulla via dellintegrazione economica si accompagnino a paralleli progressi dellintegrazione politica; rafforzare la cittadinanza comune dei cittadini dei loro Paesi; mantenere integralmente lacquis comunitario e svilupparlo.

Partecipare alla formazione delle leggi UE

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INTRODUZIONE
Il Gruppo dei 10 sollecita una riflessione sullimportanza di una partecipazione responsabile delle pubbliche autorit e della societ civile allintensa attivit di consultazione da parte dellUnione Europea durante il processo legislativo dellUnione Europea. Da questo processo derivano Politiche ed Azioni Comuni su temi che influenzano la vita dei cittadini europei ed anche riguardano i Paesi terzi del Vicinato sempre pi interessati a mettersi in sintonia con lUE. Certamente difficile da parte dei singoli cittadini la ricerca delle informazioni sulle decisioni dellUE che possono riguardarlo. E quindi indispensabile che i numerosi Enti od Organismi rappresentativi, i media ed anche i Parlamentari nazionali ed europei contribuiscano a far conoscere, in funzione delle diverse tematiche, le deliberazioni comunitarie rese pubbliche. E essenziale, anche da parte delle Istituzioni comunitarie, la diffusione capillare dei siti informatici cui riferirsi per effettuare le opportune ricerche in quanto tutta lattivit comunitaria, qui di seguito trattata, disponibile in rete.

1) Sono opportune talune precisazioni:


- I temi di competenza comunitaria, e cio di interesse comune, e le relative Politiche ed Azioni comuni oggetto della legislazione UE, non sono lasciati allimprovvisazione delle Istituzioni comunitarie, ma sono stati preventivamente decisi dai Governi degli Stati membri che ne diventano responsabili, - nel Trattato, firmato dai Governi degli Stati membri e successivamente ratificato o da cittadini o da Parlamenti nazionali, precisata la base giuridica sulla quale si deve

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sviluppare il processo legislativo per ogni tema,senza possibilit di introdurre modifiche. - il diritto comunitario che ne deriva ha il sopravvento sul diritto nazionale.

2) Occorre inoltre essere tutti consapevoli, per evitare qualsiasi


tipo di alibi o di rimostranza a posteriori, che ogni proposta di legge comunitaria subordinata non solo ad una fitta serie, resa pubblica, di consultazioni tecniche di tutti gli interessati, ma anche ad una preventiva valutazione del suo impatto sia economico che sociale e ambientale. Non solo, durante la formazione della proposta di legge elaborato da parte della Commissione, sulla base di ampie consultazioni, un approfondito documento scritto (reso pubblico, destinato al legislatore comunitario, e contemporaneamente ai Parlamenti nazionali, in cui si evidenzia e si motiva in maniera circostanziata lavvenuto rispetto: - del Principio di Sussidiariet
LUE interviene direttamente perch raggiunge lobiettivo comune meglio di quanto non si possa fare a livello nazionale, regionale o locale. Daltra parte la Commissione dimostra di tener conto della dimensione regionale e locale dellazione proposta e ne giustifica limpatto finanziario per gli Stati membri quando la tradurranno in legge nazionale.

Ogni Parlamento nazionale deve controllare, attraverso anche ampie consultazioni , se gli indicatori qualitativi e quantitativi, a giustificazione della proposta della Commissione, sono corretti e se gli oneri finanziari e amministrativi della proposta di legge comunitaria che ricadono su coloro che debbono applicarla: Governi nazionali, Enti regionali o locali, Operatori economici, Cittadini, sono il meno gravosi possibile. - del Principio di Proporzionalit

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(ogni proposta di legge comunitaria nel suo contenuto e nella sua forma deve non andare oltre a quanto necessario per conseguire gli obiettivi del Trattato) N. B. Ciascuno dei Parlamenti nazionali pu inviare, entro 8 settimane dal recepimento della proposta di legge UE, ai Presidenti di Parlamento europeo, di Consiglio, di Commissione, con laccordo dei Parlamenti regionali legislativi, il proprio parere motivato di non rispetto del Principio di Sussidiariet. In caso di contrasto sulla modifica della proposta entra in gioco la Corte di Giustizia dellUnione.

3) Non si deve ignorare che, per facilitare conoscenza ed


intervento alle consultazioni durante lla preparazione di ogni proposta di iniziativa comunitaria, annunciato nel dettaglio il programma annuo di attivit della Commissione ed predisposta e resa pubblica una approfondita roadmap che rende noto, sin dalla fase iniziale, lintero percorso elaborativo allinterno della Commissione stessa, e sottopone al giudizio degli interessati le possibili alternative normative per il raggiungimento dellobiettivo comunitario.

4) E necessario essere al corrente dellintensa attivit della


Commissione di aggiornare, correggere o annullare le leggi che, a seguito di opportune consultazioni con gli interessati o di motivate sollecitazioni, sono considerate in tutto o in parte obsolete. Analogamente sono programmati monitoraggi delle tecniche di applicazione delle normative comunitarie con la valutazione (si applica una metodologia uniforme di valutazione decisa sulla base di opportune consultazioni ) dei loro concreti effetti in ciascun paese per misurarne la compatibilit sia con le attese del legislatore UE, sia con le aspettative del destinatario della legge e,

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se del caso, procedere ad aggiustamenti della legge od a emanare vincolanti sollecitazioni . (Sono state per es. rilevate incompatibilit col Principio di Proporzionalit, in particolare nel settore agricoltura)

5) Importante lessere consapevoli del ruolo affidato dalla UE


a Governi e Partner sociali quando si lascia loro lautonomia delle modalit di realizzazione di obiettivi comuni sulla base di Orientamenti comunitari, di Dialoghi sociali a livello europeo, di Strategie comuni, Consultazioni varie, ecc. Solo chi partecipa responsabilmente alla attivit dellUE, che resa assolutamente pubblica, pu legittimamente influire, esprimendo posizioni convincenti, sulle deliberazioni finali e non essere poi colto di sorpresa dalla legge comunitaria. Ogni successiva recriminazione dopo lemanazione dei provvedimenti comunitari difficilmente potrebbe essere giustificata ed eventualmente richiederebbe un oneroso ricorso alla Corte di giustizia comunitaria. Talune essenziali ed efficaci pratiche di lavoro dellUnione, pi sopra ricordate, come la preventiva valutazione dellimpatto, che riguardano non solo le pubbliche autorit ma anche la societ civile, non solo meritano di essere conosciute , ma dovrebbe essere sollecitata la loro messa in atto allinterno di molti Stati membri.

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Nozioni preparatorie alle consultazioni UE


1) LUnione Europea e le concrete possibilit di rapida trasformazione in Unione Politica Il Trattato di Lisbona (firmato dai Governi dei 27 Stati membri il 13 dicembre 2007 ed entrato in funzione il 1 dicembre 2009) costituisce una ulteriore tappa nel processo che, facendo evolvere le 3 prime esperienze comunitarie (la Comunit carbone e acciaio, la Comunit economica e la Comunit Europea) per reagire a nuove e complesse sfide mondiali deve portare ad una unione sempre pi stretta tra i popoli europei (e non tra gli Stati europei). Si persegue una Unione impegnata, attraverso Istituzioni rafforzate, a trasformare progressivamente egoismi nazionali in interessi comunitari, operando entro confini storici, culturali e naturali ben pi ampi di quelli iniziali ed ulteriormente dilatabili. Il nuovo percorso, non privo di ostacoli, dello sviluppo dellintegrazione da considerarsi ormai individuato per un indefinito numero di anni. Non si attualmente in grado di programmare tempi e formula finale di una Unione compiuta che deve immettere in un circuito fortemente variegato, di quasi mezzo miliardo di cittadini, un insieme di diritti e valori, di aspettative e di spettanze. Continua infatti ad essere fermamente ribadito dai 27 Governi degli Stati membri il concetto che lUE deve rispettare sia lidentit nazionale dei singoli Stati membri (identificata nella loro struttura fondamentale politica ed costituzionale, comprese autonomie regionali e locali), sia le loro funzioni essenziali (salvaguardia dellintegrit territoriale, mantenimento dellordine pubblico, tutela della sicurezza nazionale).

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Si introduce anche il diritto di recesso dallUnione e si conferma il diritto di uscita e di entrata in taluni campi di competenza comunitaria. Non si dovrebbe comunque spegnere il sogno federalista secondo cui possono nascere gli Stati Uniti dEuropa trasferendo linsieme delle sovranit nazionali ad una entit sovranazionale. Le lunghissime traversie per giungere al Trattato di Lisbona (ivi compresa la mancata ratifica del precedente Trattato Costituzionale, peraltro solennemente firmato da tutti i 27 Governi membri) scoraggiano, in un periodo ravvicinato, nuovi cambiamenti istituzionali nellUE. Per ora sembra difficile far nascere, col consenso dei cittadini, dei Parlamenti nazionali e dei Governi, una definitiva Europa politicamente unita. Occorrerebbe per questo un forte slancio di volont politica di tutti i Paesi membri a fondersi in una unit. Nellagitata fase politico strategica europea ed internazionale diventa invece sempre pi necessaria questa unit istituzionale per assicurare un forte ruolo dellUnione Europea nel mondo. E stata comunque espressa lessenza della identit europea attraverso la Carta Europea dei Diritti (Dignit, Libert, Uguaglianza, Solidariet, Giustizia) entrata a far parte del Trattato, e quindi vincolante, e si dato risalto alla Cittadinanza Europea associata alla cittadinanza nazionale, che, tra laltro, concede il diritto di iniziativa comunitaria ai cittadini europei (almeno 1 milione di cittadini provenienti da un numero significativo di Stati membri).

2) Progressi del Processo integrativo europeo

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Si deve dare atto al processo integrativo europeo di aver compiuto in un solo mezzo secolo notevoli passi avanti istituzionali sia per la logica evolutiva avanzata da Jean Monnet, sia applicando larte del compromesso. I 27 Governi membri, con lapprovazione dei cittadini e dei Parlamenti nazionali, hanno identificato e perseguito molti obiettivi che possono essere raggiunti solo in comune. I 27 hanno pertanto deciso di integrare le precedenti esperienze sia con nuove Politiche comuni , sia con nuove forme di Cooperazione tra Stati membri: il fatto pi rilevante, oltre alla elezione del Parlamento Europeo cui stato successivamente attribuito un potere legislativo (precedentemente solo consultivo), laver affiancato alla politica monetaria dellEuro un governo europeo delleconomia, sino ad ora considerato politicamente impossibile. Altrettanto rilevante laver allargato il campo dazione dellUnione al settore della sicurezza ed a quello militare, insieme al settore degli Affari Esteri. Si sono create le condizioni per una risposta alle attuali nuove sfide mondiali: globalizzazione, cambiamento climatico, evoluzione demografica, sicurezza energetica. Un altro importante salto di qualit era gi stato compiuto con laffermazione di un reale potere affidato alla Corte di Giustizia dellUE (inizialmente considerata dal Generale De Gaulle solo unipotesi programmatica comunitaria) che le consente ora di far pienamente rispettare il diritto comunitario nellinterpretazione e nellapplicazione dei Trattati, e di assicurale una tutela giurisdizionale effettiva nei settori disciplinati dal diritto dellUnione. Altri passi avanti sostanziali sono intervenuti col riconoscimento allUnione Europea della personalit giuridica che prevede la possibilit di negoziare direttamente accordi in materia internazionale ed anche con lattribuzione ai due settori -

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cooperazione di polizia e cooperazione giudiziaria in materia penale- della normale procedura legislativa comunitaria (proposta della Commissione e decisione congiunta del Parlamento Europeo e del Consiglio). Purtroppo non si riesce ancora a superare lobbligo dell unanimit nella Politica degli Affari Esteri, della Sicurezza e della Difesa, rendendo almeno ampiamente operativa la clausola della astensione costruttiva che non blocca la volont di chi daccordo. Pi problematica, daltra parte, la unificazione, imposta dal Trattato di Lisbona, delle tre cariche: Alto Rappresentante per la Politica Estera, Vice Presidente della Commissione responsabile delle altre relazioni esterne e Presidente della nuova organizzazione diplomatica dellUnione (Servizio europeo per lazione esterna), che limita lefficacia delazione dellAlto rappresentante Sig.ra Ashton .

II Come legifera lUE

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a differenza degli Stati membri a)


metodo comunitario (coinvolge:Commissione-Parlamento Europeo-Consiglio) Il processo legislativo dellUE sui generis perch centrato su un triangolo istituzionale che assegna alla Commissione,
(designata dai Governi, eletta dal Parlamento Europeo e rappresentante linteresse dellintera Unione Europea), un potere propositivo

indipendente ed anche un potere esecutivo, tuttavia sottoposto al controllo del Parlamento Europeo e del Consiglio. Il potere legislativo dellUnione (insieme a quello di bilancio) affidato in cogestione al Parlamento Europeo, eletto a suffragio universale diretto e rappresentante dei cittadini dellUE, ed al Consiglio composto da Ministri dei Governi nazionali. Spetta dunque al Parlamento ed al Consiglio (che deliberano a maggioranza qualificata) il compito di emanare la legge. Ogni Parlamentare Europeo, che normalmente membro di un Gruppo politico a livello UE, ed ogni Ministro nazionale, per conto del proprio Governo, assume la responsabilit della legge comunitaria. Ugualmente responsabili sono i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri, riuniti nel Consiglio Europeo (che nulla a che vedere col Consiglio dEuropa installato a Strasburgo) insieme al Presidente della Commissione. Spetta loro imporre allintero triangolo istituzionale di cui sopra, impulsi, orientamenti ed identificazione delle priorit politiche dellUnione Europea. Il Consiglio Europeo si pronuncia per consenso (unanimit), non ha potere legislativo perch questo spetta per Trattato al triangolo istituzionale. Tuttavia influenza sostanzialmente la legge comunitaria ed imprime la sua volont agli Stati membri.

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E presieduto da un Presidente permanente (due anni e mezzo rinnovabili una volta), che non pu esercitare un mandato nazionale, e che assicura, avendo il livello di Capo di Governo, la rappresentanza esterna dellUE per le materie relative alla Politica Estera, di Sicurezza e di Difesa.

b) Metodo intergovernativo, 2 esempi: 1.

1. Patto per lEuro plus Governance economica UE 2. Politica Esteri, Sicurezza, Difesa

Patto per lEuro plus (Governance economica dellUE) Di fronte allurgenza di affrontare problemi maggiori e complessi nellambito dellUnione Economica e Monetaria, come lesigenza di realizzare un effettivo coordinamento UE delle politiche economiche di responsabilit nazionale (a fianco della politica monetaria unica dellEuro), i Capi di Stato e di Governo dei 17 paesi della zona Euro avendo la maggiore responsabilit in questo campo, hanno adottato il Patto per lEuro plus. Questo comporta impegni vincolanti per superare la grave crisi finanziaria, economica e occupazionale non ancora risolta ed un esempio per gli altri Stati membri non Euro. Trattandosi di una iniziativa intergovernativa ha giocato il peso dei due Governi trainanti ,francese e tedesco, che (a livello di Sarkozy e della Sig.ra Merkel) hanno concordato un compromesso tra le loro posizioni (Germania: severit sulle regole comunitarie Francia: sanzioni non automatiche). Allinterno della zona Euro sono stati poi introdotti alcuni adattamenti. (es. lItalia ha fatto inserire nel calcolo del debito pubblico un riferimento al debito privato). La Commissione, nellelaborare i testi dellintera operazione di Governance economica, si attenuta alle conclusioni dei Capi di Stato e di Governo.

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In base al principio delle Cooperazioni rafforzate che possono effettuarsi allinterno dellUE tra non meno di 9 Stati membri intenzionati ad agire da avanguardia lasciando la porta aperta agli Stati che vorranno affiancarsi, 6 Paesi non ancora euro (Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia, e Romania) si sono subito uniti ai 17 della zona Euro. (sono rimasti fuori dal Patto Gran Bretagna,
Ungheria, Repubblica Ceca e Svezia).

Il Patto per lEuro plus, impone un severo coordinamento delle Politiche economiche nazionali, associato a penalit per chi non osserva le nuove regole UE ed a sostegni per gli Stati in difficolt. E finalizzato al miglioramento della competitivit, riducendo progressivamente i sensibili scarti tra i Paesi membri, ed anche riducendo i disequilibri macroeconomici che rischiano di minare la fiducia a medio e lungo termine sullEuro. Aumenter la convergenza delle politiche economiche nazionali ed in definitiva si rafforzer la economia sociale di mercato, caratteristica dellUE. Gli Stati membri che hanno sottoscritto il Patto si sono giuridicamente impegnati a comunicare allUE, sulla base di precise condizioni unanimemente e chiaramente indicate dal Consiglio Europeo, una serie di concrete azioni nazionali da mettere in atto ogni anno. Entro fine aprile 2011, per esempio, era scattato lobbligo di consegnare a Bruxelles i programmi nazionali di riforma, di stabilit o di convergenza comunitaria, (finalizzati a raggiungere una sana situazione di bilancio) per consentire una loro valutazione da parte dei Capi di Stato e di Governo nel Consiglio Europeo previsto per l 11 giugno 2011. Il successo del Patto dipende dalla sua effettiva applicazione: al riguardo deve essere noto il nuovo severo meccanismo UE di sorveglianza comunitaria comportante azioni preventive e punitive.

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Esistono, infatti, rischi di gravi denunce pubbliche a livello comunitario, che si trasformano poi a livello internazionale, e di forti sanzioni finanziarie (semi-automatiche, decise a maggioranza qualificata) per chi non ha rispettato le raccomandazioni UE e non si ispirato alle migliori pratiche attuate allinterno dellUE. E dunque dovere dei Capi di Stato e di Governo illustrare, non solo ai rispettivi Parlamenti nazionali, ma anche ai cittadini, limpegno personalmente assunto nel Consiglio Europeo di rispettare quattro precise regole direttrici per le azioni che rimangono di competenza nazionale e corrispondono alle specifiche sfide di ciascun Paese:

I- Compatibilit con tre strumenti comunitari:


a) Strategia Europa 2020 (per uscire dalla crisi e preparare leconomia europea ad affrontare le sfide dellattuale decennio). 3 motori di crescita: - crescita intelligente (conoscenza, innovazione, istruzione, societ digitale) - crescita sostenibile (produzione pi efficace, rilancio competitivit) - crescita inclusiva (mercato del lavoro, acquisizione di competenze, lotta alla povert). Saranno severamente valutati dallUE i progressi compiuti. b) Impegni semestrali per il coordinamento delle politiche di bilancio(con scadenze precisate nel nuovo strumento UE): il Semestre europeo comporta lesame dei bilanci nazionali da parte del Consiglio Europeo e del Consiglio dei Ministri sulla base di un rapporto della Commissione - prima che siano fatti votare dai Parlamenti nazionali.

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N.B. E raccomandato il ricorso anche a organismi nazionali indipendenti incaricati di fornire analisi, valutazioni e previsioni in materia di politica di bilancio nazionale. c) Patto di Stabilit e Crescita con vincoli rafforzati di deficit e di debito e con penalit finanziarie per i trasgressori. (tradurre le regole di bilancio UE in legislazione nazionale, o meglio, nella Costituzione - come in Germania). Riforma UE in corso: supervisione finanziaria UE e legislazione finanziaria UE da tradursi in legislazione nazionale. d) Sorveglianza macroeconomica UE (pi rigida).

II- Copertura dei campi dazione prioritari considerati essenziali


da ogni Stato membro, rispettando gli obbiettivi concordati tra Capi di Stato e di Governo: evoluzione salari legata alla produttivit, apertura dei settori protetti, insegnamento, ricerca e innovazione, infrastrutture, PMI, riforma mercato lavoro, riduzione carichi fiscali sul lavoro e coordinamento politiche fiscali, adattamenti per assicurare viabilit pensioni, sanit e prestazioni sociali.

III- Assunzione di precisi impegni annuali da parte dei Capi di


Stato e di Governo, (tenendo conto delle migliori pratiche dei Paesi pi performanti UE e di altri Paesi partner strategici). La loro messa in atto sar controllata a livello politico dai Capi di Stato e di Governo della Zona Euro e degli altri Paesi partecipanti (sulla base di un rapporto della Commissione). N.B. Ogni Capo di Stato e di Governo si impegnato a consultare i propri partner prima di adottare ogni grande riforma con ricadute comunitarie.

IV- Impegno a completare il mercato unico rispettando


pienamente la sua integrit.

2. La Politica Comune Esteri, Sicurezza, Difesa

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Indubbia preoccupazione suscita sia l applicazione del Metodo intergovernativo nel caso di una Politica Comune fondamentale: quella degli Affari Esteri, della Sicurezza e della Difesa con le nuove competenze militari dellUE, sia la persistenza in questo campo del voto allunanimit. E opportuno sottolineare che, per unanime volont dei Governi degli Stati membri, questa Politica Comune non pu mai esprimersi legislativamente, e pu comportare decisioni solo su temi per i quali esiste un consenso tra tutti gli Stati membri. I temi comuni, che corrispondono agli interessi strategici dellUnione, sono individuati dai Capi di Stato e di Governo riuniti nel Consiglio Europeo che stabilisce gli obiettivi da raggiungere e definisce orientamenti e linee strategiche per conseguirli. Spetta poi al Consiglio (dei Ministri), Presieduto dallAlto Rappresentante, elaborare la Politica Comune Esteri, Sicurezza, Difesa sulla base degli orientamenti del Consiglio Europeo e prendere decisioni sulle azioni da intraprendere e sulle posizioni che lUnione deve adottare a livello internazionale. Lattuazione della Politica Estera Comune compito sia dellAlto Rappresentante, sia degli Stati membri in funzione di quanto stabilito, a seconda dei casi, dal Trattato. Trattandosi di attivit intergovernativa la Corte di Giustizia UE non competente in materia. Per gli altri aspetti degli Affari Esteri non di interesse comune e che dunque rimangono di esclusiva competenza nazionale, lUE si impegna a far convergere, per quanto possibile, le singole azioni degli Stati membri.

III

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Elaborazione proposte legislative UE Consultazioni


E impossibile essere colti di sorpresa dalle iniziative legislative della Commissione: durante tutto il percorso di formazione delle Proposte della Commissione, da sottoporre per decisione al potere legislativo del Parlamento europeo e del Consiglio dei Ministri, si sviluppano consultazioni di tutti gli interessati i cui risultati sono resi pubblici. Prima di tutto occorre sapere che gli Atti giuridici comunitari a carattere legislativo sono di 3 tipi: . Regolamento: di applicazione diretta ed immediata in ciascuno Stato membro (di portata generale), . Direttiva: vincola solo lo Stato membro cui diretta che deve tradurla in atto legislativo ai vari livelli degli organi competenti, con un limitato margine di manovra quanto alla forma ed ai mezzi per raggiungere il risultato imposto dallUE. . Decisione: obbligatoria per i destinatari che sono designati. Altri Atti giuridici non sono vincolanti ma hanno un rilevante valore orientativo: . Raccomandazioni, . Pareri. Parlamento e Consiglio hanno delegato parte del loro Potere legislativo alla Commissione (potere esecutivo) per definire allegati, elenco di prodotti, specifiche tecniche, ecc. necessari allapplicazione di una legge europea. Ci sancisce la maturit del Parlamento europeo e la sua parit col Consiglio, precedentemente non accordata.

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- Pubblicazione del programma legislativo annuale della Commissione Allinizio di ogni anno la Commissione propone , illustra e discute con Parlamento Europeo e Consiglio una serie di priorit politiche raccolte nel Documento reso pubblico Strategia politica annuale da attuare nellanno successivo. E lasciato a tutti, Istituzioni nazionali e comunitarie oltre ai cittadini, il tempo necessario per riflettere sulle priorit prescelte. In autunno la Commissione, tenuto conto dei pareri del P.E. e del Consiglio, entrambi resi pubblici, definisce e pubblica un Programma di lavoro annuale dellanno successivo . Non si tratta di indicazioni generiche perch ogni iniziativa
(per il 2011 sono indicate 91 iniziative relative a: concorrenza,agenda digitale, affari economici e monetari, istruzione-cultura-giovent, occupazione-affari sociali, energia, allargamento, ambiente, salute-consumatori, affari interni, industria-imprenditoria, mercato interno-servizi, giustizia-cittadinanza, affari marittimi-pesca, ricerca-innovazione, fiscalit-unione doganale, commercio, trasporti)

inquadrata in capitoli che esprimono le priorit e che inducono tutti gli interessati non solo a riflettere ma anche a prepararsi in tempo utile ad esprimere il proprio parere o le proprie sollecitazioni. Per il 2011 sono stati considerati 4 grandi capitoli: -Come far ripartire crescita e occupazione, -Quali interventi nello spazio di Libert, Giustizia, Sicurezza tra i quali rilevante il problema dellimmigrazione , -Come rafforzare il ruolo dellUE sulla scena internazionale, per es., sviluppando la Politica estera e la Politica della Sicurezza e della Difesa sotto gli aspetti diplomatici, civili e militari, -Quale Bilancio UE per vincere le sfide del futuro.

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Per ognuna delle iniziative comunitarie che la Commissione intende elaborare sono precisati in appositi allegati: -il titolo esatto delliniziativa per evitare confusioni interpretative, -il tipo di iniziativa: legislativa e non legislativa, -la particolareggiata descrizione degli obiettivi da raggiungere - la data di adozione prevista.

Programma di semplificazione e di revisione Sono da prendere in considerazione non solo le proposte di nuove iniziative comunitarie, ma, fatto di grande importanza, le seguenti tre iniziative relative al programma di semplificazione e di revisione del contesto normativo gi in atto che ha suscitato perplessit o critiche: 1- revoca di uno o pi Atti e sostituzione in un Atto che non richiede cambiamenti sostanziali, ma reso nuovo, coerente e comprensibile, 2- abrogazione o modifica della sostanza politica in un nuovo atto, 3- abrogazione di atti divenuti obsoleti. Consultazioni - Sulle azioni programmate pi importanti la Commissione avvia una serie di consultazioni specifiche degli interessati. Non possibile addurre a posteriori la mancata informazione al riguardo perch la Commissione pubblica un elenco di tutte le consultazioni di esperti con i relativi tempi di risposta. Per opportuna memoria sono rese pubbliche anche quelle con termini di risposta scaduti. Un particolare coinvolgimento degli eventuali interessati ha luogo sin dal momento in cui la Commissione non si ancora

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fatta lidea precisa di come verr lanciata una iniziativa comunitaria in un campo ritenuto di particolare interesse. Per sviluppare un pubblico scambio di idee al riguardo la Commissione sviluppa un dialogo con tutti gli interessati, lanciando un Libro verde sulle sue intenzioni. Le risposte sono a loro volta rese pubbliche. Si possono cos constatare gli interessi in gioco. Solo quelli che partecipano a questo esercizio, purtroppo non sono molti, possono influire sulle successive decisioni della Commissione. A seguito di consultazioni sulle fasi iniziali dellelaborazione di una rilevante azione comunitaria, la Commissione sollecita una pi approfondita reazione degli interessati lanciando un Libro bianco, nel quale formalizza il tipo di Atto giuridico che intende poi sottoporre al P. E. ed a Consiglio. Anche le reazioni che riceve sono rese pubbliche . Cade cos la possibilit di accusare a posteriori la Commissione di proposte male pubblicizzate o eccessivamente complicate. La fase consultiva istituzionale della Commissione si sviluppa nei due Comitati consultivi previsti dal Trattato. Il Comitato Economico e Sociale nel quale sono rappresentate tutte le componenti della societ civile (rappresentanze di imprenditori, di lavoratori, di liberi professionisti, ecc.) ed il Comitato delle Regioni che rappresenta i governi regionali. Lattivit di questi due Comitati resa pubblica e comporta la partecipazioni di esperti. Appare pertanto sorprendente il lancio di accuse alla burocrazia comunitaria (in particolare alla Commissione) che non terrebbe conto delle vere priorit per i cittadini europei ed elaborerebbe una legislazione farraginosa ed inutile. Accuse ingiustificate se si rinuncia a partecipare allintensa fase consultiva e si ha difficolt a rilevare i momenti topici decisionali.

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Quando daltra parte si denunziano eccessi o distorsioni legislative nella fase di proposta , bisogna essere consapevoli che in realt, durante le numerose pubbliche consultazioni, prevalgono interessi particolari illustrati con evidente competenza e credibilit di fronte ad assenze od incapacit di parti avverse. La Commissione dovrebbe comunque sempre tutelare linteresse collettivo,maggioritario, dellUnione europea e su questo impegno i singoli Commissari hanno giurato di fronte alla Corte di Giustizia dellUE. Occorre sottolineare che le proposte della Commissione sono successivamente oggetto di approfondite discussioni nelle 2 Istituzioni legislative Parlamento Europeo e Consiglio dei Ministri. La preparazione delle decisioni interviene nelle Commissioni parlamentari, collegate con i Gruppi politici riferiti ai Partiti organizzati a livello europeo, e nelle riunioni di esperti ministeriali e di Ambasciatori Rappresentanti Permanenti dei 27 Paesi membri. Si decide col voto nella sessione plenaria del P.E. e nel Consiglio dei Ministri . Nel Parlamento Europeo la totalit dellazione pubblica e sono completamente aperti i contatti col pubblico e con gli interessati esterni, nel rispetto di talune regole definite Piano anticorruzione. (Vedi di seguito) Nel Consiglio, che rappresenta i 27 Governi, la regola generale di voto la maggioranza qualificata: prevalgono i Governi che sappiano imporsi in tempo utile e che ricerchino, non certo allultimo momento, le opportune alleanze. Naturalmente ha rilievo il prestigio del singolo Governo e la credibilit della sua posizione, condizioni che debbono essere guadagnate nel tempo, anche se nel Trattato si precisa .

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Al riguardo opportuno evidenziare lazione delle Istituzioni UE nei confronti del Lobbying che non demonizzato, ma sollecitato nel rispetto di regole sia per i portatori di interessi, che di codici di condotta per Parlamentari ed esponenti delle Istituzioni UE.

Piano anticorruzione del Parlamento Europeo


Sette sono le proposte del Presidente del Parlamento Europeo approvate dai Presidenti dei Gruppi politici del P.E.: - proposta legislativa della Commissione per rendere obbligatori gli attuali registri volontari dei lobbysti : attualmente, per es., i visitatori del P.E. devono dichiarare chi vanno a vedere ed a quali riunioni sono stati invitati a partecipare, - garantire trasparenza sugli eventuali conflitti di interessi esistenti o potenziali dei Parlamentari europei (dichiarazione scritta da parte del Parlamentare che ha per una data legge UE interessi finanziari diretti). - rendere pi severo il codice di condotta degli eletti (analogamente stato fatto per i membri della Commissione), - rendere obbligatorio, da parte dei Relatori del P.E. che lavorano su testi legislativi, lelenco di tutte le persone, gruppi di pressione, organizzzazioni, consultati o dai quali hanno ricevuto consigli durante la preparazione del loro rapporto che dovr essere oggetto di votazione in Aula. - precisare nel regolamento interno del P.E. che i Deputati non possono rendersi colpevoli di comportamenti disonorevoliche nuociono alla reputazione del P.E. , - prevedere sanzioni particolarmente severe nel caso di non rispetto delle regole di cui sopra.

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IV Metodo per tenersi al corrente delle iniziative legislative UE Roadmaps


E sorprendente constatare che pochi (i meglio organizzati) sanno seguire il processo di elaborazione legislativa della Commissione, che detiene limportante potere propositivo: prima che inizi lattivit annuale, la Commissione rende pubblica per ognuna delle sue iniziative, una approfondita roadmap e cio il percorso e le motivazioni dallinizio alla fine di ogni singola fase elaborativa. -Prima di tutto occorre rilevare che, per inquadrare ogni singola iniziativa nel Programma di attivit annuale della Commissione, sono evidenziati, oltre al titolo esatto di ciascuna iniziativa ed al tipo di Atto giuridico auspicabile, la Direzione Generale competente e la data (mese e anno) prevista per ladozione della iniziativa. -E quindi indispensabile, per sentirsi inseriti nel processo elaborativo delle proposte legislative della Commissione, approfondire la Roadmap del proprio interesse nella quale sono esplicitate le risposte ai seguenti interrogativi che doveroso porsi sia a livello privato che pubblico (ci vale per i singoli, ma ancor pi per chi rappresenta interessi settoriali o collettivi): . Quale il contesto politico che ha avviato liniziativa? ( sono identificati i precedenti quali: conclusioni o decisioni di Istituzioni UE, risoluzioni e orientamenti dei Capi di Stato e di Governo riuniti nel Consiglio Europeo, e del Parlamento Europeo. Inoltre, lesistenza di strumenti comunitari che influiscono sulliniziativa).

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. Quali sono i principali problemi o difficolt identificati? (sono evidenziate le debolezze di precedenti legislazioni comunitarie e le necessit di migliorarle; vengono identificati eventuali problemi derivanti dalla Base giuridica precisata nel Trattato e da iniziative nazionali esistenti). . Chi sono gli interessati alliniziativa? . Liniziativa giustificata dal rispetto del Principio di Sussidiariet, in modo da non suscitare reazioni negative durante il controllo dei Parlamenti nazionali? Quale il valore aggiunto dellintervento comunitario rispetto ad una azione nazionale, regionale, o locale per raggiungere lo stesso obiettivo? . E il settore di competenza comunitaria preso in considerazione, quello pi opportuno? . Quali sono i principali obiettivi politici delliniziativa? . Gli obiettivi richiedono anche iniziative comunitarie in altre aree od in aree di importanza strategica? . Quali sono le opzioni di politica comunitaria: Atti legislativi (vincolanti: regolamento, direttiva, decisione) oppure una soft law (Scambi di migliori pratiche, Pareri, Raccomandazioni, Informazioni pi ampie e dettagliate). . Lazione proposta si intreccia con altre aree di politica comunitaria, o con competenze di altre Direzioni Generali della Commissione? . (molto importante) Quale la valutazione iniziale dei possibili impatti (economici, sociali, ambientali) dellapplicazione dellAtto comunitario vincolante? . Quale limpatto sulla esigenza di semplificazione) sia della normativa comunitaria, sia della conseguente legislazione nazionale? . Quale limpatto sulle relazioni con Paesi terzi? . Quale il tipo ed il livello di analisi pi opportuno delliniziativa? . Da chi assistita la Commissione nelleffettuare una approfondita valutazione dellimpatto nella fase conclusiva dellelaborazione della proposta da sottoporre al P.E. ed al Consiglio?

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. Quali imprenditori ed esperti saranno consultati? Quando, come e a quale livello?

Consultazioni privilegiate: Le Parti sociali e le Chiese a)- Il Trattato di Lisbona stabilisce che lUnione Europea
riconosce e promuove il ruolo delle Parti Sociali (Rappresentanze
Permanenti Sindacali e Imprenditoriali organizzate a livello europeo e accreditate presso lUE) facilitando il Dialogo Sociale in sede

comunitaria alla presenza della Commissione. La Commissione consulta le Parti sul possibile orientamento di una azione UE nel campo della Politica sociale europea. Ottenuto un Parere , se positivo, la Commissione consulta nuovamente le Parti sul contenuto dellazione prevista e riceve sia un ulteriore Parere od una Raccomandazione. Se il Dialogo sociale consente Accordi comunitari tra le Parti nellambito dei settori di competenza dellUnione Europea, questi di fatto sostituiscono Direttive comunitarie e sono direttamente applicabili negli Stati membri. Il Dialogo sociale riceve anche il contributo ed il supporto di un Vertice sociale trilaterale (Consiglio-Commissione-Parti sociali) che si riunisce annualmente.

b)- Il Trattato di Lisbona riconosce alle Chiese ed alle


Associazioni o Comunit religiose lo status di cui godono negli Stati membri ed intende non pregiudicarlo. Riconosce pertanto la loro identit ed il loro contributo specifico e si impegna a mantenere con loro un Dialogo aperto, trasparente e regolare. Presso la Commissione ed in diretto collegamento col Presidente esiste un Ufficio particolare per gestire questo impegno. A Bruxelles accreditata presso lUE una Rappresentanza Permanente dell Organizzazione dei Vescovi europei.

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Si tratta di una concessione che sembra maggiore di quella sollecitata, ma non corrisposta di un preciso riferimento alla religione Cristiana nel Preambolo del Trattato. (nel Preambolo si precisa che i Capi di Stato dei 27 Paesi, nel decidere listituzione della Unione Europea si sono ispirati alle eredit culturali , religiose e umanistiche dellEuropa da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona della libert, della democrazia,, delluguaglianza, e dello Stato di diritto. Nella Carta dei Diritti Fondamentali, parte integrante del Trattato, il Preambolo riprende la consapevolezza dellUnione del suo patrimonio spirituale e morale fondandosi sui valori indivisibili e universali della dignit umana, della libert, della uguaglianza, e della solidariet .)

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V Proposte di Politica comune dellimmigrazione Premessa


La politica comune dellimmigrazione basata sullo spirito europeo, sulla cooperazione tra stati membri dellUE e sulla solidariet tra tutti e la responsabilit di ciascuno. Non un problema di un singolo paese, una sfida europea che impone una comune risposta europea ed il rispetto delle regole stabilite in comune ed in comune adattate allevolversi della situazione . Il Trattato di Lisbona ha introdotto tra le competenze comunitarie: - la politica comune dellimmigrazione per gestire i flussi migratori, da decidersi con voto a maggioranza qualificata e col metodo comunitario (Commissione propone, Parlamento europeo e Consiglio colegiferano), (il tema era
precedentemente affrontato col metodo intergovernativo),

- la legislazione, col metodo comunitario, per incentivare e sostenere lazione degli Stati membri a favore della integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti nel loro territorio. Programma dazione La Commissione ha recentemente creato una Direzione Generale Affari interni (Commissario Sig.ra Cecilia Malstrom svedese-, Direttore generale Stefano Manservisi) che attualmente, sulla base di intense consultazioni e su sollecitazione del

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Consiglio dei Capi di Stato e di Governo (Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011) elabora proposte relative a: 1. Approccio comunitario globale del problema delle migrazioni che consenta di sviluppare le capacit comunitarie di gestione della migrazione e dei flussi dei profughi (tenuto conto della profonda evoluzione in corso dei paesi dorigine) con particolare riferimento sia alle migrazioni tra i Paesi del Vicinato meridionale e lUE, sia ad eventuali rischi di controlli a talune frontiere interne giudicate problematiche che potrebbero mettere in crisi lo spazio di libera circolazione di Schengen. Francia ed Italia hanno congiuntamente proposto al Presidente della Commissione, Barroso, ed al Presidente del Consiglio Europeo, Van Rompuy; una integrazione del Trattato di Schengen: nel solo caso di ondate eccezionali di immigrazione prevedibili in anticipo e da individuarsi con precisione possibile accettare il ripristino provvisorio delle frontiere interne tra Stati membri. E comunque escluso ogni riferimento ai recenti sbarchi a Pantelleria. 2. Concreta solidariet agli Stati membri pi direttamente esposti ad emergenze di flussi migratori ed a portare il necessario sostegno da modularsi subordinatamente allevolversi della situazione, 3. Partenariato di nuova generazione e cooperazione con i Paesi dorigine per la mobilit dei migranti legali e la loro protezione. (riorientamento degli attuali programmi di sostegno al Vicinato sino ad ora previsti di 4 miliardi di Euro per il periodo 2011 2013) Il principio ispiratore della politica comune della migrazione, secondo la Commissione, deve essere: lemigrazione non la soluzione di lungo termine per vincere le sfide economiche dei Paesi del Vicinato, ma il loro sviluppo

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economico e sociale che si basa sui talenti e sullenergia dei cittadini ed anche su un maggiore accesso ai loro mercati. Il pacchetto di proposte della Commissione, da elaborarsi entro il 4 maggio 2011, sar sottoposto ai Capi di Stato e di Governo nel Consiglio Europeo di giugno 2011, previa discussione tra i Ministri dellinterno nel Consiglio del 24 maggio 2011. Alla base di questo processo dovrebbero essere le proposte congiunte franco-italiane. Entro fine 2011 saranno finalizzate decisioni comuni sul problema asilo. La rilevanza politica del tema richiede una attenta partecipazione alle consultazioni da parte della Commissione ed alle riunioni governative preparatorie. Allunanimit dei 27 Stati membri gi stato deciso che lUnione deve assicurare, insieme agli Stati membri, una gestione efficace dei flussi migratori per: - prevenire e contrastare, con controlli rafforzati, limmigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani, - applicare allontanamenti e rimpatri delle persone in soggiorno irregolare basandosi su accordi bilaterali di riammissione con i paesi di origine o di provenienza, - concedere ai Paesi in situazioni di emergenza, caratterizzata da un afflusso massiccio di sfollati (secondo la terminologia comunitaria, il beneficio di misure eccezionali temporanee (in questi casi di emergenza la decisione presa dal solo Consiglio a maggioranza dei due terzi su proposta della Commissione e col Parlamento Europeo che si limita a dare il proprio parere), - salvaguardare i rifugiati conformemente alla Convenzione di Ginevra del 1951 e concedere diritti agli immigrati regolari

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attuando una effettiva accoglienza e soprattutto garantendo la loro integrazione.
Per quanto riguarda le persone che provengono dal Nord Africa opportuno differenziare quelle in fuga dal conflitto in atto in Libia ed in cerca di una protezione internazionale e quelli invece (es. dalla Tunisia) che ricercano il miglioramento delle loro condizioni di vita (migrazione economica).

Questa gestione efficace progressivamente garantita i attraverso Accordi, Convenzioni, Regolamenti e Direttive di attuazione (*) soggetti a regolari consultazioni preventive, alle normali riunioni di esperti governativi ed alla normale ricerca preventiva di maggioranze politiche qualificate per il sostegno delluna o dellaltra posizione governativa. (*)
- Accordo di Schengen del 14 giugno 1985 da integrare sulla base delle proposte congiunte di Francia e Italia. - Convenzione di applicazione del 19 giugno 1985 (art. 21) - Codice frontiere Schengen: regolamento 562/2006 del 15.3.2006 (contiene le norme che limitano la circolazione al di fuori del territorio nazionale di arrivo degli immigrati) - Direttiva 2001/51/CE (art.26): protezione da uno Stato membro allaltro da attuarsi col consenso degli interessati in uno spirito di solidariet comunitaria insieme ad una equa ripartizione della responsabilit tra Stati membri.

Condizione fondamentale prevista dallart. 80 del Trattato di funzionamento UE (Trattato di Lisbona) che lattuazione delle norme relative allimmigrazione sia governata: - dal principio di solidariet tra Stati membri, ed anche dellUnione nei confronti dei Paesi dorigine (un es.: Tunisia che ha accettato profughi eritrei e somali in fuga dalla Libia), - da una equa ripartizione della responsabilit e del fardello dei rifugiati tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario (es. attuale: La piccola Malta, che attualmente conta 1000 rifugiati, ha

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ottenuto il prolungamento di un progetto pilota di sostegno e la disponibilit di Germania, Svezia, Belgio, Ungheria e Spagna a ricevere suoi immigrati. Altri Paesi membri si sono dichiarati disponibili ad accogliere persone ora bloccate ai porti della Libia).
N.B. La richiesta italiana al riguardo (appoggiata da Malta) fatta al Consiglio affari interni dell11 aprile 2011 e relativa allavvio della procedura prevista dalla Direttiva 2001/51 non era stata accolta per mancanza della maggioranza di due terzi nel riconoscimento di un afflusso massiccio di sfollati dal Nord Africa (essenzialmente dalla Tunisia)

Una risposta comunitaria che ancora non allaltezza della nuova situazione migratoria dal Mediterraneo Sud riguarda: a) la ristrutturazione ed il potenziamento, sollecitati anche congiuntamente da Francia e Italia, della Agenzia Frontex creata come corpo specializzato e indipendente per coordinare lazione degli Stati UE via mare, terra, aria, nel campo della sicurezza delle frontiere esterne e della loro gestione integrata. Francia e Italia, che hanno inviato mezzi navali comuni al largo delle coste tunisine, non vorrebbero limitare lintervento Frontex al soccorso degli immigranti in mare portandoli ai luoghi di attracco comunitari (es. Pantelleria), ma vorrebbero estenderlo per bloccare le partenze degli irregolari e se del caso riportare gli immigranti direttamente nei porti di partenza. Tuttavia Frontex non ha la possibilit di entrare nelle acque territoriali di Paesi terzi. Il Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo del 25 marzo 2011 ha tuttavia sollecitato una proposta di accordo vincolante (Regolamento) entro il giugno 2011 sul rafforzamento delle capacit di Frontex, attraverso risorse umane e tecniche fornite dagli Stati membri. Nel frattempo la Commissione dovr liberare risorse aggiuntive per le operazioni Frontex in corso.

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b) gli accordi di riammissione con le nuove Autorit dei Paesi di esodo o di transito di immigrati che dovrebbero essere negoziati con energia dalla Commissione UE. In realt laccordo bilaterale Italia-Tunisia stato personalmente appoggiato dal Presidente Barroso in visita a Tunisi e cos pure dalla Sg.ra Commissario Malstrom; questi tuttavia ritengono che non siano possibili soluzioni globali rapide anche se in cambio delle sollecitate riammissioni sia corretto dimostrare solidariet comunitaria alla Tunisia. La Commissione intende dimostrarlo offrendo alla Tunisia un nuovo partenariato per la democrazia e la prosperit, che riguarder anche gli altri paesi del Mediterraneo Sud. Questo partenariato dovrebbe articolarsi su tre assi: - un sostegno mirato alla transizione democratica, - un rapporto stretto dellUE con la popolazione oltre che con i Governi, - uno stimolo alla crescita economica ed alla creazione di occupazione: per la Tunisia un supplemento di 140 milioni di Euro ai 257 milioni gi stabiliti per il periodo 2011-2013. Alla Libia, per finanziare laiuto umanitario di emergenza, levacuazione ed il rimpatrio dei cittadini stranieri che fuggono numerosi dai combattimenti, la Commissione intende concedere 10 milioni di Euro supplementari, portando a 40 milioni complessivi laiuto UE. Questo sommato agli interventi di singoli Stati membri porterebbe a 96 milioni laiuto umanitario alla Libia a seguito della crisi in corso. La maggiore cooperazione tra lUE ed in particolare i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo dovrebbe essere considerata una contropartita al maggior rigore comunitario nei confronti dellemigrazione da questa area.

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Integrazione degli immigrati Particolarmente rilevante lazione in corso da parte della Commissione UE che riguarda la possibilit di dare un orientamento comune alla integrazione degli immigrati regolari da parte degli Stati membri e di proporre interventi comunitari. Il Trattato precisa al riguardo che il P. E. e il Consiglio possono stabilire misure volte ad incentivare e sostenere(con interventi anche finanziari) lazione degli Stati membri al fine di favorire lintegrazione dei cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti nel loro territorio, senza peraltro unificare le legislazioni degli Stati membri al riguardo.(ad esempio: in materia di
attribuzione della cittadinanza, di scuola, ecc.)

Attualmente sono in atto politiche di integrazione dai risultati notevolmente diversi tra i 27. La Commissione ha pertanto avviato un sistematico monitoraggio di queste politiche nazionali sviluppando opportune consultazioni con Organismi esperti del problema, per definire criteri comuni di valutazione dei risultati ottenuti. Crescenti bisogni UE di manodopera importata Sono ugualmente tenuti sotto controllo della Commissione i crescenti bisogni di manodopera immigrata semplice o professionale la cui determinazione spetta ai singoli Stati membri per quanto concerne il volume di ingresso nel loro territorio di cittadini terzi allo scopo di cercarvi un lavoro dipendente o autonomo. E questo un problema maggiore che riguarder lintera area comunitaria e che pertanto impone tempestive riflessioni ed azioni a livello dellUnione Europea.

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DOCUMENTI DEL GRUPPO DEI 10


PER UNA UNIONE EUROPEA PIU DINAMICA E FORTE

n. 1: Un contributo ai lavori della Conferenza Intergovernativa del 2 semestre 2000 (Giugno 2000). Modifica del Trattato di Amsterdam. Princpi, valori ed obiettivi dellUnione Europea Dimensione e composizione della Commissione Voto nel Consiglio e procedure decisionali Presidenza di turno dellUnione Europea Il Parlamento Europeo Cooperazioni rafforzate Politica estera, di sicurezza e difesa Nuovo modello europeo di governance economica Carta dei Diritti fondamentali dellUnione Europea n. 2: Proposte al Consiglio di primavera a Stoccolma del 23- 24 marzo 2001 (Febbraio 2001).Coordinamento delle Politiche economiche e delloccupazione. n. 3: Un contributo al dibattito sul futuro dellUnione Europea in vista del Consiglio di Laeken del 14-15 Dicembre 2001 (novembre 2001). Lancio della Convenzione Europea Ruolo dei singoli Parlamenti nazionali nellarchitettura europea Delimitazione delle competenze tra lUnione Europea e gli Stati membri Principio della sussidiariet Lo status della Carta dei diritti fondamentali dellUE Semplificazione dei Trattati.

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n. 4: Contributo particolare alla Convenzione Europea (maggio 2002) Sistema istituzionale UE Ruolo internazionale e competenze UE Unione Economica e Monetaria La via verso una Costituzione europea n. 5: Contributo particolare alla Convenzione Europea sul consolidamento dellUnione Economica Monetaria (dicembre 2002) e

n. 6: Contributo particolare alla Convenzione Europea (febbraio 2003) Politica Estera e di Sicurezza Comune Rafforzamento ed organizzazione della Presidenza di turno Parlamento Europeo e cooperazione intergovernativa Ulteriori riflessioni sullarchitettura istituzionale Tradizioni religiose e cultura laica. Inserimento nel Preambolo del Trattato costituzionale n. 7: Politica di Sicurezza e di Difesa Comune dellUnione Europea (maggio 2003) Oggetto del contributo del gruppo dei 10: le proposte del Praesidium alla Convenzione Larchitettura delle disposizioni sullazione esterna dellUE: Politica Estera e di Sicurezza Comune PESC; Politica Sicurezza e Difesa Comune PSDC; Relazioni economiche-commerciali esterne ecc. La definizione progressiva di una politica di difesa comune Il punto di forza: - cooperazioni strutturate per le missioni UE tra stati membri militarmente pi avanzati La prospettiva finale: la difesa comune quale sbocco della politica comune di difesa

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n. 8: Trattato che istituisce una Costituzione europea (ottobre 2003) Il progetto della Convenzione europea e le prospettive del negoziato tra i governi Il Consiglio Europeo, il Consiglio Legislativo La Commissione Europea Il Parlamento Europeo La Politica Estera e di Sicurezza Comune La Politica di Difesa La Governance economica dellUnione Lintegrazione europea: garantire la continuazione e lo sviluppo del processo n. 9: La strategia di Lisbona per il rinnovamento economico, sociale e ambientale dellUnione Europea (febbraio 2004) Un contributo in occasione del Consiglio Europeo di Primavera del 25-26 marzo 2004. Occupazione, crescita e competitivit. I. Obiettivo della strategia di Lisbona II. Punti critici dellapplicazione della strategia di Lisbona - Coordinamento delle politiche economiche - il mercato unico di beni, servizi, capitali e lavoro. Le condizioni per sfruttarne le potenzialit - Il mercato unico delloccupazione per creare pi e migliori occasioni di lavoro. La sfida dellinvecchiamento della popolazione - Istruzione e formazione - La dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile n. 10: In occasione delle elezioni europee (maggio 2004) Ai cittadini, ai responsabili politici, ai candidati. Le sfide della prossima Legislatura I. Introduzione II. Approvazione del Trattato costituzionale Europeo: - Ruolo e composizione della Commissione

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Attuazione della Politica Estera e di Sicurezza Comune - Politica di Sicurezza e Difesa Comune - Acquis comunitario - Garanzia della continuazione e dello sviluppo dellintegrazione europea III. Politiche nei confronti degli Stati ed Aree prossime al territorio dellUE IV. Attuazione della strategia di Lisbona: competitivit, crescita, migliore occupazione V. Promozione del dibattito su prospettive finanziarie dellUE adeguate alle ambizioni n. 11: I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X. n. 12: La strategia di Lisbona. La grande sfida economica dellEuropa - Un contributo al Consiglio Europeo di primavera 2005 Introduzione Iniziativa di rilancio della Strategia di Lisbona. Coordinamento comunitario nei settori economia, occupazione, mercato Unione Economica e Monetaria: Patto di stabilit e strategia di Lisbona per la crescita Riposizionamento produttivo europeo Solida area europea di ricerca e di innovazione Circolo virtuoso per maggiori e migliori posti di lavoro modernizzare il modello sociale europeo Invecchiamento attivo della societ Istruzione e formazione Dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile: Processo decisionale dellUE: coinvolgimento di imprese, societ civile, collettivit locali Conclusioni Valori e interessi dellUE nelle relazioni con il resto del mondo -

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I. Lo status dellUnione Europea nel Consiglio di sicurezza dellOnu: - Ruolo internazionale dellUE - Rapporto del Gruppo ad alto livello sulla riforma dellONU - Presenza europea nel Consiglio di Sicurezza: art. 306 del Trattato Costituzionale - Proposta del Gruppo dei 10 per lo Status dellUE nel Consiglio di Sicurezza II. Il ruolo dellUnione Europea nel Fondo Monetario Internazionale - Introduzione - La situazione attuale - Un ruolo pi forte dellUE, una presenza pi efficace del FMI - Proposta del Gruppo dei 10: una riforma pi incisiva ed un seggio unico per lUE III. LUnione Europea, gli Stati Uniti, lAIEA ed i programmi nucleari dellIran - Introduzione - I precedenti nucleari dellIran - Liniziativa in Iran di Francia, Germania, Gran Bretagna - Il negoziato UE-Iran per un accordo di commercio e cooperazione - La posizione del Gruppo dei 10 sui rapporti UE-Iran n. 13: Ricreare la fiducia dei cittadini europei nel processo di integrazione europea. Cogliere le opportunit di una Unione Europea in evoluzione Introduzione Come difendere il modello sociale europeo Come approfondire la politica comune di difesa Come accelerare la stabilizzazione dei Balcani Occidentali nel cuore dellEuropa

I. II. III. IV.

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n.14: Riconquistare la fiducia dei cittadini europei nel processo di integrazione europea. Un percorso a doppio binario per superare limpasse dellUnione Europea. I. Introduzione II. Proposta del Gruppo dei 10. Azioni prioritarie: - Riforma della politica economica della Comunit - Impulso alla politica comune esteri, sicurezza e difesa - Una politica comune immigrazione-integrazione e lotta alla criminalit organizzata III. Proposte del Gruppo dei 10. II Seguito del Trattato costituzionale n. 15: LEuropa della politica comune, Esteri, Sicurezza e Difesa I. Introduzione II. Alle origini di una difesa europea III. Attualit della Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD) IV. Operazioni UE di sicurezza e difesa V. Conclusioni n. 16: Politica energetica comune, proposte al Consiglio di primavera 8-9 marzo 2007 I. Introduzione II. Le principali proposte del Gruppo dei 10: - Lapertura del mercato comunitario dellenergia elettrica e del gas - Mix energetico dellUE, degli Stati membri e delle imprese - Risparmio energetico: consumi di energia razionali e intelligenti - Impedire la degenerazione climatica - Voce unica nella politica energetica esterna dellUE

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n. 17: Interventi alla Celebrazione del 50 della firma dei Trattati di Roma. 26 Febbraio 2007. Prof. Giovanni Maria Flick Amb. Luigi Vittorio Ferraris On. Filippo Maria Pandolfi Amb. Pietro Calamia On. Franco Frattini

n. 18: Politica europea ai confini dellUnione. Proposte al Consiglio Europeo di Bruxelles del 21-22 giugno 2007. Sintesi I. Introduzione II. Paesi confinanti: liberalizzare e modernizzare III. Dimensione Nordica: baricentro Russia IV. Sinergia Mar Nero: Hub energetico V. Mediterraneo Sud: Partenariato Strategico - Unione Mediterranea. n. 19: Implicazioni del Trattato di riforma dellUnione Europea (Settembre 2007) Sintesi I. Abbandono del Trattato Costituzionale II. Convocazione della Conferenza Intergovernativa III. Obiettivi del Trattato di Riforma - Salvaguardia delle identit nazionali - Nuovi impegni comunitari: energia clima - Spazio europeo: giustizia e affari interni - La voce dellEuropa nel mondo - Coordinamento delle politiche sociali nazionali - Coordinamento delle politiche economiche nazionali - Riforme istituzionali - Nuovo pi democratico processo decisionale - Nuovo sistema di voto

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n. 20: Unione Europea: spazio comune di libert, sicurezza, giustizia (Febbraio 2008)

Sintesi
I. Considerazioni iniziali II. Spazio di libert, sicurezza, giustizia - Immigrazione - Libert di movimento per i cittadini - Sicurezza e giustizia III. Iniziative comunitarie nel 2008 IV. Trattato di Lisbona: progressi per libert, sicurezza e giustizia n. 21: La nuova strategia Euro-Mediterranea, (Il Processo di Barcellona: una Unione per il Mediterraneo) Sintesi I. Le decisioni sino ad ora assunte dallUE. II. Obiettivo implicito dellUnione per il Mediterraneo III. Precedenti della nuova iniziativa mediterranea a) Il Processo di Barcellona b) La politica UE di Vicinato IV I problemi da affrontare dallUE a) Le reazioni dei Paesi della riva Sud b) La governance dellUnione per il Mediterraneo Conclusioni n. 22: Il ruolo Internazionale dellUnione Europea Introduzione I. Dottrina europea delle Relazioni esterne dellUE a) Rinnovata partnerschip atlantica b) Russia c) Balcani Occidentali e Turchia d) Cina, India e) ASEAN f) Africa

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g) America Latina e America Centrale II. Negoziati commerciali Doha III Nuova strategia euromediterranea IV Politica comune Esteri, Sicurezza, Difesa (PESD) a) Interessi strategici dellUnione Europea b) Rafforzamento capacit operativa militare Allegato: 21 Operazioni PESD a partire dal 2003 Conclusioni n. 23: Le elezioni europee del 6-7 giugno 2009 I. Perch votare europeo Le ragioni legate alla vita comunitaria B) ragioni legate al ruolo mondiale dellUE - Avvio riforma finanziaria internazionale - Sospensione del conflitto Israele-Gaza - Unione per il Mediterraneo - Patto europeo per limmigrazione - Cessate il fuoco tra Russia e Georgia - Strategia del pacchetto energia-clima - Consolidamento pace dopo i conflitti II. Parlamento Europeo: autonomia strategica dellUE Politica Esteri ,Sicurezza, Difesa III. Le fondamenta dellUnione Europea IV. Il modello attuale di Unione Europea V. I Partiti nazionali e europei Elenco Documenti del Gruppo dei 10 n. 24: Dalla crisi globale e dal si irlandese una Unione Europea rinnovata (5 ottobre 2009) Introduzione generale I. Rafforzare la politica Esteri, Sicurezza e Difesa II. Superare lasimmetria moneta-economia III. Attuare Cooperazioni Rafforzate e sviluppare la Cooperazione Strutturata Permanente (Sicurezza e Difesa) Elenco Documenti del Gruppo dei 10

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n. 25: Unione Europea rinnovata (gennaio 2010) Introduzione I. Exit Strategy dalla crisi globale - Il consolidamento dei conti pubblici - Le politiche del lavoro nella nuova economia europea - Quattro riforme II.Energia eco compatibile - Trattato di Lisbona - Iniziative UE in campo internazionale - Politica energetica comune eco compatibile generatrice di innovazioni tecnologiche e di sviluppo economico - Ricadute del Summit di Copenaghen Elenco dei Documenti del Gruppo dei 10 n. 26: Il Trattato di Lisbona ricreare fiducia nei cittadini (aprile 2010) Introduzione I Strategia Economica EU 2020 Riflessioni generali Coordinamento, sorveglianza: politiche economiche Formazione e lavoro Istruzione e ricerca II Giustizia, Libert, Sicurezza per i cittadini Emigrazione illegale Cooperazione Sicurezza interna Clausola Solidariet Giustizia unica penale, civile Lotta al terrorismo. Intercettazioni III Pi efficacia alla Politica Estera comune Politica Estera, Sicurezza Comune (PESC) Servizio Diplomatico Europeo Politica Sicurezza e Difesa (PESD) Elenco Documenti del Gruppo dei 10

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n. 27: LUnione Europea si riprende e reagisce alla crisi globale (settembre 2010) Introduzione A) Il recente passato - La BCE e la stabilit dellEuro - Priorit UE : rigore di bilancio - Posizione UE nel G20 di Toronto - Disinnescata la crisi dellEuro B) Levoluzione in corso - Governo (Governance) europeo delleconomia - Lavoro e occupazione nella Governance economica - Procedure di coordinamento economico - Governance finanziaria: supervisione UE - Approfondimento del Mercato unico n. 28: Politica di Sicurezza e di Difesa Comune(PSDC)
elemento determinante

della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC)


Febbraio 2011

Premessa Presentazione - impegni di Politica Estera 2011 I. Avvio della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune II. Consolidamento della Politica di sicurezza e di Difesa - Agenzia Europea per la Difesa - liniziativa franco britannica: 3 dic. 1998 e 2 nov. 2010 - le strutture di gestione delle capacit militari e civili PESC III. Relazioni transatlantiche USA-UE-RUSSIA - Partenariati strategici: - USA/UE - UE/Russia - UE/Cina

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n. 29: Partecipare alla formazione delle leggi EU
(maggio 2011)

Introduzione I. Nozioni preparatorie alle consultazioni UE - LUE e lUnione Politica - Progressi del processo integrativo II. Come legifera lUE -metodo comunitario -metodo intergovernativo III. Elaborazione delle proposte legislative UE IV. Metodo per coinvolgersi nel processo legislativo V. Preparazione della Politica comune dellimmigrazione

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