Una esperienza extracorporea è caratterizzata dal fatto che un soggetto crede di essere
proiettato ad una certa distanza dal suo corpo fisico con la coscienza di potere distinguere
tranquillamente il proprio fisico e l'ambiente circostante come se fosse uno spettattore
completamente immerso nella scenografia.
Figura 3.L'attacco a un carro armato inglese a Bassora: nelle foto, si vede il carrista che cerca di mettersi in salvo.
Un caso tipico fu registrato il 3 agosto 1944, quando un ordigno tedesco colpì in pieno un
carro armato carico di esplosivi e un ufficiale carrista inglese fu proiettato a parecchi
metri di distanza oltre la siepe alta un metro e mezzo.Mentre giaceva al suolo con la tuta
infiamme ed il fosforo accesso gli dilaniava le carni, l'ufficale si rese conto di essere
diventato due persone. Uno giaceva nel campo gemendo e urlando di terrore con gli arti
inferiori che si agitavano scompostamente. "L'altro io fluttuava nell'aria a circa 7 metri al
di sopra del suolo e da quella posizione, potevo vedere non soltanto l'altro me stesso al
suolo, ma anche la siepe, la stanza e l'autoblindo che era circondato di fumo e bruciava
selvaggiamente". Il distacco creava una lucidita' nell' "io" fluttuante tal che "Ricordo che
dissi a me stesso: 'Non serve a niente agitarsi così ...continua a rotolarti finchè farai
spegnere le fiamme!'. Finalmente il corpo fisico seguì l'ordine e rotolò fino al bordo della
siepe cadendo in un fosso parzialmente riempito d'acqua". Le fiamme si spensero, il
panico si calmò e l'ufficiale diventò di nuovo una persona sola.
Un'altra esperienza fortemente dettata da una situazione estrema fu il caso di Ed Marrell,
condannato a passare il resto dei suoi giorni in carcere nella prigione di San Quentin,
all'inizio del secolo scorso. Dopo aver ottenuto la grazia nel 1909, Marrell scrisse un
libro, "The Twenty-fifth Man (il 25eseimo uomo)" che narrava l'esperienze vissute ed
incise nel suo animo."
Le prove più terrificanti gli furono inflitte quando ingiustamente fu accusato di aver
nascosto delle armi nella prigione. I suoi carcerieri per costringerlo a confessare dove le
armi fossero nascoste, si servirono della "Blody Straitjacket (la camicia di forza
maledetta)", che era costituita da un involucro che avvolgeva tutto il corpo così
strettamente da provocare "una senzazione di soffocamento come se si fosse sepolti vivi".
Marrell descrisse i dolori lancinanti, l'intorpidimento progressivo degli arti, mentre le
escrezioni corporee corrodevano le carni come acido. La prima seduta di tortura, scrisse
Marrell, lo lasciò in uno stato di disperazione che non era paragonabile a nessun altra. Il
secondo episodio, fu molto diverso. Mentre giaceva, straziato, sul pavimento della cella,
sentì che la sua coscienza lasciava lentamente il suo corpo fisico per fluttuare liberamente
al di sopra dei muri della prigione. Libero dal dolore e dalla costrizione, potendo fuggire
da quei luoghi e da quella disperazione. Ogniqualvolta ritornava nel suo corpo fisico,
aveva la senzazione di riposo e di apparente serenità.
Gli aguzzini furono allibiti di non essere riusciti a spezzare la sua resistenza anche dopo
ripetute sevizie e torture. Quando col tempo gli fu riconosciuta la grazia e potè
abbandonare tale luogo, i fenomeni dissociativi scomparvero per sempre.