Priorità strategia di lisbona (Unione Europea) (da wikipedia)
Internet: L'Europa si dovrà dotare di servizi pubblici online, di un'amminis-
trazione elettronica, di servizi di apprendimento elettronico e di telesalute. Tutte le scuole dell'Unione dovranno essere collegate a internet e tutti gli insegnanti capaci di utilizzarlo. Occorre, infine, una normativa europea che regolamenti il commer- cio elettronico, i diritti d'autore, i pagamenti online e la vendita a distanza di ser- vizi finanziari. Ricerca: Perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competit- iva al mondo è di fondamentale importanza la definizione di uno spazio europeo della ricerca e dell'innovazione, in cui una rete transeuropea ad altissima velocità per le comunicazioni scientifiche elettroniche colleghi gli istituti di ricerca e le università, le biblioteche scientifiche, i centri di studi e progressivamente anche le scuole. Inoltre, occorrerà rendere più semplice la mobilità dei ricercatori e adottare iniziative per far rimanere in Europa i giovani talenti. Il settore produttivo: Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell'e- conomia europea. Per evitare che il loro dinamismo venga ostacolato da regola- menti diversi e contrastanti nei vari paesi dell'Ue, la strategia di Lisbona prevede l'elaborazione di una carta europea per le piccole imprese e il sostegno all'avvia- mento di imprese ad alto contenuto tecnologico. Le politiche sociali: I principali problemi in questo campo sono due, la carenza di personale qualificato con competenze tecnologiche e conoscenza di diverse lingue, e l'invecchiamento della popolazione. Per risolvere il primo, l'Unione promuove la mobilità di studenti e ricercatori mediante i programmi comunitari esistenti (So- crates, Leonardo, Gioventù) e il riconoscimento delle qualifiche e dei periodi di studio e formazione. Per affrontare il problema dell'invecchiamento i governi dell'Unione dovranno ridurre gli incentivi al prepensionamento e aumentare gradu- almente di circa cinque anni l'età di effettiva cessazione dell'attività lavorativa. In- oltre si punta a far crescere l'occupazione, portandola dal 61% di media al 70% en- tro il 2010 e ad aumentare nello stesso periodo il numero delle donne occupate dal 51% al 60%.