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Smith UNIVERSITA DI TORONTO EDIZIONE ITALIANA’ A CURA: Aldo Ferrari UNIVERSITA DI ROMA “LA SAPIENZA” RISTAMPA 1996 RIVEDUTA E CORRETTA EDIZIONI INGEGNERIA. 2000 Oligrone ROMA . aaa CAPITOLO 1 CAPITOLO 2 CAPITOLO 3 CAPITOLO 4 CAPITOLO 5 CAPITOLO 6 CAPITOLO7 CAPITOLO 8 CAPITOLO 9 CAPITOLO 10 CAPITOLO 11 CAPITOLO 12 CAPITOLO 13 CAPITOLO 14 Indice Condensato Prefazione Introduzione alelettronica 7 PARTE I COMPONENTI E CIRCUITIFONDAMENTALI 46 Amplificatori operazionali 48 Diodi 116 Transistor Bipolari 2 Giunzione (BJT) 191 ‘Transistor ad Effetto di Campo (FET) 298 PARTE Ii CIRCUITI ANALOGICI 404 Amplificatori differenziali e multistadio 407 Risposta in frequenza 488 LaControrcazione 570 Stadi d’uscita ed amplificatori di potenza 646 Circuiti integrati analogici 698 Filtri ed amplificatori accordati 762 Generatori di segnale e generatori difermed’onda 847 PARTE HI CIRCUITI DIGITALI. 904 Circuiti digitali MOS 906 Circuiti digitali bipolari 989 APPENDICI A Tecnologia di fabbricazione dei circuiti integrati A-I B Parametri delle reti due porte B-I C Strumenti di calcolo per il progetto di cireuitielettronici C-1 D Teoremi ut ircuiti D-I E Circuiti a singola costante ditempo E-I F Valori standard diresistenza F-I G Risposte a problemi selezionati G-1 TIndice analitico 1-1 CAPITOLO I~ CAPITOLO 2 Indice Dettagliato INTRODUZIONE ALL'ELETIRONICA I { en Invroduzione I LL Segnali 2 1.2. Speitro di frequenza dium scgnale 3 1.3 Segnali analogicie digitali 6 14 Amplificatori 8 1.5. Modclli circuitali per gli amplificatori 18 1.6 Risposta in frequenva degli amplificatori 29 Riepilogo 39 Bibliogratia 40 Problemi 40 a AMPLIEICATORL OPERAZIONALI 48 Introduzione 48 2.1 Lterminali dell’ampliticatore operazionale 49 2.2 L’amplificatore operazionale ideale 50 2.3 Analisi dei circuiti realizzati con amplificatori operazionali ideali - Configurazione invertente 51 24 Altre applicazioni della configurazione invertente 59 2.5 Configurazione non invertente 64 2.6 Esempi di circuiti con amptificatori operazionali 67 2.7 Amplificatori operazionali non ideali 76 2.8 Siruttura interna degli amplificatori operazionali integrati 82 Funzionamento per grandi segnali degli amplificatort operazionali 8&6 jane di modo comune 90 2.11 Resistenze di ingresso ce diuscita 92 2.12 Problemiin continua 96 Sommario 103 Bibliografia 104 Problemi 104 CAPITOLO 3 CAPITOLO 4 CAPITOLO § rplopt 76) t T TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) 191 | 4. TRANSISTOR AD EFFETTO DI CAMPO (FET) 298 al 52 53 54 Introduzione 716 Tidiodo ideale 117 Caratteristiche # dei diodi a giunzione 123 Analisi dei circuiti realizzati con diodi 130 Modclio del diodo per piccoli segnali e relative applicazioni 136 Funzionamento nella regione di breakdown - Diodi Zener 144 Cireuit raddrizzatori 751 Circuiti limitatori e circuiti di aggancio 163 Fisica del fanzionamento dei diodi - Concetti di base sui semiconduttori 169 La giunzione pm in condiziuni di circuito aperto 172 La giunzione pn in condizioni di polarizzazione inversa 175 La ginnzione pr nella regione di breakdown 177 La giunzione pa in condizioni di polarizzazione diretta 178 Sommario 18! Bibliografia [82 Problemi 182 4 A. Introduzione 197 Struttura fisica e modi di funzionamento 192 Funzionamento del transistor npn in zonaattiva 193 ILtransistor pap 200 Simboli circuitalie convenzioni 202 Rappresentazione grafica delle caratteristiche del wansistor 206 Analisi in continua dei circuiti a wansistor 209 Ik iransistor come amplificatore 220 Circuiti equivalenti per piccoli segnali 226 Analisi grafica. 238 Polarizzazione del BIT per il progetto di circuiti a componenti discret 247 Configurazioni fondamentali degti amplificatori monostadie a BIT 246 Ii transistor come interruttore - Interdizione e saturazione 265 Caratteristiche statiche complete ed effetti del secondo ordine 276 Sommario 282 Bibliografia 282 Problemi 283 t Introduzione 298 Struttura ¢ principio di funzionamento del MOSFET ad arricchimento 299 ‘Caratteristiche corrente-tensione del MOSFET ad arricchimento 307 MOSFET a svuotamento 377 Transistor a giunzione ad effetto di campo HET 322 CAPITOLO 6 CAPITOLO7 5.5 Funzionamento in continua dei circuitia FET 328 5.6 A FEY come umplificatore 337 5.7 Polarizzazione del FET nei circuiti a componenti discreti 349 5.8 Configurazioni fondamentali degli amplificatori monostadio a FET 354 5.9 Amplificator! integrati in tecnologia MOS 361 5.10 Interruttori realizzati can FEF 379 5.11 Componenti in Arseniuro di Gallio (Ga As). 11 MESFET 384 Sommerio 390 Bibliografia 397 Problemi 394 x AMPLIFICATORI DIFFERENZIALI E MULTISTADIO 407) {| Introduzione 407, 6.1 Coppia differenziale a BIT 408 6.2 Funzionamento per piccoli segnali dell'amplificatore differenziale a BIT 412 6.3 Altre caratteristiche non ideali deli’amplificatore differenziale 423 64 Polurizzazione nei circuiti integratt a BJT = 427 6.5 Amplificatore differenziale a BIT con carico attivo 440 6.6 Coppiadifferenziale aJFET 444 6.7 Amplificatori differenziali in tecnologia MOS 447 68 Amplificatori BICMOS 456 69 Amplificatori in GaAs 461 6.10 Amnptificatori multistadio 470 Sommario 475 Bibliografia 476 Problemi 476 RISPOSTA IN FREQUENZA = 488 Introduzione 488 T.L Analisi nel dominio di Laplace 489 7.2 La funzione di trasferimento di un amplificatore 495 7.3. Risposta in bassa frequenza dell amplificatore a source comune 505 74 — Risposta in alta frequenza detl’amplificatore a source comune 570 1.8 Modelo ibrido ax del BIT 520 7,6 Risposta in frequenza dell’amplificatore a emettitore comune 528 7.7 Le configurazioni a base comune, a gate comune e cascode 530 8 — Risposta in frequenza dell’ inseguitore dj emettitore ¢ dellinseguitore di source 537 7.9 Casceta di un collettore comme e di un emettitore comune 540 7.10 Risposta in frequenza dell’ amplificatore differenziale 545 7.11 La coppia differenziale come amplificatore a larga banda - La configu- razione colletlare comune-base comune 553 Sommario 556 Bibliografia 557 Problemi 557 CAPITOLO8 LA CONTROREAZIONE 576 i Introduzione 570 8.1 Struttura generale della controreazione 571 8.2 Alcune proprict2 della controreazione neyativa 573 8.3 I quattro tipi fondamentali di controreari 84 Amplificatore con controreazione serie-parallelo 581 8.5 Amplificatore con controreazione serie-serie 590 8.6 Amplificatori con controreazione parallclo-paralleto ¢ parallelo-scrie 598 8.7 Calcolo del guadagno di anello 609 88 [problema della stabilita. 673 8.9 Effetto della controreazione sui poli di un amplificatore 616 8.10 Studio della stabilita mediante i diagrammi di Bode 625 8.11 Compensazione di frequenza 629 Sommario 635 Bibliografia 636 Problemi 636 CAPITOLO9 = STADI D’USCITA ED AMPLIFICATORI DI POTENZA 646 h fos a Invoduzione 646 9.1 Classificazione degli stadi @’uscita 647 92 Studio duscita in classe A 648 9.3 Stadio d’uscita in classe B 653 94 Studio d’uscita in classe AB 659 9.5 Polarizzazione del circuito in classe AB 662 9.6 BIT di potenza 967 9.7 Varianti della configurazione in classe AB 674 9.8 Amplificatori integrati di potenza 678 9.9 MOSFET di potenza 685 Sommario 699 Bibliografia 691 Problemi 697 CAPITOLO 10) CIRCUITEINTEGRATIANALOGICI 698 ho Tntroduzione 698 10.1 Amplificatore operazionale 741 699 10.2. Analisi in continua del 741 703 10.3 Analisi per piccolé segmali dello stadio d'ingresso del 741709 10.4 Analisi per piccoti segnali del secondo stadio del 741775 10.5 Analisi dello stadio d'uscita del 741 717 10.6 Guadagno ¢ risposta in frequenza del 741722 CAPITOLO 11 CAPITOLO 12 10.7 Amplificatori operazionali CMOS 727 10.8 Configurazioni alternative per umplificatori operazionali nelle tecno- logie CMOS e BICMOS 734 10.9 Convertitori - Introduzione 738 10.10 Convertitori DA 743 10.11 Convertitori AD 747 Sommario 753 Bibliografia 754 Problemi 755 he we FILTRIED AMPLIFICATORI ACCORDATI. 7620 i ~ Introdurions 762 11... Trasmisstone, tipi e specifiche dei filtri 763 11.2. Funzione di wasferimento del filtro 767 11.3 Piltei di Butterworth e di Chebyshev 770 1L4 Bunzioni di filtro del primo e del secondo ordine 778 11.5. Risonatore LCR del secondo ordine 786 11.6. Filtri attivi def secondo ordine basati sulla sostituzione dell'induttore 792 LL Fills attivi del secondo ordine basati sulla topologia two-integrator- loop 800 1L8 Pulte attivi biquadratici ad amplificatore singolo 806 ILO Sensibilire 8/4 11.10 Futria capacita commutate 876 L1.11 Amplificatori accordati 822 Sommario 833 Bibliografia 834 Problemi 835 ———= GENERATORI DI SEG) ‘ALE E GENERA TORI DI FORME D’ONDA 841 Introduzione 847 12.1 Principi di base degli oscillator! sinusoidal 842 12.2 Oscillatori RC con umplificatore operazionale 847 123 Oscillatori LC ed acristallo 855 12.4 Multivibratori bistabili 861 12.5 Generazione di forme d’onda quadrate ¢ triangolari_ mediante multi- vibratori astabili 869 12.6 Generazione di un impulso standardizzato - Multivibretore. monostabite 873 12.7 Timer integeati 875 12.8 Formatori d’onda non fineari 88 12.9 Rettificatori di precisione 884 Sommario 892 Bibliografia 893 Probiemi 893 a CAPITOLO 13 CIRCUITIDIGITALIMOS 906 \ SS Introduzione 906 13.1 Circuiti logici - concetti fondamentali 907 13.2. Invertitore NMOS con carico ad arricchimento 916 13.3 Invertitore NMOS con carico a svuotamento 923 13.4 Circuiti logici NMOS 928 13.5 Invertitore CMOS 930 13.6 Porte logiche CMOS 938 13.7 Latche flip-flop 944 13.8 Multivibratori 950 13.9 Memorie ad accesso casuale (RAM) 956 13.10 Memorie di sola lettura (ROM) 965 13.11 Circuiti digitali in Arseniuro di Gallio 970 Sommario 979 Bibliografia 980 Problemi 980 CAPITOLO 14 CIRCUITIDIGITALIBIPOLARI 989 yey Introduzione 989 14.1 I BJT come elemento di un circuito digitale 990 14.2. Primi circuiti digitalia BIT 999 143 Transistor-Transistor Logic (TTL 0 T?L) 1003 14.4 Caratteristiche della TTL standard 1016 14.5 Famiglie TTL con prestazioni migliorate 1023 14.6. Emitter Coupled Logic (ECL) 1030 14.7 Circuiti digitali BICMOS 1045 Sommario 1047 Bibliografia 1048 Problemi 1049 APPENDICI A TECNOLOGIA DI FABBRICAZIONE DEI CIRCUITI INTEGRATI PARAMETRI DELLE RETI DUE PORTE STRUMENTI DI CALCOLO PER IL PROGETTO DI CIRCUITI ELETTRONICI TEOREMI UTILI SUI CIRCUITI CIRCUITI A SINGOLA COSTANTE DI TEMPO VALORI STANDARD DI RESISTENZA RISPOSTE A PROBLEMI SELEZIONATI aw Qums I INDICE ANALITICO CAPITOLO Introduzione all’ Elettronica Introduzione Li Segnali LS Modelli cireuituli per gli amplificatori 1.2 Spettro di frequenza di un segnate 1.6 Risposta in frequenza degli amplificutoti 1.3. Segnali analogici e digitali Sommario « Bibliografia © Problemi 1.4 Amplificatori INTRODUZIONE L’argomento di questo testo 2 T'Elettronica moderna, meglio canosciuta come Microclettronica. 1] termine Microeletironica si riferisce alla tecnologia dei Circuiti Integrati CO), che, attualmente, é in grado di produrre citcuiti contenenti pitt di 1 milione di componenti su un piccolo pezzo (Chip) di Silicio la cui area & dell'ordine di 60 mm?. Un circuito di questo tipo pud, per esempio, costituire un digital computer completo, che, come dice il suo stesso nome, & note come microcomputer o, pidi in generale, microprocessore. In questo libro studieremo dispositivi eletronici che possono essere usati sia singolar- mente (nel progetto di cireuiti discreti), sia come componenti di un circuito integrato, ¢ ci oecu- peremo del progetto c dell’ analisi delle interconnessioni tre questi dispositivi che formano eireuiti discreti ¢ integrati di diferente complessita ¢ che possono svolgere unampix variet’ di furvioni. Inoltre, studieremo anche i vari tipi di citcuiti integrati disponibili e te loro applicazioni ne! pro- getto di circuiti elettronici. Lo scopo di questo primo capitolo 2 quello di introdutre atcuni concetti basilari e di fissa- te una opportuna terminologia. In particolare ci occuperemo della definizione del concetto di segnale e di una delle pid importanti procedure di elaborazione di un segnale, Pamplificazione. Esamineremo poi i vari modelli di amplificatori Jineari, che saranno impiegati nei capitoli seguen- ti per il progetto e T’analisi degli amplificatori reali. Olire a definire il campo di, applicazione della Microelettronica, questo capitolo serve a collegare to studio dei circuiti lineari ¢ l'argomento di questo testo: il progetto ¢ Panalisi dei circuit efettronici. 2 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA, 1.1 1 SEGNALI 1 segnali contengono informazioni su vari fenomeni che si svolgono nel mondo fisico. Alcuni esempi: informazioni meteorologiche possono essere riportate mediante segnali che rap- presentino la temperatura dell’ aria, la pressione atmosferica, la velocita del vento ¢ cosi via. La voce di un annunciatore radiofonico che legge delle notizie in un microfono pud essere considera- ta come un segnale acustico che contiene delle informazioni sulla situazione mondiale. Per osser- vare I’evoluzione nel tempo dello stato di un reattore nucleare si usano dei dispositivi per misurare una grande quantita di parametri, e ognuno di questi strumenti produce un opportuno segnale. Per estrarre le informazioni volute da un insieme di segnali !’osservatore, si tratti di un uomo o di una machina, ha bisogno di elaborare il segnale in qualche modo. Questo proceso di elaborazione del segnale viene in genere svolto nel modo pitt conveniente possibile utilizzando sistemi elettronici. Perché questo sia possibile, comunque, il segnale deve essere prima convertito in un segnale elettrico, cio’ in una tensione o in una corrente, Questo processo di conversione viene di solito svolto da dispositivi chiamati trasduttori. Esistono molti tipi di trasduttori, ognuno dei quali adatto a una particolare categoria di segnali fisici. Ad esempio, le onde sonore della voce umana possono essere convertite in un segnale elettrico usando un microfono, che é, in effetti, un trasduttore di pressione. In ogni caso, lo studio dei trasduttori va al di 1a dei nostri scopi, sicché da ora in poi supporremo che le grandezze che ci interessano esistano gid come segnali elettrici e li rappresenteremo in una delle due forme equivalenti mostrate in Fig. 1.1. In Fig. 1.1(a) il segnale viene rappresentato mediante un generatore di tensione v,(t) con una resistenza interna R, . Nella rappresentazione di Fig. 1.1(b) (alternativa alla prima), il segnale & rappresentato mediante un generatore di corrente 7,(1) con una resistenza interna R, . Sebbene le due rappresentazioni siano equivalenti, si preferisce usare quella di Fig. 1.1(a) (conosciuta come forma di Thevenin) quando la resistenza X, ¢ piccola, mentre quella di Fig. 1.1(b) (nota come forma di Norton) viene usata quando la resistenza R,é grande. Da quanto detto finora dovrebbe essere chiaro che un segnale @ una grandezza che varia nel tempo e che pud essere rappresentata da un grafico come quello di Fig. 1.2. In effetti, il conte- nuto di informazioni dal segnale & rappresentato dai cambiamenti del suo valore in funzione del tempo; potremmo dire che le informazioni sono contenute nei “serpeggiamenti” della forma d’on- da del segnale. In generale é difficile descrivere matematicamente tali forme d’ onda. In altre paro- le non é facile dare una descrizione succinta di una arbitraria forma d’onda quale quella di Fig. 1.2. Naturalmente, una tale descrizione é di grande importanza ai fini della progettazione di un cir- cuito appropriato che elabori il segnale eseguendo su di esso le operazioni desiderate. Re Fig. 1.1 Due possibill rappresentazioni di un i R, generatore di segnale: (a) forma di O} Thévenin, (b) forma di Norton. (a) (b) CAPITCLO 3 wlth Fig. 1.2 Un atbitraro segnale di fensione vf). Tempo, # 1.2 SPETTRO D] FREQUENZA DI UN SEGNALE Un segnale pat essere caratterizzate in modo estremamente pratico e valide per una qua- lunque arbitraria funzione del tempo, mediante i] suo spettro di frequenza. Una tale descrizione del segnale viene ottenuta mediante due strumenti matematici: la serie di Fourier ¢ la trasferma- ta di Fourier!, In questo momento non siamo interessati ai dettagli di queste trasformazioni; & sufficiente dire che esse ci forniscono i} modo di rappresentare un segnaic di tensione 7,1) 0 un segnale di corrente 7,(2} come una somma di segnali sinusofdali di differenti frequenze ¢ ampiez- ze. Questo fa si che i segnali sinusoidali siano molto importanti neli'analisi, ne) progetto ¢ nella prova di circuiti elettronici. Per questa ragione rivedromo brevernente le praprieta delle funzioni sinusoidali. La Fig. 1.3 mostra un segnale di tensione sinusoidale e,(i) =V¥, sen ot ab dove V, denota it valore dell'ampiezza in volts ¢ @ denota la velocit& angolare in radianti at secondo; ciot @ = 2 mf rad/s, dove f & la frequenza in Herts f= 1/7 Hz, ¢ T 2 il perindo in secondi. Fig, 1.3 Tensione sinusoidale di ampiezza V, frequenza f= 1/1 Hz. La frequenze angolare & 1m =2nfradis. 111 levore che aon ba ancora studiato questi argomenti non deve preoceuparsi, visto che non saranno ripresi fino al Capitola 7. Turtavia, la comprensione del comtenuto della Sezione 1.2 & motto utile ai fini delle studio dei primi capitoli del libro. 4 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA, Il segnale sinusoidale 2 completamente caratterizzato mediante il suo valore di picco V, . la sua pulsazione @ ¢ Ja sua fase rispetio ad un atbitrario istante di riferimento. Nel nostro caso Vorigine dei tempi & stata scelta in modo tale che l'angolo di fase sia 0. Bisogna dire che @ motto comune esprimere Yampiczza di un segnale sinusoidale mediante il suo valore efficace (root- mean-square, rms) che & uguale al valore di pica diviso per V2 Quindi, il valore efficace della sinusoide v,(4) di Fig. L2& V,/V2. Per esempio, quando si dice che ’energia elettrica nelle nostre case viene distribuita a 220 V, si intende che la tensione ha un andamento sinusoidale con un valore di picco di 220 ¥2 V. Ritornando ora alla rappresentazione dei segnale come somma dj sinusoidi, possiemo dire che Ja serie di Fourier 8 utilizzata per questo scopo net case particolare di un segnale periodi- co nel tempo. La trasformata di Fourier, invece, si applica in casi pid: generati, e pud essere utiliz- vata per ottenere Jo spettro di frequenza di un segnale la cui forma d’onda sia una funzione com- pletamente arbitraria det tempo. La serie di Fourier ci permette di esprimere una data funzione periodica del tempo come somma di un numero infinito di sinusoidi le cui frequenze differiscono per multipli interi di una frequenza @, Per esempio, Ponda quadra simmetrica di Fig. 1.4 pud essere espressa come 4 oft) = 2 sen tat + Leen 35 +4 sen Sigh to > (1.2) x 3 5 dove V & l'ampiezza dell’onda quadra c @, =2 WT (7 & il periode delonda quadra} & chiamata la frequenza fondamentale. E da osservare che, dato che !ampiezza delie varie armoniche dimi- nuisce progressivamente, la scrie pud essere troncata, fornendo cost una approssimazione dell’ on- da quadra, +¥ ri fig. 1.4 Onda quadra simmetrica di ompiezza V. \" Le componenti sinusoidal della serie nella Eq. (1.2) costituiscono io speuiro di frequenza dell’ onda quadra. Tale spetiro pud essere rappresentato graficamente come in Fig. 1.5, dove sul- Tasse orizzontale si riporta la velocita angolare «in radianti al secondo. La trasformata di Fourier pud essere applicata a funzioni non periodiche del tempo come quetla riportata in Fig. 1.2, ¢ fomnisce it toro spetizo come una funzione continua della frequen7a, come mostrato in Fig. 1.6, A differenza dei segnali periodic, il cui spettro 2 costituito da un insie- me discreto di frequenze (ap ¢ le sue armoniche), lo spettro di un segnale non periodico contiene, in generale, tutte le possibili frequenze. Turtavia, nella pratica, la parte essenziale dello spettro del CAPITOLO 1 5 Av ® 1l4v 30m 1, 4¥ Som : t i ~ ay deay Sony ww (ratl}s} Fig, 1.5 Spettro di frequenza dell’onds quacta periodica di Fig. 1.4 segnale & im genere contenuta in segmenti molto piccoli dell’asse delle frequenze angolari (0), © questa & un’osservazione molto utile nell’elaborazione di tali segnali. Per esempio, lo spettro dei suoni percepibili dall'uomo, come la voce umana e ka musica, si estende da 20 Hz a 20 KHz circa; tale intervallo di frequenze & conosciuto come banda audio. Va sottolineato che esistono in natu- ra soni con frequenza superiore a 20 KHz, ma l'orecchio umano non é in grado di percepitli, Per concludere, vogliamo far notare che un segnale pud essere rappresentato sia mediante V'andamento temporale della forma d’onda, come per il segnale u(t) mostrato in Fig. 1.2, sia mediante il suo spettro di frequenza, come in Fig. 1.6, Le due rappresentazioni sono definite, rispettivamente rappresentazione nel dominio del tempo c rappresentazione nel dominio della fre- quenza. La rappresentazione nel dominio della frequenza di v,() sara indicata col simbolo V,(@). oe 3 = q £ Fig. 1.6 Spattro di frequena ci un segnale £ arbitrario come quello in Fig. 1.2 3 g 3 oO @ (rad/s) 6 INTRODUZIONE ALL’ELETIRONICA Esercizi Li Trovare le frequenze f ed @ di un xegnale sinusoidale con un periodo dit mn. Ris, f= 1000 Hz; eo = 2m x 103 rad/s 1.2 Qual’é il periodo 7 di un'onda sinusoidale caratterizzata daile frequenze (a) f= 60 Hz ? (b) /= 103 Hz ? (&) f= | MHz ? Ris. 16,7 ms; 1000 s; 1 ps. 1.3 Quando il segnale a onda quadra di Fig. 1.4 ta cui serie di Fourier @ data nel"Fq. (1.2) 2 applicato a un resistore, la potenza totale dissipata pud essere calcolata direttamente usando Ta relazione VT a P=—[W°sR) dt To ©, indirettamente, sommando i contributi di ciascuna delle componentt armoniche, vole a dire P= P, + P, + Py... che possono essere trovati dircttamente dai valori rns, Verificare che i due sistem siano equivalenti. Quale frazione dell'energia di un onda qui dra & presente nella sua fondamentale? Nelle sue prime cinque armoniche? NeHe sue prime sette? Nelte prime nove? In che numero di armoniche @ contenuto ‘il 90% detl energix? (Si noti che nel contare Je armoniche, quella relativa a @, @ la prima, quella relativa a 2 a, la seconda ¢ cost Ris, 0,81; 0,93; 0.95; 1.3 SEGNALI ANALOGICI E DIGITALL Il segnate di tensione raffigurato in Fig, 1.28 chiamato segnale analogico. 0 nome deriva dal fatto che un segnale di questo tipo & analogo al segnale fisico che ess0 rappresenta, La funzione che rap- presenta un segnale analogico pud assumere qualunque valore; in altri termini, Pampiczza di un segnale analogico mostra una variazione continua in (utto il suo intervallo di attivita. La maggior parte dei segnali che si trovano nella realt8 fisica sono analogici. I circuiti elettronici che elaborane tali segnali sone detti cireuiti analogiei. In questo testo studieremno vari circuiti analogici. Alternativamente, un segnaie pud essere rappresentato mediante una sequenza di numeri, ognuno dei quali rappresenta il valore del segnale in un determinato istante di tempo. Il segnale che ne risulta & detto segnale digitale. Per vedere come un segnaie possa essere rappresentato in quesultima forma, cio? come i segnali possano essere convertiti dalla forma analogica a quella digitale, consideriamo la Fig. 1.7(a). In questa figura ia curva rappresenta un segnale di tensione identico a quelic in Fig. 1.2. Ad oguali intervaili sull’asse det tempo abbiamo marcato gli istanti ty, b € Cosi via. In ognuno di questi istanti si misura il valore del segnale, con un proceso noto come campionamento. La figura 1.7(b) mostra una rappresentazione del segnale di Fig. 1.7%(a) mediante i suoi campioni. I] segnale in Fig. 1.7(b) @ definito soltanto negli istanti in cui é stato eseguito il campionamento, ¢ quindi non & pit! una funzione del tempo, ma piuttosto un segnale a tempo discreto. Comunque siccome clascun campione pod assumere quatsiasi valore in un inter- vallo continuo, if segnale in Fig. 1.7(b) & ancora un segnale analogico. Ora, se rappresentiamo !'ampiezza di ciascuno dei campioni di Fig. 1.7.(b) mediante un numero con una quantita Ginita di cifre allora il valore del segnale non variera pili con contimuita, potremmo piuttosto dire che iJ segnale & stato quantizzato, diseretizzato o digitalizcato. TL seynale digitale che ne risulta, allora, @ semplicemente una sequenza di numeri che rappresentano iJ valore dei vari campioni del segnale. J circuiti elettronici che etahorano i segnali digitali sono detti cireuitl digitali. 1 digital computer & un sistema costruito con circuiti digitali. Tutt i segnali interni, in un digital computer, CAPITOLO | 7 0) Witt ? Fig. 1.7 Campionando il segna- . fe cnalogico o tempo continuo @) in (a) si ottiene il segnole analo- uO gico atempe discreto in (b). HA (b) sono segnali digitali, L’elaborazione digitale dei segnali si @ molto diffusa, soprattutto a causa degli enormi progressi fatti nel progetto e nella fabbricazione di circuiti digitali. Un'altra ragione delia popolarita deil’elaborazione digitale dei segnali i] fatto che, di solito, si preferisce aver a che fare con numeri. Per esempio, senza dubbio la maggior parte di noi trova gii orologi con display digitate pitt comodi di quelli con display analogico (lancette che si muovono su una scala graduata), Mentre il display de! secondo tipo richicde un lavoro di interpretazione da parte del’os- servatore, il primo 2 esplicito, eliminando cost ogni giudizio soggettivo. Questo & un fatto impor- tante che forse pud essere meglio apprezzato ne!l’ambito di un sistema di strumentazione come quello utilizzato per osservare nel tempo l’evolurione dello stato, di un reattore oucleare. In un sistema del genere, infutti, {'interpretazione umana delle letture degli strumenti e la inevitabile mancanza di precisione ad essa associata, potrebbe essere rischiosa. Inoltre, in tale sistema di stru- mentazione, di solito j tisuitati deile operazioni di misura devono esscre inviati ad un digital com- puter per successive analisi, A tal fine sarebbe conveniente che i segnali ottenuti dagli strumenti di misura fossero gid in forma digitale. Lelaborazione digitale dei segnali & economica ed affidabile. Inoltre, consente di effet- tuare una gran quantita di funzioni di eluborazione, funzioni che non sarebbe possibile o pratico implementare mediante. sistemi analogici. Tuttavia, come abbiarpo gid detto, molti dei segnali del mondo fisica sono analogici. Inolite, esistono molte operarioni di elaborazione del segnak: che vengono eseguite net modo migliore Milizzando circuit! analogici, Ne consegue che an buon inge- gnere clettronico deve essere abile in esitrambe le forme di elaborazione del segnale. Questo é i} principio adottato in questo libro. 8 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA Prima di lasciare la trattazione dei segnali vogliamo far notare che non tutti i segnali trat- tati dai sistemi elettronici hanno origine nel mondo fisico. Per esempio, le calcolatrici clettroniche ed i digital computer eseguono operazioni matematiche ¢ logiche per risolvere problemi. E” chiaro che i segnali digitali che rappresentano le variabili e i parametri di questi problemi intemamente a tali sistemi elettronici non provengono direttamente da segnali fisicamente esistenti. 1.4 AMPLIFICATORI Introdurremo adesso una funzione fondamentale di elaborazione dei segnali, usata, sotto varie forme, in quasi tutti i sistemi elettronici: l’amplificazione. Amplificazione di un segnale \ Da un punto di vista concettuale, la prima necessita che si incontra nell’ elaborare i segna- quella di amplificarli, Questa necessita deriva dal fatto che i trasduttori forniscono segnali piuttosto “piccoli”, cioé nell’ ordine di microvolt o di millivolt, e dotati di energie molto basse. Tali segnali sono troppo piccoli per essere sottoposti a una elaborazione attendibile ¢ l’claborazio- ne stessa 2 molto pill semplice se si rende maggiore I’ampiezza del segnale. I blocco funzionale che realizza questa funzione @ ’amplificatore di segnale, E* opportuno, a questo punto, illustrare 1a necessita di linearita per gli amplificatori ‘Amplificando un segnale, bisogna aver cura di non alterare le informazioni in esso contenute e di non introdurre informazioni differenti. Quindi, fornendo ad un amplificatore il segnale di Fig. 1.2 vogliamo ottenere all"uscita dell’ amplificatore un altro segnale che sia una esatta replica di quello in ingresso, a parte la maggiore ampiezza. In altre parole, i “serpeggiamenti” della forma d'onda del segnale di uscita devono essere identici a quelli del segnale in ingress. Ogni alterazione della forma d’onda é considerata distorsione ed &, ovviamente, indesiderabile. Un amplificatore che conservi nei dettagli 1a forma d’onda del segnale & caratterizzato dalla relazione a3) dove v,€ uv, sono, rispettivamente, i segnali in ingresso e in uscita e A é una costante che rappre- senta il valore dell’amplificazione, chiamata guadagno dell’amplificatore. L’equazione (1.3) & una relazione lineare e quindi l’amplificatore daessa caratterizzato 2 detto amplificatore lineare. Dovrebbe essere chiaro che se la relazione tra v, e v, contiene potenze di v, pid elevate, la forma onda di v, non sara pid uguale a quella di 1. In tal caso, si dice che Pamplificatore mostra una distorsione non lineare. Gli amplificatori descritti fin qui sono di solito destinati a funzionare con segnali molto piccoli in ingresso. II loro scopo & quello di rendere maggiore 'ampiezza del segnale, e quindi sono considerati amplificatori di tensione. Il preamplificatore di un sistema stereo é un esempio di amplificatore di tensione. Comunque, questo dispositivo non si limita ad amplificare il segnale; in particolare, modifica lo spettro di frequenza del segnale di ingresso. Comunque, per ora non ‘intendiamo trattare questo argomento. E’ necessario menzionare ora un altro tipo di amplificatore, l’amplificatore di potenza. Questo dispositive fornisce una modesta amplificazione di tensione ma una sostanziosa amplifica- zione di corrente. Quindi, pur assorbendo poca energia dal generatore di segnale al quale & con- CAPITOLO 7 9 nesso, che spesso & un preamplificatore, fornisce una grossa quantita di energia al suo carico. Un esempio pud essere costituito dall’ amptificatore di potenza di un sistema stereo hi-fi, il cui seopo @ quello di erogare una potenza sufficiente per pilotare gli altoparlanti. Qui debbiamo notare che gli aloparlanti rappresentano il trasduttore di uscita det sistema, poiché convertono in un segnale acustico il segnaie elettrico fornito in uscita dal sistema, Mediante questo ésempio possiamo apprezzare meglio amche ta necessit&, per gli amplificatori, della propriet® di linearita. Un amplifi- catore Gi potenza lincare fa si che sia i passaggi musicali forti che quelli bassi siano riprodotti senza distorsioni. Simboli circulitali degli amplificatori Lramplificatore di segnali , ovviamente, una rete due-porte, La sua funzione pud essere conve- nicntemente rappresentata mediante il simbolo circuitale di Fig. 1.8(a). Questo simbolo permette di distinguere chiaramemte le porte dingresso e di uscita e indica la direzione in cui fluisce il sognalc. Quindi, negli schemi circuilali che incoatreremo pit avanti, non sara necessario contras- segnare le due porte come “ingresso” ¢ “uscita”. Per ragioni di generalita abbiamo disegnato l'am- plificatore con due terminati di ingresso, distinti da quelli di uscita. Un simboto che si incontra pi di frequentc, perd, & quello di Fig. 1.8(b) in cui le porte di ingresso e di uscita dell'amplificatore hanno un terminale in comune. Questo terminale in comune viene usato come punto di riferimento ed 8 chiamzto massa del cirenito. Tngresso Uscita Ingresso. Useita ——— fa} (db) Fig. 1.8 (a) Simbolc circuitale ci un ampiificatore, tb) Amplificctore con un terminale comune (massa) fra le porte ai ingresso e di uscila, Guadagno di tensione Un amplificatore lineare riceve in ingresso un segnale 1, (1) ¢ fomnisce in uscita, attraverso una resistenza di carico A, (Fig. [.9(a)} un segnake 1, (che & una copie ingrandita di 1 (2). TI guadagno di tensione dell’ amplificatore & definito dalla relazione Yo Guadagno di tensione (4 aay oY La Figura 1.9(b) mostra Ja caratteristica di trasferimento di un amplificatore lincare. Se applichia~ mo all’ ingresso di questo amplificatore una tensione sinusoidale di ampiezza V, otterremo in usci- ta una sinusoide di ampiezza A.V’ Guadagne di potenza e guadagno di corrente Un amplificatore aumenta ta potenza del segnale, una caratteristica, questa, molto importante che differenzia un amplificatore da un trasformatore. Ii trasformatore, infatti, pur presentando al carico 10 INTRODUZIONE ALL’ ELETIRONICA (a) «bh Fig. 1.9 {a} Un ompiificctore di tensione pilotato da un segnale v, () 6 connesso ad una sesstenzc di carico R, . 2) Covatteristica di trasterimento di un amolficatore ineare ditensone con guadagno di tensione A, una tensione maggiore di quella che viene applicata al suo ingresso (sull’avvolgimento primario), eroga in uscita una potenza minore o al massimo uguale a quella fornita dal generatore di segnate. L’amplificatore, invece, fornisce al carico una potenza maggiore di quella preievata dal generatore di segnale, In altri termini, questi dispositivi son caratterizzati da un guadagno di potenza. Il gua- dagno di potenza dell’ amplificatore in Fig. 1.9(a) & definito dalla relazione potenya trasferita al carico Guadagno di potenza (4, ) = potenza in ingresso dove , & la corrente che Pamplificatore fornisce al carico ig = vo /R, € ij? Ja corrente che Vam- plificatore preleva dai gencratore di segnale. Il guadagno di corrente dell’ amplificatore & definite come Guadegno di conente (4) = ay y Dalle equazioni (1.4) ¢ (1.7) segue che Ay = 4,4; 8) Espressione del guadagno in Decibel Il guadagno di tensione, cosi come quello di corrente e di potcnza, vengono definiti mediante rap- porti tra grandezze con le stesse dimensioni fisiche, e saranno quindi espresse da numeri adimen- sionali, oppure, per enfasi, usando come unita di misura V/V per il guadagno di tensione, AJA per CAPITOLO 1 WW il guadagno di corrente e W/W per il guadagao di potenza. In akternativa, per varie ragioni, alcune delle quali storiche, gli ingegneri elestronici esprimono i parametri degli amptificatori usando i logaritmi. In particolare, il guadagno di tension A,,pud essere espressa come Guadagno di tensione in decibel = 20 log | A, | dB es mente per il guadagno di corrente 4, si avra Guadagno di comenge in decibel = 20 log La, | 4B Dal momento che la potenza & esprimibile in funzione del quadrato della tensione, iI guadagno di potenza 4, pud essere espresso mediante la relazione Guadagno di pgtenza in decibel 0 log Ay dB Tl guadagno di tensjone e di corrente vengono presi in valore assoluto dal momento che, in alcuni casi, possono essere espressi da numeri negativi. Il fatto che 4, sia negativo sta sempli- cemente ad indicare uno sfasamento di 180° tra il segnale in ingresso e quello in uscita; non impli- ca che |'anoplificatore stia attenuando il segnale. D'altra parte, lificatore che Pres ent un un el guadagun.di sensione di -20 dB sta in eifeiti attentiando il segnate di_un fatlore 10 (cio 4,= 0.1." Alimentazione degli amplificatori Dal momento che ia energia wasferita al carico 8 maggiore di quella assorbita dal generatore di segnale, naturale chiedersi da dove venga presa questa energia addizionalc. La risposta 2 che gli amplificatori, per funzionare, devono essere alimentati con gencratori in continua, detti alimenta- tori. Questi generatori forniscono l'energia addizionale trasferita al carico, cos come ogni altra quantita di energia che possa essere dissipata (cin? convertita in calore) ne] circuito intemo del- TY amplificatore. Nella Fig. 1.9(a}, non abbiamo mostrato esplicitamente questi alimentatori. La Fig, 1.10(a) mostra un amplificatore che richiede due alimentatori (alimentazione duale): uno positive di valor: Vj, ¢ uno negativo di valore V;. L’amplificatore ha due terminali contrassegnati con V+ e V- che vanno collegati ai due alimentatori. Aftinché l’amplificatore possa funzionare, il terminale contrassegnato con ¥*_deve essere comnesso al polo positivo deb gativo ‘0 © connesso a massa. Inoltre, il terminalé tan fa) @) Aig, 1.10 Scheme di ampifficatore che richiede un‘alimentazione duale 12 INTRODUZIONE ALL’ ELETTRONICA trassegnato con ¥~ deve essere collegato ul polo negative del generatore la cui tensione & V; ¢ il cui polo positive & connesso a massa. Ora, se la corrente erogata dal generatore positivo @ 4 € quella erogata dal generatore negativo & / (vedi Fig. 1.10(@)) la potenza fornita all’aroplificatore sora Py = Vili + Vib Indicando con P,,, la potenza dissipata ail’interno dell’ amplificatore, il bilancio energetico det sistema 2 dato dall’equazione Fact Be = Pet Biss Dal momento che la potenza P;assorbita dal generatore di segnale 8 di solite molto bassa, l’effi- sienza dell’ amplificatore 2 definita come n= 2x100 aa te L’efficienza & un parametro importante per valutare le prestazioni degli amplificatori che gestisco- no grosse quantita di potenza, Questi dispositivi, chiamati amplificatori di potenza, sono usati, per esempio come stadi di uscita dei sistemi stereo. Allo scopo di semplificare gli schemi circuitali, adoueremo la convenzione illustrata in Fig. 1.10(). In questa figura, it terminale V* viene connesso a una freccia rivolta verso l’alto ¢ il terminale V- a una freccia rivolta verso il basso. La tensione corrispondente @ indicata vicino alla punta di ciascuna freccia, In molti casi non mostreremo esplicitamente le connessioni tra gli amplificatori e i relativi alimentatori. Inoltre, vogliamo far notare che alcuni amplificatori richie- dono un solo generatore di alimentazione. ESEMPIO 1.1 Si abbia un amplificatore atimentato da due generatori in continua di vatore +10 V. UJ dispositive & pilotato in ingresso da una tensione sinusoidate con un valore di picco di 1 V ¢ for- nisce in uscita, a una resisienza di carico di 1 kQ, una tensione sinusoidale con un valore di picco di 9 V. L’amplificatore assorhe una corrente di 9,5 mA da ciascuno dei due generator: la corrente dingresso dell’ amplificatore 2 sinusoidale con un valore di picco di 0,) mA, Trovare l'amplifica- zione di tensione, di corrente e di potenza, la potenza assorbita dagli alimentatori, la potenza dissi- pata nelPamplificatore e Vefficienza del!’ amplificatore. Soluzione =OWIV oppure 20tog9~ 19,1 dé CAPITOLO 1 13 oppure A, 5 20 log 90 = 39.1dB oppure 4, = 10 log 810 = 29,1dB Py =10 X95 410 %9,5 =190 mw Pigg = Pag +P) P, = 190 +.0,05 - 40,5 = 149,0 mW Hiss n= 7h x 100 = 21,3% Fac ‘A proposito dell’esempio precedente possiame osservare che lamplificatore converte una parte detla potenza assorbita dai gencratori di alimentazione (in continua) in potenza del segnale che {ornisce al carico. Saturazione di un ampiiticatore La caratteristica di trasferimento di un amplificatare rimane lineare solo per un limitato intervallo delle tensioni di ingresso c di uscita. Per un amplificatore alimentato da due generator, la tensione di uscita non pud superare uno specifice limite positive, e non pud scendere al di sotto di uno spe- cifico limite negative. La caratteristica di trasfcrimento che ne risulta & disegrata in Fig. J.11, dove i livelli di saturazione positivo ¢ negativo sono indicati rispettivamente con £ , € J, rispetti- vamente. Ognuno dei due livelli di saturazione dista, in genere, | 9 2 V dalla tensione de} corti- spondente generatore di zlimentazione. Naturalmente, allo scopo di cvitare che il segnale di uscita venga distort, il segnale di ingresso deve essere mantenuto all"interno delf'intervallo di funzionamento fineare La Fig. 1.1 mostra Ja relazione tra duc forme d’onda d’ingresso e le corrispondenti forme d’onda @uscita. Possiamo notare che i picchi della forma d’onda di maggiore ampiezza sono stati tosati a causa della saturazione dell’ amplificatore. 14 INTRODUZIONE ALL’ELETIRONICA » Pichi del segnale di } uscitatosati a causa della saturazione fn t 1 1 t I I J 5 t ® 4 T Segnali di ingresso Va Fig. 1.11 Carattexistica di trosterimento di un ampiicatare che si comporte in modo lineare, finché non inter- viene fa saturazione. Caratteristiche di trasfetimento non lineari e Potorizzazione A parte gli effetti di saturazione deli’ uscita precedentemente discussi, si @ supposto che 1a curatte- ristica di trasferimento di un amplificatore fosse perfettamente lineare. Negli amplificatori reali, la caratteristica di trasferimento pud presentare delle non-tinearith di varia ampiezza, a seconda della complessita del circujto dell’amplificatore e dell’attenzione prestata in fase di progettazione per assicurarsi che il dispositive funzioni linearmente. Consideriamo, ad esempio, la transcaratteristi- ca di Fig. 1.12. Una caratteristica di trasferimento siffatta 2 tipica di semplict amplificatori alimen- tati da una singola alimentazione (positiva). Questa caratteristica di trasferimento & chiaramente non fincare e, per via del fatto che l'alimentazione 2 fornita da un solo peneratore, non $ centrata Tispetto all’origine. Per fortuna esiste una semplice tecnica che ci consente di ottenere una amplifi- cazione lincare da un amplificatore con una curattcristica di trasferimento di questo tipe. La tecnica consiste, anzitutio, nel polarizzare il circuito per farlo fanzionare in un punto posto nel centro della transcaratteristica. Questo pud essere oftenute applicando una tensione con- tinua ¥;, come indicato in Fig. [.12, dove il punto di lavoro & indicato con Qc la corrispondente CAPITOLO 1 15 Yoh “oO tn Yo OD vy Fg. 1.12 (a) Coratteristica di fosfermento relativa ad un amplicatore che mostra considerevoll non inoa- Ftd. (b) Per oftenere un funzionamento liners l‘amplificatore 6 polarizato nel modo mostrato in figuia, € lampiezza del segnale é mantenuta bossa. 16" INTRODUZIONE ALL’ELETTIRONICA tensione continua in uscita € Vo. Il punto Q@ conosciuto con i nomi di punto di riposo, punto di polarizzazione in continua o, semplicemente, punto di lavoro. II segnale da amplificare v, (1) viene ad essere quindi sovrapposto alla tensione continua di polarizzazione V;, come si pud vedere in Fig. 1.12. Ora, se la tensione di ingresso complessiva u, (1) »,(t)=V, +2,(1) varia attorno a ¥;, il punto di lavoro istantaneo si muove Iungo la transcaratteristica intomo al punto di riposo Q. In questo modo si pud determinare la forma d’ onda della tensione complessiva istantanea di uscita vo (1). Si pud vedere che, mantenendo I'ampiezza di v, (2) sufficientemente piccola, il punto di riposo istantaneo pud essere confinato in un segmento quasi lineare della tran- scaratteristica, centrato intorno a Q. Questo a sua volta fa si che quella parte della tensione di usci- ta che dipende dal tempo sia proporzionale a v, (1); vale a dire Vo +¥,(t) velt)= A(t) dove A, & la pendenza del segmento quasi lineare della transcaratteristica, cio? cioe 4, = to dv, ing Tn questo modo é possibile ottenere una amplificazione lineare. Naturalmente c’é una limitazione: il segnale in ingresso deve essere mantenuto sufficientemente piccolo. Aumentandone l’'ampiezza, infatti, pud succedere che |’amplificatore non funzioni pid nella regione quasi lineare della tran- scaratteristica, Di conseguenza, si verificherebbe una distorsione del segnale di uscita. Questa distorsione non lineare 2 ovviamente da evitare; il segnale di uscita finirebbe per contenere delle informazioni addizionali non presenti nel segnale di ingresso. Questa tecnica di polarizzazione e la relativa approssimazione per piccoli segnali verra usata molto spesso nel progetto di amplificatori basati su transistor. ESEMPIO 1.2 Un amplificatore a transistor & caratterizzato dalla caratteristica di trasferimento Ug =10 -10-Ne"r (1.10) che 2 valida per v, 2 OV e€ vo 20,3 V. Trovare i limiti Z_ e Z , e i corrispondenti valori di zy. Inoltre, trovare il valore della tensione di polarizzazione V; per cui Vy = 5 V ed infine Pamplifi- cazione di tensione nel punto di riposo corrispondente. Sofuzione 1i limite Z _ 2 ovviamente 0,3 V. Il corrispondente valore di v,si ottiene ponendo vg = 0,3 V nell’Eq, (1.10); quindi », = 0,690 V I limite Z , si determina ponendo v, = 0 ¢ quindi L,=10-10"" =10 V Per polarizzare il dispositivo in modo che si abbia V; = 5 V abbiamo bisogno, in ingresso, di una tensione V; il cui valore si ottiene sostituendo vp = 5 V nell’ Eq. (1.10), sicché

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