le pagine dell’AIDIC
4 Diego
Lambert ()
Foto Hanseong
Machinery MFG
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Co.Ltd.
Un approccio ingegneristico, basato su poche misure semplici e ripetibili,
dalla modellazione fisicc
Jel prc
coadiuvato
{i gr
de aiuto nella
gestione
Con il termine “granulazione” siintende un pro-
ccesso ne! quale piccole particelle sono riunite per
formarne altre di pit: grosse dimensioni, in cui so-
no ancora distinguibili i granelli origina. Le ragio-
niche spingono a sottoporre polveri al processo di
granulazione sono molteplici e differenti a seconda
del settori produttiv
Motivazioni di carattere tecnologico, che coinvol-
{gono tutti tip! ci materiali, sono 'incremento della
flowabilitye la riduzione dei ternpi di sospensione in
aria delle particelle. Motivazioni riguardanti indu-
DI GRANULAZI
atematica, pud essere
so di granulazione.
stria farmaceutica, oltre a quelle sopra citate, sono
il miglioramento delle proprieta di compressibilita
delle polveri, che rende pitt agevole la fase di com-
pressione per la produzione di compresse, e |'au-
‘mento dell'uniformita di distribuzione del Farmaco
nel prodotto. Inoltre, se si considerano i granulati
come prodotti fini, vi é anche un miglioramento
dell‘aspetto del prodotto e una maggior facilta nel
dosaggio del farmaco.
La granulazione é un processo di grande importan-
za nelle industrie chimiche, particolarmente nelle
CRITERI] PER PROGETTARE
E GESTIRE IL PROCESSO
ONEapplicazioni farmaceutiche. La gestio-
ne di un processo industriale di gra-
rulazione, perd, @ spesso affidato al-
Vesperienza oppure ad onerosi metodi
di ottimizzazione per prova ed errore
GRANULAZIONE A SECCO EA UMIDO
Attualmente le tecniche di granulazio-
ne utilizzate sono di due tipologie: la
prima, deta “granulazione a secco”,
ottiene l'effetto della coesione inter-
particellare mediante 'utiizzo di eleva-
te pression; la seconda, detta “granu-
lazione a umido”, prevede l'utlizzo di
tuna fase bagnante. La prima tipclogia
presenta il vantaggio di non alterare
dal punto di vista chimico-fisico il prin-
Cipio attivo, a causa della presenza di
solventi e della produzione localizzata
di calore. Presenta perd alcuni signifi-
cativi svantaggi: elevata polverosita,
difficolta a distribuire uniformemente
il principio attivo, lunghi tempi di puli-
2ia e soprattutto le pole poco coesive
‘non sono granulabili o tendono a for-
‘mare compat facilmente sbriciolabil
E quindi preferibile la granulazione a
tumido che oggi, mediante tecnologie
a mescolamento ¢ a letto fluido, la
tecnica industrialmente pid utilizzata
Considerando il processo a mescola-
mento di tipo high-shear, si pud scin-
dere il meccanismo di granulazione
in diverse fasi sequenziali: caricate le
polverall'interno del granulatore, ven-
{gono messi in rotazione i due agitator,
impeller e il chopper, cosi da omoge-
neizzare la carica trattata, solitamente
costituita dal principio attivo e da vari
eccipienti. Segue la fase di aggiunta del
liquido bagnante, contenente eventual-
mente un legante. La cistribuzione uni-
forme della soluzione quindi, favorita
dall‘agitazione impartita dall'impeller,
fa i che le polveri si bagnino e possa
iniziare cosi il processo di agglomera-
ione tramite la nucleazione. Questo
meccanismo sinnesca quando diventa
possibile la formazione di ponti liquid
tra le particelle, potendo cosi formare
i primi aggregati. Dopo questa prima
fase i granuli sono soggetti a quattro
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Se
meccanismi: due che concorrono alla
crescita, coalescenza e stratificazione,
due che portano alla riduzione delle
dimension, breakage e attrito. La coa-
lescenza si ha in seguito alla collisione
consolidazione di nuclei/grani defor-
mabil, a patto che poi quest rimanga~
10 coesi, nonostante le forze di taglio
esercitate dall'impeller. La stratificazio-
ne consiste nell'adesione della polve-
re su particelle bagnate di dimensioni
maggior. ll fenomeno deli'attrito, che
siverifica trai grani stessie con le pare-
tidel granulatore, porta all'erosione su-
perficiale, causando i rimpicciolimento
dei granulie la riformazione di polve-
re, La rottura per breakage, invece, &
funzione della durezza dei grani e del-
la forza di taglo a cui sono sottoposti
Se la forza d'impatto & magaiore della
resistenza del granulo, questo andra a
rompersi in grani di dimensioni mino-
ri. | meccanismi descritti sono riassunti
schematicamente nella figura in alto,
MOTIVAZIONE DELLA RICERCA
‘Ad oggi, sebbene siano not tutti i fe-
‘nomen fisici presenti durante il proces-
50 € nonostante siano stati compiuti
rnumerosi studi, non & ancora possibile
avereilcontrollo della granulazione che
rimane, per quest‘aspetto, “pid un’ar-
te che una scienza”. infatti, le ricette
utilizate peri grossiimpiantl industrial
‘sono spesso il frutto dell'esperienza e
dello scale-up di numerose granula-
zioni effettuate in impianti da labora-
torio. Queste lacune sono dovute alla
difficolta di modellazione del proceso
di granulazione in generale, e di quello
high-shear nel caso specifico, a causa
de'relevato numero di varabilie della
scarse conoscenza della loro influenza
sul processo.
Un approccio possibile consiste nello
studiare I'effetto del cambiamento di
una singola variabile sui risutat. I pas-
0 successivo @ quello di individuare i
singoli meccanismi che costituiscono la
granulazione e ultimo passo é trasfor-
mare i singoli meccanismi in modelli
matematici e validarli. Quest'ultimo
tipo di modellazione & detta di tipo de-
serittivo, in quanto non va a sostituire
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il processo, bensi, dai rsultati ottenuti
dal processo stesso si ricavano i para-
‘metri de! modell.
Questi vengono implementati e se ir-
sultati sperimentali ben sono descritt
allora il modello, che & basato su un
certo meccanismo (coalescenza, nu-
cleazione etc.) @ validato. Un modello
descritivo & comunque uno strumento
di una certa utiita, dato che consente
i sostituire alcuni esperimenti con si-
rmulazioni a calcolatore.
Attualmente i numerosi studi condotti
in materia non hanno portato ancora
allo svluppo di un auspicabile “modello
predittivo”. Lo scopo di questo tipo di
modellazione sarebbe quello di riuscire
a prevedere il risultato del processo di
ranulazione per una data formulazio-
ne, per certe condizioni operative e per
tun determinato granulatore. inoltre,
nel caso in cui il risultato del processo
non corrisponda alle aspettative, si po-
‘rebbe agire sui suddetti parametri per
indirizzare output verso le caratterist-
che richieste.
Ladisponibilta di un modello precittivo
potrebbe consentire la gestione accura-
ta del processo, permettendo ad esem-
pio di decidere a priori la durata della
granulazione necessaria ad ottenere
‘ranuli delle dimensioni desiderate
Con I'obiettivo di dotarsi di strumenti
sperimentali e modellistic per la descri-
zione e I'analisi del processo, il Gruppo
diFenomeni diTrasporto e Processi (TPP,
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Flow-sheet per 'analsdeimmagine (radtto ed adattato dalla norma ASTM E 2651-08)
Transport Phenomena & Processes) del-
WUniversit di Salerno (la cui composi-
zone, le cul attivitae i cui prodotti pos-
sono essere trovati al sito www.miner-
vaunisa it) ha recentemente effettuato
a Un Gruppo aperto a collaborazioni con |’industria
| Gruppo di Fenomeni di Trasporto ¢ Processi (Gruppo TPP) svol-
ge ativitd di ricerca industriale presso Université degli Studi di
Salerno. Il Gruppo TPP & costiuito da riercatri del Dipartimento di
Ingegneria Industriale e del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche e
‘cmcramat Biomediche,
|W GruppoTPP opera in diversi campi:
‘ rlascio contrllato di farmaci
‘* proces! innovativi per la produzione i forme farmaceutiche
‘ ingegneria biomedicae dei biomaterial
‘ ingegneria aimentare
|NGruppoTPP @ aperto a collaborazon industrial per la ricerca finalizata,
Per informazion, wwri.minea.unisait
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studi sul processo di granulazione [1],
‘ed alcuni dei risultati sone riassunti nel
seguito,
‘APPROCCIO SPERIMENTALE
Per quanto detto finora, la granulazio-
ne ha come obiettivo principale I'au-
mento delle dimensioni delle paricele.
Nell'ottca di caratterizzare la granlo-
rmetria dei material, e quindi una tra le
pid importanti variabili del proceso,
il Gruppo TPP ha messo a punto una
procedura di investigazione basata sul-
la tecnica di analisi dellimmagine nel
rispetto dello standard ASTM E 2651-
08 (Standard Guide for Powder Parti-
le Size Analysis). La tecnica svluppata
ud essere schematizzata nel modo
seguente:
1. Dispersione delle polveri, Questa
fase, necessaria a preparare il cam-