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La notizia arriva da un'indagine voluta dal pm della procura di Torino Raffaele Guariniello dopo un esposto di Mineracqua, l'associazione che raggruppa i produttori di acque minerali.
Secondo l'inchiesta, queste caraffe modificherebbero la normale composizione dell'acqua di rubinetto, trasformando il calcio e il magnesio in sodio e potassio. Un problema per chi tenuto, per problemi di salute, a diete iposodiche. Le ipotesi di reato sarebbero commercio in sostanze alimentari nocive e frode in commercio.
Il principale problema sarebbe nell'informazione data al consumatore. I produttori di caraffe infatti non menzionerebbero questo aspetto nei libretti di istruzioni, o comunque ne parlerebbero in modo non sufficientemente chiaro.
Questa solo l'ultima delle accuse rivolte contro queste caraffe. Tra gli altri problemi ci sarebbe la mancata azione contro i batteri (tutte le marche vantano una lotta efficace contro la proliferazione dei microbi, ma soltanto tre su dieci sono davvero efficaci) e il deterioramento del filtro, che avverrebbe molto prima di quanto indicato nei libretti di istruzioni.
Inoltre, una perizia del nucleo Nas dei Carabinieri aveva fatto emergere che le brocche non riescono a depurare l'acqua e anzi aumenterebbero la profilerazione dei batteri.
Da queste accuse i produttori si difendono rivendicando il parare favorevole esporesso dal Ministero della Salute per la vendita delle caraffe, che non sarebbero in nessun modo nocive per la salute.
In ogni caso il Codacons starebbe anche valutando se esistono gli estremi per una class action mirata al rimborso di quanto speso per acquistarle.