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natsu [estate]

La matura visione del giorno

natsu
La matura visione del giorno.

[estate]

Poesie di

Furio Detti

Allaltra parte della mia anima, Linda. Per ogni cosa.

mia opinione che il reato da te commesso sia stato molto grave. Se tu fossi stato un poco pi grande saresti finito in prigione, perch l ti avrebbero sorvegliato meglio che da qualsiasi altra parte. Devi comprendere con assoluta chiarezza che non te ne puoi andare in giro a commettere illeciti di quella natura. Un giudice inglese a un bambino di undici anni condannato a 18 mesi di rieducazione in un centro detentivo per minori.

JW
Dedicata a quellanonimo bambino e a Jordan Blackshaw e Perry Suthcliffe-Keenan vittime di reato di parola e di pensiero e del tirannico governo inglese nellAnno di Grazia 2011. mi bastano due lettere. il tuo nome vergogna perch di questo che parliamo io e te, JW anche se, certo, non vuoi non puoi ascoltare. del resto non ascolteresti i crimini veri incravattati voracit di foreste terra, animali, cose. fauci inghiottioceano conti blue Cayman transitanti come pesci siluro a tua cosciente insaputa desertificando e devastanti gravidi, incinti, e zeppi di miliardi fatti a colpi d'isotopo sfondacorazze scannamiliziani rimpinzamanager. i nomi - JW - i nomi contano se sono veri: rieducazione si legge "galera", undici anni si legge "bambino", io dico sottoproletario. e furto - s, JW - te lo concedo furto stata la sua mano sul cestino di cui non era, si dice, proprietario legittimo e pagante.

ma fra due ladri, JW, chi metteresti a rieducarsi in galera e a coprifuoco? io lo so JW, ci puoi scommettere purtroppo la tua carne togata, giudicante e la parrucca bianca e tutte e due le H.M. la prima due sbarre, una stanga, la seconda un cancello della tua Elisabetta II due sbarre anche nel nome e ci sta bene. proprio quello degno d'una regina di galere e d'un boiagoverno. chi ficcheresti alla firma giornaliera, tra due ladri, JW, dimmi? il ladro undicenne o il ladro che fa pagare un'oncia di plastica cinquantasterline fifty uk pounds un grumo di materia termosensibile uscita dalla Cina, ci scommetto, che scanna carni vive di operai per centoventi dollari al mese o anche meno. che li ha gi visti volare, uccelli autosospinti gi dalle finestre ma senza ali senza niente. ch i poveri magnanimi padroni visto l'andazzo ci hanno messo le sbarre che non venga all'operaio e al disperato o a tutti e due in mente l'idea del cazzo di crepare per mano propria e cos male saltando un davanzale. meglio, dinanzi a un tornio o a verniciare a forno roba non loro e lentamente andare storpi e deformi se scampan la pensione. o in prigione se danno a idee moleste tipo "riprendersi qualcosa" voce ed azione.

al cambio JW fanno del "reato grave" oso parlar con la tua lingua, JW, settantaquattro sterline e rotti un cestino che da solo vale un mese di vita. o quasi. vero, vista cos con l'occhio del padrone - caro JW - hai ragione: il bimbo un ladro. ha rubato di vita quasi un intero mese ad un cinese. ma l'altro, JW, l'altro quello che fissa il prezzo quante vite ha rubato? quante JW quante? apri la bocca, cazzo, e dillo! quante? d'oro il tuo silenzio ora, JW. e dove lo mettiamo? JW, dove? dove minchia lo mettiamo l'altro ladro? in un centro correzionale? costretto in una cella? a far da spalla a un bobby, o da bersaglio a Giubbe Rosse? tocc agli indiani, JW quelle canaglie di Pellirosse che hanno avuto l'ardire d'abitare lungo brumose coste di dimorar sulle colonie JW, britanniche, le merde! e la canaglia, sai oltre a quel vezzo d'insudiciar le terre regie - specie quelle future ha pure il vizio di popolar le dure strade, di cobblestone graniglia e grigie questa plebaglia suburbani selvaggi che ha mani spente e bigie grosse per occhi bastardi

ed insolenti. guai meglio di me JW lo sai se alla marmaglia parli di persona senza gli sbirri a fianco JW, capisco, ti scoraggi. e pi non tiene un Bounty la regina in cui ficcarla! e men che meno pu, manco mandarla a figliare in Australia. dove lo ficco l'altro ladro amico? caro JW, solo mi basta una parola una destinazione di suggerirmi al volo un posto domando solamente un lieve sforzo. di poco costo ardisco caricarti mentalmente e non ti chiedo davvero di andare col pensiero a tutto il resto dietro gli hedge funds la socializzazione del debito e l'appropriazione del credito o ai CDS JW, quelle scommesse grondanti sangue e sacrifici che fanno di famiglie opifici case, nazioni strame e rottami. JW, restiamo buoni, va JW te la risparmio di tutti gli altri che allungano le mani con mille trucchi contabili ogni malversazione tangente spreco lobby, influenze, amici. li scontiamo altra parola buona di questa amabile conversazione. quelli che oltre a rubare sul salario

a chi soffre ne ammazzano a milioni di persone col denaro. io li chiamo padroni. JW solo permettimi di dirti da uomo che le parole son tizzoni roventi e ti condannano JW non alla gogna o al cappio alla forca o frusta o galera o cella ma alla vergogna. s proprio quella che da lontano indichi ai reietti: " mia opinione che il reato da te commesso sia molto grave. il tuo "reato" JW - mia umilissima opinione la tua grave nequizia e aver chiamato la merda "giustizia" e la giustizia "merda" scambiando i nomi e le cose JW e le persone. considerando quali ladri ci sono a spasso e senza scasso. merda merda te lo scandisco JW di tutto cuore. merda. e, sia detto per inciso - ma non a limbo, resti nel quadro di aver trattato un bimbo, un bimbo, come un ladro.

POLONIUS
To Mark Roberts. With heartly thanks. Lucca, Summer 2011 I am not beloved, nor brave just aged. Ask to that crimson curtain, hook from the dull pulls of mediocrity, thou shall receive, naked, my secret thru such a hide and shame. For squeakin knots and pulleys will not refuse to speak lo lend me a face lo let You stare my look when Hamlet stabbed me deep all the pure fact, Youll get. All You take, but the very mistery mundane beholder, in a breath peepin oer my death bizarre arcanum of stupidity.

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YAMA
i vapori, le nuvole alle sue spalle, cos la montagna ha colmato il cielo dei miei occhi. tutto il resto, un presentimento doro, logorato dal giorno di prezioso accumulo. ma pi antica di un meriggio quasi pi radicata della notte quale dipinta su seta questa chiarezza degli di mi si concessa. poi tutto, di nuovo cambiato: il monte consueto, la sera estiva. Bientina, 2 luglio 2011

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PER LE VACANZE DI UN AMICO


lascia scorrere le ore preziose cos le lunghe mandrie sazie cos lacqua sui ciottoli mondi di mille verdi fiumi. lascia che il giorno ti incoroni doro segreto quello che il vento ruba agli astri e porta con te al ritorno sulla soglia di casa sui sandali la polvere dei tuoi giorni felici.

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POESIA DI TRE ANNI FA


so che cosa c l fuori. e cosa pu aspettarci. ma oggi ho il jazz e rose sul mio tavolo il mio giardino colmo di luce della calda luce del pomeriggio oggi. oggi ho il jazz e, sul mio tavolo, le rose Bientina, 9 ottobre 2008

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MOON IN CASENTINO
Scendendo sulla valle del Casentino dal Passo della Consuma Mi basta appena il cielo e ci che vi si trova, a stento col mosaico infinito delle stelle e i suoi eterni occhi compagni con le diecimila citt delluomo che esso sovrasta. Con tutti i vasti oceani che vibrano al suo tocco con tutto quello che ad esso si nasconde e con tutto quello che - per virt sua viene rivelato. Per scrivere parole nuvole su te. Uomomorto, Casentino, 04 ottobre 2009

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IL TRAM DI OPICINA
A mia madre, Maria Calligari. Il tram di Opicina: mai salito ma come se lavessi in cuore. Ognuno ha dentro, seppellito un antico odore, di cucina di casa, avito, e dai cespugli in fiore talvolta salza ogni ricordo e torna in mente qualcosa che, pur niente, tutto, o molto. Trieste, Maggio 2011

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CANTO DELLE STELLE


la neve bianca. la neve nera. quando cade dal cielo quando sulla terra. cos ogni cosa. questo mi dicono gli di dopo tanti anni ma non pi nellestasi che lapprendo bens mentre lestate si stiepidisce nella mia mano poich un sasso scaldato a lungo. ma pi a lungo tenuto e troppo. e ho paura dinsudiciare il cielo con le parole e ho paura di non dire abbastanza. invidio la candela che arde il suo tempo e muore quando arriva lalba. perch candela e notte sono amanti perfetti: luna versa nella fiamma il suo cuore nascosto e laltra lo tradisce trafiggendo il buio e cos notte e lanterna vanno insieme a morire nel sole. io, che non sono candela n lanterna non ho certezze n compiti non so dove andare: n posso evitare il giorno e perdo tempo a cercar cose di cui il mondo ha vergogna dietro ogni vicolo sotto tegole nere arroventate e travi provate dal vento. tutti sentieri da scarafaggi

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per i miei sensi per la mia voce mentre nascondo la verit sotto sordide materasse zuppe durina o dentro bottiglie vuote in oceani di polvere dove lo sporco si accumula quasi sabbia marina senza sosta costa dopo costa duna dopo duna. un pisciatoio. qui annego la bellezza lasciando poesia a mordere la soglia cos farebbe un cane avido o una vecchia guardona. e tutto questo per mostrarmi alle stelle ogni sera lavato nel purissimo argento delle loro lacrime ai loro occhi lontani lontani come nuovo.

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CHA NO YU
seduto a terra sulle piastrelle calde del viottolo in una mano la tazza nellaltra lo chasen. ho pantaloni neri da lavoro e una maglietta frusta. se tutti mi vedessero, riderebbero di ci che cerimonia mai questa? ma la gatta a fissarmi coi suoi occhi di matcha. quale felicit!

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BYAKKOTAI
Mentre minchino While I am bowing il corvo mi deride the raven mocks me e le ali daquila and the eagles wings sembrano temere il sole. are tamed by the sun. Sono finiti gli eroi? No more heroes? Aizu Wakamatsu, Estate 2009

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I MIEI COLORI
i miei colori. chi pu indovinarli? essi germogliano sul mio cuore ombre gettate da nubi veloci piccole tigri scorrazzanti per gioco sotto un pesante broccato innumeri foglie che dalle sponde riparano lacqua dei fossi o fondali candidi di conchiglie e profondi sono il tesoro di ciottoli che ogni bambino nasconde in vivaci scatole di latta sono grandi uccelli imprigionati dentro corazze dinsetto come pesci ostinati. cari colori, che mappartenete bench da me usciti o, forse... al contrario finiti in me. nella vostra innocenza risplende il mondo. che mimporta, dunque, di morire? poich col vostro vuoto riempirete la mia tomba. Matsumoto, dinanzi al castello, 4 agosto 2009

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PRIMO DICEMBRE
quello che abbiamo il conforto di un po di sole sui fianchi della piazza. la fredda cappa di nuvole grigie margini di una foresta che ferisce un bosco di spilli. questo ci che abbiamo. il corpo, che in certi giorni arriva sempre un attimo pi tardi dellintenzione che siamo. e i momenti di cui abbiamo vergogna spesso insignificanti ma tenaci, duri a morire e gli attimi di commiserazione per famiglie abbonate alla sciagura obbligate al dolore e quando poi tiriamo il fiato perch sappiamo e ne siamo lieti che non toccato a noi. tutto questo, insomma - se solo si vedesse ci coprirebbe di polvere al modo di tombe trascurate o cantine da tempo deserte o troppi salotti esposti ai lampi azzurri del buonsenso dei pomeriggi con ospite a sorpresa o balene dimmondizia spiaggiate di nascosto sotto casa. tutto questo ci farebbe barcollare in preda a vertigine e malore dei saltimbanco spaventati sui cui la teppa lancia le bottiglie. allora, forse, vergogna e paura avrebbero un vero nome e una porta a cui bussare ma vedi bene, tu che hai occhi per farlo anchesse vanno sperdute per strada alla maniera degli orfani molesti con incuria sgravati e da anni stanno ancora cercando, in giro un posto. 22

TRIESTE
Sto barattando istanti per ricordi, e le distanti vie mi perdono per strada. Una sciarada di vicoli chiassi, rivoli ventosi, solchi su questa brada zolla di Carso abbandonata al cielo sparso dAdriatico, alle sue miti nubi al mare che lo specchia a un abbraccio erratico di scogli, Trieste. Trieste: ogni vecchia cosa, un groppo di cubi dimenticati nel cassetto dinfanzia, colorati... Si tiene stretta al seno tutto, Trieste, o perlomeno non cede facilmente. Ansie di mogli nei suoi imbrogli di case e osterie, portoni schiusi pronti a svelare una giungla borghese. Nelle sue chiese prega questa babele, e sempre sente cambiare il vento. Spetta alla bora, infatti rimescolarle i tetti o quando tace e lente albe di nebbia, rase indugiano sul porto. Si sente a volte una campana a morto. Sempre lontana e timida per. Perch a Trieste ogni dolore infiltra e si nasconde affonda e infossa cos ogni fiume intorno si sotterra tanto che agli occhi muore e non si nota. Questo sa bene lIstria bianca e innocente, nuda vuota antica nave naufragata in rada: soli il ponte e la plancia un cetaceo splendente

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dal cuore dossa. Una punta di lancia! Solo il cipresso segna qualche sepolcro. Basta ai caduti poco spazio di breccia cruda un orto, un rosario di pietre il corto acciottolato dun sentiero e lombra di un pensiero. Muta a ogni varco di mura veglia, assonnata la fiera di San Marco. Non c strazio pi antico di quello che dorme sotto cespi di rosmarino. Riaffiora a tratti al modo dun bambino perdutosi per scherzo nei cortili. Ma non solo questo che a te mi porta, Trieste signora dei pontili che hai giovent serbata in cuore. quel furore che Messico ha versato entro le mura di Miramare. Quel caso singolare che manda i re a morire e gli uomini a ballare ebbri di vita sangue vittoria. questo mare, insaziato desperienze, allegro nonostante ogni disgrazia e che - con grazia amoreggia col cielo e sciacqua i piedi a San Giusto per gioco. Come lacqua di casa anchio - con gusto qua mi sento vivere un poco - solo mia moglie se ne accorge: vede ridermi gli occhi se indugio a frequentar madama Trieste. Se per lei sola non nutre gelosia perch sa che gioia mi d al cuore vivere questa citt almeno per un breve tratto di vita

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quanto un gatto di via che fra i cantoni re e nulla teme ch meridiana a s.

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INGIRUMIMUSNOCTEETCONSUMIMURIGNI Palindromo medievale.

NOCTURNE WHITE
la notte trascinata ginocchia a terra segna di nero il bosco. prega di non vedere quelle mani biancastre, rapaci attraversare in volo questo passo come pallidi uccelli di malaugurio. funesto il biancore dossa degli stecchi crocchia come vetro funebre contro le pietre il ghiaccio quando persino linesausto verme sottoterra sembra fermarsi sepolto lattescente gelido.

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ASFALTO E PARADISO
su scabra superficie hai dipinto, Imprevisto, i tuoi arabeschi quasi tu avessi preso a prestito le grazie o domandato ad angeli invisibili altrettanto improbabili e rubati per qualche minuto al gioco celeste di versare un po doro stendere la seta blu dellaria in strada. farne un panno gualcito nello sporco nella gromma nera, untuosa in carreggiata. tra escrementi e foglie marce, un dono al misero che passa un calcinaccio staccatosi per caso dalla volta celeste una farfalla monca liquida e cangiante. una bella illusione per la massa abbrutita un trucco di scena per povere platee. allunga la mano spettatore barbone tossico e vedi bene: Niente trucco o inganno. - cos si recita la parte! constata tu stesso: il paradiso non che fango in terra.

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S.I.A.
sopra improbabili acque passano i molti sconosciuti dei tuoi giorni e delle notti tue scie di voci e di calore. il transito dei loro cuori si dipana in fili imprevedibili e concreti pi concreti degli attimi di dubbio che ti concedi in automobile avviando il motore o lasciando che la riga nera sempre presente del tergicristallo tagli i tuoi sguardi regolarmente regolarmente regolarmente c sempre una pellicola dacqua o vetro, gelatina viva bench fredda, spesso sempre pi spesso fra te e i percorsi notturni e rapidi o via via pi esitanti sotto ai fanali mentre la segnaletica illude tutti che unorigine un senso un moto siano dati. e nomi e indirizzi esatti in tutto questo che di preciso ha poco e di citt il nome non puoi evitare di chiederle che razza di dio fosse quello che aleggiava sulle acque allinizio.

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INVISIBILI
a coloro che cambiano tracciati e geografie delle nostre strade quotidiane. sotto il piano di calpestio c sempre unarte possibile: connettere, tracciare, scavare ricoprire mutare quello che spesso non si nota. cambiare ci che non si vedr sotto la pelle-coccodrillo dellasfalto ma che comunque parte della differenza dello svegliarsi delle docce calde degli amanti e delle conversazioni mattiniere da un capo allaltro delle strutture, dei passaggi fibre inorganiche della citt vivente. a coloro i cui vestiti brillano per una ribalta di fanali per fotoelettriche riviste e hanno per confine variabili transenne e che sorridono fra loro alla polvere che si solleva dopo il caff bollente. a coloro che, comunque, ora si trovano alla mia porta per il loro lavoro a coloro che scavano presso la mia casa perch mani impalpabili ed elettriche servano le mie giornate ed i traffici insonni prima che lalba intiepidisca i lampioni. a tutti questi invisibili ogni mattina grazie.

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MONARCA
monarca senza piccioni in cielo monumento severo soggiaci al capriccio delle nubi.

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SVENTRAMENTO
martire sbudellato il manicotto antincendio segno di redenzioni metropolitane riluce sul parcheggio. accoglilo, signore della segnaletica e dei cartelli nel tuo cielo dasfalto questa notte.

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MERRY DEPRESSION
unallegra depressione giornaliera mimpedisce di tentare insani gesti e mi consolo allora leggendo i vuoti della mia citt sparsi su vetro e sulla gelatina della mia camera buia.

BLUESTABBIN ANGEL
pugnalati da un angelo blu cadono i giorni e i sogni sulla strada chiedendosi perch siano cos dure le vie del cielo. 36

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WARPING JESUS
il tuo sangue doro cola denso, maestoso su lacerti di carne stinta dilavata, ma resine dumori lassediano ancora. lumache abitano le piaghe e gli interstizi cresciuti al sole della Galilea. come un abete fratto. mentre il dolore liquef la mente tergi e - levato in aria senza pi fiato in corpo di cartastraccia il cuore rendi al creatore la tua buccia umana. scendono le ombre.

PEEP CHICKHEN
guardami guardarti dal mio mondo chiuso alle tue angustie. poi con paura ritirer il mio capo.

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SPUNK IN
pornografia urbana di un pomeriggio estivo amore consumato sulla strada spray love for people.

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PATTUMELLA
muri velluto ombre contente e dense gatto che ride.

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130.905.12.00
braccia scure di ragazze delle quali conosciamo troppo bene lultima sorte di servette frustrate e illividite illivorite, rancorose. nelle loro vuote minacce risuona un mezzogiorno trasparente tessuto di languori casalinghi e tovaglie smacchiate di fresco. ma la luce metallica del giorno tradisce questa fretta prefestiva che occasioni perdute! nella citt, ed questa, solo questa la ragione per cui grigi sinanellano i giorni da lombrico e cos malamente sorprendenti sincasellano i sogni tediosi nelle notti se non ci fosse il vivo guizzare furtivo, tigrato e bello moto fatto distanti irripetibili delle mie piccole belve che vita indegna sarebbe che processione monotona di merda. Pisa, Logge di Banchi, aprile 2004

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ELDORADO I
quasi una squallida scalata alla montagna dei ricordi stracci.

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ELDORADO II
cosa ne stato dei pigri sogni del pomeriggio estivo? ogni gioia ha il suo autunno ogni gaiezza il Novembre.

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innalzato sulla ruggine della tua storia sorvolo caseggiati immaginari periferie sovietiche consumate dal deserto molate da sabbia e vento cotte a vetro cotte nuovamente fortifico il mio spirito con le tue geometrie.

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LEONE DELLACQUA
Leone, Leone dellAcqua quanto profonda la fonte? Quanto nera la sera? Leone, Leone dellAcqua, nascondimi dentro la conca, se mai sa tenere un segreto la fonte, Leone, la fonte. Le stelle sono coltelli nascondimi prima che giunga. Le stelle sono cristalli mentre la notte lunga. Mi cerca lamore tradito pi nero del tuo profondo: la chioma di lei mi ha rapito pi nera del cuore del mondo pi scura di cassa da morto. Mi cerca lamore rabbioso nascondimi, fonte, nel fondo. Leone dellAcqua, Leone quanto profonda la fonte! quanto nera la sera!

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NOVEMBRE
io, un uomo nel bosco nel cuore del fitto profondo di resina e abeti di secche ramaglie e alcune, spezzate. in bocca un tizzone di fuoco che brucia rovente splendente e sepolto. se grido, lincendio consumer tutto. se taccio sar incenerito disfatto. pi in basso serpeggia un sentiero segnato di stracci e colori. nel fango fatta una strada nascosta e selvaggia di cenci coperti di loto. Pi accanto al fiume una fresca fanciulla, ragazza solleva le braccia ed aspra la stoffa le struscia le punte aguzze ed erette dei seni, e lacqua le scroscia dal collo, copiosa nervosa a torrenti con fredde percosse. le scorgo i capelli compatti: muraglie dacciaio lucente fiancate di navi ammiraglie dun mare lontano ostile, ferito. La bocca le trema dal freddo e un lamento le sfugge malgrado il fiato contratto del petto. ma solo le mani del fiume la sanno e fra le sue cosce esse vengono e vanno. a esse ella cruda e trema e ne schiava. sei tu, Verit? perch non sei nuda?

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DELLE STAGIONI IL CERCHIO


Delle stagioni il cerchio la figura del tempo, il fiume, che mai non sarresta. nuda e torta la mia vesta scura agli aspri venti getto la mia cresta dargento vivo, polverosa e dura. Non ho fratelli al fianco, n foresta ma acqua, tempesta, polvere e calura. Di fior Flora non cinge a me la testa n Zefiri mi fan corteggio e coro. Ho crudo il frutto e solo chi lo frange ne cava a pena il tutto e a qual travaglio! Ma guarda le ferite desto taglio: color di rosso vivo - ver - si piange il vin ferito, ma il mio sangue doro.

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FONTE CAMILLA
La voce tua m grata non posso dire quanto non so dirlo. Prendo il tuo chiaro canto proprio come, soltanto un animale pu accogliere la notte che, ogni sera, cade dal cielo, dalle stelle, o il latte della madre o la paura o tutto. Cos far e sar esaurito me stesso nel puro tuo, mai spento, dacqua limpidissima, pi forte, e pi ancora contro tutto ci che non vero andr nel bosco ben oltre ogni sentiero. Ti dai senza risparmio ignara di chi chiner il labbro a toccarti e un doppio volto getter nel tuo cuore: ladro, farabutto bambina, vergine vecchio sconciato al tuo plettro al tuo dono argentato che suona fioca, celeste fiamma condotta al di l doceani notturni perch incendi il cielo con lalba del nuovo giorno del nuovo dio dal tuo sonno dacqua dal tuo lieto riposo.

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LIBERT

A tutti gli Hans Cassonetto insultati dalla gente perbene. Hans bruciato nella notte. Poteva andarsene per botte o per galera, o noia violenta di un qualunque boia... Invece, una sera, preciso per Natale, a cavallo dellultima scintilla, Hans Cassonetto salito al nulla: ecco che brilla, contro la nera brulla volta celeste, scura: un sacco della spazzatura, dal cui crostoso fondo, appiccicaticcio, solo e svelto se n staccato, in volo Hans Cassonetto. Ha lasciato il mondo; Il mondo infestato dal borghese vile e posticcio, che aguzza locchio punta rabbioso lindice vindice e moralizza, sbuzza e strabuzza: a tutto il marcio che ha dentro d la stura. Perch la libert... - quella che Hans ha scelto la libert, al pidocchio, fa paura.

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DANNUNZIANA
Non erta, non fossa, non lancia a contrasto non guancia ferita, ma casto araldo dun bacio darancia mi muove alla guerra. Vincastro dArcadia a confronto si spoglia di fronda, di frutto, di foglia, percuote la terra con doglia, con doglia riscuote mercede pi aspra che spira, respira. La serpe insenata cospira fra porpora e fuoco inesausto: a encausto dipinge, sospinge s lunga Via Crucis, crudele lucore di zanne sguainate, tremore di mani artigliate, procella che taglia col fiele e la punta dacciaro damore, tremenda di febbri danzanti entusiaste dalati calcagni sul cuore. Madonna, deponi la fronda e affonda le braccia vittrici nellonda. Aspergi di duro silenzio la piaga dassenzio profonda che hai dato che ho avuto segnato ammorbato del morbo di cui mhai vestuto.

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CAPRONATA
Cinque a cinque le scale da ragazzo aspro scendevo, a sbalzi di gradini. Appena rotolava dal terrazzo alto la voce di mia madre, il Chini gi maspettava in Borgo, cera unaria pi corsara. Per bandiera saveva il cielo fra le case. Ritta sui coppi di San Jacopo la brezza prefestiva cantava, cara e chiara pareva ogni sartina sulla porta. Oggi, ch morta lAda, a Montenero, ci son purio, dimesso e quasi scosto: non chiedo un posto dentro. Non un cero acceso per i marinai, piuttosto voti discreti per chi resta. A testa giocavo un attimo di spiccioli, poi a palla, o corsa gi verso Antignano. Tutti una banda sparsa, che fra noi Ah, come un bicchiere vuoto, gi il prete benedice la cassa, ci contiamo chi pi chi meno tutti, pencoliamo fuor nella piazza; passa anche la sete; solo la mesta squilla ancora suona rintocchi che non tornano pi indietro, fino allArdenza, al mare, alla Gorgona.

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LUOMO DAL FORNELLO A CARBONE


A Naoto Matsumura sama, vero bushi, vero eroe. Traluce, costellato di gocce chiare il giorno sul muto schermo dei miei vetri sporchi. Mi guardo intorno: fiato sprecato, scherno, scorno de giorni miei, che il tempo ha per rimorchi inutili, molesti, se pesati da un uomo nella notte nera, come il carbone che trascina nel suo braciere. Strati di cose affrante, rotte. Intorno a lui non c che la rovina. Ma ad ogni bestia che geme smarrita quel punto rosso amore, luce, vita.

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MADRIGALE I
Mucchi di cose abbandonate, pietra e calcinaccio, ruggine, sporcizia cocci, terriccio, polvere, metallo; come a far segno dultima nequizia cespi di rovo, secche paglie, ortica cingono il campo colmi di mestizia. Fra bica e bica, si dilunga, tetra la bigia sera, la compagna antica del sole stanco, che da basso arretra. Filtra soltanto tra il fogliame giallo abrasa, anonima, accorata pica di frase, un nome brilla nel corallo del d che muore: un segno, un nome solo poi dal cipresso unala spicca il volo.

MADRIGALE II
Che vano suono dacqua rimbomba i suo rintocchi, quando a fonte convertita unarca che trasuda. Col concavo suo tuono ben che nacqua ardor che non disdegna anche la fronte di lavandara ignuda. Anche la bella figlia del povero dAmor fa volger ciglia.

MADRIGALE III
quando sera accende i lumi al borgo che mi sovvien vaghezza damore e di parole. Cos da me si parte, come suole chi va provando asprezza, lo spirto mio, che scorgo ramingo, crudo, nudo, abbandonato. Certo pi spoglio adesso del d in cui sono nato, esposto alla sassata ed allo strale di chi ride dAmore e del suo male. 53

PASSEGGIATA PISANA (SESTINA)


Un fiume par ben altro che un dettaglio di questi tempi, soprattutto. Grosso solco tracciato in blu sinuoso, segno che taglia in due la Touring, che saffianca alle altre cose l stampate. Solo simboli astratti di concreti inciampi. E dalle falsit, qual dio ci scampi che non sia mai che frode od altro sbaglio spezzi il legame fra le cose al suolo e quelle disegnate. Rigo fosso; macchia foresta; tratto zona franca; palude ostile od opera dingegno Solo cos ci viene garantita qualche speranza dimbrigliare il caso di credere diretto a nostro priego ogni passo, o perlomeno molto di quel che siamo. Allignoto il resto lasciamo Hic sunt leones altrove, altrove collochiamo pur le nuove spemi; in ripostiglio, gi sbiadita, la messe dei sogni, tutto il molesto garbuglio dinquietudine. Pi raso ci planer sul naso il fato. Tolto di mezzo con un frego quel segno fuori posto, tutto torna. Ci par di nuovo amica la bavosa scia de lampioni, il Lungarno pure, persino bella Pisa, forse troppo: come a convalescenti del pensiero da lungo scetticismo risanati. Vadano gli altri lieti, accompagnati per mano, per le giacche, per le corna, coi flutti alla deriva sul veliero che ha scritto vita sulla polverosa plancia, corra sullimprevisto groppo de venti la lor sorte, e le paure.

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ACCORTSALIF
Filastrocca del mondo rovescio, non va diritta, non va a sghimbescio non si pu dire ch proprio storta se dico viva vuol dir ch morta, se dico pane mi porta il vino se mallontano ti son vicino, se ti derubo divento probo e spigoloso ritrovo il globo. Ridi se scappa la tua morosa, alla pi brutta getti una rosa, alla pi bella una sassata. Metti la volpe dentro al pollaio, e la gallina nel ginepraio, nel tuo cortile passeggia il lupo ringhia lagnello nel bosco cupo, lorso si porta a spasso in citt, mentre il chihuahua, per carit! Si dice in giro - ma a fil di voce che sia bandito, perch feroce. Un naziskin, che mio cugino s tatuato in testa un pulcino. Le nonne menano con la spranga e gli ingegneri danno di vanga. Ai funerali ride la gente ai compleanni piange con niente. Il sale dolce, il miele amaro, lavaro spende, mentre ha ben caro loro il prodigo. Gatto e cane passano insieme serate strane. Il monacello veste di seta, di saia il papa. Ecco, latleta non muove un passo, pigro savanza ma la lumaca mangia distanza. Per fare lume si spegne il fuoco, il poco molto, il troppo poco, al cimitero porto la culla cara la bara ad ogni fanciulla, saggia la nave de folli in rada, taglia la piuma, cuce la spada. Tutti i vigliacchi corrono in guerra i coraggiosi tremano a terra. Il pomo casca dal suolo al ramo il pianoforte fa il fortepiano. Se sorge il sole scende la notte, la luna albeggia. Dentro le grotte i cavalieri cercan rifugio restano i draghi fuor dal pertugio. S fatto presto, ora comincio, dico qualcosa solo di sguincio: giusto mi turba in tutto questo che in Parlamento sieda lonesto.

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CHIUDICODA (SESTINA)
Bestiacarogna, mala mia semenza cos mi piaccio: stronzo. E tanto peggio meglio ancora: se lenza avessi, verme ci appenderei il tuo cuore, brutta ladra cui fanno daprifila e chiudicoda le tette e il culo, piccola e bastarda ogni tua grazia, e pi che mai bastarda la voglia che dispensi qual semenza dalla tua coscia allanca, al chiudicoda al viso ed alla guancia. Tutto il peggio tu susciti nelluomo: pi che ladra la cosa che nascondi come un verme fra le tue gambe, maledetta: verme sia chi ti sbava dietro. La bastarda pi mezzana, pi che mezzana, ladra nata pur fosse da Cain semenza, non ti starebbe pari, poco peggio uscir di Satan fuor dal chiudicoda potrebbe ancora. Pure chiudicoda ti feci di mie labbra, quando verme nudo nel letto tuo, soltanto il peggio risparmio al cielo di notte bastarda che va, puttana, al giorno ch semenza di nuove grida e pene. Voglia ladra sta sarabanda che mi svuota, ladra di vita, fiato, soldi: chiudicoda al pegno mi son dato, alla semenza gi vendo il frutto, mentre un altro verme gi le tue mele insedia, la bastarda valle tua morbida, segreta Peggio per me. Per lui, se fosse un culo, peggio che star su spini, su carboni; ladra la frusta pi ribalda, pi bastarda pur gli rubasse il pelo al chiudicoda felice lui sarebbe! Come il verme - per - non sa del sole: lui, semenza dAdamo, al peggio andr lieto. Semenza tua ladra lo scorbeller. Bastarda Chiudicoda: che ci hai, per cuore, un verme.

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A SAR DRA (SESTINA)


Dedicata al movimento No Tav e a unintera valle che resiste. La sorpresa non che questo asfalto sia divorato da un tappeto bianco, n che qualcosa abbia cancellato laspetto grigio delle case. Fiori selvaggi e resistenti, quanti sanno che non solo il gelo a consumarci. Non certo per sfida: ritrovarci intatti dopo un cos grande salto nei giorni pi depressi di questanno cosa che farebbe molto stanco pi saldo cuore. Ci appoggiamo fuori al muro pi rugoso, pi sbreccato. Non per la rincorsa: uno steccato, qualche cancello, sbarre, sguardi marci si posson sopportare. Se non muori ti fai pi forte, come sul tuo smalto la nicotina, puoi gettar sul banco rabbia dal pugno e sul viso affanno. Non proprio uno scherzo, per: danno per danno, pena per pena, comprato mai, ma fu provato, s, fianco a fianco il nostro umano amore, per poi farci contare, noi fratelli, sullo spalto per la nuova riscossa, vivi cuori. Non per appetiti, n languori sicuri che siam qua, ma per malanno del necessario: ci che lega in alto il muratore sul pontile, ingrato pane che ci vien rubato. Non darci piet, non la vogliamo, ch siam branco, non vile gregge. Allantico, franco libero canto cinnalziamo: gli ori non salderanno lira. Se comprarci, se questo spera il vile. lo vedranno! Vedran morire chi sapr. Rinato il popolo ha da alzarsi, dritto e scaltro, da dritto a manco, oggi ben altro giorno riscalda i cuori per lanciarci. Sorpresa: siamo qua, vile mercato!

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PRIMO DELLANNO
Giornata chiara, indosso il mio kimono per lanno in vista.

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Quando con illuminata chiarezza che si ha coscienza delle increspature della vita, quando (e)siste lo spazio anche per il distonico, il disallineato, limpervio, quando ci si arrende al cos vanno le cose, cos devono andare... (grazie maestro Ferretti), quando esiste una possibilit infinita di realizzo, e la sua tentazione purissima seduce... quando non puoi fare a meno di arrenderti allesistenza. Quando le cose sono come devono essere, eppure si ha ancora spazio per una corsa sul filo dellimprevisto. Questa la matura visione del 61 giorno.

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