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LA STANZA DI DANTE: WORKSHOP DI ACCOGLIENZA PER RAGAZZI IMMIGRATI

INDICE

STANZA DI DANTE ALLISTITUTO IPSIA LOMBARDINI


Ancora Stanza di dante allIpsia di Silvia Borghi, pag. 27 Un bilanciodel tutto positivo di Dzuong Sanh Vien, pag. 27

PRESENTAZIONE Riflessioni a caldo di Susanna Cagossi, pag. 7

Stanza di Dante allIstituto Superiore G. Scaruffi


Stanza di Dante alle Superiori di Francesca Tirelli, pag. 29 Un bilancio davvero positivo! Prof.ssa Marilena Manfredi e Antonia Munarini, pag. 30 Gancio secondo i volontari, pag. 30

ATTIVIT NELLE E CON LE SCUOLE MEDIE SUPERIORI Workshop al Liceo Scientifico A.Moro
Che bello ritrovarsi di Linda Marchi, pag. 11 La parola ai volontari del Luned, pag. 12 Ecco cosa dicono di gancio i ragazzini, pag.12 Gancio visto dai volontari o Pensieri di Silvia Longhi, pag. 13 o Il secondo anno a Gancio di Simone Zivieri, pag. 13 o Le mie prime impressioni sul Gancio di Stefania Poli, pag. 13 o Grazie Gancio! di Ambra, pag. 14

Stanza di Dante alla Scuola Media G. Pascoli di Cadelbosco Sopra


Riflessioni di Francesca Tirelli, pag. 31

Stanza di Dante allIstituto Comprensivo Fermi Manzoni


Limportanza del gruppo di Linda Marchi, pag. 33 La parola ai volontari, pag. 34 Ecco cosa pensano di gancio i ragazzini, pag. 35

Workshop al BUS
Un anno vissuto intensamente di Marcello Gozzi, pag. 17 Workshop al BUS di Mariacarla Fornaciari, pag. 18 La prima volta al BUS di Enea Mammi, pag. 19 Gancio Originale 2006 al BUS: le novit di Davide Valeriani, pag. 20 La mia esperienza di Martina Fiaccadori, pag. 21 Un bel ricordo di Lucia Beggi, pag. 22

Stanza di Dante allIstituto Comprensivo di Bagnolo in Piano


La parola ai volontari, pag. 36

Istituto IPSIA Galvani


Gancio Originale al Galvani: una bella esperienza da fare prof. Alessandro Corsini, pag. 23

Stanza di Dante alla Scuola Elementare G.Marconi


Il workshop dei pi piccoli di Linda Marchi e Marcello Gozzi, pag. 37

Stanza di Dante alla Scuola Media L.Da Vinci


Il Primo anno di Monia Astrologi, pag. 38 Ringraziamenti di Monia Astrologi, pag. 38

WORKSHOP PRESSO LISTITUTO COMPRENSIVO LIGABUE


Riflessioni di Francesca Tirelli Workshop alla Scuola Media Dalla Chiesa o Il gancio visto dai volontari, pag. 53 Workshop alla Scuola Elementare Don Milani o Riflessioni di Monia Astrologi, pag. 54 Workshop alla Scuola Elementare S.G.Bosco o La parola ai volontari, pag. 55

I WORKSHOP POMERIDIANI Workshop alla Scuola Media "Giovanni Pascoli" di Cadelbosco Sopra
Riflessioni di Francesca Tirelli, pag. 43

WORKSHOP PRESSO LISTITUTO COMPRENSIVO G. GALILEI DI MASSENZATICO


Riflessioni di Francesca Tirelli, pag. 56 Workshop alla Scuola Media di Massenzatico o di Enea Mammi, pag. 53 Workshop alla Scuola Elementare di Massenzatico o Anno nuovo, Gancio nuovo! di Elena Capelli, pag. 58 Workshop alla Scuola Elementare di Gavassa o Un anno da raccontare di Elena Capelli, pag. 59

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA A. FONTANESI


Ringraziamenti di Monia Astrologi, pag. 44 Riflessioni di Monia Astrologi, pag. 44 Il Luned alla Fontanesi di Dzuong Sanh Vien, in arte Valerio, pag. 45 Secondo anno a Gancio di valentina Sassi, pag. 45 La mia esperienza di Ambra Pederzoli, pag. 46 Il mio primo anno a Gancio di Denise Bucaria, pag. 46 stato bello, pag. 47 La mia storia del workshop, pag. 47

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA D. P. BORGHI DI RIVALTA


Il gancio raccontato dai volontari, pag. 61

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA LEPIDO WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA AOSTA
Ringraziamenti di Patrizia Montanari, pag. 48 Un anno importante di Patrizia Montanari, pag. 48 Il mio primo anno a Gancio di Anna Fornaciari, pag. 49 Un pensiero su Gancio di Roberto Sessa e Debora Summa Farag, pag. 50 I ragazzi di Gancio, pag. 50 Un anno insieme di Francesca Mancin e Patrizia Montanari, pag. 63 Lepidoworkiamoci con Gancio di Francesca Mancin, pag. 63 Prima esperienza di Philomena Ameyao, pag. 64 Unesperienza magnifica di Luca Danieli, pag. 65 Il Gancio da dentro di Talita Valli, pag. 65

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA PERTINI


Un anno combattivo di Marcello Gozzi, pag. 52

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE C BIANCA


Relazione conclusiva dellattivit del primo anno del workshop di C Bianca di Linda Marchi, pag. 68 La mia esperienza di Francesca Mancin, pag. 69 La mia prima volta a Gancio di Anna Greco, pag. 69 Il mio anno a C Bianca di Luisa Verchetta, pag. 70

Desessualizzazione e sublimazione nei bambini e nei ragazzi normali e nei disabili di Leonardo Angelini, pag. 95 Complimenti al Free pag. 105

Amici di Gancio Originale


nata lassociazione di Deliana Bertani, pag. 108 Lassociazione si presenta, pag. 110 Statuto dellassociazione, pag. 111

ALTRE ESPERIENZE DI VOLONTARIATO Sportello Ascolta Informa SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO


La nostra avventura Volontari del Servizio Civile, pag. 73 Anno 2005-2006: Eccomi alla resa dei conti di Francesca Mancin, pag. 74 TU2 (A TU X TU) ovvero lo Sportello Ascolta/Informa di Deliana Bertani, pag. 115

LA FORMAZIONE GANCIO E LINTERCULTURA, PAG.75 LA CITT EDUCATIVA


Il bilancio di questanno dott.ssa Chiara Bertozzi, pag. 77 Parola ai volontari, pag. 77

Giocando con la matematica con la prof.ssa Sandra De Pietri, pag. 120 SEMINARIO A MAROLA
8/9 Settembre 2005: Report del gruppo di lavoro dei grandi di Susanna Cagossi, pag. 121 Agganciamoci nel Gancio Marola Settembre 2005, i Volontari del Servizio Civile, pag. 128 Marola 6/7 Settembre 2006: I Tempi nei luoghi. Programma, pag. 129

ISTITUTO PROFESSIONALE SIMONINI


La mia esperienza presso il Simonini di Francesca Mancin, pag. 80 Simonini: le novit dellanno scolastico 2005-2006 di Daniela Castellotti, pag. 80

Centro Busetti
Lattivit di psicomotricit al Centro Busetti di Mara Rossi e Cecilia Cigarini, pag. 82

FORMAZIONE PER I COLLABORATORI DI GANCIO ORIGINALE CON IL DOTT. FIORELLO GHIRETTI, PAG. 131 Supervisione per i collaboratori di Gancio Originale con il dott. Leonardo Angelini e la dott.ssa Deliana Bertani, pag. 131

GANCIO E LA SUA RETE Free Student Box


Processi creativi e salute psichica nei workshop e in Free Student Box di Leonardo Angelini, pag. 85 Relazione di fine anno di Leonardo Angelini, pag. 86

STROLGANCIO
Gli atelier itineranti di Gancio Originale di Francesca Tirelli e Mimmo Spaggiari, pag. 134 Gli appuntamenti di Strolgancio durante lanno Strolgancino di Silvia Arlini, pag. 138 Ringraziamento di Deliana Bertani e Susanna Cagossi, pag. 139

IL BILANCIO 2005
Il bilancio di attivit a cura di Deliana Bertani, Susanna Cagossi, Mariella Cantini, Anna Bertolotti pag. 142

GANCIO SULLA STAMPA


Gancio aggancia Telereggio di Marcello Gozzi, pag. 150 Il giornalino dellIstituto Ipsia Galvani, pag. 151 Gancio sui quotidiani, pag. 157

PRE SEN TA ZIO NE

RIFLESSIONI ACALDO
di Susanna Cagossi Siamo alla fine di giugno, il termometro sta raggiungendo i 40 gradi, per fortuna finita lattivit frenetica di gancio e siamo alle riflessionia caldo quindi, non solo per la temperatura, ma soprattutto per lintensit di questi mesi dedicati a gestire e contemporaneamente a capire, a conoscere, ad entrare nella complessit, nella ricchezza, nelle molteplici problematiche che caratterizzano gancio e la sua rete. Le pagine che seguono danno testimonianza di questa ricchezza, rendendo visibile limpegno profuso da tutti, le innovazioni che ogni anno vengono messe in campo, i workshop che si aggiungono ecc. Quando negli anni scorsi mi trovavo a leggere lannuario mi chiedevo come potesse essere possibile tenere i fili di questa complessit senza rischiare di esserne travolti La prima riflessione che mi viene oggi che lo stile di lavoro che ha caratterizzato Gancio in questi anni, stile costruito e consolidato da Deliana e Mariella , pilastri da sempre del progetto, consente la tenuta per una duplicit di ragioni: da una parte perch i giovani, una volta agganciati e orientati i modo concreto e operativo, sono risorse incredibili, sono capaci di mettersi in gioco con creativit e competenza, sono capaci di sorprendere anche nelle situazioni pi complesse; dallaltra perch lo stile di lavoro orientato allaccompagnamento e sostenuto da una modalit induttiva (come a Dino piace definirla), consente di sperimentaredi sperimentarsi e di riprogettare in itinere in relazione ai dati che via via si evidenziano. Ho trovato quindi un terreno fertile, ricco, dove mettere le radici e cominciare a crescereassumendo questa nuova identit professionale, anche se ancora oggi non

conosco, credo, tutti i colori e le sfumature di gancio e dei suoi protagonisti, Volontari, Insegnanti, Presidi, Coordinatori, Colleghi ecc. In questa fase del mio nuovo lavoro sento soprattutto la necessit di trovare un equilibrio tra il bisogno/curiosit di conoscere sempre meglio il terreno dove gancio cresciuto e ha prodotto relazioni e cultura e la spinta ad innovare a sperimentare per crescere , per cambiare per offrire nuovi progetti in relazione a nuovi bisogniche laspetto pi appassionante di Gancio , in sintonia con la mentalit dei giovani, ma anche il pi complesso per lultima arrivata! Un ringraziamento a tutti per la collaborazione, in particolare a Deliana e Mariella per avermi proposto questo ruolo in gancio oltre che per laiuto e laccompagnamento in questi mesi Un grazie speciale ai volontari civili Marcello, Francesca, Linda , Patrizia, risorse eccezionali sia per le competenze che hanno messo in campo sia per le loro caratteristiche personali. Riprendendo la metafora dei colorila ricchezza che ognuno di loro ha portato ha davvero composto un quadro di grande valore, hanno saputo aiutare e aiutarsi, essere complementari gli uni agli altri, diventare punto di riferimento per insegnanti, colleghi oltre che per i volontari e bambinitutti hanno provato a prenotarli anche per lanno prossimo!

ATTIVIT NELLE E CON LE SCUOLE MEDIE SUPERIORI

WORKSHOP AL LICEO SCIENTIFICO "A. MORO" LUNED

Che

bello ritrovarsi! di Linda Marchi Questanno ho coordinato per la seconda volta il workshop presso il Liceo Moro. Sicuramente limpatto stato molto differente rispetto lo scorso anno, mia prima esperienza da coordinatrice, quando lo stato danimo che mi accompagnava poteva tranquillamente essere definito timore, senso di inadeguatezza. Questanno ho iniziato il workshop con il desiderio di rincontrare e riabbracciare i nostri ragazzi, di poter di nuovo respirare la stessa atmosfera dei tanti pomeriggi trascorsi insieme. stato bello sentirsi accolta con gioia, vedere nei loro occhi lentusiasmo di ripetere una esperienza tanto amata,

vedere quanto sono cresciuti e, in due casi in particolare, quanto migliorati. Non sono mancati i nuovi arrivi, scelti attraverso colloqui conoscitivi condotti nella Scuola assieme ad Annachiara. Il gruppo che si venuto a creare cos composto da 14 ragazzini frequentanti la scuola media Fermi Manzoni e da sei volenterosi ed insostituibili volontari. Lobiettivo principale che ci siamo posti stato quello di imparare a stare in gruppo definizione che racchiude in s tantissimi significati allinterno del nostro workshop. A partire dal riuscire a concentrarsi sui compiti e a dare una mano a tutti nonostante la disparit di numero esistente tra volontari e ragazzini. C voluto un po di tempo affinch tutti ci mettessimo in cerchio, imparassimo ad ascoltarci, a rispettare lopinione e il modo di comportarsi degli altri e affinch si venissero a definire le tanto aspirate regole di gruppo. Non si pu dire che sia stato semplice n che sia stato raggiunto a pieno lobiettivo posto, ma sicuramente mi sento di dire che tutti noi abbiamo iniziato a percepire quelle due ore pomeridiane come un appuntamento fisso, un momento di condivisione e di divertimento. S, ci siamo divertiti tanto e abbiamo imparato quanto sia importante ed arricchente stare tutti insieme.

Ringrazio di cuore: Chiara, Eleonora, Filippo, Giulia, Katia, Riccardo, Riccardo e Riccardo. Grazie ragazzi, siete riusciti, con semplicit e tanto entusiasmo, a stare vicino ai nostri ragazzi, a farli star bene.

LA PAROLA AI VOLONTARI:

Questanno, come lanno scorso, mi sono trovata bene qui al Gancio del Moro perch mi sono divertita e mi hanno aiutato un casino! Ho fatto nuove amicizie e il mio desiderio quello di ritornare lanno prossimo qui al gancio perch mi sono trovata bene. Raffaella Il Gancio ci piaciuto molto, soprattutto il calcio e le attivit di gruppo. Ci divertiamo a fare i compiti con i volontari, soprattutto con Filippo. Speriamo di ripetere il prossimo anno. Matteo, Diego e Jude

Eleonora, Chiara e Giulia Lesperienza di gancio Originale stata molto divertente e gratificante. Ci ha dato loccasione di conoscere persone nuove e di trascorrere piacevolmente due ore del nostro pomeriggio. Nonostante fosse la nostra prima esperienza di volontariato, ci siamo trovate molto a nostro agio e abbiamo deciso di continuare questa attivit.

Al Gancio mi sono divertito. Abbiamo fatto tante cose belle. Arli Il Gancio questanno stato fantastico ho conosciuto nuovi amici e mi hanno aiutato a imparare nuove cose che non sapevo. Io spero che sia cos anche il prossimo anno e ci divertiremo ancora di pi. Esraa Ringrazio tutti quelli del gancio che mi hanno aiutato sia nello studio nelle altre situazioni. Luana Gancio molto importante perch ho bisogno per la scuola. E poi i giochi sono carini, mi piace stare a Gancio. Federica

Filippo Questo stato il mio primo anno a Gancio e credo di riprovare questa bella esperienza anche il prossimo anno, poich mi ha dato tanto.

ECCO COSA CI DICONO DI GANCIO I RAGAZZINI:

WORKSHOP AL LICEO SCIENTIFICO "A. MORO" GIOVED

GANCIO VISTO DAI VOLONTARI Pensieri di Silvia Longhi - 3 I Aldo Moro Spesso si pensa che aiutare gli altri sia difficile o addirittura quasi impossibile, forse perch si crede che si debba fare cose grandi, importanti che tutto il mondo ricorder, ma se si riflette un attimo, aiutare altre persone semplicissimo. Allinizio della mia esperienza come volontaria avevo paura di non essere in grado di aiutare i bambini di Gancio originale, ma poi mi sono subito accorta che basta saperli ascoltare, e fatto questo primo passo diventa tutto pi facile e divertente. Ho incontrato ragazzini favolosi, a cui sono contenta di aver dato una mano, e a cui aver insegnato (spero) qualcosa, loro a me hanno insegnato moltissimo, e forse a pensarci bene hanno insegnato pi loro a me che io a loro. Fare del volontariato unesperienza che ti riempie il cuore, impari quanto bello un sorriso di un ragazzo dopo che lhai aiutato, un grazie finito i compiti diventa pi importante di una vincita alla lotteria, perch hai guadagnato qualcosa di molto pi importante dei soldi, hai guadagnato laffetto e la stima di un ragazzino, e un suo abbraccio adesso ti fa sentire importante, capisci che il tuo aiuto gli ha dato sicurezza, non si sentir pi solo, adesso fai parte della sua vita e lui fa parte della tua! Penso che Gancio sia unorganizzazione importantissima e chi ci lavora lo fa veramente con il cuore. Anna, la mia coordinatrice, e la prof.ssa Immovilli mi hanno trasmesso lamore che mettono nel fare questo lavoro. E stata veramente unesperienza fantastica! Grazie di tutto! Il secondo anno a Gancio di Simone Zivieri

Sono Simone, questo il secondo anno che partecipo a Gancio Originale. Ho notato che molti volontari dellanno passato hanno rinunciato allattivit e me ne dispiace, ma mi rendo conto che volontariato significa anche sacrificio e se gli stimoli non sono sufficienti a sopperire alle rinunce, comprensibile questa scelta. Io al contrario queste motivazioni le ho ritrovate ancora pi forti, chiss, forse date dalla sicurezza di un anno di esperienza alle spalle che mi ha temprato. Io rimango a scuola volentieri al gioved, perch oltre alla soddisfazione che si pu dare laiutare chi ha bisogno, lamicizia che ormai ho instaurato con i ragazzi mi fa passare dei bei momenti e mi fa star bene. Sentire che quando certi a volte litigano per averti con loro a fare i compiti ti fa capire che nel tuo piccolo sei importante, ti fa stare bene. E poi mi tengono in forma! Non sembra ma alle partite di calcio in palestra c da correre parecchio! Anche in palestra ci sono stati momenti indimenticabili! Mi dispiace solo che il rapporto che ho instaurato con i ragazzi maschi non si sia allargato anche alla parte femminile, ma capisco che a quellet i rapporti maschio-femmina siano gi tribolati tra coetanei, normale che un po di timidezza verso un ragazzo pi grande. Detto questo, spero di esserci anche lanno prossimo nonostante lesame! Ciao ciao Simone

Le mie impressioni sul Gancio di Stefania Poli, 3 M Lesperienza del Gancio stata molto interessante perch mi ha permesso di fare unesperienza utile e simpatica. Mettendomi a disposizione degli altri ho potuto rispolverare cose che avevo scordato, ma pi importante stato il mio interesse nel rapportarmi con questi ragazzi che mi hanno dato sicurezza e gioia, dimostrandomi

linteresse che provavano sia nellaffrontare con me i vari argomenti, e per liniziativa stessa. Esperienza che penso di ripetere.

Grazie Gancio! di Ambra Credevo fossero due semplici e insignificanti ore trascorse con dei bambini per aiutarli a svolgere i compiti; credevo bastasse saper fare due conti ed essere in grado di mettere in fila due parole per essere daiuto; credevo che il coinvolgimento affettivo non rientrasse tanto in questa esperienza mi sbagliavo, e di molto. Non due ore insignificanti, ma esattamente il contrario, intense, di valore, due ore che, quasi magicamente, hanno avuto il potere di farmi dimenticare tutto il resto. Sono l per loro, per i bimbi di Gancio, ed questo ci che conta. In fondo, proprio quando qualcosa appassiona, che esiste solo quel momento, che niente altro pu occupare i pensieri. La scelta di entrare a far parte della meravigliosa squadra di Gancio, forse una delle migliori che potessi fare. Il ritorno umano che ho ricevuto dai bimbi, alcuni in particolare (quelli con cui ho avuto possibilit di lavorare di pi) sicuramente qualcosa che mi ha fatto sentire viva e utile. Consiglio a chiunque di provare, perch, conclusesi le due ore, qualcosa in pi, e di grande entrato dentro di te.

Per tutti quelli che non lhanno mai fatto e ne avrebbero la possibilit, per gli indecisi o per chi non molto convinto, una sola cosa: ANDATECI! Gancio unesperienza meravigliosa, vi partecipano dei ragazzi straordinari, a cui impossibile non voler bene. La soddisfazione che si prova nellaiutare un ragazzo, demotivato o in difficolt, e vederlo tornare con un bel voto una cosa bellissima, da provare. Una volta che le due ore sono terminate non si sente mai malinconia o nostalgia ma tanta gioia per aver aiutato qualcuno semplicemente regalando un po del proprio tempo e della propria pazienza. Piccoli gesti che se fatti con passione diventano importantissimi per chi si ha di fronte. Quindi GRAZIE GANCIO, GRAZIE DI TUTTO E ALLANNO PROSSIMO!!

Silvia Ferrari E sempre difficile descrivere le attivit a cui si partecipa, ma per quanto riguarda Gancio il mio compito meno complicato del solito: semplicemente straordinario. Quello che pi fantastico il rapporto che si viene a creare con i ragazzi, hanno spesso bisogno di essere ascoltati e anche se i problemi che riportano ti possono sembrare pi grandi di te, un abbraccio pu servire pi di tante parole. Posso dire solo questo: lanno prossimo ci sar!

Uno spot per Gancio di Letizia

Volmer Armani, 3 B

Definire Gancio Originale con una semplice e nuova esperienza, beh mi dispiace deludervi, ma non affatto cos! Gancio molto di pi: come un circolo virtuoso che ti prende e ti porta lungo un cammino di crescita morale e spirituale, rincuorando la propria persona sotto molti punti di vista. Tu sei il primo a metterti alla prova: con entusiasmo e curiosit cerchi di scoprire il vero adolescente che ti si pone davanti in cerca di aiuto per svolgere i compiti per il giorno successivo. E come scoprire una nuova realt: solo grazie a pazienza, cordialit e disponibilit riesci ad instaurare un rapporto di amicizia con ciascuno dei piccoli partecipanti; si scoprono i loro pregi e i loro difetti e si cerca insieme di rincuorare gli uni e correggere, se possibile, gli altri. Solo conoscendo il vero ragazzo che ti si pone riesci a interagire con lui, e in tal modo diventi un vero e proprio punto di riferimento, una persona stimabile, a tal punto da essere imitata. Proprio per questo cerchi di non dare brutti esempi, agendo sempre al meglio, cercando di controllarti nelle situazioni pi difficili. Sono orgoglioso di avere partecipato a questa attivit pomeridiana, perch come se mi avesse regalato beh, se lo dico vi svelerei un vero segreto di Gancio Originale! quindi, se volete saperlo, non resta che parteciparvi, e vi assicuro che non ve ne pentirete! ************ 2 anno di Gancio-palestra, ancora troppo poco pe r pensare di aver dato qualcosa di importante. Ho cominciato a capire cosa pu essere utile per far passare unora giocosa in palestra ai ragazzi, con i volontari che mi hanno aiutato in questo con costanza e dedizione esempio di sportivit cercando dialogo e divertimento. Ricevere la collaborazione dellAnna, il bellaiuto dei volontari e i sorrisi dei ragazzi a fine giornata sono state le cose pi importanti di tutto!! Continuare il prossimo anno

mi piacerebbe fosse pi che una speranza, per cercare di stare bene ancora qualche ora insieme!! GRAZIE

Monica Davoli, 3 B I pomeriggi di lavoro con i ragazzi del Gancio sono stati anche per me momenti di maturazione personale. Grazie a loro ho capito che prendersi cura di qualcuno significa aiutarlo, seguirlo, guidarlo e gioire nel vedere i miglioramenti sia del livello scolastico sia di quello comportamentale. I momenti di tensione e di sconforto non sono mancati, ma sono stati superati senza fatica. Credo che questi ragazzi abbiano bisogno di un punto di riferimento fisso e di qualcuno che, con fermezza, li aiuti nellapprendimento e, soprattutto, nella loro integrazione. Attraverso i momenti di gioco che si intervallano ai compiti ho avuto modo di confrontarmi con loro. Sono stati questi momenti,forse i pi significativi, che mi hanno permesso di toccare con mano alcune situazioni particolari. Ho trovato in loro molta voglia di parlare, di esprimersi, di farsi conoscere. E stata unesperienza che mi ha dato molto e che sicuramente ripeter. Spero anche di aver lasciato in qualcuno di loro anche solo una briciola di me.

di Federico Sono Federico e mi permetto, ormai, di affermare che sono un esperto volontario di Gancio Originale. La mia attivit pluriennale in questa attivit a contatto con ragazzi soggetti a problemi di concentrazione e apprendimento (non solo), ha contribuito, indubbiamente, alla formazione di alcuni valori indispensabili per la crescita interiore di una persona. A ci si aggiunto il piacere personale di sostenere i ragazzi, il divertimento per i tanti scherzi e la gioia per le numerose vittorie a calcetto nella palestra che

ci stata (gentilmente) concessa. Credo che i momenti belli e non, mi accompagneranno, indelebili nella memoria, ogni giorno della mia vita.

di Giulia Alberti Questa esperienza mi piaciuta e penso che sia molto utile, mi sono divertita sia a fare i compiti, anche se non sempre facile, sia a fare le attivit dopo i compiti. Comunque penso che la cosa pi bella sia il rapporto che si crea con i ragazzi.

di Giorgia Givoli E il primo anno che faccio volontariato, questa esperienza mi molto piaciuta, lanno prossimo penso proprio di rifarlo. Questesperienza mi molto piaciuta perch ho conosciuto ragazzi e ho fatto molte amicizie di cui non avrei mai pensato di instaurare. Mi sono trovata molto bene con la ragazzina che ho aiutato, soprattutto quando la incontravo e mi diceva che nella verifica in classe era riuscita a prendere un bel voto grazie al mio aiuto, questo mi faceva molto piacere, perch si vedeva che aveva capito quello che le avevo insegnato. Lattivit di palestra mi piaciuta abbastanza, preferivo fare pi spesso atelier. Il rapporto che si instaurato con la ragazzina che ho aiutato con il passare del tempo diventato sempre pi aperto, a volte mi regalava anche dei fogliettini colorati con il mio nome. Questesperienza la consiglier anche ai miei amici perch fa diventare pi grandi e pi socievoli.

Mai e poi mai avrei creduto che aiutare dei ragazzini delle scuole medie alle prese con i loro compiti si sarebbe rivelata unesperienza cos unica e fantastica. Ormai il mio primo anno come volontaria del Gancio sta terminando, ma devo dire che questi mesi mi hanno aiutata molto a crescere e maturare insieme a quei ragazzini con i quali ho stretto un bellissimo rapporto di amicizia, tant vero che dopo le prime settimane ho deciso di frequentare il workshop due volte alla settimana anzich una come era previsto, considerando il tempo trascorsovi tuttaltro che perso, ma solo guadagnato. Certo, non sono mancati i momenti di difficolt in cui si era sullorlo di perdere la pazienza, ma sono stati sicuramente cancellati dai momenti di risate, confidenze, chiacchiere e giochi che ci hanno accompagnato ogni giorno per tutto questo tempo. Concludendo, secondo me fare questesperienza valsa la pena perch questi ragazzini hanno da regalare ai volontari pi di quanto ci si pu immaginare.

di Cristina Lesperienza Gancio Originale utile sia per il volontario che costretto a mettersi in gioco, sia al ragazzo che ha bisogno di essere aiutato. Mi sono piaciuti i momenti insieme (di svago), meno quelli del lavoro scolastico perch non sono riuscita ad impostare un rapporto amichevole con alcuni ragazzi e non mi sono sentita a mio agio nel ruolo di volontario che si deve imporre e cercare di farsi rispettare. E unesperienza che consiglierei a chiunque vuole mettersi alla prova, e imparare a rapportarsi con ragazzi pi piccoli.

di Serena

WORKSHOP BUS Di Enea Mammi Questo il secondo anno che mi vede impegnato come coordinatore di Gancio Originale al BUS B. Pascal, tra i ragazzi della Scuola Media Fermi-Manzoni e i ragazzi volontari pi grandicelli del BUS. In realt il ruolo di coordinatore stato condiviso con Anna, che stata la pi presente, coprendo entrambi i giorni della settimana in cui si svolto il workshop (marted e gioved), mentre io cero solo di gioved. Ora, come tutti gli anni, bisogna tirare le somme Che dire Una bella esperienza! Ma sar stata cos anche per i ragazzi, per i quali questo progetto stato inventato e per i quali continua ad essere studiato e ripensato anno dopo anno? Mi auguro di si. La presenza assidua di molti mi fa pensare che sia effettivamente cos, i ritiri o le molte assenze di altri mi portano invece a pensare che ci sia qualcosa che non sia andato per il verso giusto, che magari le aspettative dei ragazzi erano altre, che probabilmente si sono sentiti obbligati dalla scuola o dai genitori a partecipare, che non sono riusciti a sciogliersi nel gruppo i motivi potrebbero essere infiniti. Ho pensato insieme ad Anna a come poter cambiare il setting, a inventare giochi, a creare relazioni pi coinvolgenti per stimolare la partecipazione e di conseguenza il legame poi ci siamo limitati di comune accordo a mantenere lo spazio del Gancio, mantenerlo il pi possibile bianco, di modo che potessero essere i ragazzi stessi a colorarlo a loro piacimento. Credo che oggi sia indispensabile compiere un atto di fede nei confronti dei giovani, dar loro in un certo senso carta bianca, che non vuol dire lavarsene le mani ma permetter loro di colorare uno spazio che, nonostante sia stato pensato e messo in opera dagli adulti, spetta poi ai ragazzi gestirlo... anche a rischio di vederselo deturpato. Certo, la presenza delladulto fondamentale; il suo ruolo credo debba essere quello di chi vigila, non al fine di reprimere e rinviare tutto ad un ipotetico

mondo perfetto, ma allo scopo di essere pronto a intervenire per contenere e aiutare a gestire quelle situazioni che rischierebbero di portare a una rottura. Io ho osservato, certe volte divertito, certe altre sorpreso, altre ancora deluso intervenendo il meno possibile e lasciando che fossero i ragazzi, nella loro dinamica di gruppo, a gestire lo spazio ed il tempo del Gancio; unimpostazione forse pi da genitore (direi genitore lassista) che da compagno di gioco che poi, senza grande impegno, il ruolo che mi uscito spontaneo! Ho visto ragazzi crescere, aprirsi, ridere, litigare, giocare, condividere, discutere in una parola relazionare, ed ecco che secondo me sta qui il successo di Gancio Originale, nel potere dellincontro, nella possibilit che viene offerta ai ragazzi, che ancora non sono bravi padroni di queste dinamiche, di sperimentarle in un contesto definito, difeso e mantenuto il pi possibile stabile e vivo da tutto quel back stage che lotta da tempo per offrire questo importantissimo spazio.

WORKSHOP AL BUS

di Mariacarla Fornaciari Contributo dello scorso anno: Anche quest'anno non manchiamo l'appuntamento con il bilancio dell' attivit del workshop interno al BUS. Gli aspetti che hanno caratterizzato l'anno appena passato sono stati fondamentalmente tre. Il gran numero di "matricole" fra i volontari, la totale assenza della componente femminile nel gruppo dei ragazzi della Fermi-Manzoni e la nuova modalit di comunicazione fra i volontari del workshop e la scuola media. Per quanto riguarda il primo aspetto, siamo rimasti favorevolmente sorpresi dalla massiccia adesione che ha coinvolto anche un ragguardevole numero di maschi ...e ce n' stato davvero bisogno! Le nuove leve, dopo un primo momento, che servito loro per entrare a pieno nello spirito del Gancio, hanno lavorato con continuit, impegno e anche con grande sensibilit che ha permesso la formazione di solidi legami fra volontari e bambini. Certo il peso del gruppo si fatto sentire, perch 13 o 14 ragazzi molti dei quali di terza media, non sono facili da gestire neppure dagli adulti: eppure, davanti alla difficolt, c' sempre stato un ten41tivo di attivarsi, di trovare nuove strategie e soluzioni per cercare di fare sempre meglio. L'ultima novit stata veramente utile per migliorare la qualit del nostro lavoro. Da quest'anno stato introdotto un libretto per ciascuno studente, che passava dagli insegnanti della scuola media a noi che lavoravamo nel workshop per favorire la comunicazione reciproca. Il consiglio di classe ha trascritto su ciascun libretto un breve profilo dello studente indicando il tipo di difficolt e suggerendo qualche strategia, ma soprattutto stato esplicitato l'obiettivo per il quale lavorare, indicando non tanto un obiettivo di tipo contenutistico, ma piuttosto un' abilit

da conseguire. In tal modo il volontario poteva muoversi in modo pi autonomo, anche e soprattutto nei casi in cui il ragazzino non avesse con s l'indicazione esatta dei compiti. Da parte nostra, ci siamo impegnati a trascrivere gli eventuali miglioramenti e pi in generale le osservazioni che ritenevamo utili. Questo strumento si rivelato prezioso anche perch i ragazzini della scuola media hanno avuto la chiara percezioni che stavamo camminando insieme ai loro insegnanti: sono diminuiti i brontolii per quel compito in pi o perch ci si doveva impegnare individualmente e non soltanto in un gruppo..."Eh, lo hanno scritto i tuoi insegnanti: - Deve lavorare da solo!!! non si scappa!!". Lo strumento da migliorare, ma siamo certi che costituisca una tappa fondamentale per rinsaldare la collaborazione fra i vari soggetti che si occupano dei ragazzi... Contributo di quest anno: davvero interessante vedere come, anno dopo anno lesperienza di Gancio si consolida allinterno della scuola e si trasforma re-inventando forme diverse di condivisione nel momento dei compiti e nel momento dellattivit ludico- creativa. Si consolida: forse questanno abbiamo battuto il record di presenze fra i volontari che, numerosi, si sono sperimentati in differenti situazioni sostenuti dallesperienza dei pi vecchi. Molto importante stata la presenza maschile preziosa soprattutto nel rapporto con i ragazzini pi grandi e introversi. Si trasforma ed inevitabile dovendo agire con persone differenti, con gruppi assortiti in modo diverso In effetti leterogeneit del gruppo del Workshop interno alla scuola ha giovato al clima creatosi fra ragazzini e volontari e ha permesso un maggior confronto di atteggiamenti e di idee sia su come condurre il momento di studio sia sulle attivit

della seconda parte degli incontri. A conclusione mi piace dare del gruppo un immagine composta da tante pennellate che vorrebbero dare solo unidea di ci che si fatto lasciando a ciascuno dei ragazzi la libert di vederci sempre dellaltroforse anche cose che appartengono a lui solo. Ricorder allora il sorriso aperto di Maroua e di Hanna quando ti dicono che il compito andato bene, i sospiri rassegnati di Ilaria nellaccorgersi che la roba da studiare sulla Francia davvero troppala testa reclinata, solida, determinata di Trevor intento a macinare matematica; lo sguardo severo di Marzia che non molla fino a che non ha finito; le braccia di Monica sempre in movimento; gli occhi attenti di Jason e le battute di Carlo allindirizzo della sorella; lo sguardo sempre ostinatamente disinteressato di Elias che per non manca mai! E poi mani di volontari che sottolineano in fretta la parti pi importanti, i modi tranquilli ma risoluti davanti a un problema che non ne vuol sapere di farsi risolvere (!); la voce pacata e decisa nellincoraggiare a ripetere anche lultimo capitolo di storia e la vitalit di chi invita a partecipare ad una partita di calcio C proprio spazio e bisogno di tutti. Al prossimo anno

La prima volta al Bus di Enea Mammi A marzo di questanno, con linizio del mio tirocinio post lauream in psicologia allAUSL, mi stato chiesto di affiancare le prof.sse Tommaselli e Fornaciari nel coordinamento del workshop della scuola media Fermi, che si tenuto allistituto superiore BUS Pascal nei pomeriggi del marted. In pratica laiuto richiesto

sarebbe dovuto consistere nel gestire lora del gioco, laddove, una volta terminata la prima ora dei compiti, diventa impellente inventarsi qualcosa da fare per far divertire i ragazzi rigorosamente tutti insieme e anche un po per non sentirci (noi grandi) impotenti dinanzi a una decina di ragazzini scatenati insomma far quadrar le cose allinsegna della socializzazione. Prima di iniziare mi sono scervellato nel cercare o inventare giochi di gruppo utili ai ragazzi e ho provato a proporli e riprovato con il risultato di una scarsissima e disimpegnata partecipazione cos cho mollato non per delusione, ma perch mi sono accorto che in un qualche modo il gioco veniva da s o meglio da loro. Giusto il tempo di qualche minuto per sondare i legami, provocando ad esempio lo pseudoequilibrio creatosi per vedere se avrebbe retto, e via che il pi delle volte partivano con i giochi pi vecchi del mondo, che non hanno certo bisogno di essere presentati. Ma tra i ragazzi pi grandicelli (soprattutto tra le ragazze) ho notato spesso la ricerca di uno spazio intimo, uno spazio per parlare, per allearsi, per differenziarsi ed ecco i pettegolezzi, il parlare di veri o presunti morosini, di acconciature e trucchi, nei primi tentativi rudimentali di giocare ai grandi. E allora un gioco imposto, gi forse solo perch chiamato gioco, termine che nelle rappresentazioni sociali richiama spesso allinfanzia, diventa unimposizione scomoda, che mal si sposerebbe al loro giocare ai grandi Ed io cos mi sono limitato a giocare allarbitro; a volte tentando di intervenire prendendo palla nellinventarmi una sorta di time out per cercare il coinvolgimento di tutti; a volte fischiando fallo quando qualcuno cominciava a diventare un po troppo irascibile o volavano parole grosse. Altre volte giuro avrei voluto estrarre il cartellino rosso, ma

fortunatamente ho sempre desistito, cercando comunque di non lasciar correre ma senza dover espellere nessuno, nella speranza di poter trovare prima o poi un varco che conduca alla fiducia e alla possibilit per tutti i ragazzi di sperimentare relazioni positive e costruttive, affinch il loro gioco del diventar grandi sia a tutti gli effetti un gran bel gioco.

Gancio Originale 2006 al BUS: le novit di Davide Valeriani Questanno Gancio iniziato in un modo strano per me. Intanto, preciso che lanno scorso ho fatto il workshop interno al BUS con i ragazzi della FermiManzoni e mi ero divertito molto, quindi ho pensato di continuare questa esperienza anche questanno. Inoltre, assieme a tre miei compagni volontari dellanno scorso, sono andato a presentare il progetto ai ragazzi di terza, per convincerli ad unirsi al grande gruppo di Gancio. E devo dire che ci siamo riusciti bene; infatti, questanno, ci sono molti ragazzi e ragazze di terza nei workshop di Gancio sparsi nella provincia. Il primo giorno, cio quando ci siamo incontrati tra volontari, ho scoperto di avere un nuovo coordinatore, Marcello Gozzi; una vecchia conoscenza, pi che nuovo, in quanto lanno scorso era il vice-coordinatore del workshop del BUS, del quale io facevo parte. Poi, questanno, ci sono un sacco di volontari nuovi e simpatici nel mio gruppo, e questo un bene perch mi d modo di conoscere persone nuove. Ma passiamo alle novit pi serie. La prima novit di questanno che nel workshop del BUS sono presenti anche delle ragazzine, mentre lanno scorso era un gruppo di soli maschi. Questo un bene, in quanto, si sa, le ragazze sono pi calme

dei maschi e fanno risparmiare a noi volontari un sacco di pazienza. Inoltre, ci sono ragazze simpatiche, sia tra i ragazzini che tra i volontari, e penso che il gruppo di lavoro di questanno sia molto compatto e simpatico. Devo dire che non fanno pi parte del nostro gruppo dei volontari importanti dellanno scorso, che hanno abbandonato Gancio per i troppi impegni; persone che organizzavano giochi e aiutavano il coordinamento. Ci nonostante, i giochi e lallegria non mancano neanche questanno! Inoltre, questanno abbiamo un sacco di volontari che vengono dallSM (Scientifico Moderno) e nessuno che viene dal linguistico, quindi abbiamo un po di problemi nello svolgere i compiti sulle lingue, ma ce la caviamo bene lo stesso! La seconda novit di questanno riguarda principalmente me. Verso la met di novembre, quindi dopo poco tempo dallinizio di Gancio, mi stato proposto da una prof.ssa del BUS di passare a fare una specie di volontariato individuale con un ragazzo di 1^ BUS. Io ci ho pensato un po, poi ho detto di s. Dopo un paio di giorni sono andato a conoscere questo ragazzo assieme alla sua prof.ssa di italiano. Il ragazzo mi sembrava molto timido e aveva molti problemi a parlare litaliano (ah, ho dimenticato di dire che straniero). Abbiamo concordato il primo incontro per il gioved successivo (io ho il turno al gioved) e ci siamo salutati. Subito, il ragazzo ha mostrato subito la sua timidezza, ma, dopo un paio di lezioni, ha dimostrato di volersi aprire un po di pi e siamo diventati buoni amici, certamente pi di quanto lo siamo io e i ragazzini di Gancio, visto che ogni volta se ne segue uno diverso. Allinizio facevo tutte e due le ore con lui (sempre compiti), ma poi mi stato comunicato che dovevo fare solo unora perch a Gancio avevano bisogno di persone nellora dei giochi. Io ho protestato, dicendo che con un ragazzo con quei

problemi linguistici in unora si combina poco, ma le autorit superiori hanno deciso cos. Allora mi venuta unidea: siccome sia io che lui restiamo a scuola a mangiare, dalle 13.40 circa non sappiamo pi cosa fare fino alle 14.30 (ora in cui inizia Gancio). Perci, abbiamo deciso di iniziare alle 14 anzich alle 14.30 in modo da recuperare il tempo toltoci. Quindi, allo stato attuale, io faccio fino alle 15.30 con il ragazzo (hanno detto che io sono per lui un tutore, mah!) e poi passo a Gancio con tutto il mio gruppo. Questesperienza mi sembra molto bella perch permette di lavorare sia in modo autonomo che in modo collettivo. Unaltra novit di Gancio di questanno Patrizia. pi grande di noi e, assieme a Marcello e a Fabrizio, coordina il gruppo. Questa vasta presenza di persone adulte rende certamente pi serio Gancio, perch i ragazzini capiscono che non sono controllati e aiutati soltanto da ragazzi poco pi grandi di loro a fare i compiti, ma da persone adulte e responsabili, a cui, certe volte, possono affezionarsi come genitori. Gancio mi sembra un progetto molto ben organizzato e in evoluzione. Ogni anno ha una trovata nuova per migliorare il servizio offerto a questi ragazzini che non vogliono altro che delle persone con cui chiacchierare, imparare, scherzare, insomma, dei veri amici.

La mia esperienza di Martina Fiaccadori un po' difficile raccontare la mia esperienza con Gancio Originale perch mi vengono in mente mille immagini, mille ricordi e mille frasi e non riesco proprio a decidere quale sia migliore di un altro per spiegare come stata la mia avventura con Gancio. Magari

provo a raccontare dall'inizio per vedere di mettere un po' di chiarezza. La mia esperienza con Gancio iniziata in terza superiore ed iniziata in modo un po' strano perch quando ho deciso di cominciare stato un po' un salto nel buio. In realt non avevo capito bene che cosa fosse il volontariato con Gancio e pensavo che fosse principalmente un'attivit per aiutare i bambini che avevano difficolt puramente a livello scolastico. Col passare del tempo per mi sono resa conto che le attivit che facevamo con i ragazzi andavano al di l del semplice aiuto nei compiti e che spesso quello che era pi difficile non era aiutarli a risolvere un' equazione ma abituarli a giocare insieme, fare delle attivit manuali o semplicemente cooperare tutti in un gioco di squadra. Tuttavia per era proprio nel momento in cui raggiungevi un piccolissimo risultato in questa direzione che la soddisfazione era grandissima. Spesso mi capitato di vedere alcuni ragazzi affezionarsi ai volontari e quando questo capitato a me mi ha riempito di gioia perch era bellissimo vedere come i ragazzi ti facessero partecipe dei loro successi scolastici, delle loro avventure al di fuori della scuola o della loro vita familiare chiedendoti consigli su problemi che si trovavano a dover affrontare. In alcuni casi diventavi una specie di punto di riferimento per il ragazzo e in un certo senso questo ti riempiva di responsabilit aiutandoti un po' anche a crescere. A volte ho avuto qualche difficolt perch in alcuni momenti era veramente difficile cercare di fare giocare i ragazzi tutti insieme oppure fronteggiare dei "No" molto chiari dei ragazzi che non volevano partecipare alle attivit. D'altra parte per era una soddisfazione tale quando riuscivi ad insegnare loro qualcosa o a vederli giocare insieme che valeva la pena la fatica che a volte si faceva. Quando ripenso ai tre anni di Gancio mi accorgo che spesso sono maturata un po' anch'io

con i ragazzi e sicuramente tutto il tempo che ho dedicato a questa attivit non stato tempo sprecato. Probabilmente l'esperienza di Gancio un'esperienza che rifarei e che consiglierei a tutti, non solamente a coloro che non hanno problemi a scuola, perch chiunque pu dare una mano ai ragazzi che vengono segnalati per partecipare a Gancio.

Un bel ricordo di Lucia Beggi E adesso come trascorrer il gioved pomeriggio?! Cosa far ora che gancio finito?! Come tutte le cose belle quando finiscono ti lasciano un pizzico di malinconia e tanti ricordi. Ricordi di momenti belli trascorsi con i volontari e i ragazzi, ricordi di giornate passate tra compiti, giochi e numerose risate. proprio cos: gancio mi ha dato molto. Anche nelle giornate in cui non era tanta la voglia di restare a scuola altre due ore, bastava un sorriso di un ragazzo o di un volontario che subito tornava lenergia. Quella giusta carica che serve per stare con gli altri e non annoiarsi mai. stato un percorso fantastico. vero, delle difficolt ci sono state, alcuni giorni pensi di mollare tutto e tutti. Poi ti rendi conto che c della gente che ti aspetta, che ha bisogno di te e delle quali, inconsciamente, hai bisogno. Ero convinta che sarei andata a gancio per aiutare altri ragazzi e invece devo dire che sono stati loro ad aiutare me. Credevo che sarebbero stati loro ad aver bisogno di me invece sono stata io ad aver bisogno di loro. Ho imparato a mettermi in gioco, a non tirarmi mai

indietro, a superare una sconfitta, a superare i piccoli problemi. Come si dice molte volte: credevo di dare e invece ho ricevuto tanto. Ogni volta che sentivo queste parole pensavo ecco la solita frase fatta!. Invece vero, si parte convinti di una cosa e quando si arriva al traguardo scopri che accaduto il contrario. Ti guardi indietro e ti accorgi che sono tante le cose che si sono aggiunte nel bagaglio personale della vita. Momenti indimenticabili e irripetibili. stata unesperienza unica che non scorder mai e porter sempre con me. E tutto quello che devi fare metterti le cuffie, sdraiarti per terra e ascoltare il cd della tua vita. Traccia dopo traccia, nessuna andata persa. Tutte sono state vissute e tutte, in un modo o nellaltro, servono ad andare avanti. Non pentirti, non giudicarti, sei quello che sei e non c niente di meglio al mondo. Pause, rewind, play. Ancora, ancora e ancora, non spegnere mai il tuo compositore. Continua a registrare, a mettere insieme i suoni per riempire il tuo caos che hai dentro. E se scender una lacrima quando riascolti, beh non avere paura come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita. (da Tre metri sopra il cielo)

ISTITUTO IPSIA GALVANI


Gancio Originale al Galvani: una bella esperienza da fare prof. Alessandro Corsini La convenzione tra il nostro Istituto e Gancio Originale ha compiuto il suo 4 anno. Il primo anno avevano partecipato 6 studenti, il 2 anno 31, il 3 anno 27, questanno 36 distribuiti in 12 workshop. Tra questi ultimi, 11 studenti hanno continuato lesperienza iniziata negli anni precedenti, dimostrando cos il loro attaccamento allIstituzione, ai suoi laboratori e allo spirito che li anima. Al loro seguito altri 25 si sono aggregati per iniziare lattivit. Abbiamo dunque motivo di sperare che si stia consolidando allinterno dellIstituto lapprezzamento per Gancio Originale, almeno come una bella esperienza che vale la pena di fare, perch permette di aiutare bambini, ragazzi e disabili e perch fa star bene, aiuta a responsabilizzarsi e a crescere in allegria. Anche le domande di partecipazione alla prossima due giorni di Marola sono aumentate tra i nostri studenti, a conferma che lambiente di Gancio percepito come positivo, piacevole e attraente. Un altro dato che ritengo significativo la scelta da parte di 6 volontari di svolgere lattivit con i disabili, al Busetti, alla cooperativa Il girasole e al Centro Damiel, in ambienti cio sicuramente impegnativi. Ritengo tutto questo un risultato molto positivo. Non mancano ovviamente i limiti nella partecipazione degli studenti del Galvani; essi sono segnali che ci indicano le pi frequenti fragilit e devono orientare i nostri interventi di accompagnamento durante lanno. Quale dato pi diffuso indicherei la mancanza nei nostri ragazzi di

autonomia nel superare i momenti difficili: una incomprensione nella relazione con i compagni o con i ragazzini, unattivit percepita come monotona, un momento di stanchezza, il timore di non essere allaltezza dellaiuto richiesto ... Penso, coma gi ho avuto modo di dire, che potremmo evitare certi abbandoni, se fossimo pi attenti a cogliere la presenza di queste difficolt e fossimo poi pi vicini ai ragazzi per aiutarli a superarle.

LA STANZA DI DANTE:

WORKSHOP DI ACCOGLIENZA PER RAGAZZI IMMIGRATI

LA STANZA DI DANTE ALLISTITUT O PROFESSIO NALE IPSIA "A. LOMBARDINI "


Ancora Stanza di Dante allIpsia Lombardini di Silvia Borghi Eccomi qua per iniziare con nuovi ragazzini immigrati un nuovo anno, ovviamente supportata da figure indispensabili e preziose che gi lanno scorso mi accompagnavano. Naturalmente sto parlando della prof.ssa Cinzia Sica insegnante referente del progetto e dei mediatori culturali volontari : Dzoung di origini vietnamite, Victor di origini

moldave, Alex di origini ghanesi, Giot di origini indiane, B. di origini rumene, H. di origini cinesi, questi ragazzi frequentano la scuola superiore IPSIA Lombardini e hanno qualche anno in pi dei ragazzini beneficiari del progetto appena arrivati in Italia da paesi lontani e inseriti allinterno della stessa scuola. Leccellente lavoro offerto dai mediatori proprio quello di mettere a disposizione il loro sapere, loccasione di aver conosciuto due culture differenti, di aver gi vissuto o forse di vivere ancora quel difficile percorso di inserimento sia da un punto di vista scolastico, ma anche sociale e di appartenere alla stessa scuola rendendosi

disponibili come riferimenti in qualsiasi momento. Gli obiettivi allora si sono spostati sui bisogni dei ragazzini a partire dalla competenze linguistiche, ma anche da dubbi, perplessit e incomprensioni, cercando come potevamo e con mezzi soprattutto ludici di interpellarli sulle loro tradizioni, sui loro stili di vita in modo da creare una sorta di sinfonia dialogica , in cui ogni lingua e ogni cultura provano ad armonizzarsi con tutte le altre. Unesperienza che secondo me ha dimostrato bene una buona integrazione e socializzazione tra tutti i ragazzi stata STROLGANCIO, i ragazzini immigrati hanno partecipato volentieri e i volontari si sono occupati e preoccupati di

accompagnarli in modo che potessero arrivare nelle scuole in cui si svolgevano queste attivit ricreative senza sbagliare o perdersi, cogliendo loccasione di insegnare loro il nome delle vie, delle piazze e delle scuole di Reggio

Un bilanciodel tutto positivo di Dzuong Sanh Vien Sono un volontario che frequenta l'IPSIA Lombardini e quest'anno mi sono cimentato nella

stanza di dante della nostra scuola. La mia esperienza in questa attivit stata positiva e senza nessun problema poich i ragazzi che venivano non attiravano l'attenzione come tanti ma ragazzi che senza esserne coscienti erano gi cresciuti mentalmente oltre la loro et,intendo che i ragazzi che

aiutavo non erano quelli che avevano difficolt a scuola perch non seguivano la lezione ma perch venivano da un'altra nazione e quindi dovendo imparare la lingua non si sono risparmiati un attimo, e il risultato finale di quest'anno e che ora comprendono la lingua, certo ancora qualche difficolt la possiedono ma se continuano a fare progressi come hanno fatto nella stanza di dante entro la fine dell'anno prossimo non avranno difficolt. Con questo finisco il mio commento e spero ci siano nuovi volontari l'anno prossimo

STANZA DI DANTE ALL'ISTITUT O SUPERIORE "G. SCARUFFI"


"La Stanza di Dante alle Superiori" di Francesca Tirelli

Il coordinamento della Stanza di Dante" all'Istituto

Superiore Gaetano Scaruffi" un'esperienza per molti aspetti differente dall'analogo progetto condotto nelle scuole medie inferiori. Si tratta di un workshop d'accoglienza rivolto agli studenti stranieri di recente immigrazione con problematiche di inserimento nel nuovo contesto in cui si trovano a vivere e con difficolt nell' apprendimento della lingua italiana. Come ogni altro progetto di Gancio, si avvale della collaborazione di volontari; in questo caso si tratta studenti, immigrati e non, delle ultime classi dello stesso istituto superiore. La possibilit di avvalersi della collaborazione come volontari di ragazzi stranieri che si pongono come mediatori nei

confronti dei ragazzi neoarrivati in Italia un potente strumento: permette infatti di creare un ponte verso un' integrazione che consente ai ragazzi di relazionarsi con coetanei con i quali condividono un bagaglio culturale e di esperienze comuni. Gli studenti destinatari di questo progetto sono infatti adolescenti che per venire in Italia hanno lasciato affetti importanti e una vita sociale e una rete relazionale gi costruita. Siamo partiti in tanti: sedici ragazzi sono stati inseriti nell'attivit, su segnalazione di Antonia Munarini, insegnante re ferente dello Scaruffi per le attivit di Gancio e otto volontari hanno affiancato Marilena, Manfredi, l'insegnante coordinatrice delle

attivit e Alessandra Ricc tirocinante della psicologia clinica e coconduttrice del workshop nella parte finale del percorso. La maggior parte dei ragazzi ha avuto una presenza costante, e il gruppo di partenza arrivato compatto fino alla fine dell'esperienza! stato molto gratificante rilevare l'impegno dei ragazzi e registrare questa costanza nella partecipazione, non cos scontata all'interno dei percorsi di sostegno rivolti agli studenti immigrati delle scuole superiori... Oltre ad aiutare i ragazzi nello svolgimento dei compiti, abbiamo ritenuto importante far in modo che i nostri ragazzi imparassero a conoscersi e a stare insieme: abbiamo dato perci spazio ai

momenti di svago e scambio spontaneo organizzando merende e momenti di lavoro di gruppo. Un grazie di cuore a Cristina, una volontaria cinese, a Waf, una volontaria Tunisina, che ci hanno dato preziosi consigli e validi aiuti nell'impostazione del lavoro rispetto alle aspettative personali e culturali dei propri connazionali, oltre che agli altri altrettanto preziosi volontari e a Silvia Canali, insegnante in pensione che stata un grande aiuto per tutti i ragazzi e con la quale abbiamo condiviso e ci siamo confrontate per lorganizzazione degli apprendimenti e limpostazione del lavoro di sostegno e insegnamento della lingua italiana. Un grazie particolare poi alle coordinatrici del workshop, a Marilena Manfredi ad

Antonia Munarini, le insegnanti referenti del progetto, per la preziosa collaborazione nellorganizzazione logistica e non e nel lavoro di connessione dietro le quinte che ho condiviso con loro!!

Un bilancio davvero positivo! Prof.sse Marilena Manfredi e Antonia Munarini Anche questanno La Stanza di Dante attivata allinterno dellIstituto ha risposto alle esigenze dei numerosi studenti stranieri che settimanalmente hanno trovato nei volontari impegnati nel progetto una possibilit di confronto e di socializzazione, oltre

ad una opportunit di integrazione sempre pi solida in una realt sociale e scolastica alla quale hanno mostrato di accostarsi con piena fiducia e disponibilit. Gli incontri hanno inoltre favorito il processo di apprendimento della lingua italiana, nellambito del quale alcuni allievi hanno evidenziato miglioramenti significativi. Grande stata nel corso dellanno la soddisfazione dei volontari nel verificare che il numero delle presenze si manteneva alto e costante e che lattivit era sostenuta da un entusiasmo sempre crescente; tale riscontro ha contribuito a renderli via via pi autonomi e consapevoli del valore della loro azione.

La Stanza di Dante ha svolto unulteriore importante collaborazione con la scuola, accogliendo uno studente che, sospeso dallattivit didattica per gravi mancanze disciplinari, ha potuto commutare la sospensione con unopportunit di riflessione e di crescita rivelatasi particolarmente significativa. Entusiasta e costante stata anche, per tutto lanno scolastico, la partecipazione dei volontari della scuola ai diversi workshop e alle attivit di volontariato singolo proposti da Gancio Originale. Tutte le ragazze e i ragazzi hanno mostrato notevole seriet nellassolvimento del compito assunto, non si sono persi per strada e sono stati

molto soddisfatti dellesperienza, che ha permesso loro di instaurare un buon rapporto di amicizia con i bambini e i ragazzi che hanno seguito nei gruppi di lavoro, oltre che con gli altri volontari, e di scoprire con piacere di essere in grado di mettersi in gioco e di fare qualcosa per gli altri.

questo aiutando gli altri. Andando avanti, le persone capiscono quanto sia importante fare del bene, perch questo il nostro obiettivo, I miei genitori, fin dalla nascita, mi hanno insegnato il rispetto e io RISPETTO coloro che fanno volontariato.

Gancio secondo volontari

Frank Loboe e Andrea De Simon i Sono Frank e questo il terzo anno la Stanza di Dante. Sono Andrea e questo il primo anno che faccio volontariato. Insieme abbiamo prestato aiuto nello studio ad alcuni ragazzi stranieri, appena arrivati in Italia nella nostra scuola. stata unesperienza molto bella perch non capendo le loro lingue ci siamo

Kochtbane Wefa Per me lultimo anno! In questi tre anni, mi sono divertita molto, ho conosciuto tante persone che hanno avuto bisogno di aiuto... Questa esperienza mi servita molto. Nella mia vita ho avuto tanto aiuto e io ho fatto il possibile per restituire tutto

cimentati ad usare il vocabolario per cercare le parole e poter comunicare. Abbiamo avuto la fortuna di avere tra i volontari anche i mediatori linguistici: Cristina e Wafa a cui dobbiamo la nostra gratitudine. Ci siamo trovati molto bene con i ragazzi stranieri che si sono impegnati al massimo e si sono dimostrati interessati a qualsiasi attivit proposta. Ci siamo confrontati con la loro cultura, tradizioni e modi di fare; per me (Frank) questo lultimo anno che faccio volontariato e mi dispiace lasciare questa attivit. Io (Andrea) vorrei rifare questa esperienza anche lanno prossimo.

Stanza di Dante ci ha trasmesso il piacere di aiutare qualcuno e di conoscere culture diverse. Oltre a questo abbiamo conosciuto molti nuovi amici i quali pensiamo di rivedere presto! Abbiamo intenzione di ripetere questa esperienza al pi presto. Un bacio a tutti!!

Elena, Cry e Fana Questa esperienza allinterno della

STANZA DI DANTE ALLA SCUOLA MEDIA "GIOVANNI PASCOLI" DI CADELBOSCO SOPRA


Riflessioni di Francesca Tirelli

Il workshop di Gancio Originale La Stanza di Dante presso la Scuola Media Giovanni Pascoli di Cadelbosco Sopra compie quattro anni! Questo laboratorio si rivolge a ragazzi di prima e seconda immigrazione con difficolt scolastiche, relazionali e di inserimento tra i pari in buona parte dovute ad una scarsa conoscenza della lingua italiana e del

contesto scolastico e ambientale nuovo nel quale si trovano a convivere. Il progetto articolato in incontri settimanali che si tengono il marted dalle 14.30 alle 16.30 presso i locali della scuola. Mi sono occupata della selezione dei ragazzini per la formazione del gruppo di partenza, chiedendo un elenco di alunni immigrati con difficolt di inserimento e di apprendimento alla Professoressa Betti Concetta, referente scolastica del progetto e preziosa collaboratrice! Dopo un colloquio conoscitivo ho formato il gruppo di partenza, costituito da ragazzi di varie provenienze. sei volontari (ragazzi delle classi terza, quarta e quinta dei vari Istituti Superiori di RE) con impegno e grande motivazione

mi hanno affiancato nella conduzione delle attivit. Nella prima parte del pomeriggio i ragazzi sono seguiti nelle attivit scolastiche, aiutati nei compiti o nello svolgimento delle schede di lingua per rinforzare lapprendimento dellitaliano (insieme agli insegnanticoordinatori di classe sono state concordate le modalit e gli apprendimenti specifici da rinforzare in ogni ragazzino); nel tempo rimanente i ragazzi vengono coinvolti in attivit creative di vario tipo che programmiamo insieme nella fase di progettazione iniziale del laboratorio. Le attivit sono proposte con lobiettivo di aiutare i ragazzi ad esprimersi in vari modi e per offrire loro un terreno di scambio di abilit e di competenze relazionali.

La possibilit di sperimentarsi in un contesto anche ludico diventa per i ragazzi lopportunit per poter pian piano imparare a conoscersi, per relazionarsi nel gruppo e per mettere in comune le competenze e la cultura di ognuno. I ragazzi hanno frequentato costantemente lattivit, hanno dimostrato impegno e motivazione nella fase di svolgimento dei compiti e curiosit, voglia di fare e una buona manualit nei momenti pi creativi. Hanno man mano imparato a conoscere i compagni e i volontari; ci ha consentito loro di superare le difficolt e i timori relazionali iniziali e ho reso gradualmente pi adeguato il comportamento dei ragazzi nel gruppo. Un grazie di cuore a Titty e Cristina per la

collaborazione, per la disponibilit e per lentusiasmo con il quale hanno sempre accompagnato me e i ragazzi nel connettere i vari pezzi del nostro percorso!!

LA STANZA DI DANTE ALLISTITUTO COMPRENSIVO FERMIMANZONI


Limportanza del gruppo di Linda Marchi Per il secondo anno stato attivato presso la Scuola Media Fermi un laboratorio linguistico di accoglienza per immigrati di prima e seconda immigrazione. Il gruppo, composto attraverso colloqui conoscitivi effettuati nella Scuola assieme

ad Annachiara, era formato da 13 ragazzini provenienti da: Cina, Marocco, Tailandia e Pakistan, oltre che da dieci validissimi volontari: Anastasia, Bigad, Giulia, Giusi, Irma, Lina, Luca, Maila e Noemi e, da Aprile, da Annalisa, psicologa tirocinante. Era per me la prima esperienza in una Stanza di Dante e le prime sensazioni sono state quelle di essere stata catapultata in un paese estero, di non conoscere le giuste modalit di comunicazione, di non sapere bene come rapportarmi a questi ragazzini tanto disorientati e spauriti.

In realt, quasi immediatamente mi sono resa conto di come, nonostante le difficolt linguistiche e le differenze culturali, il mio compito con questi ragazzi fosse lo stesso di tutti i workshop: farli stare bene insieme. infatti attraverso il gruppo che i nostri ragazzini hanno potuto sperimentarsi nella lingua italiana, fare amicizia, imparare a conoscere un po delle nostre usanze, delle nostre regole. Abbiamo fatto tante cose insieme, credo

soprattutto grazie allaffiatamento che si era creato tra tutti noi: tanti giochi di conoscenza, giochi in scatola, giochi di gruppo, giochi con la musica, attivit atelieristiche come la pasta di sale, cartelloni, maschere di carnevale, lavoretti di natale, disegni con le tempere stato bello e gratificante vederli venire con sempre pi entusiasmo, tentare timidi approcci di amicizia, sperimentarsi in giochi ed attivit per loro cos nuove. Ed alla fine dellanno

abbiamo potuto assaporare i risultati del nostro lavoro grazie alle tante risate, agli abbracci e alla voglia di stare tutti insieme. Ringrazio tutti i ragazzini per essersi fidati per averci permesso di entrare un po nel loro mondo. Un immenso grazie ai volontari per il loro splendido lavoro, per averci messo tanto impegno, entusiasmo ed affetto.

La Parola ai Volontari: Annalisa Ferrarini Ho partecipato a Gancio Originale solo negli ultimi mesi dellanno scolastico, mesi che corrispondevano allinizio del mio

tirocinio di psicologia. La cosa che pi mi ha colpito di questo progetto il grandissimo flusso di esperienze che si trasmettono rispetto al tempo che si ha a disposizione. veramente una catena continua di rimandi e di arricchimenti reciproci, tra ragazzini, volontari delle scuole superiori e tirocinanti/partecipant i al servizio civile. Ci si confronta, in mille modi diversi e con le pi svariate attivit, si parla, si ragiona, si cresce. uno scambio continuo, come una palla che passa via via dalle mani di uno a quelle di un altro e ad ogni tocco questa palla si accresce perch le viene aggiunto un pezzo (il proprio contributo personale e quindi assolutamente originale ed

insostituibile), fino a che, alla fine del gioco, pu essere considerata patrimonio di tutti, esperienza condivisa. A questo punto si sente un piccolo-grande orgoglio dentro di s, per questa creatura che nessuno avrebbe mai immaginato di arrivare a costruire.

Giulia Veronesi Bella questa esperienza, mi piaciuto lavorare con i ragazzi nella Stanza di Dante; allinizio era difficile limpatto con culture diverse, ma poi mi sono resa conto che, in fondo in fondo, a questo mondo siamo tutti fratelli. Un dubbio sorge: ma perch Gancio Originale? Forese per riagganciare noi volontari allet che abbiamo da poco superato. stato un ri-aggancio ai compiti e alle interrogazioni della Scuola passata, ai problemi e alla passioni dei miei tredici anni trascorsi. Ovviamente, tutto questo fatto in un modo originale: servizio volontario, incontrare persone che sicuramente non lo fa per soldi ma perch sicuramente lo sente e lo riconosce davvero

Soleman Bigad Affascinante, non priva di ostacoli ma comunque bello ed emozionante. Gancio Originale anche questo. Passare anche solo due ore a settimana con questi ragazzi ti aiuta a conoscerti meglio, ad avere consapevolezza delle proprie capacit e dei propri limiti. Gancio Originale anche questo.

come unesperienza che aiuta pi noi stessi che i ragazzini con cui ci confrontiamo.

Eleonora Nobili Sono una volontaria ed il primo anno per me di gancio Originale. Quando ci hanno presentato questa iniziativa nella nostra Scuola Superiore mi sono subito incuriosita. stata unesperienza molto interessante; non detto con superficialit questo: stato interessante nel vero senso della parola. Aiutare ragazzini in difficolt ti fa crescere e ti cambia dentro. Impari a vedere le cose in modo diverso ma soprattutto a non sottovalutare tutte le difficolt che possono presentarsi a ragazzi stranieri quando vengono in un paese nuovo.

Impari a conoscere le loro paure, le loro insicurezze e cerchi di aiutarli a superarle e ad insegnargli ad andare avanti. A volte ci si riesce e c molta soddisfazione nel vedere anche solo un sorriso nel loro volto; a volte non ci si riesce e dispiace molto; si cerca di impegnarsi di pi la volta successiva. Che dire una iniziativa che bisogna portare avanti ed necessario partecipare sempre pi numerosi! Grazie Gancio.

Si pu imparare tante cose! Shan Shan Mi piace Gancio perch i volontari mi aiutano a fare i compiti che non so fare, ci sono nuovi amici e si pu giocare. Viva Gancio! Ting Ting Il gancio questanno andato bene e mi piace tanto, spero anche lanno prossimo cos. Raisse Il Gancio una cosa bella ed importante perch ci aiuta a fare i compiti. Mahomoud e Reda

ECCO COSA PENSANO DI GANCIO I RAGAZZINI: Mi piace il Gancio! Perch? Si pu conoscere tanti amici!

STANZA DI DANTE ALLISTITUTO COMPRENSIVO DI BAGNOLO IN PIANO


GANCIO VISTO DAI VOLONTARI

La Stanza di Dante di Sonia Mazzotta Questo stato il terzo anno in cui ho partecipato alla Stanza di dante di bagnolo. Mi ricordo che, allinizio, non sapevo n cosa aspettarmi da questa esperienza, n se mi sarebbe piaciuta, n se sarei stata in grado di essere utile a dei bambini stranieri. Subito, per, ho capito che lesperienza sarebbe stata bellissima, che lavrei valutata

positivamente e che mi avrebbe arricchito, perch mi avrebbe posto in unottica nuova, dove nuove culture aspettavano di essere scoperte. Oltre a ci, ho potuto comprendere quanto deve essere difficile trovarsi in un paese dove tutto nuovo. Ho capito come i bambini possano sentire il peso dei problemi comunicativi, perch, magari, anche io da volontaria, allinizio non sapevo come fare per esprimermi. Alla fine di ogni anno, mi dispiaceva lasciare lattivit, ma sapevo gi, dentro di me, che lavrei ripetuta anche lanno dopo. Questa esperienza dona momenti divertenti insieme e possibilit di socializzazione tra bambini, il che una occasione stupenda per loro.

E, per me, stata una bellissima esperienza che mi servita molto, nel senso che i bambini mi hanno insegnato cose nuove, mi hanno parlato di loro stessi. Ogni volta che non ci sei, loro sentono la tua mancanza, allora l che ti senti utile, ti senti gratificata, senti in un qualche modo, che li stai aiutando: una bellissima sensazione e si crea un rapporto speciale con loro, oltre che tra di loro. Infine, lesperienza non sarebbe stata cos bella senza laiuto e il buon rapporto creatisi con gli altri volontari e con la coordinatrice.

STANZA DI DANTE ALLA SCUOLA ELEMENTARE MARCONI

Il Workshop dei pi piccoli


di Linda Marchi e Marcello Gozzi

A Febbraio 2006 venuto alla luce lultimo nato dei workshop di Gancio Originale presso la Scuola Elementare Marconi di via Emilia San Pietro. Vista la forte presenza di stranieri in questa zona della citt, la richiesta della Scuola stata volta a fornire unopportunit dintegrazione per i bambini di primissima immigrazione; per questo motivo che abbiamo deciso di comune accordo di aprire una Stanza di Dante in cui abbiamo inserito sette bambini del primo ciclo provenienti rispettivamente da: Nigeria, Tunisia e Marocco.

Nonostante il workshop sia iniziato a met dellanno scolastico, non mancato lapporto di sei splendidi volontari: Mimmo, Reham, Claudia, Priscilla, Giusi ed Elisa, che si sono rivelati straordinari sia nellaiuto nei compiti, sia nel relazionarsi che nel comprendere le difficolt linguistico culturali dei nostri bambini. Diverse sono le attivit creative che abbiamo svolto: dai fiori con la pasta di sale, ritratti dei bambini con i pennarelli e pastelli, disegni tematici fino ai cartelloni di fine ed inizio attivit. I giochi proposti hanno avuto la finalit di aiutare i bambini a sperimentarsi nelluso della lingua italiana e nel rispetto delle regole dello stare in gruppo. Il rapporto con la Scuola stato

regolare e produttivo e le maestre hanno manifestato interesse e partecipazione al progetto, trasmettendo questo anche alle famiglie dei nostri bambini. Per questo ci sentiamo di ringraziarle. Ci risulta molto difficile scegliere il momento pi bello di questa nostra esperienza: dallincontro con i bambini tanto piccoli e spauriti da non riuscire inizialmente a staccarsi dalle mamme, ai primi giochi di gruppo fatti nella stanza delle attivit, fino alla festa finale di Maggio dove non sono mancate emozioni e qualche lacrimuccia stato per entrambi il primo workshop con bimbi cos piccoli e possiamo dire di aver ricevuto davvero tanto grazie al loro affetto, alla loro spensieratezza e alla

loro genuina voglia di ridere e divertirsi.

LA STANZA DI DANTE ALLA SCUOLA MEDIA "LEONARDO DA VINCI"


Il primo anno di Monia Astrologi Questo stato il primo anno di attivazione de La Stanza di Dante alla scuola media Da Vinci. Poich la richiesta ci pervenuta quando il reclutamento dei volontari-mediatori

era gi terminato, in accordo con la scuola, abbiamo definito alcune premesse che ci permettessero di aprire comunque il workshop. In particolare, si deciso di rivolgere lintervento a ragazzi che possedessero gi un minimo di conoscenza della lingua italiana, in modo tale che la presenza di un mediatore linguistico non fosse una condizione imprescindibile per lattivazione del workshop. Inoltre, si concordato di formare un gruppo composto da soli ragazzi frequentanti la classe terza, con lobiettivo, oltre allaiuto ai compiti scolastici, di prepararli allesame di licenza media. Per soddisfare tale bisogno, si stabilito di ridurre il periodo dedicato alle attivit

creative e ai giochi, investendo maggiormente sul potenziamento degli apprendimenti. Lostacolo maggiore, forse, stato quello della formazione del gruppo dei volontari. Oltre ad alcune nuove adesioni, sono stati coinvolti ragazzi che erano gi impegnati in un altro workshop e ci si avvalsi della collaborazione con il progetto Mondi Lontanissimi. Verso la fine del mese di febbraio, La Stanza di Dante finalmente decollata, con 10 ragazzi provenienti dal Ghana, dalla Cina, dal Marocco, Egitto e S. Domingo e 10 volontari. Da subito la partecipazione stata buona, lesperienza stata accolta in modo positivo ed in particolare stato apprezzato da parte dei ragazzi laiuto dei

volontari. Superato il primo mese, in cui si avvertiva un certo disagio e una difficolt nel mettersi in gioco un po da parte di tutti dovuto alla non conoscenza, gradualmente ha cominciato a prendere piede la confidenza e, a poco a poco, il gruppo dei ragazzi si avvicinato al gruppo dei volontari. Nonostante il tempo a disposizione sia stato molto minore rispetto agli altri workshop, e forse questo stato uno tra i principali motivi per cui non si riusciti ad approfondire la conoscenza e raggiungere una coesione di gruppo, stato bello vedere la nascita di legami significativi fra volontari e ragazzi. Se questanno la Stanza di Dante alla scuola Da Vinci stata unesperienza

"sperimentale", con caratteristiche e difficolt peculiari, il prossimo potr contare su tutti i presupposti necessari che serviranno a renderla "a pieno titolo" un workshop di Gancio.

RINGRAZIAME NTI Un grazie speciale ai volontari: Claudia Marinello, Alessandro Mahanna, Chiara Benassi, Francesca Ferretti che alla nostra richiesta di aiuto non hanno esitato a dare una mano dove pi cera bisogno, anche se questo ha costato sacrificio! Varone Simonetta, Manuel Ligabue, indispensabili veterani di Gancio! Giada Alberini, alla prima esperienza, ma che da subito ha

saputo conquistare il cuore dei ragazzi; e a Jessica Fava, Erisa Seiti, Eleonora Guerra, del progetto Mondi Lontanissimi, per esservi messe in gioco in questa nuova esperienza. Infine, desidero ringraziare la Prof.ssa Marina Leuratti, insegnante referente, per la sua piena disponibilit e per lattenzione nellaccompagna rci a dar vita al progetto.

Lesito di questo primo anno di lavoro ha gi prodotto una richiesta di ampliamento dellesperienza che pubblichiamo a testimonianza dellimpegno della Scuola nel ricercare risorse in risposta a bisogni ormai eclatanti.

I WORKSHOP POMERIDIANI

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA "GIOVANNI PASCOLI" DI CADELBOSCO SOPRA


Riflessioni di Francesca Tirelli Oltre al progetto La Stanza di Dante, presso la Scuola Media Giovanni Pascoli di Cadelbosco Sopra attivo anche un workshop daccoglienza rivolto ai ragazzini in disagio scolastico; lattivit si rivolge infatti ai ragazzini con difficolt scolastiche, comportamentali e relazionali e di inserimento nel gruppo classe. Anche questanno mi sono occupata della selezione dei ragazzini per la formazione del gruppo di partenza, chiedendo un elenco di alunni con difficolt di inserimento e di apprendimento alle Professoresse Betti Concetta e Corradini Cristina, referenti della scuola per il progetto di Gancio. Dopo un colloquio conoscitivo ho formato il gruppo di partenza, costituito da 7 ragazzi. Insieme a me sette volontari, con impegno e grande motivazione, mi hanno affiancato nella conduzione delle attivit. Abbiamo realizzato vari atelier con i ragazzi (abbiamo fatto delle creazioni di pasta colorata con lo spray dorato da regalare a Natale, decorato delle scatoline, fatto dei segnaposto a forma di maialino, fatto la pasta e sale, fatto delle tovagliette per la colazione con materiale riciclato, intrecciato braccialetti con fili colorati) e abbiamo proposto loro diversi giochi di gruppo e un laboratorio dedicato ai balli latino americani: le nostre maestre di ballo erano una volontaria e una ragazzina del workshop! Le attivit diventano opportunit per poter, pian piano, imparare a conoscersi, per relazionarsi nel gruppo e per mettere in comune le competenze di ognuno.

I ragazzi hanno frequentato costantemente lattivit (alcuni hanno avuto una partecipazione altalenante fin dallinizio, specularmene alla scarsa presenza scolastica). Hanno dimostrato impegno e motivazione nella fase di svolgimento dei compiti e curiosit, voglia di fare e unottima manualit nei momenti pi creativi. Hanno man mano imparato a conoscere i compagni e i volontari. Ci ha consentito ad alcuni di superare le difficolt e i timori relazionali iniziali e ad altri gradualmente di contenere il loro comportamento e il linguaggio utilizzati inizialmente in modo molto provocatorio. Il coinvolgimento di volontari un po la formula su cui si basa il Gancio, poich si tratta di ragazzi che hanno pi o meno let dei ragazzini dei workshops e che, perci, non sono percepiti come adulti normativi, ma come amici pi grandi, dai quali pi semplice e anche pi bello ricevere attenzioni, fiducia, un aiuto per fare i compiti e le varie attivit proposte o anche un rimprovero. Devo per sottolineare le capacit e la competenza spontanea di questo gruppo di volontari che ha sempre saputo come coinvolgere i nostri ragazzini e si sempre divertito insieme a loro, attraverso la semplicit e la voglia di mettersi in gioco e la consapevolezza di portare avanti con costanza limpegno dei nostri pomeriggi insieme. Rinnovo un grazie di cuore allattenta e partecipe collaborazione delle professoresse Betti Concetta e Corradini Cristina che ci hanno accompagnato in ogni fase di progettazione e realizzazione del progetto. Grazie soprattutto alla loro professionalit e sensibilit attraverso le quali hanno favorito limpegno che in questo progetto mettono i nostri volontari.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA "A. FONTANESI"


Ringraziamenti di Monia Astrologi Prima di tutto ci tengo a ringraziare i nostri valorosi volontari, che non si sono scoraggiati davanti alle difficolt e hanno mantenuto la voglia di esserci e di aiutare. Grazie a Kadhija Sadid, Dzuong Sanh Vien (in arte Valerio!), Raffaella Brescia, Lorena Lembo, Lorella Abbadini, Alice Profeta, Cristina Margini, Paola Luzzi, Sara Romiti, Ilaria Iotti, Sara Spina, Cristina Potemkina, Ida Grillo, Sophie Natian, Daniel Alessi, Alessio Faldini, Larry Ayikuk e Vanessa Mazzoni, volontari del luned; e a Denise Bucaria, Daniela Cadeddu, Jodi Ribola, Corinne Sanmmartano, Valentina Sassi, Ambra Pederzoli, Sara Morisco e Nunzia Coratella, volontari del mercoled pomeriggio. Un grazie speciale ad Alessandro Ferr, che ha coordinato egregiamente il luned cogliendo in pieno lo spirito di Gancio e, ad Alessandra Ricc per laiuto e il sostegno nellultimo mese (non immagini quanto sia stato gradito!). Infine, vorrei ringraziare la Prof.ssa Gloria Caroni, che nonostante gli innumerevoli impegni sempre stata un punto di riferimento presente e disponibile.

Riflessioni di Monia Astrologi Secondo anno alla Fontanesi per me, anno non facile, sotto vari aspetti. Il gruppo dei ragazzi a cui abbiamo dato sostegno, sia per la sua numerosit sia per le manifestazioni comportamentali dei singoli individui, ha mostrato dinamiche difficili da gestire e contenere. Anche perch, ha dovuto fare i conti con luscita e lingresso di nuovi membri fino al mese di marzo e ci ha comportato continue riequilibrazioni. Il gruppo dei volontari, mi riferisco a quello del luned pomeriggio, si poi presentato estremamente numeroso, ben 17 ragazzi, provenienti da diversi istituti superiori della citt. Da un lato ci ha fatto molto piacere vedere che lattivit proposta da Gancio era stata accolta con tanto interesse, dallaltro, ci siamo dovuti chiedere: e adesso, cosa gli facciamo fare? Cosa possiamo inventarci per non deludere le loro aspettative, per non fargli vivere un senso di inutilit? E trovare delle attivit che riuscissero a catturare linteresse sia dei ragazzi che dei volontari stata unimpresa piuttosto ardua! Laiuto che i volontari hanno saputo dare stato preziosissimo, soprattutto nello svolgimento dei compiti scolastici; in particolare nei primi mesi, quando la loro partecipazione si mostrata maggiormente assidua, capitato spesso che un ragazzo potesse avere lattenzione e il sostegno di ben due persone. Naturalmente, i conflitti erano allordine del giorno e i momenti di discussione e di negoziazione non sono di certo mancati. Il desiderio che siano stati momenti ricchi di significato, che abbiano aperto uno spazio "altro" di riflessione da quello del workshop e che abbiano contribuito alla crescita personale di ciascun ragazzo.

Il Luned alla Fontanesi di Dzuong Sanh Vien, in arte Valerio Ciao a tutti, sono un volontario di gancio originale da due anni, e per la prima volta scrivo un commento per l'annuario. Sar passato un anno ormai, ma la stessa emozione e tensione sono sempre presenti ogni qual volta io inizio un nuovo workshop. Il workshop alla scuola media Fontanesi stato quello dove c' stata pi concentrazione di volontari che abbia mai visto; per vari motivi per eravamo sempre circa la met o pi (anche se ALCUNE volte eravamo al completo). Aiutavamo tutti i ragazzi a fare i compiti stranamente quasi in santa pace, quando qualche ragazzo attirava l'attenzione, grazie a un coordinatore straordinario quale era Alessandro tornava tutto alla normalit. Tutti hanno partecipato con entusiasmo tale che mi hanno sorpreso, anche se non era la prima volta che facevo gancio. Saluto tutti i volontari che erano con me al workshop e finisco qui il mio commento altrimenti pensate che sono noioso. Saluti da un certo Valerio!

Secondo anno a Gancio di Valentina Sassi il secondo anno che frequento i workshop di Gancio Originale come volontaria. Ho intrapreso questa esperienza nel dicembre 2005, entusiasta ma con solo una vaga idea di ci che, effettivamente, avrebbe significato il mio lavoro nei workshop di Gancio. Col passare del tempo, frequentando con assiduit sia i workshop che le "Stanze di Dante" in scuole medie e superiori (intraprendevo il mio tirocinio universitario), ho

imparato quanto difficile ma stimolante possa essere questa esperienza. Mi sono avvicinata alla realt della scuola media Fontanesi grazie alle attivit del workshop estivo dello scorso anno; ho poi deciso di continuare la mia frequentazione del workshop anche durante il successivo anno scolastico. Il workshop offre possibilit di contatto con situazioni ed esigenze diverse tra loro: difficolt di apprendimento o di concentrazione, problematiche sociali, caratteriali, di interazione con i coetanei e non. Per me studentessa di Lingue, non competente in psicologia, la "sfida" di trovare un punto dincontro, una sintonia e una comprensione reciproca tra me e i ragazzi, devo ammettere, stata in alcuni casi e in alcuni momenti piuttosto difficoltosa. Sono convinta per che proprio dalle circostanze pi intricate si possano trarre le maggiori soddisfazioni; posso dire che ogni piccolo aiuto che io e le mie colleghe coordinatrici e volontarie siamo riuscite a fornire nelle attivit di apprendimento scolastico e di interazione ai ragazzi del gruppo sia da considerarsi un bel risultato. Quando si immersi nelle attivit di un workshop impegnativo (per il numero elevato di ragazzi che vi partecipano e per la variet delle personalit) come quello della scuola Fontanesi pu capitare che, presi dalle problematiche pi o meno concrete che esso produce, non si notino piccoli-grandi segnali di apprezzamento del lavoro svolto e di gratitudine da parte dei ragazzi (a me successo pi di una volta). Riflettendo per, ad esempio, sul maggiore interesse dimostrato "quella volta" nellimparare gli avverbi di modo in inglese oppure nel partecipare ai giochi in cortile, ho capito che ciascuna di queste piccole manifestazioni ha un preciso significato. alla luce di tutto questo che sento di poter definire il mio secondo anno di attivit presso Gancio Originale

come molto diverso sotto alcuni aspetti dal precedente, ma ugualmente interessante e stimolante. La mia esperienza di Ambra Pederzoli Salve, mi chiamo Ambra, ho 18 anni; questo il mio terzo ed ultimo anno. Mi hanno cortesemente chiesto di scrivere qualche riga per lannuario. Gancio? Il termine riflette bene lattivit: un vero arpione che ti prende e non ti lascia pi; quando sali sulla giostra diviene difficile scendere. Inizialmente si un po titubanti: scuola nuova, ragazzini adolescenti scalmanati e volontari di altre scuole che non conosci! Dopo due o tre incontri impari i nomi e le attivit ti coinvolgono sempre pi; inizi a conoscere le persone e a farti coinvolgere nella loro pazzia ed entusiasmo. E non riesci pi a staccarti. Un anno diventano due e poi tre e poi ti ritrovi alla fine. Ti sono passati davanti tanti ragazzi, tanti volontari, tanti coordinatori. Qualcuno si fermato, altri se ne sono andati e tu ti ritrovi pi ricco di prima. Qualcosa hai dato, qualcosa ti hanno dato e molto hai trattenuto. Ma dopo tre anni ora di cambiare, di fare nuove esperienze e di aiutare altre persone. facile essere un volontario di Gancio? No, aiuti persone che hanno difficolt, che sono "sotto alcuni aspetti" vulnerabili; un compito delicato, ma gratificante. Spesso si torna a casa con il mal di testa; poi ripensi ad un momento particolare capitato al workshop e ti torna il sorriso. Consiglio questa attivit alle persone un po egocentriche e snob: avranno cos la possibilit di conoscere nuove realt e nuove persone.

Colgo loccasione per salutare e ringraziare i ragazzi, i volontari e i coordinatori che hanno prestato il loro tempo e le loro energie. Mi raccomando volontari, iscrivetevi e continuate! C bisogno di tutti!

Il primo anno a Gancio di Denise Bucaria 4^L Frequento lIstituto Matilde di Canossa. Questo il primo anno che faccio il workshop con GANCIO ORIGINALE alla scuola media Fontanesi. Stare a contatto con questi ragazzini stato un po come rivivere il periodo in cui andavo alle medie, peraltro in questa stessa scuola. Cos come per magia, tutte le loro malinconie, i loro atteggiamenti stravaganti e incontenibili, mi hanno fatto ritornare alla mente quanto fossero stati strani per me quegli anni in cui alternavo momenti felici a momenti di vera e propria disperazione dati da situazioni tipicamente adolescenziali che vivevo in modo particolarmente istintivo. Di conseguenza, riflettendo su tali sensazioni, in questi mesi di work shop ho cercato di capire i comportamenti, certe volte insopportabili e anche un po maleducati, di certi ragazzi dimostrandomi comprensiva e sempre disponibile con loro. In particolare sono riuscita ad interagire con un ragazzo di nome Francesco e con una ragazza di nome Monia. Entrambi molto diversi ma bisognosi di tanta comprensione. Con Francesco, anche se allinizio non si impegnava costantemente, ho sempre cercato di valorizzare i momenti in cui si dimostrava attento, provando a soffermarmi pi sulle sue qualit che su i suoi difetti, come altri (ho dedotto dalle sue affermazioni) non avevano fatto nellambito scolastico. Cos sono riuscita ad entrare in relazione con lui, con il

minimo sforzo da parte mia, ottenendo, per fortuna, un po pi di suo impegno nelle ultime settimane. Invece Monia allinizio tendeva ad approfittarsene, cercando di convincermi a fare i compiti al suo posto. Ma quando ha visto che ero irremovibile e che cercavo di spiegarle le cose in ogni modo possibile pur di fargliele capire, le volte successive ha sempre voluto fare i compiti con me. Allinizio pensavo che sarebbe stato difficile entrare in relazione con i ragazzi e soprattutto far si che ti rispettassero in qualche modo, invece una volta in ballo, in un continuo gioco di feed back, tutto venuto da s, e anche se certe situazioni sembravano ingestibili con laiuto e la guida fondamentale della nostra referente, Monia, tutto andato per il verso giusto.

LA MIA "STORIA" DEL WORKSHOP Per me il workshop molto divertente perch si pu giocare con gli amici e puoi conoscere della gente nuova. A me piace andarci, infatti, quando sono assente mi pento di non esserci andata, perch io senza di loro non vivrei, ovviamente dopo la coca cola! Adesso vi spiego cosa facciamo al workshop della scuola Antonio Fontanesi. Andiamo due volte la settimana, il luned e il mercoled, facciamo due ore ogni volta: una di compiti e una di giochi. Io mi diverto pi a giocare, ma anche a fare i compiti, dipende dalla volontaria se scherzosa o meno. Io ho preso sempre delle volontarie che ridono e per questo che mi piace anche fare i compiti. Adesso che ho messo in mezzo le volontarie vorrei dire che sono molto simpatiche. Per dico solo una cosa, che il workshop bellissimo specialmente alla scuola Fontanesi. C., 12 anni

STATO BELLO stato bello fin quando durato, in tre anni son cresciuta e andarmene mi dispiaciuto! Mi mancheranno i bravissimi volontari e molto di pi gli amici I giorni, le ore, i minuti, i secondi son stati belli e mai pi li scorder! P., 13 anni

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA "A. S. AOSTA"

RINGRAZIAMENTI di Patrizia Montanari Prima di fare qualsiasi considerazione voglio ringraziare le persone che hanno partecipato insieme me allattivit e senza le quali niente sarebbe stato possibile. Devo un ringraziamento particolare a tutti i miei volontari del mercoled e del venerd: Il vostro aiuto e la vostra disponibilit sono stati per me e per i nostri ragazzi davvero preziosi. Un grazie speciale al prof. Rodomonti alias Gigi, nostro nuovo referente allinterno della scuola, che ha saputo, fin dallinizio, cogliere e valorizzare lo spirito di Gancio e che divenuto per me un costante punto di riferimento. Infine, vorrei ringraziare Isa Cucchi, una persona che: ho incontrato quando il cammino si era ormai concluso; ha colto immediatamente linvito di Gancio, adeguandosi a tempi limitati e ad unorganizzazione dellultimo minuto; ha messo a disposizione con grande generosit la sua voglia di fare e di trasmettere lamore e limpegno che il prendersi cura richiede grazie mille Isa!!

UN ANNO IMPORTANTE di Patrizia Montanari Questo il mio terzo anno alla scuola media A.S. Aosta, una scuola che conosco e alla quale sono molto legata perch la mia esperienza in Gancio iniziata proprio qui. Per il primo anno ho coordinato il workshop da sola e i momenti in cui avrei voluto avere al mio fianco Laura, mia compagna di avventura negli anni precedenti, non sono di certo mancati. Come lo scorso, anche questanno abbiamo deciso di formare due gruppi distinti in modo da dare la possibilit ad un maggior numero di ragazzi di partecipare al workshop. Il gruppo del mercoled stato composto da ragazzi delle prime e delle seconde mentre il gruppo del venerd da ragazzi delle seconde e delle terze. Per garantire continuit al percorso sono stati inseriti tutti i ragazzi degli anni precedenti che

ancora frequentavano lAosta e a loro sono state aggiunte alcune new entry. Inoltre, in corso dopera, cogliendo le proposte avanzate da Gigi, sono stati fatti nuovi inserimenti. La negoziazione delle regole e la gestione dei comportamenti, soprattutto per i ragazzi che avevano gi partecipato al workshop negli anni precedenti, non hanno costituito aspetti particolarmente problematici. Il lavoro si invece concentrato soprattutto sulla facilitazione delle relazioni con i coetanei e sulla promozione di un coinvolgimento nelle attivit proposte. In questo senso laiuto dei volontari e le relazioni che hanno saputo costruire con i singoli ragazzi durante le attivit scolastiche hanno costituito un importante riferimento e un ponte per la transizione alle attivit della seconda ora. La relazione che i volontari hanno creato con i ragazzi divenuta una cornice fondamentale allinterno della quale poter inserire e attribuire significato ai vissuti emotivi e alle esperienze condivise con il gruppo. Inoltre, soprattutto per il gruppo del mercoled, ha rivestito unimportanza fondamentale il clima positivo e le relazioni che si sono venute a creare fra i volontari. Se dovessi fare un bilancio dellanno sarebbe sicuramente positivo; non sono mancate alcune difficolt (senza le quali un workshop non un vero workshop), tuttavia lavorare con questi gruppi stato piacevole e ricco, un importante tassello per la crescita personale e professionale. La mia speranza che i ragazzi e i volontari abbiano ricevuto da me almeno una parte di ci che io ho ricevuto da loro e possano considerare questanno trascorso insieme come una bella esperienza da ricordare.

Il mio primo anno a Gancio di Anna Fornaciari ottobre e si inizia questa strana e difficile esperienza, difficile perch pensare di dover essere da esempio a qualcuno non uno scherzo! strano perch immaginarmi come maestrina fa molto ridere! Ma la situazione si rivelata ben diversa. Maestrina? Quando mai! pi il tempo che trascorri giocando e chiacchierando che quello che trascorri studiando! Studiare una parola grossa, diciamo meglio sfogliare qualche libro! Con i ragazzi instauri un rapporto di parit, con loro parli, ti confronti. Intraprendi un cammino, un viaggio che ti porta a scoprire qualcosa di te e appena ottieni questa consapevolezza ti accorgi che lanno gi finito. Siamo quasi a giugno e cos ti giri e vedi quanta strada hai percorso e quante cose hai capito. E cos sei cresciuto anche tu!!

Un pensierosu Gancio Di Roberto Sessa e Debora Summa Farag

grandi che ci hanno aiutato per tutto lanno. Abbiamo conosciuto Molti volontari speciali come Robby e Debora. M. B. e L. C.

Ciao! Siamo due volontari del workshop alla scuola media Aosta, ci siamo trovati molto bene qui a Gancio Originale perch abbiamo riscoperto il piacere di stare con gli altri. Questa esperienza ci ha fatto capire quanta fatica debbano fare i nostri professori perch, sinceramente, ci vuole molta pazienza ed impegno per riuscire al meglio in questa attivit che risulta dura come un lavoro. Pensiamo che per essere degli ottimi volontari bisogna essere presenti agli incontri, fare da educatori e cercare di instaurare un rapporto di fiducia e amicizia con i ragazzi che vengono a scuola per chiedere aiuto.

Fare i compiti con lAnna troppo bello, mi diverto un sacco, troppo simpa. N. I.

I RAGAZZI DI GANCIO Il giorno preferito della settimana? il venerd! Ci chiedete il perch?Perch possiamo fare i compiti con i volontari, soprattutto con Filippo e Vincenza che sono molto simpatici e disponibili. Quando siamo in difficolt loro sono in grado di aiutarci. Inoltre, abbiamo anche la possibilit di incontrare i nostri compagni fuori dalla classe e di arricchire il nostro rapporto con loro. N. D. e E. F.

Ciao! Siamo due ragazzi che frequentano il workshop pomeridiano allAmedeo Aosta e ci siamo trovati davvero bene, abbiamo studiato, giocato e scherzato insieme a ragazzi della nostra et e a ragazzi pi

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA "S. PERTINI"


Un workshop combattivo di Marcello Gozzi Il mio primo anno come coordinatore alla Scuola Media Pertini ha richiesto molto impegno e dispendio di energie. Dico questo perch il gruppo di ragazzini ha presentato particolari difficolt dal punto di vista relazionale e comportamentale e ci ha comportato molte negoziazioni da parte di tutti. Il workshop era formato da dieci ragazzini che frequentavano il luned e il venerd accompagnati, rispettivamente, da due differenti gruppi di volontari. Limportante obiettivo su cui stato necessario lavorare stato creare un clima di gruppo pi positivo e produttivo. A questo scopo, ho proposto numerose attivit e giochi di gruppo volti a favorire un coinvolgimento attivo da parte di ogni partecipante. Nel corso dellanno stato possibile osservare alcuni miglioramenti raggiunti grazie al forte apporto dato dai volontari e grazie allimpegno profuso dagli stessi bambini che hanno iniziato a comprendere come per stare bene insieme sia necessario lapporto di tutti quanti. Un ringraziamento sincero va certamente a tutti i volontari che hanno partecipato attivamente, donando il loro tempo e il loro contributo. Grazie a: Diletta, Gloria, Agnese, Samuele, Stefano, Valentina, Anna, Giulia, Silvia, Chiara, Immacolata, Isabella, Brunella, Ilaria, Daniela Maria, Giulia,

Salvatore, Matteo, Luca, Licia, Barbara, Federica, e Giulia. Ritengo anche importante ringraziare Francesca Caruso, referente della Scuola, per aver creduto fino in fondo nellattivit e per essere stata un punto di riferimento nel corso dellanno.

WORKSHOP PRESSO LISTITUTO COMPRENSIVO LIGABUE


Riflessioni di Francesca Tirelli

linsegnante Paola Regalino della Scuola Elementare Don Milani e linsegnante Francesca Cortese della Scuola Elementare S. G. Bosco. Un grazie particolare va poi al Preside dellistituto comprensivo Ligabue, il ProfeSsor Roberto Villa per averci accompagnato con grande disponibilit durante la progettazione del percorso.

Questo il secondo anno in cui seguo la supervisione delle attivit di Gancio Originale allinterno dellIstituto Comprensivo Ligabue composto dalle seguenti scuole: - Scuola Media C. A. Dalla Chiesa - Scuola Elementare Don Milani - Scuola Elementare S. G. Bosco Alla Scuola Media C. A. Dalla Chiesa il laboratorio ha dato risposta a una decina di ragazzini seguiti in situazione da altrettanti volontari e coordinati da Agnese Ferrari, collaboratice dellU.O di Psicologia Clinica dellAzienda USL di Reggio Emilia. Nella Scuola Elementare Don Milani il progetto ha dato risposta a nove bambini ed stato seguito da Monia Astrologi, tirocinante della psicologia Clinica insieme a 11 volontari. Nella Scuola Elementare S. G. Bosco dieci ragazzini sono stati seguiti dalla dott.ssa Carmela Nardone, psicologa, con il supporto di sei volontari provenienti dalle ultime classi di vari Istituti Superiori del territorio cittadino. Vorrei ringraziare i seguenti insegnanti referenti per la professionalit con cui hanno collaborato nel mio lavoro dietro le quinte: Professoressa Benassi della Scuola Media C. A. Dalla Chiesa

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA DALLA CHIESA


IL GANCIO VISTO DAI VOLONTARI La mia esperienza di Felice Scala Mi chiamo Felice e frequento la terza cucina dellIstituto Motti. Ebbene s, anche uno come me, assieme al mio amico Nello, stato capace di intraprendere la strada del volontariato, alla Scuola Media Dalla Chiesa, il mercoled pomeriggio. Io e Nello abbiamo soprattutto aiutato i ragazzi a cucinare alcune preparazioni di cucina tra le quali torte e pizze. Nello stare con i ragazzi, la cosa che mi ha colpito di pi senza dubbio la loro ricerca continua di ragazzi pi grandi disposti ad ascoltarli ed a trascorrere un po di tempo con loro e io sono molto contento di averlo fattoEra bellissimo vedere i ragazzini prendere in giro i ragazzini sulle loro love-story e queste reagire allo stesso modo. Il tutto finiva con un sorriso di entrambi. Questa stata la mia prima esperienza di volontariato e grazie ad essa, sono diventato sicuramente pi umile rispetto a prima e senzaltro la rifar lanno prossimo. Un grazie particolare ad Agnese, la coordinatrice che oltre ad essere brava con i ragazzi, mi ha sopportato per tutto lanno.. Un altro grazie alla mia prof. Di religione che mi ha consigliato di fare questa esperienza.

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE "DON MILANI"


Riflessioni di Monia Astrologi "Noo, dai mamma, ancora un po!? aspetta fuori!" "Torna dopo, che devo finire!" e "La prossima volta continuiamo, vero, ci torniamo in palestra???"""Dipingiamo ancora""Lo riporti il gioco?!, guai a te se non lo riporti!" Verso la fine delle due ore del workshop, quando iniziavano ad arrivare i genitori per prendere i bambini, queste erano le frasi di rito! Allora pensi, beh se un bimbo non vuole tornare a casa e preferisce rimanere qua dopo cinque ore di lezione, una brevissima pausa per pranzare in fretta e tornare nuovamente a scuola per altre due ore, allora il workshop deve essere un posto niente male! Un luogo accogliente, dove puoi trovare degli amici con cui scherzare, ridere, giocare e delle volontarie "fantastiche e bellissime" (parola di bimbo!) che ti aiutano a fare i compiti e ti coccolano quando ne hai bisogno. E devo dire che il gruppo delle volontarie stato veramente stupendo. Avete saputo coniugare la dolcezza con la fermezza, siete state pazienti anche nei momenti in cui non era facile esserlo, avete strappato sorrisi dopo un broncio,cosa pu volere di pi un coordinatore! Grazie di cuore a Elena Camorali, Alice Delbue, Annalisa Ielli, Alessandra Morgese, Erica Francia, Catty Kaddis, Gabriella Aruono, Giulia Zoppi, Sara Fontanelli, Giulia Olivi, Maria Chiara Tirelli.

Ci tengo a ringraziare anche linsegnante referente, Paola Regalino, per la sua disponibilit nel promuovere il progetto allinterno della scuola.

WORKSHOP SCUOLA ELEMENTARE SAN GIOVANNI BOSCO

erano molto timidi, ma pian piano hanno cominciato e a divertirsi insieme a noi. Giusi Villirilla

La parola ai volontari: Volontariatouna nuova esperienzaperch no?! Questo quello che ho pensato quando dei ragazzi sono venuti allo Spalla per cercare qualcuno che andasse a fare il volontario allassociazione del Gancio. Ammetto di averci pensato un po nellaccettare o meno, a causa dello studio e delle altre mie attivit, ma sapendo che avrebbero avuto bisogno solo due ore alla settimana, ho deciso di aderire. Devo dire che come esperienza stata, oltre ce bella , anche molto divertente! Anche nella giornate in cui erano inizialmente un po stanchi (facendo il gioco del meteo noi dicevamo sempre: nuvolo sole tra le nuvole), alla fine si andava lo stesso a casa, soddisfatti e contenti di quello che si era fatto.! Ma lo si era ancora di pi quando, qualche volta, si riusciva a tenere calmi le solite pesti Giuro, non potr mai dimenticare le nostre piccole pestidiverse volte bisognava ricattarli per farli stare calmi.. Molto simpatici erano i momenti in cui bisognava fare i compiti, perch in quei momenti ci si sentiva veramente considerati come degli adulti, maestre, insomma. E le attivit erano altrettanto divertenti stato bello aiutare i bimbi a creare piccole opere darte!! La cosa che mi ha colpito di pi stato vedere il grande cambiamento che hanno fatto alcuni bimbi: inizialmente

WORKSHOP PRESSO LISTITUTO COMPRENSIVO "G. GALILEI" SCUOLA MEDIA DI MASSENZATICO


Riflessioni di Francesca Tirelli Questo il secondo anno in cui seguo la supervisione delle attivit di Gancio Originale all'interno dell'Istituto Comprensivo "G. Galilei" composto dalle seguenti scuole: - Scuola Media "G. Galilei"; - Scuola Elementare di Gavassa; - Scuola" elementare di Massenzatico; Alla Scuola Media "G. Galilei" il laboratorio stato introdotto per la prima volta nel corso dell'anno scolastico passato ed stato necessario pi tempo per far conoscere il progetto, per dargli la giusta visibilit all'interno del corpo docenti e per motivare adeguatamente i ragazzi alla frequenza. Nella Scuola Elementare di Gavassa il progetto ha dato risposta a dodici bambini. Nella Scuola Media di Massenzatico ho seguito direttamente l'attivit nella prima parte dell'anno, insieme a Francesca Tirabassi, tirocinante della Psicologia Clinica, e poi subentrato Enea Mammi, altro tirocinante della Psicologia Clinica, nella veste di coordinatore. Durante l'attivit sono stati seguiti sette ragazzini in disagio scolastico. I tre volontari (ragazzi di quarta e quinta degli Istituti Superiori di Reggio Emilia) che si sono occupati dei ragazzini li hanno stimolati e aiutati nello svolgimento delle attivit scolastiche e nelle materie nelle quali i ragazzi riscontravano

maggiori difficolt. Inoltre sono state proposte ai ragazzi diverse attivit creative, tra le quali la realizzazione di cartelloni con le fotografie dei ragazzi e la realizzazione di angioletti realizzati per le feste natalizie... inoltre sono stati proposti ai ragazzi numerosi giochi di gruppo. I ragazzi hanno seguito con costanza e impegno l'attivit, dimostrando motivazione sia rispetto alla necessit di recuperare alcuni apprendimenti che rispetto al coinvolgimento nelle attivit creative seguite con interesse e curiosit. Vorrei esprimere un ringraziamento particolare agli insegnanti referenti del progetto per la disponibilit con cui hanno seguito il progetto di Gancio Un grazie quindi a: Insegnante Maria Cristina Borghi, coordinatrice di plesso, Professoressa Trentini, referente della Scuola Media G. Galilei, Insegnante referente della Scuola Elementare di Gavassa, Insegnante, referente della Scuola Elementare di Massenzatico, Professor Cangiano, referente del progetto, Professoressa Peduzzi e Professor Zurli che hanno seguito con estrema disponibilit lorganizzazione del Gancio nel corso dellanno scolastico, presso la Scuola Media di Massenzatico. Un ringraziamento particolare al Preside dellIstituto Comprensivo G.Galilei, il Professor

WORKSHOP PRESSO LISTITUTO COMPRENSIVO "G. GALILEI" SCUOLA MEDIA DI MASSENZATICO


(Gruppo del Venerd) di Enea Mammi Ho iniziato a marzo di questanno il tirocinio post lauream in psicologia allAUSL e sono stato da subito inserito allinterno del progetto Gancio Originale, in qualit di co-coordinatore del workshop alla scuola media Galilei di Massenzatico. La filosofia che sottende al progetto Gancio mi ha trovato subito entusiasta certo, prima di iniziare le insicurezze sono state molte come potr aiutare questi ragazzi? come potr aiutare i volontari ad aiutarli? come propormi? mi accetteranno? come gestire lo spazio-tempo del workshop? e molti altri dubbi ancora, che mi hanno accompagnato allinizio di questo viaggio nel Gancio, e che onestamente non mi hanno ancora del tutto abbandonato Sicuramente stato bello vedere i volontari responsabilizzarsi di fronte al ragazzo pi piccolo che non ne vuole sapere di fare i compiti, o che non ci salta fuori con la matematica stato bello vederli seduti uno di fronte allaltro, in mezzo un banco di scuola vissuto in ogni suo centimetro, ed alla cattedra nessuna maestra! Come se da parte dei volontari ci fosse un continuo mettere alla prova il proprio senso dellautorit, il proprio concetto del dovere, del divertimento, senza alcuna delega precostituita, giusto per far funzionar le cose ed ecco allora le frasi del tipo se non finisci i compiti poi non si

gioca!, allinsegna della filosofia del prima il dovere poi il piacere!, che al giorno doggi credo cominci a far cilecca. E stato bello anche vedere gli occhi dei pi piccoli cercare le approvazioni dei pi grandi-ma-non-troppo volontari, sentirli raccontarsi nelle loro piccole-grandi avventure quotidiane vederli affrontare i loro confronti, a parole, parolacce e perch no, anche con le mani ma senza mai (fortunatamente) farsi male Tutto ci accade allinterno dello spazio del workshop, uno spazio per convivere, condividere, aiutare e farsi aiutare, per esplorare nuove relazioni, o per mettere alla prova relazioni gi sperimentate, uno spazio in cui specchiarsi, in cui specchiare, o pi semplicemente uno spazio per giocarsi.

WORKSHOP PRESSO LISTITUTO COMPRENSIVO "G. GALILEI" SCUOLA ELEMENTARE DI MASSENZATICO


Anno nuovo, Gancio nuovo! di Elena Cipelli La scuola elementare di Massenzatico ha aperto questanno le porte a Gancio. Gli insegnanti mi hanno accolto con calore, laffluenza dei bambini stata altissima ed il gruppo partito numeroso. Abbiamo condiviso gli spazi con i ragazzi del Gancio della scuola media e questo stata unesperienza molto stimolante. I due gruppi a volte si incontravano, per fare merenda, per festeggiare date importanti, per giocare nel prato di fianco alla scuola. Per i bambini venire a Gancio significava incontrare i compagni di tutti i giorni in una nuova scuola, le medie, che rappresenta per loro il diventare grandi Per le volontarie stato anche ripercorrere un po della loro adolescenza, nellidea di avere qualcosa da raccontare e da insegnare ai bambini. Tra pianti e risate lanno volato e quando stato il momento di salutarsi, durante la festa finale al Moro, ultimo compito mie e delle volontarie stato quello di ricordare ai bimbi i giochi fatti assieme, i lavoretti fatti a mano e la volont di continuare il Gancio il prossimo anno. E alloraarrivederci al prossimo anno!

ISTITUTO COMPRENSIVO "G. GALILEI" WORKSHOP PRESSO LA SCUOLA ELEMENTARE DI GAVASSA


Un anno da raccontare! di Elena Cipelli

Anche questanno stato possibile continuare lesperienza di Gancio Originale alla scuola elementare di Gavassa, con immensa gioia dei bambini.

Il gruppo si allargato: sono arrivate due nuove volontarie (che abitano vicino alla scuola) e si aggiunta una nuova bambina. Il gruppo cresciuto, ma non solo di numero: a Ottobre si respirava una nuova consapevolezzail Gancio a Gavassa stava maturando: i bambini dellanno precedente sapevano gi che cosa si poteva fare e lo dimostravano orgogliosi ai nuovi arrivati. Per le volontarie non stata solo lesperienza di stare con i bambini, di condividere con loro due ore settimanali ma anche un salto nel passato, nella loro vecchia scuola, di quando erano loro bambine, che giocavano nel cortile e che ridevano e sbuffavano sui banchi di scuola.

Per gli insegnanti, che considerano il Gancio parte integrante delle attivit scolastiche, un momento di confronto con me e le volontarie, di possibilit di vedere i bambini in veste nuova, impegnati scrupolosamente negli atelier ed anche di dare una possibilit ai bimbi di esprimersi e di stare insieme. Purtroppo a met anno hanno obbligato la scuola a svuotare la mansarda, che rappresentava per tutti noi la borsa di Mary Poppins dalla quale attingere per creare, con tanti materiali di scarto, oggetti unici ed indimenticabilima non ci siamo arresi e abbiamo continuato a fare i nostri giochi, ad inventarne di nuovi. A fine anno la buona notiziala mansarda della scuola torner a funzionare come un tempo: ci sar la stanza dellatelier e la stanza della musica e del cinema. Cominceremo il nuovo anno scolastico con tante aspettative: per primo, ri-creare uno spazio tutto per i bambini dove non ci saranno i banchi che impediscono di stare vicini, ma spazi dove ci sar pi libert di esprimersi con nuove attivit e nuovi modi di fare gruppo.

agli altri. E stata unesperienza positiva e spero di riuscire a rifarla. WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA "DON PASQUINO BORGHI" DI RIVALTA Januka Sivakunanathan Ciao a tutti! Mi chiamo Januka e frequento il terzo anno allistituto tecnico commerciale Scaruffi. Questanno ho scelto di fare Gancio Originale come attivit extra scolastica perch ero sicura di riuscire a conoscere molte persone ma anche riuscire ad aiutarne altre con la mia conoscenza. Devo dire che stata una bellissima esperienza, perch aiutando i ragazzi nei loro compiti, riuscivo a relazionare con loro grazie anche alle mie capacit, ma oltre a questo, mi sono divertita molto nelle varie attivit organizzate dal Gancio Originale come, per esempio, Strolgancio, dove tutti i volontari imparavano a fare qualcosa di nuovo, divertendosi. Spero di riuscire a fare questesperienza anche lanno prossimo, nel mentre vi saluto.

Il Gancio raccontato dai volontari

Chantal Questa stata la mia prima esperienza al Gancio. Ho fatto volontariato alle medie di Rivalta e mi sono divertita moltissimo. Gli argomenti da spiegare ai ragazzi delle medie spesso erano difficili, soprattutto perch al venerd (quando ci andavo io) avevano materie come geografia o geometria, che non sono il mio forte, ma con laiuto degli altri volontari, siamo comunque riusciti, o almeno spero, a fargli imparare qualcosa. Personalmente mi sono dovuta ricredere con i ragazzi. Mi avevano raccontato di ragazzi che non stavano seduti, urlavano e dicevano parolacce, invece quelli con cui ho lavorato io non erano cos. Cera chi si concentrava di pi e chi meno, ma alla fine siamo sempre riusciti a fare qualcosa. Lora ricreativa, in cui si facevano diverse attivit tutti insieme, la cosa che mi piaciuta di pi. Abbiamo fatto tante attivit manuali e mangiato i pop corn (con una grande scoperta, da parte di una ragazza che non sapeva che i pop corn nascono riscaldando i chicchi di mais) ed stato anche un modo per conoscersi meglio e per svagarsi dopo unintensa attivit cerebrale. Ho conosciuto tanta gente ed ho imparato cose nuove (ripassando argomenti ormai posti nel dimenticatoio), divertendomi aiutando

Federica, Morena, Ottavia, Annina Ciao a tutti siamo Federica, Morena, Ottavia e Annina, 4 ragazze che facciamo parte del Gancio. Questanno abbiamo lavorato alla scuola media di Rivalta che dirvi, come tutti i numerosi ragazzi che hanno partecipato ai progetti del Gancio, possiamo sicuramente dire che unesperienza bellissima, che ci avvicina ai bambini confrontandoci con la realt, che aiuta a formarci e a crescere. Abbiamo trascorso momenti molto divertenti aiutandoli a studiare: per noi stato come ritornare ai tempi delle scuole medie, a volte ci siamo trovate anche in difficolt a causa della nostra memoria corta riguardo a certi argomenti, ma nonostante tutto ce la siamo cavata! Tra noi volontari ci siamo trovati molto bene, abbiamo collaborato insieme condividendo gioie e dolori nella buona e cattiva sorte e per sempre saremo unite nel Gancio! UNO PER TUTTI, TUTTI NEL GANCIO!

Ti controller i compiti che Tu devi fa Bobom bobom Appena avrai finito di studia Andremo di l a gioca Bobom bobom

Il Gancio della Felicit!! Se sei triste e ti manca Lallegria e nel cuore Senti la malinconia Vieni con noi ti porteremo Al Gancio della Felicit Bobom bobom Sbatti i quaderni Muovi le penne Dammi il tuo diario Vola di qua e vola di l

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA "M. E. LEPIDO"


-GRUPPO DEL MARTED Un anno insieme di Francesca Mancin e Patrizia Montanari Il nostro primo anno alla scuola media Emilio Lepido stato ricco e movimentato sotto molti punti di vista. Abbiamo selezionato due gruppi distinti per accogliere le richieste della scuola. Si sono cos costituiti il gruppo del marted, coordinato da entrambe, e quello del venerd, coordinato da Francesca. La quasi totalit dei ragazzi del marted aveva gi partecipato a Gancio lanno precedente, di conseguenza hanno dovuto fare i conti con un nuovo stile di coordinamento. Abbiamo incontrato alcune difficolt nella gestione delle dinamiche di gruppo e delle manifestazioni comportamentali. Questo ha richiesto una costante negoziazione dei ruoli, degli atteggiamenti e delle regole soprattutto nella prima parte dellanno. Il sostegno e il confronto tra noi coordinatrici ha permesso una progettualit comune nel lavoro con i ragazzi. Inoltre col sostegno dei volontari e la possibilit di utilizzare la palestra si osservato un miglioramento generale delle dinamiche di gruppo e delle modalit di relazione con gli adulti di riferimento. Ha rivestito unestrema importanza la costante supervisione e collaborazione della referente interna alla scuola Prof.ssa Emanuela Bertani. Ringraziamo inoltre la Dirigente Scolastica

Prof.ssa Bonicelli e il personale ATA per aver sostenuto le attivit di Gancio.

- GRUPPO DEL VENERD LEPIDOWORKIAMOCI CON GANCIO di Francesca Mancin Anno 2005 2006 coordino per la prima volta il Work Shop presso la Scuola Media Emilio Lepido. Il mio gruppo formato da 10 ragazzini della scuola e da 12 volontari provenienti da: Scaruffi, Liceo Moro, Chierici, Filippo Re, Secchi, un gruppo davvero molto numeroso. Lidea iniziale quella di sviluppare attraverso varie attivit: giochi, atelier creativo e altro, unidentit di gruppo. Inoltre vorrei trasmettere la convinzione che, il Work Shop un prodotto comune a tutti i partecipanti,che si regge sul contributo di tutti e dei quali io sono un solo elemento anche se con il ruolo di coordinatrice. A tal fine abbiamo pensato di

iniziare i pomeriggi disponendo le sedie in cerchio, ogni partecipante pu raccontare qualcosa di s, delle proprie giornate. Dopo questa prima fase i volontari e i ragazzini si devono disporre in un rapporto 1:1 nelle stanze a nostra disposizione per fare i compiti. Finita la prima ora, tutti torniamo insieme per strutturare lattivit di tipo ludico. Questa era, e sottolineo era, unottima strategia dal punto di vista teorico. La realt stata unaltra cosa! Una sconvolgente esperienza di modellamento reciproco e di continue negoziazioni: nelle relazioni, nei tempi, nella struttura e nelle attivit. Mi preme sottolineare che i volontari sono stati unici e indispensabili per il buon andamento dellattivit: sono stati costanti, duri e affettuosi a seconda delle necessit. Questo mi ha permesso di fidarmi sempre pi di loro. Inoltre lo scambio continuo di esperienze e demozioni positive e negative hanno migliorato la comprensione e conoscenza reciproca. I volontari hanno mostrato di essere responsabili sia nei confronti dei bambini che non hanno mai perso di vista, sia nei confronti della struttura partecipando costantemente e con responsabilit agli incontri,infatti hanno sempre avvertito quando non potevano presenziarvi permettendo a chi coordinava di organizzarsi. Anche i bambini sono stati straordinari: a volte dolci, disponibili altre volte invece turbolenti, ribelli, ma con la voglia di esserci. La soddisfazione maggiore proprio questa: vedere che volontari e bambini ci sono sempre stati, con le loro manifestazioni daffetto e interesse. Sperando che questa esperienza comune ci abbia arricchito mando un grosso: ciaoo cia a tutti da Fre: una coordinatrice un po originale...

La parola ai volontari: PRIMA ESPERIENZA di Philomena Ameyao Ciao!! Mi chiamo Ameyao Philomena. Vengo dal Ghana e frequento il terzo anno allo Scaruffi. Questa stata la mia prima esperienza come volontaria di Gancio. Penso che sia una soddisfazione da condividere con tutti quanti, perch hai la possibilit di fare nuove amicizie, di conoscere altre opinioni, di confrontarti e inoltre, aiutando gli altri, puoi imparare a crescere insieme. Ogni venerd andare a Gancioe incontrare queste ragazzine che mi venivano incontro fiduciose mi procurava soddisfazione e allegria. Aiutare i ragazzi a fare i compiti e a fare delle attivit insieme era divertente e allo stesso modo imparavo qualcosa io stessa. Quando sono venuta in Italia quattro anni fa, io stessa ho incontrato persone che mi hanno aiutato (e mi aiutano tuttora) ad inserirmi e a conoscere la lingua italiana. Ora sono contenta e orgogliosa di aver avuto loccasione di impegnarmi per aiutare chi in difficolt. Sono certa che continuer ad aiutare gli altri. Consiglio a tutti di provare questa esperienza perch suscita delle incredibili sensazioni ed emozioni.

Unesperienza magnifica Luca Danieli Sono rimasto stupito! Il Gancio unesperienza veramente magnifica. Avevo incominciato lattivit con la convinzione, e forse anche la presunzione, di pensare che solo i volontari potessero veramente regalare qualcosa ai ragazzi che aiutano. Ben presto, per, mi sono accorto che ogni settimana, quando arriva il venerd (il mio gruppo di lavoro era il venerd) ero felice di rincontrare i ragazzi del gancio perch lattivit mi piaceva. Inizialmente ero titubante, ma ora sono pronto a ricominciare lanno prossimo. stato divertente anche tornare alle medie, pensando a ci che sono state per me e dare dei consigli ai ragazzi che, ormai, sono miei amici.

Il Gancio da dentro di Talita Valli Gancio. Si presentata cos, con una semplice parola, questa nuova sfida che diventata unavventura in questo anno scolastico 2005-2006. Una consueta mattinata nella nostra scuola, una bidella che porta lannuncio per una riunione di Gancio Originale che vedr impegnate le classi per due ore nella giornata di venerd, nessuno ancora sa di che cosa si tratta, ma si sollevano esclamazioni compiaciute per la convinzione che questo vuol dire perdere due ore!!!!. Tutto iniziato in questo modo.

Non come negli inizi delle vicende epiche pi conosciute del mondo Nel mezzo del cammin di nostra vita. Narrami, o Musa, delleroe dalle mille forme, del suo vagare Canto le armi e leroe che per primo, profugo o come linizio di molte fiabe Cera una volta ma come progetto di bivaccamento e perdita di tempo. Il giorno dellincontro per conoscemmo delle persone che avevano uno scopo pi interessante, intrigante e produttivo, di quel che pensavamo noi, uno scopo al quale avevano dedicato parte della loro vita, e che cercavano di coinvolgerci insieme a molti altri a far parte di quel nuovo mondo. Capimmo finalmente cosa nascondeva la parola Gancio. Un nuovo mondo. Un nuovo modo di rapportarsi con gli altri. Unesperienza sociale che arricchiva noi e gli altri. Un esempio di volontariato. Una realt nuova, per mezzo della quale ci veniva data loccasione di rapportarci, confrontarci, e perch no, anche sfidarci. Quelli interessati diedero il loro consenso e rilasciarono i propri dati alla coordinatrice, e qualche tempo dopo furono invitati ad un altro incontro, quello conclusivo, quello che spiegava nel dettaglio la funzionalit di questo laboratorio. Ricordo che quelle due ore avrei dovuto avere filosofiaera un martedma non sapevo che in quel giorno avrei cambiato la mia vita. Ragazze poco pi grandi di noi ci dissero chiaramente che non era facile, che ci si sarebbe dovuti rapportare con dei ragazzini delle elementari o delle medie, alcuni con dei problemi di comprensione, altri con disturbi differenti, altri ancora semplici ragazzini vivaci, e che questo era un impegno serio, quasi come un lavoro (non retribuito, essendo volontariato), e che bisognava essere pazienti, avere costanza, Ci dissero che erano davvero necessarie nuove adesioni, ma che prevedevano anche un buon livello di maturazione nei

nostri confronti. Ricordo che pensai che io non ero paziente, che ero lunatica, abbastanza insofferente, non molto pazientema sentendo parlare quelle persone che anni addietro si erano trovate nella nostra stessa posizione, in grado e con la fortuna di poter scegliere di essere di aiuto o no,mi accorsi che erano soddisfatte di questa nuova esperienza, di questa sfida, di aver avuto una grande soddisfazione, avevano detto di si. Anche per loro il discorso era stato lo stesso: una attivit difficile che era inserita nel contesto di psicologia, che dava soddisfazioni, ma a volte delusionie anche loro dissero a noi una cosa, quella che forse aveva spinto loro stesse a mettersi in giocolopportunit di aiutare, di essere di aiuto per qualcuno, di contare qualcosa. Forse fu proprio questo che mi spinse ad accettare definitivamente e a mettere una firma nelle adesioni. Scherzando adesso con la Francesca, la responsabile del workshop del venerd alla Marco Emilio Lepido, diciamo che ho firmato la mia condanna! E che a lei dovrebbero dare un premio speciale, un encomio per la pazienza!! Ma si scherza! bello essere entrati nel gruppo, sentirsi parte di un qualcosa che pu comprendere solo chi dona una parte di se a qualcun altro, ricevendo in cambio laffetto e lallegria che si viene a creare con la presenza di tutti! Come mi era stato annunciato allinizio non stato semplice. Ci sono stati momenti in cui avrei davvero voluto mollare, ma non lho mai fatto, non tanto per un senso di responsabilit, di dovere, o per paura di perdere la mia sfida personale, ma per il fatto che pensavo a come starei stata senza di loro, senza quei ragazzi che ho imparato a conoscere e apprezzare. Mi sarei sentita davvero bene?! Loro mi avevano conosciuto come una nuova volontaria pronta ad aiutarli, e pian piano, nel corso dellanno in cui gli

avevo visti crescere e maturare, ero diventata per loro quasi unamica. Non potevo mollare solo per qualche difficolt. Erano e sono tuttora ragazzi fantastici, buoni e generosi, che si fanno voler bene, e sono vivaci come tutti i ragazzi. Se a volte non ci si capisce e si litiga quasi, ci si sta male, perch anche se sei arrabbiato o abbattuto per i fatti tuoi, non aprirti con loro un po come voltare le spalle al tuo migliore amico. Il gruppo diventato unito, come una societ segreta, una grande ciurma sempre pronta per una nuova avventura, dove non mancano i momenti di allegria e divertimento, ma dove esistono anche i litigi e le sgridate. stato anche molto istruttivocredevo di andare per aiutare i ragazzi nelle loro difficolt di studio, ma non credevo di arrivare a dire che gli devo molto Spesso ero triste, di cattivo umore (non vi spaventate ma un cancro, ascendente cancro, cuspide con linfluenza del leone MOLTO insopportabile a volte!!!) e loro potevano arrivare a credere che era colpa loro, ma non lhanno mai fatto. Poche volte hanno chiesto spiegazioni sul malumore che in certe occasioni era anche generalizzato, ma con la loro bont e la loro voglia di imparare e di essere aiutati ti aiutavano a proseguire il cammino intrapreso.. Questi ragazzi sono come la formula magica per guarire dal malumore. Stando con loro ti dimentichi dei problemi, ti concentri sul loro fantastico mondo, e torni a quando eri anche tu alle medie, e ti rendi conto che presto saranno grandi, e vorresti essere l per vederli, perch ormai a loro tieni troppo! Non vedo lora che sia il prossimo anno per rivederli, per vedere come sono cresciuti, per vedere se sono maturati, cambiati, Sono ragazzi in gamba, ai quali mi sono affezionata tanto, e ai quali devo parte della mia ulteriore maturazione. Grazie a loro sono entrata a far parte di

un mondo che fino ad allora non conoscevo, e che non vorrei mai lasciare. Grazie a loro i venerd pomeriggio sono meno lunghi e pi divertenti. Grazie a loro credospero di essere migliorata sia a livello sociale che caratterialmente. Li ringrazio per questo! Anche se un po inconsueto farlo alla fine mi presento Volontaria Valli Talita, 3G, Liceo darte G. Chierici, primo anno al Gancio. Studentessameglio persona, arricchita di una nuova esperienza, ultracontenta dellanno passato col gruppo, che non vede lora che sia lanno prossimo per tornarci, che deve ringraziare gli altri volontari, la Francesca, e i ragazzi della loro pazienza nei miei momenti di crisi e non, e che per questanno saluta tutti con un grosso bacio e un Grazie speciale per questa opportunit che mi stata data. Ciao a tutti!!! Vi voglio bene!!!!!!!!!!!!!!

Workshop Lepido Venerd bambino di seconda media 2 D: Il Gancio mi piace perch mi diverto e faccio i compiti con i volontari. Mi piacerebbe venire anche lultimo anno anche perch facciamo attivit molto divertenti.

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE C BIANCA


Relazione conclusiva dellattivit del primo anno del workshop di C Bianca di Linda Marchi Nellanno scolastico appena concluso il progetto di Gancio Originale ha ampliato la sua attivit aprendo un nuovo workshop nella Scuola Elementare C Bianca di Reggio Emilia funzionante il Mercoled pomeriggio dalle ore 15.15 alle ore 17.15. Hanno usufruito del nuovo servizio offerto undici bambini di et compresa tra i sette e i dieci anni provenienti da tre diverse classi (seconda, terza e quarta classe) di due differenti sezioni (A e B). La maggioranza dei bambini era di nazionalit italiana anche se non sono mancati gli studenti di nazionalit extracomunitaria provenienti dal Congo, Tunisia, Egitto e Marocco. Il gruppo del workshop era inoltre composto da undici volontari provenienti dalle Scuole Superiori cittadine vale a dire dal Liceo Moro (Michele, Caterina e Patrizia), dal Bus Pascal (Eleonora), dallIstituto Magistrale Matilde di Canossa (Luisa e Martina ), dallIstituto Filippo Re (Vittoria e Valeria), dallIstituto Galvani (Atika) e dallIstituto Motti (Bennis). La giornata tipo del workshop di C Bianca iniziava alle 15.15 con un momento di condivisione in cerchio con bambini e volontari su quanto successo la settimana precedente e con la elencazione delle attivit della giornata stessa.

Successivamente, lavorando a coppie o in piccoli gruppi, si svolgevano i compiti dei bambini aiutandoli nellapprendimento e accompagnandoli in un percorso di rafforzamento delle proprie potenzialit e della propria autostima; percorso che continuava con modalit differenti durante la seconda ora, ma con i medesimi fini; a tale scopo le attivit programmate sono state di tipo atelieristico - creativo o attivit ludico - sportive in palestra e in giardino nella bella stagione. La partecipazione dei bambini sempre stata molto buona e diversi sono stati gli oggetti prodotti nella seconda ora come animali fatti con la pasta di sale, braccialetti con materiale di riciclo, tovagliette decorate, collage, ritratti con le tempere, cartelloni tematici (gioia, amicizia, presentazione di se stessi eccetera). Lapprendimento del rispetto delle regole e il rafforzamento della coesione del gruppo sono stati gli obiettivi che hanno ispirato le attivit ludico sportive come la caccia al tesoro, giochi con la palla e giochi di squadra. Il workshop presentava inizialmente forti difficolt nella gestione del gruppo visto che molti bambini faticavano a contenere la propria voglia di giocare e di sfogarsi dopo le ore scolastiche della mattinata e a gestire le emozioni personali e a relazionarsi con laltro, compagno o adulto. Dopo un periodo di assestamento per i bambini hanno trovato nel workshop e nei bravissimi volontari un punto di riferimento, un appuntamento sicuro dove lavorare sui compiti e divertirsi. Gi dopo i primi mesi si potuto apprezzare un sensibile miglioramento nel comportamento di tutti i bambini e si visto formarsi il gruppo. Il rapporto con la Scuola stato costante e proficuo. Le aule messe a disposizione dalla Scuola per il progetto sono state tre pi la palestra: due erano destinate allo svolgimento dei compiti e una era attrezzata per lattivit atelieristico creativa. Infine

molto importante stato lo scambio dinformazioni con gli insegnanti dei singoli bambini collegamento effettuato con tre incontri concordati con la Scuola durante il corso dellanno.

La mia esperienza di Francesca Mancin La mia esperienza allinterno della scuola elementare Ca Bianca nata in modo del tutto casuale. Avevo un pomeriggio libero alla settimana e Linda, la coordinatrice di questo workshop, aveva appena iniziato la sua attivit e stava cercando un aiuto. Gestire un gruppo copioso di bambini delle elementari un po agitati (per usare un eufemismo), non stato una cosa da poco. I bambini avevano estrema voglia di giocare, ma anche di attenzioni e di comprensione. Nel periodo che sono stata con loro levoluzione delle dinamiche di gruppo stata notevole, alla fine del percorso si riusciva anche a farli riunire in cerchio e parlare senza dover urlare, oltre a poter strutturare delle attivit, cosa non semplice allinizio del lavoro a C Bianca. I bambini hanno dimostrato un elevato interesse per i lavori atelieristici, riuscendo a realizzare lavoretti anche molto carini. Poter lavorare accanto a bimbi delle elementari con difficolt o problemi familiari mi ha arricchito professionalmente e personalmente.

Ringrazio tutti i miei bambini che mi hanno fatto impazzire e disperare per tutto lanno ma che sono anche riusciti, con piccoli gesti, a farsi voler tanto bene. Un grazie speciale a Francy e Marcello senza i quali sarebbe stato per me impossibile svolgere con lo stesso entusiasmo e con gli stessi risultati lattivit. Grazie anche ai nostri volontari che, nonostante la fatica e limpegno richiesto, ci hanno accompagnato durante tutto lanno. Grazie anche ad Anna, psicologa tirocinante, che ha percorso un tratto di strada insieme a noi. Infine, ringrazio Paola e Grazia, insegnanti referenti del progetto, per aver creduto fino in fondo a quanto cercavamo di ottenere e per averci offerto continuo aiuto e disponibilit.

La mia prima volta a Gancio di Anna Greco Gancio Originaleche dire? Mi hanno proposto di farlo eho accettato, mi ha agganciato!!!

Ho svolto la mia attivit di volontariato presso la scuola elementare C Bianca. Mi sono inserita nel gruppo a met marzo, ad attivit gi avviata, allinizio ci mi ha fatto sentire un po spaesata, insicura, non sapevo cosa mi avrebbe aspettato e se sarei stata in grado di soddisfare le aspettative che i bambini avrebbero riposto in me. stata unesperienza interessante, il tempo trascorso insieme stato un tempo per conoscersi, studiare, divertirsi, imparare cose nuove, sperimentarsi.

Il mio anno a C Bianca di Luisa Varchetta Frequento lIstituto Matilde di Canossa e ho cominciato a fare volontariato con Gancio solo da quest'anno, dico "solo" perch mi dispiace di aver conosciuto quest'associazione di volontariato solamente da pochi mesi e non prima.. forse perch credo seriamente che l'innocenza, la sincerit, e la dolcezza che ti trasmettono i bambini pochi altri riescono a trasmetterla. Noi ragazzi che stiamo crescendo ci affacciamo in un mondo dove l'onest non sempre presente, e tutto ci che fa pensare e che riguarda valori e sentimenti, viene come "ricoperto"dalla vanit e dalla futilit... Vorrei raccontare un episodio, accaduto alcuni mesi fa,che mi ha fatto sorridere, ma anche riflettere tanto: Un pomeriggio stavo aiutando una bambina a fare dei compiti di italiano. Quando a un certo punto lei ed un'altra hanno cominciato a provocarsi e a litigare: (i nomi sono chiaramente modificati) MARIA:"uffa, maestra, Francesca non mi vuole lasciare stare, mi fa i dispetti..."

(i bambini i primi mesi ci chiamavano maestri,ho spiegato che eravamo semplicemente "amici volontari" che li aiutavano a fare i compiti e dovevano chiamarci per nome, ma forse gli era un po difficile...) IO: "dai bimbe, fate a modo, chiedetevi scusa.." FRANCESCA:"io a lei non le chiedo scusa!" MARIA:"neanche io!" Non c'era verso di farle fare pace; poi ho provato a colpirle dicendogli che se avessero fatto pace si sarebbero sentite meglio, e giocando si sarebbero divertite molto di pi perch si sarebbero sentite in pace con loro stesse.. ma la risposta per entrambe fu un categorico "NO!!" Quando ad un certo punto una delle due. Con una tenerezza incredibile mi ha detto: Ma maestra, io mi vergogno di chiederle di fare pace.." "Ma dai, almeno provaci.. - le ho detto -vedrai che dopo starai meglio" "Davvero, sei sicura?" "Si" alla fine le due bambine hanno fatto pace; lo so che pu sembrare un episodio insignificante, ma chi tra noi grandi ammette di avere vergogna? chi pi attualmente si lascia trasportare dalla semplicit? Certo non sono mancati i momenti difficili, ma io credo che la cosa pi bella che i bambini ti possano trasmettere il loro tenero sorriso e sinceramente amichevole, che ti fa dimenticare di tutte le cose inutili del mondo degli adulti, che purtroppo ci circondano continuamente.

ALTRE ESPERIENZE DI VOLONTARIATO

SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO


La nostra avventura I Volontari del Servizio Civile Il 1 di Settembre 2005 iniziata lavventura del Servizio Civile Volontario. I componenti sono stati quattro: Gozzi Marcello, Mancin Francesca, Marchi Linda e Montanari Patrizia. Ad insaputa delle donne dellAusl stato reclutato anche il Brad Pitt dei poveri ovvero Marcello Gozzi, tutte i santi giorni si specchiava bel bello su tutte le superfici riflettenti dicendosi Moh quanto son bello. Tra un rispecchiamento e laltro veniva utilizzato per innumerevoli attivit quali volontariato singolo, Workshop suoi ed altrui, corsi di formazione, strolganci, attivit di facchinaggio e dulcis in fundo interviste televisive. Patrizia (Zia Papera), con le sue numerose particolarit dava a tutti i componenti del gruppo grande stabilit. Sempre pronta con i suoi consigli a dare sostegno e aiuto. stata la nostra stella polare e ci ha indicato la via nei momenti pi bui dellanno di servizio. LAmica Linda (Sirenetta Ariel) , lAmica dei giorni pi lieti, sempre elegante, disponibile e presente conduceva il Workshop in maniera sorprendente. Giocando con i bambini anche quelli pi birichini, raccoglieva i fiori da tutti i giardini (a primavera). Infine, ma non per importanza, il miticissimo cinghialino Pumba (Francesca). Acuna matata il suo motto era e la giornata di tutti risplendeva, bastava guardarla e sul viso un grosso sorriso nasceva

Infine settembre arriver e le nostre strade separer; quel che certo, noi lo sappiamo, un bel ricordo nel cuore portiamo; unesperienza gioiosa e completa vissuta labbiamo in maniera discreta; non solo il passato in comune teniamo ma un futuro splendentesperiamo! p.s. Brad era sotto leffetto di sostanze nel momento in cui ha conpartecipato alla scrittura del presente testo, si scusa con tutti i lettori.

Al termine di questa esperienza vogliamo ringraziare alcune persone che hanno contribuito a renderla unica e indimenticabile. Mariella, la nostra mitica OLP, per averci sostenuto e incoraggiato durante tutto il cammino con affetto ed entusiasmo. Susanna, insieme alla quale abbiamo costruito nel tempo un rapporto intenso e autentico, ed diventata cos un importante punto di riferimento.

Deliana, per la sua presenza costante e ironica con la quale ci ha sempre accompagnato, per i buonissimi dolcetti ma soprattutto per i saggi consigli offerti in ogni momento.

Anno 2005 -2006: Eccomi alla resa dei conti. di Francesca Mancin Ciao a tutti sono Francesca Mancin, e mi piace presentarmi come una componente dei Fantastici 4 o meglio ancora il DArtagnan dei Tre Moschettieri e vi spiego subito il perch. Faccio parte del progetto di Gancio Originale in veste di Volontaria del Servizio Civile insieme ad altri tre ragazzi che sono Linda, Marcello, Patrizia che chiamer Patty per non correre il rischio di farla arrabbiare. Ops, scusate, faccio un attimo un passo indietro. Dimenticavo di dirvi come ho fatto a conoscere Gancio e il suo progetto. Ero in crisi perch dovevo preparare la tesi di laurea in psicologia e sono sempre stata interessata allet dello sviluppo soprattutto nel periodo adolescenziale; non sapendo cosa fare, ho cominciato a chiedere consigli ovunque finch vengo a conoscenza di Gancio. Qui trovo persone estremamente disponibili che mi accolgono e reclutano come volontaria alla scuola Galileo Galilei dove inizio a conoscere meglio lattivit di Gancio che fornisce gli argomenti per la mia tesi. Nel frattempo esce il bando per il Servizio Civile e per fortuna non me lo sono fatta scappare, perch avrei perso qualcosa di veramente importante.

Eccoci arrivati al punto di partenza, l01.09.05 quando ho preso servizio. Inizialmente ero preoccupata perch fare la volontaria ben diverso dallessere attivi protagonisti di un progetto: non conoscevo nessuno e non mi ero mai cimentata in presentazioni, propagande, coordinamento di gruppi, colloqui con gli insegnati, rapporti con scuola e genitori. Mille dubbi e paure mi hanno assalito, svaniti per grazie ad una stretta, anzi strettissima collaborazione con gli altri moschettieri. Ciascuno diverso, ognuno con le proprie particolarit (pregi e difetti), fissazioni, ma pieni di disponibilit. Ci siamo sempre confrontati, a volte anche scontrati, ma questo ha favorito la crescita e la maturazione. Uno dei nostri il carismatico AramisPatty, che con la sua saggezza pronta a regalare a tutti un bellissimo sorriso, poi il moschettiere Atos, alias Linda pronta sempre ad accogliere chiunque e infine ma non dimportanza c Portos il bello e tenebroso del gruppo (naturalmente e unicamente Marcello). Tra noi si sviluppato oltre ad un rapporto di lavoro una vera amicizia, quella sana, quella che ti sostiene nei momenti di sconforto. Oltre a questa sintonia tra volontari, si aggiunge una grande carica dataci da coloro che hanno fatto andare avanti la baracca: i nostri capi. Fin dal primo giorno hanno creduto nelle nostre capacit, ci hanno dato fiducia e lasciati liberi di confrontarci e di sperimentare. Invito tutti coloro che hanno voglia, tempo e interesse a conoscerci, a proporsi daiutare perch tutto torna indietro come un boomerang, come il mio, che ritornato carico di belle e indimenticabili sorprese. Un Kiss con Affetto Fre

GANCIO E LINTERCULTURA
Ad Aprile arrivata tra di noi una nuova volontaria proveniente da Amburgo: Christina. Ci ha accompagnato nelle nostre attivit di Workshop, volontariato singolo e attivit varie mostrando sempre un sorriso e tanto entusiasmo.

Oltre ad aver dimostrato un forte apprezzamento per la cucina italiana e per la nostra cultura, ha pi volte sottolineato limportanza, la peculiarit e la creativit del Progetto di Gancio. Ci ha promesso che torner presto a trovarci..

Reggio Emilia, 16/06/06

La Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica Dott.ssa Deliana Bertani OGGETTO: ATTESTATO DI FREQUENZA Si attesta che nel periodo compreso fra il 10/04/06 e il 23/06/06 Christina Owusu Frimpong, beneficiaria del Programma Leonardo da Vinci nellambito del progetto PEDAL - Formazione per educatori specializzati, animatori, socio-pedagogisti e operatori sociali tedeschi in Italia, ha svolto attivit di volontariato allinterno del progetto Gancio Originale dellAzienda USL di Reggio Emilia. In particolare, ha partecipato a: Workshop pomeridiani nelle scuole elementari e medie (C Bianca, Marconi, Aosta, Pertini); - Laboratori linguistici pomeridiani per minori immigrati nelle scuole medie e superiori (Stanze di Dante: Fermi, Ipsia Lombardini); - Laboratori itineranti di Gancio Originale (Strolgancio: scuola elementare di Montecavolo, Gabella); - Attivit di volontariato singolo per il sostegno scolastico di un minore con disabilit (aiuto nella preparazione allesame di terza media con particolare riferimento alla lingua inglese). La volontaria si relazionata positivamente con gli operatori e con i coordinatori delle attivit alle quali ha partecipato attivamente mostrando competenze sotto il profilo umano e professionale. Inoltre, ha costruito buone relazioni con i volontari e con i bambini nei diversi contesti.

LA CITT EDUCATIVA
Centro Pomeridiano di Rivalta (realizzato in collaborazione tra: Comune di Reggio Emilia, Comitato per una comunit educante, Gancio Originale, Istituto Comprensivo Don P.Borghi, UDC Citt Educativa, Progetto Nomadi)

Il bilancio di questanno dott.ssa Chiara Bertozzi Anche questanno per il 5 anno consecutivo stato attivato il Centro Pomeridiano presso la scuola elementare di Rivalta, grazie alle forze congiunte del Comune di Reggio Emilia, La citt educativa, lIstituto Comprensivo Don Borghi, Gancio Originale, il Comitato per una Comunit Educante, lIstituto Superiore Iodi, una proposta educativa con lintento di creare spazi e momenti di incontro, di conoscenza reciproca, di socializzazione e integrazione attraverso attivit varie: dal sostegno nei compiti, al laboratorio manuale, a giochi di gruppo, al canto. Due educatrici di Citt Educativa, insieme a 9 volontarie di Gancio Originale e 10 volontarie del Comitato per una Comunit Educante hanno gestito per due pomeriggi alla settimana lintervento che ha coinvolto 18 bambini, di cui 3 della Comunit sinta di via Strozzi. Questanno abbiamo integrato il lavoro di sostegno nei compiti con una serie di attivit di laboratorio e di gioco mirate allo sviluppo della capacit di ascolto di s e dellaltro, utilizzando la propria voce, il proprio corpo e gli strumenti musicali realizzati con materiale di

recupero. Accanto al lavoro con i bambini, come di consueto, abbiamo dedicato tempo ad incontri di riflessione sul senso educativo del volontariato, di confronto sulle motivazioni che hanno spinto ogni volontaria a partecipare al progetto, sulle paure e difficolt incontrate e sulle soddisfazioni ricevute. Questanno, come ogni anno, la presenza delle volontarie, in affiancamento alle educatrici, risultata essenziale e molto preziosa, in quanto ha permesso di accogliere pi bambini, di seguirli in modo individuale nei compiti, e di dar loro la possibilit di sperimentare relazioni educative con persone di et diverse. La maggior parte delle ragazze ha mantenuto limpegno settimanale in modo serio, costante e responsabile, costruendo relazioni significative con i bambini e le educatrici, e mettendosi in gioco in prima persona. Le ringraziamo per questa partecipazione positiva, seria e matura.

Parola ai volontari: DENISE PIPPERIS 1. il primo giorno al Centro pomeridiano ero ansiosa perch non sapevo cosa mi aspettasse e come comportarmi e gestire le situazioni che di l a poco mi si sarebbero presentate davanti. Comunque sia ho avuto una bella accoglienza e in poco tempo ho assunto sempre pi sicurezza e mi sono trovata sempre pi a mio agio nel gruppo. 2. rispetto allorganizzazione delle attivit e alle regole stabilite mi sono trovata perfettamente daccordo e penso che abbiano contribuito a

creare un ottimo lavoro di gruppo e a stabilire una condizione di rispetto reciproco fondamentale per la buona riuscita delle attivit. 3. mi auguro e credo di essermi comportata bene e quindi di essere stata desempio per i bambini, ma soprattutto penso che loro stessi siano stati desempio per me. Grazie a loro ho sentito il dovere di essere il pi responsabile ed affidabile possibile per poterli aiutare e seguire meglio sia nellaiuto nei compiti sia nelle altre attivit di svago. 4. con me vorrei portare lintera esperienza, sia nei momenti divertenti, sia in quelli pi difficili, in particolare il rapporto che si creato con i bambini, le altre volontarie ed educatrici. Di me vorrei che rimanesse limpegno e il piacere con cui ho svolto lattivit di volontariato, spero di essere stata di grande aiuto e di aver contribuito alla buona riuscita del progetto. 5. racconterei di quanto per me sia stata positiva e costruttiva questa esperienza e suggerirei di prenderla come una cosa da fare se sentita dentro, se c veramente la volont di aiutare, imparare e condividere insieme ai bambini e agli altri membri del gruppo. ERICA MACKENZIE

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(fondamentale per la durata di tutto il corso) stato fantastico! ogni tipo di lavoro che stato svolto secondo me stato organizzato correttamente e portato a buon fine. Io personalmente mi sono divertita e a mio parere anche i bambini e le educatrici. penso di s. Ma mi sono accorta che anche i bambini sono stati desempio per me. Osservare i loro comportamenti durante lora e mezzo di pausa e di gioco mi servito e ho imparato ad accorgermi delle piccole cose che mi circondano. mi dispiace molto di lasciare sia i bambini che le educatrici. Ma vorrei che non sia solo da parte mia: vorrei che il prossimo anno scolastico (dico cos perch sicuramente lo rifar) tutti si ricordino delle belle esperienze che abbiamo condiviso insieme. Penso di essere cresciuta e maturata parecchio durante questa esperienza. di essere se stessi e di cercare di instaurare un buon rapporto con le persone che ti stanno attorno. Bisogna divertirsi al 100 % e per fare ci, secondo me, necessario essere costanti nel proprio impegno; in questo modo anche i bambini lo capiscono e ci si diverte molto di pi.

GIOVANNA FAVA 1. ero veramente molto preoccupata, anzi, avevo perfino paura volevo fare una bella figura davanti ai bambini, ma anche alle educatrici. Ma , fortunatamente, mi sono trovata benissimo con tutti quanti. Quando sono tornata a casa mi sentivo bene ed ero molto soddisfatta del lavoro che era stato svolto. Insomma il primo impatto 1. il primo giorno ero tranquilla, ma disorientata, perch normale, un posto nuovo, attivit nuove e persone nuove. Comunque stato divertente. 2. per me lorganizzazione delle attivit e le regole non sono state nessun problema. Qualche volta

non riuscivo a venire,ma per le regole per me non c stato nessun problema. 3. una piccolezza, ma a me rimasta impressa. Ero con la Miri e stavamo scrivendo alla lavagna e notavo che lei cercava di copiare il mio 4 e allora mi sono messa l e glielo ho insegnato. 4. dellesperienza con me rimarranno i bimbi e la loro semplicit, di me sinceramente non lo so. 5. gli suggerirei,comunque, di essere paziente e di ascoltare.

capire come si diventa da grandi (atteggiamenti); alle educatrici la voglia e limpegno che ci abbiamo messo. 5. di sicuro racconterei la mia esperienza e poi gli suggerirei di divertirsi perch una cosa che non si ripete tutti i giorni, con le stesse persone.

FRANCESCA LEROSE 1. il primo giorno ero molto agitata perch era un luogo nuovo, e perch non avevo mai fatto unesperienza del genere e di conseguenza non sapevo come comportarmi. I bambini sono molto di compagnia, socievoli dove ti mettono subito a tuo agio, la stessa cosa vale per le educatrici, sanno stare molto bene con la gente. Le volontarie erano ragazze che gi conoscevo e quindi penso di non aver avuto molta difficolt a rapportarmi con loro. 2. lorganizzazione delle attivit fondamentale per suddividere il pomeriggio, fondamentale per i bambini; le regole sono molto importanti perch i bambini sanno come comportarsi, cosa fare e cosa no. 3. penso di non essere un cattivo esempio per i bambini, i bambini sono molto attenti nel guardare e imitare il comportamento di noi ragazzi. 4. con me porterei il ricordo di questa avventura, tutti i piccoli momenti trascorsi e ai bambini lascerei di me il modo di comportarsi per far

ISTITUTO PROFESSIONALE SIMONINI


La mia esperienza presso il Simonini di Francesca Mancin In qualit di volontaria del Servizio Civile Volontario mi stato proposto, dallo staff di Gancio, di affiancare Daniela da qualche anno impegnata come volontaria allistituto Simonini. La mia attivit consisteva nel seguire 4 ragazzi affetti da differenti sindromi, ogni venerd mattina dalle 10.30 alle 12.30. Ho accettato con piacere questa proposta; mi sembrata una bella opportunit per potermi relazionare con gruppi diversi da quelli composti da adolescenti e bambini quali quelli dei Work Shop. Ho iniziato gli incontri con i ragazzi diversamente abili ad ottobre ed ho proseguito fino a giugno. I principali laboratori realizzati sono stati di tipo atelieristico, come quello del decoupage, ma in alcuni casi sono stati i ragazzi stessi, anche a seconda del loro umore, a decidere cosa fare. Alcune mattine le abbiamo trascorse a leggere, altre a disegnare, altre ancora a giocare, soprattutto a calcio. Questi incontri sono stati importanti, prima di tutto per me, perch sono stati loccasione per conoscere ragazzi speciali, con caratteristiche proprie ben riconoscibili. Allinterno del gruppo, infatti, cera lo scontroso, il dolce, lartista, lindividualista, ecc. La cosa, per, che pi mi ha colpita che mentre allinizio i ragazzi mi guardavano con un po di sospetto e diffidenza, alla fine del percorso mi aspettavano, mi cercavano e quando mancavo me ne chiedevano il motivo. Ringrazio tutti per lopportunit offertami!

Simonini: le novit dellanno scolastico 2005 / 2006 di Daniela Castellotti Per il terzo anno consecutivo ho portato a termine la mia attivit di volontaria allIstituto di Simonini con i ragazzi diversamente abili, insieme a Francesca, volontaria tirocinante di Gancio Originale e Roberta, dipendente della scuola. Pur essendo ormai inserita in questa esperienza, mi sento ora di definirla pi completa per alcune novit, che hanno dato un valido apporto alla stessa, caratterizzandola sotto un nuovo profilo. Innanzitutto lintensificarsi dei rapporti di collaborazione sul piano lavorativo con gli operatori dei vari laboratori, ci ha consentito di trasformare il nostro spazio creativo da microcosmo, a parte sempre pi integrante di questo importante progetto di sostegno e supporto ai ragazzi con disturbi cognitivi. Questo progressivo percorso di apertura stato possibile soprattutto grazie allintroduzione di un Progetto di Educazione Ambientale, coadiuvato da due figure professionali esterne, che ha coinvolto, oltre al nostro laboratorio, gli ateliers Serra, Bricolage, e Falegnameria. Tale Progetto oltre allo scopo di formare una coscienza rispettosa dellambiente nei ragazzi, ha accomunato volontari e operatori nel raggiungimento di un obiettivo, quale risultato finale, consistente nella preparazione di un erbario. Latelierista della Serra si prestata per accompagnare gli allievi in brevi escursioni in alcuni parchi pubblici per raccogliere campioni di fiori e piante; linsegnante di Bricolage ha contribuito con la preparazione di fogli di carta riciclata, sui quali incollare poi il materiale; a noi spettato il compito di rielaborare il tutto per concretizzare

lerbario. Questa esperienza, oltre ad essere stata di grande rilevanza ed entusiasmante per i ragazzi, anche per aver loro fornito spunti educativi di osservazione e confronto della natura, nellalternarsi delle stagioni, ha offerto a noi adulti uno scopo, per entrare maggiormente in contatto e conseguentemente di approfondire la loro conoscenza. A mio avviso ci stato utile per accrescere in loro un senso di continuit, che li ha resi pi sicuri di se stessi, pi a loro agio nellambiente frequentato, ponendoli nella condizione di esprimere al meglio le proprie capacit.

CENTRO BUSETTI
Lattivit di psicomotricit al centro Busetti di Mara Rossi e Cecilia Cigarini

Queste occasioni hanno avuto modo di esprimersi anche nel gruppo pi allargato di operatori e utenti ad esempio nei momenti di merenda pomeridiana. In questi anni siamo stati fortunati perch i volontari che hanno collaborato con noi hanno arricchito notevolmente lesperienza dellattivit psicomotoria, lasciandoci sempre un ottimo ricordo e un po di nostalgia al termine degli incontri.

Qui al centro Busetti, in particolare per quanto riguarda lattivit psicomotoria, beneficiamo del supporto dei volontari aderenti al progetto di Gancio originale da alcuni anni ed diventato per noi un indispensabile contributo al progetto di lavoro. Il nostro progetto di lavoro coinvolge un gruppo di persone adulte che presentano modalit comportamentali e relazionali molto diverse fra loro ma che sono accomunate dallinteresse per le proposte motorie, sensoriali e di coinvolgimento caratterizzate dal divertimento, dal rispetto dei tempi e degli spazi di ognuno e dalla sincera partecipazione. La presenza dei volontari particolarmente preziosa per laiuto concreto alla conduzione dellincontro ma soprattutto per la nota di novit che ciascuno di loro porta al gruppo, per le risorse relazionali che vengono messe in gioco e che spesso riescono a sbloccare alcune situazioni molto difficili (alcune persone vengono in palestra solo se ci sono le volontarie, oppure si attivano rispetto alle proposte spinte dal clima che si viene a creare grazie alla loro presenza, una volontaria brasiliana ci ha permesso di comunicare pi efficacemente con una utente dello stesso paese lattitudine al ballo di una di loro ha favorito un maggior coinvolgimento di unaltra utente).

GANCIO E LA SUA RETE

FREE STUDENT BOX Processi creativi e salute psichica nei workshop e in Free Student Box
di Leonardo Angelini I presupposti in base ai quali un artista crea unopera darte sono pi o meno questi: c unoccasione che proviene dal mondo interno o esterno che suscita una emozione, un sentimento che lartista sente di dovere trasformare in qualcosa di bello (noi psicologi chiamiamo questo processo spinta alla sublimazione); ci spinge lartista a compiere un tuffo dentro se stesso per trovare in fondo al proprio cuore i motivi, l accumulati in base allesperienza personale precedente, che a quella emozione, a quel sentimento sono legati: questo il momento della ispirazione; quei motivi poi, in base alle propensioni personali alluso di questa o quella modalit espressiva, sono messe in parola, diventano in disegno, un quadro, una scultura, un passo di danza, etc. : questo il momento della elaborazione; ed infine lopera arte viene presentata al pubblico nella speranza che possa suscitare fra i fruitori gli stessi sentimenti e la stesse emozioni provate dallartista, lo stesso amore per il bello che ha condotto lui alla sublimazione. Questo processo, apparentemente facile da innescare e da portare avanti in tutte le sue fasi fino al compimento dellopera darte, in effetti presenta ad

ogni passaggio tutta una serie di inciampi di rischi, che diventano enormi se a cimentarsi nellopera darte non un artista ma un comune mortale, come tutti noi. Intanto loccasione pu non essere colta oppure dare adito non ad una spinta alla sublimazione, ma a momenti di ansia che di angoscia che ci opprimono e ci fanno star male, oppure ancora a compiere dei gesti, delle azioni pi o meno suffragate dalla riflessivit. Poi, durante quel processo di immersione dentro noi stessi che chiamiamo ispirazione, possiamo incontrare parti di noi che non vogliamo o non possiamo vedere e ci innesca spesso dei processi di censura che mandano a monte il progetto compositivo; Durante lelaborazione lartista, e noi comuni mortali pi di lui, possiamo avere la sensazione di non avere degli strumenti di elaborazione validi. Possiamo sentire che le parole, i gesti, i segni che ci vengono su sono troppo banali o troppo poco leggibili; Ed infine, anche di fronte al prodotto finito, insorgono problemi di autostima: posso presentare questo mio lavoro al mio pubblico? esso degno di essere presentato? Non che faccio una brutta figura? Avete gi compreso, penso, che per noi comuni mortali superare venire capo di questi problemi molto pi difficile che per gli artisti che hanno pi confidenza di noi degli aspri sentieri della creazione. Ma se alla fine tutti questi inciampi e questi rischi sono superati ecco che il prodotto e, soprattutto, tutto il lavoro svolto per compierlo hanno suscitato dentro lartista, m anche dentro di noi un processo abreatorio, cio liberatorio,

che figlio della sublimazione di quelle emozioni e di quei sentimenti che hanno suscitato la spinta a creare. Ebbene giusto, io penso, che siamo consapevoli che quando noi in Gancio Originale, in Strolgancio, in Free Student Box (FSB) ci proponiamo di scrivere o di far venire la voglia di scrivere una poesia, di pitturare o di far venire la voglia di pitturare etc. ect. ci immettiamo in questo grande alveo della creazione e della sublimazione che sono in stretti legami di parentela con la cura psicologica. Infatti che cos la cura psy se non un uso migliore di s? E quale uso migliore di s possibile fare se non esprimere e trasformare in opera darte, in prodotto creativo tutti gli impulsi che ci vengono dalle mille e mille occasioni che senza la sublimazione e la creazione, ingenererebbero in noi ansia e angoscia, agire irriflessivo, dolore, sofferenza, etc.? Nel prossimo anno scolastico proporremo con i peer di FSB in ogni scuola convenzionata la sperimentazione di almeno una o due modalit espressive e creative a tutti gli altri studenti perch, come gi avviene in Gancio e Strolgancio, pensiamo che per questa strada sia possibile indurre in tutti una maggiore propensione a esprimersi creativamente che, come abbiamo cercato di dimostrare con questo scritto, una delle orme pi alte e pi efficaci del prendersi cura di s, della propria psiche, del proprio corpo.

Relazione di fine anno di Leonardo Angelini Responsabile del Free Student Box

Nellanno scolastico 2005\2006 lo sportello di counselling psicologico Free Student Box stato aperto in 8 scuole medie superiori nella citt di Reggio Emilia: 1. Tricolore; 2. Bus; 3. Levi /Scaruffi; 4. Moro; 5. Zanelli ; 6. Ipsia Lombardini; 7.Filippo Re, che sono diventate 10 con lapertura dei due sportelli di Castelnovo Monti: il liceo Cattaneo e il Motti. Poich nel 2003\04 gli sportelli aperti erano stati due e lanno scorso eravamo arrivati a 5 sportelli la prima cosa che ci preme sottolineare di fronte a questo trend che molto difficilmente nel prossimo anno scolastico saremo in procedere con questo ritmo. In questultimo anno, oltre che procedere con speditezza nel difficile lavoro di impianto di FSB nelle nuove scuole, abbiamo cercato di migliorare lofferta di counselling psicologico cercando di far tesoro dellesperienza passata. Il modello attuale - che nel suo assetto clinico e metodologico rimane abbastanza coerente con il modello che avevamo immaginato, prima di partire, nellautunno del 2003 pur tuttavia si andato affinando, di modo che oggi Free Student Box uno sportello di counselling psicologico che si apre in ogni scuola convenzionata, rivolto ai giovani, ai genitori ed ai professori che ne facciano richiesta. Sportello che, sul piano operativo, si avvale di una molteplicit di contributi:

a. degli studenti peer counsellor reperiti nelle scuole, generalmente a partire dalla precedente attivit da loro svolta in Gancio Originale; b. di uno o pi professori referenti in ogni scuola; c. di 5 giovani psicologi neospecializzati o specializzandi; d. degli psicologi psicoterapeuti dellOPEN G dellAUSL; e. del dott. Leonardo Angelini, psicologo psicoterapeuta, gi supervisore e responsabile della formazione di Gancio Originale, nonch, fino al dic. 2003 responsabile dellOpen G; f. di Cyc Promotion, una struttura di web editing condotta anchessa da giovani tecnici; g. di 2 antropologi in grado di fornirci aiuto per quanto riguarda il tema dellinterculturalit emergente in molte scuole reggiane a. gli studenti peer counsellor svolgono: - attivit di promozione di FSB nel loro istituto; - attivit di filtro e di invio dei casi che, in base allopera di promozione, giungono a loro direttamente; - di individuazione delle problematiche gruppali di natura psicologica sulle quali sia possibile mettere in piedi setting di intervento gruppale in classe o, in ogni caso, di gruppo; b. i professori referenti individuati in ogni scuola sono: i referenti ed i mediatori istituzionali che rappresentano FSB di fronte alle autorit scolastiche e alle famiglie; svolgono anchessi attivit di filtro e di invio; c. i giovani psicologi neospecializzati o specializzandi in psicoterapia sono coloro: - che aiutano i peer counsellor nellopera di promozione di FSB; - che conducono lattivit di sportello per i casi lievi, quella di intervento in classe o in gruppo rispetto ai temi

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individuati insieme ai peer counsellor; - le attivit di filtro: 1. agli psicologi dellOPEN G per i casi di pi gravi - 2. al dott. Angelini per le urgenze i casi complessi 3. agli altri gangli della rete socio-sanitaria (al back office socio sanitario) per i casi che dovessero averne bisogno; gli psicologi dellOPEN G dellAUSL, come si diceva sopra, sono disponibili a dare risposte sul piano psicoterapeutico: - ai casi pi gravi; a quei casi che, in ogni caso, non possibile trattare nella attivit di front office dello sportello di FSB (ad es. a quelle attivit che richiedono il massimo della tutela sotto il profilo della privacy); il dott. Leonardo Angelini: - svolge attivit di pronto intervento per i casi urgenti e complessi; - di formazione nei confronti degli studenti peer counsellor; - di supervisione ai giovani psicologi; - di consulenza, formazione e supervisione ai professori e alle scuole convenzionate sui problemi psicologici; - di programmazione e di supervisione delle attivit del sito web; - di risposta tramite mail, con successivo invio ai servizi dei casi che non sia stato possibile risolvere telematicamente; - ed infine di promozione del modello presso le altre scuole medie superiori. Cyc Promotion compone la veste grafica del sito, ne cura la promozione e gli aggiornamenti, invia le news che riportano alle novit presenti nel sito stesso. I due antropologi partecipano al lavoro di sportello, ci aiutano nel lavoro di individuazione e di formazione dei peer immigrati di seconda generazione e nella individuazione di modalit di approccio alle problematiche interculturali adatte allet evolutiva.

Lassetto clinico e metodologico Logica induttiva: Coerentemente con la tradizione di Gancio Originale e del Consultorio Giovani reggiano il

nostro un progetto basato su una logica induttiva, in base alla quale le ipotesi iniziali sono perennemente messe in crisi e rifondate in base allesperienza. La metafora che ci venuta in mente allorch abbiamo pensato a questa modalit fondativa del nostro lavoro quella di una barca che viene messa in mare con uno scafo basato su vecchi modelli (nel nostro caso: Gancio Originale e Consultorio Giovani OPEN G), che per viene via via modificato e complicato mano a mano che lesperienza e soprattutto la riflessione sullesperienza ce lo suggeriscono. Ci particolarmente rilevante, a nostro avviso, nel caso di FSB perch gli elementi di novit, gli imprevisti, le eccezioni presenti nella nostra esperienza quotidiana sono cos rilevanti che un atteggiamento deduttivo, lungi dal permetterci di coglierne la portata e il senso, ci avrebbe condotto a mettere in piedi un modello che, per quanto ricco e complesso, sarebbe ben presto apparso rigido malgr soi. E quelle sollecitazioni che vengono dallesperienza allinterno di una logica deduttiva, lungi dal diventare il sale e il lievito del cambiamento e dellaffinamento del progetto, nel migliore dei casi avrebbero sollevato fastidio, nel peggiore non sarebbero state neanche rilevate. Si tratta quindi di un assetto sperimentale, che non si concreziona mai in una procedura standard, ma che si articola in un insieme di metodi di lavoro sottoposti quotidianamente alla prova di realt e ridefiniti in base alle emergenze che provengono dalle diverse scuole. Infatti, dagli input che ci provengono dal dialogo con i presidi, con i professori referenti, con i peer counsellor, e soprattutto con coloro che si rivolgono a noi (singoli studenti, genitori, gruppi), apparso subito chiaro che le varie scuole medie superiori che in questi anni si sono convenzionate con noi hanno diverse tipologie di studenti, diverse tradizioni, diversi livelli di autorappresentazione,

che producono domande di cura che vanno soppesate attentamente in itinere e che richiedono a noi tecnici una capacit di attenzione e di lettura e di intervento puntuali e capaci di veicolare una continua opera di adattamento del progetto ai vari contesti. In questo modo, ad es., abbiamo appreso: - che prevedere una molteplicit di punti di accesso alla richiesta di counselling d parte dei suoi possibili fruitori (telefonino dei peer e dei giovani psicologi counsellor, segnalazione dei proff, e-mail, registro, etc.) li garantisce maggiormente sul piano delle loro esigenza di mantenimento dellanonimato; - che passare da un solo proff referente ad una pluralit di proff che svolgono questa funzione pu essere, in certe circostanze, un fatto che aiuta (e in altre no); - etc. Front office e back office: Si tratta, in secondo luogo, di un lavoro di front office svolto da pari e da giovani psicologi, dietro al quale c: - il back office storico dei servizi psicologici tradizionali (Consultorio Giovani, Servizio di Psicologia Clinica); - lesperienza e le risorse di Gancio Originale; - gli altri servizi dellAUSL e delle altre istituzioni cittadine e provinciali che hanno a che fare, o possono avere a che fare con i giovani e le loro famiglie. Ci implica un continuo lavoro di ridefinizione e di allargamento della rete del back office e, cosa pi rilevante, linnesco di un processo di cambiamento in ciascuno dei comparti con cui si entra in rapporto. Adolescenza come risorsa: Si tratta quindi riassuntivamente, sul piano teorico, delladattamento a questo nuovo ambito di intervento di tutto lapparato concettuale che fa da substrato a queste due per noi storiche esperienze: - quella di Gancio Originale che potremmo ricondurre in poche parole alla tematica dellaccompagnamento in et evolutiva; - quella dellOPEN G che altrettanto sinteticamente potremmo far partire dalla

visone delladolescenza come risorsa. Sul piano metodologico di un approccio che si basa, da una parte, sulluso flessibile di ogni nodo delle reti formative e sociosanitarie disponibili in termini di complementarit; dallaltra sullassunzione ed il mantenimento nel tempo di un atteggiamento sperimentale, volto ad individuare e correggere in itinere ogni singola parte dellimpianto operativo. Accompagnamento: Si tratta infine di un uso nuovo di risorse giovani e meno giovani gi tutte sperimentate in precedenti e limitrofe esperienze di accompagnamento: lattivit nei workshop e nelle Stanze di Dante di Gancio Originale; quella nellOPEN G; quella nei tirocini post lauream e di specializzazione: il che pone tutti gli attori presenti sulla scena di FSB o immanenti in essa su di un piano di competenza e di conoscenza sempre relativa e perfettibile, su un piano di disponibilit a far rete sempre attenta ai nuovi gangli che in essa appaiono. Ad es., come vedremo meglio fra un po, lemergere di una domanda di riorientamento da parte dei giovani ha fatto emergere questanno lesigenza di un aggiornamento su questo tema.

1. A livello della composizione dellequipe il passaggio da 5 a 10 scuole convenzionate ha portato il numero dei giovani psicologi coinvolti nel progetto da 3 a 5; mentre la riflessione fatta alla fine dellanno scorso sullemergenza in molte scuole del tema dellinterculturalit ha condotto allacquisizione allinterno dellequipe di 2 antropologi. Ci ha comportato lesigenza di passare da un incontro di supervisione ogni 15 gg ad una cadenza settimanale in cui, per di pi, lo spazio per la supervisione era limitato dalle sempre pi impellenti necessit di carattere tecnico e organizzativo (si tenga presente che lultima convenzione quella col Don Z. Jodi avvenuta in febbraio). Ne discende la necessit per il prossimo anno di mettere a punto con maggiore rigore di quanto stato fatto questanno il problema della giustapposizione fra esigenze tecnico-organizzative e supervisione. 2. Riguardo al tema dellinterculturalit larrivo dei due antropologi non ha sedimentato per ora, se non in minima parte, una pratica diretta sul caso da parte loro, ma ha contribuito in maniera rimarchevole a far crescere il gruppo su vari piani: - approfondimento delle tematiche inerenti il rapporto fra generazioni allinterno delle varie culture dei migranti, in relazione, da una parte, alle tradizioni presenti nelle terre dorigine, dallaltra ai problemi che insorgono fra genitori e figli migranti nellimpatto con la cultura le tradizioni reggiane; - lavoro con gli ormai tanti peer counsellor immigrati di seconda generazione volto a cogliere gli elementi di specificit presenti nel loro impegno in Free ed a sedimentarli in pratiche utili al benessere loro e degli altri giovani migranti con cui loro sono in rapporto in scuola e fuori (vedi a questo proposito il bel filmato che stato prodotto sotto la discreta regia di Adil El Marouakhi e il bel lavoro condotto da Silvia Sai alla Gabella). Dobbiamo discutere se per il

Le nuove emergenze di questanno scolastico Anche le attivit del presente anno scolastico si sono dipanate allinterno della cornice rappresentata da questi 4 assi, che rimangono per noi larchitrave che permette di definire e contemporaneamente di rimodellare nel tempo il servizio senza tradirne limpianto di fondo che lo sorregge. Vedremo ora quali sono i principali elementi di novit che hanno caratterizzato le riflessioni e le attivit di questanno.

prossimo anno scolastico convenga continuare esclusivamente ad investire su questi aspetti o spingere anche verso un intervento diretto sui casi. 3. Sul piano formativo limpostazione ei due incontri iniziali mutata nel senso di incentrarla molto pi che negli anni scorsi su elementi interattivi presentati sotto forma ludica che coinvolgevano i peer counselling, gli psicologi e, in molte situazioni, anche i proff referenti e li spingevano ad entrare in medias res in maniera molto diretta, ma anche molto soft. In questo modo stato possibile anche definire da subito in ogni scuola un gruppo di lavoro con una identit molto precisa ed operativa. Dalla riflessione sul successo di questa formula e sotto la spinta dei 5 giovani psicologi abbiamo immaginato ed attuato il Primo Peer Day che ha rappresentato lattuazione di un momento formativo in cui le varie identit corrispondenti alle varie scuole si sono fuse in un istanza identitaria comune e in un momento di immaginazione e di progettazione che andato ben al di l dei compiti inerenti il lavoro in Free contribuendo in maniera notevole alla definizione sia del progetto della Gabella (neonato luogo di incontro dei giovani a Reggio E.) sia dello sportello territoriale A tu per tu rivolto sempre ai giovani. Ci rivedremo a Marola dove parteciperemo ai lavori di Ganci o Originale, questanno centrati ancora sul tema dellinterculturalit, e nellultima giornata ci ritaglieremo un momento di riflessione in cui faremo il punto con i nostri peer counsellor sui vari temi allodg di Free nel prossimo anno scolastico. 4. Sul piano della promozione lallargamento delle scuole coinvolte e lo stesso turn over fra i peer fa si che si vadano definendo una pluralit di occasioni e di strumenti

di promozione che difficile riassumere, che vanno in ogni direzione mirando, in maniera discriminata, al coinvolgimento di studenti, genitori, proff (e persino alla promozione di Free nelle altre scuole reggiane). 5. Mentre praticamente in ogni scuola stata vista in termini critici lultima fase dellattivit di FSB: quella corrispettiva allapertura degli sportelli e al coinvolgimento dei peer nellattivit di filtro. Nei fatti, ed al di l della percezione che i peer hanno del loro lavoro su questo piano, lapporto che i peer counsellor danno su questo piano non assolutamente secondario, sia perch in effetti sono loro che rendono domestica la presenza degli psicologi in scuola presentandoli agli altri studenti, sia perch il filtro direttamente gestito da loro si aggira da un minimo dl 10% ad un massimo del 30% dei casi inviti agli sportelli(con una rispettabilissima media complessiva del 14,7%). Ma la spinta allimpegno, allI care - sotto lempito di un Ideale dellIo altissimo a quellet li conduce voler fare di pi. Riflettendo su questo fatto e su alcune esperienze fatte durante lanno a Moro, al Tricolore e in altre scuole siamo arrivati ad evidenziare delle possibilit di intervento e di cura fra pari gestiti direttamente dai giovani peer allinterno degli interstizi che la scuola offre di mattino (monte ore) e di pomeriggio, che abbiamo intenzione di amplificare e sperimentare articolatamente nel prossimo anno scolastico. Si tratta di attivit di pittura, scultura (creta), poesia, danza, cucina, cineforum, lettura, visite guidate sui sentieri dellarte della natura, accoglienza dei ragazzi di prima (molto sentita Castelnovo Monti), fotografia, etc.Tali attivit espressive e creative possono favorire processi abreatori (liberatori) e, in ogni caso, diventano luoghi di incontro, di scambio e di reciproco arricchimento che - in base l fatto che sono gratuiti e autogestiti dai

giovani in base alle loro propensioni e competenze diventano veri e propri luoghi del prendersi cura di s in gruppo con indubbie connessioni ed allusioni allarea della creazione e della sublimazione (e cio alla forma pi sana di difesa contro lansia e langoscia), esattamente come avviene negli atelier di Strolgancio. Considerazioni sul lavoro svolto da Free Student Box nel 2005\06 Allinterno di un quadro cos rinnovato e su questa base di scuole convenzionate, corrispondente al doppio delle scuole convenzionate lanno scolastico 2004\05, questi sono i dati riassuntivi del lavoro svolto da Free Student Box nel 2005\06: a. Lavoro di sportello nelle 10 scuole convenzionate:
Accessi(*) studenti accessi genitori Accessi proff Totale Accessi (**) Tot. Passati ai servizi

Rimandiamo allallegato 1 per una analisi specifica di ci che successo scuola per scuola. b. Il sito www.freestudentbox.it N. 21 accessi durante questanno scolastico per domanda di counselling on line (contro i 23 dellanno scolastico scorso) 85.058 visite alle pagine del nostro sito web fra il giugno del 2005 e il 31 maggio scorso: (contro le 15.403 dellanno scolastico scorso) allinterno delle quali ci piace porre in evidenza le 21.376 visite ai nostri due blog. Anche in questo caso rimandiamo allallegato 2 per una analisi pi specifica degli accessi.

T ota li (**)

402 (+ 21) = 423

124

61

587(+ 33 (+ 3) = 21) = 36 (pari al 608 5,9 %)

c. Attivit del Responsabile di Free Student Box: formazione Supervisione verifiche Sito totale web Numero 54,30 48 41 50 193,30 ore a. Il lavoro di sportello dei giovani psicologi Massimiliano Anzivino, Silvia Borghi, Annalisa Grasselli, Iris Guazzetti e Luana Pensieri ha posto in evidenza la presenza di una domanda di cura ampia, che oltre agli studenti comprende genitori e proff, lieve perci complementare lla tradizionale domanda che si rivolge al back office dei servizi pubblici. La convenzione col Cattaneo e il Motti di Castelnovo Monti ha comportato un aggiornamento di quel lavoro di raccordo con questo back office che a Castelnovo Monti

(*)(accesso = persona fisica) (**) comprensivi delle 10 scuole convenzionate + 21 richieste on line di cui 3 passate ai servizi) b. numero complessivo degli peer counsellor e dei proff referenti - % di segnalazioni provenienti da loro Numero % Numero % studenti segnalazioni proff segnal Peer dai peer referenti dai proff counsellor counsellor referenti 130 14,7% 27 18%

stato impiantato insieme al dott. Tragni del consultorio giovani di quel territorio. Ma la provenienza di una parte non secondaria degli studenti e dei genitori arrivati ai nostri sportelli dai vari paesi che contornano Reggio ci ha spinto ad estendere e puntualizzare anche con questa periferia che spesso va al di l dei confini del distretto sanitario di Reggio E. il nostro lavoro di raccordo e di cura del back office, Ci particolarmente importante nel caso in cui il giovane a noi giunto sia figlio di migranti non ancora in contatto con la rete dei servizi territoriali periferici. b. Il Sito: indubbio che quelle 21 richieste di counselling on line rappresentano una contrazione in valore assoluto rispetto allanno scorso (23 richieste) che diventa un dimezzamento in termini percentuali dato il raddoppio delle scuole convenzionate. Poich non possiamo chiedere per evidenti ragioni di privacy da dove giunge la domanda on line, non siamo in grado di fare dei precisi calcoli. Ma limpressione che abbiamo che lallargamento degli sportelli reali al 70% delle superiori reggiane nel momento in cui pone sotto mano un luogo liminare e protetto al quale potere riferirsi in un rapporto vis vis di fatto contrae la richiesta on line. Di fronte a questa contrazione vi per lesplosione delle visite al sito e cosa a nostro avviso altamente significativa alle pagine pi culturali presenti nel sito (vedi gli oltre 12.000 accessi ai due blog Pensieri sui giovani e Giovani uguali e diversi). Ci ci riempie di soddisfazione poich evidente che tali visite non sono pi incentivate solo dalle news, che pure inviamo ormai a oltre 1600 indirizzi on line, prevalentemente reggiani. Riteniamo che ormai il sito abbia acquistato un proprio profilo a livello nazionale: fanno fede in proposito le numerose richieste di presentazione di Free che ci provengono un po da tutta Italia.

c. Lattivit del Responsabile di Free Student Box si suddivide pi o meno in parti uguali fra formazione, supervisione (e guida al lavoro di equipe), verifiche in scuola e lavoro per il sito www.freestudenbox.it. Come dicevamo sopra, per il prossimo anno abbiamo intenzione di marcare meglio e distinguere la cura dei problemi tecnici ed organizzativi dalla vera e propria supervisione. d. Infine due parole sul lavoro di promozione al di fuori delle scuole: questanno abbiamo presentato Free a Bra, Merano, Parma, Verona, Trieste e Piombino; e nellautunno prossimo lo presenteremo ad un importante convegno nazionale sulla promozione del benessere fra i giovani che si terr a Grosseto (ottobre 06). Siamo stati invitati per ben tre volte dalle televisioni locali e stiamo per pubblicare un articolo su una importante rivista rivolta ai social worker. Vari sono gli elementi che ci hanno condotto questo exploit, e sicuramente se sul piano locale ci si spiega a partire dalla presenza ed dai successi nelle scuole reggiane, il sito che ci ha fatto conoscere ed apprezzare al di l dei confini della nostra provincia. In tutti questi luoghi, nostrani e non, sempre Free stato presentato allinterno di un pi ampio ambito di servizi per i giovani che si chiamano Gancio Originale, Stanze di Dante, Strolgancio, Consultorio Giovani Open G. E in quellalveo comune che, come dicevamo nel paragrafo sugli aspetti clinico metodologici, va cercata la filosofia che sottende il nostro pensare ed operare in Free Student Box.

Statistiche relative alle visite al sito www.freestudentbox.it dall1 giugno 2005 al 31 Maggio 2006
STATISTICHE VISITE SITO FREESTUDENTBOX.IT giugno 2005- maggio 2006 VISITE BLOG giu-05 670 lug-05 704 ago-05 833 set-05 1074 ott-05 1700 nov-05 2374 dic-05 1753 gen-06 1854 feb-06 1844 mar-06 2667 apr-06 2275 mag-06 3628 tot 2 blog 21376 VISITE RESTO DEL SITO (VISITATORI UNICI) (visitatori unici significa che se uno entrato pi di una volta in un det. giorno nel sito viene calcolata solo una visita) giu-05 1678 lug-05 1223 ago-05 789 set-05 1479 ott-05 2324 nov-05 2069 dic-05 3935 gen-06 6660 feb-06 8159 mar-06 10321 apr-06 11974 mag-06 13071 63682 tot res sito blog 21376 resto sito 63682 tot. gener 85058

Le coordinate di Free Student Box on line: Pag. web: www.freestudentbox.it Gli indirizzi di posta elettronica attraverso i quali possibile ricevere risposte in rete da parte di studenti, genitori e proff: studenti@freestudentbox.it genitori@freestudentbox.it prof@freestudentbox.it I nostri blog: a. Pensieri sui giovani allinterno del quale possibile trovare riflessioni in tema di giovent; pensieri che vengono da quel complesso ecosistema adulto che si interessa dei giovani, che parte dalla famiglia, passa per la scuola e si allarga a raggiera fino a raggiunge le maestre di danza, gli allenatori, etc. Ultimo articolo pubblicato: Dalletica padana del lavoro allestetica consumista: ladolescente reggiano di oggi a confronto con quello di ieri (e di avantieri). b. Giovani uguali e diversi dal quale possibile scaricare riflessioni, articoli e piccoli saggi: - sui problemi del counselling e delle altre forme di cura psicologica rivolte ai ragazzi e ai giovani - sui giovani disabili e a rischio; sui temi degli adolescenti immigrati; Questi gli ultimi lavori pubblicati lavori: Gravit e gravosit: limpegno con i gravi, e Ladolescente handicappato psicofisico nel gruppo di pari, Lo specchio impossibile. Di recente abbiamo aggiunto una nuova pagina Finito di stampare - Colophon, libri sui giovani da leggere o da rileggere - saggi sui giovani da (ri)pubblicare e su cui (ri)pensare - tesi sui giovani da ribadire e a cui ri\badare. Finora sono stati pubblicati: 1. Bambini e ragazzi a rischio fra famiglia, scuola e strada, di L. Angelini, D. Bertani, M. Cantini, P. Bevolo, P.G. Fagandini; 2. la tesi di laurea di Silvia Borghi: Comportamenti Aggressivi e Sviluppo dell'Atmosfera Morale nel Contesto Scolastico: una Ricerca sugli Studenti delle Scuole Superiori; 3. Percorsi delladozione - il rapporto con il bambino reale nel racconto dei genitori, tesi di laurea di Massimiliano Anzivino. Silvia e Max sono due dei nostri collaboratori.

Desessualizzazione e sublimazione nei bambini e nei ragazzi normali e nei disabili ()


di Leonardo Angelini e Deliana Bertani

1. Premessa La maggior parte dei bambini e dei ragazzi candidati ad entrare negli atelier che stiamo per attivare non digiuno di simili esperienze. Anzi si pu dire che per la quasi totalit di essi il gioco in atelier stato finora una parte considerevole del lavoro riabilitativo ed educativo fin qui svolto. Ci perch, come abbiamo intuito fin dall'inizio della nostra attivit territoriale (1), la creazione di una atmosfera ludica, nei luoghi istituzionali in cui il bambino inserito, in ambulatorio o a casa (cio dovunque si svolga il lavoro riabilitativo) la premessa indispensabile per poter entrare in rapporto con lui su di un piano di autenticit. Come diceva Perego (2), il gioco l'unica possibilit di comunicazione che il bambino ha, nel senso che tutta l'esperienza del bambino come filtrata attraverso il gioco. Anche l'attivit esplorativa infantile, che da taluni viene analizzata come attivit specifica dell'infanzia e che ha dei suoi statuti distinti dall'attivit ludica (3), a ben vedere, una forma particolare di gioco che implica, come ogni altro gioco, l'esistenza di un'area intermedia di tipo transizionale che permette la separazione, l'uscita dallo stato di con-fusione con l'oggetto primario, e la possibilit
Relazione al seminario sull'istituzione degli atelier per bambini e ragazzi handicappati. Gli atelier si inquadrano in un pi vasto quadro di progettazione del TEMPO LIBERO degli handicappati in et evolutiva.


di conquistare il "mondo" esplorandolo. Come mai allora ci accingiamo ad aggiungere questa nuova attivit degli atelier alle attivit espressive gi esistenti? Le ragioni sono molteplici. Ci che per va detto subito con forza che i nuovi atelier non nascono come strutture ausiliari, volte ad accogliere, di mattina e di pomeriggio i nostri pazienti disabili per sollevare da un peso grave le famiglie. Certo questo aspetto sar presente nella nostra programmazione, ma allo stesso modo in cui presente in qualsiasi progetto che riguardi l'et evolutiva: infatti qualsiasi "agenzia" si ponga su di un piano di cogestione educativa, riabilitativa, ecc., con la famiglia non pu fare a meno di programmare la propria attivit in sintonia con la famiglia stessa, cercando di porsi su di un piano di complementariet soprattutto per quegli aspetti che nell'organizzazione della vita quotidiana mettono oggi pi in crisi la famiglia. Ebbene la temporalit, come dimostrano recenti ricerche svolte proprio a Reggio E. (4), un asse critico nell'organizzazione della vita quotidiana, ed il suo "peso", che ricade prevalentemente sulla donna, accresciuto di molto se uno degli elementi della famiglia un soggetto disabile. Ma se noi avessimo agito solo in base a queste considerazioni probabilmente avremmo fatto qualcosa, ma certo non degli atelier. Le ragioni di questa scelta, come dicevamo prima, sono molteplici. Qui ne prenderemo in considerazione una, legata a motivi clinici: noi osserviamo infatti in molti disabili una difficolt, gi in periodo di latenza, ad usare la sublimazione come forma di difesa, nonostante le stimolazioni in tal senso che provengono, fra l'altro, dalla frequenza di atelier vari fin dalla seconda infanzia.

Tale difficolt tende ad "esplodere" in preadolescenza sulla base delle spinte di natura biologica e mentale che vengono dalla crisi puberale (5). In questa et la "stabile identit precaria" dell'adolescente disabile (6) si destabilizza pericolosamente poich il disabile ha meno strumenti del normodotato per lottare contro le tendenze regressive, antisociali, ecc., che esplodono in preadolescenza, e per comprendere a pieno la natura dei cambiamenti che investono il suo corpo e la sua psiche. Con questa relazione ci proponiamo di tentare una prima analisi dei perch di tale difficolt, con l'intenzione di contribuire alla definizione sia dei fini che i nuovi atelier dovrebbero avere, sia del tipo di bambini e ragazzi che possono trarre pi giovamento da tali attivit.

2. La sublimazione nei normodotati. "La pulsione sessuale o, per meglio dire, le pulsioni sessuali, poich un'indagine analitica ci insegna che la pulsione sessuale formata di molte componenti, di molte pulsioni parziali, verosimilmente pi sviluppata nell'uomo che nella maggior parte degli animali superiori e, comunque, pi costante, giacch ha quasi completamente superato la periodicit alla quale appare legata negli animali. Essa mette enormi quantit di forze a disposizione del lavoro di incivilimento, e ci a causa della sua particolare attivit assai spiccata di poter spostare la propria meta senza nessuna essenziale diminuzione d'intensit. Chiamiamo facolt di sublimazione questa propriet di scambiare la meta originaria sessuale con un'altra, non pi sessuale, ma psichicamente affine alla prima" (7). In questo passo di S. Freud, che del 1907, e cio di

due anni successivo ai "Tre saggi" in cui per la prima volta Freud affronta organicamente il problema della sublimazione, sono racchiuse sinteticamente tutta una serie di considerazioni sul significato e le funzioni della sublimazione e sul suo rapporto con le pulsioni parziali da una parte e con l'incivilimento dall'altra. Abbiamo preferito partire da questo lavoro di Freud piuttosto che dai "Tre saggi" poich ci parso di cogliere in questo scritto pi elementi di continuit con le considerazioni successive che Freud far sul rapporto fra sublimazione e desessualizzazione in "Introduzione al narcisismo" (1914) e in "L'Io e l'Es" (1922). Cerchiamo intanto di vedere pi da vicino che cosa Freud ci vuole dire in questo suo scritto del 1907: - Innanzitutto Freud ci ricorda la nostra appartenenza al regno animale e ne connota un carattere di specificit nel superamento, da parte dell'uomo, della "periodicit" con la quale solitamente si presenta la pulsione sessuale negli animali superiori. - Subito dopo, per, Freud pone in connessione la pulsione sessuale e quello che lui chiama "incivilimento". Di che tipo di connessione secondo lui si tratti Freud ce lo dice nello stesso scritto del 1907, proprio qualche riga pi in su del passo citato prima: "...la nostra civilt edificata sulla repressione delle pulsioni. Ogni individuo ha rinunciato ad una parte dei suoi averi, del suo potere assoluto e delle tendenze aggressive e vendicative (sottolineatura nostra) della sua personalit: da questi apporti ha avuto origine il patrimonio comune dei beni materiali e ideali della civilt...". Fra Eros e Civilt, e anche fra Thanatos e Civilt (8), secondo Freud vi un nesso indissolubile che allo stesso tempo una antinomia ed un legame. Una antinomia proprio nel senso letterale del termine e cio un insieme di due elementi (Eros e Thanatos da una parte, e civilt dall'altra) che hanno delle leggi antitetiche:

da una parte l'esigenza del soddisfacimento diretto ed immediato del bisogno, erotico o conservativo che sia, dall'altra un "patrimonio comune di beni materiali e ideali" che il frutto della rinuncia e della trasformazione; da una parte un egotismo che non vede gli altri se non come strumenti, accidentalmente incontrati, che possono favorire o ostacolare il soddisfacimento diretto ed immediato, dall'altra l'uomo come "animale politico", cio facente parte di una "polis", di una comunit di cui si condivide la specifica civilt (la specifica cultura, diremmo oggi). Ma fra Eros e civilt, fra Thanatos e civilt vi anche un legame. Nel senso che non vi civilt senza un continuo travaso di energia pulsionale che dalla prima sfera passa nella seconda in forza ad una rinuncia del soddisfacimento e cio, come dice Freud, ad una repressione, e ad una trasformazione delle pulsioni parziali libidiche ed aggressive in "prodotti materiali ed ideali della civilt". E' noto l'esempio di Freud della trasformazione della pulsione parziale ed antisociale di tipo sadico nella benemerita attivit sociale del chirurgo. Vi un legame per anche nel senso che non vi un soddisfacimento pulsionale autocosciente senza che la civilt, la cultura di cui ciascuno di noi viene a far parte fin dalla nascita, non dia significato, senso, parola al soddisfacimento (che perci diventa autocosciente e cio un evento ascrivibile alla nostra umanit). Ci riesce difficile immaginare un soddisfacimento pulsionale da parte dell'uomo che sia privo di questi segni (la parola, il pensiero) anche nei casi di disabilit pi grave, poich vi sempre nell'uomo un qualche elemento che implica una, sia pur minima, capacit rappresentazionale. Gli esempi che si possono fare a questo livello nascono da un confronto con quel che accade nel resto del regno

animale ove, al contrario di quel che accade nell'uomo, non vi mai alcuna capacit rappresentazionale, e cio alcuna possibilit di riflessione e perci di autoconsapevolezza. Grazie a questo "patto rousseauiano", l'uomo riesce a far convivere dentro di s ferinit e civilt, travasando (pi o meno grandemente per ragioni individuali e sociali che vedremo in seguito), parte della propria ferinit nella civilt e riempiendo di senso il proprio agire quotidiano. - In un terzo luogo Freud definisce la sublimazione come una "propriet di scambiare la meta originaria sessuale con un'altra non pi sessuale, ma psichicamente affine alla prima". E' chiaro da ci quale grande valore Freud attribuisca alla sublimazione che per lui diventa una vera e propria valvola che regola il duplice flusso di operazioni che permettono da una parte la trasformazione delle pulsioni parziali (o, meglio, di una parte di esse) in attivit sociali, e dall'altra, la continua opera di riflessione e di ridefinizione che la cultura esercita sull'agire quotidiano, riempendolo di senso. - Infine Freud indica in che cosa consista tale trasformazione: in un cambiamento di meta che da sessuale diventa non sessuale (il sadismo infantile che "produce" il chirurgo). Ci troviamo cio di fronte ad un processo di desessualizzazione che importantissimo, poich senza di esso non vi possibilit di sublimazione, con risultati pi o meno gravi per l'individuo a seconda del tipo di utilizzo sostitutivo che vien fatto dalle pulsioni parziali.

3. Sublimazione e desessualizzazione. Fino a questo punto, con l'aiuto del primo Freud,

abbiamo potuto vedere la centralit del processo di sublimazione nella definizione dell'uomo come "animale politico", cio come essere autocosciente, capace di creazione, riflessione, pensiero. A noi per interessa vedere, come dicevamo all'inizio, perch in determinati soggetti in et evolutiva, gli disabili, nonostante le stimolazioni (cui soprattutto la nuova casistica, cresciuta nel territorio, sottoposta), la sublimazione fa fatica ad essere usata stabilmente come forma di difesa pi matura ed efficace. Per far ci diventa centrale un'analisi dei processi di desessualizzazione che sono alla base della trasformazione delle pulsioni parziali in energia sublimata ed una analisi del tipo di utilizzo sostitutivo che vien fatto delle pulsioni parziali allorch la sublimazione, in un modo o nell'altro, fa fatica ad essere usata dal soggetto. E quello che cercheremo di fare adesso, con l'aiuto del Freud pi maturo (9) e di vari studiosi che dopo di lui hanno approfondito l'indagine sulla natura e sulla dinamica di questi processi. Janine Chasseguet-Smirgel, nell'affrontare il tema del rapporto fra pulsioni parziali e sublimazione (10) nell'artista, definisce uno schema secondo il quale si distribuiscono le pulsioni parziali in questa figura. Essa parla di possibile coesistenza nello stesso individuo di tre aree: 1. Un'area perversa, in cui le pulsioni parziali si scaricano direttamente mediante processi di acting out. 2. Un'area nevrotica, in cui dominano la rimozione e gli altri meccanismi di difesa, con l'eccezione della sublimazione. 3. Un'area della sublimazione, in cui le pulsioni parziali si desessualizzano e l'energia inizialmente sessuale sottoposta, appunto, ad un processo di sublimazione. Quello che qui si propone un tentativo di generalizzazione delle considerazioni della Chasseguet-

Smirgel ad un qualsiasi individuo, anche senza particolari predisposizioni artistiche, al quale seguir, nel paragrafo successivo, un analogo tentativo di applicazione dello "schema" generale al bambino ed all'adolescente disabile. A dir la verit, come del resto avremo modo di vedere, lo "schema" generale che qui si propone non originale, ma un tentativo di ordinare considerazioni di vari studiosi in base al suggerimento della Chasseguet-Smirgel. Con questa premessa vediamo cosa accade alle tre aree di cui sopra quando il soggetto da studiare un individuo senza particolari predisposizioni artistiche. 1.L'area perversa sicuramente presente, a livello potenziale, in tutti gli uomini poich, come gi Freud aveva detto, una parte dell'energia pulsionale si scarica direttamente o nell'attivit sessuale, in tutte quelle pratiche "perverse" che solitamente ci accompagnano e fanno da complemento al coito (desiderio di succhiare, possedere, ecc.), e cio in quelle pratiche in cui le pulsioni parziali si integrano sotto il primato genitale, oppure in pratiche sessuali perverse, vere e proprie. Potremmo quindi ridefinire quest'area come l'area della scarica sessuale diretta. Ovviamente in quest'area non c' desessualizzazione. 2. L'area nevrotica, presente anch'essa, in maniera pi o meno grande, in tutti gli individui il prodotto di una specie di trasformazione che fa s che una parte delle pulsioni parziali, quelle che non si scaricano nell'attivit sessuale e che, a causa dell'azione dell'educazione si rivelano socialmente inutilizzabili, vengono rimosse o represse, o danno origine a "formazioni reattive" ecc.. Il risultato o la trasformazione di queste pulsioni in una vera e propria sintomatologia nevrotica, come afferma la Chasseguet-Sirgel, o pi in generale la loro trasformazione in una componente del carattere dell'individuo. Tutta l'indagine reichiana (11) sul carattere nasce da

considerazioni di questo genere; ora, lo stesso Freud, parlando della formazione reattiva, vede questa difesa come una "sottospecie di sublimazione" ed afferma: (il carattere) " costituito in buona parte con materiale di eccitamenti sessuali ed composto di pulsioni fissate fin dall'infanzia ed ottenute per sublimazione e di quelle altre costruzioni che sono destinate a frenare efficacemente moti perversi riconosciuti come inutilizzabili". Potremmo dire perci in generale che l'area nevrotica, sia che si trasformi in una vera e propria sintomatologia di tipo patologico, sia che si limiti a cristallizzare nell'individuo vari tratti che, insieme alla sublimazione, compongono il carattere di ciascuno di noi, presente in tutti ed un frutto dell'educazione. Ma di che tipo di trasformazione si tratta in questo caso? Vi o no una desessualizzazione nei processi di trasformazione delle pulsioni parziali che costituiscono l'area nevrotica? In un certo senso s. poich l'attivit nevrotica non implica una scarica sessuale diretta, anzi pu essere metaforicamente vista come la costruzione di un agguerrito fortino che impedisce la scarica sessuale vista come minacciosa, cattiva, pericolosa, a causa dell'educazione. Ma se vediamo pi da vicino cosa Freud intende per desessualizzazione, le cose si complicano. Freud, infatti, negli scritti della maturit riprende il tema della desessualizzazione e lo reimposta in base alla nuova "topica" introdotta intorno al 1914 (Es. - Io - Super Io). In quest'ottica nuova vi originariamente una "libido dell'Es" che implica un oggetto su cui scaricarsi (un oggetto parziale: il seno, ecc.) Successivamente parte della libido dell'Es si trasforma in una "libido dell'Io", quindi, una libido desessualizzata che al servizio dell'attivit intellettuale (12) che cos

viene attivata e stimolata volontariamente e consapevolmente dall'Io e valutata dall'Ideale dell'Io. Ebbene, ci che caratterizza invece l'area nevrotica proprio il contrario dell'attivit volontaria e consapevole, e cio la coazione a ripetere. Sotto la tirannia della coazione a ripetere, l'attivit dell'individuo, nella migliore delle ipotesi, consiste in una produzione manierata e stereotipata, in molti casi in un agire che esprime in termini appena camuffati la sudditanza agli impulsi parziali contro i quali si vorrebbe combattere. L'atmosfera che si respira in quest'area quella ammuffita che si pu respirare in una vecchia stanza in cui si ripetono sempre delle vecchie pratiche di insegnamento che il soggetto deve ap-prendere (13). Il "prodotto finito" il soggetto nevrotico o, nella migliore delle ipotesi, il soggetto con una pi o meno pesante corazza caratteriale (14), in entrambi i casi un soggetto che agisce irriflessivamente sotto la spinta della coazione a ripetere. A nostro avviso, quindi, nell'area nevrotica vi una desessualizzazione che per si manifesta in un fare quotidiano che schiavo della coazione a ripetere e perci di una produzione stereotipata, vecchia, non sulla base di un progetto e di un modello autonomo, ma sullo stampo che i soggetti educanti hanno voluto imprimere nel soggetto da educare. 3.L'area della sublimazione al contrario un'area in cui opera la libido dell'Io desessualizzata ed utilizzata per l'esercizio della libera attivit intellettuale. Perci la sublimazione presenta un duplice vantaggio rispetto agli altri meccanismi di difesa. Il primo vantaggio quello dell'efficacia. La sublimazione, infatti, come ogni altro meccanismo di difesa, anche il pi arcaico, serve all'individuo ed ai gruppi sociali (si parla allora di sistemi gruppali di difesa) (15) perch le pulsioni parziali non emergano in termini

distruttivi per l'individuo ed antisociali per la comunit in cui l'individuo vive. Ma in quest'opera si rileva pi efficace degli altri meccanismi di difesa poich, al contrario di quanto abbiamo appena visto nell'area nevrotica, in cui imperano gli altri meccanismi di difesa, il tipo di trasformazione che attraverso di essa si veicola, conduce ad una attivit produttiva di tipo creativo. Il secondo e pi decisivo vantaggio quello di permettere un legame con il soggetto educante (il genitore, il maestro, l'atelierista, potremmo dire noi) che non iscritto nella logica ferrea della "coazione a ripetere", ma permette una forma di in-segnamento e di ap-prendimento relativamente libera dal peso della tradizione (educativa, artistica, ma anche, potremmo aggiungere noi, riabilitativa) e quindi pi facilmente portatrice del nuovo e dell'imprevisto, e cio dell'incontro di due soggetti sul piano dell'autenticit (16). Ridefinite cos le tre aree va detto che ogni individuo potenzialmente attore compartecipe in ognuna di esse. Ci che varia da individuo a individuo, da gruppo sociale a gruppo sociale, il mix di compartecipazione possibile ed il tipo di compartecipazione che concretamente poi si determina in base alle esigenze del gruppo sociale, storico in cui l'individuo viene a vivere (17). Cosicch possibile a taluni individui, ad esempio gli artisti (18), utilizzare pi ampliamente di altri -in questo tipo di societ- l'area della sublimazione; cos come possibile che altri individui facciano fatica ad utilizzare questa o quest'altra area: il caso, come vedremo meglio dopo, dei disabili. E' possibile che taluni gruppi sociali si concentrino, diremmo quasi si fissino in talune forme di corazze caratteriali, che altri gruppi sociali utilizzino pi distesamente l'area in cui nuove storie, nuovi racconti, nuove immagini possono liberamente emergere: il caso,

ad es., di quei "dolci adi" presenti in ogni gruppo familiare che vanno sotto il nome di raccontatori di fiabe. Ci che rimane costante la possibilit per tutti (compresi i disabili) di accedere a tutte e tre le aree e di "combinarle" in base alle esigenze sociali e personali: in un rapporto di tensioni fra questi due elementi che tanto maggiore quanto pi radicato l'Idem (l'essere identico a...) in ciascuno di noi da una parte, e quanto pi forte e critico nasce, sempre dentro di noi, l'Autos (il nostro elemento di unicit) dall'altra.

4. Sublimazione e desessualizzazione nei bambini e nei ragazzi disabili. Vediamo ora come si definiscono le tre aree nel caso di bambini e di ragazzi disabili. Sappiamo che fra normodotati e disabili vi sono delle omogeneit di fondo ed alcuni elementi di differenziazione, dovuti essenzialmente ai deficits da una parte, ed al particolare tipo di cure che l'ambiente (e cio l'educazione) solitamente pone in atto con il disabile, dall'altra. Cercheremo di analizzare omogeneit e specificit mano a mano che l'argomentazione lo richieder. Rimandiamo agli altri contributi della I e della IV sezione del presente volume, chi volesse approfondire questi elementi. a) Area della scarica sessuale Il bambino ed il ragazzo disabili, come i loro coetanei normodotati, passano dalle problematiche della prima e della seconda infanzia a quelle della latenza (della fanciullezza), e da queste a quelle delle varie fasi dell'adolescenza. Ma, diversamente dalla maggior parte dei normodotati, vedono diluite in un arco di tempo molto

pi vasto le problematiche tipiche delle varie fasce di et. Cosicch, ad esempio, il bambino disabile fa fatica ad accedere alla intellettualizzazione tipica della latenza, e per tutto il periodo della scuola elementare tende ad avere un comportamento "regredito", che pi che il frutto di una vera e propria regressione, l'esito visibile di un processo di crescita psicologica al rallentatore che, come dicevamo prima, dovuto da una parte ai deficit, o meglio a quei deficit che rendono difficile la formazione dell'Io e del mondo rappresentazionale, e dall'altra alle difficolt che l'ambiente (familiare, scolastico, riabilitativo) ha nel rispecchiarsi, nel riconoscersi in lui. Ed in preadolescenza e, poco pi tardi in adolescenza,il ragazzo disabile, come il normodotato, sar investito dalla crisi puberale che, nei suoi aspetti biologici e psicologici, si rovescer come un uragano sugli uni come sugli altri. Ma, al contrario del normodotato che ha gli strumenti per poter riflettere sul significato che hanno le trasformazioni che stanno avvenendo in lui a livello corporeo e psichico, il disabile, con la sua "stabile identit precaria", sar meno in grado di prendere le distanze, auto-osservarsi, dare senso a quello che gli accade, ecc.. Con ci e per ci il suo comportamento risulter mediamente pi regredito, pi soggetto all'acting out, pi intriso di componenti che rimandano alle pulsioni parziali esperite nell'infanzia. Tutto ci, inoltre, avviene in un'atmosfera educativa che vede le manifestazioni della sessualit del disabile come appartenenti ad una alterit che difficilissimo comprendere e che perci vanno represse e tabuizzate. Il risultato che il disabile si trova da una parte, sia in latenza, sia in adolescenza, di fronte a tendenze alla scarica diretta che sono tanto pi impellenti quanto meno il disabile capace di autoriflessione, dall'altra solitamente di fronte ad una diga che impedisce la scarica e che il frutto di una educazione rigida e sessuofobica che prende

un po' tutti quando il soggetto da educare (da condurre) un disabile, nonostante l'atmosfera educativa in generale non sia pi cos intrisa di tab sessuofobici. Il tipo di messaggio che perviene al disabile perci il seguente: da una parte una grossa spinta ad utilizzare una parte consistente delle energie pulsionali nella scarica diretta, dall'altra una secca indicazione di impedimento, che ai suoi occhi diventa un diktat le cui ragioni sono difficili da comprendere. Cosicch mentre il normodotato giunge alla desessualizzazione mantenendo sul piano della scarica diretta una valvola che permette un certo impiego di energia che rimane sessualizzata, nel disabile le cose solitamente vanno in maniera diversa: la sessualizzazione, pur sentita con maggior impellenza, non pu essere vissuta direttamente, mentre la spinta alla desessualizzazione viene imposta dall'esterno senza che il disabile sia posto nella condizione di poter comprendere. Cio il normodotato pu accedere alternativamente alla sessualizzazione ed alla desessualizzazione con strumenti mediamente pi adeguati per dare senso all'una e all'altra esperienza. Il disabile non pu giungere n all'interazione delle pulsioni parziali sotto il primato genitale, e neanche alle scariche dirette di tipo perverso e perci non pu dare senso compiuto a quanto gli sta accadendo dentro; ma in pi accede alla desessualizzazione con degli introietti (quando vi la possibilit di una introiezione) che non aiutano certo chi ha gi di per s una "stabile identit precaria" a dare senso autonomo alle due altre aree. b) Area nevrotica Come abbiamo gi visto l'area nevrotica, cos come l'area della sublimazione, si definiscono in base al processo di trasformazione delle pulsioni parziali che avviene per opera dell'educazione. Lungo il cammino

segnato dall'educazione l'individuo apprende a trasformare una parte pi o meno considerevole dell'energia che viene dalle pulsioni parziali in attivit desessualizzate che possono essere totalmente schiave della coazione a ripetere, come avviene nel caso degli individui con una sintomatologia di tipo nevrotico, oppure pi o meno parzialmente libere e creative, come avviene nella formazione del carattere di quegli individui che non presentano una sintomatologia di tipo nevrotico. Fatto sta che lungo questo cammino l'individuo entra in una relazione dialettica con l'ambiente, con i soggetti che lo insegnano di s, che lo educano. Tale dialettica stata analizzata in termini genetici e dinamici da Winnicott che ha individuato nell'angoscia di separazione e nelle manovre che l'individuo pone in essere per elaborarle l'origine di questa relazione fra interno ed esterno, fra "me" e "non me", e nei passaggi "fusione primaria, - oggetto transizionale, - gioco, cultura, la dinamica "storica" secondo la quale si trasforma nell'individuo il rapporto con "l'altro da me". Ebbene nel bambino e nel ragazzo disabile una difficolt molto evidente ad uscire fuori dall'area dell'oggetto transizionale e ad accedere pienamente all'area di gioco e successivamente a quell'area che abbiamo dentro di noi in base alla quale ci sentiamo di appartenere ad una data cultura, ad una data tradizione, ad una data lingua, ecc. (19). Non solo, ma il suo persistere nell'area transizionale segnato anche da una tendenza a concentrarsi nell'area transizionale di tipo patologico (l'area feticistica e l'area autistica), Ci denota le sue grandi difficolt ad elaborare una strategia che permetta una efficace separazione, ma soprattutto le nostre gravi difficolt a riconoscere in lui una parte della nostra umanit. (Il termine "nostra" va visto come riferito a: famiglia, educatori, riabilitatori, ecc.). E' per questo che, soprattutto a livelli di gravit notevole sul

piano del ritardo mentale, deficit da una parte, e difficolt di riconoscimento, distorsioni nel rapporto educativo da parte nostra, dall'altra, concorrono nel rendere percentualmente pi probabile rispetto alla popolazione normale, l'addensarsi del disabile nell'area psicotica. Nel suo caso cio la tendenza, come per il normodotato, la coazione a ripetere, ma con maggiore probabilit che per il normodotato tale coazione a ripetere le storie pi arcaiche e pi terrificanti, quelle proprie della patologia di tipo psicotico. Nella migliore delle ipotesi, e cio solitamente di fronte a deficit pi lievi e ad una disposizione pi accettante da parte dell'ambiente il disabile sedimenta dentro di s un insieme di introiezioni che conducono alla formazione di vere e proprie corazze caratteriali, in cui converge tutta la energia che non pu essere usata nella scarica sessuale diretta, come abbiamo gi visto, ed anche tutta quella che non potr mai essere convogliata nelle attivit creative, per le ragioni che stiamo per dire. c) Area della sublimazione Ci che caratterizza la sublimazione l'uso di libido dell'Io desessualizzata per libere attivit socialmente utili. Tale energia desessualizzata, come del resto avviene anche nell'area nevrotica, pu essere sottoposta ad un processo di de-fusione (20). Cio pulsioni libidiche ed aggressive, che nella scarica diretta solitamente rimangono fuse fra di loro, possono defondersi. In pratica ci che avviene pu esser detto brevemente cos. In tutti i casi vi un processo di trasformazione: -L'energia libidica si trasforma nell'attivit intellettiva (che creativa nell'area della sublimazione, sotto il segno della coazione a ripetere nell'area nevrotica). -L'energia distruttiva in una pi o meno rigida tendenza all'autovalutazione da parte dell'ideale dell'Io, a seconda di come sono avvenuti i processi di introiezione a questo

livello. Ma energia libidica ed aggressiva possono rimanere fuse ed allora insieme concorrono nello spingere l'individuo ad eseguire l'attivit che si predispone a fare. Oppure possono de-fondersi ed allora l'energia distruttiva de-fusa ostacoler in maniera pi o meno pesante l'attivit (creativa o meno) a seconda del suo grado di severit e di violenza. Ebbene il disabile presenta anche a questo livello elementi di specificit che vanno evidenziati. 1) Infatti le sue difficolt all'integrazione fra le varie parti di s, dovute sempre all'azione combinata dei deficit e dell'ambiente, non aiutano certo a ri-fondere in una unit interna ci che la libido narcisistica dell'Io tende a separare. Sono note le difficolt che il disabile ha a far convivere dentro di s attivit e passivit, azione e riflessione, disponibilit e selettivit, ecc.. La sua attivit quasi sempre impulsivamente incentrata solo in una di queste polarit e perci spesso a fianco a lui richiesto un Io ausiliario, un Super-Io ausiliario, un Ideale dell'Io ausiliario che nel nostro territorio sono gli educatori professionali cui il disabile affidato. Ecco perch una libera attivit creativa in lui impedita, o almeno fortemente contrastata: perch una sublimazione implica una capacit di integrazione di energie che nel processo di desessualizzazione rischiano sempre di defondersi, capacit che il disabile non ha o fa fatica ad avere. 2) In secondo luogo nel momento dell'attivit creativa, libido dell'Io ed attivit autogiudicante dell'Ideale dell'Io devono integrarsi in una alternanza di momenti di ispirazione e di elaborazione. Nel momento dell'ispirazione deve esserci una capacit di una regressione controllata per raccogliere tutto il materiale

che proviene dall'Es ed i suoi derivati (21). In quello dell'elaborazione, al contrario, una capacit di ripristino di funzioni dell'Io volte al confronto con la realt "per convogliare il materiale che proviene dall'Es nel patrimonio di beni ideali e materiali" della societ. Ma il disabile, nel momento dell'ispirazione rischia di sprofondare nella regressione per uscirne poi fuori a costo di grandi fatiche, vedi ad es. l'aderenza di certi "Down" ai personaggi dei loro disegni. Nel momento dell'elaborazione rischia di aderire piattamente ai modelli contenutistici e formali che la societ, l'educatore, l'atelierista gli propone. E soprattutto ci che un normodotato pu fare con una certa difficolt, un artista ispirato con una maggiore facilit, e cio l'integrazione fra ispirazione ed elaborazione nonch fra libera attivit creatrice ed istanza autocritica, non permesso al disabile se non in momenti eccezionali.

NOTE (1) D.Bertani et al."La riabilitazione in una esperienza territoriale"; in "La riabilitazione della sordit infantile", a cura del dip. sic.soc.della Regione E. e R. BO,1978, pag.139/148. (2) Cilento, Melucci, Fabrini, Perego (1975): "Il giocattolo, il bambino, la societ", Emme ed, MI. (3) C.Gurvey, 1977, "Il gioco", Armando, Roma. (4) cfr Cooperativa "Le Nove" "Se manca il tempo", a cura de Comune di Reggio Emilia. (5) cfr., nel presente volume, il cap. "L'adolescente handicappato psicofisico. Problemi psicologici". (6) E. Montobbio, . Grondona,1987, "La casa senza specchi" ed. Omega, TO. (7) S. Freud, "La morale sessuale civile e il nervosismo moderno", in Opere,vol 5, pag. 411/430, Bordighieri, TO.

(8) E' questo l'elemento cerniera che preconizza ci che poi Freud dir sulla sublimazione negli scritti successivi. (9) S.Freud, 1976, "Introduzione al narcisismo", Bordighieri, TO. \ S.Freud, 1976, "L'Io e l'Es", Boringhieri, TO. (10) J. Chasseuet-Smirgel, 1987, "Creativit e perversione", R.Cortina, Mi. (11) W.Reich, 1973, Analisi del carattere, Sugarco MI. (12) Notare come il Freud della maturit tenda sempre pi ad estendere a tutti gli individui l'indagine sulla sublimazione che inizialmente sembrava pi circoscritta al gruppo particolare degli artisti e degli scienziati. (13) D. Napolitani, 1988, "Individualit e gruppalit" Boringhieri, TO. (14) cfr. W. Reich, op. cit. (15) E. Jaques, "Sistemi sociali come difesa contro l'ansia persecutoria e depressiva", in AA. VV., 1971, Nuove vie della psicoanalisi, Saggiatore, Roma, pag. 609/633. (16) D. Napolitani, op. cit. (17) cfr, L. Angelini, 1989, "Le fiabe e le variet delle culture" Cleup, Padova. (18) cfr, S. Freud, "Psicoanalisi del genio", Newtn Compton, Roma. - J.Casseguet-Smirgel, op. cit. - G.Mendel, "La sublimazione artistica", in AA. VV. 1977 "Saggi sulla creativit", Il pensiero Scientifico, Roma, pag.122/181. - F.Vanni, 1981, "Psicoanalisi della creativit artistica e scientifica", ed. Libri Cortina, MI. (19) D.Winnicott,1974, "Gioco e realt", Armando, Roma. (20) Sul concetto di defusione cfr.: L.Grinberg,1978, "Colpa e depressione", Il Formichiere, MI. (21) E.Kris,1967,"Ricerche psicoanalitiche sull'arte, in

particolare il cap. "I processi psichici inconsci" Einaudi, TO,pag. 304/320.

Complimenti al Free!

nata lAssociazione:

LAssociazione - apolitica, aconfessionale e senza fini di lucro - si prefigge di promuovere la partecipazione dei propri soci alla vita della comunit provinciale, nella prospettiva di valorizzare le propensioni dei giovani all'impegno sociale ed alla cura, affinandole con appropriate attivit di animazione e di formazione, da indirizzarsi ai giovani ed ai contesti di vita (famiglia), di studio (scuola), e di lavoro in cui essi vivono e operano. Inoltre, l'Associazione, ispirandosi ai principi dell'accoglienza, del dialogo, della partecipazione e della condivisione, opera attivamente per la prevenzione e il superamento di ogni condizione giovanile di marginalit, di esclusione o di potenziale devianza, e per il sostegno e la formazione dei giovani nel loro approccio con la scuola, il mondo del lavoro e la societ in genere. L'Associazione intende realizzare le seguenti attivit: a) promozione di attivit volte a creare e mantenere il ben-essere dei bambini, degli adolescenti, dei giovani; b) promozione di progetti di prevenzione e recupero del disagio giovanile; c) istituzione di centri di aggregazione e luoghi di accoglienza per attivit ludico - ricreative; d) realizzazione di progetti rivolti all'infanzia e all'adolescenza, e in particolare alle situazioni di disagio, con l'intento di promuovere attivit di sostegno, recupero e animazione rivolte direttamente ai bambini e agli adolescenti ed ai loro genitori e, pi in generale, a coloro

che operano con i giovani: insegnanti, educatori, social worker; e) sviluppo della disposizione dei giovani alla solidariet, al senso civico, al dialogo e allo scambio con persone in condizione di svantaggio sociale e relazionale, etc.; f) predisposizione e realizzazione di percorsi di accompagnamento degli adolescenti e dei giovani nel mondo della scuola, del volontariato, nellottica della valorizzazione dei singoli e dei gruppi sul piano della assunzione di responsabilit; g) promozione di corsi e di attivit di formazione e di aggiornamento rivolte ai propri associati nelle materie di cui all'oggetto sociale.

I soci fondatori sono : Mariella Cantini Leonardo Angelini Susanna Cagossi Simona Valcavi Deliana Bertani Gino Farina

Perch nata lAssociazione: in questi anni Gancio Originale diventato sempre pi grande ; da Gancio sono nate attivit interessanti e importanti: La stanza di Dante, Free Student Box, Strolgancio. Nel frattempo alcuni operatori colonne portanti dell attivit - sono andati in pensione. Negli anni molti collaboratori tirocinanti e borsisti - sono passati , sono andati avanti nel loro percorso, lasciando comunque una traccia di s. Molti insegnanti hanno collaborato in questi anni con noi per un tempo pi o

meno lungo. Soprattutto tantissimi giovani si sono succeduti nellattivit con Gancio. Ci sembrato bello che tutte queste persone potessero continuare ad avere uno spazio per sentirsi e risentirsi IN- GANCIO per fare nuove esperienze ma anche soltanto sentirsi amici di qualcosa con la quale hanno sperimentato momenti veri, di soddisfazione, di fatica, di realizzazione. Abbiamo sempre sottolineato che Gancio Originale unattivit di volontariato dellAusl di Reggio Emilia, e non unassociazione. Anche questo stato un fattore che ha favorito il continuo rinnovarsi, lapertura verso lesterno, il mantenersi interlocutori attenti dei giovani e del territorio, lessere punto di riferimento per piccole esperienze di solidariet e di partecipazione, lessere officina di volontari a piede libero in grado di portare con s gli stimoli e le riflessioni condivise, e di dar vita a nuovi progetti. LAssociazione una nuova scommessa: dar vita ad un assetto organizzativo, per certi versi complementare a Gancio Originale, che rappresenti un contenitore stabile e continuo per fermarsi, per tornare, per ripassare, per appoggiare qualcosa, per avvicinarsi ad unesperienza di volontariato. La scommessa quella di riuscire a coniugare la stabilit con la leggerezza, la giovent con le altre et, la delicatezza con la pesantezza e la corposit dellimpegno, la visibilit con la presenza discreta. La scommessa quella di essere amici veri, solidi, non invadenti, non inopportuni; di quelli che ci sanno essere al bisogno ma sanno anche fare un passo indietro. I giovani di Gancio Originale hanno collocato lazione volontaria nella dimensione della quotidianit, hanno trovato nella normalit della vita di tutti i giorni e non nella straordinariet il naturale contesto per limpegno

e lattenzione verso laltro: lassociazione intende muoversi in continuit con questa pratica. Vi invitiamo scommessa. dunque a partecipare a questa Deliana Bertani

Chi vuole avere pi informazioni: info@amicidigancio.com www.amicidigancio.com Chi vuole iscriversi : gino_farina@libero.it 349 7190911

Associazione di promozione sociale


mail: info@amicidigancio.com "Ladolescente ladulto di domani: rappresenta cio linvestimento che la societ e gli adulti di oggi fanno (o non fanno) sulle risorse che sono presenti allo stato potenziale nella generazione che sta crescendo, generazione che ha bisogno di tempo per passare dal terreno delle potenzialit a quello della piena realizzazione di s " (Donald Winnicott) Amici di Gancio Originale una associazione di promozione sociale volta a promuovere e a valorizzare le propensioni dei giovani all'impegno sociale ed alla cura, affinandole con appropriate attivit di animazione e di formazione rivolte sia ai giovani, sia all'ecosistema adulto che ruota intorno ad essi (genitori, scuola, lavoro, svago). A nostro avviso i giovani sono una grande risorsa sulla quale investire, sono il nostro domani. Confidare in loro e nelle loro potenzialit, dare loro il tempo di crescere e maturare, porli nelle condizioni di poter esprimere autenticamente se stessi la nostra mission. Nel territorio della provincia di Reggio Emilia ormai da oltre 15 anni, Gancio Originale una struttura di volontariato giovanile che ha visto impegnarsi al servizio dei bambini dei ragazzi a rischio, dei deboli, degli immigrati 6.000 giovani delle scuole medie superiori - la "meglio giovent" reggiana. Gancio ha dimostrato che investire sui giovani che aiutano altri giovani serve sia a chi riceve le cure, sia a chi le d, ma anche agli adulti che nella scuola, nella sanit, nel sociale, si impegnano al loro fianco e apprendono dall'esperienza fatta insieme a loro.

Con l'associazione "Amici di Gancio Originale" ci proponiamo di solidificare ed estendere quest'esperienza esemplare. Come? Ispirandoci ai principi dell'accoglienza, del dialogo, della partecipazione e della condivisione, attraverso la predisposizione di programmi di prevenzione e di intervento volti al superamento di ogni condizione giovanile di marginalit, di esclusione o di potenziale devianza; attraverso un'opera di sostegno e di formazione dei giovani nel loro approccio con la scuola, il mondo del lavoro e la societ in genere. Amici di Gancio Originale intende realizzare i propri scopi istituzionali attraverso le seguenti attivit: 1. promozione di attivit volte a creare e mantenere il ben-essere dei bambini, degli adolescenti, dei giovani; 2. promozione di progetti di prevenzione e recupero del disagio giovanile; 3. istituzione di centri di aggregazione e luoghi di accoglienza per attivit ludico - ricreative; 4. realizzazione di progetti rivolti all'infanzia e all'adolescenza, e in particolare alle situazioni di disagio, con l'intento di promuovere attivit di sostegno, recupero e animazione rivolte direttamente ai bambini e agli adolescenti ed ai loro genitori e, pi in generale, a coloro che operano con i giovani: insegnanti, educatori, social worker; 5. sviluppo della disposizione dei giovani alla solidariet, al senso civico, al dialogo e allo scambio con persone in condizione di svantaggio sociale e relazionale, etc.; 6. predisposizione e realizzazione di percorsi di accompagnamento degli adolescenti e dei giovani nel mondo della scuola, del volontariato, nellottica della valorizzazione dei singoli e dei gruppi sul piano della assunzione di responsabilit; 7. promozione di corsi e di attivit di formazione e di aggiornamento rivolte ai propri associati nelle materie di cui all'oggetto sociale.

STATUTO DELL'ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

ART.1 (Costituzione, denominazione e sede) E costituita lAssociazione denominata "Amici di Gancio Originale", con sede a Reggio Emilia in via Rousseau n. 2. La sede dell'Associazione potr essere trasferita in qualsiasi luogo della provincia di Reggio Emilia, senza dover ricorrere alla modificazione dello statuto associativo. La durata dellAssociazione illimitata. ART. 2 (Scopi e attivit) LAssociazione apolitica, aconfessionale e non ha fini di lucro, da intendersi anche come divieto di ripartire i proventi fra gli associati in forme indirette o differite. LAssociazione si prefigge di promuovere la partecipazione dei propri soci alla vita della comunit provinciale, nella prospettiva di valorizzare le propensioni dei giovani all'impegno sociale ed alla cura, affinandole con appropriate attivit di animazione e di formazione, da indirizzarsi ai giovani ed ai contesti di vita (famiglia), di studio (scuola), e di lavoro in cui essi vivono e operano. Inoltre, l'Associazione, ispirandosi ai principi dell'accoglienza, del dialogo, della partecipazione e della condivisione, opera attivamente per la prevenzione e il superamento di ogni condizione giovanile di marginalit, di esclusione o di potenziale devianza, e per il sostegno e la formazione dei giovani nel loro approccio con la scuola, il mondo del lavoro e la societ in genere. Per la realizzazione dei propri scopi e nellintento di operare per la realizzazione di interessi a valenza collettiva, l'Associazione si avvarr della collaborazione della Provincia di Reggio Emilia, che sar normata da apposita convenzione.

L'Associazione intende realizzare i propri scopi istituzionali attraverso le seguenti attivit: a) promozione di attivit volte a creare e mantenere il benessere dei bambini, degli adolescenti, dei giovani; b) promozione di progetti di prevenzione e recupero del disagio giovanile; c) istituzione di centri di aggregazione e luoghi di accoglienza per attivit ludico - ricreative; d) realizzazione di progetti rivolti all'infanzia e all'adolescenza, e in particolare alle situazioni di disagio, con l'intento di promuovere attivit di sostegno, recupero e animazione rivolte direttamente ai bambini e agli adolescenti ed ai loro genitori e, pi in generale, a coloro che operano con i giovani: insegnanti, educatori, social worker; e) sviluppo della disposizione dei giovani alla solidariet, al senso civico, al dialogo e allo scambio con persone in condizione di svantaggio sociale e relazionale, etc.; f) predisposizione e realizzazione di percorsi di accompagnamento degli adolescenti e dei giovani nel mondo della scuola, del volontariato, nellottica della valorizzazione dei singoli e dei gruppi sul piano della assunzione di responsabilit; g) promozione di corsi e di attivit di formazione e di aggiornamento rivolte ai propri associati nelle materie di cui all'oggetto sociale. Per lo svolgimento delle suddette attivit, lAssociazione si avvale prevalentemente dell'attivit prestata in forma volontaria, libera e gratuita dei propri associati. L'Associazione: per grandi manifestazioni afferenti gli scopi istituzionali, pu avvalersi di attivit prestata in forma volontaria, libera e gratuita da persone non associate alla Associazione; pu inoltre avvalersi, in caso di particolare necessit, di prestazioni di lavoro autonomo o dipendente, anche ricorrendo ai propri associati.

ART. 3 (Risorse Economiche) LAssociazione trae le proprie risorse economiche per il funzionamento e per lo svolgimento delle proprie attivit da: a) contributi degli aderenti e dei privati; b) contributi dello Stato, di Enti e di Istituzioni Pubbliche o di Organismi Internazionali; c) donazioni e lasciti testamentari; d) entrate derivanti da convenzioni o da cessione di beni o servizi agli associati o ai terzi; e) entrate derivanti da attivit commerciali e produttive marginali o da iniziative promozionali. Il fondo comune costituito con le risorse di cui al comma precedente non pu essere ripartito tra i soci n durante la vita dellAssociazione, n allatto del suo scioglimento. Lesercizio finanziario dellAssociazione ha inizio il 1 gennaio e termine il 31 dicembre di ogni anno. Al termine di ogni esercizio sociale il Comitato Direttivo redige il bilancio consuntivo e lo sottopone allapprovazione dellAssemblea dei soci entro il mese di aprile. Gli eventuali avanzi di gestione debbono essere reinvestiti nelle attivit istituzionali, indicate nel presente statuto. ART. 4 (Soci) Il numero dei soci illimitato. Sono membri dellAssociazione i soci fondatori e tutti i soggetti, persone fisiche o entit collettive di diritto privato senza scopo di lucro o economico, che si impegnino a contribuire alla realizzazione degli scopi dellAssociazione e ad osservare il presente statuto. ART. 5 (Criteri di ammissione ed esclusione dei soci) Lammissione a socio subordinata alla presentazione di apposita domanda scritta da parte degli interessati. Sulle domande di ammissione si pronuncia il Comitato Direttivo; le eventuali reiezioni debbono essere motivate.

Il Comitato Direttivo cura lannotazione dei nuovi aderenti nel libro dei soci dopo che gli stessi avranno versato la quota associativa. La qualit di socio si perde per recesso, per esclusione o per decesso. Il recesso da parte dei soci deve essere comunicato in forma scritta allAssociazione almeno 3 ( tre) mesi prima dello scadere dellanno in corso. Lesclusione dei soci deliberata dallAssemblea, su proposta del Comitato Direttivo per: a) mancato versamento della quota associativa per 1 (un) anno ; b) comportamento contrastante con gli scopi dellAssociazione; c) persistenti violazioni degli obblighi statutari. In ogni caso, prima di procedere allesclusione devono essere contestati per iscritto al socio gli addebiti che allo stesso vengono mossi, consentendo facolt di replica. Contro il provvedimento di esclusione l'interessato potr presentare ricorso, sul quale si pronuncer in via definitiva l'assemblea dei soci alla sua prima convocazione ordinaria. Il socio receduto o escluso non ha diritto alla restituzione delle quote associative versate. Tali quote, inoltre, sono intrasmissibili sia per atto tra vivi, sia per causa di morte. ART. 6 (Doveri e diritti degli associati) I soci sono obbligati: a) ad osservare il presente statuto, i regolamenti interni e le deliberazioni legalmente adottate dagli organi associativi; b) a mantenere sempre un comportamento corretto nei confronti dellAssociazione; c) a versare la quota associativa di cui al precedente articolo.

soci hanno diritto: a) a partecipare a tutte le attivit promosse dallAssociazione; b) a partecipare allAssemblea con diritto di voto; c) ad accedere alle cariche associative. I soci non possono vantare alcun diritto nei confronti del fondo comune n di altri cespiti di propriet dellAssociazione. ART. 7 (Organi dellAssociazione) Sono organi dellAssociazione: a) lAssemblea dei soci; b) il Comitato Direttivo; c) il Presidente. Le cariche associative vengono ricoperte a titolo gratuito . Ai titolari delle cariche spetta comunque il rimborso delle spese sostenute. ART. 8 (Assemblea) LAssemblea composta da tutti i soci e pu essere ordinaria e straordinaria. Ogni associato, persona fisica o entit collettiva, dispone di un solo voto. Ogni associato pu farsi rappresentare in assemblea da un altro associato con delega scritta; ogni socio non pu ricevere pi di due deleghe. LAssemblea ordinaria indirizza tutta lattivit dellAssociazione ed in particolare: a) approva il bilancio consuntivo; b) nomina i componenti del Comitato Direttivo, del Collegio dei revisori dei conti e del Collegio dei probiviri; c) delibera leventuale regolamento interno e le sue variazioni; d) delibera lesclusione dei soci; e) delibera su tutti gli altri oggetti sottoposti al suo esame dal Comitato direttivo. LAssemblea ordinaria viene convocata dal Presidente del Comitato Direttivo almeno una volta lanno per lapprovazione del bilancio consuntivo ed ogni qualvolta lo stesso Presidente o il Comitato Direttivo o il Collegio dei revisori o 1/10 degli associati ne ravvisino lopportunit.

LAssemblea straordinaria delibera sulle modifiche dellatto costitutivo e dello statuto e sullo scioglimento dellAssociazione. LAssemblea, ordinaria e quella straordinaria, sono presiedute dal Presidente del Comitato direttivo o, in sua assenza, dal Vice Presidente e, in caso di assenza di entrambi, da altro membro del Comitato direttivo eletto dai presenti. Le convocazioni devono essere effettuate mediante avviso scritto da recapitarsi almeno otto giorni prima della data della riunione, contenente l'ordine del giorno, il giorno, il luogo, la data e l'orario della prima convocazione. Leventuale seconda convocazione non potr aver luogo nello stesso giorno previsto per la prima convocazione. In difetto di convocazione formale o di mancato rispetto dei termini di preavviso, saranno ugualmente valide le adunanze cui partecipano di persona, o per delega, tutti i soci. LAssemblea, sia ordinaria che straordinaria, validamente costituita in prima convocazione quando sia presente o rappresentata almeno la met pi uno dei soci. In seconda convocazione, lAssemblea validamente costituita qualunque sia il numero dei soci intervenuti o rappresentati. Le deliberazioni dellAssemblea sono valide quando siano approvate dalla maggioranza dei presenti. Le modificazioni dello statuto devono essere approvate con la partecipazione della maggioranza dei soci ed il voto favorevole dei 3/4 dei presenti. La deliberazione riguardante lo scioglimento dellAssociazione e relativa devoluzione del patrimonio residuo, deve essere adottata con il voto favorevole di almeno degli associati. ART. 9 (Il Comitato Direttivo) Il Comitato Direttivo formato da un numero di membri non inferiore a 3 (tre) e non superiore a 7 (sette), nominati dallAssemblea dei soci fra i soci medesimi. I membri del Comitato Direttivo rimangono in carica 2 anni e sono rieleggibili. Possono fare parte del Comitato Direttivo solo gli associati maggiorenni .

Nel caso in cui, per dimissioni o per altre cause, uno o pi dei componenti il Comitato decadano dallincarico, il Comitato Direttivo pu provvedere alla loro sostituzione nominando i primi tra i non eletti, che rimangono in carica fino allo scadere dellintero Comitato; nellimpossibilit di attuare detta modalit, il Comitato pu nominare altri soci, che rimangono in carica fino alla successiva Assemblea, che ne delibera leventuale ratifica. Ove decada oltre la met dei componenti il Comitato, lAssemblea deve provvedere alla nomina di un nuovo Comitato. Il Comitato nomina al suo interno un Presidente, un VicePresidente e un Segretario. Al Comitato direttivo spetta di: a) curare lesecuzione delle deliberazioni dellAssemblea; b) predisporre il bilancio consuntivo; c) nominare il Presidente, il Vice-Presidente e il Segretario; d) deliberare sulle domande di nuove adesioni allAssociazione; e) provvedere agli affari di ordinaria e straordinaria amministrazione che non siano di competenza dellAssemblea dei soci, ivi compresa la determinazione della quota associativa annuale. Il Comitato direttivo presieduto dal Presidente o in caso di sua assenza dal Vice-Presidente e in caso di assenza di entrambi, dal membro pi anziano. Il Comitato direttivo convocato di regola ogni 4 mesi e ogni qualvolta il Presidente lo ritenga opportuno, o quando almeno 1/5 dei componenti ne faccia richiesta. Assume le proprie deliberazioni con la presenza della maggioranza dei suoi membri ed il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti. Le convocazioni devono essere effettuate mediante avviso scritto da recapitarsi almeno 4 giorni prima della data della riunione, contenente ordine del giorno, luogo, data e orario della seduta. In difetto di convocazione formale o di mancato rispetto dei termini di preavviso, saranno ugualmente valide le adunanze cui partecipano tutti i membri del Comitato.

I verbali di ogni adunanza del Comitato Direttivo, redatti a cura del Segretario e sottoscritti dallo stesso e da chi ha presieduto ladunanza, vengono conservati agli atti. ART. 10 (Il Presidente) Il Presidente, nominato dal Comitato Direttivo, ha il compito di presiedere lo stesso nonch lAssemblea dei soci. Al Presidente attribuita la rappresentanza dellAssociazione di fronte a terzi ed in giudizio. In caso di sua assenza o impedimento le sue funzioni spettano al Vice - Presidente o, in assenza, al membro pi anziano. Il Presidente cura lesecuzione delle deliberazioni del Comitato direttivo e, in caso durgenza, ne assume i poteri chiedendo ratifica allo stesso dei provvedimenti adottati nelladunanza immediatamente successiva. ART. 11 (Scioglimento) In caso di scioglimento dellAssociazione, dopo le operazioni di liquidazione l'eventuale patrimonio residuo verr devoluto a fini di utilit sociale. ART. 12 (Norma finale - rinvio) Per quanto non espressamente previsto o diversamente disposto in questo statuto si fa riferimento al codice civile e ad altre norme di legge vigenti in materia di associazionismo di promozione sociale.

discutere o dare informazioni e indicazioni di chi pu aiutare ad affrontare il problema. Questo sportello uno dei molti punti di consulenza che lAusl ha messo a disposizione degli adolescenti e dei giovani reggiani nelle scuole e fuori nei luoghi di incontro e aggregazione. Lo sportello Ascolta/Informa TU2 (a tuxtu) uno strumento leggero, come del resto gli sportelli del FREE STUDENT BOX con cui condivide molte caratteristiche, a cui rivolgersi per un confronto, una spiegazione, una chiarificazione, un indirizzo, una richiesta di sostegno, di accompagnamento per un piccolo tratto del percorso che il giovane sta facendo per diventare adulto. uno strumento per evitare di lasciare troppi interrogativi, troppe incertezze , troppe nebbie senza una risposta o meglio senza lapporto di una ventata chiarificatrice . la costruzione di uno dei percorsi che fanno da ponte tra le problematiche dei ragazzi ( le problematiche non necessariamente sono o diventano patologia) e i servizi per facilitare laccesso e anticipare il pi possibile la risposta. allinterno di un sistema di front-office leggeri e multidimensionali, collegati con sistemi di back office dove in caso di necessit si possano fare diagnosi pi precoci e di trattamenti pi mirati. un progetto basato su una logica induttiva, in base alla quale le ipotesi iniziali sono messe perennemente in crisi e rifondate in base allesperienza. Il senso, limmagine, gli obbiettivi di questo sportello sono stati costruiti anche con i giovani, cos come tutte le altre attivit del progetto ladolescenza come risorsa .Dalla riflessione

Sabato 20 Maggio stato inaugurato TU2 (A TU X TU) ovvero lo Sportello Ascolta/Informa di Deliana Bertani aperto il marted dalle 13,30 alle 15,30 e il gioved dalle 16 alle 18due volte la settimana presso lInformagiovani del Comune di Reggio Emilia in via Farini 2.

Chi ha meno di 25 anni e si trova in un momento di difficolt, di impasse con i propri genitori, la scuola, il lavoro, gli amici, i sentimenti, la sessualit e. pu incontrare a TU2 un giovane psicologo in grado di

dellattivit con loro saranno fatti gli aggiustamenti e le correzioni in itinere . un altra attivit tesa a promuovere e sostenere la salute e il benessere dei giovani, ad accompagnarli nell individuazione del proprio percorso per diventare pi protagonisti e pi capaci di resistere allevento stressante, alla fatica del cambiamento e della crescita. unattivit nata dal lavoro comune dellAusl e del Comune di Reggio in rete con la scuola , con gli altri enti e organizzazioni pubbliche, private e del privato sociale . 2 TU (a tuxtu) Sportello Ascolta/informa posto nel cuore della citt . Non un caso! Ma ha un significato e un valore ben preciso. E un messaggio importante che il Comune, lAusl e tutti gli adulti vogliono dare ai giovani e agli adolescenti di Reggio.

RIFLESSIONI

Grazie ad unidea nata a Marola, questanno si pensato di organizzare una nuova formazione per i coordinatori dei diversi workshop di gancio: Giocando con la Matematica. La prof.ssa De Pietri, docente di matematica del liceo Aldo Moro, si proposta di presentare ai partecipanti al corso una nuova modalit di insegnamento della matematica, materia molto temuta dai nostri bambini dei workshop. Ci ha cos illustrato diversi giochi per bambini di tutte le et e utilizzabili in diversi contesti: in aula, in palestra o allaperto. stata una occasione per noi coordinatori di rispolverare le nozioni di base e per apprendere nuove metodologie didattiche. Inoltre, il materiale raccolto durante lesperienza stato inserito nella cassetta degli attrezzi per poter essere condiviso da tutti.

Luned 21 Novembre 2005 Luned 28 Novembre 2005 Luned 12 Dicembre 2005 Luned 23 Gennaio 2006

Tutti gli incontri si terranno presso il Liceo Scientifico Aldo Moro, via XX Settembre Reggio Emilia, dalle ore 17.00 alle ore 19.00. Liscrizione dovr essere effettuata entro la prima settimana di Novembre

MAROLA
-8 / 9 Settembre 2005Report del Gruppo di lavoro dei "grandi" (staff di gancio, coordinatori, tirocinanti, volontari civili, insegnanti, operatori Polaris) di Susanna Cagossi

VERIFICA DEL LAVORO SVOLTO NEL CORSO DELLANNO PASSATO SU QUELLA CHE STATA CHIAMATA , PRORIO A MAROLA NEL 2004, "LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI", COSA C, COME STATO UTILIZZATA , COSA MANCA. Per costruire la "cassetta", si sostanzialmente su due versanti: lavorato

Negli incontri si lavorato soprattutto su come facilitare la comunicazione. Possedere strumenti (tecnica del cerchio, attivazioni, interviste incrociate ecc. ) sperimentati dai coordinatori in ambito formativo ha arricchito e facilitato il lavoro in relazione a la capacit di fare gruppo tra loro, la capacit di accogliere i volontari in modo pi consapevole la capacit di responsabilizzare i volontari nei confronti dei bambini , dando loro un ruolo la capacit di creare un clima di gruppo e di gestire i gruppi Si ritiene utile continuare a lavorare sulle life skill (abilit di vita), cio su una serie di competenze che se allenate e migliorate possono poi migliorare la qualit della vita, proprio perch il nostro compito quello di implementare queste abilit nei ragazzini con cui lavoriamo. La cassetta potrebbe essere arricchita con altre competenze: Si apre una riflessione su come rendere pi piacevole e produttiva la prima ora dei WS, quella dei compiti sui quali spesso ci sono aspettative molto alte da parte degli insegnanti, a volte quasi in conflitto con le attivit della seconda ora Entrare nel merito della prima ora una novit, non era mai stato fatto prima, probabilmente perch si era sempre partiti dal presupposto che lavoriamo con bambini i cui processi di apprendimento sono fortemente condizionati dalla loro capacit relazionale Si ipotizzato quindi di mettere nella cassetta degli attrezzi anche competenze per lavorare sugli

Implementazione delle competenze su fare Messa in rete tra coordinatori dei WS delle varie tecniche, giochi, cose da costruire, idee, da condividere con i volontari per facilitare la gestione del gruppo di ragazzini nella seconda ora , quella del gioco e attivit creative. se si hanno pi carte, gi sperimentate, da spendere, diventa pi semplice trovare la cosa giusta da proporre al momento giusto a seconda delle caratteristiche ed esigenze del gruppo Implementazione delle competenze relazionali La formazione col Dott. Ghiretti ha fornito utilissimi strumenti per guidare un gruppo.

apprendimenti , capacit di trasformare gli esercizi in giochi Per facilitare laiuto nei compiti in Matematica , che spesso uno scoglio per tutti, la Prof.ssa De Pietri propone una formazione per i coordinatori dei WS che miri proprio a costruire abilit di scomposizione dei concetti e loro trasformazione in gioco Lavoro sulle fiabe per facilitare lanalisi del testo , linterculturalit ecc. Mettere quindi nella cassetta degli attrezzi una specie di "strolgancio" dei compititutta da costruire, creando una maggiore continuit tra la prima e la seconda ora Riprendendo quindi i vari eventi che possono incidere sui W.S., sia in ambito individuale che sul gruppo, si notato come il lavoro si stia progressivamente affinando, rendendo quindi indispensabile : La capitalizzazione delle competenze sul fare (seconda ora, ma anche compiti) La capitalizzazione delle competenze relazionali (accoglienza, comunicazione, gestione del gruppo, strumenti/attivit, supervisione per gestire "gli attentati al gruppo") Questo richiama allora un altro aspetto da inserire nella cassetta degli attrezzi La capacit di capitalizzazione delle competenze tra generazioni successive di coordinatori dei W S Si visto come il calendario di arrivo dei tirocinanti (15 settembre 15 marzo) non sia assolutamente in sintonia col calendario delle attivit, soprattutto per la data di marzo. Occorre quindi migliorare laccoglienza/percorso dei tirocinanti con una "cerimonializzazione" che dia visibilit al loro arrivo, che consenta un piccolo

passaggio staffetta - sul fare e un accompagnamento su versante relazionale, consentendo ai nuovi tirocinanti "una specie di allenamento in piscina, prima di nuotare da soli in mare aperto". Cos come per i WS. abbiamo dei rituali, di campagna acquisti (incontri nelle scuole con le III classi), di apertura (1 incontro solo con i volontari, accogli enza, giochi) e di chiusura (festa) anche per laccoglienza dei tirocinanti occorre: fare una nostra calendarizzazione RITUALIZZANDO queste date Questa prima verifica ha evidenziato infine la necessit di implementare laccoglienza/accompagnamento e formazione dei volontari emersa lipotesi di allargare il tempo delle verifiche a scuola, a fine gennaio, inizio febbraio, accompagnando le verifiche a momenti di formazione al gruppo dei volontari nelle singole scuole. In questo senso si ipotizza la costruzione di un programma da presentare ai presidi che tenga conto delle identit e dei bisogni delle varie scuole. Quindi la cassetta degli attrezzi potr diventare un BOOK.a fogli mobili Strutturato in 4 parti in cui ogni anno si aggiungeranno i contributi relativi a: Competenze relazionali Competenze spendibili nella prima ora dei WS Competenze spendibili nella seconda ora dei WS (attivit ludico-creative ) Accoglienza/Cerimonializzazione per i nuovi Tirocinanti (saluto, sottolineatura del nuovo ingresso, percorso staffetta passaggio di competenze)

da implementare continuamente con un lavoro in itinere facendo una programmazione annuale presidiandone la comunicazione a tutti tenendo conto della variabile tempo e della fattibilit dei processi

Gancio e la sua rete STROLGANCIO Verifica dellesperienza fatta l8 aprile allo Sscaruffi come continuarla ? Linteresse che i volontari hanno dimostrato per questa esperienza ci induce a capirne meglio il senso, gli obiettivi e su come dare continuit in una logica di sperimentazione continua. I laboratori itineranti di strolgancio potrebbero consentirci di raggiungere quei ragazzi che non riusciamo ad agganciare come volontari, che solo con la parola non riusciamo a coinvolgere, favorendo processi di scambio, di conoscenza, di visibilit, potrebbero essere luoghi di facilitazione per laccesso al free student box, ecc... Cos come Gancio uno sportello di aggregazione e di sperimentazione di s Strolgancio potrebbe essere uno sportello per fare insieme delle cose che danno soddisfazione sia per chi le impara che per chi le propone, in unottica comunque di BENESSERE, di PREVENZIONE del disagio, e quindi DI ASCOLTO, PROMOZIONE, SOCIALIZZAZIONE Come implementare questa esperienza? -collegarci ad eventi culturali della citt? -collegarci alla giornata della creativit a Rivalta? -far vederee dove far vedere le abilit dei giovani? -Banchetto nel polo scolastico di via Makall?

La variabile tempo prima menzionata e anche la logica della sperimentazione che da sempre caratterizza Gancio, ci portano ad ipotizzare per lanno che abbiamo davanti La replica dellesperienza di Strolgancio allo Scaruffi, nelle altre scuole .quindi piccole Officine "Dentro" le scuoleper poi uscire "sulla soglia - banchetto nel polo scolastico di via Makall" per cercare poi spazi esterni alla Scuola , esplorando nuovi territori e attuando un passaggio graduale. FREE STUDENT BOX Pensato proprio qui a MAROLA due anni fa, partito con due scuole (BUS e TRICOLORE) ha aperto sei sportelli nel 2004/2005 (BUS , IPSIA LOMBARDINI, TRICOLORE, SCARUFFI, LEVI, MORO) e passer a 8 lanno prossimo, hanno fatto richiesta FILIPPO RE e ZANELLI. I risultati sono stati buonissimi. Questanno ci sono pervenute 231 richieste di cui 23 attraverso il sito (sito visitato pi di 15.000 volte). Gli utenti sono ragazzi, genitori ed insegnanti. Problemi emersi: passaggio da una fase istituente, in cui non eravamo molto attenti alle regole,(ad esempio non avevamo stipulato le convenzioni con le scuole) ad una maggiore formalizzazione/individuazione/adattamento del progetto alle identit delle singole Scuole emerso che ogni scuola, presentando delle caratteristiche specifiche richiede modalit diverse di relazione. Ad esempio allIpsia fanno fatica ad accedere al mattino perch temono di

essere additati dai compagni, per cui abbiamo spostato lo sportello al pomeriggio. Al liceo Moro luso del telefonino garantisce molto sul piano dellintimit. Al Tricolore, la confidenza che esiste fra professori e ragazzi fa s che siano proprio loro a fungere da filtro. esigenza di definire e curare meglio il back office nei Servizi. (avere referenti chiari a cui fare gli invii in caso di bisogno, garantendo invii personalizzati) un problema da affrontare la coniugazione con le altre istituzioni private o semipubbliche che gestiscono degli sportelli allinterno delle scuole. Importante mettere in ordine ci che si fa secondo una chiarezza didentit dei ruoli e una chiarezza di obiettivi. un altro aspetto emerso fin dal primo anno di attivit il fatto che una parte considerevole della casistica che accede agli sportelli, circa il 20%, richiede un riorientamento in itinere. Pertanto, abbiamo pensato di fare una formazione in merito a questo tema (la formazione si estesa anche agli insegnanti interessati). Incontreranno il tecnico formatore nel mese di ottobre. In alcune Scuole (es Ipsia) le tematiche pi frequenti che vediamo allo sportello sono legate alle problematiche dellimmigrazione. C unipotesi di consulenza (progetto con Adil), che dovrebbe integrare lattivit dello Sportello, occorre definire come strutturare questa collaborazione. Occorre considerare che il

problema coinvolge anche i genitori immigrati, quindi ci troviamo di fronte a un livello diverso rispetto a quello delladolescente autoctono. la partecipazione dei Prof. in alcune Scuole non sempre costante. Uno scarso coinvolgimento rende pi difficoltoso il lavoro dei peer. In Questo senso si rende necessaria una maggior istituzionalizzazione.Coinvolgere i Presidi per arrivare ai Professori. Altro tema da affrontare la messa a punto di una Convenzione in rete superando lattuale procedura con le singole scuole. Non semplice da attuare, poich alla base necessaria LA COMUNICAZIONE fra le scuole, ogni scuola ha con noi un rapporto di diverso tipo e non tutte si trovano daccordo su questa questione. Emerge anche il bisogno di affrontare lanalisi dei dati, del tipo di domande che pervengono agli sportelli. utile capire se si tratta di richieste di consulenza o di qualcosa di diverso, in quanto ci implica un diverso percorso, un diverso trattamento. Il fatto di poter differenziare le domande aiuta a capire lentit del problema.

Possiamo parlare di tre macro aree : ambito che riguarda il benessere, la salute pi in generale, le competenze ambito / zona "grigia"dove sta un bisogno generalizzato di ascolto

ambito di problemi complessi dove importante arrivare il prima possibile per linvio mirato ai servizi per un percorso terapeutico. Sarebbe utile anche costruire un dialogo con gli insegnanti che ci permetta di chiarire le nostre competenze e le loro, in modo che sia per loro molto chiaro che tipo di risorse rappresentiamo e sappiano per cosa interpellarci. Quindi di nuovo il confrontarsi, il mettersi in rete lelemento fondamentale che chiarisce chi fa che cosa e il confine dazione. Ci ci permette di dare una risposta specifica. I peer hanno chiesto di essere coinvolti maggiormente. Si ritiene importante decidere insieme a loro come attivare e valorizzare il loro ruolo nel rispetto delle identit delle singole Scuole (Si ipotizza un incontro con tutti i Presidi (organizzato da Dott.ssa Ficarelli dellAmministrazione provinciale ), dove affrontare le varie problematiche ) LA STANZA DI DANTE non resta il tempo di approfondire nello specifico anche il tema emerso pi volte trasversalmente nella discussione.

DISCUSSIONE VERIFICA APPROFONDIMENTO con gli insegnanti (nella seconda giornata, dopo la relazione "Percorsi di accompagnamento in Gancio originale"

Vengono riproposte sinteticamente le problematiche aperte, rilevate fin qui nella discussione con linvito rivolto soprattutto agli insegnanti delle varie Scuole a fare il punto della situazione, a portare il loro contributo per procedere nel lavoro in modo "critico, costruttivo e condiviso" seguendo la modalit di lavoro (induttiva) da sempre perseguita in Gancio. Rompe il ghiaccio Prof.ssa Simona Valcavi (Fermi Manzoni) Il punto forte di gancio da sempre la reciprocit, il dare e ricevere, ("ti doma prendo, ti do ma pretendo"...) nella Scuola per non sempre possibile capirsi, venirsi incontro perch le parti hanno unidea diversa di chi si ha davanti, allora diventa cruciale capire come condividere per avere lo stesso punto di vista sui ragazzi, sui bisogni, sugli obiettivi e sulle modalit per raggiungerli. Per la Scuola il rendimento scolastico un obiettivo imprescindibile, occorre ampliare lottica di lavoro per investire anche in altri ambiti. Prof. Corsini (Ipsia Galvani) Nella scuola c molto bisogno di fare queste esperienze, ma i ragazzi hanno bisogno di essere seguiti con molta cura, se manca questo lavoro, che il referente della Scuola non sempre riesce a fare, c il rischio di abbandono, di non "tenuta". Questa la maggiore criticit, per fronteggiarla occorre un rapporto stretto dei coordinatori/operatori con lInsegnante Referente della scuola . Prof.ssa De Pietri (Moro) I ragazzi che hanno aderito a Gancio sono sicuramente migliorati sul senso di responsabilit. Si sottolinea per nuovamente il bisogno dei volontari di essere seguiti, oggi limpegno del volontario sempre pi precoce e questo rafforza lesigenza di accompagnamento

Prof.ssa Munarini (Scaruffi) E molto importante sostenere il senso di appartenenza al gruppo dei volontari, si hanno pi contatti con chi lavora dentro (WS interni), con chi fuori si perdono un po i contatti. Chiamare i ragazzi fuori dalle classi per fare il punto della situazione sempre un problema, occorre quindi capire che strategie adottare per tenere agganciati i volontari. Polaris: Dott.ssa Emma Leonardi E fondamentale per POLARIS la conoscenza dei servizi e di che cosa offrono. Lorientamento per sua natura ha senso se mette in rete varie cose: es. Per un ragazzo straniero che vuole cambiare scuola, con una famiglia particolare. Che riferimenti possiamo dare ? Al Free SBarrivano problematiche collegate allorientamento ? Nei percorsi di consulenza che facciamo agli studenti non sempre ci viene in mente il volontariato ! Servono quindi punti di riferimento concreti (nomi e cognomi) per costruire e utilizzare le Reti. Prof.ssa Ligabue (Moro) Rispetto al progetto del Free SB ci sono state molte resistenze negli insegnanti e nei genitori Ci sono ancora alcuni insegnanti con una ostilit tenuta sotto controllo, altri poco convinti, per questo importante utilizzare meglio la collaborazione degli insegnanti e dei peer per radicare il progetto. Occorre valutare la possibilit di far funzionare il servizio non solo per il disagio ma anche per lorientamento (es. nel 5 anno per luscita o nel 1 quando si trovano a ridefinire le loro scelte) Prof.ssa Tiebat (Magistrali)

Occorre lavorare per far si che questa mentalit passi nella scuola, si potrebbero utilizzare alcune strategie: collegare lo stage al volontariato con una valenza di orientamento immaginare percorsi di esami che abbiano come oggetto temi il volontariato, questo apre agli insegnanti nuovi sguardi approfondire forme di Convenzione Allargare i momenti di verifica che gi si fanno nelle scuole con momenti di formazione Dott.ssa Ricc Direttore Sanitario AUSL di Reggio Emilia Oggi la scommessa dei servizi lintegrazione tra ci che c, la Scuola in questo senso un problema grossoun terreno di conquista perenne che va mantenuta e implementata proprio a partire da queste esperienze di rete che possono essere motori di conoscenza e integrazione. Prof.ssa Tommaselli Prof.ssa Fornaciari (Bus) Anche al Bus viene rilevalo un problema di scarso controllo sui volontari che lavorano nei WS esterni alla scuola C inoltre un problema di VISIBILITA allinterno della Scuola, di appartenenza a Gancio che andrebbe gestita con strategie e strumenti da individuare Prof Corsini suggerisce il giornalino interno alla scuola, il calendario di gancio con le foto dei volontari, le loro attivit e commenti Viene suggerito il Foglio veloce NEWS di GANCIO Il report complessivo evidenzia come le riflessioni degli insegnanti si ricollegano alle problematiche gi aperte , sintetizzando allora si sottolineano i seguenti ambiti di lavoro Incontro con tutti i Presidi entro la met di ottobre (PROVINCIA)

Protocollo con tutte le scuole di durata biennale Riorientamento con Polaris (formazione comune, tavolo tematico piano di Zona, per un pensiero e una pratica condivisa ) VISIBILIT senso di appartenenza per i volontari, rinforzo allaggancio (momenti di formazione nelle scuole alla fine del 1 quadrimestre, richiesta di 3 ore di tempo per verifiche + formazione) Farci conoscere, non solo dentro la scuola, attraverso : BOOK.Cassetta degli attrezzi STROLGANCIO (strumenti sul fare per agganciare altri, farsi conoscere, appartenenza) SEGNALI VISIVIdi lavori in corso, segnare lo spazio, caratterizzare spazi "poveri" ma densi di significati, curare limmagine rimandando il sapere di appartenere.

AGGANCIAMOCI NEL GANCIO -Marola settembre 2005I Volontari del servizio civile: Francesca, Linda, Marcello, Patrizia. Nei giorni Gioved 8 e Venerd 9 Settembre, presso il Seminario di Marola, si tenuta l'ottava formazione organizzata da Gancio Originale. Tra membri dello staff e volontari erano presenti pi di cinquanta persone. Il primo giorno, dopo il saluto della dott.ssa Bertani e i gioco di accoglienza, sono iniziate le attivit di laboratorio condotte da Simone Oliva, Mimmo Spaggiari e Silvia Arlini. Contemporaneamente, i responsabili del progetto e gli operatori coinvolti, si sono riuniti per affrontare diverse tematiche, tra le quali: la formazione tenuta durante l'anno dal dott. Ghiretti, la formazione "Strolgancio" organizzata da e per i coordinatori, la "Stanza di Dante", il "Free Student Box". Ai tre laboratori hanno partecipato tutti i ragazzi che sono stati divisi in tre gruppi alternatisi nelle attivit proposte. Nel laboratorio "strolgancio", Mimmo, utilizzando la tecnica del mosaico, ha guidato i ragazzi nella realizzazione di specchi, cornici e vassoi. Il laboratorio condotto da Silvia si concentrato sui giochi di gruppo, come scioglilingua e attivit di improvvisazione. Questi giochi sono spendibili dai

volontari nei workshop e adattabili e alle esigenze e possibilit dei singoli gruppi. Il laboratorio condotto da Simone ha rielaborato, in versione teatrale, il concetto di fiducia, proponendo un interessante esercizio in base al quale ogni ragazzo doveva affidarsi ad un compagno e lasciarsi guidare da esso bendato. Nel dopo cena, stato organizzato "Strolgancio in Fiera": i ragazzi sono stati coinvolti in diverse attivit, quali: decoro di magliette tramite la tecnica dello stencil, incisione di medagliette e completamento dell'attivit di atelier iniziata nel pomeriggio. Inoltre, la serata stata animata dalla scenetta dialettale organizzata dalla prof.ssa De Pietri, in collaborazione con Mariella Cantini. Nella seconda giornata, il dottor Angelini ha tenuto una interessante relazione intitolata: "Percorsi di accompagnamento in Gancio Originale", incentrata sull'analisi delle cerimonie di passaggio all'et adulta come fenomeno che accomuna passato e presente in tutte le culture. Il dott. Angelini ha sottolineato l'importante ruolo che la Scuola riveste nell'accompagnamento dell'adolescente in questa transizione. La riflessione successiva stata sviluppata in due Workshop paralleli con l'obiettivo di elaborare in gruppo le nozioni acquisite. Il termine dei lavori stato sancito dalla restituzione in plenaria di quanto emerso nel lavoro di gruppo. Con il saluto finale ci siamo dati appuntamento all'anno prossimo.

Alle prescrizioni gi effettuate, potete aggiungere la vostra Telefonando alla segreteria telefonica: 0522-335768 o inviando una e-mail a: cagossis@ausl.re.it.

La conferma delliscrizione deve essere fatta entro il 30 di Agosto utilizzando le stesse modalit.

Visitate il sito: www. freestudentbox.it

6 e 7 Settembre 2006
Se vuoi iscriverti o saperne di pi contatta Gancio Originale Tel. 0522335768 e-mail. Info.ganciooriginale@ausl.re.it

PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE: Venerd 7 Settembre: Gioved 6 Settembre: Ore 10.00 / 12.00. Lavori di Gruppo / Laboratori
(IV tranche, a scalare)

Ore 10.00. Saluti e Giochi di Accoglienza Ore 10.30. Lavori di Gruppo / Laboratori 1. 2. 3. 4. E SE IO FOSSI LALTRO? con Adil El Marouakhi GIOCHIAMO CON LE STAGIONI con Silvia Arlini BALLANDO SUL MONDO con Marcella Paterlini STROLGANCIO con Mimmo Spaggiari Ore 12.30. Pranzo

Ore 14.00 / 16.00. Assemblea Conclusiva Report dei lavori di gruppo / Laboratori Discussione

Ore 12.30. Pranzo

Ore 14.00 / 16.00. Lavori di Gruppo / Laboratori


(II tranche, a scalare)

Ore 14.00 / 16.00. Lavori di Gruppo / Laboratori


(III tranche, a scalare)

Oltre ai volontari sono invitati gli insegnanti, i presidi, i collaboratori di Gancio Originale che, parallelamente alle attivit di laboratorio, insieme allo staff di gancio, potranno verificare il lavoro svolto e progettare innovazioni, evoluzioni, ecc

Ore 19.30. Cena Dopo cena con qualche sorpresa

FORMAZIONE PER I COLLABORATORI DI GANCIO ORIGINALE


FORMATORE: DOTT. FIORELLO GHIRETTI

SUPERVISIONE PER I COLLABORATORI DI GANCIO ORIGINALE


FORMATORI: DOTT. LEONARDO ANGELINI DOTT.SSA DELIANA BERTANI

7 OTTOBRE / 10 NOVEMBRE / 28 NOVEMBRE / 7 DICEMBRE 2005 19 GENNAIO 2006

24 GENNAIO / 14 FEBBRAIO / 21 MARZO 26 APRILE / 23 MAGGIO 2006

Nel corso della formazione, sono state affrontate tematiche inerenti la gestione del gruppo allinterno del workshop, con particolare riferimento alle tecniche facenti parte delleducazione socio-affettiva.

Nel corso della supervisione, i coordinatori hanno presentato alcuni aspetti problematici legati allattivit dei workshop con particolare riferimento alla difficolt nella gestione delle dinamiche relazionali e gruppali.

Lidea di fondo : mettere in comune le competenze e le variegate e molteplici abilit che i nostri volontari possiedono, coordinandoli e accompagnandoli nel processo dello strolgare.

Strolgancio:
Gli atelier itineranti di Gancio Originale. di Francesca Tirelli e Mimmo Spaggiari

Lobiettivo : la conoscenza tra volontari attivi in contesti diversi, la condivisione delle proprie storie di volontari e di ragazzi, lo scambio di spunti creativi e di opinioni, la possibilit di far conoscere lesperienza di volontariato di Gancio Originale entrando il pomeriggio

Sarebbe bello per noi volontari avere uno spazio libero, nostro, dove stare insieme e mettere in comune quello che ognuno di noi sa fare insegnandolo agli altri. E da qui, proprio da un bisogno, un desiderio, unidea buttata l di un volontario di Gancio Originale che nasce STROLGANCIO. Lultimo nato del progetto di volontariato Gancio Originale porta in s lesigenza di rispondere alla voglia/necessit di conoscenza, socializzazione e scambio dei nostri volontari interworkshops e la risposta alla complessit del creare spunti nuovi, idee particolari, cosettine creative e originali da proporre nei workshops pomeridiani ai nostri ragazzini.

negli Istituti Superiori e invitando a partecipare ai laboratori chiunque sia curioso di aggregarsi e abbia voglia di strolgare Il progetto un vero e proprio percorso itinerante attraverso i vari Istituti Superiori del territorio cittadino. I ragazzi vengono aiutati nellorganizzazione di

laboratori sul fare rivolti ai loro stessi coetanei; contemporaneamente coordinati e sono coinvolti in di atelier, Gancio

realizzati

dallatelierista

Originale, nei quali hanno la possibilit di trovare sempre nuove proposte creative da realizzare per s o da proporre durante i pomeriggi di workshop. Le principali attivit proposte: la realizzazione di cornici e vassoi con tesserine di mosaico ricavate da specchi, la decorazione di magliette attraverso la tecnica dello

stencil, la creazione di orecchini, ciondoli e anelli ottenuti intrecciando fili di rame e argento, la realizzazione di tovagliette per la prima colazione, sottomouse, sottobicchieri, portachiavi ottenuti

decorando e ritagliando materiale plastico di riciclo, la creazione di burattini, pigotte e folletti variopinti, lideazione di decorazioni a tema per le festivit natalizie e pasquali, la creazione di animaletti e personaggi ottenuti riciclando in modo fantasioso i rotoli di carta igienica, gli origami, i fiori realizzati con le perline, le medagliette incise e tante le nuove attivit che non mancheremo di strolgare! 2004 presso I ragazzi allopera Il viaggio della carovana di strolgancio iniziato nel lIstituto Tecnico Commerciale G.

Scaruffi, passato da dallIstituto Tecnico ITAS di Rivalta, approdato allIstituto Magistrali nel febbraio 2006 e nel maggio 2006 siamo stati ospitati nel nuovo spazio rivolto ai giovani presso la Gabella di via Roma. Le prossime tappe del tour sono previste con linizio del nuovo anno scolastico VI ASPETTIAMO

NUMEROSI!!!!

Ed ecco tutti gli appuntamenti di Strolgancio vissuti durante lanno:

AllItas lo Strolgancio un vero aggancio

Strolgancio vestito da Babbo Natale consegna un regalo eccezionale

Lo Strolgancio alle Magistrali ti mette le ali Strolgancio alla Gabella stata una sorpresa molto bella

STROLGANCINO
Di Silvia Arlini Cosa sia Strolgancio ormai tutti lo sanno, lo Strolgancino uno Strolgancio per i piccoli; e visto che noi siamo specializzati con i piccoli: diamo il benevenuto al 1 Strolgancino che si svolto alla scuola elementare di Montecavolo. Evviva!!! Luned 15 maggio 2006 si pensato di organizzare levento suddetto in collaborazione con Centro per le famiglie della pedecollina, che ha cos festeggiato il suo secondo compleanno. I bambini del work-shop hanno invitato le due classi quinte a partecipare ad un pomeriggio di Gancio, per vedere e sperimentare in prima persona Gancio. Sono arrivati 35 bambini, intrattenuti nei laboratori di: pittura sul viso (curato da Daniela, educatrice presente nel work-shop tutto lanno); palloncini (curato da Laura, psicologa del centro per le famiglie); serpenti (curato da Giulia, volontaria di gancio) mouse-pad (curato da Samanta, volontaria di gancio); creta (curato da Mara e Paola, mamme di bambini di quinta). Dopo aver messo il naso in quanti pi laboratori possibili, si passati al gelato, per finire con i giochi di gruppo proposti da Anni magici. Lattivazione di una importante rete nella preparazione e realizzazione dellevento ha permesso di raggiungere lobiettivo che ha mosso liniziativa: far conoscere gancio originale non solo

a chi ne usufruisce, perch possa essere letto come un luogo dove si aiutano i ragazzi a vivere serenamente il processo di formazione della propria identit, un luogo dov possibile recuperare lautostima attraverso il fare, disfare, litigare, sperimentare.

STROLGANCIO: gli atelier itineranti di Gancio Originale inseriti nel percorso di formazione rivolto ai volontari A TUTTI I BAMBINI DELLE QUINTE DI MONTECAVOLO!!! Siete invitati luned 15 maggio a creare, giocare con i bambini, i volontari di gancio originale e del centro per le famiglie. Dove? Ma nella vostra scuola, ovvio A che ora? Dalle 14.30 alle 17.00 PALLONCINI PITTURA SUL CORPO GELATO SERPENTI TOVAGLIETTE PER LA MERENDA

ALTRO ANCORA Mi raccomando, affrettati, i posti sono solo 40!

DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE Unit Operativa di Psicologia Clinica Resp. Dott.ssa Deliana Bertani Pad. Tanzi Via Amendola 2 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 335533

Al Dirigente scolastico Istituto Comprensivo di Quattro Castella Proff. Bertazzoni Alla Scuola Elementare di Montecavolo Alla Responsabile del Centro per le Famiglie Della Pedecollina Katia Grisendi

Oggetto: ringraziamento. Nel ringraziare tutti coloro che hanno proposto e costruito la bella esperienza di Strolgancio presso la Scuola Elementare di Montecavolo , ci piace sottolineare limpegno, la disponibilit e la creativit messe in gioco in questo luned speciale del 15 maggio e anche gli stimoli che questa prima esperienza ci lascia intravedere per dare visibilit ai progetti di Gancio originale allinterno delle scuole. Un ringrazi