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Un frammento di lamina bronzea decorata a incisione da Prinis

ROSSELLA GIGLI PATAN

Durante la campagna di scavi effettuata nellestate del 2003 sulla Patela di Prinis1 fu rinvenuto il bel frammento di lamina bronzea che qui si pubblica (Figg. 1-2), indizio di una produzione locale di oggetti in bronzo decorati a sbalzo ed incisione gi nota in altri ambienti della Creta protoarcaica ma finora scarsamente attestata nel sito di Prinis.2 Loggetto proviene da un saggio aperto nellarea immediatamente a Sud del tempio B allo scopo di individuare il limite occidentale delledificio al quale il tempio B sembra collegato;3 si trov frammisto al pietrame di caduta ancora in

Per una prima notizia dello scavo, vedi G. R IZZA, Prinis, in Scavi e ricerche della S.A.I.A. nel 2003, in Notiziario S.A.I.A, II 2, 2003, p. 13; G. BIONDI, R. GIGLI PATAN, D. PALERMO, A. PAUTASSO, Lo scavo del 2003 sulla Patela di Prinis. Relazione preliminare, in Creta Antica, 5, 2004, pp. 249-277. 2 Sulla bronzistica cretese di et protoarcaica si veda: E. KUNZE, Kretische Bronzereliefs, Stuttgart 1931; D. LEVI, I bronzi di Axs, in ASAtene, XIII-XIV, 1930-31, pp. 43146; J. BOARDMAN, The Cretan Collection in Oxford: The Dictaean Ca ve and Iron Age Cre t e, Oxford 1961; F. CANCIANI, Bronzi orientali e orientalizzanti a Cre t a nellVIII e VII sec. a. C., Roma 1970; H. HOFFMANN, Early Cretan Armorers, Mainz on Rhine 1972; E. PAPPALARDO, I bronzi dellAntro Ideo nel contesto della produzione cretese coeva, in Creta Antica, 2, 2001, pp.169-198. 3 Vedi R. GIGLI PATAN, Saggio a Sud-Ovest del Tempio B, in BIONDI, GIGLI PATAN, PALERMO, PAUTASSO, Lo scavo del 2003 sulla Patela di Prinis cit., pp. 262-263, fig. 23. Sono grata al Prof. Giovanni Rizza di avermi affidato la responsabilit dello scavo di questo interessantissimo settore della Patela.

posto, nelle immediate adiacenze di un muro con andamento NO-SE che costituisce probabilmente il limite del varco daccesso alledificio da Ovest. Era quindi purtroppo privo di contesto, ma certamente in connessione con lo strato di distruzione di quella struttura. Si tratta di un frammento di sottile lamina di bronzo a fascia ricurva, che va rastremandosi verso una estremit.4 Rotto da ambedue i lati, il frammento si conserva per una lunghezza di m 0,088, ed largo nel punto di maggiore ampiezza 0,026, nel punto minore 0,016; sul margine esterno, che si presenta leggermente ripiegato su tutta la sua lunghezza verso linterno, alla distanza di circa 3,5 cm luno dallaltro si aprono due forellini, del diametro di 2 mm. Allestremit pi stretta rimangono ancora in posto due rivetti contigui, anchessi del diametro di 2 mm, ribattuti allinterno, che indicano che la lamina doveva essere in quel punto fissata ad altro elemento. Nel senso della lunghezza, la lamina presenta tre gruppi di costolature parallele, ottenute a sbalzo, che ne ripartiscono la superficie in due fasce, della larghezza massima rispettivamente di 0,005 e 0,008 m. Sulla faccia esterna, le due fasce recano una delicata decorazione realizzata con una sottilissima incisione, appena visibile ad occhio nudo, verosimilmente ottenuta mediante luso di un bulino a punta molto fine probabilmente di ferro temperato o comunque di materiale pi duro rispetto al bronzo; la fascia esterna

Conservato nel magazzino della Casa della Missione a Prinis, porta il n. di inv. P. 3929.

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Rossella Gigli Patan

Fig. 1. - Frammento di laminetta decorata ad incisione da Prinis, inv. P. 3929 (foto di G. Fragal).

Fig. 2. - Frammento di laminetta decorata ad incisione da Prinis, inv. P. 3929 (disegno di V. Castiglione).

occupata da un motivo ad onde correnti che formano una sorta di treccia composta da fasci di linee, in numero variabile da 4 a 8, le quali, molto ravvicinate nel punto di inizio, si aprono a ventaglio laddove si incontrano con londa successiva. Nella fascia interna invece si sviluppa un fregio a catena di elementi ellissoidali a doppio margine, le cui estremit, nella parte inferiore, piegandosi a ricciolo, danno origine a una palmetta sormontata da petali in numero variabile fra 5 e 11; ogni maglia della catena collegata a quella contigua da un anello a fascetta piatta; un simile anello a fascetta si trova anche alla base della palmetta. Entrambi i fregi sono di ampiezza variabile, che si adatta al variare della larghezza della fascia che li contiene; essi vanno cio restringendosi dal centro alla estremit. La patina del bronzo molto liscia, sia allinterno che allesterno, ben conservata, di un bel colore verde scuro e per niente ossidata. Il taglio

lungo il margine esterno netto, pi frastagliato quello interno. La lamina, di spessore sottilissimo (0,001), si presenta lievemente deformata ed ricomposta da due frammenti.5 Loggetto fu al momento del rinvenimento considerato parte del bordo esterno di una mitra miniaturistica, come se ne trovano numerose fra le offerte votive nei santuari cretesi6, della quale fosse andata perduta tutta la parte centrale con il margine superiore, cio la vera e propria placca di
Laccurato restauro della laminetta opera di Nadia Barbi. 6 Vedi ad es. D. LEVI, Gli scavi del 1954 sullacropoli di Gortina, in ASAtene, XXXIII-XXXIV, 1955-56, p. 262 sgg., figg. 71-75. 7 Sulla funzione delle mitre: LEVI, I bronzi di Axs cit., p. 77 sgg.; H OFFMANN, Early Cretan Armorers cit., pp. 910.
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207 sia in realt un frammento della cresta di un elmo ad alto cimiero. Linterpretazione suggerita dal confronto con lelmo conservato nel Museum fr Kunst und Gewerbe di Amburgo e pubblicato da H. Hoffmann (esemplare H5) insieme ad altre armi di bronzo provenienti dallo stesso complesso votivo rinvenuto probabilmente nel territorio di Afrat (Fig. 3).10 Si tratta di un tipo di elmo orientalizzante proprio dellambiente cretese11 che lascia il volto scoperto e manca di paranaso, con lapertura per il volto di forma rettangolare; elemento caratterizzante lalta cresta che si innalza verticalmente dalla sommit della calotta per poi curvare in avanti allestremit superiore; al margine esterno doveva essere fissato un cimiero in materiale deperibile, forse piume o crine di cavallo.12 La cresta costituita, cos come lintero elmetto, da due valve ripiegate e saldate insieme mediante rivetti;13 come nel caso della nostra laminetta, essa presenta sulle facce esterne tre serie di costolature a rilievo lungo i margini e nella parte centrale, delimitanti due fasce parallele che recano finissime decorazioni incise, appena percepibili per la forte corrosione della superficie.14

metallo che doveva fungere da protezione del ventre del guerriero che la indossava.7 Faceva pensare a tale attribuzione soprattutto il confronto con i ben conservati modellini di mitra che provengono da Axs e da Afrat, nei quali il bordo esterno che incornicia la parte centrale della placca presenta una serie di costolature a rilievo del tutto simili a quelle che si trovano sulla nostra laminetta,8 nonch losservazione che anche sulle mitre si riscontra a volte la presenza sul bordo di decorazioni incise floreali o geometriche, anche se di rado e limitatamente agli esemplari pi elaborati.9 Anche le dimensioni sembravano compatibili con questa identificazione. In realt, ad un pi attento esame, si pot constatare che diversi elementi ostavano a tale interpretazione. In primo luogo, la posizione dei forellini e dei rivetti: nelle mitre, infatti, piccoli fori si trovano esclusivamente nella parte rettilinea superiore del bordo, e spesso recano ancora gli anelli che servivano a fissare la placca di protezione al cinturone di cuoio; mai sono presenti forellini, e tantomeno chiodini ribattuti, sul margine esterno, dove non se ne spiegherebbe la funzione. Inoltre, per quanto corroso, il bordo interno sembra essere il margine originale delloggetto, dal momento che il suo andamento regolare esclude che possa essere stato determinato da una frattura. da notare infine che nelle mitre sinora conosciute la fascia costolata perimetrale rimane per tutto il suo andamento di larghezza costante e non presenta lallargamento a ventaglio che invece ha il nostro frammento. Esclusa cos lattribuzione ad una mitra, sembra pi probabile che la laminetta di Prinis
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Cfr. ad es. L EVI, I bronzi di Axs cit., tav. XIII; HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., pl. 30-40. Luso decorativo di solchi paralleli o linee a rilievo comunque un dettaglio caratteristico dellarmatura cretese, v. HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., p. 17. 9 Cfr. ad esempio le mitre da Axs (L EVI, I bronzi di Axs cit., p. 62, fig. 15 a-c) e Afrat (H OFFMANN, Early Cretan Armorers cit., M5, p. 12, tav. 37,2, fig. 3; M 15, p. 13, tav. 40,1, fig. 4).

HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., pp. 5 e 6, tav. 13. Vedi A. SNODGRASS, Ea rly Greek Armour and Weapons from the End of the Bronze Age to 600 B.C., Edinburgh 1964, pp. 16-17 (tipo Ba). Sullorigine del tipo, di tradizione assira, vedi da ultimo T. DEZS, Oriental Influence in the Aegean and Eastern Mediterranean Helmet Traditions in the 9th-7th Centuries B.C. The patterns of orientalization (BAR International Series, 691), Oxford 1998, pp. 28-29. 12 CANCIANI, Bronzi orientali e orientalizzanti a Creta cit., p. 127. 13 Sulla tecnica di costruzione degli elmi, vedi HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., p. 17. 14 Leditore definisce i motivi decorativi incisi turrets? (HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., p. 6). Un esame al microscopio della cresta dellelmo effettuato di recente sembra per non mostrare pi traccia di decorazione a causa dell e rosione della superficie bro n ze a . Ringrazio Gisela Koerbelin del Museum fr Kunst und Gewerbe di Hamburg per la cortesia.
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Fig. 3. - Elmo da Afrat. Amburgo (Da HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., tav. 13).

Fig. 4. - Ipotesi di ricostruzione (disegno di V. Castiglione).

La lamina di Prinis, come si vede nellipotesi di ricostruzione qui proposta (Fig. 4) sulla base dellesemplare di Amburgo,15 sembra essere una porzione della cresta di un elmo simile, rotta subito dopo il suo incurvarsi nella parte sommitale, e in origine fissata mediante rivetti a un elemento di uguale forma che ne costituiva la faccia opposta. Lelmo di Amburgo a grandezza naturale, lunico finora noto a Creta; prima del ritrovamento di Afrat il tipo era documentato soltanto da esemplari votivi miniaturistici quali quelli provenienti da Praisos, Palaikastro e Gortina,16 e
Il disegno della lamina e lipotesi di ricostruzione sono opera dellamico Vincenzo Castiglione. 16 Da Praisos: R. C. BOSANQUET, Excavations at Praesos
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da rappresentazioni figurate di guerrieri, fra cui soprattutto significativo il complesso delle stele funerarie provenienti dalla stessa Prinis, che dimostrano come tale tipo di elmo fosse particolarmente diffuso in questo centro.17 Le dimensioni della nostra laminetta, messe a confronto con lesemplare di Amburgo, dimostrano che lelmo di cui essa faceva parte doveva

I, in BSA, VIII, 1901-2, p. 258, pl. X. Da Palaikastro, S. BENTON, Bronzes from Palaikastro and Praisos, in BSA, XL, 1939-1940, pp. 51-59, tavv. 28- 29, 31-32. Da Gortina, LEVI, Gli scavi del 1954 cit., p. 260 sgg., figg. 71- 73. 17 Cfr. A. K. LEMPESH, Oi stlej tou Prini, Aqnai 1976. Vedi in particolare le stele B1 B2 B3 B4 B5, pp. 2629, tavv. 14-23.

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Fig. 5. - Particolare della decorazione della corazza C1 da Afrat (da HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., tav. 22).

Fig. 6. - Particolare della decorazione della corazza C1 da Afrat (da HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., tav. 21).

essere pi piccolo: sulla base della ricostruzione che ne abbiamo effettuato, sembra che avesse una altezza complessiva di circa 35 cm, quasi 10 cm in meno rispetto a quello di Amburgo. Ci significa che, pur non trattandosi certo di un esemplare miniaturistico18 ma di un elmo reale, quello a cui apparteneva la nostra laminetta doveva essere destinato ad un individuo di statura inferiore rispetto a quella di un adulto, e cio presumibilmente ad un ragazzo. Quanto alla cronologia, le affinit tipologiche con lelmo gi citato e in generale con tutto il complesso di Afrat farebbero propendere a una collocazione del frammento di Prinis nella seconda met del VII secolo a. C., forse negli ultimi decenni. Anche la decorazione non contrasta con tale datazione. Il motivo a palmette molto comune nellambiente cretese di et tardo orientalizzante, sia nella ceramica sia soprattutto nella bronzistica;19 non frequente tuttavia nella forma in cui si trova nella laminetta di Prinis e

cio come catena con palmetta allinterno di ogni maglia.20 Assai pi interessante la decorazione dellaltra fascia, londa corrente a fasci di linee che si allargano, il cui uso ha forse uno specifico significato simbolico nelloggetto a cui applicata. Questo motivo, che pure una variante del comune fregio di S concatenate,21 non trova riscontri nella decorazione ceramica, mentre talvolta utilizzato nella bronzistica cretese per indicare schematicamente la criniera di un animale, come si pu osservare, ad esempio, nei leoni della corazza C1 del gruppo di Afrat.22 La sua collocazione nella fascia esterna della nostra lamina, accanto alla serie di forellini che doveva consentire il fissaggio di un cimiero piumato al

Gli elmi miniaturistici sopra ricordati sono tutti inferiori ai 15 cm di altezza. 19 Cfr. HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., p. 8, fig 2 (motivo a catena di palmette alternate a fiori di loto, tav. 25 a-b-c). Per ghirlande e festoni di palmette: PAPPALARDO, I bronzi dellAntro Ideo cit., pp. 175-177, tav. IV, C, G.

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Nella ceramica, il nostro festone di palmette trova un confronto preciso in J. K. BROCK, Fortetsa. Early greek tombs near Knossos, Cambridge 1957: motivo 16m (early orientalizing), p. 183, pl. 59, n. 918. 21 J. N. COLDSTREAM, L. J. E IRING and G. FORSTER, Knossos Pottery Handbook. Greek and Roman, London 2001, pp.... Alcuni esempi in P APPALARDO, I bronzi dellAntro Ideo cit., pp. 172-174, tav II. 22 HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., pp. 7-8, tavv. 19-23. Per il dettaglio della criniera dei leoni ad onde arricciate (flamelocks) Hoffmann pensa a una derivazione da un modello orientale (op. cit., p. 43).

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210 sostegno metallico,23 p o t rebbe essere infatti intenzionale, per alludere proprio alla presenza del cimiero, realizzato, come gi detto, appunto mediante luso di una criniera equina. In conclusione, se la nostra interpretazione della finissima laminetta bronzea di Prinis condivisibile, essa ci sembra una ulteriore testimonianza del costume cretese di offrire armi, e soprattutto parti della panoplia difensiva, talvolta tolte in guerra al nemico, nei santuari maggiori delle citt.24 Il luogo di rinvenimento, daltra parte, nelle immediate adiacenze del santuario maggiore della citt della Patela, in unarea quindi con molta probabilit anchessa destinata alle attivit di culto. Va ricordato a questo proposito che gi negli scavi di Pernier nellarea dei templi A e B fu rinvenuto uno scudetto miniaturistico in sottile lamina bronzea, la cui presenza attesta luso di questo tipo di dediche.25 Nel caso del frammento di elmo da Prinis, non parrebbe trattarsi di una preda bellica; la delic a t ezza della decorazione e la sottigliezza dello s p e s s o re della lamina lasciano pensare piuttosto a unarma da parata, appartenente certamente ad un m e m b ro di una delle famiglie benestanti della polis della Patela; le sue piccole dimensioni suggeriscono che lelmo a cui il nostro frammento di

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lamina apparteneva non fosse destinato in origine ad un adulto. Questa constatazione ci pu fare pensare ad una dedica alla divinit poliade di un oggetto che era stato realizzato per un individuo di giovane et, forse in occasione di un momento particolare di quei complessi riti che caratterizzavano il passaggio allet adulta dei giovani cittadini delle poleis cretesi di et storica.26 Addendum: Nelle more della pubblicazione di questo art icolo comparso un frammento di cresta di un elmo proveniente dal centro di Azoria nella Creta orientale, che mostra notevoli affinit con quello qui pubblicato, sia per la forma sia per la decorazione, che presenta l'identico motivo ad onde del nostro associato a fregi di fiori di loto e a treccia; si tratta di una eccezionale conferma della giustezza della nostra identificazione, che apre il pro b l ema del luogo di produzione dei due elmi, per i quali non impossibile pensare che provengano dalla stessa officina bronzistica. Vedi D. C. HAGGIS, M. S. MOOK, C. M. SCARRY, L. M. SNYDER and W. C. WEST III, Exc a vations at Azoria, 2002, in Hesperia 73:3, 2004, p. 339 ss., fig. 26.

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Cfr. le rappresentazioni su alcune stele da Prinis,

LEMPESH, Oi stlej tou Prini cit., tavv. 16-19.

Cfr. HOFFMANN, Early Cretan Armorers cit., p. L. PERNIER, Templi arcaici sulla Patela di Prinias, in AsAtene, I, 1914, p. 74, fig. 42 (dall area dei templi).
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R. F. WILLETTS, Aristocratic Society in Ancient Crete, London 1955, p. 120.

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