Sei sulla pagina 1di 2

la Repubblica

LUNED 6 FEBBRAIO 2012

REPUBBLICA SPORT
Henry Rono Moses Kiptanui
NEI 90 ha dominato i 3000 siepi, portando il primato del mondo sotto gli 8. Tre ori mondiali sulla distanza. Record del mondo anche nei 3000 e nei 5000.

I 38

Paul Tergat
DUE argenti olimpici, due argenti mondiali nei 10000 (nel 97 stabilisce il record del mondo). Vince nel 2003 la Maratona di Berlino in 2h0455 (mpm).

Glorie del passato

CAPOSTIPITE dei kenyani si allenava negli Usa. Famoso per i record del mondo (3000, 3000 siepi, 5000 e 10000). Chiusa la carriera ha avuto problemi di alcolismo.

Il reportage

KENYA
DAL NOSTRO INVIATO EMANUELA AUDISIO ITEN uio capre e stelle. Poesia alla rovescia: alle cinque del mattino. La pi grande industria di materia prima del mondo apre presto per evitare il caldo. Fabbrica motore umano: fiato e gambe per la resistenza ad alta velocit. Esporta molto allestero: energia pulita che si vende benissimo. Per spostarsi il resto del pianeta gira la chiave, il Kenya invece corre. On the road. E in altura: a 2.200 metri. La Rift Valley, 300 chilometri a nord-ovest di Nairobi unofficina allaria aperta: alberi, cactus, papiri, vento, fango (tanto) quando piove. Non c cartellino, la forza-lavoro si conta agli incroci, alla junction appena fuori Kaptagat o Iten, su sentieri sconnessi e pietrosi, pieni di voragini, tra capanne, mucche, pastori, galli che cantano, bimbi piccoli che vanno a scuola a piedi, fieri nella loro divisa blu, pure se bucherellata, gente che in bicicletta sul portapacchi ha tre metri di legna e due cesti di galline. Ombre che emergono dal buio, scalpiccio di cavalli in corsa. lalba, non c ancora il sole, ma sembra mezzogiorno. Vanno a piedi e di corsa. I pick-up scaricano uomini in tuta, nuova manovalanza del mercato del fiato. C un gran traffico di corridori, c il gruppo che va verso linterno e chi sceglie altre direzioni. Sono in mille da queste parti a calpestare ogni mattina le vene aperte dellAfrica. Non parlano, corrono. Sudano e si sfiancano, scheletri con poca ciccia, 60 chili scarsi (gli uomini). Consumano chilometri e minuti. Rubano i campi alle vacche che si sentono defraudate e fanno sit-in. Se chiedi alla polvere ti risponder: nessuno sa fare vibrare la terra come loro. Il Kenya ha il monopolio delle maratone. Lanno scorso 98 suoi atleti hanno trionfato sulle strade del mondo. Nella lista delle prime cento miglior prestazioni solo kenyani e qualche raro intruso. Dalla fabbrica escono pezzi di trib diverse ma il prodotto non cambia: il Kenya domina per quantit e intensit. Sono in 150 tra gli uomini ad avere il minimo per la qualificazione ai Giochi di Londra e 50 tra le donne. Ma i posti sono solo tre. E quass tra Eldoret e Iten, Home of the Champions, arrivano scienziati, fisiologi, statistici: tutti per scoprire il segreto di unindustria che nel 2011 ha dichiarato ufficialmente guadagni per 10 milioni di euro. Quando il 75% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno e un direttore di banca con laurea e macchina guadagna 500 euro al mese.

Viaggio nella Rift Valley, che crea i fuoriclasse del motore umano a 2200 metri di altitudine. Tra sentieri pietrosi, voragini, capanne, mucche. Un fenomeno studiato da fisiologi, scienziati. E avversari

fabbrica
Ah s certo, superiorit genetica, laltura che equivale ad una spremuta di globuli rossi, dieta giusta di carboidrati, piedi reattivi, fiato che non ansima mai, nemmeno quando al quarantesimo chilometro c da accendere i razzi. Cos dallestero vengono tutti qui: a guardare, imparare, copiare. A scoprire il segreto: campioni si nasce o si diventa? Dieci anni fa Iten era un paesino sconosciuto, pieno di buche e di saltafossi. Le buche sono rimaste, gli abitanti sono quattromila, ma ora diventata ununiversit della maratona, con la stessa fama di Harvard. appena andata via Paula Radcliffe, inglese, grande macina chilometri, con lei cera anche Mo Farah, somalo-britannico, campione mondiale dei 5 mila. Veniva qui ad allenarsi Stefano Baldini, oro ad Atene nel 2004, ci viene anche Ruggero Pertile, miglior specialista azzurro. E allora via nel buio a seguire questi braccianti della corsa, ormai diventati richiestissimi pusher della fatica, gli ultimi rimasti. A Kapta-

La

Emmanuel Mutai

Non mi vedrete mai con gioielli o macchine costose, penso al futuro. Vivo in un camp: al mio villaggio tutti mi chiederebbero di fargli un favore o un acquisto

gat nel gruppo di Patrick Sang si allena Emmanuel Mutai, 28 anni, lanno scorso primo a Londra e secondo a New York. Primo di sei figli, nato nel distretto di Uasin Gishu, genitori contadini, ora sposato, con due bimbi, 3 e 4 anni. A scuola ero bravo, stavo quasi ottenendo una borsa di studio in Illinois, ma ci voleva troppo, cos ho provato a correre su strada, visto che su pista non andavo, e gi da ragazzo mi sono specializzato. Vedevo allenarsi i grandi campioni come Ismael Kirui e Richard Chelimo e mi dicevo: ce la posso fare anchio. Ce lha

fatta, nel 2011 ha vinto un milione di dollari e non lha buttato via. Non mi vedrete mai con una macchina costosa o con grandi gioielli. Voglio pensare al futuro, essere saggio, per quando mi fermer. Ho comprato terra e casa. Come cantante gli piace Rihanna, ha lhobby del gregge, di sera va sul computer a controllare i risultati degli avversari. Prima sorpresa: nei periodi di allenamento non vive con la famiglia, ma in un camp, che una parola grossa per indicare un gruppo di stanze, con un giardinetto, una cucina con forno a legna e cancello. Fuori ci sono pecorelle (con una

la Repubblica
LUNED 6 FEBBRAIO 2012

PER SAPERNE DI PI www.iaaf.org http://marathoninfo.free.fr

I 39

Emmanuel Mutai Assi del presente


NEL 2011 vince Londra ed 2 a New York dietro il suo omonimo Geoffrey Mutai: sar un anno doro. Guadagner 11 milioni di dollari.

Abel Kirui
E IL vincitore delle ultime due edizioni delle maratone mondiali, a Berlino nel 2009 e a Daegu nel 2011.

Patrick Makau
HA VINTO la Maratona di Berlino 2011 stabilendo il primato del mondo: 2h338, migliorando di 21 quello di Gebrselassie, il primo a scendere sotto le 2h4.

Si svegliano alle 4, sono seguiti da amici e vicini tra i quali si nascondono nuovi talenti. Un giro daffari da dieci milioni di euro, in un paese in cui il 75% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Nel 2011 in 98 hanno trionfato in giro per il mondo, in 150 hanno il minimo olimpico: ma a Londra correranno in tre
SECONDI NEL RANKING
Alcune immagini di allenamenti nella Rift Valley: in basso e a sinistra in posa, Emmanuel Mutai. Nel ranking 2011 (calcolato su tutte le prove olimpiche dellatletica) da tre anni il Kenya 2 dietro gli Usa. Il reportage fotografico di Michael Steele (Getty Images).

maratoneti
zampa legata a terra), capre e mucche. Nel camp non c acqua potabile, n frigo, Mutai si lava in una bacinella maglia e calzini, e la stende al sole, cosi fanno anche gli altri. La cella ha un letto con la zanzariera, tetto di lamiera, e due tubetti di lucido per scarpe, perch qui ci tengono ad averle pulite. Uno chiede: ma come hai fatto fortuna e vivi da poveraccio? Risposta: Se resto nel mio villaggio tutti mi vengono a chiedere favori e anche la mia famiglia mi domanda di fare acquisti o di provvedere ad altre necessit. Se ti alleni duramente hai bisogno di concentrarti. A Mutai non pesa quello spazio angusto, lo stesso in cui cresciuto. Seconda sorpresa: correre non pi solo passione, ma una professione remunerativa che ha bisogno di aggiornamenti. Naif bello, ma dura poco. La villa del vicino invece simbolo di successo e di continuit. Lidolo di tutti Paul Tergat, non tanto perch nel 2003 ha realizzato la miglior prestazione mondiale della specialit, ma perch un uomo di successo e ha affari che vanno bene. Si vince, si guadagna, ci si sistema, che un altro modo per continuare a vincere. I campioni disgraziati non vanno pi di moda. Meglio quelli che si sanno amministrare. Se per scrivi su un giornale locale quanto guadagna unatleta, quella ti richiama e ti dice che sei un farabutto. E guai a raccontare che tieni le medaglie in casa. I soldi ti fanno diventare una preda, per delinquenti e parenti. Chaterine Ndereba, ex regina della specialit, stata rapinata a casa gi tre volte. Renato Canova, 67 anni, allena-

dei

Canova

Non hanno niente, vengono da una realt rurale e da una vita di sofferenza che ritrovano nella maratona. Lacqua non potabile e spesso stanno male

tore italiano stabilmente in Kenya da 10 stagioni, segue molti campioni e atleti di prima fascia (35 circa). Mi interessa educare, non solo fare programmi sportivi. Latleta kenyano viene da una realt rurale e da un vita di sofferenza che ritrova e affronta nella maratona. Questa gente che non ha niente e che ha piacere ad avere qualcosa. Lo spirito di emulazione fondamentale. Quando seguo Abel Kirui ce ne sono altri 15 che corrono con lui e che non conosco, amici, conoscenti, vicini, magari dopo quattro mesi viene fuori un talento, le selezioni le faccio cos. La nuova gene-

razione spinge e non ha pi limiti mentali. Con Kirui, 30 anni, campione mondiale 2011, sposato, due figli, si parte sempre allalba per 40 chilometri spinti su un sentiero polveroso verso Ziwa, 2.600 metri, ma al trentesimo Abel non sta bene, ha conati di vomito e si ferma. Non ho digerito il t. In realt, dice Canova, il problema sono le condizioni igieniche. Lacqua non potabile e se la devi far bollire in altura passano ore, i problemi intestinali sono molto frequenti. Kirui vive anche lui in un piccolo camp nella Kerio valley, una specie di abisso sul mondo, sferzato dal vento, con vista mozzafiato su fiume, verde e colline. La stanza buia, ma tappezzata di giornali che parlano della sua ultima impresa, c un pentolino con un po di verdure, un letto, abiti per terra. Spiega con orgoglio che ha costruito una bella casa a Kapsabet e che ha investito in alcune abitazioni che affitter. Cos se mi faccio male ho un lavoro. Tutti loro ci tengono a dare un futuro migliore ai bambini, a fare scuole e a pagare gli insegnanti, su questo la solidariet reale. Racconta Kirui, della trib dei Nandi: Quando ero ragazzo avevamo un sola mucca, dovevo per forza trovare qualcosa con cui aiutare la mia famiglia. Oggi ha tirato il gruppo un ventenne, Erik Ndiema, in 2h0822. Canova predica intensit, c chi resta indietro, chi resiste, ma tutti sudano. E ci sono i ragazzini che andando a scuola si mettono a correre dietro ai maratoneti fino a quando non si spolmonano. Train hard, win easy. Allenati duro, vinci facile. E fuori tu, avanti un altro. C concorrenza interna, dedizione, pi attenzione: massaggi, prevenzione, mobilit articolare. La maratona ormai un core business, guai a perdere fette di mercato, non cimitero per elefanti ma traguardo per iene. Gli italiani in questo pezzo di Kenya hanno le loro scuole: c la Demadonna Athletics e c il gruppo Rosa e associati, attrezzato in maniera moderna. Claudio Berardelli, 31 anni, tecnico, segue e cresce talenti dal 2004, spiega che in Kenya sta cambiando tutto: Gli atleti oggi hanno maggior consapevolezza, non vogliono buttarsi via, ma imparare a gestirsi. Questo significa che siamo davanti a una svolta. Non improvvisano pi, ormai sono operai specializzati in lucida follia. Nessuno pi parla di gioia della corsa, ma tutti di lavoro. Da difendere dai tanti che te lo vogliono portare via. A Iten gli organizzatori della maratona di Londra hanno appena inaugurato un muro che celebra leccellenza di questa regione. Sopra ci sono ritratti (malamente) tutti i vincitori kenyani: dall89 al 2011, da Wakiihuri a Mutai, i corridori della Rift Valley hanno assottigliato il record di 423. A vederli ammazzarsi di fatica, alba dopo alba, saltare fossi, evitare mucche, pare di capire che il segreto di questa culla di campioni sia nel cuscino duro e storto. Quass non c un solo metro di pianura n un chilometro di semplicit. Curve e zigzag. Il Kenya azzanna i minuti, accorcia il ritmo, trattiene il fiato, e corre senza voltarsi.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbero piacerti anche