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LELETTRO-MAGNETISMO

CARICARE UN CORPO strofinio trasmessi contatto induzione mettendo a contatto un corpo carico ed uno neutro il corpo neutro si caricher avvicinando un corpo carico ad uno neutro, se il corpo positivo le cariche positive strofinando un corpo contro un altro, gli elettroni di uno o dellaltro si sposteranno e verranno

vengono respinte e si posizionano nella parte pi lontana, se il corpo negativo le cariche positive vengono attratte e si posizionano nella parte pi vicina.

LEGGE DI COULOMB Nel 1785 il fisico Coulomb dimostr che la legge secondo cui due corpi elettrizzati interagiscono uguale alla legge di gravitazione universale formulata da Newton. In particolare la forza attrattiva o repulsiva F tra due corpi elettricamente carichi direttamente proporzionale alle cariche q1 q2 possedute dai due corpi e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza
F =k q1 q 2 d2 k= 1 4 0

k la costante di Coulomb, 0 la costante dielettrica nel vuoto e corrisponde a 8,85910-12 K si determina misurando la forza tra due cariche note poste ad una determinata istanza ed eseguendo numerosi esperimenti. La forza di Coulomb attrattiva se le cariche sono discordi (+/- -/+) mentre repulsiva se le cariche sono concordi (+/+ -/-). Dallo studio dellinterazione tra due cariche elettriche, si arrivati alla formulazione di numerose teorie sulla struttura dellatomo. Uno di questi esempi latomo di Rutherford.

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ATOMO DI RUTHERFORD Lesperimento di Rutherford consiste nel lanciare contro una sottilissima lamina doro, un fascio di particelle alfa, particelle cariche positivamente. Quasi tutte attraversano la lamina come se questa fosse trasparente, ma alcune sono riflesse dalla lamina e tornano addirittura indietro. Questi risultati, che non potevano essere spiegati dai modelli atomici esistenti, portarono Rutherford a concludere che nellatomo vi un nucleo centrale molto piccolo in cui concentrata quasi tutta la massa dellatomo e intorno al quale ruotano gli elettroni. Le particelle alfa che tornano indietro sono quelle che arrivano talmente vicino al nucleo degli atomi doro da subire la sua intensa forza repulsiva, in accordo con le previsioni della legge di Coulomb.

LINEE DI FORZA In un punto P1 di un campo elettrico, su una carica di prova agisce una forza rappresentata dal vettore F1. Spostiamo la carica di un piccolo tratto nella direzione e nel verso di quel vettore, fino al punto P2 in cui sulla carica agisce una forza F2. Ripetendo la procedura si costruisce una linea spezzata. Per spostamenti sempre pi piccoli questa diventa una curva a cui il vettore campo elettrico , in ogni punto, tangente. Questa curva orientata (su cui si segna una piccola freccia che indica il verso del campo) si chiama linea di forza (o linea di campo). Le linee di forza non esistono nella realt ma servono a rappresentare la variazione del campo elettrico in una data regione di spazio. Per convenzione le linee di forza escono dalle cariche positive ed entrano nelle cariche negative.

CAMPO ELETTRICO Un campo elettrico la regione dello spazio in cui una carica elettrica fa sentire la propria azione su unaltra carica eventualmente presente. Il campo elettrico un campo vettoriale, infatti ad ogni punto
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dello spazio viene associato un vettore. Vettore che, per essere definito tale, ha bisogno di unintensit (lunghezza del segmento), di una direzione (retta) e di un verso (verso di percorrenza lungo la retta). Ponendo una carica di prova q0 in un dato punto P nello spazio, troviamo che essa sottoposta ad una forza elettrica F. Il vettore di intensit del campo E = F q 0 ha lo stesso verso di F se q0 > 0 e verso opposto se q0 < 0. Lintensit del campo elettrico si misura in Newton/Coulomb o in Volt/metro.

COME SI DISPONE IL CAMPO ELETTRICO Se il campo elettrico uguale a zero allinterno, esso rivolto verso lesterno in modo radiale (perpendicolare alla superficie). Infatti se fosse inclinato scomponiamo il vettore E (campo elettrico) in una componente perpendicolare p e in un vettore tangenziale t che per metterebbe in movimento le cariche. In tal modo si creerebbe una corrente continua e, poich ci impossibile, il campo elettrico deve essere necessariamente perpendicolare alla superficie

IL FLUSSO E LA LEGGE DI GAUSS Per definire il flusso consideriamo un elemento piano di superficie S posta in un campo elettrico uniforme dintensit E e fissiamo un orientamento su S mediante il vettore n. Chiameremo flusso di E attraverso S la quantit scalare:
= E n cos

dove n la rappresentazione vettoriale di S e langolo di n con E Secondo Gauss il flusso relativo ad una superficie chiusa (sfera, piramide, ellissoide) uguale alla carica q diviso la costante 0 .
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Se =0 allora, per verificare luguaglianza, q deve essere uguale a 0.

Una delle possibili applicazioni della legge di Gauss la gabbia di Faraday. Essa vale solo con superfici chiuse e dimostra che in uno spazio chiuso la carica si dispone solo lungo la superficie. Supponiamo di avere una scatola vuota al suo interno. Carichiamo la scatola e dentro poniamo una carica di prova e troveremo che il campo elettrico zero.
= q

E S

E =0 =0

=0 q =0

la carica nulla allinterno della scatola ma siccome la carica n si crea n si distrugge, allora leccesso di carica si sar spostato lungo tutta la superficie.

POTENZIALE ELETTRICO Il potenziale elettrico definito come il lavora fatto da una carica per unit di carica. una grandezza scalare e si misura in Volt (joule su coulomb). Il lavoro uguale a forza F per spostamento S: L = F S Supponiamo di spostare una carica q0 dal punto A al punto B:
L AB = F AB L AB = VB V A q0

Il potenziale ha senso solo se ci troviamo in presenza di un campo elettrico.


F1 = F = E q0 E= F q0 Joule = Volt Coulomb

LAB = F1 AB = E q0 AB VB VA = LAB q0 = E q0 q0 AB

Il lavoro si misura in Joule mentre la carica si misura in Coulomb. Il lavoro , come abbiamo detto, il prodotto tra forza e spostamento. Con questa definizione posso calcolarmi una differenza di potenziale di una carica a che stato convenzionalmente fissata a 0, quindi VB V = L B = VB 0 = V B

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Il potenziale rappresenta un campo scalare (fatto da numeri che godono di determinate propriet); mentre il campo elettrico un campo vettoriale. Caricando una sfera positivamente mi accorgo che il campo elettrico in ogni punto risulta uguale a zero, infatti non ci sono cariche in movimento. Per cui, secondo la legge di Gauss, il campo elettrico zero e leccesso di carica si distribuito tutto allesterno. La direzione del campo elettrico nella sfera rivolta verso lesterno ed sempre perpendicolare alla superficie. Il lavoro per spostare da A a B la carica zero; quindi la differenza di potenziale sar uguale a zero e si dice che la superficie equipotenziale.

APPENDICE PRODOTTO SCALARE

a b = a b cos

M ATERIALI

banda di conduzione banda interdetta banda di valenza

Isolanti

banda interdetta 5 ev banda interdetta 1 ev

Semiconduttori Conduttori

non c banda interdetta

Lelettronvolt (ev) lenergia che acquista un elettrone quando sottoposto alla differenza di potenziale di 1 volt

ev = q E V = 1,6 10 19 1

joule
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ESPERIMENTO DI MILLIKAN Uno dei vari metodi escogitati per calcolare la carica dellelettrone stato proposto da un fisico americano: Robert Millikan. IL METODO DELLA GOCCIA DOLIO Alcune gocce dolio, prodotte da un vaporizzatore penetrano attraverso il tubo nella camera dove cadono liberamente e si elettrizzano per strofinio con laria. Ponendo due piastre tra cui presente un campo elettrico, solo alcune particelle riescono occasionalmente ad attraversare il foro fatto al centro. Millikan conosceva il diametro, la densit e la massa di ogni singola goccia:
mg = q E mg q= E

mg = forza di gravit

Ad ogni m corrisponde una q (carica) e, Millikan, not che tutte queste cariche avevano un sottomultiplo
19 comune: 1,6 10

Coulomb . questa la carica di un elettrone.

DISTRIBUZIONE DELLA CARICA La densit di carica uguale al rapporto tra carca e superficie. Collegando con un filo metallico due sfere esse avranno lo stesso potenziale.
V1 = 1 4 0 q1 r1 V2 = 1 4 0 q2 r2

1 q1 1 q2 = 4 0 r1 4 0 r2

q1 q2 = r1 r2

1 = 2 =

q1 4 r12 q2 4 r22 =

q1 = 1 4 r12 q2 = 2 4 r22

1 4 r12
r1 r 1 = 2 2 r1

2 4 r22
r2

poniamo r2 > r1 r2 > 1 1 > 2


r1

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In un corpo, in corrispondenza delle punte, trovo un eccesso di carica superiore rispetto al resto del corpo. La carica non si distribuisce uniformemente lungo la superficie, ma quando il raggio di curvatura minore ci sar un eccesso di carica.

IL CONDENSATORE Supponiamo di prendere due corpi metallici di forma arbitraria; togliamo adesso alcune cariche negative da uno e mettiamole nellaltro. Questo sistema si chiama condensatore e i due corpi metallici sono le cosiddette armature. Generalmente, per identificare un condensatore, esiste una grandezza particolare, un parametro: la capacit. Per capacit si intende il rapporto tra la carica q e la differenza di potenziale tra le due armature V.
c=q V

La capacit si misura in Farad, cio in Coulomb su Volt.


1 Farad = 1 Coulomb 1Volt

Il Farad, per, una grandezza enorme e, di conseguenza, per misurare la capacit si usano i suoi sottomultipli: Microfarad = F = 10-6 F Nanofarad = F = 10-9 F Picofarad = pF = 10-12 F

Ecco un esempio di condensatore:

Troviamo il campo elettrico (che verso il basso e perpendicolare)

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E =

q (valido per una superficie chiusa)

E = 0 + 0 + 0 + S2 E = E= q

S 2 E = flusso

0 S2

Troviamo adesso la capacit


V= L q0

d = distanza tra le armature

L = F d

F = E q 0 (formula inversa E = F q0 )
L = E q 0 d = cos180 E q 0 d = E q0 d V= c= E q0 d q = E d = d 0 S2 q0

S q = 0 2 q d d 0 S2

per cui la capacit dipende dalla geometria delle armature e dalla loro posizione reciproca.

I condensatori possono essere collegati

In serie

Quando hanno tutti la stessa carica

Quando sono esposti tutti alla medesima differenza In parallelo di potenziale

Se ho un collegamento in serie o in parallelo, il problema che si pone quello della capacit equivalente. Immagino che i condensatori siano chiuse in unenorme scatola. Applico ai morsetti una carica e la divido per la differenza di potenziale.
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ceq = c1 =

q VA VB c2 = q V1 V2 q c2 c3 = q V2 VB q c3

q V A V1 q c1

VA V1 =

V1 V2 =

V2 VB =

1 1 1 VA VB = q + + c c c3 2 1 q 1 ceq = = 1 1 1 1 1 1 + + q + + c c c3 c1 c2 c3 2 1 1 1 1 1 = + + ceq c1 c2 c3

Condensatore in serie

q = q1 + q2 + q3 c1 = q1 q q c2 = 2 c3 = 3 V V V q1 = Vc1 q2 = Vc2 q3 = Vc3 ceq = V (c1 + c2 + c3 ) = c1 + c2 + c3 V

Condensatore in parallelo

q = V ( c1 + c2 + c3 )

Di solito, per non costruire armature enormi allo scopo di aumentare la capacit di un condensatore, si usano delle sostanze isolanti tra le armature: i dielettrici.

LENERGIA IMMAGAZINATA IN UN CONDENSATORE Un condensatore una sorta di bottiglia che contiene campo elettrico, quindi energia. Questa non esisterebbe senza un lavoro, compiuto da una forza, che carichi il condensatore. L = V q perch V = L q . Ma il lavoro energia potenziale E che si accumula quando questo fatto su una carica. V = E q ,
E = q V . Si presentano adesso due casi:

1. Il potenziale costante ma la carica q variabile

Graficamente E larea del rettangolo avente per base q (variabile) e per altezza V (costante)

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2. La carica costante ma il potenziale variabile

Graficamente E larea del triangolo avente per base q (costante) e per altezza V (variabile)

Per definizione c = q e q = c V dove c il coefficiente angolare di una retta. Adesso sostituiamo q alla
v

formula dellarea del triangolo: E = 1 q V E = 1 c V V E = 1 c V 2


2 2 2

Lenergia immagazzinata in un condensatore la met del prodotto della capacit per il quadrato del potenziale del condensatore. Per calcolare, invece, lenergia immagazzinata in ogni singolo punto dobbiamo considerare il volume ( S d ; dove S la superficie delle armature e d la loro distanza reciproca).
K= E E 1 E2 d 2 = = c Volume S d 2 S d c=

0 S
d

k =

1 0 S E2 d 1 = 0 E 2 2 d S 2

CORRENTE ELETTRICA Consideriamo un filo di rame che, osservato al microscopio, presenta una struttura di reticoli cristallini in cui gli elettroni si muovono, come le particelle di un gas, ad una velocit di 108 cm/s. In una sezione del filo conduttore ci saranno degli elettroni che si spostano da destra a sinistra e viceversa. In particolare, quando il filo neutro, la quantit di elettroni che, attraverso la sezione, passano da sinistra a destra e viceversa sar zero.

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Colleghiamo il filo ad una batteria, creando in tal modo una differenza di potenziale tra A e B e, di conseguenza, un campo elettrico (E). Gli elettroni si sposteranno in direzione opposta a quella del campo elettrico. Cos si verr a creare un rapporto tra la quantit di carica (numero elettroni) che passa dentro la sezione del conduttore in un tempo (t), e il tempo stesso: la corrente elettrica (i) BATTERIA
i= q Coulomb = = Ampere ( A) t Secondi

Per misurare lintensit della corrente elettrica si usano gli Amperometri. Applicando al filo un campo elettrico, la velocit degli elettroni diminuisce di un centinaio di miliardi di volte (1010) e sar quindi 10-2 cm/s. Come mai quando accendiamo la luce, il segnale arriva immediatamente? In effetti, il comando trasmesso dallinterruttore allelettrone pi vicino ricevuto dallultimo elettrone del circuito per contatto ed in un tempo brevissimo. La corrente elettrica pu variare da istante a istante. Quando per la sua intensit si mantiene costante nel tempo si dice che la corrente continua (o stazionaria). Se ci non avviene, si parla di corrente alternata.

IL VERSO DELLA CORRENTE ELETTRICA Seguendo una vecchia usanza, si sceglie come verso della corrente elettrica quello del moto delle cariche positive, cio il verso che va da punti a potenziale alto a punto a potenziale basso. Si tratta semplicemente di una convenzione che ha il solo scopo di fissare le idee; spesso questa convenzione in contrasto con ci che accade nella realt.

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RESISTENZE Collegando una batteria ad un filo, viene a determinarsi una differenza di potenziale (V) e una corrente elettrica. La grandezza dei conduttori elettrici data dal rapporto tra la differenza di potenziale e lintensit di corrente che percorre il conduttore stesso detta resistenza. R = V = Volt
i = Ohm ( )

Ampere

A seconda del materiale del conduttore, si hanno differenti velocit di corrente e, di conseguenza, diversi valori della resistenza. Per misurare la tensione si usano i voltmetri; per misurare la corrente si usano gli amperometri; per misurare la resistenza si usano gli ohmetri. Le resistenze si possono collegare o in serie o in parallelo:
V V = Ri i V V1 V A V1 = R1 i R1 = A i V V2 V1 V2 = R2 i R2 = 1 i V VB V2 VB = R3 i R3 = 2 i R=

Resistenza in serie
Attraversate dalla stessa corrente ma caratterizzati da differenza di potenziale

sommando i valori ottenuti si ha:


VA VB = i ( R1 + R2 + R3 ) Req = VA V1 + V1 V2 + V2 V3 = (R1 i ) + ( R2 i ) + ( R3 i )

V = i ( R1 + R2 + R3 )

V i (R1 + R2 + R3 ) = = R1 + R2 + R3 i i
i1 = i= VA VB R1 i2 = VA VB R2 i3 = VA VB R3

V A VB V A V B V A V B 1 1 1 + + = VA VB R + R +R R1 R2 R3 2 3 1 V VB VA VB R= A = i 1 1 1 V A VB R +R +R 2 3 1 1 1 1 1 = + + R R1 R 2 R3

Resistenza in parallelo
Hanno tutti la stessa differenza di potenziale ma caratterizzate da diversa corrente elettrica

PRIMA E SECONDA LEGGE DI OHM Prima legge: Per tutti i conduttori metallici, lintensit di corrente i direttamente proporzionale alla differenza di potenziale V. i = V/R - La resistenza, in qualsiasi punto, sempre uguale e costante.

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Seconda legge: La resistenza elettrica R di un filo conduttore direttamente proporzionale alla sua lunghezza e inversamente proporzionale alla sua sezione.

R=

l A

[r] = resistivit del materiale, dipende dalla sostanza di cui fatto il filo e dalla sua temperatura. l = lunghezza A = area Pi grande la sezione, pi piccola sar la resistenza. Pi lungo il conduttore pi grande sar la resistenza.

IL GENERATORE DI TENSIONE ELETTRICO Supponiamo che nel conduttore collegato al generatore si muovano soltanto cariche positive. Man mano che esse si spostano dal punto A, a potenziale alto, al punto B, a potenziale basso, la differenza di potenziale tende a diminuire. Per ricreare il dislivello elettrico, il generatore di tensione deve prelevare le cariche positive dal polo a potenziale pi basso ( ) e trasportarle allaltro polo ( + ) in modo da rimetterle in circolazione. Si chiama generatore ideale di tensione un dispositivo (non realizzabile in pratica) capace di mantenere ai due capi una differenza di potenziale costante, per un tempo indeterminato e qualunque sia lintensit della corrente che lo attraversa.

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POTENZA DI UN CIRCUITO ELETTRICO Questo un circuito elettrico con un generatore di tensione () ed una resistenza R. Il generatore di tensione un dispositivo che genera costantemente una differenza di potenziale (batteria). La grandezza del generatore di tensione la forza elettromotrice (fem), cio il lavoro compiuto su ununit di carica per mantenere la differenza di potenziale costante. Unit di misura della forza motrice il volt.

L q

E q

L = VA VB q

(VA > VB )

VA VB = q = i t

E = q(VA VB ) energia che si perde

q i = t E = i t (VA VB ) dividendo tutto per t E = i (VA VB ) t

P = i (VA VB )

P=

E Joule = = Watt t Secondi

L E = E = q q q E q q = P= t t t q ma i = P = i t R=

ma

= Ri La potenza assorbita da una resistenza .

P = R i2

La trasformazione in calore di potenza da parte di una resistenza leffetto Joule.

LE LEGGI DI KIRCHHOFF Per calcolare le correnti che fluiscono in un circuito complesso, se si conoscono le tensioni ai capi dei generatori e i valori delle resistenze, si possono utilizzare le leggi di Kirchhoff, che esprimono le propriet fondamentali di qualunque circuito ohmico (che cio contiene solo generatori di tensione costante nel tempo e resistenze).

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In un circuito si chiama nodo un punto in cui convergono 3 o pi conduttori. Una maglia invece un tratto chiuso di circuito. La prima legge di Kirchhoff (o legge dei nodi): La somma delle intensit di corrente entranti in un nodo uguale allintensit della corrente uscente. (La corrente che entra in un nodo, per convenzione, positiva; la corrente che esce da un nodo , invece, negativa). La seconda legge di Kirchhoff (o legge delle maglie): La somma algebrica delle differenze di potenziale che si incontrano percorrendo una maglia sempre uguale a zero.

Il magnetismo nato quando ci si accorse che alcune sostanze (magnetite) erano in grado di attrarre i metalli (soprattutto ferro). Prima elettricit e magnetismo erano considerati due argomenti eterogenei, ma in seguito, grazie ad un esperimento, nacque lelettromagnetismo: si not infatti che una carica elettrica in movimento crea un campo magnetico. Ma come ci accorgiamo della presenza di un campo magnetico? Se mettiamo una carica in movimento e questa soggetta allazione di altre forze, allora c un campo magnetico. La forza a cui soggetta la particella in movimento uguale a F = q0 v B dove B il campo magnetico e v la velocit. La direzione della forza quella perpendicolare al piano formato dai due vettori, mentre il verso si stabilisce con la regola della mano destra: Pollice V i; Indice B; Medio F

F = q 0 v B sin B=
B

F N s = = Tesla q0 v sin C m

Altre unit di misura del campo magnetico sono: il Weber/m2 e il Gauss 1 T = 1 Weber/m2 = 104 Gauss. Per convenzione si utilizza un puntino se il campo magnetico uscente da una superficie, mentre una

croce x se il campo magnetico entrante.

Per riconoscere se in una certa regione di spazio vi un campo magnetico basta vedere se, su un magnete posto in quella regione, agisce una forza. In particolare, come magnete di prova si pu usare un piccolo ago magnetico, libero di ruotare intorno al suo centro di gravit. In ogni localit della terra un piccolo ago magnetico isolato (cio lontano da altri magneti), si orienta sempre in una ben determinata
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direzione. Se lo si sposta facendolo ruotare un p, esso dopo qualche oscillazione torna a disporsi in quella direzione. Ci mostra che nelle vicinanze della terra esiste un campo magnetico che chiamato campo magnetico terrestre. Per convenzione si chiama Polo Nord di un magnete, lestremo che si rivolge verso il Polo Nord magnetico della Terra e Polo Sud laltro estremo. In generale, si definisce come direzione e verso di un campo magnetico in un suo punto, la direzione e il verso della retta orientata che va dal Polo Sud al Polo Nord di un ago magnetico che sia in equilibrio in quel punto. Una volta definiti la direzione e il verso di un campo magnetico possibile costruire le sue linee di campo. Prendiamo un piccolo ago di prova, mettiamo il suo centro di gravit in un punto e determiniamo la direzione e il verso del suo asse in una situazione di equilibrio. Spostiamo poi il centro di gravit dellago lungo tale direzione di un tratto molto piccolo e determiniamo la nuova direzione e il nuovo verso dellasse nella posizione di equilibrio. Ripentendo questo procedimento, arriviamo a costruire una linea spezzata. Rendendo sempre pi piccolo lo spostamento la linea si riduce in una linea continua orientata che rappresenta una linea del campo magnetico. Per convenzione le linee del campo magnetico escono dal Polo Nord ed entrano nel Polo Sud.

EQUAZIONE DI LORETZ Se abbiamo una calamita e una sfera carica, una carica di prova posta in un punto P con velocit v risente del campo magnetico generato dalla calamita ma anche del campo elettrico generato dalla sfera. La forza elettromagnetica che si crea e agisce sulla carica di prova la forza di Lorentz.

F = q 0 v B + q0 E
ESPERIENZA DI OERSTED Il fisico danese Oersted dimostr che una corrente elettrica genera nello spazio circostante un campo magnetico. Egli prese un filo percorso da corrente e, nelle immediate vicinanze, ha posto diverse bussole. Lo studioso not che, quando non c corrente, le bussole indicavano il Polo Nord magnetico, mentre, quando faceva passare corrente, gli aghi delle bussole si disponevano in modo da essere tangenti alla circonferenza.

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RAPPORTO TRA UN FILO PERCORSO DA CORRENTE E CAMPO MAGNETICO (ESPERIENZA DI FARADAY) In un filo percorso da corrente, sono presenti molte cariche. Se consideriamo un elettrone, prendendo in esame la sua velocit v e il tempo che impiega a percorrere il filo t0, allora diremo che lelettrone influenzato da una forza F = q 0 v B Moltiplichiamo e dividiamo per t0

Trasformiamo l in vettore che ha per intensit la lunghezza del filo, per verso quello della corrente.

F = i l B
TEOREMA DI AMPERE

B l =

B=

0 i 2 r

DEFINIZIONE OPERATIVA DI AMPERE E COULOMB Dallesperienza di Oersted e da quella di Faraday si deduce che, tra due correnti, deve esistere una forza. Infatti il campo magnetico generato da ciascuno di esse esercita una forza sullaltra. La verifica sperimentale di questo fenomeno fu fatta dal fisico Andr Ampere. Egli misur la forza di attrazione (o repulsione) tra due fili rettilinei e paralleli percorsi da corrente. Il primo filo, per la legge di Ampere, avr campo magnetico Ba =

0 ia e sar uscente ed entrante nel 2 d

secondo filo. Come sappiamo, se un filo percorso da corrente e si trova investito da un campo magnetico, soggetto ad una forza F = i l B ; in questo caso, il secondo filo soggetto ad una forza Fb = ib l Ba . Sostituendo ad essa che il valore di Ba diventa

Fb = ib l

0 i a 2 d

diventa

Fb =

0 ia ib l . 2 d

Facendo lo stesso procedimento per il secondo filo, otteniamo una forza Fa uguale e contraria ad Fb. Lazione di queste due forze, fa si che i due fili si pieghino verso linterno (se le correnti hanno verso opposto) o verso lesterno (se le correnti hanno verso uguale).

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In conclusione, supponiamo di prendere due fili di lunghezza l = 1m, posti alla distanza di 1m e con intensit di corrente ia = ib = 1A otteniamo la forza F =

0 . Essendo 0 = 4 107 , la forza diventa 2

F = 2 10 7 N . Riassumendo: abbiamo la corrente di 1 A quando, attraversando due fili conduttori lunghi


1m e posti alla distanza di 1m, fa nascere su di essi una forza pari a 2 10 7 N .

ELETTROCALAMITA Per costruire unelettrocalamita ci serviamo di una sorta di molla di filo conduttore: il solenoide. Se, nel filo, passa una corrente elettrica e supponiamo di dividerlo in piccoli tratti, si creano tanti piccoli campi magnetici. Il risultato finale che, se sommiamo tutti i campi magnetici, si vengono a creare delle linee di flusso. Le linee di flusso create tra le spire sono dovute al fatto che esse sono poste a distanza luna dallaltra e sfugge una parte del campo magnetico. In fisica, non potendo studiare sperimentalmente il fenomeno, ci serviamo di un solenoide ideale per trovare il campo magnetico allinterno di esso.

Il solenoide ideale infinito, laddove, in fisica, per infinito viene definito un filo la cui lunghezza 12 volte il diametro della sezione. In un solenoide cos fatto le linee di flusso non si chiudono mai, ma restano quelle tra le spire perch esse non sono a perfetta tenuta. Un solenoide ideale dovrebbe quindi avere sezione quadrata, infatti: 1. le sezioni cilindriche si incontrano secondo una retta 2. le sezioni cubiche si incontrano secondo un piano Allinterno del solenoide si crea cos una sorta di cubo in cui passa il campo magnetico.

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Applicando il teorema di Ampere sul percorso chiuso di lunghezza l si ha:

B l =

i . In questo caso:

Prodotto scalare = 0 (B = 0) Prodotto scalare = 0 (perch il campo magnetico perpendicolare alla superficie) Prodotto scalare = 0 (vedi 2)

B h = 0 Ni B=

(N

numero

spire) che diventa

0
h

Ni . Da qui si deduce che se vogliamo intensificare

il campo magnetico, dobbiamo aumentare il numero delle spire

IL MAGNETISMO NATURALE Che differenza c tra il campo magnetico generato da una calamita e quello generato da una corrente elettrica? Per rispondere a questa domanda bisogna andare a fondo nella materia: gi latomo una piccola calamita perch, attorno al nucleo, vi sono particelle cariche (gli elettroni) che si muovono; per questo motivo che si parla di magnetismo atomico. Oltre al movimento attorno al nucleo, lelettrone gira anche su se stesso e questo movimento detto spin. Se lelettrone gira su se stesso in senso orario (quindi verso lalto) allora si parla di spin positivo, se lelettrone gira su se stesso in senso antiorario (quindi verso il basso) allora si parla di spin negativo. Se prendiamo una lastra di ferro, gli atomi sono disposti in maniera caotica; se mettiamo la lastra in un campo magnetico con una certa intensit, gli atomi tendono ad aggregarsi in gruppi detti domini (insieme di atomi che hanno il verso del campo magnetico diretto verso la stessa direzione). Se togliamo il campo magnetico, gli atomi tendono a ritornare alla loro posizione originaria senza per mai riuscirci pienamente: rimane infatti un certo magnetismo residuo che si esaurisce lentamente a causa della temperatura. Questo fenomeno si chiama isteresi magnetica ed legato alla temperatura: ad una certa temperatura (di Curie), tutti i magneti perdono le loro propriet attrattive o repulsive immediatamente.

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I MATERIALI Tutti i materiali presenti nelluniverso possono essere classificati a seconda di determinate propriet relative alla loro risposta alla presenza di un campo magnetico. per questo motivo che si parla di: M ATERIALI FERROMAGNETICI M ATERIALI PARAMAGNETICI M ATERIALI DIAMAGNETICI
Fortemente attratti da un leggero campo magnetico (ferro, cobalto e nichel) Debolmente attratti da un campo magnetico intenso (aria, argento, rame) Sempre respinti da una calamita che genera un campo magnetico molto intenso (tutti i materiali diamagnetismo causato dal magnetismo degli atomi)

COMPORTAMENTO DI UNA PARTICELLA ALL'INTERNO DI UN CODENSATORE E IN PRESENZA DI UN CAMPO MAGNETICO

Se spariamo un carica q all'interno di un condensatore che si trova in un campo elettrico, su di essa agiscono due forze: Fe = q E (elettrica)

FM = q v B (magnetica).
Se una delle due forze prevale sull'altra allora la carica avr un moto parabolico diretto verso l'alto (se prevale Fe) o verso il basso (se prevale Fm). Se le due forze si equivalgono il moto sar una linea retta.

v=

x dove v la velocit e t il tempo t

t=

x v

la forza risultante F = Fe Fm uguale alla massa (m) per l'accelerazione (a) ( F = m a )

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se lasciamo cadere un grave sar soggetto ad una forza che lo fa deviare secondo l'equazione

y=

1 F 1 F a t 2 in questo caso a = per cui diventa y = t 2 sostituendo il precedente valore di t 2 m 2 m 1 F x2 che l'equazione di una parabola dove: F = Fe Fm 2 m v2
v la velocit della particella x la lunghezza delle armature

troviamo: y =

da

questa

equazione

non

conosciamo

la

velocit

che

possiamo

calcolare

perch

Fe = Fm E q = q v B per cui v =

E B

Se al posto della particella viene sparato un elettrone, in assenza del campo magnetico esso soggetto solo alla forza elettrica Fe = e E = m a per cui a = E

e m

1 e E 2 m x2 2 v

l'equazione della traiettoria sempre una parabola che : y =

da qui ricaviamo

e 2y = v 2 alla quale va sostituito il valore della velocit calcolato grazie al campo 2 m Ex e 2y E2 = m E x2 B2 e 2y E = m x2 B2

magnetico. L'equazione diventa per ci

attraverso l'esperimento di Millikan possiamo conoscere la massa (m) dell'elettrone perch conosciamo la carica dell'elettrone CORRENTE ELETTRICA RISENTE DI UN CAMPO MAGNETICO Supponiamo di prendere una spira (filo conduttore di forma rettangolare) immersa in un campo magnetico entrante. Analizzando le forze a cui soggetta la spira noteremo che quando la corrente entra in un campo
a

magnetico, risente di una forza F1 = i y B dove y la lunghezza del filo immerso nel campo magnetico.

XXXXXXX
y

Questa forza per la regola della mano destra risulter rivolta verso l'interno. Quando invece la corrente esce dal campo magnetico, essa risente di una forza uguale e contraria alla prima anch'essa rivolta verso l'interno. Se consideriamo il

XXXXXXX XXXXXXX

tratto a della spira la corrente sar influenzata dalla forza F2 = i a B rivolta verso l'alto per la regola
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della mano destra. Collegando la spira ad una bilancia inizialmente posta in equilibrio con un peso, essa si sposter a causa della forza F2 , per cui per riportarla in equilibrio dobbiamo togliere una certa massa pari alla forza: m = F2 = i a B per cui risulter B =

m . Conclusione: se una corrente risente di un i a

campo magnetico, per simmetria un campo magnetico generato da una corrente come dimostra l'esperienza di Oersted MOTO DI UNA PARTICELLA CARICA IN PRESENZA DI UN CAMPO MAGNETICO Se spariamo una particella carica con un moto rettilineo perpendicolarmente ad un campo

magnetico, allora essa tender a muoversi con un moto circolare influenzata dalla forza

F = q 0 v B . Se v e B sono perpendicolari,
allora

v B = v B sin 90 = v B , per cui la

forza a cui soggetta una carica in movimento lungo un campo magnetico diventa F = q 0 v B Questa forza fa muovere la carica lungo un'orbita circolare per cui essa sar uguale alla forza centripeta (data dal campo magnetico): Fc = m

v2 dove m la massa, v la velocit ed r il raggio per cui r

mv v2 = q 0 v B ed r = . In questo modo possiamo conoscere il raggio della circonferenza r q0 B

descritta da una carica in movimento su un campo magnetico.

LEGGE SULLINDUZIONE ELETTROMAGNETICA Faraday prese una spira ed ha collegato i due estremi ad un amperometro. Prese inoltre una calamita e vide che, quando si avvicinava,

lamperometro segnalava la presenza di corrente; quando invece la calamita era ferma lamperometro non segnalava la presenza di corrente: se la calamita si muove allora circola corrente. Se avvicinava la calamita, la corrente aveva un

determinato verso; se allontanava la calamita il verso era opposto. Inoltre, se invertiamo i poli, cambia il verso della corrente stessa. come se ci fosse una calamita poich se circola la corrente, si crea una forza elettromotrice indotta dal movimento della calamita secondo il fenomeno chiamato induzione

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elettromagnetica: la forza V che si genera la variazione del flusso nel tempo (legge di FaradayNeumann). V =

b . t

Questa forza elettromotrice fa passare, nel circuito, una corrente indotta se il circuito chiuso su se stesso. Quando avviciniamo la calamita abbiamo un flusso che aumenta e il flusso varia nel tempo. Questo determina la presenza o meno di uninterazione tra le linee di forza del campo magnetico con la spira; se la calamita non era abbastanza vicina al circuito allora le linee di forza non entravano, mentre se avvicinavamo la calamita al circuito queste riuscivano ad entrare per generare una corrente.

LEGGE DI LENZ Lenz ha modificato la legge di Faraday-Neumann. Egli stabilisce che il verso della corrente indotta tale da opporsi alla causa che lha generata, ossia alla variazione del flusso che la genera. Quindi:

V =

b t

La corrente indotta genera a sua volta un campo magnetico che ha lo stesso verso del campo magnetico inducente se il flusso sta diminuendo, mentre ha verso opposto se il flusso sta aumentando. In effetti, se la corrente gira in un senso, si crea un campo magnetico. Se avviciniamo una calamita ad una spira, in essa circola corrente e si vengono a creare delle linee di forza del campo magnetico, con un polo Nord ed un polo Sud. Avvicinando la calamita, la corrente girer in senso orario e il polo Nord della calamita incontra il polo Sud della spira ed attratto. Al contrario, se la corrente gira in senso antiorario, il polo Nord della calamita incontra il polo Nord della spira e viene respinto; quindi la corrente

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crea un campo magnetico con delle linee di forza tali da opporsi alla causa che ha generato la corrente: ossia la calamita. In questo modo possiamo stabilire il verso della corrente, proprio perch dobbiamo necessariamente incontrare una resistenza nellavvicinare la calamita alla spira. Quindi si compie un lavoro che si tramuta in effetto Joule (P=R*i2). Calamita Polo Nord Polo Sud Verso corrente Antiorario Orario

POTENZA DISSIPATA PER MUOVERE UNA SPIRA

Prendiamo una spira rettangolare di lunghezza a e altezza l. Spostiamo quindi la spira con una velocit v; sappiamo che il flusso, quando la spira ferma, uguale a B = B S . Dove S un vettore perpendicolare alla superficie e con intensit pari alla superficie stessa.

S =lx sono paralleli B=B B = l x B


Iniziamo a spostare la spira con una certa velocit e consideriamo lo spostamento nel tratto x.

B = l ( x x) B
La variazione del flusso : B1 B0 = l x B . Poich sappiamo, dalla legge di Faraday-Lenz che:

V =

B spazio x x , sostituendo si ha: V = l , per cui: V = l B v (forza B = velocit = t tempo t t

elettromotrice). Supponiamo di avere un circuito elettrico con una resistenza.


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V = R i i =

V l Bv = R R l 2 B2 v2 R2

ma, a causa delleffetto Joule, si disperde energia P = R i 2 = R

P=

l 2 B 2 v2 R

potenza dissipata per muovere una spira, cio la forza dissipata per effetto Joule.

Vediamo se cos: a seguito dello spostamento la corrente inizia a girare in senso orario. Quando spostiamo la spira il flusso diminuisce, la corrente deve opporsi, per la legge di Lenz, alla causa che lha generata; quindi la corrente deve opporsi alla diminuzione del flusso girando in senso orario. Il flusso entrante e si somma a quello gi esistente.

i=

B l v R

Se abbiamo quindi una spira percorsa da corrente, ed immersa in un campo magnetico, essa soggetta ad una forza F = i l B

F1 = i B F2 = i B F3 = i l B
per muovere la spira a velocit costante, dobbiamo applicare una forza eguale e contraria a F3, ossia impieghiamo una potenza.

P = F3 v P = i l B v B l v P= l B v R l 2 B2 v2 P= R
che la stessa potenza dissipata per effetto Joule.

CORRENTE DI FAUCAULT Se abbiamo una lamina metallica e creiamo un campo magnetico variabile, allinterno della lamiera circolano correnti. Si tratta di uninduzione magnetica che per avviene su una lamina. Esiste un dispositivo (linduttanza) che imprigiona campo magnetico (analogo al condensatore che imprigiona campo elettrico). La capacit del condensatore corrisponde quindi allinduttanza (L)

L=

= aumento di flusso all ' int erno del solenoide

Dalla formula si ricava che: = L i . Supponiamo adesso di far variare una corrente che circola in un senso:
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1 = L i1 2 = L i 2
corrente da i1 a i2, si ha:

2 1 = L (i 2 i1 ) = L i
t, ossia per lintervallo di tempo necessario per far variare la

Se dividiamo entrambi i membri per

i =L t t = induzione magnetica. t
Quindi se variamo la corrente, si crea una forza elettromotrice che, per la legge di Faraday-Lenz, si oppone alla causa che lha generata. Alla formula, quindi, si deve aggiungere un - .

L=

V V t volt secondo i = = = Henry ( H ) V = L . La formula indica che linduttanza si i i Ampere t t

oppone alla variazione di corrente. Sappiamo che la capacit del condensatore, che in grado di imprigionare il campo elettrico, dipende dalla geometria e dalla distanza tra le due piastre, quindi bisogna stabilire da cosa dipende linduttanza. Consideriamo una sezione di un solenoide aperto

Allinterno del solenoide si crea una sorta di cubo in cui passa il campo magnetico. Applicando il teorema di Ampere sul percorso di lunghezza l, si ha: Prodotto scalare = 0 (B = 0) Prodotto scalare = 0 (perch il campo magnetico perpendicolare alla superficie) Prodotto scalare = 0 (vedi 3)

B l =

i in questo caso:

B l = 0 Ni (N

numero spire) che diventa B =

0
l

Ni . Da qui si deduce che se vogliamo

intensificare il campo magnetico, dobbiamo aumentare il numero delle spire.

B = B S S = area sezione solenoide B =

0 N i
l

Per avere il flusso complessivo, dobbiamo moltiplicarlo per il numero delle spire N.

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B =

0 N 2 i
l

Dalla formula si nota che, facendo variare la corrente, varia anche il flusso: B =

0 N 2
l

i S ,

dividendo per t, ossia la variazione della corrente che avviene in un istante di tempo, si ha:

B 0 N 2 i = S l t t B = -V t
sostituendo: V =

0 N 2 i
l t

N2 V = 0 S i l t

Quindi linduttanza dipende dalla sezione, dal numero delle spire e dalla lunghezza. Il rapporto

N = n densit di avvolgimen to l
Se moltiplichiamo e dividiamo per l

V N2 = 0 2 S l i l t S l = Volume N2 = n2 2 l
quindi, in generale, si ha:

V = 0 n 2 Volume i t

Linduttanza dipende dalla geometria e dalla densit di avvolgimento.

ENERGIA ACCUMULATA NELLINDUTTANZA Sappiamo che lenergia (E) accumulata in un condensatore uguale E = accumulata in un campo elettrico (densit di energia) uguale a e = dellinduttanza, lenergia accumulata uguale E = troviamo la densit di energia: e =

1 2 cv e che, lenergia 2

1 0 E 2 . Nel caso tipico 2

1 L i 2 . Dividendo per il volume dellinduttanza, 2

1 1 B2 . 2 0

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Supponiamo ora di prendere un condensatore carico che ha energia uguale a E =

1 2 cv . Quando 2

chiudiamo il circuito circola corrente e, ad un certo punto, le cariche positive si esauriscono. Lenergia del condensatore risulta essere uguale a zero. Ma lenergia iniziale ( E = presente nellinduttanza sotto forma di campo magnetico

1 2 cv ) non si distrugge perch 2


ed ha unenergia pari a

E=

1 2E L i2 i 2 = . Ad un certo punto la corrente tende a diminuire e ad annullarsi, poich il 2 L

condensatore non ha pi energia, ma il fenomeno non avviene istantaneamente poich, per il principio di Faraday-Lenz, il campo magnetico tende ad opporsi alla causa che lha generato. Per cui tende a continuare a far girare la corrente (che sottrae cariche positive). Cos facendo, si inverte la carica del condensatore e il fenomeno avviene al contrario finch non ritorna alla situazione iniziale per ripetere il processo. Il sistema oscilla con una certa frequenza f pari a

f =

1 2

1 Lc

dove L linduttanza e c la capacit. Quindi la corrente gira prima in un verso e poi in

un altro. Abbiamo dunque creato unonda elettromagnetica, poich in effetti la corrente pu essere rappresentata come una sinusoide. Quando il fenomeno avviene nello spazio si pu prendere un campo elettrico variabile in modo tale da creare un campo magnetico variabile che, a sua volta, crea un campo elettrico variabile e cos via Queste oscillazioni (campo elettrico - campo magnetico) iniziano a muoversi con la velocit della luce c che uguale a c =

0 0

. Londa elettromagnetica una

perturbazione elettrica o magnetica che si propaga nello spazio.

LE 4 EQUAZIONI DI MAXWELL 1 equazione di Maxwell 2 equazione di Maxwell 3 equazione di Maxwell relativa ad una superficie chiusa ed equivale alla legge di Gauss. relativa ad una superficie chiusa. relativa ad una linea chiusa. Si ricava dalla legge di Faraday V =

B . t

Supponiamo di avere una spira e siamo in presenza di un campo magnetico. Variamo il flusso magnetico cio variamo la corrente flusso elettrico. V = ma F = E q , per cui V =

L F S , ma il lavoro L = F S , quindi V = , q q

E qS V = E S = E 2 r perch ci muoviamo lungo una circonferenza. q

E 2 r =

B . t

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Quindi il campo elettrico in una spira sempre tangente. Ma E 2 r possiamo scriverla come

E l = E l .

Il cerchio sul simbolo di sommatoria indica che ci muoviamo lungo una

circonferenza; quindi alla fine otteniamo 4 equazione di Maxwell

E l = E l .

relativa ad una linea chiusa e deriva dal teorema di Ampere. incompleta

nella misura in cui manca un termine che Maxwell aggiunse. Dalla terza equazione si deduce che se abbiamo un flusso elettrico variabile, questo in grado di generare un campo elettrico. Nella quarta equazione ci deve essere un termine simile a B .

B l =

i + 0 0

E . Il termine mancante t

(col cerchio rosso) proviene da unanalisi delle singole unit di misura; sempre questo termine rappresenta la corrente di spostamento is. Dalla prima equazione di Maxwell si ha che

E =

E E q i q = . Poich = . =i t 0 t 0 t t
0

Per cui

B l =

i + 0 0

E , cio t

B l =

i + 0 is

EQUAZIONI DI MAXWELL Equazione 1 2 3 Significato fisico


E

E S = B S = E l =

La presenza di una carica determina un campo elettrico. Non esiste il monopolo magnetico Un campo magnetico variabile genera un campo elettrico E = 0 i + 0 is t Un campo elettrico variabile genera un campo magnetico.

=0

B t

B l = 0 i + 0 0

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