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Capitolo I - Il ruolo informativo ed i principi generali di redazione

1. Il ruolo informativo, la composizione e liter di formazione del bilancio di esercizio Il bilancio di esercizio il documento ufficiale e pubblico con cui tutte le categorie di soggetti interessati possono ottenere informazioni sugli andamenti patrimoniali, finanziari ed economici di una societ. Esso non deve limitarsi a rappresentare un momento di ideale stasi della gestione ma deve essere in grado anche di fornire informazioni circa le prospettive future dellimpresa. Si tratta di un insieme di info che devono essere correttamente interpretate da componenti sociali (stakeholders): - Gli azionisti cui necessita conoscere di quanto i capitali investiti siano stati remunerati che sono interessati a conoscere la remunerazione dei capitali da loro investiti; - Gli istituti di credito e gli obbligazionisti che possono dedurre la portata della loro esposizione; - I risparmiatori che condizionano limmissione di nuovo denaro ad obiettive valutazioni di convenienza; - I dipendenti interessati allandamento della vita dellimpresa; - I clienti e i fornitori per i loro rapporti commerciali; - Lo Stato per limposizione dei tributi. Alcuni di questi soggetti concorrono a determinare direttamente o indirettamente la fisionomia del bilancio di esercizio. Altri diventano semplici spettatori non potendo esercitare alcuna azione sul governo della gestione. Per questi soggetti si pone la necessit di trovare nello strumento contabile una fonte di collegamento con la realt aziendale, cio quella quantit di info che dovrebbero essere sufficienti per contribuire a sanare un divario legislativo per garantire una certa giustizia conoscitiva sulla situazione dellimpresa. SIGNIFICATI RAGIONIERISTICI: Riscontro contabile Rappresentazione della ricchezza disponibile e delle variazioni subite per effetto della gestione Valutazione della gestione e dello stato di salute dellazienda Supporto gestionale Base informativa a beneficio dei soggetti esterni SIGNIFICATI GIURIDICI: Tutela dei creditori e dei terzi Rendicontazione degli amministratori ai soci Costituzione di una base per la determinazione del carico tributario Se non si vuole creare una disparit di conoscenze valutabili, occorre che documento sia in grado di esprimersi con una multivalente informazione (Amodeo): deve essere predisposto in modo da poter divenire di concreta utilizzazione per il maggior numero dei soggetti interessati. Nella sua costruzione ci si deve uniformare alle richieste espresse in termini di necessit di info su ci che riguarda il modo di essere o di trovarsi di ogni categoria. Per informare, il bilancio dovrebbe: - Esprimersi in voci comprensibili, di contenuto omogeneo; - Far conoscere il modo con il quale si proceduto alla quantificazione di tutti gli elementi; - Spiegare taluni accadimenti aziendali. Il bilancio debba considerarsi costituito da un sistema di simboli e di valori e la composizione razionale del documento appare possibile solo in relazione a un determinato scopo informativo che si vuol raggiungere. Dal bilancio come strumento di comportamento al bilancio come strumento di informazione

Regole di chiarezza, correttezza e attendibilit Il BILANCIO formato da 3 documenti essenziali: 1) Lo STATO PATRIMONIALE chiamato a fornire indicazioni sullassetto patrimoniale e finanziario; 2) Il CONTO ECONOMICO che rappresenta la composizione analitica dei componenti reddituali assegnati al periodo amministrativo concluso; 3) La NOTA INTEGRATIVA che illustra e completa i dati contenuti nei due precedenti prospetti. Con la nota integrativa il legislatore ha mostrato di voler attribuire al bilancio oltre la funzione di accertamento dellutile o della perdita anche la non meno rilevante finalit di informazione dei soci e dei terzi in ordine alla situazione PFE. 4) ALLEGATI: Relazione sulla gestione 2428; Relazione del collegio sindacale 2429; Relazione del revisore contabile 2409 ter. La presenza della Nota Integrativa e delle altre relazioni evidenzia come il bilancio, oltre alla funzione di accertamento dellutile o della perdita di periodo, abbia un fondamentale ruolo informativo dei soci e dei terzi. Il ruolo informativo del bilancio di esercizio e, dunque, la comparabilit dei dati nel tempo e nello spazio favorito da: una struttura rigida e rigorosa degli schemi; la presenza di informazioni minime obbligatorie. solo linsieme coordinato delle info contenute in tali documenti consente di offrite una rappresentazione completa ed esaustiva della situazione aziendale nelle sue varie manifestazioni. La struttura dello SP e del CE rigida e rigorosa negli schemi, a conferma dellintenzione del legislatore di garantire un grado comune di comprensibilit e di comparabilit dei dati e delle notizie. Ci consente di interpretare le risultanze di esercizio e di procedere a comparazioni nel tempo e nello spazio. il bilancio, essendo il pi importante (e unico a volte) strumento informativo di un certo spessore a disposizione dellimpresa per comunicare col mondo esterno, non poteva limitarsi ad una mera esposizione ed elencazione di dati contabili, ma doveva contenere notizie in grado di rendere comprensibili quei valori a tutti coloro che sono interessati a conoscere le situazioni e le vicende aziendali. La procedura di redazione - Lassemblea ordinaria deve essere convocata almeno una volta allanno, al massimo dopo 120 giorni dopo la chiusura dellesercizio sociale. Lo statuto pu prevedere un maggior termine ma non superiore a 180 giorni. - Gli amministratori devono comunicare al collegio sindacale il bilancio con la redazione sulla gestione almeno 30 giorni prima di quello fissato per lassemblea chiamata a discuterlo. dalla data della chiusura dellesercizio sociale, gli amministratori hanno a disposizione un tempo massimo di 90 giorni per redigere il progetto di bilancio e tutti i documenti ad esso allegati. Poi, il collegio sindacale e lorgano di controllo redigono le rispettive relazioni che devono restare depositate durante i 15 giorni che precedono lassemblea presso la sede sociale. Entro 30 giorni dallapprovazione, una copia del bilancio con tutte le relazioni allegate, deve essere depositata a cura degli amministratori presso lufficio del registro delle imprese. 2. La clausola generale della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta Il ruolo informativo del bilancio viene garantito dal 2423 comma 2: il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato economico dellesercizio. Il PRINCIPIO DELLA CHIAREZZA si richiama al concetto dellintelligibilit e della trasparenza dei dati racchiusi nei conti annuali. Riguarda in modo particolare le

modalit espositive che si concretizzano nel rispetto delle esigenze di unadeguata comprensibilit da parte di destinatari di media cultura contabile. Il modo con cui vengono fornite le notizie assicura la sufficienza e la comprensibilit dellinformazione fornita. Chiarezza significa anche conformit ai precetti legali (IV Direttiva CEE). Il rispetto degli schemi molto importante. Ci si rif a quanto disposto nel 2423 in merito alla struttura dello SP e del CE: lordine delle voci previsto tassativo con la possibilit di compiere raggruppamenti, adattamenti e aggiunte. - Per lo SP stata scelta la forma tradizionale a due sezioni contrapposte - Per il CE si scelta la forma espositiva scalare. La comprensibilit dei dati si realizza anche attraverso una valutazione analitica e separata dagli elementi attivi e passivi del capitale dimpresa 2423 punto 5. stata abbandonata per il CE la tradizionale forma a due sezioni contrapposte a favore di quella scalare, in grado di evidenziare totali parziali con la possibilit di ottenere notizie sulla gestione caratteristica distinte da quelle sulle altre aree e di misurare linfluenza che queste esercitano sulla prima. Chiarezza significa poi rispettare la continuit dei bilanci: si vuole affermare oltre la naturale corrispondenza tra il bilancio di apertura e quello di chiusura dellesercizio immediatamente precedente, il mantenimento degli schemi dei conti annuali della nomenclatura e dellordine delle voci un criterio che testimonia lunicit e la continuit della gestione imprenditoriale. Il secondo principio concerne la rappresentazione veritiera e corretta, ma non possibile introdurre un concetto di verit in senso assoluto. Il rendiconto annuale sintetizza in un dato istante una realt che in continuo divenire e in costante evoluzione: la suddivisione in periodi amministrativi annuali dellunitaria vita dellimpresa costituisce unastrazione che impedisce di offrire una visione reale e precisa della situazione aziendale molte operazioni si presentano alla fine di un periodo: la valutazione di queste non pu avvenire prescindendo dalla ponderazione dellesito che tali operazioni avranno negli esercizi futuri e quindi non pu avvenire senza previsioni, stime e congetture. Il bilancio la sintesi: - Di valori certi, derivanti da un preciso e corretto sistema di scritture - Di valori stimati riferiti ad operazioni ancora in corso alla fine di tale periodo - Di valori congetturati determinati in base ad un corretto sistema di previsioni che si basa su piani e valutati secondo i principi affermati dalla dottrina economico-aziendale. Il termine verit non pu essere considerato sinonimo di veridicit: il primo rappresentativo di una realt oggettiva incontrovertibile; il secondo esprime un concetto relativo, cio una realt percepita in modo soggettivo ma in buona fede, perci attendibile. Giudizio di verit: - In senso assoluto per quantit oggettive, quindi con valori definiti; - Per i valori stimati lattenzione viene posta sul concetto di correttezza: si deve seguire un preciso di sistema di stime e si richiede correttezza. Il D. Lgs. 127/1991 ribadisce la necessit per coloro che sono preposti alla redazione del BdE di operare correttamente le stime. limportanza nella redazione del bilancio dei principi della chiarezza, della veridicit e della correttezza confermata dal fatto che prevista la possibilit di integrare i conti annuali con informazioni complementari ed sancito lobbligo di derogare alle disposizioni stabilite dagli articoli del codice, qualora la loro osservanza non consenta di offrire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione PFE. Inoltre la rappresentazione deve essere anche neutrale, cio imparziale dal lato del livello informativo. 3. I principi generali di redazione

I principi regolano il processo di formazione dei conti annuali e favoriscono la corretta rilevazione dei valori osservati offrendo una rappresentazione veritiera e corretta della situazione PF e del risultato economico dellimpresa. Per principi generali si intendono i criteri, le procedure e i metodi di applicazione che stabiliscono le modalit di contabilizzazione degli eventi di gestione. Con la IV Direttiva CEE e il D. Lgs. 127/1991 si data una rilevanza giuridica ai principi contabili generali: si passati da una concezione che li considerava semplici norme di comportamento, ovvero regole comunemente accettate, ad una che attribuisce loro un pieno riconoscimento legale. Il 2423 offre una visione sistematica dei principi generali, raggruppandoli in un unico contesto normativo e rendendone obbligatoria losservanza nella redazione del bilancio. Viene contestato che tali principi non sono stati preceduti da unenunciazione esplicita dei fini del bilancio. Lindicazione degli obiettivi necessaria affinch si possano correttamente interpretare le sintesi contabili. Lesigenza di fornire con chiarezza una rappresentazione corretta e veritiera della situazione patrimoniale costituisce la clausola generale per la redazione del BdE. i due principi non trovano uno specifico e autonomo spazio nel cc: il primo ricompreso nel principio della prudenza, cio si deve tenere conto dei deprezzamenti, sia che lesercizio si chiuda con un utile che si chiuda con una perdita; il secondo riguarda la continuit dei bilanci per cui lo SP di apertura di un esercizio deve corrispondere a quello i chiusura dellesercizio precedente. 3.1 Il principio della prudenza La prudenza la base di riferimento per la valutazione dei singoli elementi e si concretizza nella scelta del pi basso dei possibili valori per le attivit e il pi alto per le passivit. Il valore da attribuire ai componenti attivi del patrimonio il minore tra il costo storico, il valore corrente di mercato e quello di presumibile realizzazione; per i componenti passivi la scelta ricade sul maggiore fra il valore nominale e quello della loro presumibile estinzione. Il principio comporta che i risultati economici di esercizio non siano fittizi e che siano contabilizzati solo i componenti positivi effettivamente consumabili senza pregiudicare lintegrit economica del capitale. La contabilizzazione degli utili effettivamente realizzati e delle perdite rappresenta una chiara applicazione del principio: - Un UTILE si considera realizzato quando la vendita avvenuta e il ricavo determinato, sebbene non ancora incassato n introitato in alcun modo indiretto: occorre che il processo produttivo dei beni o dei servizi sia stato completato e lo scambio con il relativo passaggio della propriet sia avvenuto. Gli utili devono corrispondere a un fondamentale e complessivo requisito di attendibilit, di vera acquisizione di ricchezza. Losservanza del principio consente di evitare il rischio di sopravvalutazioni che conducono allannacquamento del capitale. Il criterio del costo storico assume la duplice veste di spesa sostenuta per lacquisizione dei fattori della produzione e di espressione del loro valore di funzionamento nelleconomia dellimpresa. Ma si pu verificare la situazione opposta: occorre stabilire i casi e i modi con cui il costo va rettificato e sostituito, dando debita motivazione della nota integrativa per tener conto della diminuita funzionalit e dei mutamenti di valori in situazioni speciali. Il rispetto del principio significa considerare i deprezzamenti: si vuole evitare che vengano compiute politiche di bilancio di livellamento dei redditi. la corretta applicazione del principio comporta che vengano evitati gli eccessi che rendono il bilancio inattendibile. 3.2 La continuazione dellattivit dimpresa LA definita quale istituto economico destinato a perdurare nel tempo caratterizzato da una permanenza senza prefissati limiti temporali: i valori espressi nel rendiconto di fine anno debbano essere quelli di funzionamento, cio valori che consentono allimpresa di sopravvivere nel LP in pieno equilibrio viene affermato il principio della continuit secondo il quale il termine BdE va inteso nel senso di bilancio dellimpresa in funzionamento.

Il principio della prudenza ha valenza nellottica di una continuazione e di un normale funzionamento e non anche nel caso di una liquidazione (nonostante lA possa permanere per alcuni anni a causa del protrarsi della liquidazione, le valutazioni dei componenti del capitale non avvengono secondo un criterio prudenziale ma tengono conto solo delle possibilit di realizzazione per le attivit e le passivit. 3.3 La funzione economica degli elementi del capitale Il principio della funzione economica degli elementi stato interpretato nel significato che nella contabilizzazione e nella rappresentazione degli accadimenti aziendali, occorre privilegiare la sostanza economica rispetto alla forma giuridica degli stessi. noto il principio della prevalenza della sostanza sulla forma: lidentificazione della sostanza economica basilare per tutto il procedimento di formazione del BdE. essenziale che nella fase di rilevazione delloperazione nelle scritture contabili si abbia la conoscenza degli elementi pertinenti per la determinazione della relativa sostanza economica. 3.4 La competenza Secondo il principio della competenza si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dellesercizio, indipendentemente dalla data dellincasso e del pagamento: resta la problematica lassegnazione del reddito allesercizio. La corretta individuazione del periodo amministrativo necessaria a causa dello sfasamento temporale fra la manifestazione economica e quella finanziaria degli accadimenti aziendali. La rilevazione contabile di unoperazione avviene allatto della sua manifestazione finanziaria e pu succedere che sia contabilizzata in un periodo cui economicamente non compete con la necessit di unopportuna correzione e rettifica il legislatore ha prescritto che limputazione dei componenti positivi e negativi di reddito ad un periodo amministrativo deve avvenire indipendentemente dal momento monetario ma non ha chiarito nella sua completezza il concetto di competenza economica. In dottrina viene offerta uninterpretazione di tale principio sulla base della teoria del servizio o della funzionalit. I costi si reputano di competenza di un determinato esercizio quando il servizio offerto dal fattore produttivo ha dato in tale periodo la sua utilit o lha esaurita. Ci vale anche per i ricavi gi rilevati, i quali sono riconnessi a fatti di gestione completamente espletati ai fini del reddito e non hanno da ammortizzare costi avvenire a da ricostruire costi di operazioni gi chiuse, per cui vengono attribuiti allesercizio in chiusura e ammortizzano cos i costi addossati al CE. Non sufficiente fare riferimento al criterio dei servizi utilizzati per indicare la competenza dei costi, cos come per i ricavi non basta parlare di utilit cedute: - Se limpiego di una certa utilit avvenuto in un dato esercizio e quindi ha concorso a una produzione ma non ha addotto al conseguimento dei ricavi, il costo relativo a quellunit non di competenza dellesercizio. - Se unutilit impiegata in un esercizio o nei precedenti abbia determinato solo in quel dato esercizio ricavi che ad esso si attribuiscono, il costo relativo a quellutilit deve ritenersi di competenza del medesimo esercizio. Concetto di correlazione tra C&R: un corollario fondamentale del principio di competenza ed intende esprimere la necessit di contrapporre ai ricavi dellesercizio i relativi costi, siano essi certi o presunti, individua i criteri attraverso i quali tale correlazione si realizza: - Associazione causa-effetto fra C&R; - Ripartizione dellutilit o funzionalit pluriennale; - Imputazione dei costi al CE. 3.5 La valutazione separata degli elementi eterogenei Con questo principio si vuole evitare che vengano compiute delle compensazioni di partite. Tale divieto non riguarda le cosiddette compensazioni di tipo contabile, tanto che nel CE sono presenti voci, quali le variazioni delle rimanenze, che rappresentano una compensazione di componenti reddituali. Il principio comporta che le variazioni debbano avvenire su base analitica per categorie omogenee di classi anche se trattasi di elementi appartenenti alla stessa voce di bilancio.

3.6 La continuit dei criteri di valutazione La continuit di applicazione dei criteri di valutazione costituisce il principio base per consentire la comparabilit temporale dei valori patrimoniale e dei risultati economici dellimpresa. Lo scopo della continuit quello di favorire lesame delle tendenze evolutive aziendali da un esercizio allaltro sottoponendo allimmediata considerazione del lettore le variazioni subite dalle poste fra due esercizi consecutivi. Occorrono particolari condizioni: - La forma di presentazione deve essere costante: il modo di esposizione delle voci deve essere uguale o almeno comparabile; - I criteri di valutazione adottati devono essere mantenuti costanti e il cambiamento deve essere giustificato; - I mutamenti strutturali e gli eventi straordinari devono essere chiaramente evidenziati. Il legislatore ha previsto di adattare le voci dellesercizio precedente a quelle del bilancio successivo stabilendo che la non comparabilit e landamento degli importi devono essere segnalati nella NI e debitamente motivati. Il divieto di mutare i criteri di valutazione non assoluto: consentito derogarvi purch ne venga data debita motivazione nella NI il legislatore non indica le situazioni di natura eccezionale, precisa solo che il cambiamento consentito tutte le volte in cui non possibile offrire la rappresentazione veritiera e corretta. 3.7 Gli altri principi generali La legge pu solo statuire i principi basilari per cui deve essere integrata ed interpretata sulla base di quei principi da cui ha avuto origine. Ci si riferisce ai principi generali della neutralit, della comparabilit, della rilevazione dei fatti economici e della rilevanza delle poste. Il principio della rilevazione dei fatti economici rappresenta unannosa questione che ha visto contrapporsi le posizioni degli aziendalisti a quelle dei giuristi. PRIMA DEL 42 si era venuta a creare una diversit di vedute tra chi affermava la necessit di indicare un patrimonio in senso giuridico e chi sosteneva la tesi di rappresentare un patrimonio in senso economico, avente maggiore significato pratico in virt del fatto di essere oggetto di misurazione e quindi di rilevazione. La seconda corrente considerava il bilancio un documento amministrativo il cui contenuto derivava dalla contabilit commerciale che aveva il compito di rilevare gli scambi economici. tale impostazione escludeva dal corpo del bilancio una serie di eventi che potevano riflettersi sulla composizione ed entit del capitale: aziende in floride condizioni, potevano essere impegnate in disastrose operazioni speculative a termine (la mancata rilevazione di tali avvenimenti poteva tradursi in una pregiudizievole distribuzione di utili fittizi). Inoltre, la concessione di garanzie non veniva riflessa nel bilancio: tale esclusione finiva per tradursi nel mancato rispetto dei pochi principi rilevanti per labrogato codice del commercio (verit ed efficienza). CON IL CODICE DEL 42 la questione si ripropone ma il miglioramento consente di affermare che n la materialit, n lattitudine singola allo scambio sono elementi necessari per liscrivibilit dei beni nello SP. Il bilancio pu essere configurato come uno strumento per tutelare in modo diretto i creditori: saranno iscrivibili nellattivo solo i beni espropriabili, in modo da garantire il soddisfacimento dei debiti sociali, iscritti al passivo. Allo SP pu essere attribuita la funzione di accertare gli utili realmente conseguiti: nellattivo figureranno pure cespiti non espropriabili, purch suscettibili di valutazione attendibile. Il bilancio pu essere configurato come un quadro di tutti gli elementi che servono allo svolgimento dellattivit sociale. Possono esporsi fra gli elementi del patrimonio i fattori solo in virt della loro capacit di fornire utilit o di cedere servizi: trovano giustificazione giuridica oltre che economica le voci come le spese di impianto cui non fanno riscontro beni materiali, crediti o debiti. Le informazioni per essere utili devono anche essere significative in quanto in grado di

influenzare le decisioni economiche dei destinatari aiutandoli a valutare gli eventi passati, presenti o futuri. 4. La deroga generale Il legislatore ha sancito un obbligo di deroga alle disposizioni degli articoli relativi alla redazione dei conti annuali. La deroga assume valenza generale in quanto il suo ambito di applicazione si estende a tutti gli aspetti del bilancio. Il suo utilizzo limitato ai casi concreti il cui verificarsi determina una situazione di impresa non pi rappresentabile seguendo le norme stabilite dal cc. Affinch sia giustificabile luso della deroga, levento deve possedere due requisiti: - Non pu essere semplicemente supposto o previsto; - Deve essere straordinaria sia la sua manifestazione che il suo impatto nellattivit. Es: cambiamento della destinazione economica di un bene aziendale (ipotesi di un terreno da agricolo ad edificabile). Ci che viene escluso la sopravvenuta scarsa significativit dei valori storici. La legge 69/1990 ha preferito rinviare a specifici interventi del legislatore ordinario la disciplina dei metodi di valutazione in presenza di situazioni caratterizzate da elevati livelli di inflazione. Allo scopo di favorire la chiarezza e linterpretazione dei dati, viene disposto lobbligo di motivare la deroga nella NI. Si presenta unulteriore problema: stabilire fino a che punto sia possibile estendere la diversa valorizzazione del bene aziendale occorre fissare il limite massimo che rappresentato dalleffettiva possibilit di recupero del nuovo valore nel futuro. Occorre quindi verificare se i ricavi, alla cui formazione parteciper, saranno in grado di rigenerare i valori complessivi allo stato assegnati. La verifica deve essere effettuata ogni anno. Gli eventuali utili devono essere accantonati in una riserva indistruttibile fino a quando il maggior valore sia stato effettivamente realizzato mediante una vendita oppure periodicamente ammortizzato (lammortamento necessita che si abbiamo risultati positivi da rigenerare il maggior valore del bene, consentendone il recupero progressivo di anno in anno.

Capitolo II Lo Stato patrimoniale


1. Lo schema
Si presenta nella tradizionale forma a sezioni contrapposte: uno schema vincolante che con linclusione dei valori in classi omogenee consente di evidenziare gli aspetti fondamentali della situazione patrimoniale e finanziaria. Prima il CC ne disciplinava solo il contenuto minimale prevedendo solo le voci ritenute necessarie ad esprimere e rappresentare il capitale di funzionamento della societ. Questo tipo di schema presentava sia pregi che difetti: migliore e immediata adattabilit alle peculiari esigenze e caratteristiche di ogni singola impresa e diminuzione del rischio di un possibile superamento degli schemi nel tempo; eccessiva discrezionalit concessa ai redattori del bilancio che poteva minare la certezza delle informazioni e compromettere lintelligibilit e la corretta interpretazione dei dati rendendo difficile qualsiasi comparazione. La nuova struttura dello SP migliora la precedente situazione:

Attivo: A. Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte gi richiamata B. Immobilizzazioni I. Immobilizzazioni immateriali: 1. costi di impianto e di ampliamento; 2. costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicit; 7

3. diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno; 4. concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 5. avviamento; 6. immobilizzazioni in corso e acconti; 7. altre. TOTALE (I) II. Immobilizzazioni materiali: 1. terreni e fabbricati; 2. impianti e macchinari; 3. attrezzature industriali e commerciali; 4. altri beni; 5. immobilizzazioni in corso e acconti. TOTALE II III. Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l'esercizio successivo: 1. Partecipazioni in: a. imprese controllate b. imprese collegate c. imprese controllanti d. altre imprese 2. Crediti: a. verso imprese controllate b. verso imprese collegate c. verso imprese controllanti d. verso altri 3. Altri titoli; 4. Azioni proprie, con indicazione del valore nominale complessivo. TOTALE III TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (B) C. Attivo circolante I. Rimanenze 1. materie prime, sussidiarie e di consumo; 2. prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3. lavori in corso su ordinazione; 4. prodotti finiti e merci; 5. acconti. TOTALE I II. Crediti, con separata indicazione per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo: 1. verso clienti; 2. verso imprese controllate; 3. verso imprese collegate; 4. verso controllanti; 4 bis. crediti tributari; 4 ter. imposte anticipate; 5. verso altri. TOTALE II III. Attivit finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni 1. partecipazioni in imprese controllate; 8

partecipazioni in imprese collegate; partecipazioni in imprese controllanti; altre partecipazioni; azioni proprie, con indicazioni del valore nominale complessivo; 6. altri titoli. TOTALE III IV. Disponibilit liquide: 1. depositi bancari e postali; 2. assegni; 3. denaro e valori in cassa; TOTALE IV TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C) D. Ratei e risconti, con separata indicazione del disaggio su prestiti ____________________________ Totale Attivo = A + B + C + D Passivo: A. Patrimonio netto: I. Capitale sociale. II. Riserva da sovrapprezzo delle azioni. III. Riserve di rivalutazione. IV. Riserva legale. V. Riserve statutarie. VI. Riserva per azioni proprie in portafoglio. VII. Altre riserve, distintamente indicate. VIII. Utili (perdite) portati a nuovo. IX. Utile (perdita) dell'esercizio. TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) B. Fondi per rischi e oneri 1. per trattamento di quiescenza e obblighi simili; 2. per imposte, anche differite; 3. altri. TOTALE FONDI PER RISCHI E ONERI (B) B. Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato C. Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo: 1. obbligazioni emesse; 2. obbligazioni emesse convertibili; 3. debiti verso soci per finanziamenti; 4. debiti verso banche; 5. debiti verso altri finanziatori; 6. acconti; 7. debiti verso fornitori; 8. debiti rappresentati da titoli di credito; 9. debiti verso imprese controllate; 10. debiti verso imprese collegate; 11. debiti verso controllanti; 12. debiti tributari; 13. debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale; 14. altri debiti. 9

2. 3. 4. 5.

TOTALE DEBITI (D) D. Ratei e risconti, con separata indicazione dell'aggio su prestiti ____________________________ Totale Passivo = A + B + C + D + E
Le lettere maiuscole indicano i gruppi strutturali dellattivo e del passivo; i numeri romani individuano le voci di genere (raggruppamenti dellambito delle classi strutturali) e i numeri arabi rappresentano le voci analitiche di specie. Lo schema presenta alcune differenze rispetto alla struttura regolamentata dallart 9 della IV Direttiva Cee: il prospetto europeo stato adattato sia per tenere conto di peculiarit del sistema giuridico sia per conservare qualche distinzione di voci gi esenti nella disciplina vigente. - La posta TFR di lavoro subordinato stata indicata separatamente invece di essere inclusa nella posta Fondi rischi e oneri: gli importi determinati sulla base delle prescrizioni allart 2120 possono assumere valori rilevanti, tali da giustificare unevidenziazione separata come voce di struttura. Il legislatore ha inoltre scelto di: - Iscrivere i costi di impianto e ampliamento come prima voce delle immobilizzazioni immateriali; - Indicare come voce strutturale i ratei e i risconti sia attivi che passivi; ci in considerazione delle loro peculiarit e dei loro importi; - Indicare nella voce di struttura Crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti la quota di capitale richiamato; - Evidenziare la voce Perdita di esercizio come parte ideale del patrimonio netto. Lo schema di SP vincolante: in esso sono predeterminati lordine e lesposizione delle singole poste allo scopo di renderle pi facilmente individuabili, interpretabili e comparabili nel tempo e nello spazio. Tale rigidit non assoluta: consentito procedere a integrazioni e adattamenti. Lart 2423 ter concede per le sole voci precedute da numeri arabi la facolt sia di compiere una pi articolata suddivisione sia di procedere al loro raggruppamento quando ci favorisca la chiarezza o quando ci sia legato allesiguit degli importi. presente lobbligo di aggiungere nuove poste non riportate nello schema o di adattare quelle gi esistenti per tenere conto delle peculiarit dellattivit svolta dallimpresa (peculiarit che devono rifarsi a settori di impresa e non a imprese appartenenti al medesimo settore, altrimenti potrebbe essere fornita una difforme capacit informativa dei bilanci). La seconda caratteristica riguarda la classificazione delle voci dellattivo basata sul criterio informatore della DESTINAZIONE ECONOMICA rispetto al processo produttivo aziendale dei singoli elementi del capitale: partite della medesima natura possono trovare collocazione fra le immobilizzazioni o nellattivo circolante a seconda che siano destinati ad un successivo acquisto di beni durevoli o di beni a breve ciclo di utilizzo. Le partecipazioni possono rientrare tra le immobilizzazioni finanziarie oppure nellattivo circolante (la distinzione deve essere compiuta sulla base della ragione che ha condotto allacquisto. Il criterio della destinazione facilita le conoscenze del lettore del bilancio in tema di: composizione dei capitali impiegati e provenienza dei capitali acquisiti attraverso la separazione degli stessi per aree e circuiti gestionali. Tale criterio incide negativamente sulla logica finanziario-monetaria della crescente o decrescente liquidit con cui dovrebbero classificarsi i gruppi omogenei di voci. Viene prescritto lobbligo per il raggruppamento delle immobilizzazioni finanziarie di indicare separatamente i crediti scadenti nel BP, cio entro lesercizio successivo. Si tratta di crediti che altrimenti avrebbero potuto trovare giusta collocazione nellattivo circolante. Per i crediti in tale ultimo aggregato bisogna separare la quota scadente oltre lesercizio successivo invece di iscriverla quale posta delle immobilizzazioni

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finanziarie. Per il passivo patrimoniale la classificazione delle voci avviene sulla base della loto NATURA: possibile distinguere le fonti di finanziamento di terzi dai mezzi propri. Da un punto di vista finanziario questa modalit non la pi indicata: a parte la distinta previsione della classe TFR per lavoro subordinato e Fondi per rischi e oneri, non viene compiuta alcuna chiara distinzione tra debiti consolidati e correnti, con lunica prescrizione di separare limporto esigibile oltre lesercizio successivo. Altra caratteristica lobbligo di riportare accanto a ciascuna voce limporto dellesercizio precedente al fine di consentire la confrontabilit temporale dei dati: si evidenziano le tendenze evolutive della gestione aziendale. La comparabilit dei dati deve essere sempre consentita: occorre procedere ad opportuni adattamenti di voci e indicare nella NI gli eventuali casi che impediscono ladattamento o il raffronto temporale. Inoltre le poste rettificative dellattivo vengono portate direttamente a riduzione degli importi delle voci cui si riferiscono, invece di figurare come fondi nel passivo patrimoniale: da un lato ci consente di conoscere leffettiva consistenza di alcuni elementi del capitale e di evitare possibili equivoci con i fondi che costituiscono vere passivit; dallaltro potrebbe inficiare la stessa chiarezza del bilancio (levidenziazione dei crediti al valore di presumibile realizzo preclude la possibilit di conoscere lammontare originario degli stessi). Viene per prescritto nella NI di indicare i criteri seguiti nelle rettifiche di valore e fornire 2423 comma 3 tutte quelle informazioni aggiuntive ritenute necessarie a offrire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione aziendale. A ci si aggiunge a possibilit di evidenziare nellattivo patrimoniale per le immobilizzazioni i valori lordi, lammortamento gi operato e il valore netto. Inoltre, in ossequio al principio della funzione economica, per la compravendita con obbligo di retrocessione a termine, le attivit oggetto del contratto restano iscritte nello SP del venditore, il quale rileva un debito finanziario ei confronti dellacquirente pari alla somma corrisposta a pronti, mentre questultimo indica il corrispondente credito di finanziamento. Entrambi devono fornire adeguate info in NI. 2. Lattivo patrimoniale Il contenuto dello SP disciplinato dallart 2424 e consente di rappresentare in modo chiaro e preciso alcune poste che potrebbero far sorgere alcuni dubbi interpretativi. Lattivo patrimoniale diviso in 4 classi, la cui individuazione legata al criterio della DESTINAZIONE ECONOMICA. A) CREDITI VERSO I SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI rileva la parte di decimi di capitale sociale sottoscritta ma non ancora versata allatto della redazione del bilancio di esercizio. La legge prevede la sottoscrizione per intero del capitale sociale e il versamento del 25% dei conferimenti in denaro. Gli amministratori concedono un certo lasso di tempo agli azionisti per versare i restanti decimi. Ci riguarda solo i conferimenti in denaro che si presumono tali qualora nellatto costitutivo non sia diversamente stabilito. In questa voce non possono rientrare i conferimenti di beni o crediti. Nello schema richiesto di dare separata rappresentazione alla parte dei decimi effettivamente richiamata dagli amministratori: se i conti accesi alla sottoscrizione di azioni o i quote del capitale sociale potrebbero avere la natura di immobilizzi finanziari al contrario di quelli accesi ai decimi richiamati rappresentano vere disponibilit. B) IMMOBILIZZAZIONI, ossia i beni che sono destinati ad essere utilizzati durevolmente, suddivisi in 3 sottogruppi. Occorre poi indicare separatamente le immobilizzazioni materiali e immateriali oggetto di leasing finanziario (si tratta di beni di cui, pur avendone la propriet non si ha la disponibilit economica e il processo dia ammortamento delle stesse si deve basare su parametri differenti (durata del contratto) da quelli delle altre immobilizzazioni. I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI racchiudono sette differenti tipologie di poste, con lultima che assume valore residuale. Queste immobilizzazioni sono caratterizzate dalla mancanza di tangibilit e sono costituite da costi che non

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esauriscono la loro utilit in un solo periodo ma manifestano benefici economici lungo un arco temporale di pi esercizi. 1) COSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO: oneri che vengono sostenuti dalla societ allatto della sua costituzione o in relazione a particolari momenti della sua vita, quali laumento del capitale sociale. Esempi sono: spese notarili, legali, di consulenza, di pubblicit relative alla costituzione, costi di ampliamento sono anche le spese per lemissione di nuove azioni, per lampliamento dei locali, per il trasferimento della sede sociale. La loro iscrizione nellattivo patrimoniale subordinata alleffettiva e dimostrabile utilit pluriennale nonch al consenso del collegio sindacale. 2) COSTI DI RICERCA , DI SVILUPPO E DI PUBBLICITA, sono oneri relativi alla progettazione e alla sperimentazione di nuovi processi e di nuovi prodotti: viene richiesta la dimostrazione concreta della loro utilit futura. Dare prova che tali spese possono fornire i propri servizi negli esercizi a venire non sempre agevole e deve essere accolta con favore la richiesta di uno specifico assenso alla loro capitalizzazione del collegio sindacale. 3) DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALI (consistono nella facolt esclusiva di attuare linvenzione e di trarne profitto nel territorio dello Stato entro i limiti e alle condizioni previste dalla legge. Loggetto del brevetto costituito dalle nuove invenzioni, non ricomprese nello stato della tecnica, che implicano unattivit inventiva e sono idonee ad avere una concreta applicazione industriale. Non sono considerate invenzioni le scoperte, le teorie scientifiche, i metodi matematici, i piani, i principi e i metodi per attivit intellettuali e le presentazioni di informazioni) E DIRITTI DI UTILIZZAZIONE DELLE OPERE DI INGEGNO (si identificano con il potere di riprodurre, trascrivere, eseguire, diffondere, commercializzare opere determinate, compiendone unutilizzazione economica degli stessi. Si tratta degli elementi che rappresentano il diritto dautore la cui tutela presuppone che lopera abbia come destinazione specifica la rappresentazione intellettuale diretta a una comunicazione, in quanto ci che oggetto di protezione non sono i principi scientifici o artistici contenuti, bens la forma di espressione e 4) CONCESSIONI, LICENZE (si riferiscono a diritti acquisiti per beni appartenenti ad enti pubblici o a diritti di esercizio su attivit degli enti stessi. Si tratta di contratti relativamente ai quali limpresa sopporta un costo e che sono suscettibili di valutazione economica e quindi discrizione nellattivo patrimoniale), MARCHI (sono segni distintivi e consentono nella facolt di farne uso esclusivo per contrassegnare i prodotti esitati, fabbricati direttamente oppure da altre case. Il marchio serve a formare una clientela rispetto a esso venendo a costituire uno dei fattori di avviamento dellimpresa. Il marchio quindi pu avere un alto valore economico per una durata a volte superiore allesercizio e tale da giustificare la sua iscrizione nellattivo) E DIRITTI SIMILI (la sua inclusione dipesa dalla circostanza che non si pu escludere il sorgere di rapporti giuridici diversi da quelli oggi conosciuti). presente un divieto di inclusione nellattivo dei diritti ottenuti con atti a titolo gratuito. La mancata rilevazione di queste voci potrebbe contrastare con il principio della chiarezza del bilancio.

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AVVIAMENTO: questa voce in parte contrastata in quanto si ritiene non corretto attribuirgli un proprio valore autonomamente determinabile come elemento attivo del patrimonio. Ogni tentativo di una valutazione autonoma un tentativo destinato a concludersi in modo soddisfacente. Lavviamento una componente che esiste solo nei casi di cessione di azienda quando si avuto un prezzo. Quindi lavviamento misura il maggior valore che ad un insieme di beni economici deriva dallessere collegato in un sistema di impresa: non ha alcun significato se considerato disgiuntamente dal complesso aziendale cui si riferisce. Il consiglio nazionale sviluppa due accezioni di avviamento: la prima lo considera il frutto di una gestione aziendale efficiente nelorganizzazione tanto del complesso dei beni aziendali quanto delle risorse umane, esso non pu essere capitalizzato sia perch non definibile in termini di oneri e costi ad utilit differita nel tempo, sia perch costituisce il valore attuale di un flusso di futuri utili separati; la seconda lo lega allacquisizione di unazienda o di una partecipazione oppure ad unoperazione di conferimento di azienda, di fusione o di scissione. Le condizioni per la sua iscrizione per la sua iscrizione tra le poste attive dello SP sono stabilite dallarticolo 2426 punto 6 dove si richiede che esso sia acquisito a titolo oneroso e che il collegio dia il proprio assenso. 6) IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO E ACCONTI racchiude una doppia categoria di beni di impresa. La prima riguarda le immobilizzazioni immateriali che vengono costruite internamente e che non risultano ancora ultimate allatto della redazione del bilancio. La seconda riguarda gli anticipi versati ai fornitori per lacquisto di immobilizzazioni immateriali che per il criterio della destinazione non sono ricompresi fra i crediti. 7) ALTRO accoglie tutte le grandezze economiche che non trovano unadeguata rappresentazione nelle prime sei voci. Si pensi alle spese di manutenzioni esempio: spese di manutenzione a carattere straordinario la cui capacit di cedere servizi negli esercizi a venire e non pu essere messa in discussione. La specifica eterogeneit di contenuto delle poste precedenti nonch i differenti criteri di valutazione rendono opportuno che la NI espliciti con un commento chiaro e dettagliato le classi di valori delle singole voci. II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI racchiudono 5 differenti tipologie di poste assimilate dalla duratura utilizzazione e dal requisito della materialit. Devono avere le seguenti caratteristiche: deve trattarsi di costi anticipati o sospesi comuni a due o pi esercizi la cui ripartizione concorrer alla formazione del reddito e alla situazione patrimoniale-finanziaria di pi anni consecutivi; tali beni incorporano una potenzialit di servizi produttivi che saranno resi durante lo svolgimento della loro vita utile; la loro utilizzazione comporta il trasferimento dei costi sostenuti ai processi svolti e ai prodotti ottenuti, tramite la rilevazione delle quote di ammortamento; la loro realizzazione non avviene direttamente ma indirettamente tramite i ricavi di esercizio conseguibili durante la loro vita utile. 1) FABBRICATI & TERRENI 2) IMPIANTI & MACCHINARI 3) ATTREZZATURE INDUSTRIALI & COMMERCIALI

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ALTRI BENI assume valore residuale. Tutti i fattori della produzione non esplicitamente rientranti nelle precedenti 3 classi: automezzi, macchine di ufficio, mobili, arredi. 5) IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO (si di fronte a beni materiali costruiti in economia ma non ancora ultimati alla data di formazione del bilancio. Si separano i beni che partecipano ai processi produttivi da quelli non ancora effettivamente utilizzati) & ACCONTI (riguardano gli anticipi in denaro che per il criterio della destinazione non sono iscritti tra i crediti, versati ai fornitori per lacquisto di immobilizzazioni materiali. III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE sono suddivise in quattro voci principali e riguardano gli elementi del patrimonio che derivano da esborsi monetari per lacquisto di titoli di credito per la concessione di crediti a terzi o per lassunzione di partecipazioni in altre imprese. Tali poste sono state previste anche come voci componenti lattivo circolante: si debbono far rientrare nellaggregato immobilizzato esclusivamente quegli elementi destinati a permanere durevolmente al servizio dellimpresa. Il momento finanziario rilevante solo ai fini di una separata indicazione dei crediti che risultino esigibili nellesercizio successivo alla chiusura del bilancio di esercizio. 1) Per le PARTECIPAZIONI: vengono incluse in tale categoria le interessenze in altre imprese in misura percentuale non inferiore a quelle stabilite dal 2359= il possesso del 20% o del 20% dei diritti di voto nellassemblea ordinaria a seconda che la partecipata sia o meno quotata in borsa. La posta delle partecipazioni suddivisa in 4 sottovoci che evidenziano i rapporti di controllo, collegamento o altro. a) IMPRESE CONTROLLATE: societ in cui unaltra societ dispone della maggioranza dei voti esercitabili nellassemblea ordinaria; societ in cui unaltra societ dispone dei voti sufficienti per esercitare uninfluenza dominante nellassemblea ordinaria; societ che sotto influenza dominante di unaltra societ in virt dei particolari vincoli contrattuali con essa. b) IMPRESE COLLEGATE: unaltra societ esercita sulle stesse una influenza notevole, quando nellassemblea ordinaria pu essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la societ ha azioni quotate in borsa. c) IMPRESE CONTROLLANTI d) ALTRE IMPRESE: le interessenze in altre imprese non vanno comprese tra le immobilizzazioni finanziarie ma deve essere valutata la loro effettiva destinazione durevole al servizio dellattivit aziendale. 2) CREDITI sono suddivisi in 4 voci che riguardano i rapporti con le imprese di cui si possiede una quota del capitale (di controllo o di collegamento) con le imprese controllanti e con altri soggetti. La natura dei crediti finanziaria ma ci non esclude che in alcune circostanze la natura del credito possa essere legata ad unoperazione commerciale e potrebbe risultare necessario fornire un chiarimento nella NI: a) VERSO IMPRESE CONTROLLATE b) VERSO IMPRESE COLLEGATE c) VERSO CONTROLLANTI d) VERSO ALTRI

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reddito variabile purch sia manifesta la volont di acquisire tali valori a scopo di investimento. 4) AZIONI PROPRIE con indicazione anche del valore nominale complessivo. Sono i titoli sociale detenuti in portafoglio che sono stati acquistati nel rispetto delle disposizioni normative in materia. Non si di fronte a veri elementi del patrimonio poich si ha un rimborso ai soci che vendono le azioni dei loro conferimenti, ma ad una sostanziale riduzione del capitale sociale anche se formalmente il suo importo rimane immutato. Ragioni: scelta di annullare le stesse con conseguente riduzione del capitale sociale o in altre circostanze connesse alla pi o meno ampia possibilit di circolazioni di cui godono i crediti. La societ pu: rivendere i titoli dopo breve tempo ( necessaria lallocazione tra le poste dellattivo circolante) oppure detenerli per un periodo pi lungo (iscrizione in questa voce). Il valore ad esse attribuito il costo effettivamente sostenuto dalla societ allatto del loro acquisto. C) ATTIVO CIRCOLANTE: linsieme degli elementi patrimoniale che per la loro funzione non sono destinati servire durevolmente lattivit dellimpresa. composto da 4 gruppi di poste: IRIMANENZE racchiudono 5 differenti tipologie di voci: 1) MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE E DI CONSUMO 2) PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE E SEMILAVORATI 3) LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE concernono opere ancora in fase di ultimazione al momento della redazione del bilancio. Si tratta di contratti ultrannuali per la realizzazione di unopera o di un complesso di opere o la fornitura di beni o servizi non di serie che insieme forniscono un unico progetto, eseguite su ordinazione del committente. Questi lavori sono regolamentati da contratti di appalto e dai relativi capitolati, assunti generalmente a seguito di una gara. I compensi vengono liquidati in connessione agli stati di avanzamento dei lavori (ci ha determinato lintroduzione di una duplice modalit valutativa delle rimanenze finali dei lavori su commessa). 4) PRODOTTI FINITI E MERCI 5) ACCONTI rileva gli anticipi concessi ai fornitori per lacquisizione di materie prime, di materie sussidiarie, di consumo e di merci. II - CREDITI con separata indicazione per ciascuna voce degli importi esigibili oltre lesercizio successivo. I crediti sono articolati in sette voci. La differente natura dei crediti potrebbe creare alcune difficolt nella concreta rappresentazione nellattivo patrimoniale. 2424: se un elemento dellattivo o del passivo ricade sotto pi voci dello schema, nella NI deve annotarsi la sua appartenenza anche a voci diverse da quella nella quale iscritto: 1) VERSO CLIENTI: racchiude non solo i crediti chirografari ma anche quelli rappresentati da titoli di credito, quali i vaglia e le tratte cambiari. 2) VERSO IMPRESE CONTROLLATE 3) VERSO IMPRESE COLLEGATE 4) VERSO CONTROLLANTI 4bis) CREDITI TRIBUTARI: crediti di natura fiscale e riguardano sia l imposizione diretta che quella indiretta. 4ter) IMPOSTE ANTICIPATE: rappresenta le imposte gi anticipate. Sono un onere monetario gi sostenuto ma di competenza di futuri esercizi. La loro natura non

3) ALTRI TITOLI: comprende valori mobiliari a reddito fisso e a

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esattamente quella di credito riscuotibile, quanto piuttosto di minore onere da corrispondere nei futuri periodi amministrativi. 5) VERSO ALTRI: assume un significato residuale e racchiude tutti i rapporti creditori che non trovano esplicita appostazione nei precedenti punti (crediti verso il personale dipendente). III - ATTIVITA FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZAZIONI sono suddivise in sei voci e concernono le attivit costituite per lo pi da titoli che non rappresentano un investimento durevole per limpresa: 1) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLATE 2) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE COLLEGATE 3) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLANTI 4) ALTRE PARTECIPAZIONI 5) AZIONI PROPRIE con indicazione anche del valore nominale complessivo; 6) ALTRI TITOLI VI - DISPONIBILITA LIQUIDE deve trattarsi di disponibilit immediatamente utilizzabili. La presenza di eventuali vincoli alla loro utilizzazione deve essere accuratamente evidenziata e commentata nella NI. A ci si aggiunge che tutte le disponibilit liquide vincolate dovranno essere classificate tra le immobilizzazioni finanziarie o allattivo circolante a seconda della natura e della durata del vincolo. Nel rispetto del principio di non effettuare compensi di partire non possibile procedere alla compensazione tra conti bancari attivi e passivi, poich tale prassi comporterebbe la compensazione di unattivit con una passivit derivanti da posizioni di debito e di credito di solito a tassi non equivalenti. 1) DEPOSITI BANCARI E POSTALI 2) ASSEGNI 3) DENARO E VALORI IN CASSA D) RATEI & RISCONTI ATTIVI: vanno iscritti i proventi di competenza dellesercizio esigibili in esercizi successivi (ratei attivi) e i costi sostenuti entro la chiusura dellesercizio ma di competenza di esercizi successivi (risconti attivi). Tra i ratei e i risconti attivi possono essere iscritte solo quote di costi e di proventi comuni a due o pi esercizi lentit dei quali varia in ragione del tempo. Dalla norma si evincono alcuni elementi caratterizzanti le poste in oggetto: deve trattarsi di quote (parti di costi e di proventi) e non sono ricompresi i costi o i ricavi che per intero non appartengono allesercizio in cui hanno avuto o avranno la loro manifestazione finanziaria; inoltre introdotto il concetto di ratei e di risconti pluriennali; infine lelemento temporale deve dare giustificazione della comunanza del costo e del provento a due o pi esercizi. C stata una disputa tra chi considera il tempo fisico e chi il tempo economico: lintenzione del legislatore sembra essere quella di aver voluto limitare tale discrezionalit introducendo la ripartizione dei proventi e degli oneri comuni a due o pi esercizi unicamente in ragione proporzionale alla loro durata temporale (tempo fisico). Infatti non risulta pi necessaria che liscrizione dei ratei e dei risconti venga concordata con il Collegio; lapparente minore garanzia giustificabile solo perch lassegnazione dei valori a queste voci avviene sulla base di un criterio facilmente determinabile e verificabile. Con separata indicazione di disagio su prestiti tale voce si connette al costo derivante dallemissione sotto la pari di un prestito obbligazionario, la cui competenza economica si estende agli esercizi di durata del prestito medesimo. necessario anno per anno indicare in bilancio la quota del disaggio da considerare a carico dei futuri periodi amministrativi. Si iscrivono in questa voce: FITTI ATTIVI con pagamento POSTICIPATO; LEASING pagato ANTICIPATAMENTE.

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3. Il passivo patrimoniale A) PATRIMONIO NETTO I - CAPITALE: rappresenta il valore nominale delle azioni o delle quote sottoscritte dai soci sia in sede di costituzione che in sede di aumento del capitale. collegata con il primo aggregato dellAP che costituisce la parte di conferimenti in denaro non ancora compiuti al momento della formazione del BdE. La voce in oggetto unica per tutte le categorie di azioni e la loro ripartizione viene compiuta nellambito della NI. II - RISERVA DA SOVRAPPREZZO DELLE AZIONI: deriva in sede di aumento a pagamento del capitale, dal fatto che le nuove azioni vengono emesse a un prezzo superiore al valore nominale. Tale eccedenza deve essere indicata. La disciplina civilistica prevede sia lintegrale versamento del sovrapprezzo allatto della sottoscrizione sia il divieto di distribuzione delle somme percepite a tale titolo, fino a quando la riserva legale non abbia raggiunto il limite di 1/5 del capitale sociale. Il sovrapprezzo risponde allesigenza di adeguare le condizioni economiche dei nuovi a quelle dei vecchi soci: considerato che le azioni in circolazione hanno un valore superiore a quello nominale in virt delle riserve patrimoniali accumulate, il premio di emissione richiesto ai sottoscrittori svolge una funzione di conguaglio e di perequazione. La riserva segue il capitale per la sua funzione economica che mira a proporzionare il conferimento dei nuovi soci al valore che essi in termini di proporzione del patrimonio sociale acquistano. III - RISERVA DI RIVALUTAZIONE: racchiude due differenti tipologie di partite: una prima derivante dallattuazione di leggi che prevedono la rivalutazione per conguaglio monetario; una seconda legata alluso della deroga generale al 2423 comma 4. le rivalutazioni per conguaglio monetario si effettuano al fine di adeguare i valori contabili dei cespiti al diminuito potere di acquisto della moneta. Gli effetti discorsivi dellinflazione sulla significativit dei dati del bilancio sono da tutti riconosciuti: si genera una disomogeneit dei valori (a ricavi correnti si tende a contrapporre costi storici). Lomogeneit dei valori rappresenta un principio generale e una condizione necessaria per giungere a sintesi finali di periodo; a ci ai aggiunge leffetto economico dellinflazione che porta a gonfiare i risultati di esercizio e determina con la tassazione e la distribuzione un impoverimento del patrimonio aziendale, andando a colpire non la ricchezza creata nellanno ma quella gi presente nellimpresa. Il CC non affronta la problematica legata alla perdita di significativit dei valori storici a seguito di processi inflattivi: tale problematica viene riservata a interventi specifici e mirati del legislatore ordinario. Non stata data attuazione allart 33 della IV Direttiva che prevede alcune modalit di correzione dei valori storici per tenere conto dellinflazione. Vengono concesse tre alternative: valutare al valore di sostituzione le immobilizzazioni materiali la cui utilizzazione limitata nel tempo e le scorte; tenere conto dellinflazione per tutte le voci dei conti annuali compreso il patrimonio; rivalutare le immobilizzazione materiali e finanziarie. Numerose sono state le leggi che hanno previsto ladeguamento dei valori di bilancio. Si tratta di provvedimenti che non sono stati completamente soddisfacenti, in quanto caratterizzanti dalla parzialit dei contenuti interessando solo alcuni beni. In merito alle rivalutazioni economiche: si di fronte a una riserva non distribuibile in ossequio al principio della prudenza, trattandosi di utili futuri. IV - RISERVA LEGALE: alimentata da almeno la ventesima parte degli utili annuali, fino a quando la stessa non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. La sua funzione consiste nel rafforzamento patrimoniale della societ, allo scopo del contenimento degli effetti del rischio di impresa,

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consentendo alla stessa un adeguato livello di autofinanziamento. I prelevamenti devono effettuarsi solo per reintegrare perdite che rappresentino la sintesi della gestione annuale e non mai perdite relative a particolari operazioni o settori di gestione. La sua utilizzazione dovrebbe servire solo come mezzo estremo e sempre dopo che fossero state utilizzate tutte le altre riserve pi specifiche di cui limpresa si trovasse a disporre. V - RISERVA PER AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO: prevista dal 2357 ter e deve essere mantenuta nello SP fino a quando le azioni proprie non siano state trasferite o annullate. Lesistenza di questa voce a tutela dellintegrit del capitale , per evitare che attraverso lacquisto di azioni proprie si proceda a rimborsi delle quote di capitale sociale: il legislatore richiede sia che gli acquisti avvengano solamente con lutilizzo di utili distribuibili o riserve disponibili, sia che la riserva venga considerata indisponibile. VI - RISERVE STATUTARIE: sono costituite da utili netti accantonati per attuare un rafforzamento finanziario. La loro funzione di corredare di una garanzia aggiuntiva la riserva legale, tutelare quindi il capitale sociale, consentendo al contempo di incrementare i mezzi di propriet investiti nello sviluppo della combinazione aziendale. VII - ALTRE RISERVE: assume un valore residuale ed deputata a racchiudere le riserve patrimoniale costituire per il raggiungimento di fini particolari o generali: riserva rinnovo impianti, riserve costituite seguito di applicazione di norme tributarie, riserve facoltative. La prima una vera e propria riserva di utili costituita quando in vista della sostituzione di beni industriali, i costi dei nuovi cespiti si presentano maggiori di quelli in precedenza sostenuti a causa sia della diminuzione di potere di acquisto della moneta, sia dei continui miglioramenti tecnologici. Laccantonamento di utili netti deve essere tale da consentire allazienda di sostenere i nuovi costi senza incidere sulle condizioni di equilibrio. La riserva non provvede allespansione dellimpresa mediante lampliamento delle immobilizzazioni tecniche ma costituita unicamente allo scopo del mantenimento degli impianti esistenti e quindi dellattuale capacit produttiva. La costituzione della riserva per ammortamenti anticipati deriva dalla necessit di riconoscere la deducibilit dal reddito imponibile dei maggiori ammortamenti. Le riserve facoltative sono formate da utili che vengono accantonati per fronteggiare i futuri rischi alimentando il processo di autofinanziamento. VIII - UTILI/PERDITE PORTATI A NUOVO: accoglie gli utili e le perdite relativi ai passati esercizi per i quali non sono ancora state stabilite la destinazione e la copertura. IX - UTILE/PERDITA DELLESERCIZIO: concerne il risultato conseguito nel periodo in cui si riferisce il bilancio. TOTALE

B) FONDI PER RISCHI & ONERI: sono costituiti allo scopo di coprire perdite o
debiti di natura determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura dellesercizio sono indeterminati o lammontare o la data di sopravvenienza. Ci consente di separare ci che deve essere rappresentato in tale aggregato da ci che costituisce un debito a tutti gli effetti giuridici. Si quindi di fronte ad accantonamenti di utili lordi da destinare ai fondi di provvisione: la loro esposizione nel passivo deriva dalla concreta applicazione del principio generale della prudenza che consente di rilevare perdite oneri o rischi ancora presunti. Il legislatore accomuna due tipologie di fondi: i fondi oneri e i fondi rischi: i primi mirano alla copertura economica di spese e di oneri di esistenza certa ma il cui ammontare/data di verificazione indeterminata; i secondo racchiudono un

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ulteriore elemento di incertezza legato allesistenza dellevento che solo probabile. 1) PER TRATTAMENTO DI QUIESCENZA E OBBLIGHI SIMILI: rappresenta un debito di cui tuttavia non si conosce ancora il momento in cui dovr essere soddisfatto. La posta racchiude le quote annualmente accantonate a favore di amministratori e collaboratori di impresa. 2) PER IMPOSTE ANCHE DIFFERITE: non racchiude pi il debito per le imposte sul reddito da corrispondere annualmente allErario. Infatti, tale posta potr riguardare le imposte che dovranno essere versate a seguito di eventuali contenziosi tributari oppure il debito per le imposte differite per il quale possono esistere incertezze legate sia ad eventuali perdite fiscali, sia a modifiche delle aliquote impositive. 3) ALTRI: ha carattere residuale e raccoglie tutti gli oneri presunti e i rischi eventuali legati allo svolgimento dellattivit di impresa e contabilizzati nel pieno rispetto dei principi della prudenza e della competenza (fondi di manutenzione per fronteggiare oneri di carattere straordinario oppure i fondi di autoassicurazione). TOTALE Nb: nessuno dei citati fondi ha natura rettificativa poich non pi consentito utilizzare voci per rettificare i valori degli attivi. Le svalutazioni di elementi dellattivo rispetto al valore iscritto nellesercizio precedente risulteranno dal CE e saranno illustrate nella NI. C) TFR DI LAVORO SUBORDINATO: questa voce separata dovuta alla particolare importanza che la natura di questa voce assume nel sistema giuridico italiano. La posta rappresentativa del debito nei confronti del personale dipendente che matura al termine di ciascun anno, ma che verr saldato solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Racchiude limporto calcolato a norma dal 2120 in base al quale il trattamento si determina sommando per ciascun anno di servizio una quota pari o comunque non inferiore allimporto della retribuzione dovuta per lanno stesso e divisa per 13,5. al valore trovato si aggiunge la rivalutazione del trattamento gi maturato con lapplicazione di un tasso costituito dall1,5% in misura fissa e dal 75% dellaumento dellindice dei prezzi al consumo, accertato dallIstat. D) DEBITI, con separata indicazione per ciascuna voce degli importi esigibili oltre lesercizio successivo:la composizione dettagliata con 14 voci di cui lultima residuale accoglie tutti que valori che non corretto annoverare nelle poste precedenti (debiti verso i soci per i dividendi da corrispondere o debiti per i compensi spettanti ai collaboratori di impresa). Sono state avanzate delle critiche in quanto laggregato appare disordinato, soprattutto se osservato secondo criteri economico-aziendali.: non si distinguono i debiti in base alle classi dei debiti di funzionamento e dei debiti di finanziamento (bancari, obbligazionari e simili); n si distinguono i debiti di BP da quelli di LP. Difficilmente questo permette di rispondere in maniera soddisfacente al principio della chiarezza. Il legislatore richiede la specificazione per ciascuna voce degli importi esigibili oltre lesercizio successivo: 1) OBBLIGAZIONI 2) OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI: queste prime due categorie riguardano prestiti che possono essere contratti solo dalle societ il cui capitale suddiviso in azioni. Lindicazione in due distinte voci attesta la differente natura che le obbligazioni possono rivestire e favorisce una migliore interpretazione degli elementi che compongono i debiti a M-LT. Le obbligazioni sono titoli rappresentativi delle quote di prestito e conferiscono il diritto alla percezione di un interesse periodico e al rimborso del capitale. La disciplina giuridica stabilisce lammontare del prestito che non pu eccedere il valore del capitale versato ed esistente; le

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modalit per il deposito e liscrizione della delibera assembleare che autorizza lemissione del prestito, il contenuto delle obbligazioni; i compiti e le materie di competenza dellassemblea degli obbligazionisti; la nomina e i poteri del rappresentante comune. Limporto che viene iscritto dato dal valore di rimborso del prestito (valore nominale) non considerando gli eventuali scarti(disaggio o aggio) di emissione i quali vengono distintamente rilevati. In base al 2420 lassemblea straordinaria pu deliberare lemissione delle obbligazioni convertibili determinando il rapporto di cambio e il periodo e le modalit di conversione; la societ deve deliberare laumento del capitale sociale per un ammontare pari al valore nominale delle azioni da attribuire agli obbligazionisti. Le obbligazioni convertibili non possono essere emesse sotto la pari poich si genererebbe un annacquamento del capitale: possibile emetterle sopra la pari e gli aggi di emissione devono essere accantonati in una nota passiva del bilancio. Per le obbligazioni che vengono convertite, la relativa quota di aggio va stornata dalla posta passiva e accreditata alla Riserva sovrapprezzo azioni; per quelle che vengono rimborsate, laggio va accreditato al CE. Allatto della conversione si possono verificare due situazioni: una prima caratterizzata dalleguaglianza tra i valori nominali delle azioni da attribuire e le obbligazioni convertire; una seconda in cui il valore nominale delle azioni emesse inferiore a quello delle obbligazioni, la differenza che si determina va accreditata alla riserva sovrapprezzo azioni. 3) DEBITI VERSO SOCI PER FINANZIAMENTI: si tratta di prestiti per i quali vige lobbligo di restituzione in capo alla societ. 4) DEBITI VERSO BANCHE: includono tutti i finanziamenti di diversa durata e forma tecnica che limpresa ha ricevuto dagli istituti creditizi. La voce esprime lesposizione debitoria verso le banche ma la risultante di una serie di finanziamenti ottenuti nelle diversificate forme tecniche (aperture di credito, anticipazioni garantite, operazioni su effetti, mutui). 5) DEBITI VERSO ALTRI FINANZIATORI: concernono tutti i prestiti concessi allimpresa da soggetti diversi dalle banche. 6) ACCONTI: riguardano le anticipazioni in denaro compiute dalla clientela della societ in conto di future vendite o prestazioni di servizi: al momento dellincasso si ha il sorgere di un debito nei confronti della propria clientela da compensare alla conclusione della transazione commerciale. 7) DEBITI VERSO FORNITORI: sono i debiti di FUNZIONAMENTO, ossia quelli che sorgono a seguito di acquisti di fattori della produzione. La rilevanza della posta testimoniata dal grande utilizzo del credito commerciale che potrebbe contenere un costo implicito, calcolabile attraverso la differenza tra il prezzo concordato con pagamento a termine e quello che si sarebbe dovuto versare in caso di saldo immediato. In questa voce sono ricompresi anche i debiti verso fornitori esteri ( necessario convertire la valuta estera avvalendosi del cambio del giorno in cui loperazione di acquisto viene conclusa; a fine anno, se il debito ancora presente, occorre formulare il valore contabile sulla base del cambio di chiusura dellesercizio). 8) DEBITI RAPPRESENTATI DA TITOLI DI CREDITO: riguardano sia le cambiali commerciali che quelle finanziarie. Le prime sorgono a seguito degli acquisti dei fattori della produzione e consentono allimpresa di ottenere una dilazione di pagamento, mentre al fornitore una maggiore garanzia sul futuro adempimento delle obbligazioni. Le seconde si concretizzano nellerogazione di un finanziamento a BT a favore della

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societ che emette un documento recante la promessa incondizionata di pagare a una determinata scadenza. 9) DEBITI VERSO IMPRESE CONTROLLATE 10) DEBITI VERSO IMPRESE COLLEGATE 11) DEBITI VERSO CONTROLLANTI: queste 3 categorie concernono i rapporti che si vengono a instaurare allinterno del gruppo aziendale. 12) DEBITI TRIBUTARI: racchiudono tutti i debiti dellimpresa nei confronti dellErario. Ci che distingue questa voce dal Fondo per imposte, anche differite, la certezza del rapporto debitorio sia per lammontare che per la data. Quindi devono essere iscritti i debiti: per le imposte sul reddito da liquidare in sede di dichiarazione annuale, per limposta sul valore aggiunto, per le ritenute fiscali compiute dalla societ e non ancora versate alla data di chiusura dellesercizio. 13) DEBITI VERSO ISTITUTI DI PREVIDENZA E DI SICUREZZA SOCIALE: rappresenta il debito della societ nei confronti degli istituti previdenziali e assistenziali per i contributi maturati e per le trattenute sociali operate sulle retribuzioni dei dipendenti. 14) ALTRI DEBITI E) RATEI E RISCONTI PASSIVI :in questa voce devono essere iscritti i costi di competenza dellesercizio esigibili in esercizi successivi (ratei passivi) e i proventi percepiti entro la chiusura dellesercizio ma di competenza di esercizi successivi (risconti passivi). Gli elementi caratterizzano sono individuabili nel fatto che deve trattarsi di parti di costi e di proventi; nella possibilit di interessare pi esercizi; nellentit che deve variare in ragione del tempo. Con separata indicazione dellaggio sui prestiti: tale voce si connette al provento che deriva dallemissione sopra la pari di un prestito obbligazionario, la cui competenza economica si estende agli esercizi di durata del prestito medesimo. necessario anno per anno indicare la quota di aggio da considerare a beneficio dei futuri periodi amministrativi. 5. I Conti dordine In calce allo SP devono risultare le garanzie prestate direttamente o indirettamente, distinguendo tra fideiussioni, avvalli e altre garanzie personali o reali e indicando separatamente per ciascun tipo le garanzie prestate a favore di imprese controllate e collegate; devono in oltre risultare gli altri conti dordine. Con i conti dordine si individua una vasta categoria di fatti attinenti a momenti della vita aziendale che non influenzano n la formazione del reddito di periodo n la composizione del correlato capitale di funzionamento ma risultano di estrema importanza fornendo un notevole contributo di conoscenza dei riflessi e delle scelte gestionali delle imprese sul sistema dei valori di bilancio. In luogo della richiesta di iscrivere i conti dordine nelle due sezioni del documento, vi la precisazione che essi devono risultare semplicemente in calce allo stesso, ossia annotati in ununica colonna. preferibile che tutti gli avvenimenti da riportare tra i conti dordine vengano rilevati in contabilit(invece di essere elencati a memoria), seguendo il metodo della partita doppia, fermo restando che lesposizione avvenga in unica colonna in calce allo SP senza effettuare alcuna sommatoria coi totali dellattivo e del passivo. Il 2424 fornisce un ulteriore chiarimento: gli amministratori devono indicare tutte le garanzie prestate ma un analogo obbligo non viene esteso a tutti gli altri conti dordine per i quali spetter ai redattori stabilire se esplicitarli o meno in singole fattispecie. La richiesta di unanalitica indicazione giustificata dal fatto che le fideiussioni, gli avvalli e le altre garanzie reali o personali concesse possono tradursi in perdite pi o meno rilevanti: indispensabile informare i vari interlocutori aziendali dellentit di tali rischi. Lascia perplessi la necessit di indicare anche le garanzie presentate indirettamente sia perch non risulta particolarmente agevole la loro esatta individuazione, sia perch

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tale obbligo sembra eccessivo rispetto allinformazione ottenibile considerato che leffetto sul patrimonio dellimpresa potrebbe essere di difficile quantificazione. I fatti rientranti nei conti dordine possono essere classificati in 3 sistemi: Degli impegni: si di fronte a contratti e rapporti giuridici che fanno sorgere in capo alle parti obblighi e doveri che devono essere oggetto di attenta osservazione. Dei rischi: il sistema legato alla circostanza che lazienda ha necessit di conoscere i futuri svolgimenti, al fine di garantire una gestione imprenditoriale equilibrata e duratura; lestrema variabilit ambientale comporta una riduzione del grado di conoscenza e genera attorno al verificarsi degli accadimenti aziendali una maggiore incertezza. Dei beni di terzi o presso terzi: riguarda gli accadimenti di diversa natura caratterizzati da differenti conseguenze che potrebbero derivare alla composizione ed allentit del patrimonio aziendale.

Capitolo III Il Conto Economico


1. Lo Schema
LA forma quella espositiva scalare in grado di evidenziare i risultati parziali e di consentire collegamenti con lo SP, con una classificazione delle poste secondo la loro natura. Struttura del CE: A) VALORE DELLA PRODUZIONE 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione; 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. TOTALE B) COSTI DELLA PRODUZIONE 6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo, di merci; 7) Per servizi; 8) Per godimento di beni di terzi; 9) Per il personale: a) Salari e stipendi; b) Oneri sociali; c) TFR d) Trattamento di quiescenza e simili e) Altri costi 10) Ammortamenti e svalutazioni: a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali c) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni d) Svalutazioni dei crediti compresi nellattivo circolante e delle disponibilit liquide; 11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; 12) Accantonamenti per rischi; 13) Altri accantonamenti; 14) Oneri diversi di gestione TOTALE DIFFERENZA FRA VALORE E COSTI DELLE PRODUZIONE A B C) PROVENTI & ONERI FINANZIARI

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15) Proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e collegate; 16) Altri proventi finanziari: a) Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti; b) Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni; c) Da titoli iscritti nellattivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) Proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli a imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti; 17) Interessi e altri oneri finanziari con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti; 17bis) utili o perdite su cambi Totale ( 15 + 16 17 + - 17bis) D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA FINANZIARIE 18) Rivalutazioni: a) Di partecipazioni; b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) Di titoli iscritti allattivo circolane che non costituiscono partecipazioni; 19) Svalutazioni: a) Di partecipazioni; b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) Di titoli iscritti allattivo circolane che non costituiscono partecipazioni; Totale delle rettifiche (18 19) E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI 20) Proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni i cui ricavi non siano iscrivibili al num 5; 21) Oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni, i cui effetti contabili con siano iscrivibili al num 14 e delle imposte relative ad esercizi precedenti Totale partite straordinarie (20 21) Risultato prima delle imposte ( A B +/- C +/- D +/- E ) 22) Imposte sul reddito di esercizio, correnti, differite e anticipate; 23) Utile (perdita) dellesercizio. forma scalare segna il definitivo abbandono della struttura a due sezioni contrapposte. principio della natura delle poste: consente di evidenziare il valore della produzione ottenuta nel periodo e i correlativi costi, ripartiti nei loro componenti elementari ci permette di valutare leffettiva capacit produttiva dellimpresa , non influenzata dalle vendite, e di compiere facili comparazioni temporali. Lelaborazione di tale schema non comporta alcun aggravio del lavoro contabile: la classificazione delle poste secondo la loro natura sembra la scelta pi adeguata alle attuali esigenze contabili delle societ italiane. Il contenuto obbligatorio e il rigore espositivo delle voci precedute da numeri arabi lo stesso di quello dello SP: sono vietati i compensi di partite ad eccezione di quelli meramente contabili (variazioni delle rimanenze che rappresentano il saldo algebrico di due distinte poste, le rimanenze finali e le rimanenze iniziali di esercizio. Ai sensi del 2423 ter per ogni singola posta deve

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essere indicato limporto dellanno precedente ai fini di una comparazione temporale dei risultati raggiunti. SCOPO del CE evidenziare il risultato economico di periodo e indicare il percorso attraverso il quale si giunti a quel determinato risultato, ponendo in luce il contributo di ciascuna delle diverse aree dellimpresa. Problema: separazione delle gestione ordinaria da quella straordinaria e lesatta collocazione dei componenti reddituali fra le due aree. D. Lgs. 127/1991: il termine straordinario non deve essere interpretato nel suo comune significato ma in quello di estraneit alla gestione ordinaria (finisce per per generare nuove perplessit). Si arriva alla conclusione che: ordinario il reddito che risulta dalle operazioni nelle quali abitualmente si svolge lattivit lucrativa dellazienda. Straordinari sono i componenti del reddito mutevoli, non destinati a rinnovarsi ch sporadiche e non ricorrenti sono le circostanze dalle quali derivano. leccezionalit sta nella natura e nel tempo di verificazione. Ma risulta difficile trovare la giusta collocazione a quei componenti eccezionali temporalmente ma rientranti per natura nellattivit tipica dellimpresa: tali componenti devono essere iscritti tra gli elementi del valore della produzione se positivi oppure fra quelli dei costi della produzione se negativi. Es: le plusvalenze e le minusvalenze patrimoniali possono essere considerate anche di natura ordinaria. Corretta rappresentazione di alcuni elementi reddituali: PROVENTI e COSTI riguardanti operazioni di vendita con retrocessione a termine i componenti di reddito (compresa la differenza tra il prezzo a termine e quello a pronti) devono essere iscritti sulla base del principio della competenza economica pro rata temporis; OPERAZIONI IN VALUTA i ricavi e i proventi, come i costi e gli oneri, devono essere determinati sulla base del cambio corrente alla data nella quale le relative operazioni sono compiute; RIPARTIZIONE DELLE PLUSVALENZE legate alle compravendite con locazione finanziaria al venditore stabilito che le plusvalenze debbono essere ripartite fra i vari esercizi in funzione della durata del contratto per evitare manovre e politiche di bilancio. 2. Il Valore della produzione Il contenuto delle singole poste del CE prende in considerazione il documento integrativo emanato dal consiglio nazionale dei dottori commercialisti e dei ragionieri. A racchiude i componenti positivi rientranti nella formazione del Valore della produzione; laggregato composto da cinque poste dove la A5 assume un valore residuale. I contenuti racchiudono sia proventi effettivamente realizzati, sia le rettifiche e le capitalizzazioni di costi e oneri. Mentre i ricavi riflettono i prezzi di vendita, la variazione delle rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti determinata sulla base di costi e la variazione delle rimanenze dei lavori in corso su ordinazione basata su costi o corrispettivi contrattuali secondo il criterio di valutazione adottato. Ricavi delle vendite e delle prestazioni A1 racchiude i proventi derivanti dallo svolgimento della tipica attivit di impresa che devono essere indicati al netto dei resi, degli sconti, degli abbuoni, dei premi e delle imposte connesse con le vendite e le prestazioni. Ci comporta una compensazione tra partite che non vietata ma migliora il livello informativo delle poste . consuetudine rilevare le rettifiche dei ricavi in appositi e distinti conti economici negativi, occorre procedere in sede di assestamento delle scritture allo storno dei conti. Deve trattarsi di rettifiche a operare ai ricavi imputati per competenza nello stesso periodo amministrativo (qualora si riferissero ai ricavi di precedenti esercizi devono essere incluse tra gli Oneri straordinari E20). Eventualit che vengano venduti beni che sono destinati allo svolgimento dei processi produttivi: ci si riferisce allalienazione di materie prime e

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sussidiarie i cui proventi vengono parificati e sono inclusi nella voce in oggetto. Le variazione delle rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti A2 risultano dalla differenza algebrica tra il valore assegnato alle rimanenze finali e quello delle rimanenze iniziali risultante dal bilancio di apertura. Lindicazione pu essere suddivisa in modo da rappresentare le variazioni delle rimanenze di prodotti finiti da una parte e le variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e semilavorati al fine di un immediato collegamento con lo SP. Se il valore delle giacenze finali superiore al valore di quelle iniziali, la variazione assume segno positivo e viene sommata ai ricavi delle vendite e delle prestazioni accrescendo il valore della produzione. Nellipotesi inversa la voce assume segno negativo e sar detratta dalle precedenti poste. Linclusione della posta in questione nellaggregato Valore della produzione dipende dal fatto che si tratta di beni che hanno preso parte ad una fase del processo di trasformazione o di lavorazione allinterno dellimpresa. A3Variazioni dei lavori in corso su ordinazione: identificano la differenza tra il valore delle rimanenze finali e il valore di quelle iniziali delle commesse ancora in fase di ultimazione al termine del periodo amministrativo. A4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni: una rettifica indistinta di costi, contabilizzati separatamente allinterno del CE, sostenuti per la realizzazione di unimmobilizzazione tecnica, sia materiale che immateriale. Si tratta di un processo di capitalizzazione di costi, una trasformazione del periodo di cessione dei servizi da annuale a pluriennale dei fattori della produzione; in tal modo un costo di esercizio viene sostituito da un onere pluriennale. A5 Altri ricavi e proventi assume un valore residuale e racchiude tutti i componenti reddituali positivi inerenti alla gestione ordinaria dellimpresa. Esempi: proventi derivati dalla gestione, ma non dalla cessione, di immobili o altri beni di natura patrimoniale, posseduti per investimento e non relativi alla gestione caratteristica (AFFITTI ATTIVI); proventi patrimoniali, rappresentati da plusvalenze relative alla cessione di beni strumentali impiegati nella normale attivit produttiva, commerciale o di servizi che vengono alienati per effetto del deperimento economico-tecnico ed aventi scarsa significativit rispetto alla totalit dei beni strumentali utilizzati per la normale attivit produttiva; sopravvenienze e insussistenze relative a valori stimati, che non derivano da errori (eccedenze di fondi rischi, in quando la previsione di perdite si mostrata eccessiva secondo il criterio delle competenza. Contributi in conto esercizio maturati secondo il criterio della competenza. Vanno separatamente indicati e non possono essere dedotti al costo sostenuto ma vanno aggiunti ai ricavi rappresentando delle vere integrazioni di proventi. Nella voce residuale vanno iscritti anche i contributi in conto impianti commisurati al costo delle immobilizzazioni materiali, per la parte ritenuta di competenza dellesercizio. C possibilit di includere le plusvalenze da alienazioni di immobilizzazioni materiali e immateriali? Tale inclusione potrebbe compromettere il significato attribuibile allaggregato Valore della produzione. Deve trattarsi di alienazione derivante dalla fisiologica sostituzione dei cespiti per il deperimento economico-tecnico da essi subito nellesercizio dellattivit produttiva dellimpresa. Se non concorrono queste condizioni, la plusvalenza ha natura straordinaria e deve essere rilevata nella voce E20. 3. I Costi della produzione B racchiude i componenti negativi di reddito rientranti della formazione dei Costi della produzione. Laggregato espressione dei fattori produttivi impiegati per lottenimento della produzione economica. composto da 9 poste di cui lultima assume un valore residuale. Le voci racchiudono sia elementi reddituali negativi effettivamente sostenuti, sia elementi reddituali negativi congetturati e stimati, sia rettifiche di ricavi. B6 fra i costi per materie prime, sussidiarie e di consumo e di

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merci, sono inclusi tutti gli oneri compresi quelli accessori sostenuti per lacquisto dei fattori necessari per il normale svolgimento dellattivit ordinaria dellimpresa, al netto di eventuali resi, sconti, abbuoni, premi e imposte direttamente connesse alle operazioni di acquisto. B7 Costi per servizi ricomprende gli oneri sostenuti per lottenimento di un servizio inteso come loggetto di un rapporto contrattuale con terzi. Costi: per energia elettrica, trasporti, consulenze, compensi agli amministratori e sindaci, pubblicit, assistenza tecnica, royalties, lavorazioni esterne, manutenzioni e riparazioni, provvigioni, assicurazioni. B8 Costi per godimento di beni di terzi racchiude gli oneri sostenuti per ottenere la cessione di servizi da beni non di propriet dellimpresa, quali ad esempio quelli concessi in locazione anche finanziaria. B9 Costi del personale, inerenti alle prestazioni fornite dal personale, diviso in 5 voci riguardanti: salari e stipendi comprensivi degli emolumenti per lavoro straordinario e per mensilit aggiuntive, lordi da imposte e ritenute a carico dei dipendenti; i contributi sociali di competenza del datore di lavoro; la quota di accantonamento per il TFR di lavoro subordinato, nonch lindennit maturata nellesercizio per i dipendenti che hanno cessato il loro rapporto di lavoro nel corso dellanno; la quota di accantonamento per altri trattamenti di quiescenza; altri costi quali erogazioni e liberalit ai dipendenti. B10 la posta relativa agli ammortamenti e alle svalutazioni ed articolata in voci inerenti agli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali e alle svalutazioni delle immobilizzazioni, dei crediti compresi nellattivo circolante e delle disponibilit liquide. Svalutazione delle immobilizzazioni devono intendersi eccezionali rispetto al normale processo di ammortamento; se vengono meno i motivi che hanno determinato la svalutazione, occorre ripristinare il valore originario alimentando una posta economica positiva A5; il contenuto della voce B10d comprende anche le perdite realizzate su crediti, le perdite conseguenti a cessione di crediti; le riduzioni dei crediti iscritti in bilancio a seguito di transazioni; le prescrizioni di crediti. B11 Variazioni delle rimanenze di materie prime racchiudono una compensazione contabile di partite, cio la differenza tra il valore delle giacenze finali e il valore di quelle iniziali. Se il primo superiore al secondo si ha un aumento delle rimanenze che, essendo una parte di fattori non utilizzati nei processi produttivi, deve essere sottratto ai costi di produzione; nellipotesi inversa il valore della posta va aggiunto ai costi sostenuti per la produzione. B12 Accantonamenti per rischi accoglie i costi che si presume di sostenere finanziariamente nei futuri esercizi ma che sono reputati di competenza di quello in chiusura, in quanto hanno partecipato alla formazione dei ricavi. Nb: gli accantonamenti per rischi di natura finanziaria (presunte perdite per contratti su strumenti derivati) devono essere iscritti alla voce C17 del Ce. La differenza tra le due classi riguarda il grado di probabilit di effettiva verificazione mentre nella voce B13 vengono rilevati spese di esistenza certa ma il cui ammontare e/o la data di verificazione risultano indeterminati alla chiusura dellesercizio; nella voce B12 sono iscritti oneri che presentano un ulteriore elemento di incertezza legato allesistenza dellevento che solo probabile. B14 Oneri diversi di gestione ha carattere residuale e racchiude tutti gli elementi reddituali negativi diversi dai precedenti: oneri derivanti dalla gestione ma non dalla cessione di immobili o di altri beni di natura patrimoniale, posseduti per investimento e non relativi alla gestione caratteristica; oneri patrimoniali, quali minusvalenze relative alla cessione di beni strumentali impiegati nellattivit produttiva, commerciale che vengono alienati per effetto del deperimento economico-tecnico ed aventi scarsa significativit rispetto alla totalit dei beni strumentali utilizzati x la normale attivit produttiva.

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Sopravvenienze e insussistenze passive relative a valori stimati che non derivino da errori; Imposte indirette e tasse. La Differenza fra il valore e i costi della produzione il primo risultato parziale ed espressione della gestione caratteristica, cio delle operazioni che si manifestano in via continuativa nello svolgimento della gestione identificando la parte peculiare e distintiva dellattivit economica svolta dallimpresa per la quale la stessa finalizzata. Ci non consente di identificare in modo preciso e puntuale il reddito operativo in quanto influenzato da elementi reddituali estranei alla gestione tipica di impresa. 4. Le altre aree reddituali Larea della gestione finanziaria dellimpresa individuata da due distinti aggregati: Proventi e oneri finanziari e Rettifiche di valore di attivit finanziarie. Il primo composto da 4 poste, distinte in ulteriori voci. C15 Proventi da partecipazioni racchiude le quote di dividendi e di utili con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e collegate e i ricavi di vendita dei diritti di opzione. I dividendi sono rilevati allatto delleffettiva percezione o al momento della loro maturazione. Possono essere iscritti nella voce ulteriori proventi da partecipazioni tra cui in particolare le plusvalenze derivanti da cessione di interessenze, escluse quelle di natura straordinaria. C16 Altri proventi finanziari, sono ripartiti in 4 voci inerenti a: Proventi da crediti iscritti nelle immobilizzazioni con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti (interessi da finanziamenti concessi per un tempo medio lungo e dagli aggi sui prestiti); Proventi da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni (interessi su titoli di stato di M-P, interessi su prestiti obbligazionari; Proventi da titoli iscritti nelattivo circolante che non costituiscono partecipazioni, quali gli interessi e i proventi risultanti dalla loro negoziazione; Proventi diversi dai precedenti con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelle da controllanti. Si tratta degli interessi maturati sui conti correnti bancari, degli interessi di mora, delle plusvalenze da alienazioni titoli a reddito fisso iscritti nellattivo circolante. C17 Interessi e oneri finanziari racchiude tutti gli oneri legati alla gestione finanziaria dellimpresa con separata indicazione Racchiude: Interessi passivi sui debiti verso le banche, sui debiti verso altri finanziatori, sui prestiti obbligazionari e sui finanziamenti dei soci. Le quote di competenza dellesercizio sui disaggi demissione; Le minusvalenze sulle cessioni di partecipazioni, escluse quelle di natura straordinaria. C17bis Utili o perdite su cambi comprende i componenti reddituali legati sia ad operazioni in valuta che si sono completate nel corso dellesercizio, sia alle variazioni dei cambi rispetto a quelli che sono stati adottati alla data di effettuazione delloperazioni. D Rettifiche di valore di attivit finanziarie concerne le rivalutazioni e le svalutazioni compiute nel corso dellesercizio e relative agli elementi attivi del patrimonio di natura finanziaria. Il cc sancisce lobbligo di ridurre il valore delle immobilizzazioni qualora sia durevolmente inferiore a quello in precedenza riportato nel bilancio. D18 Le rivalutazioni sono suddivise in 3 voci riguardanti le partecipazioni, le immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni e i titoli iscritti allattivo circolante che non costituiscono partecipazioni. Le rivalutazioni si riferiscono sia ai ripristini di valore qualora siano venuti meno i motivi che avevano condotto a una svalutazione dellattivit finanziaria, sia ai casi di applicazione del metodo del patrimonio netto alle

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partecipazioni in imprese controllate e collegate. D19 le Svalutazioni sono suddivise in 3 poste concernenti le partecipazioni, le immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni e i titoli iscritti allattivo circolante che non costituiscono partecipazioni. Per le partecipazioni in imprese controllate e collegate per le quali si optato per la valutazione secondo il metodo del PN, la svalutazione legata ia alla possibile differenza tra il costo originario di acquisto e il valore corrispondente alla frazione posseduta di patrimonio netto, sia alle eventuali riduzioni dle valore del patrimonio netto posseduto. E nellaggregato che identifica la gestione straordinaria racchiude tutti gli elementi negativi e positivi di reddito, la cui origine da considerarsi estranea allattivit originaria dellimpresa. uninterpretazione che potrebbe compromettere il grado di significativit dellaggregato, nonch di quello relativo alla differenza fra valore e costi della produzione. Elencazione di poste: Oneri, plusvalenze e minusvalenze derivanti da operazioni con rilevanti effetti sulla struttura aziendale; Plusvalenze e minusvalenze derivanti da fatti per i quali la fonte del provento o dellonere estranea alla gestione ordinaria; Sopravvenienze e insussistenze attive e passive derivanti da fatti per i quali la fonte del provento o dellonere estranea alla gestione ordinaria; Componenti positivi o negativi relativi a esercizi precedenti inclusi gli errori di rilevazioni di fatti di gestione o di valutazione di poste di bilancio; Effetti di variazioni dei criteri di valutazione adottati (da lifo e fifo). Imposte relative ai precedenti esercizi. E20 Proventi straordinari comprende i plusvalori relativi a operazioni straordinarie di impresa (cessione di rami aziendali). In essa vanno ricomprese le plusvalenze rivenienti dallalienazione di beni strumentali, qualora il loro comportamento sia decisamente rilevante rispetto alla totalit di beni utilizzati dallazienda, nonch i plusvalori emergenti a seguito dellapplicazione della deroga generale che vanno poi accantonati in una apposita riserva patrimoniale non distribuibile. Dalla somma algebrica dei totali ( A B +/- C +/- D +/- E ) si giunge a un secondo risultato di gestione definito dal legislatore prima delle imposte. La voce Imposte sul reddito, correnti, anticipate e differite 22 comprende la imposte di competenza intese quale spesa sostenuta per la produzione del reddito ricomprendendo gli effetti delle imposte differite e anticipate destinate ad essere riassorbite nel corso degli anni fra reddito civilistico e imponibile fiscale. Lonere fiscale da rappresentare nella voce formato da: Accantonamenti per le imposte liquidate a da liquidare nellesercizio; Lammontare delle imposte che ritiene risulteranno dovute o che si ritiene siano state pagate anticipatamente in relazione a differenze temporanee sorte o annullate nellesercizio in corso; Le rettifiche nello SP ai saldi di imposte differite per tener conto sia delle variazioni delle aliquote che della istituzione di nuove imposte. Utile o perdita dellesercizio 23 rappresenta il risultato netto complessivo di gestione in base al quale se positivo verranno determinati gli importi da destinare alle riserve patrimoniali, in osservanza delle disposizioni civilistiche e statuarie e da ripartire fra i partecipanti al capitale di rischio.

Capitolo IV - I criteri di valutazione


1. Il sistema dei valori di bilancio
Il bilancio desercizio rappresenta i dati finali di un periodo amministrativo, ma che dipendono sia dagli anni passati che dalle prospettive future. Per questultimo motivo necessario compiere alcuni giudizi valutativi, in quanto alcune operazioni risultano, alla chiusura, ancora in corso di attuazione o di completamento. Cos si apre la

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complessa problematica dellassegnazione del reddito allesercizio. I processi valutativi devono essere compiuti cercando di assicurare agli esercizi futuri risultati almeno normali. Il problema si concretizza nellindividuazione quantitativa del valore massimo del capitale al di l del quale la vita dellimpresa risulta compromessa. La maggior problematica consiste nel fatto che non esiste un singolo valore da attribuire agli elementi del capitale, ma un intervallo di valori che possono considerarsi corretti. Il costo storico il criterio valutativo di base per gli elementi del capitale, non solo un metodo di valutazione ma il principale criterio di registrazione degli accadimenti aziendali. indiscutibile che il costo rappresenti la corretta applicazione del principio della prudenza. Il legislatore fa riferimento sia al costo di acquisto che al costo di produzione: il primo comprende oltre al prezzo pagato per lacquisizione dei fattori produttivi anche le spese accessorie di diretta imputazione, ma si devono escludere i costi generali, i costi successivi allentrata in funzione del bene e gli oneri finanziari; il secondo comprende tutti i costi diretti pi una quota ragionevolmente determinabile delle spese generali di fabbricazione. Un limite posto alla capitalizzazione dei costi ed rappresentato dal valore di mercato del bene o del valore recuperabile tramite luso per unimpresa in normale funzionamento; in caso di superamento dovr essere svalutato. Al costo di produzione possibile imputare gli eventuali oneri relativi a finanziamenti nel caso in cui: tali oneri si riferiscano alla fabbricazione del bene e al periodo di costruzione; effettiva correlazione temporale; il tasso di interesse da utilizzare sia quello sostenuto. Anche la capitalizzazione degli interessi passivi trova il suo limite nel valore di mercato o quello delleffettivo recupero del bene a cui il finanziamento si riferisce.

2. Le immobilizzazioni materiali 2.1. La valutazione al costo


Le immobilizzazioni materiali vengono valutate al loro costo originario: di acquisto o di produzione. Il costo di acquisto deve essere comprensivo di tutte le spese accessorie di diretta imputazione e necessarie alla messa in funzione del bene acquisito; si devono perci escludere i costi generali, gli oneri finanziari e i costi successivi temporalmente sullentrata in funzione del bene. Il codice civile non considera la possibilit di unacquisizione a titolo gratuito quindi in questi casi si prende in considerazione il valore di mercato. Pi complessa la determinazione del costo di produzione in quanto oltre ai costi diretti va attribuita una quota ragionevolmente determinabile degli oneri indiretti e degli interessi passivi. Per quanto riguarda le spese di ampliamento, ammodernamento e miglioramento dei beni acquisiti o costruiti in economia si tratta di oneri capitalizzati, il limite massimo previsto per la capitalizzazione dato dal valore che possibile recuperare tramite lutilizzo di tali beni.

2.2. Lammortamento

Il valore delle immobilizzazioni la cui utilizzazione limitata nel tempo deve essere annualmente ridotto sulla base del suo possibile utilizzo futuro e del possibile recupero tramite un flusso di ricavi. La riduzione di valore si attua attraverso lammortamento, inteso come il procedimento che consente di ripartire il costo di beni pluriennali fra gli esercizi amministrativi della loro vita utile. Questo procedimento tende ad individuare le quote di costo anticipato da portare a carico di un determinato periodo. La quota annua di ammortamento di calcola come differenza tra costo storico e il valore che i ricavi futuri saranno in grado di reintegrare (valore netto contabile). Lazienda dovr disporre di un piano di ammortamento per ogni immobilizzazione, in quanto vige lobbligo di ammortizzare i beni pluriennali in ogni esercizio; questo piano dovr essere revisionato in caso di necessit, alla luce della nuova realt aziendale.

2.3. Le svalutazioni

Al fine di una corretta valutazione , a carico degli amministratori, posto lobbligo di svalutare il bene immobilizzato il cui valore alla chiusura risulti durevolmente inferiore al costo di acquisto o di produzione, diminuito dellammortamento. La svalutazione

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serve a rilevare i deprezzamenti derivanti da accadimenti eccezionali e deve trattarsi di unaccertata impossibilit di recuperare il valore originario. Nonostante sia un onere straordinario il legislatore la inserisce tra i componenti reddituali ordinari del Conto Economico (B10c), ci determina un grado di incertezza su quando revisionare il piano dammortamento o compiere la svalutazione.

3. Le immobilizzazioni immateriali e i costi pluriennali


Le immobilizzazioni immateriali sono suddivisibili in due grandi categorie: la prima categoria comprende i diritti di brevetto, i diritti di utilizzazione delle opere dellingegno, le concessioni, le licenze, i marchi e i diritti simili (che quindi sono suscettibili di autonomo scambio); la seconda riguarda i costi di impianto e di ampliamento, i costi di ricerca e sviluppo, i costi di pubblicit e lavviamento (non sono suscettibili di autonomo scambio). Per quanto riguarda i primi si applicano le norme previste per le immobilizzazioni materiali sia per quanto riguarda la valutazione, che avviene al costo di produzione o di acquisto, sia per quanto riguarda lammortamento e la svalutazione, mentre per i secondi sono state elaborate specifiche disposizioni normative. Liscrizione allattivo dello Stato Patrimoniale dei beni immateriali della seconda categoria, cio i costi di impianto e di ampliamento, costi di ricerca e sviluppo, costi pubblicitari e lavviamento, pu avvenire solo se stata accertata e verificata la loro utilit pluriennale; quindi la capitalizzazione di tali costi va compiuta solo se si verifica una correlazione con la produzione degli esercizi futuri e solo con il consenso del Collegio Sindacale. I costi di impianto e ampliamento, le spese di ricerca, sviluppo e di pubblicit, una volta che sono stati iscritti nellattivo patrimoniale, devono essere ammortizzati per un periodo non superiore ai cinque anni; questo tempo massimo stato previsto dal legislatore per evitare che tali valori, in quanto incerti, generino pericolose distorsioni della rappresentazione veritiera e corretta che il bilancio deve garantire. Lavviamento per poter essere iscritto nellattivo dello Stato Patrimoniale, oltre al consenso del Collegio Sindacale, deve rispettare altre due condizioni: lacquisizione a titolo oneroso e la valutazione al costo sostenuto. Lavviamento pu essere, inoltre, ammortizzato in un periodo non superiore ai 5 anni con la possibilit di prolungarlo se vengono rispettate le seguenti condizioni: non si ecceda la durata della sua utilizzazione; lammortamento sia sistematico con la predisposizione di piani preventivi; sia data motivazione nella Nota Integrativa.

4. Le immobilizzazioni finanziarie e le partecipazioni in imprese controllate e collegate


Laggregato delle immobilizzazioni finanziarie comprende quattro categorie di voci: partecipazioni in imprese controllate, collegate, controllanti e altre; titoli e altri valori mobiliari, destinati a perdurare nel patrimonio aziendale; crediti, che evidenziano un rapporto durevole con altre imprese; azioni proprie. In generale per tutte e quattro le categorie il criterio base da seguire per la valutazione quello del costo dacquisto, che deve essere svalutato in presenza di una perdita durevole di valore legata allandamento dellimpresa emittente o una diminuita capacit di rimborso dei debitori. In alcuni casi possibile che le immobilizzazioni finanziarie subiscano una diminuzione di valore legata allandamento sfavorevole del mercato; in questi casi per le varie categorie sono previste normative diverse. Per le partecipazioni, che non riguardino imprese controllate o collegate, la svalutazione va effettuata nei casi in cui le perdite di valore siano durature e risultino da elementi aventi un certo grado di attendibilit; queste svalutazioni vanno mantenute in bilancio finch ne sussistono i motivi che le hanno originate. Per i titoli quotati la svalutazione ammessa in presenza di un significato ribasso del listino e non esistono elementi che possono far intendere una inversione di tendenza; per i titoli non quotati, invece, la svalutazione deve essere effettuata nel caso in cui ci sia un deterioramento delle condizioni economico-patrimoniali della societ emittente; qualora vengano meno i motivi che hanno originato tali svalutazioni, deve essere ripristinato il loro valore originario. Per i

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crediti, vige il criterio valutativo del presumibile realizzo. La valutazione delle azioni proprie non stata trattata dal legislatore, per cui si ritiene applicabile liscrizione al costo dacquisto e la possibilit di svalutare solo in presenza di perdite durature di valore. Per le partecipazioni in imprese controllate e collegate sono previsti due criteri di valutazione: il costo originario di acquisto e il patrimonio netto; al costo di acquisto devono essere aggiunti gli oneri accessori, come ad esempio costi di intermediazione o diritti di opzione. La valutazione al costo pu essere diversa dalla quota di patrimonio netto posseduta: in caso in cui il costo dacquisto sia maggiore occorre fornire debita motivazione nella Nota Integrativa, le motivazioni che possono portare a corrispondere un prezzo maggiore rispetto al valore del patrimonio netto possono essere ricondotte ad un maggior valore degli elementi del capitale o allavviamento, se non esistono suddette motivazioni obbligatorio effettuare una svalutazione del costo di acquisto; nel caso in cui il costo dacquisto sia minore del patrimonio netto non esistono normative che prevedono un comportamento specifico da tenere. La valutazione con il metodo del patrimonio netto viene attuata, principalmente, nei casi in cui la partecipazione permette allinvestitore di influire sul processo decisionale e quindi sulla politica di gestione della partecipata; in sede di applicazione di questo criterio valutativo si possono verificare delle differenze con il costo dacquisto: nel caso in cui il costo di acquisto sia minore del valore del patrimonio netto, deve essere creata una riserva non distribuibile per la differenza; se il valore del costo dacquisto maggiore alla quota di patrimoni netto questa differenza deve essere motivata in Nota Integrativa, se, invece, stato compiuto un cattivo affare il valore deve essere svalutato.

5. I crediti
Per tutte le tipologie di crediti liscrizione avviene al presumibile valore di realizzazione. Questo criterio mira a garantire lintegrit del capitale e ridurre i rischi di distribuire utili inesistenti, in quanto il valore nominale difficilmente rappresenta limporto che verr riscosso a scadenza per via sia di difficolt economiche dei debitori che di sconti, resi e spese sostenute per la riscossione. Il valore di presumibile realizzo difficilmente determinabile, il d. lgs 87/92 fissa alcuni criteri per poter effettuare la svalutazione: si deve tener conto delle tendenze del mercato; valutare la solvibilit dei clienti; far riferimento al debito pubblico del paese di residenza dei debitori; analizzare gli andamenti economici negativi riguardanti categorie omogenee di crediti. Sono sicuramente indicazioni necessarie ma non sufficienti; pi efficace procedere per fasi: suddividere in categorie i crediti sulla base della loro origine, del grado di affidabilit legata alle garanzie e allanzianit; elaborando dei modelli diversificati da applicare alle varie tipologie individuate. Una fondamentale distinzione va fatta tra crediti di finanziamento e funzionamento, i primi saranno pi soggetti ad avere un valore di realizzo diverso dal valore nominale, in quanto, per natura, hanno scadenza non breve. Per effettuare una buona valutazione dei crediti occorre per prima cosa evidenziare quelli di cui si accertata la futura inesigibilit e svalutarli integralmente, per tutti gli altri occorre far riferimento a metodi statistici: 1. ricerca di una percentuale, determinata in base allesperienza, da applicare al totale dei crediti (sconsigliato); 2. applicazione di una percentuale sulle vendite a credito compiute in un determinato periodo amministrativo (sconsigliato); 3. percentuali differenziate applicabili a categorie di crediti sulla base della loro anzianit: maggiore il tempo passato dalla scadenza, maggiore il rischio di mancata riscossione.

6. Le rimanenze di magazzino
La valutazione delle rimanenze delle scorte di magazzino costituisce un problema complesso; lart. 2426 cc prevede che le giacenze di materie prime, sussidiarie e di consumo devono essere valutate al minore tra costo di acquisto e valore di presumibile realizzo futuro. La determinazione del costo dacquisto comprende: costo dei materiali, spese di trasporto, di dogana e altri. Per determinarlo correttamente si

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applicano tre diverse metodologie: L.I.F.O. (prezzi crescenti) dove si presume che i beni acquistati per ultimi siano i primi ad essere venduti, per cui le scorte vengono apprezzate a valori meno recenti; F.I.F.O. (prezzi decrescenti) presuppone che i primi beni entrati in magazzino siano anche i primi ad essere usciti; Media Ponderata (prezzi costanti) che pu essere per movimento (ogni volta che si procede ad un acquisto e i prelievi sono calcolati sullultimo valore medio calcolato) o per periodo (calcolato sullinsieme degli acquisti effettuati in un determinato periodo e il valore ottenuto si applica alla quantit in rimanenza). La scelta di un criterio o di un altro libera, sempre rispettando il principio della continuit dei criteri di valutazione, inoltre deve essere motivata in Nota Integrativa leventuale differenza negativa rispetto ai valori di mercato. Pi complessa la determinazione del presumibile valore di realizzo: si parla di valore di presumibile realizzazione indiretto in quanto si prendono in considerazione i ricavi che saranno prodotti dai beni nel quale processo produttivo sono utilizzate le materie prime, di consumo e sussidiarie. Anche per le rimanenze di prodotti finiti, semilavorati e in corso di lavorazione la scelta deve ricadere sul minore tra costo di produzione e valore di realizzo delle vendite future. Il costo di produzione comprende sia gli oneri diretti che una quota ragionevolmente determinabile di quelli indiretti e degli oneri finanziari. Per i semilavorati e prodotti in corso di lavorazione la valutazione si basa sempre sul minore tra costo di produzione e valore di presumibile realizzo indiretto. Le merci invece sono valutate al minore tra costo dacquisto e valore di presumibile realizzo diretto.

7. I titoli e le altre attivit immobilizzazioni

finanziarie

che non

costituiscono

Per i titoli e le atre attivit finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni la valutazione avviene al minore tra il costo di acquisto e il valore di realizzo desumibile dallandamento del mercato. Il criterio rispetta il principio della prudenza per cui si evita di iscrivere utili semplicemente sperati. In merito ai titoli il costo storico comprende il prezzo pagato al netto degli interessi eventualmente corrisposti al venditore nel caso in cui lacquisto avvenga nel periodo di maturazione della cedola; deve essere considerato solo il cosiddetto corso secco a cui vanno sommati gli oneri accessori legati alla compravendita. Tuttavia viene concessa la facolt di valutare le rimanenze con i criteri L.I.F.O., F.I.F.O. e Media Ponderata. Pi articolata la ricerca del valore di realizzazione desumibile dal mercato. Per unattenta valutazione occorre distinguere tra titoli quotati e non quotati. Per i primi possibile fare riferimento alle contrattazioni di borsa ed a quelle compiute in mercati organizzati, per i secondi si ha riguardo alla situazione del mercato finanziario e alleffettiva capacit di rimborsare del soggetto emittente. Per le partecipazioni in imprese controllate, collegate, controllanti e altre imprese che non costituiscono immobilizzazioni la valutazione avviene al minore tra il costo di acquisto e il valore desumibile dal mercato. Per individuare questultimo bisogna distinguere in partecipazioni quotate e non quotate: per le prime possibile fare riferimento al valore di mercato alla chiusura dellesercizio, alla data di redazione del bilancio o al prezzo medio dellultimo trimestre; per le seconde il valore di realizzazione rappresentato dal patrimonio netto contabile rilevato allultimo bilancio approvato. Analogo criterio previsto per le azioni proprie dellattivo circolante.

8. Le operazioni in valuta estera


Per prima cosa si distinguono crediti e debiti a breve e lungo termine, quindi si compie un esame di quelli espressi nella stessa moneta straniera o aventi uguale scadenza, individuando una posizione netta, derivante dalla compensazione fra le eventuali differenze positive e negative, da rappresentare in bilancio. Liscrizione in Stato Patrimoniale dei crediti e debiti a breve avviene in base al cambio in vigore alla data del bilancio e, in contropartita, gli utili e le perdite che derivano dalla conversione rispetto al cambio storico siano accreditati e addebitati in Conto Economico. Anche per

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i crediti e debiti a lungo termine liscrizione in bilancio avviene al cambio in vigore alla data di chiusura; se dalla conversione con il cambi storico emergono utili questi vanno differiti mentre se emergono perdite vanno addebitate a Conto Economico. La nuova disciplina in tema di operazioni in valuta, oltre ad introdurre unapposita voce (C17bis) del Conto Economico che accoglie gli utili e le perdite su cambi, prevede che queste vengano contabilizzate al cambio corrente alla data in cui sono state effettuate. Quindi distingue tra attivit correnti e passivit da una parte e attivit immobilizzate dallaltra. Per le prime lesposizione in bilancio avviene al cambio in data di chiusura, se emerge unutile questo va accantonato in una riserva indistribuibile. Le attivit immobilizzate vengono suddivise in materiali, immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni rilevate al costo, da una parte, e le atre immobilizzazioni, dallaltra. Le prime vengono iscritte al cambio storico, per le seconde valgono le regole delle attivit correnti e delle passivit in valuta.

9. I lavori in corso su ordinazione


I lavori in corso su ordinazione rappresentano commesse non ancora completate alla data di chiusura dellesercizio. La disposizione civilistica concede la possibilit di effettuare un apprezzamento tenendo conto dei corrispettivi maturati con certezza (percentuale di completamento), ancorch siano superiori ai costi effettivamente e, fino a quel momento, sostenuti (commessa completata). In pratica con il primo si deroga il principio della prudenza, mentre con il secondo derogato il principio della competenza. La scelta del criterio valutativo libera, tuttavia quando possibile applicare con un grado di ragionevole attendibilit il metodo della percentuale di completamento preferibile a quello del costo, soprattutto nei casi in cui la valutazione con questultimo si alteri maggiormente la relazione tra costi e ricavi. Esiste tuttavia un obbligo: quello di rispettare il principio di continuazione dei criteri valutativi; quindi il passaggio da un criterio allaltro consentito solo in casi eccezionali dandone motivazione in Nota Integrativa. Per i lavori che richiedono tempo inferiori allanno consentito valutarli al minore tra il costo e il valore di presumibile realizzo. La valutazione con il criterio della commessa completata avviene al minore tra costo di produzione e valore di realizzo; questo criterio oltre ad avere il pregio di basarsi su dati consuntivi ha lo svantaggio di non considerare la natura e laspetto sostanziale del contratto, ci genera andamenti irregolari dei risultati dellesercizio. La valutazione in base alla percentuale di completamento attribuisce agli esercizi in cui avviene la costruzione lutile stimato che matura con lavanzamento del lavoro; questo criterio applicabile solo quando i risultati da attribuire ad ogni periodo amministrativo siano stimabili in modo attendibile. Inoltre il consiglio dei dottori Commercialisti e Ragionieri raccomanda di avvalersene solo nei casi: a. esista un contratto vincolante per le parti; b. le opere siano specifiche per il cliente; c. sia possibile effettuare stime ragionevoli ed attendibili dei ricavi e dei costi; d. sia possibile identificare e misurare attendibilmente i ricavi e i costi sostenuti; e. non siano presenti situazioni di aleatoriet connesse a clausole contrattuali o fattori esterni da rendere le stime dubbie e inattendibili.

10. I ratei e i risconti


Alla chiusura dellesercizio molte operazioni risultano ancora in corso di svolgimento, pertanto, ai fini dellassegnazione del reddito allesercizio, si rende opportuno effettuare alcune rilevazioni rettificative di modo che i componenti positivi e negativi imputati al Conto economico siano fra loro correlati e di competenza del periodo amministrativo appena concluso. In questo contesto si inseriscono i ratei e i risconti: un rateo un debito o un credito presunto che misura una quota di costo (rateo passivo) o di ricavo (rateo attivo) di competenza dell'esercizio in corso che non ha ancora avuto la sua manifestazione finanziaria; un risconto una quota di costo (risconto attivo) o di ricavo (risconto passivo) di competenza dell'esercizio successivo che per ha gi avuto la sua manifestazione finanziaria. Tutte le volte che si di

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fronte a prestazioni che non hanno un contenuto economico costante nel tempo necessario richiamarsi al concetto di tempo economico. La disposizione civilistica sancisce che laggio e il disaggio su prestiti obbligazionari sia ripartito per tutta la durata del prestito. Per questo motivo il primo viene iscritto nel passivo dello Stato patrimoniale in quanto si tratta di un provento pluriennale, mentre il secondo viene iscritto nel passivo dello Stato patrimoniale visto che parliamo di un onere pluriennale. Entrambi verranno poi, per la parte di competenza di esercizi futuri, rinviati con lutilizzo di risconto passivo (aggio) e attivo (disaggio).

11. Le disponibilit liquide


In particolare la valutazione dei depositi, dei conti correnti e degli assegni deve avvenire sulla base del criterio del presumibile realizzo; tale valore normalmente coincide con quello nominale, mentre nelle situazioni di difficolt deve essere esposto il valore netto di realizzo stimato. Nellimporto da iscrivere in bilancio vengono computati anche gli interessi effettivamente maturati nellesercizio. Nel caso in cui i depositi e i conti correnti siano in valuta estera occorre compiere la conversione in moneta di conto sulla base del cambio alla data di chiusura. Per quanto riguarda il denaro contante evidente che non si presentano difficolt valutative.

12. Gli elementi del passivo patrimoniale


Per quanto riguarda i fondi rischi e oneri devono essere valutati compiendo un accurato esame delle circostanze che ne hanno determinato liscrizione in bilancio. Qualora loggetto sia un onere o una spesa ben individuabile occorre effettuare una stima realistica che tenga conto di tutti i costi che dovranno essere sostenuti. Nel caso in cui loggetto sia un rischio la valutazione deve essere compiuta con la massima cautela al fine di evitare eccessi che potrebbero portare alla formazione di riserve occulte o allannacquamento del capitale nei casi di sovrastima e sottostima dellevento negativo. In merito ai debiti vige lapplicazione del criterio generale, tranne in alcune eccezioni, del valore nominale.

13. La valutazione dei conti dordine


In sede di valutazione va dato rilievo anche ai conti dordine, in queste situazioni necessario richiamare il principio generale della prudenza. Nel caso di impegni, levento che genera unobbligazione giuridica deve risultare in bilancio al suo valore nominale; se un impiego potrebbe determinare un futuro credito o debito la scelta del valore ricade, nel primo caso, sul minore tra valore nominale e valore di presumibile realizzo, nel secondo, sul maggiore fra il nominale e il valore di presumibile estinzione. Qualora si preveda un pi elevato esborso o minori entrate consigliato costituire un apposito fondo nel passivo dello Stato patrimoniale. Analoghe considerazioni vanno compiute per i rischi e i beni di terzi presso di noi e nostri presso terzi.

Capitolo V La Nota integrativa


1. Il ruolo informativo
Laver considerato la Nota integrativa come parte integrante del bilancio di fondamentale importanza per una maggiore chiarezza espositiva e capacit informativa. La Nota integrativa nel corso degli anni ha acquisito importanza, le funzioni previste oggi sono: descrittiva (illustrare il contenuto delle poste), informativa (dare ulteriori informazioni a quelle degli schemi) ed esplicativa (spiegare le motivazioni dellapplicazione di un determinato criterio di valutazione). Anche la Nota integrativa redatta secondo lobbligo della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta. Questo documento contiene: il dettaglio delle poste dello Stato patrimoniale e del Conto economico; le ulteriori informazioni ritenute necessarie per una corretta interpretazione della situazione finanziaria, patrimoniale e reddituale; le motivazioni di eventuali deroghe ai principi generali. Non prevista una struttura

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obbligatoria, ma larticolo 2427 del c.c. prevede il contenuto minimo del documento, che pu essere integrato se necessario.

2. Il contenuto fissato dalle diverse disposizioni del codice civile


Per prima cosa deve essere motivato lutilizzo della deroga previsto dallart. 2423, comma 4, del codice civile, inoltre devono essere illustrata linfluenza della stessa nella situazione finanziaria e patrimoniale, e, se risultano utili da accantonare a riserva indistribuibile, quando questi possono essere distribuiti. Analoghe informazioni vanno fornite nel caso di deroga alla continuazione dei criteri di valutazione previsto dallart. 2423 bis, comma 2, codice civile. Lart. 2423 ter, comma 2, permette il raggruppamento delle voci di bilancio precedute da numeri romani dandone il dettaglio in Nota integrativa. Lart 2423 ter, comma 5, richiede che, qualora non sia possibile attuare una comparazione dei dati di bilancio, occorre procedere ad un adattamento delle poste commentandolo in Nota integrativa. Lart. 2424, comma 2, prevede che in Nota integrativa sia data spiegazione riguardo agli elementi dello Stato patrimoniale che possono essere iscritti in pi voci dello schema. Lart. 2426 cod. civ. contiene alcuni rinvii alla Nota integrativa riguardo ai criteri di valutazione. Lart. 2427 bis cod. civ. prevede che nella Nota integrativa sia iscritto il valore equo (fair value) degli strumenti finanziari derivati, inoltre, per le immobilizzazioni finanziarie diverse da partecipazioni di controllo e collegamento iscritte ad un valore diverso dal fair value, la motivazione di questa valutazione. Infine lart. 2497 bis cod. civ. sancisce che vengano riportati dati dellultimo bilancio della societ controllante che esercita sullimpresa lattivit di direzione e coordinamento.

3. Il contenuto sancito dallart.2427 cod.civ.


Lart. 2427 cod. civ. si compone di quattro diverse tipologie di informazioni inerenti: ai singoli criteri di valutazione; allanalisi delle principali poste di Stato patrimoniale; allanalisi delle principali poste di Conto economico; a notizie aggiuntive e complementari. La prima serie di informazioni di grande rilevanza in quanto illustra la formazione dei valori di bilancio, consentendone uninterpretazione pi precisa. Il punto in esame sancisce che vengano indicati i criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori espressi in valuta estera. In particolare per quanto concerne: le immobilizzazioni, per quanto riguarda la formazione del costo storico, il processo di ammortamento e le ragioni di eventuali svalutazioni; le partecipazioni in imprese controllate e collegate, specificando il criterio attuato, le ragioni di eventuali svalutazioni e rivalutazioni; le giacenze di magazzino, indicando il metodo del costo utilizzato e il valore presumibile di realizzo; i crediti, indicando il valore nominale, la svalutazione, la natura e informazioni sul soggetto debitore; i lavori in corso su commessa, motivando il criterio scelto e le differenze fra i due. La seconda serie di informazioni (punti dal 2 al 9) analizza le poste di Stato patrimoniale. Il punto 2 richiede che vengano indicati i movimenti riguardanti le immobilizzazioni e il costo storico delle stesse. Il punto 3 richiede che vengano esplicitati la composizione degli oneri pluriennali (costi dimpianto, ampliamento, ricerca & sviluppo e di pubblicit), il motivo della loro iscrizione e il piano dammortamento, inoltre deve essere indicata la destinazione che hanno nelleconomia dellimpresa. Il punto 3 bis concerne le motivazioni che possono indurre a una svalutazione delle immobilizzazioni immateriali e materiali oltre lammortamento. Il punto 4 contiene delle informazioni accurate sulle variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dellattivo e del passivo; in particolare per quanto riguarda i fondi del passivo, il TFR, le utilizzazioni e gli accantonamenti compiuti nel periodo amministrativo. Il punto 5 prescrive che venga riportato lelenco delle partecipazioni possedute, direttamente e indirettamente, in imprese controllate e collegate, indicando per ognuna la denominazione, la sede, il capitale, il patrimonio netto, lutile o la perdita dellultimo esercizio, la quota posseduta e il valore iscritto in bilancio. Particolare rilievo ha il punto 6, dove viene sancito lobbligo di evidenziare i

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crediti e i debiti di durata superiore ai 5 anni e lammontare dei debiti gravati da garanzie reali su beni sociali. Il punto 6 bis riguarda eventuali oscillazioni del cambio, avvenute dopo la chiusura, per le operazioni compiute in valuta estera. Il punto 6 ter specifica i crediti e i debiti che prevedono per lacquirente la retrocessione a termine. Il punto 7 illustra la composizione dei ratei e dei risconti, la voce relativa agli altri fondi del passivo patrimoniale e le altre riserve. Il punto 7 bis contiene le variazioni del patrimonio netto. Il punto 8 riguarda le informazioni circa lammontare degli oneri finanziari. Il punto 9 riguarda i conti dordine: devono essere indicati gli impegni non risultanti dallo Stato patrimoniale. La terza serie di informazioni (punti dal 10 al 14) concerne lanalisi delle principali poste di Conto economico: la suddivisione dei ricavi secondo le diverse attivit esercitate o le aree geografiche; lentit dei proventi da partecipazioni, diversi dai dividendi; la ripartizione degli oneri finanziari; la composizione dei proventi e oneri straordinari; i motivi della rilevazione delle imposte anticipate e differite. Un ulteriore serie di informazioni (punti dal 15 al 18) inerente: al numero medio dei dipendenti; al compenso degli amministratori e sindaci; al numero e al valore nominale di ogni categoria di azioni; alle azioni di godimento, alle obbligazioni convertibili ed ai valori mobiliari simili. Il punto 19 riguarda il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla societ. Il punto 19 bis riguarda le informazioni circa i finanziamenti effettuati dai soci non in conto capitale, specificando quelli con clausola di postergazione. I punti 20 e 21 sono inerenti ai cosiddetti patrimoni e finanziamenti destinati a uno specifico affare. Infine, il punto 22 illustra le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della maggior parte dei rischi e dei benefici legati ai beni che ne costituiscono loggetto, presentando una contabilizzazione con metodo finanziario.

4. Le informazioni complementari: il rendiconto finanziario


Il rendiconto finanziario il documento, allegato al bilancio, di natura amministrativocontabile con la quale si compie unaccurata analisi della situazione finanziaria dellimpresa. Gli obiettivi che si pone questo strumento sono: illustrare lattivit di finanziamento e di investimento; individuare delle correlazioni tra la durata delle fonti e quella degli impieghi. Esistono due forme di rendiconto finanziario: di capitale circolante netto e di liquidit. Il primo prende a base il capitale circolante netto (CCN) che pu essere: finanziario, operativo o al netto delle scorte. Il primo la differenza tra attivo circolante e passivit a breve, serve a descrivere le condizioni di equilibrio finanziario di breve periodo. Il suo valore deve risultare positivo in quanto si avr una precisa correlazione fra durata degli impieghi e quella delle fonti. Il margine in questione fondamentale in quanto si tratta di un indicatore strutturale, quindi stima la dinamica delle future entrate ed uscite. Il flusso di CCN pu essere determinato: contrapponendo i flussi elementari di capitale circolante, ricavati dai correlati movimenti economici; trasformando il risultato di periodo da flusso economico a finanziario, rettificandolo delle voci che non hanno influito sul CCN. Il flusso di CCN viene interessato anche da accadimenti della gestione non caratteristica. Vengono mosse alcune critiche al CCN in quanto questo deriva, in parte, da stime e previsioni, inoltre non sempre un aumento del circolante indice di miglioramento della situazione finanziaria. Maggiore importanza riconosciuta ai flussi di liquidit, che sono meglio quantificabili. Il flusso monetario pi utilizzato il cosiddetto cash-flow, cio quello composto dalle disponibilit monetarie in senso stretto (cassa e c/c); questultimo si suddivide in due tipi: cash-flow operazionale, inerente alla gestione caratteristica, e cash-flow extra-operazionale. Il primo si calcola in due modi: per aggiustamento del flusso di CCN; per correzione del risultato di periodo. Per quanto riguarda la struttura, il rendiconto finanziario distingue le variazioni finanziarie derivanti dalla gestione caratteristica da quella non caratteristica; in ambito di questa seconda area vanno indicate le operazioni di acquisto e vendita di immobilizzazioni, di rimborso di prestiti a medio lungo termine, di erogazione di dividendi, di aumenti e rimborsi del capitale sociale. In particolare il rendiconto di CCN si compone di due

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parti: la prima mostra la natura degli impieghi e delle fonti, la seconda evidenzia le variazioni degli elementi di CCN. Il rendiconto di liquidit viene diviso in tre parti: operazioni relative alla gestione reddituali, di investimento e di finanziamento. Visto che il legislatore non ha previsto n uno schema n un contenuto minimale, per il rendiconto finanziario, lunico riferimento rimane il rispetto al principio delle rappresentazione veritiera e corretta.

CAPITOLO VI Le Relazioni allegate al bilancio di esercizio


1. Il ruolo informativo ed il contenuto della Relazione sulla gestione
La relazione sulla gestione, regolamentata dallart. 2428 cod. civ., un documento, allegato al bilancio, che assume particolare rilevanza al fine di garantire maggiore completezza e qualit delle informazioni da fornire agli stakeholders. Con questa relazione si analizzano i momenti significativi della gestione dellesercizio concluso e si offre un quadro sul prevedibile andamento futuro dellimpresa. La sua particolare valenza informativa data dallutilizzo di un linguaggio descrittivo, riducendo simbolismi contabili, rendendola comprensibile ad un vasto numero di destinatari. La relazione serve a calare i dati di bilancio nel contesto in cui opera limpresa.

1.1. La situazione della societ e landamento della gestione


Come primaria informazione si richiede che vengano fornite informazioni circa la situazione della societ e landamento della gestione. Analizzare la situazione della societ vuol dire descrivere i fatti pi rilevanti e significativi per meglio conoscere il presumibile andamento futuro. Landamento della gestione va interpretato in senso prospettico, consiste nel formulare previsioni sul futuro in linea col principio di continuit dellattivit aziendale. Le informazioni relative alla posizione dellimpresa vanno specificate per ogni singolo settore in cui la stessa ha operato. Lanalisi va inoltre estesa ai vari settori nei quali limpresa ha operato attraverso le controllate. La situazione e landamento della gestione vanno illustrati facendo particolare riferimento ai ricavi, ai costi e agli investimenti. Si deve infine compiere un commento sui risultati raggiunti.

1.2. Il contenuto minimale


La seconda parte dellart. 2428 prevede il contenuto minimo della relazione sulla gestione. In particolare si deve relazionare su: lattivit di ricerca e sviluppo; i rapporti con le imprese controllate, collegate e controllanti; il numero e il valore nominale delle azioni, proprie e non, possedute sia direttamente che indirettamente; il numero e il valore nominale delle azioni, proprie e non, acquistate o alienate dalla societ nellesercizio; i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura; levoluzione prevedibile della gestione; gli obiettivi e le politiche della societ in materia di gestione del rischio finanziario.

2. La relazione semestrale sulla gestione


Il terzo comma dellart. 2428 prescrive lobbligo per le societ quotate di trasmettere al Collegio sindacale, entro tre mesi dalla fine del primo semestre, una relazione semestrale sulla gestione. Questa composta sia da prospetti contabile che da un commento finale. Dai primi risulta la situazione patrimoniale, finanziaria ed il risultato economico del semestre. Il commento contiene tutti i dati necessari per compiere un raffronto temporale dei risultati ed un giudizio sul prevedibile andamento del semestre successivo. La relazione semestrale, entro quattro mesi dalla fine del primo semestre, va comunicata alla Consob e pubblicata presso la sede della societ.

3. Le Relazioni del Collegio sindacale e dellorgano di controllo contabile 37

Al Collegio sindacale spettano importanti funzioni di vigilanza riguardanti: losservanza della legge e dellatto costitutivo; il rispetto dei principi di corretta amministrazione; ladeguatezza della struttura organizzativa della societ, limitatamente agli aspetti di competenza; ladeguatezza del sistema di controllo interno; ladeguatezza del sistema amministrativo-contabile, avvalendosi di propri dipendenti e ausiliari. Il Collegio sindacale ha inoltre particolari poteri: richiedere informazioni agli amministratori sugli andamenti delle operazioni di gestione o su specifici affari; effettuare atti di ispezione e controllo; denunciare gli amministratori in caso di gravi irregolarit per inadempimento; formulare proposte in ordine al bilancio e alla sua approvazione. Lart. 2429 cod. civ. ai sindaci deve pervenire il progetto di bilancio e la relazione sulla gestione; sulla base della loro attivit devono redigere una apposita relazione con la quale riferire allassemblea dei soci sui risultati dellesercizio, sullattivit svolta nelladempimento dei propri doveri, nonch formulare proposte o compiere osservazioni sul bilancio con particolare riferimento alle deroghe. Il controllo contabile viene svolto da un revisore o da una societ di revisione. In alcune circostanze previsto che la funzione di controllo contabile sia assunta dal Collegio sindacale, in questo caso i sindaci devono essere tutti revisori contabili. Le funzioni dellorgano di controllo contabile sono: controllare la regolare tenuta della contabilit; controllare gli aspetti formali e sostanziali; verificare la corrispondenza dei dati di bilancio con quelli delle scritture e la conformit con i principi contabili. Lattivit di controllo contabile viene esplicitata con una relazione che deve almeno contenere le informazioni generali sulla societ e sullesercizio, i dati e i principi di revisione. La relazione si conclude con il giudizio sul bilancio che pu essere: senza rilievi, se il bilancio conforme alle norme; con rilievi, quando lorgano di controllo si trova in disaccordo per alcuni aspetti con gli amministratori; negativo, nel caso in cui il bilancio sia inidoneo a rappresentare la situazione dellimpresa; impossibilit di esprimere un giudizio, quando il lavoro del revisore sia stato ostacolato o impedito oppure nei casi di incertezze legate al futuro aziendale.

Capitolo VII Il bilancio di esercizio in forma abbreviata


1. Lo Stato patrimoniale in forma abbreviata Il legislatore ha previsto per le imprese di minori dimensioni la possibilit di redigere un bilancio in forma abbreviata stabilendo i limiti quantitativi inerenti al fatturato, al capitale investito e al numero di dipendenti al di sotto dei quali trova giustificazione la semplificazione strutturale. I valori da rispettare sono specificati nel 2435 bis: occorre che nellesercizio di inizio attivit o in due esercizi consecutivi non vengano superati due dei seguenti parametri: totale ATTIVO PATRIMONIALE = 3.125.000 Si ottiene sommando A + B + C + D dello SP totale RICAVI VENDITE = 6.250.000 Voce 1 del CE (sono considerati i ricavi al netto dei resi, degli sconti e degli abbuoni). Numero DIPENDENTI mediamente occupati nellanno = 50 (considerando la media giornaliera) Semplificazioni nello SP: Eliminazione poste con numeri arabi Alle poste BI e BII devono essere detratti gli ammortamenti/le svalutazioni Indicare crediti/debiti esigibili nellesercizio successivo Ricomprendere A e D in CII Crediti dellattivo circolante; nel passivo: la voce E nella voce D. Iscrivere o meno i conti dordine? Non prevista soluzione normativa ma si propende per il si. 2. Il Conto economico in forma abbreviata Le semplificazioni consistono nella possibilit di compiere alcune aggregazioni:

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A2 + A3 B9c + B9d + B9e B10a + B10b + B10c C16b + C16c D18a + D18b + D18c D19a + D19b + D19c In E20 e E21 non necessario indicare le plusvalenze e le minusvalenze e le imposte relative ad esercizi precedenti.

3. La Nota integrativa in forma abbreviata e lesonero dalla Relazione sulla gestione Le abbreviazioni riguardano le eliminazioni di alcuni punti previsti dal 2427; vengono omessi: La differenza fra i costi correnti alla chiusura dellesercizio dei beni fungibili e il valore degli stessi calcolato con uno dei 3 criteri previsti Punto 2: movimentazioni delle immobilizzazioni con la specificazione di tutti gli elementi che consentono di indicare nellattivo dello SP i fondi di ammortamento da portare a riduzione del valore delle immobilizzazioni Punto 3: composizione di costi pluriennali Punto 7: composizione delle voci dei ratei e risconti Punto 9: impegni non risultanti dallo SP Punto 10: ripartizione ricavi delle vendite Punto 12: suddivisione degli interessi relativi a PO e ai debiti verso banche Punto 13: proventi e oneri straordinari Punto 14: imposte anticipate e differite Punto 15: numero medio dipendenti Punto 16: importo dei compensi per gli amministratori Punto 17: numero e valore nominale di ogni categoria di azioni Tralasciare indicazione del fair value dellentit e della natura degli strumenti finanziari derivati Qualora nella NI vengano fornite le informazioni in merito al numero e al valore nominale sia delle azioni proprie o quote di societ controllanti possedute dalla societ con lindicazione della parte di capitale corrispondente e al numero e valore nominale sia delle azioni proprie o quote di societ controllanti, la societ esonerata dalla redazione della relazione sulla gestione.

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