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Linconscio, il simbolo e la musica non ha la fibra del linguaggio.

Tutti i tentativi di assimilare la musica a un sistema linguistico sono falliti, perch i geroglifici di cui fatta non hanno un vocabolario. Di fronte a un opera tutto il sapere scolastico non serve pi a niente per un momento, perch incontriamo assolutamente quella forma che muove qualcosa di noi senza che possiamo nulla. Ha preso cos forma lentamente una zona mentale che non ha funzionamenti discorsivi, ma che riconosce, inventa e connette le figure del mondo con procedimenti simili a quelli per cui un odore ci fa pensare irresistibilmente a qualcosa. E in gioco qui una categoria originaria, la lingua che i poeti recuperano, o quella che i filosofi sognano. E il discorso che la musica, il simbolo e linconscio praticano e accendono. Si tratta di un pensiero tutto affettivo e concreto, come le esperienze di piacere e dispiacere che hanno lasciato tracce sul corpo infantile. un sogno o un profumo intraducibili danno la percezione fisica di qualcosa che non si conosce di s, o che si perduto (Linconscio musicale). C una presenza inaspettata, al fondo del fatto simbolico, dellascolto musicale e dellesperienza psicoanalitica: il corpo, dimenticato nel linguaggio. E un telaio di sagome di gesti un giorno segnati dalla gioia o dalla paura, profili quasi neurologici di affetti che si riaccendono nella melodia di una frase, nel ritmo di un quadro, nellarmonia di una partitura. Tracce del corpo e degli effetti nella mente: ecco, in ultimo, la migliore approssimazione dellinconscio. E qui sta il senso che va perduto nella significazione e nei saperi discorsivi: il pensiero del cuore. La musica non ha vocabolario, non significa nulla in senso linguistico; produce pensieri e muove affetti per vie non discorsive. La musica, allora, non un linguaggio in senso semiologico. Linconscio relativamente intellegibile e assolutamente intraducibile. Esso non ha vocabolario e non ha parole, proprio come la musica; non significa nulla in senso linguistico. La scena (musica) muove il cuore e fa pensare, ma non si lascia tradurre in un significato. IL SENSO DEL SUONO: Il suono sembra in qualche modo analogo a determinanti esperienze interiori, in un ambito diverso dal significato a cui si associa (lesempio del Don Carlos Vedi pag33 acciaccatura funebre). Il suono si pu accendere di sensi che alonano il suo significato. Leco di una analogia sfora lorizzontalit del linguaggio e fa risuonare musiche interne impreviste dal lessico. Suoni e odori non richiedono in prima istanza una volont di percepirli, una concentrazione, unattivit. Suscitano sensazioni e pensieri in unapparente passivit del sentire.

La musica mette in moto il corporeo dei nostri pensieri. Ci colpisce subito per pure vie meccaniche, organiche: limpulso a battere il piede in una sala da concerto; la stessa aggressione sonora che a volte percepiamo sul diaframma, sulla gola (la tentazione di canticchiare sottovoce allopera); la sensazione esatta che nella musica ci sia un movimento compresso, non agito, che ci chiede di muoverci. Ho un melodia che mi gira in testa, non riesco a pensare ad altro, non mi vengono in mente parole, immagini, ma quei suoni. E una piccola ossessione, sembra una creatura mentale che voglia parlarmi. Una forma musicale felice non pu che passare dallintimo, privatissimo, di una persona per diventare universale. La miracolosa forza della musica tutta qui: nel far pensare senza parlare. Le classiche partizioni della teoria musicale (ritmo, armonia, melodia) perdono cos di significato: il ritmo non nella metrica di cui si sa dire il numero, ma la sagoma di una pulsazione, dovunque sia; la melodia non un aggregato riconoscibile e concluso di note, ma qualunque figura sonoro felice/infelice che abbia vita simbolica propria (non sono melodie gli strani matrimoni fra timbri bizzarri di Berlioz); e larmonia non solo il governo conscio della progressione degli accordi, ma la somma delle costellazioni di suoni che fanno pensare. Il simbolo musicale, insomma, un concentrato di pensieri possibili, che non si pu sciogliere, ma soltanto far vivere. Per questo non conosce uninterpretazione che lo esaurisca, e proprio perch non c discorso che lo distanzi dal senso, delle cose, della vita, per questo in fondo fa bene. La musica infinitamente interpretabile (anche se non sempre felicemente). In musica la COSA, LA VITA,IL SENSO sembrano li, immediatamente. La musica sa dire la pesantezza della realt senza significarla: un amore impossibile, pu essere unesperienza insopportabile.

A proposito di psicologia della musica Galimberti (2) cos si esprime: La musica unattivit neuropsicologica molto complessa che coinvolge il lobo temporale destro, indispensabile per riconoscere ed eseguire le melodie, e il lobo temporale sinistro, da cui dipendono lelaborazione del linguaggio, la scrittura e la composizione

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