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Di Nicola Palilla http://perunanuovarepubblica.blospot.com http://nicolapalilla.blospot.

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Il voto disgiunto
In tema di riforme elettorali, voglio sinteticamente parlare del voto disgiunto e di quanto esso finisca con l'essere uno strumento di controllo del voto popolare. Voglio farlo perch, essendosi a lungo argomentato, a proposito della legge Calderoli, che non permette all'elettore la scelta del candidato come se il Mattarelum, al contrario, la consentisse mi sembra anche doveroso mettere in luce il fatto che un voto libero e segreto dovrebbe escludere la possibilit di risalire dalla scheda anonima all'elettore. Quest'ultima considerazione talmente vera che, qualunque segno venga apposto sulla scheda oltre la famosa quanto indispensabile X, esso provoca l'annullamento della medesima e dell'espressione di voto che vi contenuta. Se fino ad ora vi siete posti il quesito del motivo per cui una scheda annullata anche per un innocuo punto, avete adesso avuto la vostra risposta. Coerentemente con la necessit di non ricollegare la scheda all'elettore per garantire la segretezza e la libert del voto, credo sia doveroso mettere in rilievo che il voto disgiunto finisce con l'essere una tecnica del controllo dei votanti, bench possa essere stato concepito in origine come un metodo per non rendere le elezioni eccessivamente gravose sotto il profilo finanziario. Sotto un punto di vista squisitamente tecnico, poich quella di un sindaco o di un presidente di regione costituisce un'elezione a s rispetto a quella concernente il consiglio comunale o regionale, non si spiega per quale ragione si debba votare per le due cose con la stessa scheda. L'unica ragione che mi viene in mente quella di volere evitare la stampa del doppio delle schede necessarie (il doppio del numero dei cittadini votanti) per risparmiare sui costi d'organizzazione delle elezioni. Tuttavia, mi viene da chiedermi: perch non eleggere deputati e senatori con la stessa scheda? Non essendo n il sindaco n il presidente di regione eletto dal consiglio (non facendone l'eletto alla carica nemmeno parte), ed essendo, invece, sindaco e presidente regionale, da un lato, e consiglio, dall'altro, due istituzioni separate dotate per legge di legittimit propria, ce ne dovremmo aspettare l'elezione mediante l'impiego di due schede differenti. La possibilit offerta ad un elettore di contrassegnare la scheda indicando un candidato sindaco o presidente di regione ed un candidato al consiglio di colore politico differente, non va visto a mio giudizio come un elemento positivo di libert per l'elettore, bens come uno mezzo di pressione del candidato o di chi per lui sul votante. noto o dovrebbe esserlo che, per l'esiguit delle dimensioni di una sezione (a cui non sono attribuiti mediamente pi di 500 elettori), ciascun candidato o ciascuna organizzazione di persone che sta dietro il candidato quasi a perfezione in grado di prevedere l'esito del voto e a grandi linee di individuare la fedelt degli elettori. Dico a

grandi linee, perch l'unico modo per essere sicuri del loro comportamento e accordarvisi affinch scrivano in un certo modo il nome sulla scheda, cosa che pare sia usuale al meridione ma non anche altrove. Nondimeno, potendosi disporre di una tradizione elettorale, visto che le elezioni sono praticate fin dal 1946, ciascun partito e/o gruppo conosce piuttosto bene la formazione delle sezioni (le famiglie che vi sono attribuite, la loro condizione sociale, il modo in cui hanno sempre votato) e sono facilmente in grado di individuare quali cambiamenti elettorali sono provocati dagli eventuali ma evidenti cambiamenti delle famiglie e nelle famiglie iscritte nella sezione. In questi termini, non impossibile anche al nord controllare il voto delle persone. Si potrebbe obbiettare che tale forma di controllo del voto facile nei piccoli centri, ma impossibile nelle citt. Non sono d'accordo, perch la dimensione delle sezioni mediamente la stessa a prescindere dalla grandezza della citt. In secondo luogo, va detto che tra una piccola ed una grande citt la differenza del comportamento elettorale dovuto al fatto che solo nella piccola citt altamente probabile che l'elettore voti per una persona che conosce personalmente; nella grande citt, invece, la stessa probabilit si applicher al consigliere di circoscrizione, s, ma non obbligatoriamente al consigliere comunale, il quale, al pari del sindaco, sar pi che altro un'entit nota solo grazie ai mezzi di comunicazione. Infine, va citato anche il fattore mobilit che, essendo quasi inesistente nei piccoli centri, rende sostanzialmente ripetitivo il comportamento delle sezioni. Quando un candidato al consiglio comunale o al consiglio regionale (in questo caso, per, pi probabile che si tenga in considerazione colui che porta il candidato) nota che uno dei suoi elettori ha votato il candidato sindaco o presidente di regione avversario, egli perfettamente in grado di identificarlo. Inutile, a questo punto, sottolineare come tale collegamento non possa farsi se a ciascuno elettore data la possibilit di esprimersi con due schede diverse da conferire in due urne separate. Inutile sottolineare come il diritto di libert di espressione del voto e la sua segretezza siano messi in crisi dalla pratica del voto disgiunto. Ci nonostante, sembra che la cosa non interessi ad alcuno..forse perch non un argomento politico da prima pagina e su cui tastare il polso dell'opinione pubblica oppure perch, semplicemente, chi ha il potere non ama la democrazia.

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