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Un po di morfologia, tanto per capire di cosa stiamo parlando e chiamarlo col nome giusto.

Gli archi sono costituiti da quattro elementi: i due FLETTENTI, che ne rappresentano la parte flessibile; i due PUNTALI, cio le estremit rigide di ciascun flettente su cui viene inserito lanello della corda; la PARTE CENTRALE, di solito rigida, che collega i due flettenti e ospita limpugnatura; la CORDA o budello. Nella freccia invece possiamo riconoscere i seguenti elementi: una PUNTA o cuspide, di materiale e profilo variabile; lASTA o fusto, di varie lunghezze; una COCCA, cio la fessura che assicura la freccia alla corda lasciandola tuttavia libera di sganciarsi nel momento del rilascio; un IMPENNAGGIO, di solito triplice, che stabilizza il volo della freccia. Fondamentalmente, evitando di aggiungere inutili dettagli costruttivi, i vari modelli di arco appartengono a una di queste due categorie: Arco corto, arco e arco lungo: composti da un unico pezzo di legno, hanno flettenti stretti e molto lunghi, tanto che la parte centrale rigida formata dalla sola impugnatura; scaricati dalla corda, assumono la foma di unasta lunga e dritta. Arco riflesso o composito: formati da un insieme di legno ed osso legati da tendine animale, hanno unimpugnatura corta e flettenti a doppia curvatura. Scaricati dalla corda, assumono a riposo una caratteristica forma a C in avanti. Il vantaggio degli archi compositi consiste nelle ridotte dimensioni a parit di potenza e precisione rispetto a un modello in legno di forma tradizionale, particolare che ne consente luso a cavallo o a bordo di una biga. Di contro, un arciere appiedato non ne trarrebbe alcun vantaggio pratico.

Come funziona un arco lo sanno pi o meno tutti: primo, si posiziona la freccia, assicurandola alla corda grazie ad unapposita fessura, la cocca. Lasta invece viene appoggiata direttamente sulla mano dellarciere, quella chiusa sullimpugnatura. La corda viene poi allontanata dallarco per quanto lo consente la lunghezza della freccia. Infine, si rilascia la corda: il ritorno dei flettenti, piegati nella fase di caricamento, permette allarco di riprendere la sua forma originale e spinge la freccia in avanti. Per una corretta posizione di ancoraggio dopo il caricamento dellarco, larciere deve inclinare leggermente la testa verso la spalla destra, formando una linea diritta cocca-asta-punta-bersaglio. Da questa posizione, arriver ad incoccare esattamente alla bocca: la corda sar appoggiata alla punta del naso, mentre il pollice andr ad incastrarsi sotto alla mascella, bloccando la mano prima del rilascio. Anche le altre dita hanno una funzione importantissima: lindice e il medio formeranno una pinza di tenuta sulla cocca, mentre lanulare manterr in tensione la corda prima del rilascio. Il gomito andr infine posizionato allaltezza dellorecchio. [seguono prove di tiro con larco: nel seguire la turnazione prevista dal regolamento 1 turno: incoccare la freccia; 2 turno: sollevando larco, tendere la corda e poi iniziare a mirare; 3 turno: completare la mira e rilasciare della corda sottolineare la corretta posizione delle gambe, tronco, braccia e dita, spalmando le informazioni e la terminologia fornita nella lezione, nelle tre azioni minime necessarie. Si raggiunge cos un buon compromesso tra sintesi, chiarezza di esposizione e propriet di linguaggio] [Opzionale: mostrare con esempi le differenze in termini di range e di efficacia contro le diverse armature per i vari tipi di arco; sottolineare le difficolt associate alla visibilit: in particolare, limpossibilit a mirare oltre una certa distanza, e quindi il passaggio da un tiro mirato a uno in mischia contro gruppi di nemici ravvicinati. Sottolineare lefficacia degli scudi contro i danni da freccia] [Opzionale: mostrare la riduzione delle azioni per i personaggi elfi e il funzionamento dellarco elfico]

[seguono prove di muro di scudi con seconda linea di schermagliatori ed esercizi di coordinazione di tipo scudi gi scoccare scudi su]

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