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Lallegoria

L'allegoria la figura retorica per cui un concetto viene espresso attraverso un'immagine: in essa, come nella metafora, vi la sostituzione di un oggetto ad un altro ma, a differenza di quella, non si basa sul piano emotivo ma richiede un'interpretazione razionale di ci che sottintende. Il carattere essenziale dell'allegoria consiste nell'essere un racconto di carattere simbolico ed allusivo. L'allegoria mette in scena personaggi esseri umani, animali o astrazioni personificate - i cui attributi e le cui azioni hanno valore di segni e sono collocati in uno spazio e in un tempo anch'essi simbolici . L'allegoria transitiva perch fonda un sistema di relazioni tra due mondi e stabilisce una corrispondenza tra due livelli, l'uno letterale e l'altro che rappresenta il significato morale, teologico, politico, psicologico. Un'allegoria l'utilizzo di cose concrete per raffigurare cose astratte: tipo la selva oscura che il peccato, o le tre belve che sono l'avarizia la lussuria ecc.. L'allegoria la figura retorica per cui un concetto astratto viene espresso attraverso un'immagine concreta... Per esempio di sentir dire:"questa cosa per me un sasso sulla coscienza" o..."Ho le farfalle nello stomaco per l'emozione" Ecco...sono immagini allegoriche. Allora un allegoria una figura retorica che viene utilizzata ad esempio di qualcosa... ad esempio quando ti dicono sei una volpe vuol dire che sei furbo perch volpe allegoria di furbizia... . L'allegoria un elemento fondante della Divina Commedia, dalla scelta delle tre fiere, all'ingresso all'inferno. Il poema descrive simbolicamente il persorso dell'anima dalla "selva" inestricabile del peccato alla salvezza. Questa figura retorica, per Dante indispensabile, permette proprio di mantenere il significato del discorso su due livelli, uno di immediata comprensione e l'altro sotteso al primo. Due chiavi di lettura sono perci necessarie per potersi avvicinare compiutamente alla grande opera dantesca, affinch possano essere

colte nella loro interezza le numerose sfumature che si nascondono tra le pieghe delle migliaia di terzine elaborate dal sommo poeta. Tipici gli esempi tratti dal I canto dell'Inferno. la selva=allegoria della vita peccaminosa il colle=felicit illuminata dalla Grazia (il Sole) le tre fiere= le tre maggiori disposizioni umane al peccato il leone=la superbia la lupa=la cupidigia la lonza= la lussuria Virgilio=la Ragione Beatrice=la Teologia
Direi che l'allegoria una figura retorica "facile". Detto in altre parole si tratta di qualcosa che richiama una "similitudine" (che un'altra figura retorica) per in senso rafforzativo e poetico, cos che il luogo del peccato diventa il posto dove il sol tace e l'avarizia si trasforma nella antica lupa, cos come la vecchiaia diventa l'abusato 'l verno (cio "l'inverno" della vita umana, che magari troppo utilizzato ancora non era, ai tempi di Petrarca). Ma abbiamo anche L'oro et le perle e i fiori vermigli e i bianchi che in modo originale (almeno per me) stanno a significare le "bellezze di Laura", cos come la nave mia rappresenta l'anima del poeta, mentre, in modo che mi sembra gi pi conosciuto (forse dovuto ai poeti del Risorgimento che hanno pi volte ripreso questa pregante allegoria), con il piede straniero sopra il cuore rappresenta l'occupazione straniera e le nostre cetre riprende invece direttamente dalla cultura classica il suo significato di "ispirazione poetica".

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ch la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant amara che poco pi morte;

ma per trattar del ben chi vi trovai, dir de laltre cose chi vho scorte. Io non so ben ridir comi vintrai, tantera pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi chi fui al pi dun colle giunto, l dove terminava quella valle che mavea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite gi de raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor mera durata la notte chi passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata uscito fuor del pelago a la riva si volge a lacqua perigliosa e guata, cos lanimo mio, chancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasci gi mai persona viva. Poi chi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, s che l pi fermo sempre era l pi basso. Ed ecco, quasi al cominciar de lerta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi mpediva tanto il mio cammino, chi fui per ritornar pi volte vlto. Tempera dal principio del mattino, e l sol montava n s con quelle stelle cheran con lui quando lamor divino mosse di prima quelle cose belle; s cha bene sperar mera cagione di quella fiera a la gaetta pelle lora del tempo e la dolce stagione; ma non s che paura non mi desse la vista che mapparve dun leone. Questi parea che contra me venisse con la testalta e con rabbiosa fame, s che parea che laere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti f gi viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura chuscia di sua vista, chio perdei la speranza de laltezza.
Consiste nel nascondere, dietro il senso letterale delle parole, un contenuto diverso, per lo pi di carattere astratto e ideale. tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi incontro, a poco a poco

mi ripingeva l, dove il sol tace. ------------- selva del peccato (Dante, Inferno, I, 58-60) Quando mi vidi giunto in quella parte di mia etade ove ciascun dovrebbe ---------------- la vecchiaia calar le vele e raccoglier le sarte, ci che pria mi piacea allor m'increbbe: e pentuto e confesso mi rendei. (Dante, Inferno, XXVI, 79-83) Maledetta sie tu, antica lupa, ------------------- l'avarizia che pi che tutte l'altre bestie hai preda per la tua fame sanza fine cupa! (Dante, Purgatorio, XX, 10-13) L'oro et le perle e i fiori vermigli e i bianchi, --------- bellezze di Laura che 'l verno devria far languidi et secchi, ---------------- la vecchiaia son per me acerbi et velenosi stecchi, ch'io provo per lo petto et per li fianchi. (F. Petrarca, Canzoniere, XLVI, 1-4) Passa la nave mia colma d'oblio ----------- l'anima del poeta per aspro mare, a mezzanotte il verno, enfra Scilla et Caribdi; et al governo siede 'l signore, anzi 'l nimico mio. ----------- l'amore (F. Petrarca, Canzoniere, CLXXXIX, 1-4) E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, ---- occupazione straniera fra i morti abbandonati nelle piazze sull'erba dura di ghiaccio, al lamento d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, ----- l'ispirazione poetica oscillavano lievi al triste vento. (S. Quasimodo, Alle fronde dei salici)
uno la mano sulla spalla dell'altro, e se ne vanno dritti nel burrone......

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