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ANDAMENTO PLANIMETRICO Tecnica del Tracciato Poligonale dasse Asse stradale ANDAMENTO ALTIMETRICO Profilo longitudinale del terreno Profilo longitudinale della strada
Inquadramento Generale
Le Curve di Livello
Le Superfici Quotate
IL TRACCIATO
Poligonale a Pendenza Costante COSTITUITA DA SEGMENTI DI LUNGHEZZA FISSA CHE SI APPOGGIANO A 2 CURVE DI LIVELLO ADIACENTI
Raccordi Verticali
Andamento Altimetrico
Tracciato del Terreno LINEA NERA Sviluppo dellIntersezione tra la Superficie Cilindrica avente per Direttrice lAsse Stradale e Generatrice una retta Verticale ed il Terreno
Tracciato del Progetto LINEA ROSSA Composta da tratti a pendenza costante (LIVELLETTE) raccordati da archi di cerchio
Occorre evitare che un raccordo planimetrico inizi immediatamente dopo un raccordo concavo. Se ci si verifica la visione prospettica dei cigli presenta una falsa piega.
Quando non possibile spostare i due elementi in modo che le posizioni dei rispettivi vertici coincidano si deve imporre che Rv/R 6
Occorre evitare il posizionamento di un raccordo concavo immediatamente dopo la fine di una curva planimetrica. Anche in questo caso nelle linee di ciglio si presentano evidenti difetti di continuit ed inoltre si percepisce un restringimento della larghezza della sede stradale che pu indurre lutente ad adottare comportamenti non rispondenti alla reale situazione del tracciato. (Questo difetto pu essere ancora corretto portando a coincidere i vertice dei due elementi)
Quando un raccordo concavo segue un raccordo convesso, nel quadro prospettico dellutente pu rimanere mascherato un tratto intermedio del tracciato, in questo caso si ha la cosiddetta perdita di tracciato.
Regole Pratiche
Un raccordo verticale deve essere inserito allinterno di un elemento del tracciato orizzontale avente caratteristiche omogenee. Cos esso pu investire una clotoide e il successivo arco di cerchio avente curvatura dello stesso segno, ma bene che non comprenda un rettifilo e la successiva clotoide, oppure i due tratti di curvatura opposta di una clotoide di flesso. Inoltre bene che lo sviluppo del raccordo comprendi gran parte di quello dellelemento di tracciato orizzontale in cui inserito. Quando un raccordo verticale convesso inserito in una curva del tracciato orizzontale, opportuno localizzare lorigine del raccordo dopo una deviazione di circa 3 della clotoide che precede la curva circolare; questa condizione deve essere rispettata tanto pi rigorosamente quanto minore il raggio della curva orizzontale. Questo regola serve per garantire che lutente veda lesistenza della curva orizzontale prima dellinizio del dosso, in modo da evitare pericolosi effetti di sorpresa. Consideriamo un tracciato orizzontale privo di rettifili, il quale presene pertanto dei punti di flesso; il corrispondente profilo sia costituito da una successione di raccordi concavi e convessi separati da brevi livellette. Perch le condizioni a) e b) siano soddisfatte, i punti terminali dei raccordi concavi debbono essere molto prossimi ai punti di flesso del tracciato orizzontale flesso del tracciato orizzontale. Se invece profilo longitudinale formato da soli elementi curvilinei, senza livellette, i suoi punti di flesso debbono coincidere con quelli del tracciato orizzontale (principio di corrispondenza dei punti dinflessione).
Sezioni Trasversali
INTERSEZIONE DEL CORPO STRADALE E DEL TERRENO CON UN PIANO VERTICALE NORMALE ALLASSE STRADALE in Corrispondenza dei Picchetti
FORNISCONO GLI ELEMENTI NECESSARI PER IL CALCOLO DEL VOLUME DEL SOLIDO STRADALE (MOVIMENTI TERRA) LE SEZIONI SI RAPPRESENTANO COME APPAIONO AD UN OSSERVATORE CHE, RIVOLTO VERSO LORIGINE DELLA STRADA, SI DIRIGE A RITROSO VERSO LA FINE
Limitare le velocit dei veicoli Ridurre la monotonia dei tracciati Consentire una adeguata valutazione delle distanze Contenere i fenomeni di abbagliamento
La lunghezza minima delle curve circolari imposta dalla normativa per garantire che lutente possa percepire lelemento geometrico tale che il tempo minimo di percorrenza in curva sia pari 2.5 secondi La normativa inoltre, al fine di assicurare un livello minimo di omogeneit geometrica del tracciato, impone un rapporto tra raggi planimetrici di curve consecutive e una relazione tra lunghezza di un rettifilo e raggio della curva adiacente
La lunghezza minima dei rettifili limitata dalla normativa per valori variabili con la velocit; tale limitazione deriva dalle esigenze di percezione della geometria che condizionano il fenomeno della guida
per i veicoli stradali limpossibilit di descrivere traiettorie coincidenti con la geometria dellasse della corsia
Per contenere questi effetti opportuno introdurre tra rettifilo e arco di cerchio una geometria a curvatura variabile di opportuno sviluppo
c lotoidica r sn=An+1
pirale
s indica lo sviluppo generico della curva a partire dal punto ove 1/r = 0 (punto di flesso) Essendo A>0, la clotoide in un sistema cartesiano si sviluppo nel I e IIIquadrante.
In funzione delle esigenze progettuali, assunta una legge del moto v(t) e imposto un predeterminato andamento delle curvature, pu ricavarsi il grado n della clotoide.
Se si considera una variazione lineare della curvatura, per velocit costante si ha n=1 Predeterminato il grado della clotoide lequazione gode di un solo grado di libert. Imponendo quindi una condizione tutte le altre variabili risultano univocamente determinate.
F = punto finale della clotoide R (m) = raggio dellarco di cerchio da raccordare L (m) = lunghezza dellarco di clotoide p = angolo di deviazione nel generico punto P f = angolo di deviazione nel punto di fine della clotoide
Le geometrie di transizione
La necessit di introdurre una curva di transizione tra rettilineo e arco di cerchio nella geometria ferroviaria deriva dal fatto che in assenza di essa si determina nel punto di raccordo linsorgere istantaneo di unaccelerazione centripeta ed il conseguente sviluppo impulsivo di una forza centrifuga, che pu indurre sollecitazioni dinamiche non compatibili al contatto ruota rotaia. E pertanto indispensabile limitare la variazione nel tempo dellaccelerazione attraverso lintroduzione di una geometria a curvatura variabile (1/), alla quale corrisponda una variazione regolare della curvatura.
in Ferrovia
in Strada
Nella geometria stradale lopportunit di inserire una curva di transizione tra arco di cerchio e rettilineo deriva dal fatto che il veicolo stradale essendo non vincolato ad una specifica traiettoria imposta geometricamente, pu percorrere ed in generale percorre una propria traiettoria di transizione che definita dalla sterzatura applicata dallutente alla guida. Daltra parte una geometria priva di transizione tra cerchio e rettilineo non pu essere esattamente percorsa dal veicolo stradale considerata limpossibilit di ruotare istantaneamente lo sterzo nel punto di raccordo in modo da passare dallassetto delle ruote in rettilineo ad un assetto deviato di uno specifico angolo R che consenta di percorrere larco di cerchio di raggio R. Ci sarebbe possibile in prima approssimazione solo se il veicolo si fermasse in corrispondenza del punto di raccordo e, a veicolo fermo, lassetto delle ruote passasse da =0 a = R. Pertanto allo scopo di disporre di una geometria dellasse stradale teoricamente percorribile da un veicolo indispensabile inserire un arco di transizione tra il rettilineo ed il cerchio, tale per cui la curvatura vari lungo la transizione regolarmente e lutente possa articolare una manovra cos che la traiettoria del veicolo non si discosti dallasse stradale.
si deve garantire che la clotoide abbia uno scostamento dal rettilineo sufficiente da essere percepita dallutente L > 4.90 (R)1/2 si deve garantire che la clotoide abbia una deviazione per un angolo di ampiezza sufficiente ad essere percepita A > R/3 per quanto attiene il contraccolpo: si deve garantire che il contraccolpo sia inferiore ad un valore massimo accettabile A > 0.021 V2 Per quanto attiene le sovrapendenze: si deve garantire che la rotazione della sagoma stradale non avvenga cos velocemente da indurre accelerazioni di rollio eccessive i per quanto attiene le pendenze minime di piattaforma: si deve garantire che la rotazione della sagoma non avvenga troppo lentamente per cui il tratto a pendenza trasversale < 2.5% sia troppo esteso i
2. Per quanto attiene gli aspetti strettamente geometrici: si deve garantire che la lunghezza della clotoide non sia superiore ad una lunghezza massima legata alla necessit di inserire un arco di cerchio L<Rw
Aderenza Equilibrio
Coefficiente di Aderenza
Per garantire la sicurezza dellesercizio si far riferimento alle condizioni pi vincolanti. Se lecito prevedere una compartecipazione dellutente nella gestione del rischio si pu far riferimento a condizioni minime normali di esercizio. Stimato il valore reale del coefficiente di aderenza (fr) si assumer un valore numerico pi contenuto introducendo un opportuno grado di sicurezza (p), tanto maggiore quanto pi risulta elevato il rischio indotto dalla perdita di aderenza. In relazione al rischio della manovra il grado di sicurezza cresce con la velocit e si assume pi elevato per la marcia in curva.
Velocit km/h
Aderenza Trasversale Ft max [A,B,C,F extraurbana] Aderenza trasversale Ft max [D,E,F urbane]
25 0,22
40 0,21 0,21
60 0,17 0,20
80 0,13 0,16
100 0,11 -
120 0,10 -
140 0,09 -
Per la determinazione della pendenza trasversale su raggio non minimo: si determina il raggio minimo alla velocit minima di progetto, si determina il raggio limite alla velocit massima di progetto (pari a 5 volte il raggio minimo calcolato alla medesima velocit massima di progetto) si verifica il valore di pendenza trasversale
La
domanda di Mobilit Il Dimensionamento della Sezione Trasversale Le Condizioni Di Servizio (HCM) I Livelli Di Servizio La Curva Di Deflusso (HCM)
La Velocit di Progetto
La domanda di trasporto determina, come scelta progettuale: la sezione stradale ; lintervallo della velocit di progetto ; rettifili Curve (circolari e a raggio variabile) L offerta di viabilit scaturisce dalla scelta del numero di corsie di marcia della sezione stradale e della loro tipologia. Il limite superiore dellintervallo la velocit di riferimento per la progettazione degli elementi meno vincolanti del tracciato, date le caratteristiche della sezione della strada. Essa almeno pari alla velocit massima di utenza consentita dal Codice per i diversi tipi di strada (limiti generali di velocit ). Il limite inferiore dellintervallo la velocit di riferimento per la progettazione degli elementi plano altimetrici Vmin< V< Vmax Con il termine "intervallo di velocit di progetto" si intende il campo dei valori in base ai quali devono essere definite le caratteristiche dei vari elementi di tracciato della strada (rettifili, curve circolari, curve a raggio variabile). Detti valori variano da elemento ad elemento, allo scopo di consentire al progettista una certa libert di adeguare il tracciato al territorio attraversato.
elementi meno vincolanti del tracciato, date le caratteristiche di sezione della strada. Essa comunque almeno pari alla velocit massima di utenza consentita dal Codice per i diversi tipi di strada (limiti generali di velocit). Il limite inferiore dell'intervallo la velocit di riferimento per la progettazione degli elementi plano-altimetrici pi vincolanti per una strada di assegnata sezione.
La domanda di trasporto, individuata dal volume orario di traffico, dalla sua composizione e dalla velocit media di deflusso, determina, come scelta progettuale, la sezione stradale e lintervallo della velocit di progetto. In particolare, la scelta del numero di corsie di marcia della sezione stradale e della loro tipologia definisce l'offerta di traffico, mentre la scelta dell'intervallo di velocit di progetto condiziona, in relazione all'ambiente attraversato dall'infrastruttura, le caratteristiche plano-altimetriche dell'asse e le dimensioni dei vari elementi della sezione.
Esigenze Funzionali (Domanda) Ipotesi di Sezione Caratterizzazione geometrica della strada Scenario di Domanda Verifica delle Condizioni di Offerta
no
si
ok
2.
Definizione
Piattaforma Carreggiata