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ROMANICA MONACENSIA

Costrutti-eco nellitaliano parlato


Da ripetizione a cardinalit

von Francesca Dovicchi

Costrutti-eco nellitaliano parlato

ROMANICA MONACENSIA
herausgegeben von Wulf Oesterreicher, Gerhard Regn, Wolf-Dieter Stempel und Rainer Warning Band 79 2010

Francesca Dovicchi

Costrutti-eco nellitaliano parlato


Da ripetizione a cardinalit

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Dissertation an der Ludwig-Maximilians-Universitt Mnchen.

2010 Narr Francke Attempto Verlag GmbH + Co. KG Dischingerweg 5 D-72070 Tbingen Das Werk einschlielich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschtzt. Jede Verwertung auerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulssig und strafbar. Das gilt insbesondere fr Vervielfltigungen, bersetzungen, Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen. Gedruckt auf surefreiem und alterungsbestndigem Werkdruckpapier. Internet: www.narr.de E-Mail: info@narr.de Printed in Germany ISSN 0178-1294 ISBN 978-3-8233-6549-5

Premessa dellautrice

Il problema di ogni scienza quello di far combaciare i Mari del Sud, il loro blu immenso e frastagliato, con lazzurra carta geografica dei Mari del Sud. (Claudio Magris1)

In questa Tesi di Dottorato compendiato il lavoro di ricerca svolto da me nel corso di diversi anni a riguardo di una struttura sintattica del parlato spontaneo. Ricordo che il Professor Krefeld mi propose come tema della Tesi di Laurea, unespressione ripetutamente presente in registrazioni di parlato spontaneo realizzate con parlanti del Sud Italia: dalla Calabria alla Sicilia numerosi degli informanti si esprimevano inframmezzando le loro espressioni pi o meno dialettali, con costruzioni del tipo: rimpiangi i momenti rimpiangi2

La mia Tesi di Laurea (Dovicchi-Heintzen 2004, non pubblicata) porta il titolo: Verbo-eco: costrutto sintattico fra strategia pragmatica e cristallizzazione discorsiva3, dato che i campioni rilevati, eccetto un unico caso, mostravano la presenza di un verbo in forma finita nelle posizioni A e C del costrutto. In quelloccasione collezionai molti dati, emisi molte curve fonologiche, dalle quali si poteva detrarre unevidente focalizzazione sul tratto B, quello centrale, ed effettuai numerose riflessioni in campo strutturale-semantico. Il risultato pi significativo fu quello di interpretare il costrutto come una combinazione di due frasi asindetico-paratattiche, la qual parte B viene realizzata soltanto una volta. La sua categorizzazione rimase peraltro difficile: una forma del parlato, dunque, cristallizzata nella sua strategia pragmatico-discorsiva di focalizzare lelemento centrale? Ci troviamo allora nellambito della stilistica? Di questa categoria cos antica quanto vaga? In questa Tesi di Dottorato vengono poste speranze di nuove scoperte al riguardo; essa infatti non vuole essere considerata un mero arricchimento di dati al primo lavoro, bens una vera e propria elaborazione, un pi approfondito svolgimento del tema, una pi completa analisi effettuata, a

1 2 3

Cit. sub Mortara Garavelli 1989, 319. Esempio D36 tratto da Dovicchi-Heintzen (2004). Citazione della mia tesi in Scheutz 2005, 127.

VI

Premessa dellautrice

ragion veduta, in ottica multidimensionale. La concezione di questo lavoro comunque, almeno nelle intenzioni di chi scrive, profondamente unitaria. Nonostante la molteplice e differenziata variet di approcci, penso non siano stati comunque trattati tutti gli aspetti pertinenti: tra gli altri emerge lassenza di uno specifico capitolo sul ritmo, ma quanto a questo, penso sia in realt una lacuna programmata. Il ritmo un problema troppo complesso per poter essere compiutamente applicato allanalisi delloggetto, in poche pagine. probabilmente parte inscindibile del mio essere e del mio pensiero lannettere anche e sempre uno scorcio di tipo diacronico, nel tentativo forse di captare, se pur anche microscopici aspetti, di primo acchito insignificanti, perfino intuizioni, difficili da dimostrare e mantenere, ma pur sempre testimoni di una continuit nel tempo. Le ricerche compiute su taluni aspetti linguistici in relazione al costrutto, non vantano alcuna esaustivit; ciascuno dei capitoli che formano questo libro avrebbe potuto infatti essere sviluppato in unopera autonoma, se si fosse tenuto conto di tutti i molteplici fattori che contribuiscono al manifestarsi di tali costrutti. Ma nonostante ci, a dispetto della sua complessiva insufficienza, sono convinta del valore delle indagini svolte e non per una miope sopravvalutazione di esse, bens per consapevole scelta, dato che al termine del lavoro mi parso che la struttura descrittiva e interpretativa, e soprattutto quella di appartenenza categoriale, avessero dato al costrutto una fisionomia sufficientemente precisa. Sono del tutto persuasa infatti che le osservazioni del fenomeno esaminato in questa ricerca, possano integrarsi in un unico quadro organico ed in esso ogni singolo aspetto detrae il proprio senso. Devo a questo punto segnalare un fatto di cui bisogner tenere conto durante tutta la lettura: il materiale, di cui mi sono avvalsa per gli esempi a riguardo del costrutto, stato ottenuto quasi esclusivamente da un unico informante, che per la sua estrema disposizione naturale a formare costrutti-eco, si mostrato ideale per unanalisi di tipo qualitativo come la presente. Particolarmente fiera dunque di poter presentare un amplissimo corpus, di un frammento del parlato spontaneo, di per s enormemente difficile da captare, sono conscia peraltro che i dati ottenuti non siano indiscriminatamente estendibili ai parlanti in genere. Voglio dunque tutelarmi, ammettendo che gli esiti conseguiti valgono in primo luogo per i casi presi in esame nella loro specificit duso. Ogni potenziale conclusione a riguardo andr preventivamente confortata o confutata su altri campionari. Comunque teniamo presente che, come ben esprime Krefeld:

Premessa dellautrice

VII

Non la lingua del genere umano, al singolare generico, n la lingua di un individuo, al singolare specifico, ma una lingua [] come mezzo di comunicazione di una comunit di locutori che costituisce loggetto della linguistica. Linevitabile punto di partenza quindi una scelta particolare dalla pluralit generale. (Krefeld 2006, 223)

Nello svolgimento di un lavoro di tale impegno e durata ovvio che si contraggano dei debiti ed con sentita impazienza che desidero ringraziare le persone che mi sono state vicine e che mi hanno aiutato con affettuosa disponibilit. Ringrazio innanzitutto mio figlio Bernhard, sempre pronto a soccorrermi nei momenti di difficolt di tipo informatico, mia sorella Teresa di Roma e Constanze Neudek per la lettura del manoscritto. Inoltre grazie di cuore a Carmelo, il principale informante, per la sua pazienza, certo non inferiore alla mia tenace determinazione. Un grazie del tutto particolare vada al Professor Thomas Krefeld, sempre disposto ad un confronto, aperto a nuove interpretazioni, generoso nei validi consigli, paziente nellascolto e pertanto di grande aiuto nei momenti pi difficili dello sviluppo del lavoro. [Lautrice]

Indice

Premessa dellautrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XV Convenzioni di trascrizione dialogica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XVII

1. 1.1 1.2 1.2.1 1.2.2 1.3 1.3.1 1.3.2 1.3.3 1.4 1.4.1 1.4.2 1.5

Ripetizione in Retorica: continuit tra passato e presente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ricorrenza, ripresa e ripetizione . . . . . . . . . . . . . . . . Ripetizione in due diversi lavori di retorica . . . . . . . . . Ripetizione in Perelman/Olbrechts-Tyteca (TA) . . . . Ripetizione nel Gruppo di Liegi (RG) . . . . . . . . . . . . La ricorrenza sintattica del tipo X X in alcuni lavori di retorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Madeleine Frdric (1985) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Heinrich Lausberg (1969) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Heinrich F. Plett (2000) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Due problemi sostanziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Problematicit del concetto e della definizione di figura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Problematicit del dominio sintattico: frase o piuttosto periodo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1 2 7 7 9 10 10 11 12 15 15 17 18

2. 2.1 2.1.1 2.1.1.1 2.1.1.2

Constructio apo koinou: dalle forme storico-letterarie alle forme contemporanee del parlato spontaneo . . . Forme dellapo koinou nel parlato spontaneo . . . . . . . . . . Rassegna dei lavori svolti sulle costruzioni apo koinou applicati a corpora di parlato spontaneo . . . . . . . . . . . . . . Barbara Sandig (1973) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Werner Schrder (1985) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

20 22 23 24 27

Indice

2.1.1.3 2.1.1.4 2.1.1.5 2.2 3. 3.1 3.1.1 3.1.2 3.2

Dorothea Franck (1985) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nils Erik Enkvist (1988) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Hannes Scheutz (1992/2005) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Costrutto-eco: descrizione grammaticale . . . . . . . . . Primo approccio al costrutto-eco: riflessioni generali . . Da due frasi semplici una frase complessa da catch-all-category . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lordine degli elementi nella frase complessa e nelle due frasi semplici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Osservazione particolareggiata del costrutto-eco in prospettiva sintattica e semantico-referenziale: la periferia iniziale A, il cardine B e la periferia finale C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La periferia iniziale A e la periferia finale C . . . . . . . . . . A e C: verbi ausiliari essere e avere . . . . . . . . . . . . . . . . . . A e C: verbi non ausiliari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A = C: pronome (SP) / clitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A / B / C privi di predicato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A = C: enunciato / B: frase parentetica . . . . . . . . . . . . . . A = C: perifrasi verbali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A # C: formalmente, ma A = C semanticamente (= referenza semantica) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A = C formalmente, ma A # C distribuzionalmente: costruzione a specchio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Centro B / Cardine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B / Cardine: verbo forma finita / SV . . . . . . . . . . . . . . . . B / Cardine: SV forma infinita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B / Cardine: avverbio o SAvv. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B / Cardine: Pronome o SP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B / Cardine: Nome o SN. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Costrutto-eco: descrizione sintattica . . . . . . . . . . . . . Le principali strutture di frase in italiano . . . . . . . . . . . .

27 31 33 35 38 41 41 44

3.2.1 3.2.1.1 3.2.1.2 3.2.1.3 3.2.1.4 3.2.1.5 3.2.1.6 3.2.1.7 3.2.1.8 3.2.2 3.2.2.1 3.2.2.2 3.2.2.3 3.2.2.4 3.2.2.5 3.3 4. 4.1

46 52 52 54 55 61 62 63 66 68 68 69 69 70 70 70 71 73 73

Indice

XI

4.2 4.2.1 4.2.2 4.2.3 4.2.4 4.2.5 4.2.6 4.2.7 4.2.8 4.2.9 4.2.10 4.3 4.3.1 4.3.1.1 4.3.1.2 4.4 4.5 4.6

Casi in cui lordine delle parole sintatticamente marcato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Verbi inaccusativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Verbi intransitivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Verbi riflessivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pesantezza di un costituente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Proposizioni subordinate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indicazioni di tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Verbi psicologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Topicalizzazione contrastiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ergativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Altri casi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riguardo a Topic e Focus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La Topicalizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La concezione di Topic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le categorie: Definitheit e Indefinitheit . . . . . . . . . . . . . . . Riguardo a Pivot e Focus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Restrizione sintattica di realizzazione del costrutto-eco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Alternativa concezione di ordine degli elementi e loro rapporto con le rappresentazioni delle funzioni grammaticali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il problema della rappresentazione dellordine degli elementi della frase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Costruzioni con verbi monoargomentali e labilit dellordine delle parole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stabilit e instabilit dellordine delle parole in dipendenza delle propriet delle strutture argomentali . . . . . .

76 77 77 77 78 78 78 79 79 79 80 81 84 85 87 88 91

94 95 97 98

4.6.1 4.6.2 4.7 4.8 4.9 5. 5.1 5.2

Un approccio minimalista per linterpretazione del Focus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 Costrutto-eco: descrizione prosodico-intonativa . . . 109 Prominenza informativa: sintattica e/o intonativa? . . . . 110 Focus: prominenza semantica e prosodica . . . . . . . . . . . . 112

XII

Indice

5.2.1 5.2.2 5.3 5.3.1 5.3.2 5.3.3 5.4 5.4.1 5.5 5.5.1 5.6 5.7 5.8

Focus: prominenza semantica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 Focus: prominenza prosodica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 La grammatica dellintonazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Esiste una normale intonazione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . Relazione tra prosodia e Focus.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Due tipi di Focus: broad / allargato / non-marcato vs. narrow / ristretto / marcato. . . . . . . . . . . . . . . . . . 116 119 122 123

Rappresentazione e trascrizione fonologica dellintonazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126 Da ToBI a ToBIt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127 Pattern intonativi in italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129 Intonazione e ordine delle parole vs. o intonazione o ordine delle parole . . . . . . . . . . . . . . . . 129 Scorcio tipologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131 Applicazione della teoria alla pratica (PRAAT) . . . . . . . . 134 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138

6. 6.1 6.1.1 6.1.2 6.2 6.2.1 6.2.2 6.2.2.1 6.3 6.3.1 6.3.1.1 6.3.1.1.1 6.3.1.1.2 6.3.2 6.3.2.1

Funzioni discorsive e conversazionali . . . . . . . . . . . . . 147 Strategie funzionali e parametri funzionali: loro nesso . 149 Strategie funzionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149 Parametri funzionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150 Tipi di funzioni e loro categorizzazione . . . . . . . . . . . . . Problematicit di una classificazione sistematica . . . . . . Una categoria funzionale: la frase in potenza. . . . . . . . . Costruzione-apo koinou e costrutto-eco: frasi in potenza? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Funzioni dei costrutti-eco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Funzioni di tipo testuale-informativo . . . . . . . . . . . . . . . Strategia focussiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fusione di Focus e Topic in ununica focussazione . . . . Porzionamento dellinformazione e contemporanea multifocussazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Funzioni di tipo testuale-interattivo . . . . . . . . . . . . . . . . Mezzo per stabilire coesione/coerenza . . . . . . . . . . . . . . 151 152 153 158 159 159 159 159 165 166 166

Indice

XIII

6.3.3 6.3.3.1 6.3.4 6.3.4.1 6.3.4.1.1 6.3.4.1.2 6.3.4.2 6.4 6.5

Funzione di tipo metatestuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cornice per citazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Funzione di tipo testuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Procedura di riparazione, correzione, rimedio . . . . . . . . Riparazione dellelemento Pivot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riparazione della periferia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riflessioni sulla sintassi del repair . . . . . . . . . . . . . . . . . .

170 171 173 173 173 174 177

Pivot / Drehpunkt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 180

7. 7.1 7.2 7.3 7.3.1 7.3.2 7.4 7.5 7.5.1 7.5.2 7.6 7.7 7.7.1 7.8

Collocazione del costrutto-eco sul continuum varietistico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183 Continuit tra passato e presente: effettivo cambio di marca variazionale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183 Problemi di delimitazione e caratterizzazione delle variet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186 Problematica delimitazione variazionale allinterno dellitaliano parlato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188 Italiano colloquiale o italiano popolare? . . . . . . . . . . . . . 188 Italiano parlato e italiano standard scritto: due differenti grammatiche? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 Un termine da ridefinire: Pivot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193 Tentativo di collocazione del costrutto-eco nella gamma variazionistica dellitaliano contemporaneo . . . . 195 Punto di vista sincronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196 Punto di vista diacronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 199 Ha dunque litaliano parlato una propria grammatica? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 203 Un caso di ri-standardizzazione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204 Dinamismo nelle tradizioni discorsive . . . . . . . . . . . . . . . 207 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209

XIV

Indice

Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 211 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214 Corpora: Dovicchi 1 Elicitazione da materiali vari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224 Dovicchi 2 Elicitazione da registrazioni Carmelo . . . . . . . . . . . . . 228 Dovicchi 3 Elicitazione da Le Baruffe Chiozzotte di Goldoni . . . . . 235 Figure: Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Costruzioni-apo koinou . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Costrutti-Pivot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Quadro sinottico dei livelli di descrizione delloggetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 Classica rappresentazione della bipartizione dellinformazione: Tema/Rema . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 Rappresentazione a basso rilievo dellinformazione: Sfondo/Focus/Sfondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 Rappresentazione dellinformazione veicolata dal costrutto-eco: Dato/Nuovo Sfondo/Focus/Sfondo . 139 Curva intonativa 1 (grafico PRAAT) Campione: Carmelo III., 01:03:03 . . . . . . . . . . . . . . . . 141 Curva intonativa 2 (grafico PRAAT) Campione: Carmelo IV., 00:58:38 . . . . . . . . . . . . . . . . 142 Curva intonativa 3 (grafico PRAAT) Campione: Carmelo III., 00:00:58 . . . . . . . . . . . . . . . . 143

Figura 10 Curva intonativa 4 (grafico PRAAT) Campione: Carmelo IV., 00:45:45 . . . . . . . . . . . . . . . . 144 Figura 11 Curva intonativa 5 (grafico PRAAT) Campione: Carmelo I., 00:04:20 . . . . . . . . . . . . . . . . . 145 Figura 12 Curva intonativa 6 (grafico PRAAT) Campione: Carmelo III., 01:22:10 . . . . . . . . . . . . . . . . 146

Abbreviazioni

AC AD AM CAR / Car. cfr. DOM DRS DS es. / ess. FF FHG F0 FRA FTA GAT GFs GG H* IP L* LRL N.B. NP NSR O pag. / pagg. PPN PRAAT PrP R RFA RG S SA SAvv s. / ss. SN

analisi della conversazione analisi del discorso Autosegmental Metrical Carmelo (linformante) confronta dominance Dizionario di Retorica e Stilistica (Brberi / Squarotti et alii 2004) dislocazione a sinistra esempio / esempi Forma Fonologica Focus-Hintergrund-Auffassung Frequenza fondamentale Francesca (linvestigatrice) focus to accent sistema di trascrizione dialogica funzioni grammaticali Grammatica Generativa peak accent intonational phrase low accent Lexikon der Romanistischen Linguistik nota bene nominal phrase Nuclear Stress Rule Oggetto pagina / pagine Principio di Progressione del Nuovo Programma per analisi e sintesi del parlato pragmatic pivot ripetizione Relationale Focus Auffassung Rhtorique Gnrale (Gruppo 1991 [11970]) Soggetto sintagma aggettivale sintagma avverbiale seguente / seguenti sintagma nominale

XVI
SP sub SV TA To BI ToBI ToBIt V vol. / voll. vs.

Abbreviazioni

sintagma preposizionale sotto (a riguardo di citazioni non dalloriginale) sintagma verbale Trattato dellArgomentazione (Perelman / Olbrechts-Tyteca 2002 [11958]) Tone Break Indices Tone and Break Indices Tone and Break Indices per lItaliano Verbo finito volume / volumi versus

Convenzioni di trascrizione dialogica

Il sistema di trascrizione dialogica pi diffuso nella AC, adottato sia pure con modifiche anche in altri approcci quello chiamato sistema Jefferson (Bazzanella 2006, 205). Io adotter qui la seguente versione semplificata:4
x MAIUSCOLETTO xxx . ? ! /,/ >testo< <testo> te(h)sto hhh x:: (xxx) (.) (-)/(0.X) [] [[ ]] = xxx ((xxx)) volume basso volume alto / focalizzazione per intonazione enfasi intonazione discendente, conclusiva intonazione ascendente intonazione discendente con accento extra forte intonazione sospensiva ritmo accelerato ritmo rallentato riso contemporaneo alla produzione fonica respiro udibile (espirazione/inspirazione) prolungamento della vocale precedente (il numero di: indica il grado di prolungamento parola/espressione dubbia o incomprensibile; si pu indicare il numero di sillabe relative (esempio: 3 sill) pausa breve, inferiore a 0.2 secondi pausa media/i numeri tra parentesi indicano la durata della pausa in decimi di secondo quando misurati sovrapposizione partenze simultanee latching (assenza di pausa tra un turno e laltro, che risultano strettamente collegati evidenziatore del fenomeno in questione, se limitato ad uno o due elementi (ad esempio un segnale discorsivo) annotazioni relative al non-verbale (risate, direzione dello sguardo, cambi nelle posizioni nellattivit ecc)

Vedi Bazzanella 2006, 205206.

XVIII

Convenzioni di trascrizione dialogica

Altra versione di Jefferson leggermente amplificata in Hakulinen / Selting5 (2005, 400401), di cui riporto nelloriginale inglese alcune convenzioni in supplemento e quelle pi usate:
1. [ ] = (0.4) (.) Temporal and sequential relationships overlap onset overlap ends latched speech silences, approximately represented in tenths of a second micro-pause, less than 2 / 10 of a second

2. . ? , ::  hh .hh

Aspects of speech delivery The punctuation marks are used to indicate intonation. The period indicates a falling, final intonation contour. Similarly, a question mark indicates rising intonation. a comma continuing intonation Colons are used to indicate the prolongation or stretching of the sound just preceding. The more colons, the longer the stretching. A hyphen after a word or part of the word indicates a cut-off or self-interruption. The up and down arrows mark sharp rises or falls in pitch. Audible aspiration is shown by the letter h Indicates an audible inhalation6

Sono stati adottati in aggiunta i seguenti sistemi di accentuazione (Couper-Kuhlen/Selting 2001, 257)
Accentuation akZENT strong primary accent akZENT weaker secondary accents

5 6

Alternativo sistema di trascrizione dialogica molto usato in germanistica: Sistema GAT; vedi Selting et alii 1998. Cfr. anche Couper-Kuhlen/Selting 2001, 257ss.

1.

Ripetizione in Retorica: continuit tra passato e presente

[] laffinit della retorica con la linguistica testuale sta essenzialmente nellandare al di l della frase []. per questo che le odierne analisi del discorso, di marca linguistico-testuale o pragmatica, sembrano le eredi legittime di territori anticamente occupati dalla retorica dellelocutio. (Mortara Garavelli 1989, 291)

Nel parlare quotidiano, informale e non pianificato, ricorriamo spesso ad espressioni che ci appaiono quasi cristallizzate nella loro distribuzione, nella loro intonazione e nella loro funzionalit. Esse vengono realizzate del tutto spontaneamente e sembra per questo non possano godere di una loro storia; in realt tali costruzioni fanno capo a figure retoriche, da secoli e secoli conosciute e classificate, pi o meno sistematicamente, e spesso anche con molteplice e svariata denominazione; ci nonostante rilevate, elencate, ordinate e annotate: descritte dunque con coscienza di studio. Le costruzioni del tipo:
(1) si chiama Novoli si chiama1

con differita ripetizione lessicale o sintagmatica, sono oggetto di questa ricerca linguistico-scientifica nellambito della filologia italiana2. In questo primo capitolo, lobiettivo di ripercorrere a grandi passi le orme della retorica antica e moderna nellottica specifica della ripetizione, sia essa intesa nel suo significato pi comune, sia essa osservata nella puntualit di forme linguistiche specifiche per forma e occorrenza; a tal fine

1 2

Esempio D 14 / I 5 tratto da Dovicchi-Heintzen (2004), Tesi di Laurea non pubblicata; esempio citato in Scheutz 2005, 127. Qui accenno soltanto brevemente, a titolo del tutto chiarificatore, ad alcuni esempi del materiale danalisi: (a) la mano [Dovicchi-Heintzen 2004, D 11 / I 4] (b) Mia moglie non lo parla molto bene per lo capisce mia moglie [Dovicchi-Heintzen 2004, D 0 / I 3] (c) Dividono per cinque fanno [Carmelo I., 01:01:16] (d) Io abito a Holzkirchen abito io [Carmelo I., 00:22:25] Nella formula A B C gli elementi A e C possono appartenere a diverse categorie grammaticali, possono essere formalmente diversi e possono anche presentarsi con diversa distribuzione, a specchio, per esempio.

Ripetizione in Retorica: continuit tra passato e presente

sono stati presi in considerazione diversi testi, molto differenti tra loro, proprio per il tipo di impostazione di pensiero: ne risulta un eclettismo adottato a ragion veduta.

1.1

Ricorrenza, ripresa e ripetizione

Ogni volta che usiamo il termine ripetizione astraiamo ad un livello di generalit numerosi casi dettagliatamente specifici di ricorrenza di uno stesso elemento della frase. Dobbiamo essere consci che questo processo dastrazione ci conduce necessariamente ad un livello strutturale molto pi profondo della realizzazione linguistica di superficie e sta ad indicare la rappresentazione sintattica primaria di un processo mentale e intenzionale che sottost allenunciato o alla frase. Volendo soffermarsi anche solo brevemente sullaspetto e la valenza del verbo bivalente re-petere, da cui deriva, scorgeremo la trasparenza di unazione transitiva, intenzionale, unazione che richiede necessariamente un agente umano; altro caso perci del verbo monovalente re-currere (Cortelazzo/Zolli 1999, 402), verbo intransitivo, che esprime un movimento, cio un cambiamento di stato, realizzabile da qualunque essere animato, non necessariamente da un essere umano e non necessariamente con cosciente pre-intenzionalit: gi nella parola perci possiamo scorgere una differenza semantica che motiva almeno in parte lintuizione di una differenza duso. Dora in avanti user pertanto il termine ripetizione per riferire ad una ricorrenza intenzionale che sta a monte della realizzazione linguistica di ricorrenza lessicale o sintagmatica chessa sia. Per quanto riguarda invece la struttura superficiale3, designer pertanto ricorrenza ogni elemento linguistico che riapparir nella successione lineare degli elementi di una frase, indipendentemente dalleventualit che vi sottostia intenzionalit. Una pluralit di termini a riguardo, tanto vasta da causare una certa confusione, sembra aver regnato gi nella retorica antica; ci pu anche essere molto significativo, dato che la retorica fu per secoli e secoli principalmente orientata ad una classificazione nomenclativa, piuttosto che ad una vera e propria tassonomia e in virt di ci, sistematica e scientifica. Qui di seguito alcune esemplari citazioni:
3 A riguardo di struttura profonda e struttura superficiale mi riferisco alla supposizione che le frasi abbiano appunto questi due livelli di rappresentazione sintattica, come esplicato in Haegeman 1996, 265.

Ricorrenza, ripresa e ripetizione

Iteratio sinonimo latino di ripetizione, altro termine usato talvolta in italiano in retorica per indicare lepanalessi (DRS 2004, 198). Repetitio, derivato dal lat. repetere, composto di re- con valore iterativo e di petere chiedere (DRS 2004, 366), oggi ripetizione; in qualit di termine retorico: anafora e ricapitolazione Cic. e Quint. (Campanini/Carboni 2000, 1354).4 Anadiplosi / lat. reduplicatio / ingl. duplication: ripetizione dellultima parola di un periodo di una frase o di un verso, allinizio della frase o del verso immediatamente successivo, cosicch la parola risulta ripetuta due volte consecutive. Es: Parlo di Roma, Roma che domina il mondo (DRS 2004, 15). Epanadiplosi (dal gr. raddoppiamento): Figura retorica: ricorrenza di una o pi parole allinizio / alla fine di una frase o di un verso. Es: dovero? le campane mi dissero dovero (Pascoli) (DRS 2004, 117). Epanalessi (dal gr. ulteriore ripresa): Figura sintattica: ripresa di una parola o un sintagma allinizio di una frase, per potenziare e rafforzare lidea connessa. Es, nel linguaggio del Vangelo: In verit, in verit vi dico / Perch, perch restai?(Dante) [ detta anche geminatio; un ampliamento della epanalessi lepizeusi] (DRS 2004, 117).5 Epizusi (dal gr. unione): Figura della ripetizione: ripetizione di una o pi parole, allinizio / fine / interno di frase o verso senza che si frappongano intervalli (DRS 2004, 128).6 Dagli esempi apportati chiaro che non vi netta distinzione fra ripresa, ripetizione e ricorrenza; ribadisco perci che nel presente lavoro verranno adottati questi termini come segue: ripetizione per designare una intenzionalit di ripresa da parte dellemittente, l dove sussiste unopzione; la ripetizione fa parte perci delle strutture linguistiche profonde, che nella loro superficialit lasciano affiorare la presenza di elementi i quali, se formalmente uguali realizzano delle ricorrenze7, e se semanticamente coincidenti danno adito a delle riprese. Le ricorrenze e le riprese possono, ma non devono essere pertanto necessariamente ripetizioni,8 cos come una
4 5 6 7 8 Per anafora diretta vedi Soutet 1998, 316317. Cfr. Ripetizione pura e semplice in Reboul 1996, 141. Cfr. inoltre epizeuxis or repetition in Sperber/Wilson 1986, 219. Indipendentemente dalla questione se siano anche sinonimiche, cio portatrici dello stesso significato (mi esento qui dal fare della logica). Anche se ammetto che la ripresa di un concetto abbia molta affinit con lintenzionalit, vedremo pi oltre, nello sviluppo del lavoro, come nel caso della realizzazione del costrutto- eco, non sia necessariamente cos; inoltre si pu sempre effettuare una ripresa semantica con altro lessico, senza per questo motivo volersi ripetere, anzi, probabilmente con lo scopo di non voler ripetersi.

Ripetizione in Retorica: continuit tra passato e presente

ricorrenza pu non essere una ripresa ed una ripresa non una ricorrenza. Abbiamo dunque criteri diversi, per designare fenomeni linguistici (ripresa e ricorrenza) e psicolinguistici (ripetizione) diversi. Consultando in maniera puntuale alcuni manuali linguistici prendiamo atto della descrizione del fenomeno della ripetizione: in generale esso viene considerato universalmente diffuso in tutti i sistemi semiotici come ricorrenza di elementi uguali e sembra opporsi alla variazione come la persistenza si oppone al mutamento e luguaglianza alla diversit.
Nelle lingue verbali la ripetizione agisce su tutti i livelli, come si verifica in fenomeni quali lallitterazione, la rima, la geminazione, la reduplicazione, lanafora, e ogni altra configurazione sintattica censita dalla retorica classica come figura della ripetizione (anadiplosi, epanalessi, climax 2, epanadiplosi, epifora, diafora, poliptoto, figura etimologica, ecc). (Beccaria 1996, 625)

Quando Beccaria parla di livelli si rif evidentemente alla teoria di Benveniste (1994)9 e non allora del tutto corretto laffermare che il fenomeno della ripetizione si realizzi ad ognuno di tali livelli; sia che esso assuma termini specifici, sia chessa si riferisca alla ricomparsa di un fonema, di una sillaba, di una parola ecc, ci corrisponde alla realt ma, come abbiamo gi detto, andrebbe differenziato latto di ripetizione, in quanto intenzionale, dal fenomeno di ricorrenza, per esempio nel caso di una geminazione, per la quale lemittente non ha alcuna possibilit di alternativa10. Ancora una volta va distinto ci che si pu da ci che si deve: nel caso della ripetizione sussiste unopzione, nel caso della geminazione o della reduplicazione, per esempio, non sussiste alcuna opzione, si tratter perci di una ricorrenza.11 Nel nostro caso ci occuperemo pertanto di ripetizioni e riprese che si realizzano a livello superficiale nella ricorrenza di un elemento o di un sintagma allinterno di una frase complessa, cio di un periodo, con uno o pi elementi in posizione centrale. Il tipo sar perci: A B C. Lelemento o gli elementi in A e C saranno formalmente identici oppure semanticamente coincidenti; ci significa che la ripetizione sar o una ricorrenza di elementi uguali o una ripresa di significato sinonimico.
9 Vedi Benveniste 1994, 142ss. I livelli dellanalisi linguistica. 10 Per esempio il cammina cammina nelle favole, con il significato di dopo aver camminato a lungo; questo caso di geminazione lessicale evidenzia una ricorrenza grammaticalizzata alla quale non sottost alcuna intenzionalit ripetitiva. 11 Per completare ed evitare equivoci ecco pochi esempi: una ricorrenza lessicale del tipo tran tran non ha nulla della ripetizione, in quanto lessicalizzazione, cos come la ricorrenza di sillabe, morfemi e fonemi, del tipo tintinnare e gatto, che viene rispettivamente denominata reduplicazione e geminazione.

Ricorrenza, ripresa e ripetizione

Le riprese, o ricorrenze che siano, saranno intramezzate nella stringa da uno o pi elementi linguistici (B). Avremo perci ricorrenza quando A e C consisteranno in sintagmi di singoli elementi formalmente uguali, indipendentemente dalla loro distribuzione interna al sintagma e indipendentemente dal loro contenuto semantico che, se sar sinonimico, o per lo meno intercambiabile lun con laltro, aggiunger alla ricorrenza anche il valore di ripresa.12 Per tornare brevemente a Beccaria, la ripetizione fu considerata come procedura delladiectio13 e opposta alla variatio (Beccaria 1996, 625); egli non pu evitare il nesso a Lausberg (1969), che parla appunto di adiectio nel caso di ripetizione intenzionale, nel senso perci di aggiungere, addizionare. Nel caso di una ripetizione sintattica per, o meglio sintagmatica, di pi parole connesse tra loro, vedremo che pu ben trattarsi non tanto di una aggiunta, bens di una conseguenza ad omissione concernente un altro sintagma frasale.14 Beccaria (1996, 625) afferma che la variatio possa modificare le procedure della ripetizione (paronomasia; sinonimia), oppure venirne contagiata, come nel caso della collocazione, in parallelo, di elementi tra loro diversi (antitesi). La variatio era considerata infatti dai retori come rimedio per le ripetizioni stilisticamente ingiustificate, e
[] la tendenza che ne deriva, nellesercizio della scrittura pi sorvegliata, tuttora vitale nelle lingue neolatine, molto attenuata o inesistente in altre (linglese e il tedesco ne sono esempi vistosi).15 In quanto fattore di intensificazione espressiva la ripetizione parallelistica (parallelismo) tema di indagini linguistico-letterarie e retoriche (cfr. la rassegna di Frdric [1985]), su cui influiscono ancora, oltre a spunti psicoanalitici di varia provenienza, le proposte di Jakobson. (Beccaria 1996, 625)

Interessante come Beccaria parli di modifica di procedure, cio come riconosca in effetti i diversi processi di trasformazione che vi stanno a monte, denominandoli in maniera differenziata.

12 Vedi Nota n.1a pi di pagina 1, per esempi di costrutti-eco, che prender in considerazione. 13 Cfr. Lausberg 1969, 130ss. 14 Mi rifaccio qui alla possibile interpretazione che il sintagma B, fosse originariamente presente in ambedue le frasi e venga cancellato soltanto in un secondo tempo (vedi Dovicchi-Heintzen 2004). 15 Cfr. Wandruszka 1975, 103: Delle due tecniche contraddittorie al pari che complementarie, repetitio e variatio, i francesi ritennero soltanto questultima. Eviter la rptition divenne cos uno dei precetti-chiave della stilistica francese.

Ripetizione in Retorica: continuit tra passato e presente

Per quanto concerne poi lopzionalit della ripetizione, Madeleine Frdric (1985), giunge a considerare quattro grandi categorie sulla base del criterio di scelta dellutente, come segue:
les rptitions involontaires (pathologiques) les rptitions inconscientes (plonasme vicieux) les rptitions lexicalises les rptitions dlibres (cho/cholalie non pathologique). (Frdric 1985, 233)

Suddetta classificazione non tiene per assolutamente conto della differenza sostanziale fra scelta di tipo psicolinguistico (patologico, abitudinale: primi due casi) e di tipo linguistico: luna senza opzione (lessicalizzazione: terzo caso; pi precisamente perci occorrenza di elementi formalmente identici allinterno della parola o della frase: geminazione [fonema], reduplicazione [morfema o lessema16]), laltra con opzione (denominata da Frdric ecolalia, pertanto di tipo prettamente fonologico-intonazionale)17. Riguardo a questultimo criterio ella scrive:
[] critre qui avait lavantage de pouvoir sappliquer la presque totalit des faits de rptition appartenant cette dernire catgorie, en nen laissant de ct quun trs petit nombre []. (Frdric 1985, 233)

Si direbbe perci che abbiamo a che fare con la classica categoria sac pour tout, dato che sembra venir usata per tutti quei fenomeni davanzo, non classificabili a causa dellenorme e pi svariata realizzazione. Il nostro caso di costrutti-eco rientrerebbe pertanto nella quarta ed ultima categoria, in quella dlibre, nella categoria dellintenzionalit: ma poi vero che nella realizzazione, anche orale e spontanea, come nel caso delle nostre costruzioni-eco, effettuiamo una ripetizione intenzionale? Qual il confine fra intenzionalit e cristallizzazione di costruzione sintattica?18

16 Es: tran tran, voce che designa un ritmo di vita, di lavoro ecc., noioso e sempre uguale (Devoto/Oli 2000/2001, 2179). 17 A questo riguardo bisogna obiettare che il termine ecolalia davvero inadeguato, dato che un terminus technicus nella psicolinguistica per designare automatische Wiederholung von allem oder von Teilen des vorher Gesagten (Crystal 1993, 419), quasi esclusivamente in riferimento allacquisizione della lingua madre; anche se Frdric (1985) aggiunge non patologico, sicuramente il caso di parlare di eco ed omettere il termine ecolalia. 18 Una delle tante questioni aperte alla quale questo lavoro nel suo svolgimento proporr risposta.

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