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Marted 22 novembre 2011 Parrocchia S. Andrea apostolo di Gonnesa Comune di Gonnesa

FESTA DELLA MUSICA


In onore di santa Cecilia, patrona della musica

Ore 17.00 Chiesa Parrocchiale S. Messa celebrata da mons. Franco Buzzi Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano Pietro Allori, Missa Fulgens Corona eseguita dal Gruppo vocale Don Allori di Iglesias e dalla Schola cantorum Pietro Allori di Alghero Ore 18.30 Sala Consiliare del Comune di Gonnesa Saluto del Sindaco Pietro Cocco al Prefetto della Biblioteca Ambrosiana Intervento di mons. Franco Buzzi Desiderio di Dio e mistero cristiano nella vita e nellarte di don Pietro Allori Intermezzi per chitarra con musiche di don Pietro Allori, interpretate da Gabriele Loriga

Per gloria di Dio e utilit comune

La Biblioteca Ambrosiana fu fondata in Milano dal cardinale Federico Borromeo nel 1607 e aperta al pubblico l8 dicembre 1609. Concepita come un centro di studio e di cultura, guidata dal Collegio dei Dottori, istituito nel 1604, ed attrezzata per i differenti ambiti del sapere. Nel 1618 le fu annessa una pinacoteca con dipinti dei pi rinomati autori italiani e stranieri. Al Collegio dei Dottori, formato da almeno cinque ecclesiastici e presieduto dal Prefetto, affidata lattivit scientificoculturale dellAmbrosiana. I Dottori sono cooptati per elezione dallo stesso Collegio, mentre il Prefetto nominato dallArcivescovo di Milano, Patrono dellAmbrosiana. Prefetto dal 2007, Franco Buzzi nato nel 1948 ed stato ordinato sacerdote per la Diocesi di Milano nel 1972. Ha compiuto gli studi teologici e filosofici a Milano, Roma e Monaco di Baviera. Ha conseguito la licenza in teologia presso la Facolt teologica dellItalia settentrionale e il dottorato in filosofia presso la Pontificia Universit Gregoriana a Roma. stato insegnante di antropologia filosofica, etica, epistemologia, storia della filosofia e teologia fondamentale presso il Seminario Teologico di Milano (dal 1975 al 1991) e presso la Facolt teologica dellItalia settentrionale (dal 1983 al

1996). Dal 1992 entrato nel Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana; dal 1993 direttore dell "Accademia di San Carlo"; dal 1996 Dottore Ordinario a vita e Canonico del Capitolo di S. Ambrogio. I sui studi si sono occupati, fra laltro, dellidealismo tedesco e della cultura filosofico-religiosa nei secoli XV e XVI, con una particolare attenzione alla Riforma e Controriforma, e del cristianesimo nei secoli XVI-XVIII, in particolare della teologia e delle dottrine del diritto e della politica in et moderna. A sottolineare nel tempo limportanza della Biblioteca Ambrosiana Alessandro Manzoni che, nellelencare le iniziative che contraddistinsero lepiscopato di Federico Borromeo, nel capitolo XXII dei Promessi Sposi, si sofferma sulla creazione dellistituzione culturale: Cure, che potrebbero forse indur concetto duna virt gretta, misera, angustiosa, duna mente impaniata nelle minuzie, e incapace di disegni elevati; se non fosse in piedi questa biblioteca ambrosiana, che Federigo ide con s animosa lautezza, ed eresse, con tanto dispendio, da fondamenti; per fornir la quale di libri e di manoscritti, oltre il dono de gi raccolti con grande studio e spesa da lui, sped otto uomini, de pi colti ed esperti che pot avere, a farne incetta, per lItalia, per la Francia, per la Spagna, per la Germania, per le Fiandre, nella Grecia, al Libano, a Gerusalemme. Cos riusc a radunarvi circa trentamila volumi stampati, e quattordicimila manoscritti. Alla biblioteca un un collegio di dottori (furon nove, e pensionati da lui fin che visse; dopo, non bastando a quella spesa lentrate ordinarie, furon ristretti a due); e il loro ufizio era di coltivare vari studi, teologia, storia, lettere, antichit ecclesiastiche, lingue orientali, con lobbligo ad ognuno di pubblicar qualche lavoro sulla materia assegnatagli; vun un collegio da lui detto trilingue, per lo studio delle lingue greca, latina e italiana; un collegio dalunni, che venissero istruiti in quelle facolt e lingue, per insegnarle un giorno; vun una stamperia di lingue orientali, dellebraica cio, della caldea, dellarabica, della persiana, dellarmena; una galleria di quadri, una di statue, e, una scuola delle tre principali arti del disegno. Per queste, pot trovar professori gi formati; per il rimanente, abbiam visto che da fare gli avesse dato la raccolta de libri e de manoscritti; certo pi difficili a trovarsi dovevano essere i tipi di quelle lingue, allora molto men coltivate in Europa che al presente; pi ancora de tipi, gli uomini.

Baster il dire che, di nove dottori, otto ne prese tra i giovani alunni del seminario; e da questo si pu argomentare che giudizio facesse degli studi consumati e delle riputazioni fatte di quel tempo: giudizio conforme a quello che par che nabbia portato la posterit, col mettere gli uni e le altre in dimenticanza. Nelle regole che stabil per luso e per il governo della biblioteca, si vede un intento dutilit perpetua, non solamente bello in s, ma in molte parti sapiente e gentile molto al di l dellidee e dellabitudini comuni di quel tempo. Prescrisse al bibliotecario che mantenesse commercio con gli uomini pi dotti dEuropa, per aver da loro notizie dello stato delle scienze, e avviso de libri migliori che venissero fuori in ogni genere, e farne acquisto; gli prescrisse dindicare agli studiosi i libri che non conoscessero, e potesser loro esser utili; ordin che a tutti, fossero cittadini o forestieri, si desse comodit e tempo di servirsene, secondo il bisogno. Una tale intenzione deve ora parere ad ognuno troppo naturale, e immedesimata con la fondazione duna biblioteca: allora non era cos. E in una storia dellambrosiana, scritta (col costrutto e con leleganze comuni del secolo) da un Pierpaolo Bosca, che vi fu bibliotecario dopo la morte di Federigo, vien notato espressamente, come cosa singolare, che in questa libreria, eretta da un privato, quasi tutta a sue spese, i libri fossero esposti alla vista del pubblico, dati a chiunque li chiedesse, e datogli anche da sedere, e carta, penne e calamaio, per prender gli appunti che gli potessero bisognare; mentre in qualche altra insigne biblioteca pubblica dItalia, i libri non erano nemmen visibili, ma chiusi in armadi, donde non si levavano se non per gentilezza de bibliotecari, quando si sentivano di farli vedere un momento; di dare ai concorrenti il comodo di studiare, non se naveva neppur lidea. Dimodoch arricchir tali biblioteche era un sottrar libri alluso comune: una di quelle coltivazioni, come ce nera e ce n tuttavia molte, che isteriliscono il campo. Non domandate quali siano stati gli effetti di questa fondazione del Borromeo sulla coltura pubblica: sarebbe facile dimostrare in due frasi, al modo che si dimostra, che furon miracolosi, o che non furon niente; cercare e spiegare, fino a un certo segno, quali siano stati veramente, sarebbe cosa di molta fatica, di poco costrutto, e fuor di tempo. Ma pensate che generoso, che giudizioso, che benevolo, che perseverante amatore del miglioramento umano, dovesse essere colui che volle una tal cosa, la volle in quella maniera, e lesegu, in mezzo a quellignorantaggine, a quellinerzia, a quellantipatia generale per ogni applicazione studiosa, e per conseguenza in mezzo ai cosimporta? e cera altro da pensare? e che bellinvenzione! e mancava anche questa, e simili; che saranno certissimamente stati pi che gli scudi spesi da lui in quellimpresa; i quali furon centocinquemila, la pi parte de suoi.
In copertina: Jan Brueghel il Vecchio (Bruxelles 1568 Anversa 1625), Vaso di fiori; allinterno: Leonardo da Vinci (Vinci 1452 Amboise 1519) Ritratto di musico. Entrambi i dipinti fanno parte della Pinacoteca Ambrosiana.

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