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Corsista: Miccio Immacolata

De Kerckhove D. "...i nativi rendono pubblica la loro identit. La socializzano sui blog e i social network, mettendo in atto una trasversalit espressiva nuova, in cui la reputazione pubblica diventa il loro capitale. E questo potrebbe sembrare un dato positivo, ma ha anche i suoi lati negativi. ...la memoria personale ovunque ...lidentit diventa sempre pi fluida. In rete ci sono moltissime tracce del nostro s: quelle lasciate da noi e quelle pubblicate da altri."

Le numerosissime innovazioni tecnologiche che si sono avute nella seconda met del ventesimo secolo, hanno innescato dei profondi cambiamenti nel vissuto giornaliero delle persone. Ovviamente le diverse fasce di et hanno recepito in modo diverso questa novit. Praticamente si venuto a creare un gap generazionale, ovvero una notevole differenza di competenze e conoscenze specifiche tra le diverse generazioni. Quelle nate negli ultimi anni novanta, hanno avuto una notevole quantit di strumenti tecnologici che inevitabilmente ha influenzato il loro stile di vita rispetto a quello delle generazioni precedenti. Purtroppo, c da dire che spesso allapparente padronanza del mezzo e alla disinvoltura con cui i ragazzi di oggi si muovono in esso non corrisponde la conoscenza effettiva delle potenzialit e dei limiti del mezzo stesso.

Personalmente, forse perch faccio parte della generazione definita Gutenberger native sono ancora fortemente legata allutilizzo del libro materiale da leggere e dei fogli cartacei per scrivere, seguo i mezzi di comunicazione di massa, radio e televisione e giornali anche se la fruizione rispetto ai social network piuttosto passiva , questi ultimi mi piacciono molto, spesso li utilizzo anche per lavoro, per per me restano un validissimo strumento di supporto alle vecchie modalit ma non del tutto sostitutivi. Non la pensano sicuramente come me i giovani nati verso la fine degli anni novanta definiti nativi digitali cio quei ragazzi che come dice anche Ferri sono nati allinterno della logica della rete e sono sempre vissuti a stretto rapporto con le nuove tecnologie. Sono senza dubbio una generazione in via di apparizione, essi amano tutto ci che interattivo e sin da piccoli sono abituati a connettersi con i vari social network cercando sia di approfondire le proprie conoscenze (e-learning), sia di stabilire nuove relazioni. Di social network con la nascita del Web 2.0 ce ne sono diversi come per esempio Facebook, Twitter, Youtube, Secondlife che danno la possibilit di relazionarsi con altri individui e di poter stabilire nuove amicizie anche allinterno della rete. Alcuni social network, come Secondlife, danno anche la possibilit di vivere una vita diversa dalla reale, una vita virtuale in cui crei un vero e proprio io immaginario. Entriamo cos nel cuore della citazione di Kerckhove che vuole evidenziare come lidentit di ogni essere umano, soprattutto dei giovani, sta diventando strumento nelle mani di tutti. Unidentit definita dal nostro autore fluida in quanto attraverso le nuove tecnologie c la possibilit o di esaltare la propria identit o crearne altre pi ingannevoli. Entrambe le possibilit sembrano violare la nostra privacy, il nostro modo di pensare, lasciando dietro di noi tracce che possono essere utilizzate da tutti per qualsiasi motivo. Quante volte si leggono articoli che parlano di individui assoggettati dalla rete, persone che per un senso di insoddisfazione hanno cercato nel mondo dellirreale di trovare la mancata felicit e sono stati soggiogati dalla rete

stessa. Penso che sia giusto educare i ragazzi ad un uso consapevole e critico della rete evitando che strumenti cos validi ed efficaci per lo sviluppo di abilit e competenze si traducano in mezzi nocivi per la propria personalit. So benissimo che il compito non dei pi facili, il Web parte integrante della vita di molti giovani, questi preferiscono stare per ore connessi ad internet piuttosto che condividere momenti di vita vera, preferiscono chattare con estranei invece di confrontarsi personalmente con i propri amici, preferiscono giocare ed esplorare mondi virtuali invece di conoscere le bellezze del nostro pianeta. Penso che il compito di un bravo educatore, sia quello di comprendere e accettare questo nuovo modo di condivisione, ma anche quello di far capire che le piazze virtuali non devono essere un luogo in cui esporsi, dando un proprio numero di telefono o indirizzo con il rischio di essere contattati da persone non conosciute, ma cercare di sfruttare questi luoghi virtuali per situazioni molto pi produttive. I social network possono essere, infatti, importanti dispositivi per collaborare e condividere, per lavorare ad un progetto scolastico, per scambiare idee, materiali o link, per confrontarsi con altri gruppi o allinterno del gruppo stesso. Sono degli strumenti che ci consentono di interagire con pi persone anche simultaneamente, accorciano i tempi e le distanze, ma bisogna sottolineare che questi strumenti non sono lunico modo di relazionare con gli altri, non esibendosi in un video (magari ai limiti della pericolosit o peggio di violenza contro i pi deboli) il modo migliore per trovare amici, non identificandosi in un personaggio immaginario che si diventa migliori o pi importanti, secondo me bisogna riscoprire e rivalutare ci che siamo e non perdere mai di vista la nostra personalit e la nostra dignit, in difesa della nostra identit.

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