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TZIMBAR HAUS ,UNA STORIA

Circa cento cinquanta anni fa, in una notte di fine marzo di quelle di luna calante, il vecchio Cimbro il boscaiolo, il pi esperto, e il pi venerato tra i boscaioli Tzimbar, risaliva il sentiero , per arrivare proprio alla confluenza col Vajo dei Modi, li, dalla parte dei Folignani, di fronte a Costeioi, e poco distante dalle mitiche Scorteghere che dividevano i Lessini dal grande impero Austriaco, il vecchio aveva notato il tronco che faceva al caso suo. Sapeva bene che che quello era il periodo giusto, di Luna calane e prima che gli alberi andassero in amore nella primavera ormai imminente, la linfa che si risveglia avrebbe tolto al legno, la rigidit necessaria al taglio perfetto. La cosa importante era tagliare subito, ci avrebbe messo una giornata, il tronco era grosso , imponente, forse poteva avere duecento anni, in fondo nei Lessini carsici l'accrescimento non era cosi veloce come nelle foreste austriache, forse il piccolo abete era nato quando la Repubblica di Venezia dominava il mediterraneo e le coste Dalmate, e Napoleone trascorreva la sua infanzia ad Ajaccio. Questi e altri pensieri balenavano nella mente del vecchio mentre si apprestava al primo colpo di accetta, era l'alba, ancora fredda, la neve poco copriva il tronco, l'alito fumava, un po' come quando si tira di pipa. Il lavoro glielo aveva commissionato il Podest in persona, serviva del legno buono per la casa degli sposi, il suo unico figlio maritava la Maria del Tinazzo figlia del pi ricco tra i Cimbri delle terre alte, certo loro parlavano ancora l'antico idioma, erano gente dura e di parola, una razza( come si diceva qui) buona, voleva fare bella figura, il Podest, per questo voleva il legno giusto, quello buono, alla dote ci avrebbero pensato loro, i Cimbri. L'albero era coriaceo, duro ,nodoso era come se lo immaginava il vecchio Tzimbar, lo avrebbe ridotto in assi li sul posto, assieme ai due pi famosi mastri d'ascia di Valdiporro. Chiss se pensava dove sarebbe arrivato quel legno tagliato quel giorno, chiss se quelle parole in ALTAUC avrebbero riecheggiato ancora lass nel Vajo. Il figlio del podest sposato con Maria ebbe un buona vita, ben 10 figli quattro maschi e sei femmine popolavano la contrada, la sua casa in legno vide trascorrere oltre la sua, anche la vita di due dei figli, arrivo la grande guerra e la carestia, la contrada inizio il lento declino, durante la seconda guerra in pochi erano rimasti a vigilare le antiche terre , finch anche l'ultimo cimbro se ne and e la contrada rimase silenziosa negli interminabili inverni, le vecchie pietre consunte divennero terreno per i licheni, nelle stanze abbandonate i ghiri e le volpi trovavano rifugio, e nella vecchia corte , teatro di schiamazzi e muggiti, ora brancolavano i cinghiali. La vecchia casa di legno resisteva alle intemperie, era di legno buono, tagliato di luna buona, anche i tarli facevano fatica a mangiarlo. Un giorno il nuovo propietario,un foresto come diciamo qui, veniva dalla bassa sapeva poco di noi, amava la natura ma non la conosceva come i vecchi Cimbri, decise che era tempo di ristrutturare e il vecchio legno non serviva pi, lo mise nella barchessa e li rest, finch non lo vide il falegname, lo studi, lo soppes e decise che, si, era quello che serviva per la camera dell'albergo. Ora tu sei qui, dentro il tempo, dentro gli anni trascorsi e le vicende che hanno visto queste travi, il rispetto per questa e altre storie ci tramanda questo legno antico, grezzo , vero come la vita, accarezzalo con delicatezza perch pu regalarti il dolore di una scheggia nella pelle, e osservalo con rispetto perch quando fu tagliato neppure i nostri nonni erano nati, un po' la storia, un po' la memoria,...... qualcuno diceva: un popolo senza storia come un uomo senza memoria, non esiste.

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