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LA NAZIONE

Perugia, 23 giugno 1997


LE RAGIONI DI CASTORI (AN) PER DIRE 'NO' ALLA GRANDE DISTRIBUZIONE: CON IL PICCOLO COMMERCIANTE RAPPORTI PIU' UMANI

Basta ipermercati, isolano ed emarginano gli anziani


PERUGIA Ormai da tempo si parla di ridurre e frenare l'apertura di ipermercati ma quanto ci sia di vero nella volont politica della nostra amministrazione ancora tutto da verificare. Stiamo osservando di giorno in giorno la chiusura di esercizi commerciali ed artigianali nella nostra regione, ormai inutile parlare, bisogna agire concretamente e tempestivamente. E' quanto dice Carlo Castori responsabile della consulta provinciale di AN, ufficio commercio e artigianato. La cessazione di determinate attivit a piccola e media gestione caratteristiche del tessuto economico dei centri storici continua Castori un danno che si ripercuote anche nel turismo della nostra regione. Tra l'altro in Umbria con un tasso di natalit bassissimo si presenta un aumento sempre pi progressivo degli anziani. La costretta chiusura degli esercizi capillarmente presenti nel tessuto economico costituiranno un danno alla fascia pi debole della popolazione, alla quale mancher non solo la possibilit di fare acquisti in modo autonomo, a causa della posizione periferica dei grandi centri di distribuzione, ma gli mancher la possibilit di una relazione sociale, costringendolo ad uno stato di completa solitudine. La piccola azienda per tradizione instaura un rapporto non solo amichevole con la propria clientela, ma da consigli sulla qualit della merce specialmente richiesta dalla fascia anziani di anziani che, con l'andare degli anni usufruisce sempre meno dei mass-media dai quali potrebbe avere informazioni merceologiche. Certamente conclude la grande distribuzione in grado di essere pi competitiva nei prezzi , ma il piccolo-medio commerciante ed artigiano pi efficente nei servizi, nella consegna e quindi nell'accontentare anche la piccola esigenza del cliente. Perch non tutelare aziende da anni operanti nel mercato? Il piccolo un contribuente come un altro. Cosa faranno quelle imprese commerciali e artigianali dopo la loro forzata cessazione? Andranno ad aumentare la fila dei disoccupati? Chi si preoccupa per loro?

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