I SOTTOCOMMISSIONE RELAZIONE del deputato MORO ALDO su I PRINCIPI DEI RAPPOR'l'l SOCIAL! (CULTURAIJI) Studieremo lin questa relazione 1 due aspetti in cui si presenta d i fronte all 'atti- vita costituente la materia della istruzione ,_. dell'educamone, quello delle liberta civili e l'altro della funzione sociaie, per determi- nare -- ed e il punto pit! interessante e poli- l'icamente delicato - i rapporti che tra essi 1 ntercorrono. lntesa l'educazione come sviluppo pro- della personalitil mediante una ade- !.! uat.u cognizione del proprio !o e del mondo, investe indubitabilmente liberta indivi- rluali. C'e tutto il diritto dell'uomo alia <.:d educazione, Ie . quali svi- l11ppino gradualmente Ia personalitit ehe nel- l 'etft infantile e solo potenziale e si svolge dl ar ricch isce ii tt.ra.vcrso il posses&) progres- '-ivo della veriti1. Si tratta dell'acquisto delle ,ognizion.i e de1 motivi vitali che danno un tcino alia personalita e le permcttono di assu- rrwre una posizione definita t' responsabile tnn speciaiC' riferimento alia '"ita socialc. Qul'stu dil'ilto del faneiul!o, che e parti- ' olarnwnk prubkmat.ico per lo stato di in- rapacitit rli agirL in cui cgli ,ersa, si prr.- If! diversi aspetti. Ma innanzi tutto e rlt3CCSSariO riJCY<irl' Che eSSO e Ull autentico d1ritto il quale dev'essere costituzionalmente nconosciuto, non pofenclo costituirc ostacolo per queslo riconoscimento il fatto della rinca- paciUt uaturale del f;mciullo di esercitarlo, dt le scelte oppurtunt, ui far valcre desicicri r>d orientamenti in ordine al suo conf.enuln cd ail(' fmalib ullime cui esso lt'IJde. 1:; un diritto che spctta in proprio al fanci11!l,) come UOJllO in flcu, senza che que- sua ineomplda formazione devii verso ll-rz1. f<inli.slia n Stato, Ia sua titolaritil. La iriJmatllliUt contingente, che appunto attra- versu la concreta del dirlitto ver- ril elirninata, dt:vv soltanto indurre a porre ; n l'diante Ia scelta eli rappresentanti le garanzie pitl tipportune 4 per evitcire un eui1cativu che comprometta. nel fanciullo quella foruuzzione dell'uonw, nella quale si risolve per lui;. l'affermazione di gnita che e a base di una costituzione demo- cratica. Guardando alia persona nell'eta infantile, una costituzione non puo espri- mel'e infatti il suo riconoscimento della auto- nOJnia umana, se non attribuendo il diritto all'uomo in fieri di diventare uomo nella pienezza della sua umanita. Una costituzione la quale, dopo 11ver affermato che ragion d'es- sere e criteria di misura di potere ed attivita sociale e l'uomo, omettesse di garan- tire ,jJ diritto al raggiungimento della liberta responsabile dell'uomo cosciente di se e del mondo, sarebbe. in contrasto con se stessa. Com'e naturale in questa materia, i mo- menti strettamente autorizzativi: e di garan- zia si fondono con gli altri di obbligo, deter- minando in ordine a questi diritti uno spo- stamento dallo schema astratto della facoltil che si puo esetcitare o non esercitare verso lo schema pi it complesso e significante del opotere ad doveroso. Infatti indub- hiamente dovere svolgere la propria per- sonulitit in modo adeguato alle possiboiliti.t soggcttive e di ambiente, per attingere la pi<:- nezza della propria umanitit e rendere alla societ.l un utile servizio. Voler esaurire pero nello schema dell'obbligo questa co111plessa situazione che i nvcste dcil 'uorno le ragioni essenziali di vita, il suo di11itto-dovere di es- sere 10 modo conforme aile proprie risorse spiritua\.i, o anche solo considerare preva- Iente questo aspetto di ob.Uligazione al quale pitl si riferisce Ia funzione sociale, significa inv(:rttl'e rordine naturale delle cose, dirnen- ticanclo tra raltro che ril primo senso del- clcll" istruzione e dell 'educazione non r;guu.rda tl rendere scrvizi sociali, dw e pur cosa rilcvantissima, rna l'attunzion<; della prnpria personaJ:ita neUe sue estgenzt spiriiuali c: morali. Questo contcnuto essen- ziale eli ohbligo c tale dunque, da richiamare essr, slesso ,i[ fondamento di que! diritto al- l"Ptltieazione di cut abbiamo parlato. i: dititlo (m quanto l'esercifarlo non (: ''Pf'I'il "'olitaria, rna implica una presta- zionc di al!ri che forniscono i dati di conu ;;ct'!l;l,il llt:Cess:.tri alia istru?iione ed educa- zione) a ricevLre adeguate pre;;tazion1 edu- t.:ali\'e. :\Iii ;_, onchc diritto a ricevcrc un de- terminato contenutn di esse, il quale sia tutto a quella premessa di libertit, di di- c: Ji autonomia della persona dalla quale scaturtisce. Questo contenuto ver- ra stabilito in base aile modalita di esercizio di cui si parlera tra poco, rna s1n da ora e cPrto ch0 qucsti due aspetti, distinti per de- licate sfumature, non possono essere confusi e non puo essere unnullato til secondo, dando al prima una posizione esorbitante. Cosi opererebbe, e cel'to ingiustamente, una co- stituzione che, riconoscendo il diritto del fanciullo a ricevere prestazioni educative, pl'escindesse poi dal di lui di stabi- lirne attravcrso i lcgittimi rapprcsentanti il contcnuto, affidandone invece la determina- zione all 'organizzazione statuale 'sulla base di 1ma esaspcrata concczione socialc. Un allto aspetto di qucsto di,l'itto e di natura piLl squisitamente sociale, in quanto <4ttiene ai -mezzi cconomici necessari, per permetterne la concreta attuazione. Sc esso restasse tutto astnttto, benche costituzional- mcnte garani.l!o, non avrebbe in realta alcun signific<tlo. Bisogna dnnque ehe il dirilto si com pia cume pot,ere d i csigere dal gestore rlei heni eeonomici della colletNvilit una ade- guata partecipazione alla t:ulttH'a. Per c::on- rir>Omt;;c:i nwnto delle fnrze pnliticlw d!WI'd(][i Ill Halin, e diritlo clC'l fanciLillo ri- CCVl:!'l; c;nll\i':,\n;,rtll' dallu Stato qudl'inse: do l'l1: c: ad una elemen- tarc, tl'il ;:;u1;; fm eulturalc e morale 1: pet culflro ell:: :oiano c his(Jgnosi lutta :a culllll'a e 1u fnrnlaziclllt', fino al gradi piit all1, t::i::;i pussono assimilare per lc tisut;;, dd !r1! o a vantaggin della pen;onn t' dctla Ct)l!l'llivilit. ()uosta aft'enna- '=ione, -;u cui twppur vale Ia pena eli soffer- nwrsi, tnubJ t'Si'<'. conispondl' ai poslulat.i della ,;ittstizi: 11011 c poi in contrasto t:on i! cnratterr del diritto all'islru- zioll(; tcl all'educ:aziune dichi<nato sopt'lt. Af- fernJatt i:t!atti 1111 dtritlo ad essen; istruito ed ctittcal() in iJltSe au !In prog't'amma chc l:-di utt:ntaJYll'illt ed ai dosicleri dc1 !l:giUi:nt tappr:s:;nt.an\i del faneiullo e poi riehit'dr.re allo Statu di rendcre ttCCl'Ssibile g":lt:ilantcnl.r_: w,;li interessati l'istl'llzione, twn inipllCi! l'<nlrariizione, se dl'llo Stato si <tcc:elti :Ina clomocraticn. 1\ :u s-i 1111rnagini nlla soddisfazione di tutt.i 1 lec;ittin1i :ntnessi ddie pcrsone che lo en!OI!,ung()nil, tanLo piC1 quando essi hanno co!'i t:vi.hnle, scppn1 non tOsclusivo, 1111 si- .snificato puhlllieisticu. Le dichiaraztoni eo- sLiltizitJII<di in tnalLI;a eli eclucazione non de- vono Sl'tTire sulo a .:;atanLire questa diritto fondatll'nl<lll: dell<t persona umam1, ma un- che ad indican! il significato umanistico ed dieo dl:llo Stato chc, persegucndo come su- premo interesse colletlivo lo scopo della cul- tura, lascia ,alle petsone liberlit sufficient.e per ffmnarsi in senso etico ed umano e non da C'sso sles;;o eon u rhitraria sopraffazione, 46- a differenza dello Stuto totalilurio, i criteri di misura di- quel che e etico cd umano. Una regola_mentaztione costituzionale in questa materia non sarebbe per9 ancora corn- plcta, se non considerasse i dirilti clci geni- tori per quanto riguarda l'istruzione e l'edu- cazione della prole. Questi diritti vanno ri- conosciut.i per se stessi, benche St presentino in concreto come un modo per renc!ere operanti dirilti ed obblighi del fan- c.iullo. Chc alla famiglia spetti di I 'opera della generazionc, curando chc i figll wggiungano pienezza di vita fJsica, iniellel- Luale e morale, e un postulato t.almente certo della civ,iltit moderna e degli orientamenti umanistici che la caratterizzano, che non val la pena di spcnderc su qu.osto punto troppc parole. Soltanto una socialc inu- mana eel er.ccssiva potrebbe Yidurre rl fattn della generazione alla vita alla pur.r funzione animak di fornirc esst:ri a servizio dPllll Slato, spczz;,ndo Ia signtficantc clell<t famiglict, calda d1 ;_tffotto e pronta ad nna !1;l1E'l'<l eel dfll'at:t: prdez:otie del Lt::- cwl\!1, nell'.dto 111 Clll qucsl-o puo p,_. polt:tilt:r!'L'nlc :-dr;;pp.tto all'ahbraecio delLt fntlli3lia. La qua:e, come cdiula crt.:aLric.: della \ita :;oct.de, i: nnt rc;tlt;'t tJatural: troppo prnfundam(:nl.! nHiicalit ndla nostw coscienza, tlt:rche Ia ;o, pus::;a ll Stll' ordinarnento c .-sso JJU!'l' c:osi natumlc, ch1 lo Stato non puo che: i diritti -c gli obblight, alln scopo dt coonllnan: CJUL'::.;t.. eompiuto t' ordinamcnto :;iuridicu cun il proprio ;1it1 comprensivo e storic:<Jnenlt: pulonle. Itl dfdti J'o])bl!::oo dl;! ;;e::1ituri d <!lleY<Hc :tl ec!ueare In prol8 e, ::;i p!t0 clit!:, qt1asi- unin:rsalrncntt' r:cono:;citllu. :\'h tllt taie. obi;lis-o postula tl diritto cn;Tdalivo d: ademl)irn t-!Uesto ft1:Jtla!::tnt.alc dovl're, !l quale dititlo meriiu .;sse, !Jct!'L' dt eso.ere co- slituziL11lulmentc 2-'arantttc' c0!\1(' di quella dignit:'t lltllalta chc iJ ispt- . raton: della nostra CLlStituzionc: drmocratien. Qucstn diritto si allinea con qucllo del fan- ciullo e fa torpo con c"iSO ncl modo che Yt- cl reu'tu fia breve. !nfatti un dirilto <:us1ffatto t! per In sua stessa naLiiJ'il rk;;ignalu' a conerct.are net Sllll cscrcizio quella funzionc di rap- presentanza dl'l Lttlcltill(l, giuridic<llitcnt ma non di rattn capuce, dell<t CJtULlc si pat-- lava. Anche q ucst.a rapprcsentanza, che i unespressione eminenle della patria potesli1, e cosi vivumcntc p1csente nel noslro senti- menlo Q'inridico e morale e corrisponde tal- mente :t'na prassi dei rupporti civili, che oc- corre appcna soffermarsi a commcntarla. I -47- gonitori, in quanto investiti del munus della patria' potestit, per un diritto proprio assn; rnono Ia rappresentanza del fanciullo pace nell'esercitare il diritto di. lui alia cui- turn eel alia formazione morale. La rappre- senLanza legale, di cni si parla per rapporti ehe sono analoghi' a questi dri cui ci occu- mdica chiaramente il carattere rale eli immediato di questa di J.10teri che si compie ipso jure, perche essi compresi nella patria potesta. Crmverrh solo ?pendere qualche parola, per riaffermme le rag ioni per le quali noi respmgiamo, fnori che per le ipotesi estreme .ti surrogazione di genitori una rappresentanza dello Stat\) per il ;anciullo ehe ha da essere istrnito eel) educato. Nei ln.vori della recente Costitnente francese e slato mfatt.i opposto al diritto dei genitori tm diritto p\1zime di rappres.ontanza da partP rlellu Stato 0 si e voluto dichiarate in conSt'- 11n cliritto del fanciullo acl ('rlu- ,,atr, 'ltl niocio difforrnc dagli ot"ientarnpnt! Ltrniliari ;It inclirizzi pedago\.!ici fl.,:. .,-at.t d<illo Slaio. .\'(11 11011 ci uhitiamo ehe sif'fatta rn.:tcsn !h:lJIJa rc::;pinta, pcrche non iw alcun foudamento eli logtca naturale c manifesta 1wr eiuari segni il suo carattere fazioso. Ness1tno chc intenda tencr fenno allo Stah) demucraLtco e cioc umanistic:o, nessuno clw rifintt lo Stat.o tota!itm.io OJmipotente eel on- nisciente co11 la sua religiostUt ed eticitit cnl- letL'ivistica, potril. consiclerare lo Stato pii1 competcnte, pit! sapientemente ed amoroe:.t- menfc infercssato aile sorti del fanciul!(l di :oluru ehl' pe1 amore gli han dato la ,-ita Una prel.esa rnaschera la d! ;;ttt'ihltli c allo Stato lo straordinario potcn :li inaul'nzun 111 senso nnilaterale e per tm intento dt Sli)IJ':tffazione !'anima malleal;ile del fanci nllo, per farne uno stwmcnto du- pel' una polttica di potenza. (Jnesta, non 'l w:d !,t dl'i c:cn1 tori, sareb!Jc anttci- puz;c.nc prepotente ctcgli mientarnenti .spin- ltt<ti; del fanciullo. Benc-he si sia pronti a ri- !tJ straonlinario valore dello Stato i<CI cronlpltssu della vita lllmale, non si puo non CtJnLrappurre Ia llllllc\olezza SCOrJCL'l'- lanle d1:1le tnLuiz;oni poliliche, que! non so dw ch cunligentl' che ne camtterizza Ia vita 1:011 la continuitil solennc e seria della vita fami)iare, nella quale si trasmette all'uomo che di vcramente umano affi.ora nel- l'cspcrienza sapiente delle gcnerazioni e me- rispunde al bisogno dell'infinito chc e il segno pitt alto di nobiltil. dello spirito umano. Ove fosse possibile. fare a meno di rap-. presentanti,. ove la maturita umana fossc piena, chi vorrebbe dar guride al fanciullo'! Ma cosi non e ed allora sarebbe innmano sostituire alia guida piu competente ed amo- I'evole altra incontrollata ed innaturale. Del resto neppure la rappresentanza familian costituisce un impedimenta alia naturale 1 ibcl"tit del fanciullo, il quale, se molto l'iceve dall'educazione ha pure un suo ineliminabile senso critico, quale si risveglia man mano si fa alla Fine irresistibile. Nessuna educa- zione potrcbbe costringere definitivamcnh: qtiesta I i bert a, perche essa non cht: un rlato, t! bisogna che sia il piu natu- ntlr ed opportuno, sui qualp, si costnlirft, cull i mezzi della liberUt e rlella personalitit, l"llO!llO. Vwne infine in considerazione il diritto ehc: ad o;ni eittadino compete di im;egnare. Es"" e 1111 naturale cornpletamento ed una lt:gli,b- ma eunseguenza del c!iritto, costituzionnlmen- tL ,uumntito a ciascuno, di pcrisare, til :spr:- :llere il proprio penisero, eli d,if1onderlu luttt i mezzi. Tra qnesti e appunto mentu, c.omtmicazione specialissmw, ,_ respou;:abill', del pensiero, Ia quale cornc:pu:! de acl 1111a tra le pi\1 alte che I'uor:1: !JO:Osa avere nella vita sociale, di c 10e a Ill! generazioni nuove il frutto prP- pria Lspcrienza intellettuale e rli aiutar1\: ,ui HPI'irst coscienti alia vita. .-\ qtiesta attivttt\, per l.a superiorit:t :Wt\' 1<:, l'iliJidtiYitit eel il rispetto della liberl<'t ch! dL'Vun' Citl'atterizzarla, mal si attaglia l' 'Spres- sione d i dlrltto a! yroselitismo attraver"o l' i!:- :-'L''.!n<!!ttcnto, con Ia-quale essa qua!cht: rin'wltcal.u. e gimtificati'. :vla, a partLJ Lt riscvione tenninologica, resta il fatto d; :-:t<t 1l lltiYa, IICCCSSf\l'ld CSpl'8SSiOI1C della rto)('l'- lit cit !llanifestazionc del pensiero, che Statu si ncPramente derJJocratico dovrcbbc JW garc clw ha sue 1ilevanti cspressioni Ioella scuola pubblica, ove la liberta clelr lllSc- .e! tlilntv segna le vie a q uclle rivendicazion i d. autonom i a npl prog-ramma e nei mod1 d i in- che sono cosi vive nella nostr.t ct '"Ctcnza sc.olastiea. (ltll;:lJ trl' dirilti, l.nt !oro strettamenk t;on- c:ttlc;tificano quella Iiberta d'inscgnanwn- lo clw m,i rilentamo Ia nnova eostituzione iL,!- liana tltchba solenncrnente consacrarl', stal)l- ll:'ndu Ia libctta eli aprire scuole da parte: dt s1ngoli o di enti eel il diritto dei genitori dt avviare i figlioli a scuole di propria fidth:i:L Cio con quelle garanzie e quei limiti dei qual, si cli1:a tra poco, dopo aver parlato della fun- zione sociale dell'insegnamento. Ma sussiste un interesse pubblico nella ma- teria dell'educazione? mentra essa tra queUe funzioni: della Stato che, in contrappasta alle giuridiche, vengana chiamate sociali? Indub- hiamente, c cio da due punUi di vista. Innanzi tutto in quanta lo Stato ha possibilita ed attl- tudine a saddisfare !'interesse alia istruzione che per Ia sua generate diffuSii.one puo ben tlirsi callettivo. Questa e infatti il cantrasse- gna degliJ interessi umani di cui lo Stato nella sua atbivita amministrativa assume l'onere uella saddisfaziane. Si tratta cioe di interessi di eguale contenuto e generale diffusione nella vita sociale, tanto che esSii. escano, satto un certo riguardo, dalla sfera privata. e ven- gono sentiti come propri della generalita de1 cittadini. Ne nasce un mteresse superindivi- duale, che e Ia sintesi collettiva dcgli interess1 uNsonali come sopra li abbiamo dellineati e di: cui vcngono ad essen:! partecipi i singoli lut.ti in quanta soci. In questa situazione lo Stato giustamenle interviene, ponendo a dispo- ,.izione le possibilita e le energie della \nita as- ;;ociata per la complcta ed organica soddisfa zione dell' interesse collettivo all 'rduc.azionl' dei giovani. Nessuno potrebbe dunque negarc ;!llo Stato questa competenza aJ organizzare o;cuole, e cio tanto piit (c il secondo aspetto pocanzi accennato) perche lo Stato non ha solo dinanzi a se ia sintesi degli interessi duali alla formazione della personalita cd al della cultura, rna ha un interesse piu squisitamente collettivo da soddisfare, quello della preparazione dei singoli ad assumere funzioni sociali. A quest.'ultimo fine certa- mente qualsiasi istruzione, da chliunque llnpartita, per la connessionc di illorncnti personali e St)Ciali nella vila umana. \1a. pur <:on questa risena, ncssuno potreb- !e: negare ehc lo Stato, in quanta organo fon d<ituentale della vita socialc, abiJia una SJX'- ctflca sensibilitit per avvertire que:st(! esigem:i Nl una parlicolare attitudine per sorl<lisfarle. R naturale quindi che l'altivitit dello Statu rivollil a partecipi t singuh rki 1Jen1 della eult.ura venga org-anizzata C8rne llll ser- vizio pubillico c ricntri- tra quelle fnnzion 1 so- tiali chc comprendono l'azione della c.olldti vita diretta a soc\disfan nol modo p:t'1 orgn- nico gli interessi comuni, ch natura economi- e spirituale. evidente dunque chc nell"ordine naturale delle cose l'iniziativa privala in materia di educazione coesiste con quella puhblica. Che si tratti infatti di un serviz.io pubblico e d: una funzionc sociale, non costituisce ostacolo arl arnmettere questa duplice forma di' soddi- 48 sfamone degli mteressi cultura.li della perso- na. Servizio pubblico. non equivale a mono- polio. Funzioni sociali come queUe di polizia, di difesa militare, di amministrazione della giustizia si presentano come funzioni esclu- sive dello State,. perche ne sono veramente ln ragion d'essere. Non cosi invece in materi;l di educaZlione, nella quale, se lo State ha una indubbia competenza, non ha certo poi una capacita esclusiva per la natura stessa, squi- sitamente spirituale e personale, dei rapport1 di cui si tratta. Tanto vero che vi sono Stat: ancor oggi, in un'epoca che segna un compli- carsi evidente delle attivita statuali e l'assun- zione crescente di nuovi compiti pubblici, : quali non conSii.derano l'istruzione come fun- zione di Stato. II quale tuttavia non risultL per questa mancanza diminuito o menomato nella sua ragion d'essere, come sarebbe in- vece uno Stato che 'non fosse portatore di una giusti?Jia forte e storicamente realizzabile. Neppure nna concezione collettivistica ispirat<' ad una vigorosa esigenza di giusti:t;ia- sociait potrebbe contrastare a cio, perche qui gli aspctti economici relativi al rendimento del servizio sono di limitatissima portata di fror. te a quell>i spirituali e personah. Soltanto Ill<<' concezione radicalc nel senso totalitario po- trebbe assumere il contrario, la conce2.ione cioe che faccia della Stato un organa dell'as- soluto, porta tore d i indiscutilYili verita, dio in terra. Ma questa concezione che affiora in al r.nne, 11er altro ingenue, punte polemiche detlu pattuglia laicista, per la quale lo Stato e l'or- gano della verita e lo strumento della nuova rivela?Jione umana della civilHt moderna, condanna da se soprattutto in UTI paese com{; l'Italia chc ha il culto della personaliUt e tra- dizioni sanamentc individualistiche come for- se altri nel mondo. Una tal cti fatti, con1unque si presenti, e con dan nat :t percM antidcmocratica dalla nostra coscienz<t antifascista rifiuta rli sacrificare h per sona umana sull'altare dcllo State. Determinarc iil modo della coesistenza dell; iniziat.iva privala eon quella publJlica in ma teria di istrnzionc, e ptoblema contngente p quindi squisitamcnte politico. Nni pero ehe, guanlando allo sviluppo attual: delle scuolc privalr in Jtalia, al loro rcndi menlo, salve cleprccabili eccezioni che neppur mancano nella scuola pubblica, alia firiucia costantemente accordata ad esse dalle. fanll- gl;ie, considerando d' altro canto le renze della scuola pubblica in Italia c !:1 op- porLunita che vi sia nell'insegnamenlo una spina dorsale che abbia un mmimo di le due iniziative dcbbano coesisterc a parita di in quanto entrambe assolvono, sia pur accentuando questo o quel punto del processo educativo, la stessa. essen- ziale funzione di formazione della personalHa in senso individuale e sociale. A questo proposito non parleremmo, come si fa da taluno, di una funzione supplebtva dello- Stato in materia di educazione, quas1 che esso debba entrare nel campo educativo, provvedendo laddove l'iniziativa privata non posSa. giungere. No. Lo Stato ha certamentr competenza ad educare per il suo prestigio morale, quando sa meritarlo. Esso non sup- plisce, rna integra 1 'iniz,iativa privata, cosi come l'iniziativa privata integra quella pub- blica. Sono diverse sensibilita, diversi wotivi spirituali che operano, nella varieta indistrut- tibile e feconda della vita, convergendo verso il medesimo risultato che e individuale e so- ciale insieme, percM l'uomo e un tutto tn cui gli aspetti personali e sociali si fondono ar- monicamente per l'assolVlimento di un'l. mis- :"ione completa nel mondo. Questa condizione di eguale dignita, quP- convergenza di iniziative diverse ad un toedesimo fine ci sembra si esprimano nella fiducia reciproca che scuola pubblica e pri- \ata, fumiglta e Stuto, debbono accordarsi un sa.no ordinamento scolastico. Abbiamo ac- cennato giit alla necessita che le stesse :;cuols pl"livate non prescindano dalla necessita di im- parlirc ai propri allievi tina adeguata educa- zione c;ivica .c che si a quei criteri morali che so no a fondamento dell 'ordine so- eiale ch,, lo Stato realizza. Lo Stato poi, m quant.n gestiscc delle scuole, in quanto preo- muove il conferimento di un determinatu con- tenut.u l'ducativo, dlWe rifarsi a quelle zioni nwrait che sono vive nell'ambiente rniliarc ed 1mpartire 'istruzione ed educazione HI modo conforme agli orientamenti ed ai de- ,.;tclen clei naturali rappresentanti dei fan- ciu!li. Ct(J per una cvtdrnte ragione etico-po- 1 i t.ica chc trova Ia sua espressione, fredda rna significativa, in una ragione di ordine tecnico- giurirlic-o. Quando si opera !a sintesi degli in- terr:::si inclividuali alia istruzione e nc nasC q 1tl'll' i ntcrL'Ss.e collcttivo ch<C lo Stato soddisfa tort Ia :;ua at.tivitit arnrnimstrativa, esso non :--llptra l' non nega quegli individunli, !11a It comprende nella completezza del loro l'untenuto. Se fossc diverSilmcnte, si avrebbe 11na. sintcsi arbit1aria cd un rcale ann\llla- lllento, ccrto antidemocratico, dcgli interessi individuali. Certo questi, in quanto siano sod- disfat.ti, dimno ragione della fiducia accordata dalla famiglia alia scuola privata, cosi pure sono fondamento della fidueia accordata alia pubblica e ne costituiscono 'Ia legitti- mazione. Come per ogni atmvita amministra- tiva, anche' per questa lo Stato risponde di fronte agli interessati della sua fedele a.ttua- zione della volonta general e. Scuola di Stato non e la scuola di un ente mitico, al quale, come al portatore di una verita suprema ed incontrastata, gli uomini rendano omaggio, rna e la scuola dil tutti a servizio di tutti, la scuola che deve meritare la fiducia dro citta- dini, i quali possono conformarla come me- glio credono in relazione ai loro orientamenb spil'lituali e.morali. La scuola statale deve per- tanto esprimere senza falsificazione la profon- da volonta del popolo italiano e deve essern tale da meritare la fiducia delle famiglie. Qui cade opportuno considerare il proble- ma dell 'iinsegnamento religioso nelle scuole pubbliche, il che faremo con la maggior bre- vita possibile, restando su di un piano di obiet- tivita e prescindendo per un momento dalla oircostanza che il problema e risoluto dal con- cordata che nessun partito politico ha dichia- rato di voler intaccare. Il punto di partenza e proprio quello cui pocanzi si accennava, la necessaria l'lisponden- za della scuola pubblica agli orientamenti spi- rituali del popolo italiano al quale essa deve servire. Non c'e neppur msogno di' insistere sull 'altissima percentuale degli aderenti alla Chiesa Cattolica i quali si son professati tali nel censimento. Questo e un dato e di cosi straordinaria portata, che tutti i par- titi vi han reso omaggio con dichiarazionli. ras- sicuranti sulla libertil. della religione e sui ri- spetto scrupoloso delle sue 1istituzioni, sfu- mando poi opportunamente le tinte di quel Iaicismo che il nostro popolo non intende ap- pieno, perche ignora nella sua semplicita It/ mezze rnisure. Que! laiotsmo che per forza di cose non puo restare una formula di neutra- lita giuridica in ornaggio alla liberta di co- scienza e prima o po;i diventa una posizion(' o.ttiva, per distruggere con l'aiuto dell'indif- ferentismo religioso il patrimonio di religio- sitil. del popolo italiano. Non intendiamo natu- ralrnente accentuare lc polemiche, rna credia- mo di poter l'lichiamare uomini e partiti in questa materia delicatissima che tocca la sen- sibilitit religiosa del popolo italiano, a dar prova di saggezza e di tolleranza. La formula dello stato laico e della scuola laica e nella migliore delle ipotesi una. astra- zione giu_ridica che contrasta con la realta dei fattL Anche a voler escludere - il che vera- - !)0- mente prudenza non consiglierebbe - che essa serva a coprire di un manto di purezza giuridica e politica la volonta di operare per mezzo dello SLato la distruzione della co- scienza religiosa del nosLro popolo, sostituen- dovi una r'eligione laica della liberta od una mistiea collettiva, certo e che quella formula sotLrae lo Stato al vivo flusso della storia in cui e inserito, ne fa una immagine esangue che noo riproduce le fattezze della societa che lo csprime, lo rende pericolosamente estraneo alia coscienza morale delle persone che lo cornpongono, distruggendo in fatto il valqre delle istituzioni, delle attivita, delle leggi. Cio tanto piu in Jtalia, ove una straordinaria com- pattezza di confessione religiosa rende del tutto inat.tua.le il problema della libera convi- venza di credent1 in diverse fedi. Noi non desideriamocertamenle uno Stato- Chiesa, uno Stato protettore della Chiesa, uno Stato ltlacst.ro di clogrlli religiosi. l\'la lo Stato non II;t per so stessu alCLma Yerilit da ne m I!Jctteria nt! in altra ma- leri;c. !;:SSt) e Ol'g'<tllizza[Ol't' ui SCIIOlC, UVC aC- rL: :;c.r:ratiea;ncnt.(.w il conteuuto cduca- l!\o clw h r;osct:!llZil espn;:;sa clai pa- d!'i di t;li prcscnla e gli impone. Esso non cou c16 alcuna rosponsabilitil srcci tica, chc sarebbe contra ria alla sua na- Ltmt ed ;li suoi compiti, ma solo offte una opp(lrLu:1 itit in idonca di eomplelare la istrnzione e l'cducazione del fanciullo con qllell'inscgnumento di vcritit religio'se chc son ricche di suggestioni J'JMl'ali ed cdatte a dare al fanciullo cd al il senso della sua tlignit;\ di uomo e eli cittadino. Come non si concepirebbe una scuola privata nella quale fosse trascurata l'cclucazione civica, cosi non puo concepirsi una sctwla pubblica. ove non :::ia pcrmesso nominare Icldio e richiamarsi alla' sua le;,ge eli liberta e di amore. Non si dirnentichi che la scuola puhblica non e la :,enola eli uno Stato ente mostruoso divora- trwc di uomini, ma la scuola di tutti, di tutti associati, scnza perdere la loro individualita, i !oro nricntanwnti, la !oro irrictucibile libertit. Non lo Stato teologo dunque, ma lo Stato Ii- bera e dcmocratico, lo Stato cioe che accoglie tulle le esigenze sociali e lc soddisfa, senza sostituire arbittariamente il proprio dogma laicisla alla diffusa coscienza religiosa del po- polo italiano. Valga a conferma l'enunciazione di due motivi di opportunita contingente. Innanzi Ia necessita di conciliare intorno alia scuola pubblica italiana la operante simpatia de'l nostro popolo, quella fiducia e quella col- laborazione delle famiglie, senza delle quali, soprattutto nella istruzione popolare, il com- pita della scuola e fallito in partenza. 11 po- polo nella sua saggezza istintiva guarda aliA scuola come ad un organa completo di educa- zione morale e, -nelle sue vicissitudini che tol- gono il tempo e .la opportunita di adeguatamente alia educazione della prole, h01 fiducia che la sua opera possa essere in tanta parte sostituita dalla scuola dello St.ato. To- gliete alla scuola il contrassegno di umanitM che e rlato dal suo richiamo aile ragioni su- preme dell'esistenza, e ne avrete fatto un.arid organo tecnico, uno strumento di cultura laica che giustifica d iffidcnza e freddezza. Se c'e un momenta poi nel quale tutti gli onesti debbono ciarsi la mano e tutte le enrr- .:;ie capaci eli offrire un senso morale e spiri- tuale alla vita debbono essere chia.mate " collaborare, e 'questa, mentre la nostra fan- ciullezza appare vinta dalla corruzione della guerra; mcntrc Luttc le nostre speranze si ac- ccntrano intorno ad una rinascila spirituah: del popt;lo ilHii<.tnn. i'ioi eapiamo che "'' pn.;;s;l_ contcstnr: alia Chiesa il patrirnon io 'kl rlogma, non che lt" si possa in lmona. fede dJ- _,conn::cL'l'l' una straotdinaria ricchezza motak ,.,:J t1na di santitit t;.ostant.c e fe- cr,nda .ncJ COI'SO cJei SCCOli. Noi ahh!amo nattnalmenh vivo non meno altri 1l clcsiclerio di salvaguarc!arc la li- hcrUt delle coscicnze. Ma si potrcbbe !llcnlc, clclllocratic<imente far violenza alia co- scienza rcli.!!iosa del pe1 cento degli itali<UJi, impedendolc di far sentire i suoi p;.tlpil,i e rli tl'ovare il suo nutriment.o, perch l'uno pet cento dcgli italiani non ahbia una fastidiosa convivenza? La libertit di coscienza del resto pub csserc completamcnte salvaguar- data, stabilcndo che l'insegnament.o religiosn sia impnrtito agli stuc!enti i cui gcnitoti non lomanrlino Ia dispensa. AIJbarno accennato sopra alla necessita clw \'i sia non :;olo una collabora7.ionc tra. scuola. pubblica e privata, ma anche un .adeguato con- trollo dello Stato sulla scuola. l)l'ivata. Preci- siamo che CJlH'slo conlrollo fa tutt'uno con Lt attribuzione del dititto a gestirc scuolc pri- \atc cd c come una condizione del suo rieo- noscimento. Lo Stato qui non opera in moclr dissimile dalla sua funzione di supremo ga- rante della legalitil, in quanto csso costante- mente subordina l'attribuzione concrcta di di- titti all'accel'Lamento della loro compatibiliti!. eel utilita sociale. La competepza a fissure con- dizioni giuridiche per il riconoscimento e pro- -51- pria dello Stato legislatore, il quale e supe- riore non solo alia scuola privata, rna pure a r 1 uella pubblica, anche. se l'accertamento della wssistenza di quelle condizioni richiede di volta in volta l'attivita dell 'amministrazione dcllo Stato. Lo Stato cioe ha poteri d'inter- vento, come tutte le volt.e che esso riconosce un'attivita negoziale privata, per quanto ri- guarda: a) le condizioni di capacita di chi eser- cita mediante attivitit giuridicamente Iibera il cliritto: b) una giusta causa che permetta allo Stato eli riconoscere quell 'attivita come social- mente compatibile con le altre e concretamente 11tile; c) il punto eli incidenza dell'attivita pri- vata nella sfera pubblica, in quanto, nei suoi risultati, tenela ad operare una influenza spe- ci fica nella sf era degli interessi collettivi. In hase a q uesti principi lo Stato e abili- talo a controllare: a) Ia capacitit tecnica clegli inscgnanti eel II !oro sLato economico-giuridico, l'icloneitit dei locali e clei mezzi clidattici dell'insegnamento; b) !c tinalith della educazione impartita in eonfnt'Initit delle leggi e con senso di lealta Vt!I">'O lo Stato: r:) il conferimento eli diplomi i quali abi- litmo all'assulvimento eli pubbliche funzioni u eli compiti comunque interessanti la gene- ralitil clei cittadini. Queste forme di controllo tendono ad assi- cnrare Ia rispondenza di queste libere attivita a flU<'! bene comune eli cui lo St.ato e garante, cioe all'orclinc sociale come tale eel ai vantaggi che derivuno all'uomo dalla vita comune. Al di !a eli questi controlli di carattere _generale altri non sono concepibtli, scnza snaturare Ia scuola libem e riclurla, ovc sia ancora formal- mente ammessa, ad una funzione delegata dallo Stato e moclestamcnLe ese1citata in sua surrogazione. Ora, una volta accertate queste condizioni, 11na volta chiarita la utilith che il pubblico r1cava da iniziative private, come queste, sicu- ramL'nte orientate verso il bene comune, e giu- .slo clle Lo Stato sussicli quclle scuole che per nlllncro di frequentanti mostrino eli riscuotere lc silllpatie dei cittadini c per il renclimento didattico acce1tato negli csami eli Stato mani- fcstino di esercitare utilmentc Ia funzione edu- cativa ncll'interesse privato e pubblico. Cio lo Stat,o fa per esempio per le compagnie di na- vigazione o per le ferrovie gestite ela privati; non si vede, perche non dovrebbe farlo per le scuolc, nelle quali Ia permanenza della inizia- tiva privata corrisponde a considerazioni di li- berta spirituale. e di vantaggio della cultura. Su quest'ultimo punto vale la pena di sof- fermarsi _un momento, perche le scuole pri- vate, c.osi spesso messe per ingiustific,ata ge- losia in istato di accusa, corrispondono alia naturale liberta della cultura, la quale disde- gna le vie obbligate e qualche volta i titoli uffi- ciali. Nasce dove puo, si sviluppa come p1,1o, obbedendo aile inclinazioni dell'ingegno e giovandosi in ogni caso della libert:\ di cui possa godere. Quando lo Stato abbia assicu- rato la liberta di insegnare e di imparare, ha gia fatto molto a vantaggio della cultura. Quante utili esperienze sono state fatte e si possono fare nella scuola Iibera con la conse- g-uenza di creare una giusta emulazione per la scuola di Stato, la quale, privata di questo pungolo a fare piu e meglio, probabilmente si addormenterebbe nella noia di un program- ma definito eel intangibile! Tanto piu poi la scuola privata corrisponde aile esigenze dei tempi, in quanto essi richit- dono un opportuno decentramento in tutte !P attivita sociali e per Ia scuola in particolare un adattamento aile molteplici esigenze degl i ambienti e delle persone. Anche da que::to punto eli vista pili che una iniziativa burocra- tica puo giovare Ia multiforme liberta umana .. sensibile c pronta ad esperienze nuove, ido- nea a soddisfarc le esigenze che la stessa 1 i- bertit nrnana perennemente crea. Proponiamo pertanto i seguenti articoli: ART. 1. Ogni italiano ha diritto di ricevere una ade- guata istruzione ed educazione per la formn- zione della sua personaliUt e l'assolvimcnto dei compiti sociali. Per questo fine collabo- rano famiglia e Stato. Tale diritto si attua mediante la frcquenza aile scuolc dello Stato ovvero a c;uclle private a scelta dei genitori deU'educando. La fre- q uenza e gratu ita ed obbligatoria per i corsi clemenlari e post-elemcntari almeno fino al quatlorclicesimo anoo di eta. Per pt'rmettere il proscg11i men to dcgJ i stud i agii stuclt-nti nwritevoli e bisognosi, lo Stato conceder! aclcg-nati sussid i aile fam igl ie erl assicurerit Ia frequcnza gratuita ai corsi Sll- periori. AnT. 2. Chiunque, enfe o singolo, puo aprirc scuole ptivate e prenclere i'niziative di educazionc con delle elisposizioni di Iegge. Lo -.52- Stato: provvede all' istruzione con; scuole pro- prie e degli enti autonomi. Lo Stato ha poteri di controllo sulle private per quanta riguarda la idoneitA degli insegnanti ed i1 loro stato economico-giuri- dico, le modalita tecniche, gli indirizzi del- l'insegnamento che sia in conformitA delle leggi c. leale verso lo Stato, il conferimento di diplomi. Lo Stato concedera sussidi aile scuole pri- vate in ragione del numero dei frequentanti e del rendimento didattico accertato negli esami di Stato. ART. 3. In ogni ordine di scuole dello Stato, escluso quello universitario, sara impartito agli stu- denti, i cui genitori non ne chiedano Ia di- spensa, l'insegnamento nella forma ricevuta dalla tradizione cattolica.