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MANLIO MASUCCI Scrittori in cattedra? Il caso Eco.

Sei passeggiate nei boschi narrativi ovvero la forma lezione nellepoca del postmoderno

Nel 1992 Umberto Eco fu chiamato a tenere, presso la Harvard University, le Norton Lectures. Gi affermato a livello internazionale, sia nel campo della saggistica che in quello della narrativa, il nome di Eco si pone accanto a quello di illustri scrittori come Eliot, Paz, Borges, Calvino, solo per citare gli autori pi famosi a cui furono affidate le Lectures. Proprio a Calvino, che non pot mai esporre le sue lezioni a Harvard, queste Sei passeggiate sono legate. Fin dallesordio, nella sua prima lezione intitolata Entrare nel bosco, Eco fa riferimento allillustre collega e amico. Le Lezioni Americane saranno un punto di riferimento costante e proprio la seconda lezione calviniana, quella sulla Rapidit, funger da spunto per la terza passeggiata, intitolata Indugiare nel bosco. Prima di entrare nel fitto della vegetazione dei boschi di Eco, sar opportuno stabilire le esatte coordinate di questo studio, che si concentrer sullistituto della lezione mettendone in risalto gli originali sviluppi formali. Riconosciuto in tutto il mondo come uno dei pi importanti scrittori italiani contemporanei, Umberto Eco ha trovato uno spazio fisso anche nelle antologie nei capitoli dedicati ai narratori degli anni 80 e 90 1. Nonostante ci egli non ha una posizione circoscrit-

1 Cfr. Storia generale della letteratura Italiana, diretta da N. Borsellino e W. Pedull, Milano, Motta, 1999, vol. XII, pp. 596-97: Eco [] si interrog su che cosa toccasse scrivere dopo la contestazione che aveva condannato a morte ogni letteratura, a cominciare da quella dello sperimentalismo [] Eco ha trasformato in narrazione tutto il suo sistema culturale: un processo di enorme affabulazione della teoria (la comicit), della storia (Il Medioevo) e del linguaggio. Il Nome della Rosa un romanzo ben fatto [] si tratta di una scommessa vinta su quelli che fanno solo affidamento sullispirazione; e di una prova che le opere darte sono

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ta allinterno del panorama culturale contemporaneo e, soprattutto, non trova una naturale collocazione fra gli Scrittori in cattedra. Si troverebbero, insomma, senzaltro pi consensi indicando in Eco un cattedratico che si avvicinato con un certo successo (prevalentemente commerciale) alla pratica letteraria. Questa che si potrebbe definire lirreperibilit di Eco daltra parte alimentata dallo stesso autore che sembra voler giocare con lansia diffusa di voler in ogni modo inquadrare un fenomeno letterario in una consolidata categoria. La leggerezza con cui lautore tratta la materia letteraria, provoca un certo disagio in quei modi della critica abituati a valutare le opere facendo riferimento a generi e stili univoci. Di fronte le manipolazioni stilistiche del postmoderno, la reazione pi frequente stata quella di considerare i suoi prodotti letterari fenomeni di paraletteratura2. Ceserani e Jameson, sono concordi nellaffermare, a tal riguardo, che se anche questa definizione appare opinabile e limitativa non si pu parlare di postmoderno in quanto stile letterario, bens come condizione storica nella quale si producono testi accomunabili ma soggetti a continui scarti e variazioni. Lopera letteraria postmoderna dunque inquadrabile, concordando con tale definizione, allinterno della situazione storica in cui generata, divenendone importante documento e al contempo preziosa espressione3. interessante annotare, dunque, alcune delle definizioni attribuite al romanziere Eco in questi ultimi anni: Martien J.G. de Jong adopera il concetto di professorenroman facendo leva sullerudizione storica che trapela da Il Nome della Rosa e sulla ricezione nellepoca del postmoderno4. Christine Brooke-Rose indi-

un montaggio di pezzi da assemblare per il divertimento del lettore che ha rinunciato a cambiare il mondo. Eco ha fatto bene a rendere persino vistosa la natura di merce del suo romanzo. La gente deve saperlo che un libro va sottratto alla sacralit assegnatagli in altre epoche. Si scrive e si dipinge anche per vendere []. Vedi G. MANACORDA, Storia della Letteratura Italiana Contemporanea, Roma, Editori Riuniti, 1996, p. 904: Eco costruisce Il Nome della Rosa nella doppia struttura del romanzo storico e del romanzo giallo con i pregi di una prosa limpida e della conoscenza delle vie dellironia e dello humour. 2 Cfr. R. CESERANI, Raccontare il postmoderno, Torino, Bollati Boringhieri, 1997, p. 166: proprio la mancanza di uno stile nelle opere postmoderne, e la tendenza a mescolare e manipolare gli stili che spiega a mio avviso il rifiuto ostinato da parte degli storici e dei critici letterari italiani, di riconoscere la letteratura postmoderna come tale. 3 Per F. JAMESON, Il postmoderno e la logica culturale del tardo capitalismo, Milano, Garzanti, 1989, il fenomeno del postmoderno legato agli sviluppi culturali del sistema capitalista mentre per R. LUPERINI, Controtempo, Napoli, Liguori, 1999, il momento cruciale della recente evoluzione letteraria, verso forme postmoderne, quello in cui la figura del redattore culturale (Vittorini, Calvino per es.) viene sostituita dal manager che obbedisce alle regole del marketing. In tal modo, lo scrittore si adegua alle leggi del mercato incontrando le esigenze del pubblico pi di quanto non facesse prima. 4 Vedi Umberto Eco, Claudio Magris, Autori e traduttori a confronto. Atti del Convegno Internazionale (Trieste, 27-28 Novembre 1989), a cura di L. Avirovic e J. Dadds, Udine, Campanotto Editore, 1993.

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vidua un genere preciso cui ascrivere il nostro autore parlando di storia a palinsesto e ponendo il suo nome accanto a quelli di Rushdie, Marquez, Kundera5. Al di l dei giudizi e delle opinioni, ci che rimane, come dato di fatto, lassoluta centralit, nel panorama letterario internazionale, di Umberto Eco, scrittore in grado di sintetizzare in s tutte le istanze culturali moderne al fine di fornirne unelaborazione ultima, lelaborazione narrativa, capace di proporre uninterpretazione ironica, forse anche irriverente, di tutta la nostra cultura occidentale. Nellambito di questo studio precipuo sulla forma lezione, il riferimento allo scrittore-Eco non casuale ma finalizzato a definire il ruolo del didatta. La forma della lezione si rapporta concretamente alla forma della narrazione ed in questa prospettiva che sintende far luce sulla didattica nellepoca del postmoderno6. Se nellambito della narrativa di Eco si potrebbe parlare, come lo stesso autore ammette, di romanzi-saggi7, nelle Passeggiate assistiamo al procedimento inverso: la narrativizzazione della didattica. Sinstaura dunque un rapporto fra la forma del romanzo e la forma della lezione: le Passeggiate non ambiscono al distacco critico e alloggettivit che unindagine scientifica dovrebbe comportare ma, al contrario, pongono il loro autore e la sua visione del mondo in primo piano, quasi egli fosse il personaggio principale del loro mondo finzionale. linterpretazione dello scrittore, insomma, ad essere messa in risalto rispetto al materiale delle lezioni; loggetto del discorso, totalmente astratto dal suo contesto originario, immesso nel contesto della contemporaneit, per esserne inglo-

U. ECO, Interpretazione e Sovrainterpretazione, Milano, Bompiani, 1995, p. 151. G. FERRONI, Storia della Letteratura Italiana, vol. IV, Torino, Einaudi, 1996, pp. 653-54: Un riferimento importante per delineare ancora pi precisamente la forma-lezione postmoderna quello della rivisitazione dei metodi didattici tradizionali avvenuta tra gli anni 60 e gli anni 70. Assistiamo, dunque, ad una nuova tensione verso la ricerca dei fondamenti e delle funzioni sociali della cultura, lattenzione a nuove teorie e a nuovi metodi critici. Questa tensione si avverte diffusamente in tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle universit. Questa sorta di rivisitazione dei metodi di apprendimento e di insegnamento, anche se nello specifico si svilupper in forme tuttaltro che postmoderne, di aiuto per percepire latmosfera che si respirava negli anni delle prime uscite di Eco [] ma continua stata anche la ricerca di nuove forme e metodi di insegnamento della letteratura: nuove esperienze, riflessioni, discussioni hanno fatto superare molte forme tradizionali dellinsegnamento letterario, immettendovi le suggestioni delle nuove scienze umane, dei nuovi metodi e delle nuove teorie critiche [] si sono favorite ricerche pi dirette sui testi, con analisi di tipo tecnico e linguistico; si dato finalmente uno spazio assai ampio alla letteratura contemporanea e al legame fra i fatti letterari e i fatti sociali. 7 In unintervista del 1972, contenuta in CESERANI, Raccontare il postmoderno, cit., p. 181, Umberto Eco cos risponde alla domanda dellintervistatore che gli chiedeva se mai avesse potuto scrivere un romanzo: In questo caso dovrebbe essere un romanzo saggio che distrugge le modalit stesse del romanzo [] la mia vocazione piuttosto quella di smontare le finzioni altrui.
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bato, ed essere considerato unennesima tessera dellimmenso mosaico della realt che Eco ci descrive. In questo senso, nulla meglio delle Norton Lectures si presta a dar libero corso alle istanze del conferenziere. Le Lectures si fondano, infatti, sullautorit riconosciuta del relatore concedendo di conseguenza una quasi illimitata libert dargomentazione. La possibilit di spaziare da un campo allaltro della cultura mondiale, proponendo gli accostamenti pi improbabili e arbitrari, e il rifiuto di modelli didattici precostituiti, rappresentano le caratteristiche principali delle Sei passeggiate. una situazione in cui Eco sembra trovarsi perfettamente a suo agio e che si condensa nella metafora del bosco, funzionale non solo al testo narrativo ma anche alle stesse lezioni fino a riguardare, in ultima istanza, lintera teoria della conoscenza dello scrittore. Allinizio della seconda lezione si scioglie la metafora del bosco e si suggerisce il modo di attraversarlo, risultando subito evidente che c un parallelo da fare tra la forma di un testo narrativo e il libro che incorpora queste Sei Passeggiate. In altre parole, stiamo assistendo ad un processo di narrativizzazione della forma-lezione direttamente legato per strutture e contenuti al miscuglio stilistico promosso dal postmodernismo: la struttura dei romanzi sembra ricalcare in buona parte la struttura di queste lezioni e ci proprio perch la struttura di unopera ad essere, prima dogni altra cosa, significativa. un concetto che Eco esprime con chiarezza gi in Opera aperta quando afferma: [] il primo discorso che unopera fa, lo fa attraverso il modo in cui fatta8. La composita struttura dei suoi romanzi dunque significante in se stessa; la struttura delle lezioni, costruita secondo gli stessi principi, rappresenta dunque un primo livello di significativit del testo. Una definizione che potrei proporre per le Sei passeggiate quella di grande rete, riconducendomi, non a caso, alla discussione di Calvino sul romanzo contemporaneo. una rete che trascina gli elementi apparentemente pi lontani, che promuove le connessioni pi inaspettate, che si basa sulla molteplicit e sulla contemporaneit della conoscenza. Una rete che apre lenciclopedia rintracciando nelle capacit combinatorie la propria profondit. questo un procedimento che, nellambito della composizione letteraria, assume il nome di pastiche e che, per Jameson, nasce dal progressivo occultamento dello stile personale inglobato nella lingua neutrale e reitificata dei media9. Questo procedimento, tipicamente letterario e tipicamente postmoderno, viene utilizzato dallautore diffusamente nellarco delle sei lezioni e rimette in gioco molte delle nostre categorie conoscitive. Il concetto di tempo integralmente rielaborato: il tempo perde la sua profondit fino ad immergere lespe-

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U. ECO, Opera aperta, Milano, Bompiani, 1962, p. 12. JAMESON, Il postmoderno o la logica culturale del tardo capitalismo, cit., p. 37.

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rienza in un perpetuo presente spaziale10. a causa di questo declino delle tematiche della temporalit, della memoria, della durata, che il passato diviene un grande serbatoio culturale di immagini, un immenso simulacro fotografico da consumare11. Il passato e i suoi documenti perdono il loro valore storico per rendersi materiali rivisitabili e soprattutto reinterpretabili; insomma si assiste ad un processo per cui la storia viene, ironicamente, riletta e rielaborata12. Tali materiali, che si ritrovano diffusamente nelle lezioni, non sono, dunque, semplicemente citati ma assimilati ed accomunati ad ogni tratto della vita sociale. Ci che Jameson chiama la sfera autonoma della cultura13 si dissolve e le distanze si azzerano. La nuova concezione della cultura postmoderna omnicomprensiva ed onnivora, abbraccia tutti i campi dello scibile e si pone, in questa nuova veste, come una vera e propria seconda natura14. Nel saggio di Pischedda, riportato allinterno di Raccontare il postmoderno di Ceserani, il pastiche, vero sostituto postmoderno della parodia15, considerato il momento in cui larguzia dellautore si pone di fronte larguzia del lettore in una dialettica che mette continuamente in gioco tutto ci che al di fuori della letteratura e che vi gira intorno. Nella terza passeggiata il metodo-Eco si rende perfettamente visibile e comprensibile. La lezione intitolata Indugiare nel bosco nasce come proseguimento/completamento della lezione sulla Rapidit di Calvino. Per far luce sul concetto, Eco usa tutti i mezzi che la sua enciclopedia gli mette a disposizione non perdendo di vista, al contempo, lenciclopedia in possesso dellipotetico fruitore. Nel giro di poche righe sono messi in relazione la Recherche di Proust e il cinema hollywoodiano dIndiana Jones e, poco pi avanti, il Rick Blaine di Casablanca accostato allAmleto di Shakespeare, ma sempre il lettore ad essere al centro dellattenzione, continuamente sollecitato e continuamente provocato, secondo le teorie espresse in Lector in fabula 16. Il patrimonio culturale dellumanit un grande bosco in cui passeggiare e, una volta scelta una linea guida, non sar difficile scorgere questi accostamenti. un bosco dove imper-

CESERANI, Raccontare il postmoderno, cit., p. 86. Ivi, p. 88. 12 Da JAMESON, Il postmoderno ovvero la logica del tardo capitalismo, cit., p. 39: il passato come referente gradualmente messo tra parentesi, e quindi completamente cancellato; a noi non restano altro che testi. 13 Ivi, p. 90. 14 CESERANI, Raccontare il postmoderno, cit., p. 82. 15 Ivi, p. 180. 16 Per U. ECO, Lector in fabula (1979), Milano, Bompiani, 1994, il testo una macchina pigra che esige dal lettore un lavoro cooperativo per riempire gli spazi di non detto.
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versa un ordine caotico, liberato dalle semplificazioni di comodo come la divisione in periodi storici, la cronologia, gli ismi introdotti nella storia culturale. Le barriere crollano e lo stesso concetto di letteratura sembra perdere peso accostandosi ai fenomeni culturali pi variegati. La vegetazione dunque lussureggiante e il fine delle lezioni di Eco sembra essere quello di insegnare a muoversi allinterno dellintrico, di condurre per mano il lettore alla scoperta di nuovi significativi percorsi17. La ricerca di linee guida, allinterno del caos, assume un carattere preminente, il solo modo, suggerisce lautore, di venire a capo di qualche cosa. Non importante quanto queste linee siano contorte, il caos si cela comunque fra le pieghe di un ordine sempre e comunque perseguito18. La profondit, nella ricerca di Eco, si ottiene tramite laccumulo di materiali saldabili, lincastro di superfici, la corrispondenza dei riflessi. Laltra categoria, messa in discussione dallapproccio postmoderno di Eco, quella dello spazio. Per Jameson il tardo capitalismo ha provocato, nella coscienza delluomo contemporaneo, una confusione spaziale che si sublima nella ricerca costante di sentieri tracciati. Luso tipicamente postmoderno di disegnare mappe, itinerari e comunque fornire una rappresentazione spaziale e spazializzante del nostro sapere deriva da unesigenza, mai rimossa, di essere in possesso di un itinerario da seguire, una carta della conoscenza che tracci nuovi confini in un momento storico in cui ogni divisione si dissolta, lasciando luomo in preda allo smarrimento. La cultura postmoderna, dopo aver riassorbito la categoria della temporalit, si trova sempre pi dominata dallo spazio e da una logica spaziale19. una logica in cui ci si trova catapultati gi dal titolo delle lezioni. Il bosco di Eco lo spazio della conoscenza: lapprendimento finalizzato allimparare a muoversi nel suo interno. La passeggiata dunque un movimento soprattutto spaziale nel momento in cui, allinterno del bosco, ogni cosa fuori del tempo. Il saper passeggiare significa saper riempire gli spazi, azzerare le distanze, in particolare fra queste la distanza critica20. Questa tendenza spazializzante evidente nella pratica di rappresentare graficamente alcuni concetti allinterno delle Sei passeggiate. Nella prima lezione, i rapporti che sinstaurano

17 U. ECO, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Harvard University, Norton lectures, 19921993, poi Milano, Bompiani, 1994, p. 159: Un bosco, per diventare un Bosco Sacro, deve essere aggrovigliato come le foreste dei druidi, e non ordinato come un giardino alla francese. 18 Da A. GUGLIELMI, Trentanni di intolleranza (mia), Milano, Rizzoli, 1995, p. 83: Si ha limpressione che Eco non resista alla tentazione di prospettarci una visione del mondo in cui il principio della causalit ha ceduto il posto a quello della casualit, i significati privilegiati ai significati paralleli, cio non resista alla tentazione di considerare il caos una nuova forma di ordine, il caso un nuovo modo di atteggiarsi alla legge, limpossibilit della storia (come sviluppo razionale) il nuovo procedere dellumanit. 19 JAMESON, Il postmoderno o la logica del tardo capitalismo, cit. p. 52. 20 Ivi, p. 91.

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fra scrittore modello, scrittore empirico, lettore modello, lettore empirico, sono posti allattenzione del fruitore non solo dialetticamente ma anche graficamente. Nella seconda lezione viene utilizzato un diagramma per analizzare i rapporti fra il tempo della fabula e dellintreccio in Nerval. Nella quarta lezione si rapporta il contrasto fra la sensazione di coerenza e, al contempo, dinesplicabilit, che il nostro mondo ci offre, alla percezione visiva di una figura geometrica impossibile (o perlomeno possibile solo seguendo le regole della geometria piana). Nella quinta lezione si discute del patto finzionale e delle sue regole analizzando, mappe alla mano, la toponomastica nei Tre Moschettieri di Dumas. Le Sei passeggiate nei boschi narrativi sinseriscono dunque, concretamente, allinterno del dibattito culturale postmoderno rintracciando nella produzione narrativa il loro modello. In base alla dipendenza da tale modello, il loro fine non tanto quello di insegnare quanto quello di educare attraverso lesemplificazione. Eco non ci vuole fornire un prontuario di formule da utilizzare di fronte la pagina scritta. Egli preferisce cercare di proporre al lettore un metodo conoscitivo da utilizzare allinterno del bosco che si basa sul riconoscimento dei confini e sulla ricerca della profondit21. Una volta delucidato il metodo, insomma, le conclusioni scaturiranno naturalmente e, soprattutto, originalmente 22. Al termine della lezione non otteniamo dei precetti ma dei suggerimenti, delle ipotesi di lavoro. Eco ci ha invitato a seguirlo lungo sentieri da lui scelti non con lintento di indicarci la via ma con quello di insegnarci a passeggiare correttamente, con attenzione, sincronizzando il proprio ritmo a quello delle stagioni per osservare il gioco della luce che filtra fra gli alberi e screzia le radure, per esaminare il muschio, i funghi, la vegetazione del sottobosco23. La metafora del passeggiare allinterno di un testo narrativo ci fornisce dunque un modello per la conoscenza e conferma linteresse primario di Eco per il metodo: un sistema di lettura, un procedimento dinterpretazione, un metodo per entrare e per fruire di un bosco narrativo. Il lettore, al quale queste lezioni sono dedicate, cos aiutato ad orientarsi nel caotico mondo del postmoderno, a cercare le linee guida nellintrico degli stili,

21 Da ECO, Sei Passeggiate nei boschi narrativi, cit., p. 101: In realt i mondi della finzione sono, s, parassiti del mondo reale, ma mettono tra parentesi la massima parte delle cose che sappiamo su di esso, e ci permettono di concentrarci su un mondo finito e conchiuso, molto simile al nostro, ma pi povero. Poich non possiamo uscire dai suoi limiti, siamo spinti ad esplorarlo in profondit. 22 Eco riconosce la libert del lettore in quanto ciascuno pu tracciare il proprio percorso [] facendo una scelta ad ogni albero che incontra [...], ivi p. 7, ma al contempo cerca di educarlo alla scelta ragionevole in quanto il bosco aperto a tutti e non bisogna comportarsi come se fosse il nostro giardino privato, ivi p. 11. 23 Ivi, p. 62.

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nellintreccio delle culture, nel viluppo dei generi, nel groviglio dei linguaggi. Il mondo si aperto, i giardini padronali ben curati stanno scomparendo; ora esiste il bosco che espande di rigogliosa vegetazione. Il contenuto non si cristallizza in una rubrica di definizioni e regole da proporre al lettore ma, strettamente legato alla forma, spazia liberamente, nella sua forma narrativa, fondandosi su congetture interpretative24. Il vero contenuto di queste lezioni rappresentato dallanalisi del ruolo del lettore guidato ad orientarsi nellintrico del postmoderno25. I temi pi cari ad Eco, come le definizioni di autore e lettore modello, di autore e lettore empirico, dei tempi del racconto, vengono passati in rassegna diffusamente, attraverso tutte le lezioni, tramite il riferimento ai testi narrativi pi apprezzati dallautore, quasi fossero stralci di sapienza acquisita, incontrati casualmente nel bosco. I riferimenti a Nerval, Poe, Dumas, Manzoni, sembrano dare a Eco il pretesto di parlare dei suoi scrittori preferiti, delle sue passeggiate mitiche, al fine di mostrare al lettore il passo da tenere 26. Il contenuto si sposa dunque alla forma rifiutando una dimensione prettamente didascalica, instaurando al contempo una collaborazione con il lettore.Tale collaborazione si risolve nella dialettica fra autore modello e lettore modello che si deve realizzare in ogni atto di lettura. Le Passeggiate assumono le sembianze di un dialogo, di unintervista e optano per un linguaggio piano, regolare, standardizzato, proprio per facilitare il processo comunicativo e la cooperazione. La lezione diviene esemplificativa: lesperienza dello scrittore, dello studioso, del lettore, messa al servizio delluditorio e dei lettori cui data la possibilit di seguire, finzionalmente, queste passeggiate. La lezionepasseggiata si costruisce come collage di esperienze, riflessioni, ricordi, teorie letterarie con lapporto dei libri amati e odiati. Facendo riferimento ai metodi e ai risultati delle ricerche delle varie discipline, Eco cerca di isolare dei modelli descrittivi che possano essere messi in relazione a livello delle strutture 27. La presa di coscienza di un mondo plurimo, aperto, instabile pone Eco di fronte la necessit di unapertura contenutistica e formale. La didattica non si riduce ad

Ivi, p. 55. Da ECO, Opera aperta, cit.: lunico contenuto che conta un certo modo in cui luomo si mette in rapporto col mondo e risolve questo suo atteggiamento a livello delle strutture []. 26 Per FERRONI, Storia della Letteratura Italiana, cit., p. 658: [] tutta una serie di ricerche semiotiche (come quelle di Umberto Eco e la sua scuola) si serve dei testi letterari soprattutto come esempi di funzionamento della comunicazione, quasi annullandone i caratteri storici e avvicinandoli ai caratteri della comunicazione presente. 27 Da U. ECO, La definizione dellarte, Milano, Mursia, 1968, p. 284: proprio del filosofo condurre questa riduzione interdisciplinare, ed suo compito rilevare, tra i modelli elaborati, similarit di struttura [] si stanno profilando poetiche che presentano analogie abbastanza stupefacenti con certi procedimenti delle metodologie scientifiche [].
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una lista di precetti applicabili a tutti i testi narrativi o ad un prontuario di risposte ma, al contrario, cerca di aprire una discussione fornendo suggerimenti e proposte. unapertura problematica sullo stato della nostra cultura in quanto le risposte non appartengono a questo secolo quanto le domande. La metafora del bosco funzionale allidea della conoscenza che Eco vuole esporre. Il saper passeggiare lungo i sentieri, reali o immaginari, che conducano verso una forma unica e comunicabile, essenziale nelle finzioni quanto nella realt. Il percorso che lautore ci invita a seguire esso stesso arbitrario, esemplificativo, finzionale e, probabilmente, impossibile da ricostruire a priori. necessario entrare nel bosco fidandosi, facendosi accompagnare per mano, alla scoperta dei sistemi ordinati pi incongetturabili che incorporano in loro i punti pi distanti. La lezione si spoglia della sua veste didascalica per assumere la forma della passeggiata, in altre parole della divagazione orientata, fatta di componenti volatili in un mondo sempre pi pesante. Nella sua forma leggera, sorvola le variegate stagioni della nostra cultura infrangendo le barriere, dilatando i confini, promuovendo la molteplicit. La conoscenza del mondo diventa dissoluzione della compattezza del mondo si legge nelle Lezioni Americane; la Leggerezza dunque la prima caratteristica delle Sei passeggiate cos come la prima proposta di Calvino per questo millennio.

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