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I limiti della scienza e della ricerca: intervista a Gianni Vattimo, filosofo del "Pensiero debole"

Negli anni cinquanta con Furio Colombo e Umberto Eco, ha lavorato per alcuni programmi culturali della Rai-Tv, conducendo anche il programma settimanale politico-informativo Orizzonte. Membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, ha diretto la Rivista di Estetica. Nel 1997 ha ricevuto lOnorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. E attualmente vicepresidente dellAcadema da Latinidade. Nel 2009 stato rieletto al Parlamento europeo, dopo il primo mandato dal 1999 al 2004. E conosciuto come il teorico del Pensiero debole. La sua riflessione filosofica sempre attenta ai problemi della societ. Ora, dopo la catastrofe giapponese, tutti i Paesi del mondo si interrogano sul nucleare; la sua opinione resta contraria allintroduzione in Italia di questa tecnologia; per Vattimo si dovrebbe equilibrare il rapporto tra ricerca scientifica e realizzazione tecnologica alle esigenze della societ. Professor Vattimo cosa rappresenta nella societ odierna il pensiero debole? E sinonimo di relativismo etico o vuole fondare la legittimit di valori diversi? Il Pensiero debole un discorso contro la nozione di fondamento. Il termine fondamento stato utilizzato nella tradizione filosofica come punto di riferimento ultimo, come evidenza prima, un concetto su cui tutto si fonda ma che, a sua volta, non oggetto di domanda. Levidenza prima in genere un eccesso di confidenze; in realt il pensiero debole lidea di criticare le pretese di definitivit delle metafisiche che ci hanno preceduto e abbiamo ereditato. Non uninvenzione individuale, un pensiero filosofico che ritroviamo in Nietzsche e Heidegger. Quando il fondamento dato come evidente e ci si arresta senza poter andare oltre, non si fa altro che identificare lessere con lente. Il Pensiero debole un discorso sulla libert di fronte al fondamento. C una frase di Heidegger, scritta in uno dei suoi ultimi saggi, molto emblematica: Lasciar perdere lessere come fondamento. E un relativismo moderato, senza fondamenti assoluti ed equivalenti, in quanto possiamo essere daccordo su alcune cose mentre su altre mai. Non abbiamo larbitrio di decidere quello che vogliamo, esso controllato dagli altri. Potrei citare un mio collega, Santiago Zabala e anche Orti quando sostiene: Pur che la conversazione vada avanti. Heidegger parla dellessere come linguaggio, lo identifica nel dialogo; lunico fondamento di cui disponiamo ci su cui concordiamo, sono un esempio le leggi o, ancora, il riconoscere la tradizione dei classici, perch sono opzioni su cui convergiamo congiuntamente. Questo significa che sar anche relativismo, ma poco soggettivo e ancor meno individualistico. E pi un discorso di appartenenza a comunit di fede, di valori, in cui gli stessi non sono assoluti. Volendo fare un esempio politico: quando la Chiesa o qualche scuola

sostengono che esistono principi non negoziabili soltanto una questione di autoritarismo. Perch i principi non dovrebbero essere negoziabili? Quali risposte potrebbero trovarsi al di l dei principi stessi? A mio avviso questo contrasta la libert individuale. Da filosofo e politico, qual la sua posizione in merito al nucleare in Italia? Sono contrario poich esistono rischi da non trascurare, non soltanto legati alla sicurezza delle centrali ma anche allo smaltimento delle scorie radioattive. Si pu ragionare in termini politici su questioni legate alle opportunit tecnologiche. Un mondo pieno di scorie radioattive sarebbe un mondo militarizzato, non voglio immaginare cosa accadrebbe se un malintenzionato penetrasse in un deposito con lintenzione di commettere atti terroristici, ne potrebbe derivare una catastrofe. Un Paese militarizzato si trasformerebbe in uno Stato in cui verrebbe a mancare il principio di libert. Esistono tuttora tante altre mancanze di libert nella nostra societ, ancor di pi se aggiungessimo il problema delle scorie. Ci che accaduto in Giappone, anche se per colpa di un fortissimo terremoto e di un altrettanto devastante tsunami, dimostra che si devono sviluppare altre fonti di energia. Da filosofo ritengo di essere antisviluppista; non posso pensare che lemancipazione umana sia fondata su uno sfruttamento di risorse. Il consumismo, che non condivido assolutamente, connesso a queste problematiche. Un Pensiero debole anche un pensiero ecologico volto alla riduzione dellaggressivit in tutti i campi e soprattutto in quello ecologico. Scossi dal disastro nucleare di Fukushima, il mondo e la comunit scientifica si interrogano sulla sicurezza di questa tecnologia. Secondo lei uno scienziato deve essere libero di fare ricerca teorica e pratica a prescindere da ogni possibile risvolto negativo per la vita delle comunit umane? Voglio affermare che non considero i diritti della ricerca come diritti assoluti. E la solita questione: il diritto assoluto della scienza alla ricerca si fonda sul quel feticcio che la verit con la v maiuscola. Conoscere la verit un valore quando serve a qualcosa, si dovrebbe sostituire al concetto di verit quello di carit, soprattutto nel caso dei valori condivisi nel rispetto dellaltro. Non diciamo che siamo daccordo perch abbiamo trovato la verit, diciamo che abbiamo trovato la verit perch siamo daccordo. I diritti della scienza sono interessanti, nella nostra storia sono esistiti tanti scienziati pazzi che hanno fatto molte scoperte unicamente per perseguire il loro sogno di verit, altri invece hanno portato avanti scoperte perch volevano raggiungere uno scopo. Quale scienziato non sogna di arrivare grazie alle sue ricerche al Nobel? Non esiste la ricerca disinteressata della verit, sempre legata a qualche ragione, ribadisco: niente feticci di disinteresse sul valore assoluto della verit. Qual allora il giusto equilibrio tra natura, scienza e cultura?

Una gestione pi democratica della ricerca scientifica. So benissimo che non si pu chiedere a tutti i cittadini di diventare degli esperti di fisica nucleare. Quando ci sar il referendum sul nucleare cosa potr fare da cittadino? Potrei chiedere opinioni alla comunit scientifica, per anche questultima divisa. Come seconda opzione potrei scegliere di farmi informare dagli scienziati migliori, ma qui sorge un secondo problema: sono io in grado di decidere quali sono i migliori? Allora scelgo di confrontare le mie opinioni con qualcuno che condivide i miei ideali politici o con le persone che incontro tutte le domeniche a messa. Non posso accettare solo quello che dice la scienza, potrei farlo se fossero assolutamente tutti daccordo su questo tema. E una problematica legata alla comunit e alla vita. Bisognerebbe equilibrare alle esigenze della societ il rapporto tra ricerca scientifica e realizzazione tecnologica. Credo che la definizione di Lenin sul comunismo come lelettrificazione pi i Soviet sia ancora la migliore; egli stesso sosteneva il progresso scientifico, industriale, sotto il controllo dei Soviet, con rispetto parlando per lUnione Sovietica. La Tepco, multinazionale energetica che gestisce gli impianti nucleari in Giappone, ha nascosto negli anni diversi problemi tecnici riguardanti le sue centrali. Quando il potere economico nelle mani di una multinazionale, a suo avviso, come cambia il rapporto tra sviluppo tecnologico e democrazia? Cambia a vantaggio del capitale e del capitalismo. Una multinazionale per definizione tende a sottrarsi alle discipline nazionali. Purtroppo torna attuale unespressione delle Brigate Rosse, che ha scandalizzato molto in passato poich era accompagnata da efferati delitti, sullo Stato imperialista delle multinazionali definito con lacronimo Sim. Oggi le multinazionali sono lunica realt esistente, le organizzazioni politiche in genere sono rinchiuse in un ambito nazionale perdendo cos potere. LUnione Europea permeata da lobby e interessi. Su questo argomento sono di parte: il capitale mondiale con questo assetto un vero e proprio mostro incontrollabile. Multinazionali e capitale, quali sono le ripercussioni sullindividuo? E anche un problema filosofico, Heidegger utilizzava una bellissima espressione: Gestell. Altro non che linsieme delle posizioni, della volont produttiva. Produrre merci per mezzo di altre merci e denaro per mezzo di denaro, un grande automatismo ma non una legge assoluta. Un pensatore come Severino ha definito questo processo come la logica del nichilismo, oggi ha un nome: capitale. Continuo ad essere un materialista storico, bisognerebbe tagliare la testa ad alcune idre. Il mondo ha cominciato a riconsiderare le proprie posizioni sulle centrali nucleari soltanto dopo lennesima catastrofe. Alcuni pensatori sostengono la necessit di istituire Universit delle catastrofi per studiare il problema alla radice. Cosa ne pensa?

E un quesito molto interessante. Nessuno riflette a fondo sul problema fino a quando levidenza non fornisce gli strumenti per farlo. Anchio avrei voluto rendermi conto dei rischi che comporta il nucleare senza assistere a tutte queste catastrofi: lesperienza sempre uno shock. La vita personale fatta di trasformazioni prodotte da incontri che spesso diventano scontri. Guardo allesperienza non tanto come veniva definita dagli empiristi, cio approccio sperimentale alla conoscenza, ma piuttosto sono daccordo con il pensiero di Hegel: lesperienza uno scontro con antitesi che devono essere continuamente sintetizzate, uno shock. Non sono in disaccordo con chi teorizza le Universit delle catastrofi, questo non per giustificare un disastro in s, semplicemente perch cos accade nel mondo. William Hawking, matematico e astrofisico, profetizza come unica possibilit di sopravvivenza per luomo emigrare nello spazio. Latouche, invece, pone la teoria della decrescita come unico modo per contrastare il fallimento dello sviluppo sostenibile. Qual la sua opinione in merito? Simpatizzo molto con le teorie di Latouche, emigrare nello spazio ovviamente qualcosa che luomo ancora vede come sogno per il futuro, Hawking rappresenta landamento della nostra storia da tempo, naturalmente non vorrei che si finisse verso un colonialismo spaziale. Si pongono entrambi il medesimo problema sotto prospettive differenti: il primo guarda allideale di una societ nel futuro, laltro guarda alle posizioni da prendere nellimmediato. Latouche ci d delle indicazioni concrete su come il genere umano dovrebbe comportarsi con il proprio pianeta. Quando sar possibile migrare nello spazio ne riparleremo. Hawking non irrealistico, forse una posizione troppo futuristica. Una cosa certa: se si continua con questa politica e non si pone un freno allo sfruttamento delle risorse, lumanit si trover in una situazione ben pi grave di quella attuale.

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