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EUROTHERM GROUP
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EUROTHERM GROUP
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Al centro della filosofia Eurotherm il concetto di comfort a 365, che mira a soddisfare ogni esigenza con soluzioni su misura di grande versatilit dapplicazione, capaci di operare sia in riscaldamento sia in raffrescamento, senza interruzioni per 365 giorni allanno. Da oltre 25 anni nel settore dei sistemi radianti, lazienda pu vantare migliaia di impianti realizzati, tra cui prestigiose referenze in Italia e allestero. Lattiva partecipazione in associazioni di categoria italiane ed europee, nonch la collaborazione con le principali universit tra cui quella di Padova, ha portato ad uno sviluppo della tecnologia radiante capace di far crescere il mercato fino ai livelli attuali, e di farne acquisire sempre maggiore importanza allinterno del settore degli edifici a basso consumo energetico. Forte della grande esperienza maturata e degli importanti riconoscimenti ottenuti nel corso della sua storia, Eurotherm offre oggi un mondo di servizi che curano tutti gli aspetti della realizzazione dellimpianto: dalla consulenza in fase di progettazione, allassistenza in cantiere, alla posa dellimpianto, a diagnosi energetiche e rilievi termografici sul campo per monitorarne il corretto funzionamento.
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Team di persone
FRANCIA
SLOVACCHIA
In ogni paese un team di persone affiatate assiste il cliente con entusiasmo, passione e flessibilit, sempre in prima linea per affrontare le sfide della crescita in Italia e dellespansione in Europa.
ITALIA
SPAGNA
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Produzione interna
Lavvio di nuove linee di produzione di lastre, collettori e componenti nello stabilimento produttivo permette significativi vantaggi in termini di flessibilit nella fornitura, e rapidit nelle consegne. I prodotti sono progettati, testati e realizzati interamente dal team di Eurotherm per garantire elevata funzionalit e performance. Costanti e severi controlli garantiscono la qualit di ogni singolo elemento.
Le soluzioni
Le soluzioni radianti Eurotherm considerano lutente finale come un individuo, dotato di personali esigenze di benessere che si riflettono in tutti gli ambiti della sua vita, dalla sfera privata a quella lavorativa. La soddisfazione di queste esigenze riveste per noi una fondamentale importanza. In base alla filosofia che da sempre ci guida, realizzare un impianto di riscaldamento/raffrescamento quindi un compito di particolare responsabilit, in cui le variabili da considerare sono tante, ed indispensabile comprendere le effettive caratteristiche deglia ambienti e le particolari esigenze percepite dalle persone che li vivranno. Esigenze diverse da stagione a stagione, che riusciamo a soddisfare attraverso sofisticate regolazioni in grado di gestire tempestivamente il passaggio dalla funzione di riscaldamento a quella di raffrescamento e viceversa, per garantire temperature ideali in ogni momento, in tutti gli ambienti. Passaggio silenzioso ed invisibile, che assicura il tuo benessere senza interruzioni 365 giorni lanno, dinverno come destate.
PARETE
PAVIMENTO
Partner/membro:
SOFFITTO
Comfort assicurato
Eurotherm ha scelto ALLIANZ RAS, principale compagnia assicurativa europea, per offrirvi il massimo della protezione e dellassistenza. La garanzia di Eurotherm prevede: 10 anni di assicurazione per responsabilit civile contro terzi su tutti i prodotti Eurotherm 10 anni di garanzia per difetti o vizi originari del prodotto su tutti gli isolanti e tubazioni e 2 anni su tutti gli altri prodotti Eurotherm Assicurazione contro terzi su tutti i lavori di manutenzione ed installazione effettuati da nostro personale specializzato.
Verso Classe A
Consumare meno energia e ridurre subito le spese di riscaldamento e condizionamento. Migliorare le condizioni di vita allinterno dellappartamento aumentando il livello di comfort ed il benessere di chi vi soggiorna e vi abita. Partecipare allimpegno nazionale ed europeo per ridurre sensibilmente i consumi di combustibile da fonti fossili. Investire in modo intelligente e produttivo i nostri risparmi.
Un mondo di servizi
Il servizio pre e post-vendita, dedicato ai professionisti del settore, da sempre un nostro punto di forza e significa elevati standard di qualit non solo nei prodotti - tutti coperti da garanzia e assicurazione decennale nonch conformi alle direttive europee - ma in tutte le fasi del rapporto con il cliente. Dalla casa allufficio, dalla palestra alla chiesa, dal capannone industriale alla villa ristrutturata, i nostri sistemi radianti, a pavimento, soffitto e a parete, permettono al cliente di scegliere in ogni occasione la soluzione che meglio rispecchia le proprie esigenze ed attese. Attraverso unaccurata consulenza tecnica fin dalle prime fasi di progettazione aiutiamo il cliente ad orientarsi nella scelta del sistema radiante pi adatto, tenendo conto delle effettive caratteristiche degli ambienti e delle particolari esigenze degli utilizzatori. Forniamo assistenza anche per il calcolo ed il corretto dimensionamento degli impianti, servendoci di un apposito software che mettiamo a disposizione dei nostri collaboratori pi stretti. Eurass il nostro servizio di assistenza operativa in cantiere, per garantire una posa a regola darte nel pieno rispetto della sicurezza e delle normative di riferimento. Mettiamo a disposizione il nostro knowhow sulle specifiche del prodotto per affiancare linstallatore nella posa dellimpianto radiante e fornirgli supporto in ogni fase, dalla posa della lastra a quella del tubo. Il personale specializzato Eurass unisce alla perfetta conoscenza di sistemi e regolazioni lesperienza maturata sul campo, sistema per sistema, qualificate competenze tecniche, e unattenta gestione dei tempi di lavoro. Su richiesta, si esegue la posa completa dellimpianto fino alla consegna chiavi in mano, inclusa la messa in pressione. La nostra squadra di posatori opera su tutto il territorio ed sempre informata delle novit sulle normative che interessano la posa, e la sicurezza degli impianti (Piano Operativo della sicurezza POS) tramite corsi di aggiornamento continui.
I vantaggi
Know-how sulle specifiche dei prodotti e sistemi, che garantisce elevati livelli di qualit della posa effettuata. Rete di supporto tecnico e assistenza cantiere su tutto il territorio italiano. Certificazione TV e rispetto delle normative (piano operativo della sicurezza POS). Sistemi accompagnati da unassicurazione decennale, oltre ad una garanzia per difetti o vizi originari del prodotto su tutti gli isolanti e tubazioni.
Eurotherm Academy
Fin dagli esordi lazienda ha investito ingenti risorse nellattivit di formazione, creando lAcademy con il compito di diffondere la tecnologia radiante e le esperienze maturate in oltre 25 anni di successi. Per noi di Eurotherm fare formazione pi di un valore, una vocazione, intesa come veicolo di know-how e competenze tecniche, ma anche come espressione di entusiasmo per il lavoro svolto ogni giorno. Lofferta di corsi di formazione dedicata a tutti i professionisti nel campo della progettazione e dellimpiantistica termosanitaria. Anno dopo anno, installatori, progettisti, architetti e nuove figure professionali vengono da ogni parte dItalia per informarsi ed approfondire le proprie conoscenze in materia di riscaldamento e raffrescamento radiante, a pavimento ma anche a soffitto e parete. Argomenti centrali sono le caratteristiche e i vantaggi dei sistemi radianti a pavimento e a soffitto/parete, con esempi concreti di applicazione e suggerimenti per una corretta progettazione e installazione a regola darte, secondo le principali normative di settore. I programmi sono quindi differenziati in rapporto alla tipologia di professionisti a cui si rivolgono, se installatori o progettisti, e personalizzati in base alle effettive esigenze dei partecipanti che mirano a soddisfare. Il centro di ricerca & formazione Eurotherm Academy si sempre distinto per il carattere propriamente formativo che ha scelto di dare ai programmi dei suoi corsi, per la qualit dei contenuti, e per lesperienza e la professionalit dei relatori. Grazie al know-how maturato nel corso degli anni nel settore delledilizia a basso consumo, offriamo servizi di consulenza energetica qualificata e competente sia per le nuove costruzioni sia per il risanamento energetico di quelle gi esistenti. Il ruolo del consulente energetico di affiancare il privato, lazienda o il progettista nella scelta di soluzioni tecniche e tecnologiche efficienti dal punto di vista del rendimento energetico.
CASE E VILLE
UFFICI E TERZIARIO
EDIFICI INDUSTRIALI
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PLURIFAMILIARI
RISTRUTTURAZIONE
SOLUZIONI SPECIALI
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CONSUMI ED EFFICIENZA ENERGETICA Il consumo energetico in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18 Risparmio energetico (UE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 Piano di azione legislativa per il miglioramento dell'efficienza energetica . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Le normative nazionali (IT) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24
PROGETTAZIONE EFFICIENTE Progettazione efficiente per un maggiore risparmio energetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Cenni sulle case passive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Bioedilizia (green building) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Esigenze particolari degli edifici non residenziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 La progettazione per il benessere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Acustica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 L'importanza degli impianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53 Pompe di calore e chiller . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 La regolazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59
GLI IMPIANTI RADIANTI PER UN BENESSERE EFFICIENTE Comfort . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 Descrizione dell'impianto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63 Pannelli isolanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65 La tubazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .66 Normativa UNI EN 1264 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Piano di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 Posa dell'impianto a pavimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .84 Massetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 Posa degli impianti a parete e soffitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
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PROGETTAZIONE
I consumi degli edifici ad uso civile: il settore residenziale e quello terziario Lintero patrimonio edilizio per uso civile (residenziale e terziario) consumava, nel 2007, 42,8 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, ripartite in 26,4 milioni del settore residenziale e 16,4 milioni del terziario . Si stima che nel 2008, dato lincremento del 3,6% del comparto civile, il residenziale sia arrivato a 27,2 milioni tep (tonnellata equivalente di petrolio) e il non residenziale a 17,1 milioni tep .
Residenziale Terziario
-0,5 -1,0
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Il settore residenziale
La composizione dei consumi residenziali vede la assoluta preminenza del gas naturale che, nel 2007, copriva ben il 56,7% dei consumi energetici (circa 15,0 Mtep) di riscaldamento, produzione acqua sanitaria e uso cucina; la seconda fonte energetica per le abitazioni risultata lenergia elettrica (21,9% pari a quasi 5,8 Mtep) . Lutilizzo di entrambe queste fonti aumentato considerevolmente tra il 1990 e il 2007 passando dal 63,6% (45,5% il gas naturale e 18,1% lenergia elettrica) al 78,6% dei consumi energetici complessivi .
I consumi per fonte energetica nel settore residenziale - 2007
Carbone
0,3%
Olio comb.
1990
GAS 14 988 Ktep
56,7%
1,3%
Legna
2,6%
GPL
6,1%
Energia elettrica
18,1%
Residenziale
26.437 Ktep (-6,7% 2006/2007)
Gasolio
26,1%
Carbone
0,0%
Gas
45,5%
Olio comb.
0,0%
2007
Legna
6,6%
GPL
5,8%
Energia elettrica
21,9%
Gasolio
9,0%
Gas
56,7%
Appare interessante rilevare come si suddivide lutilizzo dellenergia nel settore residenziale; il riscaldamento copre oltre due terzi dei consumi complessivi (68,0% nel 2007) e tale utilizzo appare fortemente stabile nel tempo (era il 68,8% nel 1990) . Le differenze pi ampie si osservano nei consumi domestici per uso cucina (diminuito dal 6,6% al 4,9%) e per la produzione di acqua calda sanitaria (diminuito dall11,2% al 9,0%) mentre, luso diretto di energia elettrica da parte di apparecchi "obbligati" a tale fonte energetica (cio che possono funzionare solo in tal modo) aumentato dal 13,4% al 18,1% .
1990
2007
Usi cucina
6,6%
Usi cucina
4,9%
Acqua calda
11,2%
Acqua calda
9,0%
Riscaldamento
68,8%
Riscaldamento
68,8%
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PROGETTAZIONE
possibile interpretare alcune dinamiche attraverso i miglioramenti dellefficienza di gran parte degli utilizzatori elettrici, la sostituzione progressiva dei boiler elettrici con caldaie a gas, laumento degli apparati elettrici, elettronici, alimentatori pi che del consumo specifico dei singoli apparati . Appare tuttavia importante osservare la stabilit rilevata nelluso per riscaldamento che dipende da fattori che operano in direzione opposta: in positivo laumento dellefficienza dei sistemi di produzione calore, la sostituzione di tali sistemi negli edifici esistenti, lincremento delle prestazioni termiche degli edifici; in negativo il numero crescente di edifici da riscaldare; ciclici o tendenzialmente neutri: la rigidit o mitezza delle temperature invernali e i comportamenti delle famiglie .
Il settore terziario
I consumi del settore terziario, in cui sono compresi gli edifici adibiti ai servizi, al commercio e alla Pubblica Amministrazione, risultano in continua e forte crescita tra il 1995 e il 2008 passando da meno di 9,5 Mtep del 1994 a oltre 17,1 Mtep nel 2008, con un incremento complessivo dell80,8%, pari al +3,4 medio annuo . Nel settore terziario si evidenzia una differente distribuzione delle fonti energetiche rispetto a quanto visto nel residenziale che privilegia quasi esclusivamente le due fonti principali: il gas (50,4%) e lenergia elettrica (45,4%) . Lutilizzo di gas ed energia elettrica, inoltre, aumentato considerevolmente tra il 1990 e il 2007 passando dall81,9% (45,6% il gas naturale e 36,3% lenergia elettrica) al 95,8% dei consumi energetici complessivi . Le altre fonti energetiche risultano marginali poich il GPL rappresenta solo il 2,5% dei consumi del settore, il gasolio l1,0% e le altre fonti coprono meno dell1% dei consumi .
I consumi per fonte energetica nel settore terziario - 2007
Carbone
0,2%
Legna
1990
GAS 8 260 Ktep
50,4%
0,1%
Olio comb.
3,6%
Gasolio
12,2%
GPL
2,0%
Terziario
GASOLIO 158 Ktep
1,0%
Energia elettrica
36,3%
Carbone
0,0%
Gas
45,6%
Legna
0,1%
2007
Olio comb.
0,7%
Gasolio
1,0%
GPL
2,5%
Energia elettrica
45,4%
Gas
50,4%
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Gli incrementi di efficienza nelluso dellenergia consentono di migliorare limpatto ambientale delle attivit umane senza diminuire gli standard di vita, e rappresentano inoltre un forte stimolo di progresso tecnologico per il Paese, mediante un impulso allo sviluppo di nuove tecnologie . Si visto che gli scenari energetici elaborati dallENEA per lItalia mostrano come soprattutto nel breve-medio periodo (2020) la possibilit di riduzioni consistenti dei consumi di energia, e pi ancora delle emissioni di Co2, sia legata in primo luogo a un uso massiccio di tecnologie pi efficienti, il che richiede evidentemente investimenti per la diffusione e lo sviluppo di tecnologie innovative: quasi il 50% dellabbattimento dipende infatti dalla riduzione dei consumi energetici nei settori di uso finale, grazie in primo luogo allaccelerazione nella sostituzione delle tecnologie .
Contributo delle opzioni di efficienza energetica negli usi finali alla riduzione delle emissioni di CO2 nello scenario ACT+ rispetto allo scenario di riferimento (anno 2020)
residenziale 14,7% terziario 10,8% industria 9,7% trasporti (tecnologie) 5,5% trasporti (shift modale) 5,5%
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PROGETTAZIONE
Il settore terziario
In questo settore le misure di miglioramento dellefficienza energetica riguardano quattro categorie di intervento: riscaldamento efficiente, condizionamento efficiente, illuminazione degli edifici, illuminazione pubblica . Come nel caso del settore residenziale tali misure derivano dalla direttiva sulla certificazione energetica degli edifici (relativamente allefficienza nel riscaldamento e nel condizionamento) e dalla Direttiva 92/75/CEE EUP . In questo caso, i risparmi aggiuntivi a livello di edificio sono dovuti principalmente al miglioramento della climatizzazione (estiva e invernale) e alla maggiore efficienza dei sistemi di illuminazione .
I settori dellindustria
Nel caso dellindustria, le misure considerate nel Piano dazione (e di nuovo estese al 2020 e rafforzate nelle modalit di attuazione) riguardano le seguenti categorie di intervento: illuminazione degli edifici e dei luoghi di lavoro, motorizzazioni efficienti, azionamenti a velocit variabile, cogenerazione ad alto rendimento, cui si aggiungono, nello scenario 2020, significativi interventi per la riduzione dei consumi dei forni elettrici ad arco in siderurgia e risparmi di calore nei settori della Chimica, del Vetro e Ceramica e della Carta . In questo caso le misure considerate corrispondono alle disposizioni previste dalla Direttiva 92/75/CEE EUP per lilluminazione, dalla Direttiva 2004/8/ CE per la cogenerazione e allaccordo volontario del 1999 fra UE e associazione CEMEP per i motori efficienti .
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ENERGIA ELETTRICA
RESIdENzIALE
12,870
30,844
Adozione di frigoriferi e congelatori efficienti (A+ e A++) . Dal 2017 sono installati solo apparecchi A++ (consumi ridotti del 30% ca .) . Adozione di lavastoviglie in classe superiore alla A . Dal 2017 sono installati solo apparecchi con consumo ridotto del 15% adozione di lavabiancheria in classe A+ . Entro il 2020, 4 CfL per abitazione (una in pi rispetto alle 3 previste al 2016) . Eliminazione scaldacqua standard: dal 2017 il 70% degli scaldacqua HE a fine vita sostituito con apparecchi solari o a PdC . Aumento delle efficienze degli impianti di condizionamento autonomi (EER>3,3) e maggiore incidenza degli impianti centralizzati . Riduzione a max . 1W di: 50 M .ni di TV e di Decoder, 25 M .ni di Hifi e di Lettori DVD . Aumento delle efficienze degli impianti di condizionamento autonomi (EER>3,3) e maggiore incidenza degli impianti centralizzati . 100% lampade efficienti, 50% dei sistemi con controllo luminosit . Efficienza migliorata per il 25% del parco lampade, regolazione/attenuazione del flusso per il 100% del parco . 100% lampade efficienti, 50% dei sistemi con controllo luminosit . Lintero parco motori del 2020 in classe eff1 . Installazione di inverter sul 75% del parco motori che trarrebbe beneficio dallapplicazione di inverter . Consumo specifico ridotto del 30% su circa 8 TWh/a di consumi per fusione elettrica . Riduzione perdite dovute a energia reattiva . Rifacimento linee e cabine di distribuzione Realizzazione del piano di sviluppo della rete . Risparmi conseguenti alladozione del sistema di supporto al macchinista (Energy efficiency driving) . Si ipotizza un risparmio medio del 10% dei consumi del settore ferroviario .
TERzIARIO
8,100
14,220
INduSTRIA
12,000
22,800
INFRASTRuTTuRE
4,700
TOTALE ELETTRICIT
32,970
72,564
ALTRE FONTI Si ipotizza di agire in occasione di un intervento di manutenzione sulle pareti esterne, che avviene in media ogni 30 anni . Nel 65% dei casi viene attuato lintervento di sostituzione vetri . Efficientamento dei sistemi di riscaldamento facendo ricorso alle migliori tecnologie disponibili sul mercato (caldaie a condensazione, impianti a pompa di calore con tecnologia a compressione o ad assorbimento, impianti cogenerativi ad alto rendimento, impianti ad integrazione di energia solare) . Maggiore incidenza degli impianti centralizzati . Efficientamento dei sistemi di riscaldamento facendo ricorso alle migliori tecnologie disponibili sul mercato (caldaie a condensazione, impianti a pompa di calore con tecnologia a compressione o ad assorbimento, impianti cogenerativi ad alto rendimento, impianti ad integrazione di energia solare) . Nuova installazione di evaporatori a Compressione Meccanica del Vapore (CMV) o retrofit evaporatori esistenti, per la concentrazione di soluzioni liquide . Ricorso sistematico alle Best practices IEA . Allincremento di cogenerazione previsto nel Piano 2016 (1,5 Mtep) si aggiunge una revisione degli impianti cogenerativi esistenti al 2005, che sono convertiti in impianti ad alto rendimento (87,2%), per soddisfare la stessa quantit di calore servita oggi . La minor energia prodotta in cogenerazione prodotta in impianti a ciclo combinato di ultima generazione . Introduzione limiti di consumo a nuovi autoveicoli . Condizionatori efficienti . Pneumatici a bassa resistenza di rotolamento e sistemi di monitoraggio della pressione pneumatici . Lubrificanti a bassa viscosit . Veicoli efficienti per il trasporto pesante: Eco-driving . Tassazione in funzione del consumo . Controllo dinamico dei semafori, parking management, car sharing, navigazione dinamica, gestione trasporto merci . 70% del manto stradale con riduzione del 40% della resistenza al rotolamento . Introduzione del road pricing nelle principali aree urbane (8 mln abitanti) .
RESIdENzIALE
40,480
62,960
TERzIARIO
16,600
20,800
INduSTRIA
9,536
43,141
TRASPORTI
23,260
73,674
89,876
200,575
Per autorizzazione "Rapporto SAIENERGIA 09 - Primo Rapporto su ENERGIA e CoSTUZIoNI realizzato da CRESME e pubblicato da SAIE - Bolognafiere spa"
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PROGETTAZIONE
rendimenti, eventualmente anche in abbinamento con pompe di calore, caldaie a condensazione e pannelli solari. Per gli edifici residenziali la certificazione energetica riguarda il singolo appartamento . Per i condomini, si potr prevedere, in generale, una certificazione comune per appartamenti simili (piani intermedi), sia nel caso di impianti centralizzati che individuali . Le prestazioni energetiche delledificio sono rappresentate graficamente attraverso un sistema di valutazione basato su classi identificate dalle lettere dalla A alla G, con lintroduzione di una classe A+ . Il nuovo Decreto ministeriale d attuazione allarticolo 6 del Dlgs 192/2005, e si affianca al Dpr 59/2009 del 2 . aprile scorso, in cui sono stati fissati i requisiti minimi di prestazione energetica per la costruzione dei nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli esistenti, in attuazione dellarticolo 4 dello stesso Dlgs 192/2005. Le linee guida si applicano alle Regioni e Province autonome che non hanno ancora adottato propri provvedimenti . Le Regioni e le Provincie Autonome che hanno gi emanato delle proprie leggi in materia di certificazione dovranno provvedere ad un graduale ravvicinamento alle norme statali . Per lattivazione di tutti i meccanismi di raccordo, concertazione e cooperazione tra lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e gli Enti locali, istituito un Tavolo di confronto e coordinamento, con la funzione di integrare le attivit nazionali sulla certificazione energetica degli edifici . A livello locale, a titolo esemplificativo, la Provincia Autonoma di Bolzano costituisce esempio virtuoso per aver adottato per prima in Italia un modello di certificazione energetica degli edifici, denominato CasaClima, che su forte spinta dellopinione pubblica si sta estendendo in altre realt locali nonch allestero, tenendo conto delle differenti esigenze territoriali che deve di volta in volta affrontare . CasaClima diventato un marchio di qualit perch segue tutto il processo della certificazione energetica in tutte le sue fasi, dalla progettazione, passando per i sopralluoghi in cantiere fino al collaudo finale con prove quali la termografia e blower door test . Eurotherm come Partner certificato CasaClima, ne sposa pienamente la filosofia e propone sistemi radianti a pavimento, parete e soffitto, a tutto vantaggio del risparmio energetico .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Progettazione efficiente per un maggiore risparmio energetico
La progettazione rappresenta la fase pi importante nella realizzazione di un edificio: gli errori commessi in questa fase si ripercuotono per anni sul proprietario dellimmobile, e porvi rimedio in un secondo tempo richiede generalmente elevati costi e, a volte, pu risultare tecnicamente impossibile . Il livello di efficienza degli edifici dipende dalla loro et, dalle tecniche costruttive introdotte in fase progettuale e dai materiali utilizzati . possibile ottenere un buon livello di efficienza energetica sia per le nuove costruzioni attraverso tecniche di progettazione bio-climatica, sia per le costruzioni esistenti attraverso opportuni interventi di riqualificazione energetica . occorre quindi porre grande attenzione nella tecnica e nei materiali usati per costruire ledificio; ad esempio, nella realizzazione dellinvolucro, la scelta di un buon isolamento permette di difendersi dal freddo dinverno e dal caldo destate, aumentando cos la qualit della vita . E nel caso di edifici di nuova costruzione lorientamento ricopre un ruolo essenziale, infatti un buon posizionamento dellabitazione rispetto ai punti cardinali permette di sfruttare al meglio la radiazione solare per aumentare gli apporti nel periodo invernale e di conseguenza consentire un notevole risparmio energetico . importante nel sistema edificio avere unimpiantistica molto efficiente e perfettamente integrata. Nella progettazione efficiente bisogna considerare sia gli apporti, che le perdite, quindi per determinare lentit dellintervento importante fare un bilancio delle perdite energetiche di ogni singolo componente dellinvolucro edilizio ma sempre considerando che lefficienza energetica dipende dal comportamento termico dellinsieme, come messo in evidenza dallo schema seguente . Direzione di calcolo (dalla domanda alla sorgente)
Energia finale
QS
(edificio)
QT QV Qc,e Qh
Q1
Fabbisogno termico
Qd
Qs
Qg
Emissione
Energia primaria
Distribuzione
Accumulo
Generazione
26
radiazione solare allinterno . Se allungata lungo lasse est-ovest, sar maggiore la superficie esterna esposta a sud, e di conseguenza i locali sul fronte sud, usufruiranno di parte del riscaldamento e dellilluminazione naturale forniti gratuitamente direttamente dal sole, minimizzando i consumi per il riscaldamento durante linverno . importante prevedere nel periodo estivo sistemi di ombreggiamento per garantire una protezione adeguata .
LIsolamento termico
Lisolamento a cappotto la soluzione pi economica e diffusa per rendere energeticamente efficiente una facciata . Lisolamento a cappotto prevede la realizzazione di rivestimento isolante delle pareti perimetrali delledificio, riducendo la dispersione del calore . I materiali isolanti possono essere naturali (fibra di legno, lana di legno, sughero, cellulosa, lana di canapa, argilla espansa, vermiculite, pomice) o sintetici (polistirene espanso sintetizzato EPS, ecc .) . I vantaggi riguardano la riduzione della trasmittanza termica, lincremento del confort termo-igrometrico interno, lo sfalsamento temporale dellonda termica creando vantaggi anche nei climi caldi, e incremento del potere fonoisolante della parete . Lisolamento pu essere realizzato in due modi: 1) Isolamento a cappotto dallesterno Il fissaggio dei pannelli avviene di solito attraverso un collante a base minerale o a base di dispersione sintetica In casi particolari si inseriscono fissaggi meccanici supplementari con uso di tasselli . La tassellatura avviene in un processo lavorativo a se stante e dipende dal materiale isolante, dal supporto, dalla geometria, altezza ed esposizione delledificio . Infine viene rivestito con intonaco armato con una rete in genere in fibra di vetro che ha la funzione di porta intonaco .
Schema di fissaggio a T un tassello e posto al centro di ogni pannello e un altro ad ogni incrocio dei giunti . Questo schema consigliato per lapplicazione dei pannelli in polistirene espanso .
Schema di fissaggio a W ogni pannello e fissato con tre tasselli . Questo schema consigliato per lisolamento termico con pannelli in lana di roccia .
Questo sistema permette di eliminare i ponti termici, ovvero dei punti freddi che possono essere causa di dispersioni termiche e generare fastidiosi problemi di muffa . Inoltre si aumenta la capacit di accumulo termico delledificio, infatti, i muri si scaldano accumulando calore che viene restituito allambiente quando viene spento limpianto .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
2) Isolamento a cappotto dallinterno la soluzione migliore quando non possibile intervenire sulla facciata o nel caso di edifici che vengono usati saltuariamente (ad esempio per un appartamento usato solo nel weekend), infatti, consente di ottenere un ambiente che allaccensione dellimpianto si riscalda rapidamente, perch viene scaldata solo laria e non la struttura muraria . Viene realizzato, applicando lisolante sui muri interni . Si procede incollando la lastra isolante che pu essere di varia natura, direttamente sulla parete, oppure si pu realizzare una controparete con struttura metallica dove tra i montanti viene posato del materiale isolante, ad esempio si pu utilizzare una lastra in fibra vetro ed infine il tutto viene rivestito applicando ad esempio dei pannelli in cartongesso . In alcuni casi si possono utilizzare dei pannelli in cartongesso con tubazione integrata con il doppio vantaggio di avere realizzato un isolamento a cappotto interno, che aumenta le prestazione di isolamento termico e acustico delledifici, e un sistema di riscaldamento radiante a parete .
1 Profili a C 2 Pannello intero 625 x 2000x 25 mm 3 MidiX 10 x 1,3 mm allinterno del pannello 4 Pannello isolante 5 Raccordo a T 20/10/20 6 Profilo a U 7 MidiX 20 x 2 mm Linea di distribuzione con guaina 8 Guide
7 4 6 2
Solai
Naturalmente anche i solai, in particolare quelli a contatto con le zone non riscaldate (cantina, garage, terreno) devono essere isolati, non solo per rispettare le normative ma soprattutto per evitare notevoli dispersioni di energia . Realizzando un impianto radiante a pavimento si ha il doppio vantaggio di avere un sistema di riscaldamento/raffrescamento molto efficiente e quello di computare il pannello isolante necessario per realizzare limpianto radiante, come componente del pacchetto del solaio, e quindi utile per raggiungere quei limiti imposti dalle normative sul risparmio energetico, con il vantaggio di abbattere notevolmente i costi di realizzazione . Nella tabella seguente si vede come partendo da un solaio in predelle, struttura non isolata con una trasmittanza U= 1,10 W/m2k, quindi non conforme ai limiti di trasmittanza termica per i pavimenti verso locali non riscaldati o verso lesterno, previste dalla normativa in materia di certificazione energetica, aggiungendo limpianto a pavimento radiante, grazie al pannello isolante dell'impianto stesso, nel caso specifico sono stati usati, un pannello isolante in poliuretano (sistema eurosuper) e laltro in polistirene espanso sinterizzato in grafite (sistema europlus-lambda), si nota come aggiungendo il pannello nei vari spessori (conformi alla UNI EN 1264) a seconda delle zone climatiche si pu rientrare nei limiti imposti dalla normativa .
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* Solaio predelle 24+4 PSE 10 kg e piastrelle in ceramica ** Solaio pi impianto radiante (pannello isolante, tubazione, massetto) e piastrelle in ceramica *** Pavimenti verso locali non riscaldato
o verso lesterno, valori applicabili dall1 gennaio 2010 per tutte le tipologie di edifici (Decreto Ministeriale 26/01/2010: Aggiornamento del decreto 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici)
A B C D E F
0,39 W/m2K (eurosuper 33 mm) 0,39 W/m2K (eurosuper 33 mm) 0,32 W/m2K (eurosuper 46 mm) 0,28 W/m2K (eurosuper 55 mm) 0,28 W/m2K (eurosuper 55 mm)
0,40 W/m2K (europlus-lambda 39 mm) 0,40 W/m2K (europlus-lambda 39 mm) 0,30 W/m2K (europlus-lambda 62 mm) 0,30 W/m2K (europlus-lambda 62 mm) 0,26 W/m2K (europlus-lambda 80 mm)
Zone climatiche in Italia A B C d E F fino a 600 gradi giorno tra 601 e 900 gradi giorno tra 901 e 1400 gradi giorno tra 1401 e 2100 gradi giorno tra 2101 e 3000 gradi giorno oltre 3000 gradi giorno
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Infissi
La scelta dei materiali, la forma e la dimensione dalle finestre diventa fondamentale in fase di progettazione, perch questi elementi sono tra le cause principali delle dispersioni di calore e dellingresso dei rumori esterni in unabitazione, non trascurando la messa in opera che deve essere fatta a regola darte . Le caratteristiche che devono avere le finestre sono: > una buona tenuta, riducendo cos le infiltrazioni daria fredda > unottima caratteristica di isolamento termico, minore sar il valore di trasmittanza termica (Uw) migliore saranno le prestazioni del serramento, consentendo una forte riduzione delle dispersioni energetiche e lassenza di fenomeni di condensazione superficiale sui telai > avere un vetro con valore di trasmittanza termica (Ug) basso, ad esempio un vetro camera con allinterno del gas o un vetro basso-emissivo, comporta benefici notevoli dal punto di vista dellisolamento termico e acustico > un buon isolamento acustico, quindi molto importante il valore Rw (dB) ovvero lindice con cui si esprime la capacit di isolamento acustico di un serramento . Pi alto questo valore migliore sar la capacit di isolare acusticamente lambiente interno importante inoltre, predisporre adeguati schermi solari per ridurre la radiazione solare estiva, come previsto dal Dlgs 311/06 "Per tutte le categorie di edifici, ad eccezione delle categorie E .6 ed E .8, il progettista, valuta e documenta lefficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate interni o esterni, tali da ridurre lapporto di calore per irraggiamento solare" .
fabbisogno energetico utile richiesto per il riscaldamento 15 kWh/(ma) fabbisogno energetico utile richiesto per il raffrescamento 15 kWh/(ma) carico termico invernale 10 W/m carico termico estivo 10 W/m tenuta allaria n50 0,6/h fabbisogno energetico primario di energia 120 kWh/(ma)
PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Edifici industriali
Progettare un edificio industriale significa dover affrontare difficolt di ordine strutturale per gestire grandi superfici, tra cui la scelta di tecniche costruttive (ad esempio, moduli prefabbricati che velocizzano i tempi di realizzazione) e di materiali (cemento armato, acciaio o legno) che sono molto importanti per ottenere ottimi risultati . Ledificio industriale uno strumento di lavoro e come tale deve rispondere principalmente a criteri di funzionalit, praticit ed economicit . Ci significa che esso deve consentire di eseguire le funzioni per cui stato costruito con il minimo dispendio di risorse economiche, in primo luogo durante il suo esercizio . I costi di costruzione infatti incidono relativamente confrontati con i costi di gestione che, se estesi allintera esistenza delledificio, sono di gran lunga la maggiore voce di spesa . Ridurre i costi di gestione risulta quindi lobiettivo primario nella progettazione di un edificio di questo genere, a tal fine sono necessari impianti ben dimensionati che garantiscano rese elevate a basse temperature di funzionamento . Gli impianti a pavimento radiante sono sempre pi utilizzati allinterno di questi edifici poich offrono importanti vantaggi come benessere termico, risparmio energetico e ridotti costi di esercizio . I bassi costi sono dovuti alla limitata manutenzione richiesta da questi impianti, il benessere garantito dal pavimento radiante che riscalda efficacemente le persone per irraggiamento, cio eleva la temperatura operativa nella zona occupata e quindi garantisce il comfort ai lavoratori, anche se le temperature dellaria e delle pareti sono pi basse . Questo un grande vantaggio quando necessario riscaldare spazi alti, come nel caso di edifici industriali/magazzini, anche in termini di maggior risparmio energetico rispetto ai sistemi convettivi . Inoltre limpianto radiante, essendo invisibile, consente di avere un spazio libero da ingombri, migliorando la sicurezza dei lavoratori .
Edifici Religiosi
Un grande valore storico e culturale per la nostra societ rappresentato dalle chiese storiche e dalle opere darte in esse contenute: oggi diventato di fondamentale importanza garantire il comfort termoigrometrico anche allinterno di chiese o ambienti storici di grandi dimensioni . A tal fine necessario inserire impianti termotecnici, prestando per particolare attenzione, in quanto gli impianti potrebbero danneggiare oggetti e opere darte contenuti al loro interno, nonch le strutture edilizie stesse .
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Nellarea europea, solitamente il problema del comfort ambientale nelle chiese riguarda in particolare la stagione invernale ed quindi necessario intervenire con impianti per il solo riscaldamento . Esistono tuttavia casi particolari, come ad esempio musei, biblioteche, o chiese che contengono opere di estremo valore storico-artistico, in cui limpianto finalizzato in primo luogo a garantire la loro buona conservazione . In questi casi sono spesso necessari impianti di climatizzazione per il controllo esatto della temperatura e dellumidit, con funzionamento continuo annuale . Importanti opere darte, inoltre, possono trovarsi direttamente sulle pareti sotto forma di affreschi e, in tal caso, la loro buona conservazione intrinsecamente legata al mantenimento in buono stato delle superfici interne . Per far fronte a queste esigenze necessario rimuovere o almeno limitare le possibili cause di degrado . Tali cause e i loro effetti sono ancora oggi oggetto di studio ma sono sostanzialmente legate a parametri ambientali quali temperatura, umidit, velocit dellaria e illuminazione . Tali parametri ambientali devono essere controllati seguendo alcune linee guida . importante ad esempio limitare la velocit di fluttuazione delle temperature (shock termici): gli stress termici infatti provocano dilatazioni diverse a seconda dei materiali che, laddove sovrapposti, vengono assoggettati a tensioni interne che promuovono la formazione di crepe e fessure irreversibili ( questo il caso degli altari storici costruiti in legno e ricoperti di gesso, o dei dipinti su legno) . Evitare continui cicli termici significa inoltre prevenire la formazione di crepe . Infatti, un rapido aumento della temperatura dellaria causa una veloce riduzione dellumidit relativa e cos le opere darte tendono a disidratarsi, deformarsi ed infragilirsi; linverso accade per veloci diminuzioni della temperatura . Mantenere bassa la velocit dellaria permette di ridurre la circolazione di polveri con la conseguente deposizione sugli oggetti . importante anche controllare lumidit specifica in ambiente, infatti se questa dovesse salire eccessivamente per effetto delle molte persone presenti o per la presenza di generatori di calore a combustione diretta, potrebbero verificarsi, su quelle superfici interne a temperatura inferiore o vicina al punto di rugiada, fenomeni di condensazione o per lo meno valori troppo elevati di umidit relativa che portano alla formazione di muffe . Nel caso di chiese storiche, tale fenomeno molto probabile date le caratteristiche dellinvolucro e quindi pu essere necessario prevedere unopportuna portata di ventilazione o un riscaldamento minimo di tutto lambiente, per evitare il danneggiamento degli oggetti contenuti e delle pareti . Infine, occorre ricordare che qualsiasi intervento impiantistico o edilizio che modifichi la preesistente situazione ambientale deve essere attentamente valutato svolgendo analisi ambientali preliminari, in quanto le opere darte potrebbero essersi adeguate allambiente originario e una variazione climatica potrebbe alterare il loro equilibrio fisico, chimico e biologico, accelerandone il processo di degrado . La fase di progettazione presenta quindi una certa complessit perch si deve tenere conto di aspetti quali il comfort termoigrometrico per le persone, la conservazione delle opere darte, il risparmio energetico, ma anche il contenimento della potenza di progetto dellimpianto e linvasivit dellimpianto . Il risparmio energetico oggi un requisito essenziale per tutti gli impianti, visti i costi dellenergia e i relativi problemi di inquinamento ambientale . Nel caso di chiese storiche lintermittenza di funzionamento, lelevata inerzia termica delle strutture e la notevole altezza portano spesso a consumi di energia molto elevati, che un impianto adeguato potrebbe ridurre in modo consistente . Il contenimento della potenza termica di progetto dellimpianto innanzitutto un accorgimento che potrebbe consentire un risparmio energetico, in termini di minor costo del generatore di calore, e soprattutto di suo minor ingombro . Questultimo aspetto non da sottovalutare nel caso di chiese storiche, dove non esiste un locale specificamente progettato per contenere il generatore termico . Linvasivit dellimpianto deve essere ridotta sia dal punto di vista estetico, dato il luogo artistico e religioso in cui viene installato, sia dal punto di vista delle opere murarie sulla struttura edilizia storica, la cui alterazione potrebbe risultare pericolosa . La struttura edilizia utilizzata per la costruzione di chiese storiche costituita da pareti portanti realizzate il pi spesso delle volte con mattoni pieni o pietre prive di alcun tipo di isolamento . Lo spessore di tali pareti sempre molto elevato: di ca . 1 metro per le chiese di
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
medie dimensioni, e pi alto per le chiese pi grandi e di notevoli altezza . Visto luso a cui adibito ledificio in questione, il funzionamento degli impianti generalmente intermittente con cadenza settimanale, e quindi il problema dellinerzia termica della struttura, connesso al consumo energetico, non affatto trascurabile nella scelta e dimensionamento dellimpianto pi opportuno per il riscaldamento delledificio . La scelta di un impianto che eviti di riscaldare molto laria dellambiente e le strutture edilizie pu consentire notevoli risparmi energetici, mentre un dimensionamento degli impianti basato su unanalisi in regime stazionario porta a sottodimensionare la potenzialit degli stessi, in quanto necessaria una potenza aggiuntiva per il raggiungimento delle condizioni interne di progetto in un tempo ragionevole .
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Grazie alle sue caratteristiche, il pavimento flettente assicura una rumorosit contenuta, con apprezzabili miglioramenti in termini di comfort, sia per il pubblico sia per gli atleti che si trovano sul campo di gioco .
350 150
min 400
100
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
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disagio alle persone allinterno . Con i sistemi ad aria, per ripristinare le condizioni di comfort indoor occorre ogni volta trattare un volume consistente di aria, a discapito dei costi energetici . I sistemi a pannelli radianti grazie allirraggiamento ripristinano velocemente la sensazione di benessere e le condizioni ottimali di lavoro allinterno dellambiente . Un sistema con elevato accumulo termico (come limpianto a pavimento) ha importanti vantaggi non solo dal punto di vista del comfort ma anche dal punto di vista energetico . Grazie alla notevole capacit termica del massetto, limpianto in grado di accumulare energia rilasciandola gradatamente alloccorrenza . Il risultato dellaccumulo termico che variazioni repentine di temperatura esterna non vengono avvertite allinterno delledificio riscaldato a pavimento e limpianto continua a richiedere in centrale quasi la stessa potenza termica con elevati rendimenti di produzione dellimpianto termico . Con questo sistema si ottiene uniformit di temperatura allinterno, sia nel piano orizzontale sia nel piano verticale; questo il risultato maggiormente desiderato poich rappresenta una condizione necessaria per garantire il comfort ai fruitori e per evitare correnti daria .
Il benessere luminoso
Lunit abitativa deve garantire oltre al "benessere termico", anche le condizioni ottimali degli abitanti a livello ottico in termini di illuminazione naturale dellambiente interno, in rapporto alle variazioni diurne e a quelle stagionali, come avviene per laspetto termico . Lapporto di luce allambiente interno avviene attraverso la finestra, pertanto il dimensionamento, la scelta delle forme e dei materiali delle finestre sono fattori cruciali per la progettazione dellilluminazione naturale dei locali . Nella ristrutturazione una delle fasi pi importanti la sostituzione degli infissi per eliminare le dispersioni di calore dovute alle scarse prestazioni dei vecchi serramenti; la non sempre perfetta tenuta dei serramenti e lelevato valore di trasmittanza termica del vetro compromettono le prestazioni energetiche dellinvolucro . Limpianto radiante libera il progettista da qualsiasi vincolo nel dimensionamento delle finestre, mentre in presenza di impianti tradizionali, quali termosifoni o ventilconvettori, si deve tenere conto del fatto che una parte della muratura sotto la finestra occupata dallimpianto di riscaldamento . A titolo esemplificativo, pareti e pavimenti chiari e lucidi contribuiscono alla miglior distribuzione della luce naturale . Naturalmente lambiente interno deve essere dotato di sistemi di illuminazione artificiali, che consentono di svolgere tutte le attivit nellabitazione anche in assenza di luce naturale . Un buon impianto di illuminazione artificiale deve avere le seguenti caratteristiche: avere una composizione spettrale il pi simile possibile a quella naturale, non produrre abbagliamento, avere intensit proporzionata allattivit che si deve svolgere, essere efficiente e consentire un risparmio energetico .
Il benessere acustico
Con il termine "benessere acustico" si definisce la condizione in cui un soggetto non sia disturbato nella sua attivit dalla presenza di altri suoni . Nella fase di progettazione, per evitare la rumorosit allinterno degli edifici si devono prospettare soluzioni tecnologiche ed architettoniche capaci di assicurare le condizioni idonee al benessere acustico degli individui . Pertanto, si devono privilegiare materiali con propriet fonoisolanti e fonoassorbenti, che abbiano cio un coefficiente di assorbimento acustico (che si misura in dB) in grado di ridurre o annullare i rumori provenienti dalla sorgente e percepiti oltre una certa soglia, che possono disturbare gli occupanti degli ambienti . Naturalmente la corretta posa in opera fondamentale per raggiungere lobiettivo .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Il rumore
Il rumore quella sensazione che lorecchio trasmette al cervello e che provocata da variazioni di pressione dellaria sul timpano . Dal punto di vista fisiopatologico, facendo riferimento allimpatto sul soggetto che lo subisce, il rumore pu essere meglio definito come un suono non desiderato e disturbante . Il rumore viene distinto dal suono perch generato da onde acustiche irregolari e non periodiche . ogni suono puro caratterizzato da una frequenza, cio il numero di oscillazioni o vibrazioni nellunit di tempo (1 oscillazione al secondo = 1 Hertz o Hz) e da unampiezza . Maggiore lampiezza e maggiore risulta lintensit del rumore percepito . La frequenza invece d luogo a rumori gravi o acuti . in genere questi ultimi risultano i pi disturbanti . Se le onde hanno una frequenza compresa fra 20 e 16000 Hz e ampiezza superiore ad una certa entit, che dipende dalla frequenza, lorecchio umano in grado di percepirle . Per avere unidea dei livelli sonori che un individuo in grado di percepire, viene riportata una figura con i livelli di pressione sonora, associati ad alcune possibili sorgenti (fonte Brel&Kjr ., La misura del suono), questi livelli vengono misurati in decibel (simbolo dB) che un decimo di Bel (simbolo B) 10 dB = 1 B . Il Bel ormai caduto in disuso, ma rimane lunit di misura fondamentale da cui il "deciBel" . Inoltre lorecchio umano sensibile alla pressione, ma non in modo lineare . Una pressione doppia non corrisponde ad una sensazione doppia .
ll rumore si propaga in un mezzo solido, liquido o gassoso, a velocit diverse: MATERIALE aria piombo acqua mattoni legno vetro acciaio VELOCIT dEL SUONO (m/s) 344 1220 1410 3000 3400 4100 5200
Si possono distinguere vari tipi di rumori provenienti da diversi fonti: - Il rumore da calpestio o urti: prodotto da persone che camminano o oggetti che cadono - Il rumore dapparecchiature: prodotto da elettrodomestici che si trovano in casa - Il rumore da impianti: prodotto da impianti domestici (scarichi del bagno, acqua nei tubi, ecc . .) - Il rumore dattivit interne: rumore aereo proveniente da un ambiente vicino e causato dallattivit svolta in quel locale - Il rumore dattivit esterna: rumore aereo proveniente dallambiente esterno e causato da traffico stradale o aereo, lavori stradali, ecc . . - Il rumore riverberante: rumore (che pu avere origini differenti) che permane allinterno di un ambiente a causa di fenomeni di riflessione, anche dopo che la sorgente ha finito di agire Per la misura dei livelli sonori viene comunemente impiegato uno strumento chiamato fonometro: attraverso un trasduttore (microfono) la pressione sonora viene convertita in una grandezza elettrica (la tensione) e successivamente tale segnale elettrico viene elaborato per ottenere i diversi parametri tipicamente utilizzati per la descrizione del rumore .
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Isolamento acustico
Lisolamento acustico la propriet di una struttura dimpedire larrivo del suono in un ambiente ricevente . importante che un intervento di isolamento acustico sia continuo, applicato correttamente e che non presenti "buchi", i cosiddetti ponti acustici . , infatti, sufficiente che vi sia un punto debole, cio permeabile al rumore, perch lintero intervento venga vanificato . Questo aspetto particolarmente importante nellisolamento delle pareti perimetrali di un edificio, che sono composte da diversi elementi (muratura, serramenti, cassonetti per avvolgibili, bocchette di aerazione, ecc . . .): ogni componente deve essere adeguatamente isolato per garantire un buon risultato complessivo . Per realizzare lisolamento acustico, si possono utilizzare diversi materiali che hanno carettiristiche di fonoisolamento e fonoassorbimento, parole che definiscono concetti molto diversi tra loro .
Fonoisolamento
Gli interventi di fonoisolamento hanno lo scopo di ridurre la trasmissione del rumore tra due ambienti, sia in riguardo al comportamento delledificio nei confronti dei suoni provenienti dal mondo esterno, sia si tratti di locali interni .
Per migliorare le prestazioni fonoisolanti degli ambienti posso essere usati: Materassini per intecapedine e controsoffitto Pannelli per intercapedine Lastre in cartongesso accoppiate Pannelli per lisolamento acustico delle coperture e dei tetti Prodotti antivibranti per il taglio acustico delle murature Prodotti per il trattamento degli impianti Porte e finestre ad alto isolamento acustico
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Fonoassorbimento
La riflessione dei suoni sulle superfici di un locale, pareti e solai, generano un senso di fastidio e malessere . Per attenuarlo basta rivestire opportunamente le superfici di materiali fonoassorbenti, che cio assorbono la maggior parte dellenergia incidente . La caratteristica degli ambienti il tempo di riverberazione, pi alto, pi leco generato .
Il coefficiente di assorbimento acustico a serve per valutare le caratteristiche di fonoassorbenza di un materiale ed definito come rapporto tra la potenza sonora assorbita e la potenza sonora incidente . Il valore di a rappresenta quindi la frazione di energia sonora assorbita da un determinato materiale e pu variare fra 0, nel caso in cui tutta lenergia incidente riflessa, e 1, nel caso in cui tutta lenergia incidente assorbita . Pertanto, se il valore di a pari a 0,6 significa che il 60% dellenergia incidente sulla superficie del materiale assorbita .
Generalmente i principi attraverso cui un sistema assorbe energia sonora vengono suddivisi in tre classi: - Assorbimento per porosit - Assorbimento per risonanza di cavit - Assorbimento per risonanza di pannello
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Quadro legislativo
La prima legge in ambito acustico viene emanata il 1 marzo 1991, in quanto recita il decreto " Considerata lopportunit di stabilire, in via transitoria, stante la grave situazione di inquinamento acustico attualmente riscontrabile nellambito dellintero territorio nazionale ed in particolare nelle aree urbane, limiti di accettabilit di livelli di rumore validi su tutto il territorio nazionale, quali misure immediate ed urgenti di salvaguardia della qualit ambientale e della esposizione umana al rumore" In sostanza allart .2 del DPCM del 01/03/91 si stabilisce che i Comuni dovranno zonizzare il loro territorio individuando le aree che dovranno rientrare nelle 6 classi definite dal decreto . Tali classi sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. classe I "aree particolarmente protette" classe II "aree destinate a uso prevalentemente residenziale" classe III "aree di tipo misto" classe Iv "aree di intensa attivit umana" classe v "aree prevalentemente industriali" classe vI "aree esclusivamente industriali"
Allinterno delle varie classi dovranno essere rispettati i limiti riportati in tabella: Limiti massimi [Leq in dB (A)] Classi di destinazione duso del territorio I - Aree particolarmente protette II - Aree prevalentemente residenziali III - Aree di tipo misto IV - Aree di intensa attivit umana V - Aree prevalentemente industriali VI - Aree esclusivamente industriali Tempi di riferimento diurno 50 55 60 65 70 70 Notturno 40 45 50 55 60 70
Allart .6 si stabilisce che, in attesa della zonizzazione del territorio, si devono rispettare i limiti seguenti: * Zone di cui all'art 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968 Zonizzazione Tutto il territorio nazionale Zona A (decreto ministeriale n . 1444/68) (*) Zona B (decreto ministeriale n . 1444/68) (*) Zona esclusivamente industriale Limite diurno Leq (A) 70 65 60 70 Limite notturno Leq (A) 60 55 50 70
Segue la legge n447 del 26 ottobre 1995, la quale allart .2 definisce la figura del tecnico competente alla misura del rumore in ambiente e stabilisce le competenze della Pubblica Amministrazione, ossia dello Stato (art .3), delle Regioni (art .4), delle Province (art .5) e dei Comuni (art .6) . In sostanza spetta allo Stato determinare i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti e definire i criteri per la progettazione, lesecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie . Le Regioni definiranno le competenze delle Province e i Comuni dovranno adottare dei regolamenti edilizi che tengano in considerazione le esigenze di risanamento acustico .
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I limiti da rispettare
Rw (valore minimo di isolamento al rumore tra alloggi) Indica il potere fonoisolante apparente,ovvero la capacit di un divisorio tra due immobili differenti, di contrastare la trasmissione del rumore . Questo valore cresce con laumentare della massa della parete, ma anche in presenza di parete doppie, con lintercapedine riempita di materiale fonoassorbente, che agiscono secondo il principio massa-molla-massa . Maggiore sar questo valore migliori saranno le prestazioni isolanti . D2m,nT,w (valore minimo di isolamento dai rumori provenienti dallesterno) Viene misurato sulla base della differenza di rumore esterno e il rumore che attraversa la facciata e dipende dal potere fonoisolante di tutti gli elementi che compongono la facciata, indica lisolamento di facciata . Anche in questo caso pi alto risulta il valore maggiore sar lisolamento di facciata . LnT,w (livello massimo di rumore di calpestio) la quantit di rumore che viene percepita nellambiente sottostante attraverso un solaio interpiano quando nellambiente soprastante viene generato un rumore . A differenza dei valori Rw e D2m,nT,w, non viene fornito dalla differenza tra i valori in dB, ma viene misurato il valore effettivo e quindi pi basso e questo dato migliore sar il comfort acustico . Il livello di rumore da calpestio dipende dal solaio, dal pavimento e dalle perdite dovute ai ponti acustici . Anche la struttura orizzontale funziona secondo leffetto massa-molla-massa, quindi una soluzione ideale per limitare le trasmissioni e quella di realizzare un pavimento radiante che oltre a garantire le prestazioni di riscaldamento/ raffrescamento a ottime propriet acustiche, infatti, il pacchetto un pavimento galleggiante .
Classe acustica
Isolamento facciata dB
Rumore da calpestio dB
Attualmente in fase di completamento il progetto di norma UNI 20015000 ( valori aggiornati a maggio 2010)
I II III Iv
43 40 37 32
53 58 63 68
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Luso dei pavimenti galleggianti la soluzione pi frequentemente utilizzata per la riduzione del rumore di calpestio . Lefficacia dei pavimenti galleggianti fortemente correlata con le propriet meccaniche dei materiali isolanti utilizzati . Lo strato isolante, perch sia efficace, deve essere messo in opera in modo accurato . Il piano di posa deve essere livellato e privo di rugosit che potrebbero danneggiare il materiale e creare dei ponti acustici . La soletta deve essere separata dalle pareti laterali e dai pilastri mediante linterposizione di una striscia elastica perimetrale . Durante il getto del massetto necessario evitare che limpasto realizzi dei collegamenti tra il massetto stesso e la soletta sottostante o le pareti del locale e che lo strato isolante venga lesionato . Gli eventuali impianti tecnologici devono essere rivestiti con guaine elastiche che impediscano il contatto diretto con la struttura galleggiante, con il solaio, e con le pareti degli ambienti cos da non trasmettere vibrazioni agli elementi strutturali .
foglio in PE (nel caso al di sotto ci sia: terreno o locale freddo o esterno) solaio
250 1 .000
315 1 .250
1 .600
min . 97 mm
Al fine di ottenere ulteriori informazioni e avere a disposizione risultati confrontabili con quelli ottenuti in laboratorio secondo la ISo 140-6, si raccomanda di ampliare la gamma di frequenze di misurazioni alle bande di terzo di ottava con le seguenti frequenze centrali, in Hertz: 4 .000 5 .000
Poich le dimensioni e caratteristiche dellambiente ricevente hanno influenza sulleffetto sonoro finale, la normativa prevede di calcolare una correzione sul livello di pressione sonora misurato dal singolo microfono che si basa sul tener conto dellarea di assorbimento equivalente A dellambiente ricevente oppure del tempo di riverberazione T dellambiente ricevente . Nel primo caso si parla di livello di pressione sonora normalizzato rispetto allassorbimento acustico Ln; nel secondo caso si parla di livello di pressione sonora normalizzato rispetto al tempo di riverberazione LnT . In ogni caso si tratta di livelli di pressione che arrivano allambiente ricevente anche attraverso trasmissioni laterali (nella simbologia, lapostrofo dopo L sta a indicare che si tiene conto della trasmissione laterale) . Il fattore A viene valutato a partire dal volume dellambiente ricevente e dal tempo di riverberazione misurato secondo ISo 354 . Il risultato finale pu essere deturpato anche da rumori di fondo . Al paragrafo 5 .6 si descrive come correggere il valore finale misurato a seconda di quanto significativo sia il rumore di fondo; per livelli di pressione del rumore di fondo inferiori a pi di 10 dB rispetto al livello di rumore al calpestio misurato, il rumore di fondo pu essere trascurato, altrimenti si suggerisce una formula che quantifica la correzione per livello di rumore di fondo inferiore al livello misurato di una quantit compresa tra 6 e 10 dB (se il rumore di fondo inferiore di una quantit pi bassa di 6 dB si assume una correzione di 1,3 dB che quella corrispondente a 6 dB) . Al paragrafo 7 la normativa specifica cosa deve essere riportato in un certificato dellisolamento acustico da calpestio. Deve essere riportato il livello di pressione sonora normalizzato rispetto allassorbimento acustico Ln, oppure il livello di pressione sonora normalizzato rispetto al tempo di riverberazione LnT alla prima cifra decimale, per tutte le frequenze di misurazione, in forma tabulare e in forma grafica . In appendice D sono riportati degli esempi di rappresentazione grafica dei risultati; si consiglia di riportare la curva di riferimento ricavata secondo UNI EN ISo 717-2 . Al paragrafo 8 la normativa specifica i dati che devono essere presenti nel resoconto di prova (riferimento alla normativa, chi ha fatto le misure, chi le ha commissionate, in che data, ecc . .) . La normativa UNI EN ISo 717-2 nata per aiutare a tradurre i valori di isolamento al calpestio in funzione della frequenza misurabili in opera o in laboratorio in un indice di valutazione che descriva in maniera pi semplice la prestazione acustica . utile pertanto per prescrivere nei capitolati le prestazioni acustiche attese . Secondo la ISo 717-2 si assume la convenzione di esprimere la prestazione acustica tramite lindice di valutazione dellisolamento al rumore di calpestio LnW o LnW o Ln,TW (il simbolo W a pedice sta a indicare che si tratta dellINDICE DI VALUTAZIoNE dellisolamento al rumore di calpestio) . Esso il valore della curva di riferimento (che ha valori univoci riportati nel paragrafo 4 .2) in corrispondenza della frequenza di 500 Hz, dopo averne fatto la traslazione secondo il paragrafo 4 .3 . Lentit della traslazione dipende dalla curva dei valori misurati e quindi dalla prestazione acustica del solaio preso in considerazione . Infatti, convenzionalmente, la curva di riferimento viene traslata fino a che la somma degli scarti sfavorevoli (ossia la differenza del valore della curva di riferimento e il valore misurato per una data frequenza e solo per quelle frequenze per cui il valore misurato superiore al valore di riferimento) tanto pi grande possibile ma inferiore a un valore massimo convenzionalmente fissato in maniera univoca . Al paragrafo 4 .4 la normativa specifica come devono essere presentati i risultati .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Lindice di valutazione deve essere riportato facendo riferimento alla ISo 717-2; devono essere riportati anche i grafici dei valori misurati secondo ISo 140-6 o 140-7 . Riepilogando, la verifica in opera del rispetto del valore massimo di LnT,w (valore prescritto dal DPCM del 5 dicembre 1997 o da leggi regionali o da capitolati acustici) si ottiene facendo le misurazioni in opera secondo UNI EN ISO 140-7 e ricavando lindice di valutazione secondo UNI EN ISo 717-2, mediante la traslazione della curva di riferimento . Se il valore della curva di riferimento traslata per 500Hz minore al valore massimo prescritto, il solaio ha le prestazioni acustiche richieste . In fase progettuale la scelta dei materiali, da applicare per ottenere il rispetto della prestazione acustica attesa prescritta con il capitolato acustico, deve essere fatta facendo riferimento alle caratteristiche dei materiali stessi, calcolando il requisito acustico attraverso la normativa UNI EN ISO 12354-2 . La normativa illustra due modalit di calcolo, una dettagliata e laltra semplificata . Il metodo semplificato presuppone che si abbia a che fare con costruzioni omogenee (muratura o calcestruzzo) e con ambienti sovrapposti . Lindice di valutazione si calcola con la formula che segue:
L 'n, w = L n, w, eq L w + K
L n , w , eq
lindice di valutazione del solaio nudo lindice di valutazione dellattenuazione del livello di pressione sonora di calpestio ottenuta attraverso un rivestimento del solaio la correzione per la trasmissione dei rumori di calpestio attraverso le costruzioni laterali omogenee e fornita in un prospetto della UNI EN ISo 12354-2
L w
K
Per poter applicare il metodo semplificato bisogna per disporre degli indici di valutazione
L n , w , eq e L w :
e secondo UNI EN ISo 140-6,8 e UNI EN ISo 717-2 . Tuttavia, la normativa UNI EN 12354-2 in appendice B2 prevede la possibilit di fare un calcolo teorico di
L n, w, eq = 164 35 log L w
m' m'o
determinabile da appendice C2 a partire dalla massa superficiale del pavimento galleggiante e dalla rigidit dinamica specifica s di uno strato resiliente interposto tra il solaio e il pavimento galleggiante . La rigidit dinamica deve essere stata misurata secondo EN 29052-1 . Il calcolo teorico presuppone di avere a che fare con strutture omogenee; solai diversi da solai in calcestruzzo possono dare luogo in opera a risultati differenti
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LASmax (livello massimo di rumore per gli impianti a funzionamento discontinuo) e LAeq (livello massimo di rumore per gli impianti a funzionamento continuo)
Anche questi valori sono molto importanti, e devono rimanere nei limiti previsti dalla normativa e riguardano lisolamento degli impianti di ventilazione, impianto sanitario e di scarico, ascensore ecc ., cio tutti gli impianti presenti allinterno delledifici . I requisiti acustici passivi possono essere calcolati analiticamente e misurati in opera come definito nelle norme tecniche di riferimento . Si evidenzia per che i limiti indicati nel DPCM sono riferiti alle strutture in opera e alledificio ultimato . Pertanto la sola relazione di calcolo previsionale non pu di fatto garantire il rispetto dei limiti definiti dal Decreto .
PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Sistema europlus-silentium
PAG. 152
Progetto di ricerca
Il progetto di ricerca, condotto allinterno del laboratorio di misure acustiche stato seguito dal Dipartimento di Fisica Tecnica dellUniversit di Padova . Il solaio scelto per la sperimentazione un solaio laterocementizio con soppressione delle trasmissioni laterali . Le misure del rumore di calpestio normalizzato vengono effettuate in accordo con la norma UNI EN ISo 140 parte 6 . Il presente documento riporta le principali considerazioni basate sui risultati ottenuti durante le misure, effettuate sul prodotto accoppiato . stata valutata inoltre linfluenza della finitura superficiale del pavimento nelle misure di calpestio in laboratorio (mantenendo costante il pacchetto solaio), mediante misure su massetto non rivestito, su parquet flottante posato a secco e su piastrelle in ceramica .
Massetto di spessore 45 mm sopra tubazione e peso specifico 114,7 Kg/m2 Massetto alleggerito di spessore 10 cm e peso specifico 46,8 Kg/m2 Solaio in laterocemento 20 + 5 secondo UNI 9730-1:1990, UNI EN 15037-3:2009 e DM 09/01/1996
Pavimentazione Massetto Tubazione MidiX Pannello isolante europlus-silentium
Allestimento in laboratorio
Per quanto riguarda la realizzazione dellallestimento in laboratorio, il sistema radiante europlussilentium stato installato sopra un massetto alleggerito di riempimento di spessore 10 cm e in prossimit dei bordi della cornice di prova sono state applicate strisce perimetrali in polietilene . Sopra il sistema radiante, completo di tubazioni riempite di acqua alla pressione di esercizio, stato gettato il massetto di ripartizione dei carichi in sabbia e cemento, per uno spessore totale di 65 mm . Dopo tre settimane dalla posa del massetto stata eseguita la prima misurazione sul pavimento non finito; in seguito stato posato il parquet flottante a secco ed eseguita nuovamente la misura di rumore di calpestio . Infine, dopo rimozione del rivestimento in legno, sono state applicate le piastrelle in ceramica mediante collante cementizio tradizionale ed stata eseguita una nuova misurazione . Tutta la procedura stata eseguita nellarco di circa un mese . Le misurazioni relative al solaio nudo sono state eseguite ad inizio ed a fine dellintera sperimentazione .
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Il sistema radiante europlus-silentium stato installato sopra massetto alleggerito e in prossimit dei bordi della cornice di prova stata applicata la striscia perimetrale doppia avendo cura di risvoltare il lembo superiore sopra al pannello europlus-silentium .
Sopra il sistema radiante, completo di tubazioni riempite di acqua alla pressione di esercizio, stato gettato il massetto di ripartizione dei carichi in sabbia e cemento, per uno spessore totale di 65 mm (45 mm sopra tubo) .
Dopo tre settimane dalla posa del massetto stata eseguita la prima misurazione sul massetto nudo prima della posa del rivestimento .
In seguito stato posato il parquet flottante a secco ed eseguita nuovamente la misura di rumore di calpestio . Infine, dopo rimozione del rivestimento in legno, sono state applicate le piastrelle in ceramica mediante collante cementizio tradizionale ed stata eseguita una nuova misurazione .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Risultati
In base ai dati acquisiti durante i rilievi, stato calcolato il livello di rumore di calpestio normalizzato Ln [dB] e lindice di valutazione Lnw [dB] per ognuna delle configurazioni in esame . I valori di Lnw ottenuti, anche in relazione alla misura di riferimento sul solaio nudo, sono riportati in tabella 1 .
Tabella 1 - Risultati ottenuti espressi come indice di valutazione del rumore di calpestio normalizzato Lnw [dB]
Indice di valutazione del rumore di calpestio normalizzato Lnw [dB] 92 Massetto Parquet Ceramica 55 48 56
Il sistema testato permette di raggiungere valori di Lnw pari a 55 dB (massetto), 56 dB (ceramica) e 48 dB (parquet a secco), a partire da Lnw = 92 dB del solaio nudo in laboratorio, con unattenuazione del rumore compresa tra 36 e 44 dB, a seconda della finitura .
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figura 1 Materiale europlus-silentium: misure sul massetto al grezzo, sul parquet flottante e su piastrelle in ceramica .
Dai risultati emerge il buon funzionamento del materiale anticalpestio sotto massetto, che permette di ridurre il rumore sullintero intervallo di frequenze preso in esame . Lattenuazione aumenta con la frequenza, anche se in corrispondenza di 16002000 Hz presente una zona di risonanza, con una probabile influenza delle caratteristiche meccaniche e costruttive della tipologia del solaio laterocemento analizzato .
Ceramica
Nel caso della finitura ceramica, il rivestimento lascia pressoch invariata la prestazione generale del sistema, con un aumento dellindice di valutazione di 1 dB, da attribuire ad un lieve aumento dei livelli nellintervallo 400 Hz-2000 Hz .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Ln
60,2 66,5 65,7 68,7 71,3 74,2 72,9
ISO 717-2
94 94 94 94 94 94 93
Freq [Hz]
100 125 160 200 250 315 400
Ln
58,4 62,2 59,2 56,0 54,8 52,3 49,2
ISO 717-2
57 57 57 57 57 57 56
500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
72,0
76,7 79,5 79,2 80,6 81,9 86,6 89,7 86,4
92
91 90 89 86 83 80 77 74
500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
46,5
47,9 49,0 48,6 50,4 51,0 50,1 43,7 30,9
55
54 53 52 49 46 43 40 37
Ln
57,7 60,3 57,6 54,6 51,2 47,3 41,9
ISO 717-2
50 50 50 50 50 50 49
Ln
59,1 61,7 57,7 57,1 55,1 52,7 50,5
ISO 717-2
58 58 58 58 58 58 57
500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
36,0
32,8 29,8 25,8 22,9 21,3 22,6 22,6 18,3
48
47 46 45 42 39 36 33 30
500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
49,5
51,4 52,1 53,1 53,9 53,3 51,2 43,2 30,1
56
55 54 53 50 47 44 41 38
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Il sistema ottenuto riducendo la densit dello strato in polistirene espanso sinterizzato con grafite (100 kPa anzich 140 kPa) d prestazioni acustiche comparabili al sistema precedentemente testato . Sono stati misurati valori di Lnw pari a 55 dB (massetto e ceramica), e 49 dB (parquet posato a secco), a partire da Lnw = 92 dB del solaio nudo in laboratorio, con unattenuazione del rumore compresa tra 37 e 43 dB, a seconda della finitura .
h g = hp h r h d h e hp il rendimento del generatore di calore; hr il rendimento del sistema di regolazione; hd il rendimento del sistema di distribuzione he il rendimento degli elementi scaldanti;
Perdita del sistema di distribuzione
Ipotizziamo di avere un alto rendimento del generatore di calore (98 %), del sistema di regolazione (98 %), del sistema di distribuzione del termovettore agli elementi scaldanti (98 %) e invece il rendimento degli elementi scaldanti pi basso (85 %), quindi si ha il seguente prodotto 0,98 x 0,98 x 0,98 x 0,85 = 0,80 da dove si nota che se un solo componente ha basso rendimento lefficienza dellintero impianto seriamente compromessa, se invece tutti i componenti del sistema, quindi anche gli elementi scaldanti hanno rendimenti elevati, anche lefficienza del sistema sar elevata, infatti, si avr 0,98 x 0,98 x 0,98 x 0,98 = 0,92 . I sistemi di riscaldamento e raffrescamento radiante, a elevata resa e bassi consumi di gestione, sono la scelta ideale per aumentare lefficienza energetica del sistema edificio e quindi salire nella valutazione della classe energetica . Inoltre mentre i tradizionali radiatori e/o ventilconvettori necessitano di periodiche operazioni di pulitura e verniciatura, negli impianti a pannelli radianti gli interventi di manutenzione sono praticamente inesistenti; il merito va attribuito principalmente alla tubazione utilizzata per gli anelli, poich si tratta di materiale plastico, non soggetto a rotture derivate da fenomeni di corrosione . Per diminuire le emissioni di Co2 preferibile utilizzare fonti di energia alternative come il solare termico che consente di produrre acqua calda che pu essere impiegata per usi sanitari e per il riscaldamento . I pannelli solari possono essere raggruppati in 4 tipi principali: sottovuoto, vetrati, scoperti e ad aria . I sistemi solari termici possono essere di due tipi a circolazione naturale e a circolazione forzata . I sistemi solari a circolazione naturale sono sistemi a circuito chiuso, che funzionano a scambio indiretto e, non avendo pompe e componenti elettrici, necessitano di minima manutenzione .
Rendimento di emissione
passo cm >
es . ceramica es . parquet
es . legno a norma
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
I sistemi solari termici a circolazione forzata sono un po pi complessi dei sistemi solari termici a circolazione naturale perch il liquido del circuito primario spinto da una pompa verso i pannelli solari, e quindi necessario installare un sistema a circolazione forzata . Il bollitore pu essere installato, solitamente, in una locale che funge da centrale termica . possibilit inoltre abbinare i pannelli solari termici ed una macchina frigorifera, cio la tecnologia del solar cooling che permette di produrre freddo, sotto forma di acqua refrigerata o di aria condizionata, a partire da una sorgente di calore . Unaltra fonte di energia rinnovabile come indicato dal "Libro Bianco dellEnergia per il futuro fonti di Energia Rinnovabili" CoM97 dellUnione Europea, la geotermia . Con le pompe di calore, gli impianti geotermici sfruttano lenergia data dal terreno per soddisfare sia il fabbisogno termico (in riscaldamento) che quello frigorifero (raffrescamento) e si dividono principalmente in 3 sistemi diversi geotermia con sonde verticali, con sonde orizzontali e con acqua di falda .
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Naturalmente, come esiste la possibilit di sottrarre calore dallesterno per fornirlo in ambiente, seguendo lo stesso principio, possibile eseguire il ciclo inverso sottraendo calore dallambiente interno (area blu) per cederlo allesterno (area rossa) e soddisfare le richieste tipiche del periodo estivo: si parla in questo caso di chiller se la macchina soddisfa solo le esigenze del periodo estivo o di pompe di calore a ciclo reversibile se la macchina soddisfa sia le esigenze del periodo estivo che del periodo invernale .
Valvola di espansione
Gli organi che costituiscono la pompa di calore e che permettono di realizzare il ciclo frigorifero sono: - levaporatore, attraverso cui il calore viene sottratto allambiente da raffrescare (ambiente interno nel periodo estivo e ambiente esterno nel periodo invernale) e ceduto al fluido refrigerante - il compressore, che porta la pressione del refrigerante al livello della condensazione - il condensatore, in cui il calore sottratto allambiente da raffrescare (sommato alla energia spesa durante la fase di compressione) viene ceduto allambiente da riscaldare che lambiente interno nel periodo invernale e lambiente esterno nel periodo estivo - la valvola di laminazione, che riporta la pressione del fluido al livello dellevaporazione
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
In base alle esigenze di riscaldamento o raffrescamento, i componenti del ciclo assumono funzioni differenti . Lo scambiatore aria-fluido refrigerante si comporta nel periodo invernale da condensatore e nel periodo estivo si comporta da evaporatore; viceversa per lo scambiatore acqua-fluido refrigerante . Gli scambiatori hanno il miglior valore di efficienza di scambio quando la direzione dei fluidi nello scambiatore opposta, ossia in "controcorrente" . Nelle pompe di calore reversibili lo scambiatore interno percorso dal fluido refrigerante in direzione opposta a seconda che il funzionamento sia in riscaldamento o in raffrescamento . Ne deriva che lo scambiatore viene ad essere usato in controcorrente solo in una delle due applicazioni che viene definita in fase di progettazione ottimizzando quindi il funzionamento delle pompe di calore in riscaldamento o in raffrescamento . Nello scambiatore acqua-fluido refrigerante avviene la condensazione o la evaporazione del fluido refrigerante . Questa tipologia di scambiatore quindi assimilabile ad un scambiatore liquido-liquido che trova negli scambiatori a piastre la possibilit di ottenere elevati coefficienti di scambio termico mantenendo dimensioni compatte . Lo scambiatore aria-fluido refrigerante invece uno scambiatore a tubi alettati in modo da massimizzare lo scambio termico con laria . Una caratteristica importante per questi scambiatori il diametro delle tubazioni che caratterizza la superficie attiva di passaggio per laria, in modo che il passaggio dellaria non inneschi fastidiose turbolenze e rumori annessi . Esistono diversi tipi di compressori, ma il pi performante il compressore scroll . Nel compressore scroll, la spirale orbitante, ruotando rispetto alla spirale fissa, sposta il gas dallesterno verso il centro, comprimendolo in un volume inferiore . I vantaggi di questo tipo di compressore sono: Affidabilit (resistente ai colpi di liquido, poche parti in movimento, tecnologia matura); Silenziosit; Modularit (collegamenti TANDEM)
Lultimo componente la valvola di espansione termostatica che permette di regolare il corretto afflusso di refrigerante allevaporatore, adattandolo alle condizioni di funzionamento esterne (temperature dellaria e dellacqua) . Una variante evoluta di questo componente la valvola di espansione termostatica elettronica che funziona secondo il medesimo principio di quella tradizionale, ma caratterizzata da un campo di lavoro pi ampio e permette di regolare il corretto afflusso di refrigerante allevaporatore anche in condizioni di funzionamento lontane da quelle nominali . Un altro importante elemento che caratterizza le pompe di calore il fluido refrigerante: nel passato un fluido molto usato era il gas R134 oggi ormai usato solo nei frigoriferi delle abitazioni o nei deumidificatori . Molto pi diffusi sono le pompe di calore funzionanti con gas R407 o R410 aventi caratteristiche simili . Il secondo permette di avere dimensioni del compressore pi compatte e per questo motivo ormai il pi diffuso . Nello specifico le pompe di calore Eurotherm sono divise in tre linee caratterizzate tutte da fluido refrigerante R410, valvola termostatica elettronica, scambiatore lato acqua saldo-brasato e diametro tubi pacco alettato d= 8 mm: AWX-H: Pompa di calore reversibile ottimizzata per il riscaldamento AWP-H: Pompa di calore reversibile ottimizzata per il raffrescamento AWP-C: Chiller
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Potenza frigorifera: temperatura esterna 35C; Potenza termica: temperatura esterna 7C, umidit 88%
Secondo la norma UNI-EN-ISo 14511, la potenza assorbita da utilizzare nel calcolo di EER e CoP data dalla somma di: - Potenza assorbita dal compressore - Potenza assorbita dai ventilatori - frazione della potenza assorbita dalla pompa per vincere le perdite di carico interne al chiller - Potenza assorbita dagli ausiliari elettrici (controllore elettronico, rel, teleruttori) Secondo quanto previsto dallassociazione Eurovent invece la potenza assorbita prende in considerazione solo gli elementi funzionali alla macchina, escludendo la potenza elettrica assorbita dalla pompa e dagli ausiliari, con la conseguenza di avere valori dichiarati leggermente diversi in funziona del riferimento con il quale si dichiara lefficienza .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
raggiunti anche con le pompe di calore aria-acqua . Rimane tuttavia il vantaggio nei sistemi geotermici nei quali la temperatura del terreno (circa 10C) si mantiene costante al variare delle stagioni, permettendo alla pompa di calore di lavorare con salti termici pi contenuti e costanti in tutto il periodo stagionale, a completo beneficio del rendimento della macchina .
3W
Riscaldamento elettrico
297W
103W 11W
11W
67W
100W
34W
1W
75W
100W
26W
Altri vantaggi nella scelta dellutilizzo di una pompa di calore sono: - Eliminazione di canne fumarie serbatoi di combustibili o allacciamenti alle reti di gas e dei relativi costi di gestione/controllo ; - Bassissimi costi di manutenzione; - Possibilit di installare un secondo contatore per le utenze domestiche con potenza impegnata del primo contatore fino a 3 kW con un ulteriore risparmio dei costi della bolletta;
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La regolazione
La regolazione dellimpianto pu seguire due principi: a punto fisso, cio con temperatura di mandata fissata indipendentemente dalle condizioni esterne; climatica, cio con adeguamento continuo alla situazione di temperatura esterna .
A Punto Fisso
Si tratta del sistema di regolazione pi semplice . La regolazione a punto fisso garantisce allimpianto una temperatura del fluido di mandata costante . Il valore viene impostato manualmente attraverso una valvola termostatica . La compattezza di questa tipologia di regolatori ne permette lalloggiamento in cassetta collegandoli direttamente al collettore, peculiarit che ha agevolato la loro grande diffusione nel passato . Il limite maggiore la necessit, da parte dellutilizzatore, di dover regolare limpianto ogni volta che variano le condizioni esterne . Per ridurre questa esigenza si diffusa la consuetudine di tarare la valvola termostatica sulla temperatura di progetto (uguale alla massima temperatura necessaria nel giorno pi freddo dellinverno) e di montare sui circuiti dellimpianto attuatori elettrotermici comandati da termostati di zona . Il termostato confronta la temperatura impostata dallutilizzatore con quella presente e, se la temperatura in ambiente supera quella impostata, toglie corrente allattuatore che chiude il/i circuito/i . Tutti gli attuatori sono muniti di microinterruttore ausiliario che permette di spegnere la pompa di circolazione quando tutti i circuiti sono chiusi, senza necessit di aggiungere moduli di collegamento . Nel caso di un unico locale servito dalla termoregolazione, il termostato ambiente pu essere collegato allalimentazione della pompa: quando la temperatura del termostato viene soddisfatta, si interrompe la circolazione del fluido in tutti i circuiti del collettore . In queste tipologie di impianti assumono particolare importanza le caratteristiche del termostato . Se il termostato ambiente rileva una temperatura superiore a quella impostata, significa che il massetto ed il fluido sono ad una temperatura superiore rispetto a quella necessaria . In questo caso, si dovr smaltire il calore in eccesso del massetto continuando a fornire calore in ambiente; la temperatura in ambiente continuer a salire anche dopo lintervento del termostato, e possono trascorrere delle ore prima che il massetto si raffreddi sufficientemente per ridurre la temperatura in ambiente . Quando la temperatura in ambiente scesa fino ad essere inferiore a quella richiesta, il termostato comanda la riapertura, affinch il massetto ed il fluido si riscaldino al punto da garantire nuovamente la temperatura ideale . In sintesi, il valore di temperatura in ambiente subir una continua oscillazione . Il fenomeno tanto pi accentuato quanto maggiore la differenza tra la temperatura richiesta di mandata dellacqua e quella dellacqua realmente circolante: per questo motivo la temperatura di impostazione sulla valvola termostatica non deve essere troppo elevata . Per minimizzare leffetto descritto, preferibile usare termostati con piccolo differenziale di intervento, anche se la soluzione migliore lutilizzo di termostati proporzionali quale il termostato da incasso Evo . Con questo particolare termostato il funzionamento non del tipo oN/off, ma modulante . Allinterno di un differenziale di 1,5C il termostato apre la valvola per un tempo proporzionale alla differenza di temperatura tra il valore impostato e quello misurato . Cosi facendo allavvicinarsi alla temperatura di comfort viene progressivamente ridotto il calore fornito con leffetto di ridurre loscillazione della temperatura ambiente .
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Climatica
Si tratta del sistema di regolazione pi efficiente e che consente il maggior risparmio energetico . Poich il calore necessario per mantenere le condizioni di comfort in ambiente legato alle dispersioni delledificio ed alla temperatura esterna, il fabbisogno termico aumenta allaumentare delle dispersioni delledificio e al diminuire della temperatura esterna . Le regolazioni di tipo climatico permettono di selezionare una curva climatica allinterno di una famiglia di curve, in modo da adeguare la regolazione allo specifico edificio . fissata la curva climatica, la temperatura di mandata allimpianto viene regolata in modo automatico in funzione della temperatura esterna, adeguando lapporto di calore al fabbisogno termico delledificio, per garantire sempre le migliori prestazioni in termini di comfort . Per ottenere questi risultati si utilizza una centralina elettronica digitale, a cui sono collegate due sonde di temperatura (una di mandata allimpianto e una esterna) ed un servomotore che aziona la valvola miscelatrice . La centralina elabora il segnale della sonda esterna e, in base al codice climatico pi adatto per quel tipo di edificio, determina il valore ideale della temperatura di mandata, lo confronta con il valore reale misurato dalla sonda di mandata e, se necessario, agisce sulla valvola miscelatrice . La curva climatica o curva di riscaldamento il rapporto tra la temperatura esterna e la temperatura di mandata ai corpi scaldanti considerata dai regolatori climatici . Per un corretto dimensionamento di tale curva si necessita la conoscenza di due parametri: - Temperatura esterna minima di progetto per esempio: Milano -5C - Temperatura massima di mandata allimpianto a pavimento per esempio: 40C impianto a pavimento Conosciuti questi valori si andranno a congiungere le due rette corrispondenti sul grafico, trovando in questo modo la curva da inserire .
Verso la domotica
La domotica ha lo scopo di studiare e trovare strumenti e strategie per migliorare la qualit della vita, e ridurre i costi di gestione degli edifici e quindi i consumi energetici . Svolge un ruolo importante nel rendere "intelligenti" apparecchiature, impianti e sistemi . Ledificio "intelligente", con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli impianti tecnologici: ad esempio accensione/spegnimento luci, comfort ambientale (gestione dellimpianto di riscaldamento/raffrescamento), gestione degli impianti di sicurezza (controllo antiintrusione, fughe di gas, incendi, ecc .), delle reti informatiche, della comunicazione, dei servizi di assistenza (tele-soccorso, tele-assistenza, tele-monitoraggio, ecc .) . Lobiettivo della domotica quello di migliorare la flessibilit di gestione, garantire il comfort, la sicurezza, il risparmio energetico degli immobili nel segno della qualit dellabitare e del lavorare allinterno degli edifici . Ad esempio nella climatizzazione, si pu programmare e regolare la temperatura e lumidit dellaria dei locali in base alla stagione, allora del giorno, alla presenza di persone, allapertura di finestre . Si possono stabilire scenari reimpostati su base ora giornaliera o settimanale . I comandi possono essere sia centralizzati che suddivisi per zone . Di grande utilit per chi possiede seconde case la funzione che permette di comandare il sistema da remoto e conoscere i parametri ambientali tramite mail oppure tramite cellulare, ed eventualmente agire per modificare le condizioni ambientale . Inoltre i sistemi domotici, nel caso vi fosse gi un impianto filare e non sia possibile realizzare un nuovo cablaggio, mettono a disposizione anche un'ampia gamma di dispositivi radio .
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curva ideale
radiatori
riscaldamento ad aria
Nelle schematizzazioni, la linea pressoch verticale indica lomogeneit della temperatura alle varie altezze .
Aria uniformemente alla stessa temperatura impedisce che si inneschino quei fastidiosi moti convettivi causa di circolazione delle polveri negli ambienti riscaldati a radiatori . Tali moti sono causati infatti dalla dilatazione delle molecole daria le quali, aumentando di volume specifico, tendono a salire perch pi leggere per poi ridiscendere dopo essersi raffreddate a contatto con il soffitto freddo . Eliminare i moti convettivi significa garantire maggiore igiene e un ambiente pi salubre, in quanto non c movimento di polveri che sono spesso la causa di fastidiose allergie . Avere una temperatura dellaria contenuta di notevole vantaggio per il comfort degli occupanti . Innanzitutto perch aria meno calda anche meno secca e ci va a favore del sistema respiratorio . Causa infatti di infiammazioni delle mucose nasali, di laringiti e bronchiti, nonch di allergie, proprio leccessivo riscaldamento dellaria, in quanto un certo grado di umidit necessario per far funzionare correttamente le mucose del sistema respiratorio, le quali rappresentano un primo filtro naturale agli attacchi esterni . Un ambiente secco favorisce anche il proliferare di batteri e virus, come dimostra il grafico seguente:
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PROGETTAZIONE
Batteri Virus funghi Polveri fini Infezione delle vie respiratorie Allergie, asma Produzione di ozono Umidit relativa %
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Nel grafico possibile notare che valori di umidit relativa in ambiente inferiori al 40% e superiori al 60% comportano linsorgere di diversi problemi alla qualit dellaria . Pur non essendoci un rigoroso criterio di benessere come per la temperatura ambiente, consigliabile mantenere i valori di umidit relativa allinterno di questi valori . Il grafico mette in evidenza quanto sia importante umidificare dinverno in ambienti riscaldati a radiatori e quanto sia importante deumidificare destate . Valori ottimali di umidit relativa sono compresi infatti tra il 40 e il 60% . Inoltre, una temperatura dellaria contenuta fa s che lo scambio termico per convezione a cui sottoposto il corpo umano sia aumentato mentre quello per irraggiamento con la struttura della casa sia diminuito rendendo le proporzioni di scambio termico pi vicine ai rapporti ideali . In questo modo luomo sottoposto a condizioni climatiche pi naturali e meno "forzate" . La natura ci mostra ogni giorno quali siano le condizioni ideali per un riscaldamento confortevole . "Limpianto di riscaldamento terrestre" consiste nel riscaldare la massa terrestre principalmente per irraggiamento mediante un generatore di calore efficientissimo qual il Sole; che poi laria dellatmosfera terrestre si riscaldi mantenendo il tepore anche dopo il tramonto del sole solo un effetto secondario . Inoltre, recenti studi hanno dimostrato come un innalzamento non naturale della temperatura dellaria atmosferica abbia solo effetti negativi sulla vita terrestre (effetto serra) .
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Descrizione dellimpianto
Si tratta di un impianto di riscaldamento che consiste in anelli chiusi di tubazione in materiale plastico entro cui circola lacqua calda prodotta dal generatore di calore; questi circuiti sono annegati nel massetto portante del pavimento dei locali da riscaldare e vengono alimentati da uno o pi collettori di distribuzione . La posizione dei collettori fondamentale per il buon funzionamento dellimpianto e deve essere pi centrale possibile rispetto alla planimetria degli ambienti . La posa della tubazione avviene dopo la stesura del pannello di appoggio, il quale deve avere caratteristiche termiche tali da garantire il rispetto delle esigenze di isolamento imposte dalla normativa sugli impianti a pavimento; ci si ottiene con elevato spessore se il pannello costituito di un materiale dalle scarse capacit isolanti, con spessore ridotto se il pannello isolante di elevata qualit . La normativa UNI EN 1264-4 prevede:
cosa c sotto?
I II III Iv Iv Iv
19 31 31 38 50
27 44 44 53 70
29 50 50 60 80
Gli spessori di tabella derivano dalla conducibilit termica D dichiarata dal produttore secondo gli standards stabiliti dalle normative europee di riferimento . Tali spessori dovranno essere rivisti secondo UNI EN ISo 10456
chiaro che, al momento della stesura dellimpianto a pavimento, devono essere disponibili spessori che tengano conto di: 1) 2) 3) 4) ingombro del pannello isolante secondo UNI EN 1264-4 diametro della tubazione spessore del massetto spessore della pavimentazione
Tali spessori devono considerarsi al netto della posa delle tubazioni idrauliche e/o elettriche e quindi escludendo lo strato di livellamento che viene normalmente fatto per la copertura di queste tubazioni .
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PROGETTAZIONE
1) Lo spessore del pannello pu variare da un valore minimo di 19 mm ad un valore massimo di 100 mm a seconda della qualit del pannello isolante e della severit delle condizioni di temperatura sottostanti ai locali da riscaldare . 2) La tubazione che poggia sul pannello isolante pu avere diametri variabili; limpianto funziona con prestazioni migliori se il diametro non inferiore a 20/2 mm perch una sezione di passaggio maggiore per lacqua calda dellimpianto comporta minore difficolt per la stessa nel percorrere limpianto, quindi minore spesa energetica nel funzionamento della pompa e minore rischio di erosione meccanica della tubazione . 3) Il massetto dovr avere spessore minimo pari a 45 mm sopra la tubazione dellimpianto o comunque sopra il punto pi alto del sistema per garantire la resistenza meccanica necessaria per sopportare i pesi sovrastanti; produttori di massetti speciali detti autolivellanti garantiscono le stesse prestazioni meccaniche anche con spessore ridotto . 4) Infine c lo spessore della pavimentazione, in ceramica o altro . Normalmente lo spessore inferiore ai 15 mm . La fattibilit dellimpianto quindi legata alla disponibilit dello spessore totale necessario: - 19-100 mm di pannello isolante a seconda della qualit dellisolante e delle condizioni sottostanti - 20 mm per tubazione di veicolo dellacqua a bassa temperatura - 45 mm sopra tubo per massetto tradizionale di sostegno alla pavimentazione - 15 mm di pavimentazione
Sezione indicativa
4) pavimentazione
3) massetto
2) tubazione
1) pannello
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Pannelli isolanti
Lisolante utilizzato nei pannelli di un sistema di riscaldamento a pavimento deve avere una serie di caratteristiche che vanno ben oltre alla semplice elevata resistenza termica richiesta . La ditta Eurotherm ne ben consapevole e da anni si sempre distinta per la preoccupazione che ha dimostrato nella scelta dellisolante opportuno alla luce di tutte le considerazioni che seguono .
Caratteristiche di un isolante
Lisolante deve avere buone caratteristiche meccaniche . Il pannello in cui fornito deve essere sufficientemente robusto per evitare che si sfaldi o rompa durante la posa in cantiere; deve avere inoltre una elevata resistenza alla compressione in modo da assorbire senza cedimenti n incrinature i carichi a cui sottoposto il pavimento del locale occupato . Non deve deteriorarsi nel tempo; deve avere quindi buona stabilit termica e chimica . Questo significa che lisolante deve mantenere le sue buone caratteristiche termiche e meccaniche anche se sottoposto per lungo tempo a temperature superiori a quella ambiente; tali caratteristiche inoltre non devono variare a causa di reazioni con materiali circostanti . Anche il calore specifico deve essere pi contenuto possibile per evitare che il pannello diventi un accumulatore di calore e faccia innalzare la temperatura dellisolante pi del dovuto . La conduttivit termica di un isolante aumenta con la temperatura . Visto che la presenza di acqua nel pannello ne comprometterebbe sia le caratteristiche meccaniche (deterioramento del materiale) sia quelle termiche (lacqua ha una conduttivit termica circa 25 volte pi elevata dellaria), un buon pannello isolante deve avere unottima resistenza allacqua . Infine, sarebbe bene che lisolante avesse caratteristiche di ininfiammabilit, o per lo meno di autoestinguibilit, e non fosse nocivo alla salute . Infatti, essendo i pannelli isolanti stesi sul pavimento dellintero edificio da riscaldare, se essi fossero costituiti di materiali infiammabili sarebbero fonte di facile propagazione di eventuali incendi innescatisi . La non tossicit si motiva in fase di posa o eventuali manutenzioni; materiali nocivi minaccerebbero la salute degli operatori che si trovano a maneggiarli .
9 cm di sughero
PROGETTAZIONE
La tubazione
Il tubo un altro importante elemento dellimpianto a pavimento . Per le caratteristiche che esso deve avere, visto il ruolo fondamentale che riveste nellimpianto Eurotherm, abbiamo sceltp un prodotto con il quale vanta esperienza pluridecennale .
Caratteristiche di un tubo per il riscaldamento In un impianto di riscaldamento a pavimento le tubazioni di veicolo del fluido termovettore devono avere una serie di caratteristiche . Innanzitutto, devono avere ottime caratteristiche meccaniche in modo da evitare che possano rompersi, deformarsi o altro durante la loro vita dato che ci potrebbe compromettere il normale funzionamento dellimpianto . In particolare devono avere elevata resistenza allo shock termico RST, cio devono resistere senza rompersi agli sforzi che si sviluppano quando sono sottoposte a brusche variazioni di temperatura . Infatti, quando il tubo inizialmente freddo viene attraversato dallacqua calda si generano in seno al tubo stesso degli sforzi causati dal fatto che il materiale allinterno del tubo si dilata pi rapidamente, a causa dellaumento di temperatura, di quanto non riesca a fare il materiale allesterno . Se il materiale fragile il valore di tali tensioni pu raggiungere facilmente quello di rottura . I materiali plastici risultano avere elevati carichi di rottura, non trattandosi di materiali fragili, e moduli elastici inferiori a quelli dei metalli; quindi hanno valori di RST che ben si prestano alle applicazioni richieste . Elevata resistenza allo shock termico si ottiene anche con elevata conduttivit, requisito richiesto anche per favorire la cessione del calore del fluido verso lesterno in modo da non offrire unulteriore resistenza termica allo scambio e non compromettere quindi la resa dellimpianto . Anche il comportamento a creep (termine inglese che sta per scorrimento viscoso) importante; sarebbe auspicabile che il tubo si deformasse elasticamente se sottoposto a lungo termine ad una sollecitazione, in modo che, una volta che questa cessa, il tubo riprenda laspetto iniziale e non sia deformato permanentemente . Inoltre alle tubazioni per il riscaldamento richiesto di resistere agli attacchi chimici e di non essere corrodibili, in modo da mantenere le loro caratteristiche termiche e meccaniche invariate nel tempo . Infine devono essere facili da manovrare e installare; cio essere leggeri ed avere unelevata flessibilit .
Perch tubo in polietilene? In passato si sono utilizzati tubi in rame e in acciaio per le loro buone caratteristiche meccaniche e termiche, ma la loro vulnerabilit ad agenti chimici esterni o a correnti parassite li rende poco attraenti nel riscaldamento a pavimento dove caldamente da evitare lintervento successivo per rotture delle tubazioni . Inoltre, la loro rigidit li rende poco attraenti in applicazioni di questo tipo dove la flessibilit del tubo diventa una caratteristica essenziale . Negli ultimi trentanni hanno preso piede come veicoli per lacqua calda le tubazioni in plastica, nel campo non solo del riscaldamento a pavimento ma del riscaldamento in genere e nel campo del
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trasporto dellacqua sanitaria . Ci che li rende attraenti la loro leggerezza, la loro affidabilit a lungo termine e il loro costo contenuto . Si tratta di materiali polimerici ottenuti dalla polimerizzazione di sostanze organiche semplici in cui presente un doppio legame tra gli atomi di carbonio; in seguito alla polimerizzazione gli atomi di carbonio risultano essere legati fra loro da legami covalenti semplici dando luogo a catene in cui si ripetono unit uguali fra loro, dette monomeri . La flessibilit del polietilene si spiega analizzandone la struttura chimica . Poich latomo di carbonio ha la caratteristica di formare legami a disposizione tetraedrica, la catena polimerica ha un andamento a zig-zag con angoli di 109 tra un legame e laltro; essendo poi il carbonio legato unicamente allidrogeno non c asimmetria nei legami secondari e gli atomi di carbonio sono liberi di ruotare lungo circonferenze mantenendo langolo di 109 . Ne risulta una struttura altamente disordinata, detta a gomitolo sfatto, la quale consente al polimero di deformarsi elasticamente; ci rende la flessibilit del polietilene migliore rispetto agli altri polimeri . Proprio a causa di questa struttura molecolare il comportamento a creep del polietilene lascia a desiderare: esso si deforma in modo irreversibile se sottoposto a lungo termine a carico costante, a causa delle forze intermolecolari che sono poco accentuate . Tale comportamento migliora diminuendo il grado di polimerizzazione ossia la densit del polietilene; infatti, la catena pi corta e pi compatta, diminuiscono le distanze tra le molecole e aumentano quindi le forze intermolecolari rendendo pi difficili le deformazioni plastiche a lungo termine . Il comportamento a creep potrebbe essere dunque migliorato realizzando un materiale a bassa densit, ma in questo modo ne rimetterebbero le caratteristiche di resistenza, specie ad elevate temperature, proprio a causa del numero inferiore di legami intermolecolari . Per avere sia buon comportamento di resistenza meccanica sia buon comportamento a creep bisognerebbe cristallizzare il materiale, ma il polietilene termoplastico e in quanto tale cristallizza solo parzialmente . Per migliorare le caratteristiche meccaniche del polietilene non resta che agire nella sua microstruttura, introducendo un elemento estraneo in grado di favorire la formazione di legami trasversali tra le catene di polietilene . Questi legami hanno leffetto di dare luogo alla resistenza meccanica tipica del polietilene ad elevata densit senza compromettere le ottime caratteristiche di flessibilit tipiche del polietilene a media densit; inoltre migliorato il comportamento meccanico a lungo termine . Nel tubo cosiddetto reticolato (PE-X) lelemento introdotto il butene, il quale rende disponibili due atomi di carbonio per il legame trasversale della catena di polietilene . Essendo solo due gli atomi, la probabilit che si instauri il legame bassa; per questo motivo in fase di produzione si rende necessario un processo di reticolazione che saldi gli atomi fra loro e garantisca linstaurarsi di almeno il 60 % dei legami possibili . Attraverso la reticolazione le catene legate vengono saldate tra di loro e diventano indivisibili . Tale processo che consiste nel sottoporre il materiale ad elevata energia di radiazione (reticolazione di tipo C) o a reazioni chimiche con perossidi (reticolazione di tipo A) o silani (reticolazione di tipo B) rende comunque il materiale pi rigido del materiale di partenza e ci si rimette quindi in flessibilit . La percentuale di reticolazione deve raggiungere almeno il 60% . Grazie ai miglioramenti nelle tecniche di controllo e di catalizzazione dei processi possibile pilotare molto meglio lincorporazione di un monomero di legame nella struttura di base del polimero . possibile cos inglobare molecole pi grosse come quella dellottene, il quale rende disponibili per il legame sei atomi di carbonio .
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PROGETTAZIONE
Essendo la molecola introdotta pi grande, non riesce a rimanere allinterno del cristallo del polietilene; ne esce e instaura facilmente un legame trasversale tra cristallo e cristallo che anche tre volte pi grande dei legami intermolecolari che si realizzano tra le catene del polietilene reticolato . Si ottiene cos il polietilene lineare ottene-copolimerico (PE-RT), caratterizzato da migliore comportamento a creep ottenuto senza bisogno di rimetterci in flessibilit mediante la reticolazione del polietilene . Si risparmia cos anche una fase costosa nel processo produttivo ottenendo un prodotto migliore a costo inferiore . Essendo questi legami intermolecolari tutti della stessa lunghezza, il materiale ottenuto omogeneo e stabile nel tempo .
MidiX materiale di base PE-RT ottime possibilit di legamento Struttura di un polimero semicristallino
Come si vede negli schemi, lintroduzione di una macromolecola a 8 atomi di carbonio rispetto ad una molecola a 4 atomi di carbonio favorisce i legami intermolecolari, rendendo non necessaria una fase di produzione delicata come quella della reticolazione
Polietilene reticolato PEX Minime possibilit di legamento Struttura di un polimero semicristallino, dopo la reticolazi0ne
Le tubazioni PE-X Vengono considerate tubazioni PE-X tutte le tubazioni in polietilene reticolato . Queste devono corrispondere alla normativa EN ISo 15875 della quale risulta la seguente tabella di classificazione di tubazione in base alla resistenza a pressione e temperatura .
Classificazione in funzione delle condizioni duso (EN ISo 15875, EN ISo 10508) Classe 1 2 3 4 5
To C anni C Tmax anni C Tm anni Esempio di applicazione
60 70 30 40 40 60 60 80
49 49 20 25 20 25 25 10
80 80 50 70 90
1 1 4,5 2,5 1
95 95 65 100 100
Acqua calda (60C) Acqua calda (70C) Bassa temperatura per impianti radianti Impianti radianti e radiatori a bassa temperatura Radiatori ad alta temperatura
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La reticolazione trasforma il polietilene termoplastico (PE) in un materiale termoindurente (PE-X) . Per questa ragione una tubazione di materiale PE-X non pu essere fusa e si decompone con temperature eccessive . Si distinguono oggi tre differenti metodi di reticolazione: 1) PE-Xa un polietilene reticolato perossidi (metodo Engel o PAM) 2) PE-Xb un polietilene reticolato a silani (metodo Hydro-Cure o Monosil) 3) PE-Xc un polietilene reticolato per radiazioni (metodo Elettronico o Isotopi)
PE-RT standard PE-X Cosa differenzia il PE-RT da un tubo standard PE-X? Un PE non reticolato al contrario ad un PE-X fondibile, e pu perci essere facilmente riciclabile . Il PE-X mantiene invece anche dopo delle prove di fusione la struttura che stata fissata alla reticolazione . Una tubazione altamente deformata torner perci nella sua forma originaria dopo essere stata riscaldata . Questo effetto, al primo momento positivo, ha per alcuni svantaggi: i segni di invecchiamento vengono accentuati, ed il pericolo di fragilit aumenta . Una parte cosi riparata, sar sempre il punto piu debole di una tubazione . La tubazione MidiX, grazie al suo innovativo materiale ed alla sua composizione, riporta delle resistenze alla massima pressione pi alte in confronto ad una tubazione PE-X standard (secondo EN ISo 15875, EN ISo 10508) .
Dimensionamento della tubazione per classi di applicazione secondo ISo 10508 classe 2, 4 e 5 (include Sf, regola di Miner, ISo 13760 sD [MPa] 14 x 2 16 x 2 18 x 2 20 x 2 3,55 11,8 10,1 8,90 7,90 3,70 13,3 11,2 9,80 8,70 4,01 13,3 11,4 10,0 8,90 4,10 13,4 11,5 10,1 9,00 3,25 10,8 9,30 8,10 7,20 3,42 11,8 9,80 8,50 7,60 per 50 anni)
Classe 5 MidiX
Le tubazioni secondo UNI EN 1264 Il progetto di norma prEN 1264-4:2008 aggiornato ad aprile 2008, definisce la corrispondenza delle tubazioni ai seguenti standard europei: PE-X PB PP PVC-C Multilayer Piping Systems PE-RT Systems PE-MDX Series of EN ISo 15875 Standards Series of EN ISo 15876 Standards Series of EN ISo 15874 Standards Series of EN ISo 15877 Series of EN ISo 21003 Standards Series of EN ISo 22391 Standards DIN 4724
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PROGETTAZIONE
La barriera allossigeno Secondo la normativa UNI EN 1264-4, le tubazioni devono essere protette dal passaggio di ossigeno in quantit superiore a 0,32 mg/m2 al giorno per evitarne linvecchiamento provocato proprio da questa molecola . Questo significa che nelle tubazioni in plastica deve essere sempre presente un film in materiale plastico resistente al passaggio dellossigeno . Infatti, un tubo in polietilene privo di barriera a ossigeno interessato da una diffusione allossigeno per il 98%; ci si traduce in 3 4 g/m3 al giorno in un tubo del diametro di 18 mm percorso da acqua a 40 C . Ecco perch tutte le tubazioni in materiale plastico sono rivestite da un film di EVoH il quale garantisce appunto il rispetto della normativa . Avere tale strato esternamente alla tubazione porta per ad alcuni inconvenienti: innanzitutto, il fatto che si trovi esteriormente non lo tutela dalle inevitabili abrasioni a cui sottoposto in cantiere e questo porta la tubazione stessa al rischio di essere esposta in taluni punti ad un maggiore deflusso di ossigeno; in secondo luogo, avere la barriera ad ossigeno allesterno compromette la malleabilit tipica del polietilene portando a rendere difficile la realizzazione delle curve pi strette . Nasce cos il MidiX una tubazione in polietilene ottene-copolimerico con barriera ossigeno nello spessore del tubo stesso . Si ottiene in questo modo una tubazione multistrato con barriera EVoH completamente inserita nel materiale di base del tubo e mantenuta aderente allo stesso mediante dei polimeri di adesione . Avere una barriera ad ossigeno interna porta a numerosi altri vantaggi . Da test effettuati sul tubo il comportamento meccanico dello stesso migliorato, in primo luogo perch la resistenza a pressione risulta essere maggiore, in secondo luogo perch il MidiX risulta riacquistare completamente le dimensioni di origine se riscaldato fino a 90 C e successivamente raffreddato, come si vede nel grafico che segue:
differenza di comportamento del polietilene ottene-copolimerico con barriera ossigeno esterna rispetto al MidiX
Lentit stessa della deformazione minima rispetto a quella di unanaloga tubazione ma con barriera ossigeno esterna: si dilata dello 0,3 % a 50 C e dello 0,7 % a 90 C, contro lo 0,4 % e l1,1 % del tubo con barriera esterna . Infine avere la barriera EVoH allinterno porta a migliorare la resistenza alla penetrazione dellossigeno: 0,01 g/m3 al giorno, dieci volte superiore a quanto richiesto dalla normativa .
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Tenuta nei confronti dellossigeno 10 volte superiore a quanto previsto nella norma UNI EN 1264-4 e molti altri vantaggi .
Cinque strati per uno sbarramento allossigeno . Tenuta nei confronti dell ossigeno 10 volte superiore a quanto previsto nella normativa UNI EN 1264-4
fattori dinfluenza dellambiente circostante attaccano lo strato in EVoH, quando esso situato allesterno del tubo .
novit
ecologico
garanzia
10
I diametri normalmente utilizzati per la scelta della tubazione dellimpianto a pavimento nel residenziale sono 18 mm e 20 mm . Eurotherm predilige il diametro maggiore per i seguenti motivi . Una tubazione da 20 mm consente di realizzare, a parit di perdite di carico, anelli di lunghezza maggiore .
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PROGETTAZIONE
Ci si traduce in minori attacchi al collettore e minore ingombro dello stesso . A parit di lunghezza, il contenuto dacqua maggiore visto il diametro pi elevato: 100 m di tubo da 20 mm hanno un contenuto dacqua di 20,1 litri; 100 m di tubo da 18 mm hanno un contenuto di 15,4 litri . Questo significa che la tubazione da 20 mm ha un contenuto dacqua del 30% maggiore della tubazione da 18 mm . Tutto ci si traduce in maggiori portate e quindi messe a regime pi rapide . Unaltra motivazione trova giustificazione nellazione meccanica dellacqua . A parit di portata, una sezione di passaggio minore si traduce in una velocit dellacqua superiore e quindi in unazione di erosione meccanica dellacqua maggiore . mH = v A dove mH = portata, v = velocit dellacqua, A = sezione di passaggio
Lentit di tale forza non rappresenta un problema per la resistenza meccanica delle tubazioni che tale da resistere a tutte queste sollecitazioni, anche perch in fase di progettazione si ha cura di garantire velocit inferiore a 0,5 m/s . Resta comunque il fatto che velocit dellacqua elevate possono preoccupare presso la curvatura centrale dove inizia il rientro della tubazione a chiusura della chiocciola . Qui infatti normale che per la dinamica dei liquidi si formi una zona dove lacqua tende ad aderire alla parete della tubazione costituendo un ostacolo al normale deflusso del fluido . Si tratta del cosiddetto strato limite che fa s che in sua corrispondenza si abbia un restringimento della sezione di passaggio .Tale restringimento si fa ancora pi importante in una tubazione di diametro inferiore; nella sezione ristretta si possono raggiungere valori di velocit non indifferenti .
Rmin
strato limitie
Per quanto riguarda le applicazioni industriali, lelevata resistenza termica opposta da uno spessore di massetto sovrastante la tubazione non indifferente, per le esigenze di irrobustimento del massetto, suggerisce di utilizzare un diametro di 25 mm . Le ampie superfici a disposizione, le quali consentono di realizzare una posa a serpentina con passi elevati, rendono possibile lutilizzo di una tubazione a diametro elevato, la quale sarebbe altrimenti improponibile per la difficolt di maneggiamento . La nostra scelta di garantire nelle varie esigenze limpianto pi adatto allo scopo, con la resa maggiore possibile, spiega perch la stessa si sia tanto adoperata nella ricerca di un materiale per la sua tubazione che consentisse di maneggiare facilmente diametri maggiori .
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Rmin = 6 . Diametro
Ambito di applicazione
Innanzitutto opportuno stabilire gli ambiti di applicazione della normativa UNI EN 1264 . Nel Sommario presente a pag . I di IV della UNI EN 1264-1:1999 "Riscaldamento a pavimento Impianti e componenti definizioni e simboli" si trova quanto segue: "La norma specifica le principali definizioni e i relativi simboli, inerenti gli impianti di riscaldamento a pavimento, alimentati ad acqua calda, utilizzati in edifici residenziali o similari. Essa non si applica ad impianti di riscaldamento con pavimento di legno, mentre pu essere utilizzata nel caso in cui vengono utilizzati altri mezzi riscaldanti al posto dellacqua." Da cui si evince che le regole stabilite dalla UNI EN 1264 per limpianto a pavimento si applicano a edifici residenziali o similari . Attenzione per perch nelle pagine successive (pag .1 di 3 UNI EN 1264-1) si trova anche: "La presente norma europea si applica agli impianti di riscaldamento a pavimento alimentati ad acqua calda in edifici residenziali, uffici ed altri edifici il cui uso corrisponde o simile a quello degli edifici residenziali." Riepilogando, sono soggetti a questa normativa tutti gli impianti a pavimento realizzati in edifici residenziali e/o simili (es: alberghi, case di riposo, collegi, conventi, caserme, ecc .), nonch in uffici . Va precisato che la normativa UNI EN 1264 stata di recente revisionata . Si attende la pubblicazione della nuova UNI EN 1264-1 che definisca lambito di applicazione non solo per il riscaldamento a pavimento ma anche per parete e soffitto radianti e per le tre superfici radianti in raffrescamento .
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PROGETTAZIONE
UNI EN 1264-2:2009
Si tratta della parte della normativa che consente di caratterizzare il prodotto pavimento radiante e di confrontare le prestazioni dei vari sistemi a pavimento presenti sul mercato . Per prestazioni si intende: 1 . la potenza termica utile fornibile dal sistema 2 . la perdita di calore del sistema Per potenza termica utile pi comunemente si intende la "resa" del sistema ossia la capacit del pavimento radiante di fornire potenza allambiente se percorso da acqua calda . Quando si parla di "resa elevata" si intende che il pavimento radiante in grado di fornire pi potenza con la stessa temperatura dellacqua o viceversa la stessa potenza con temperatura dellacqua inferiore . Per ottimizzare le prestazioni dei generatori di calore di interesse applicare un sistema a superficie radiante a "resa elevata"; per questo motivo il progettista pu confrontare i prodotti sul mercato e in grado di scegliere il sistema a pavimento radiante con "resa maggiore" semplicemente confrontando la potenza termica dichiarata secondo UNI EN 1264-2 . Il produttore pu dichiarare la potenza fornibile con il proprio pavimento radiante usando i metodi di calcolo suggeriti dalla normativa UNI EN 1264-2 e valevoli per sistemi a pavimento radiante aventi le seguenti geometrie .
La riproduzione di alcune pagine della norma Uni stata autorizzata da Uni Ente Nazionale Italiano di Unificazione . L unica versione che fa fede quella reperibile in versione integrale presso Uni, Via Sannio 2 - 20135 Milano, tel . 02-700241, fax 025515256, e-mail: diffusione@uni .com, internet:www .uni .com
Geometrie diverse richiedono una verifica sperimentale della "resa" del sistema, come riportato al 9 della UNI EN 1264-2:2009 .
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Eurotherm nel 2004 aveva incaricato il Dipartimento di fisica Tecnica dellUniversit di Padova di determinare le curve di resa dei suoi sistemi utilizzando il metodo di calcolo numerico alle differenze finite .
q=79,405 q=79,505 q=80,201
q=78,87
Inoltre nel 2006 ha ottenuto le curve di resa ottenute sperimentalmente dal laboratorio WSP Lab di Stoccarda avendo cos unulteriore conferma della potenza termica sviluppabile dai suoi sistemi a lastra piana (es . eurosuper, eurotop e europlus-flex) .
lastra piana
Nel 2009 il laboratorio WSPLab di Stoccarda ha testato la potenza fornibile anche con il sistema euroflex riv .passo 5
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PROGETTAZIONE
A caratterizzare il prodotto pavimento radiante non solo la potenza fornibile ma anche la potenza persa . Per fare una corretta comparazione di prodotti deve essere confrontata non solo la "resa" del pavimento radiante ma anche la potenza persa che va calcolata secondo lalgoritmo che segue riportato al 8 di UNI EN 1264-2:2009:
qu =
1 (R o q + i u ) Ru
dove q la potenza utile; i la temperatura dellambiente riscaldato a pavimento; u la temperatura dellambiente sottostante; Ro la somma delle resistenze termiche degli strati presenti tra la tubazione e lambiente da riscaldare e Ru la somma delle resistenze termiche degli strati presenti tra la tubazione e lambiente sottostante . A parit di struttura sulla quale viene installato il pavimento radiante, la prestazione cambia con il valore R,ins del pannello isolante applicato con il sistema .
Ro R Ru
,in s
UNI EN 1264-3:2009
Si tratta della parte della normativa che consente di dimensionare la superficie radiante . Per limitare la potenza persa, al paragrafo 4 .1 .2 .2 la normativa stabilisce che il pannello isolante del sistema a superficie radiante deve avere un valore di resistenza termica R,ins almeno pari a quanto stabilito nella UNI EN 1264-4 . Per verificare qual la potenza specifica che la superficie radiante deve fornire, la normativa invita a dividere il fabbisogno termico del locale calcolato secondo EN 12831 per la superficie riscaldante; se la potenza termica specifica che ne deriva risulta superiore alla potenza massima fornibile dalla superficie radiante, la normativa invita a considerare unaltra superficie in integrazione . La UNI EN 1264-3 stabilisce che le potenze specifiche massime fornibili con le superfici radianti in riscaldamento derivano dallassumere limiti sui valori delle temperature superficiali:
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- nel caso di riscaldamento a pavimento, la temperatura massima del pavimento deve essere non superiore a 29C nelle zone abitabili e a 35C nelle zone perimetrali - nel caso di riscaldamento a soffitto, la temperatura media del soffitto non deve essere superiore a 29C - nel caso di riscaldamento a parete, la temperatura media della parete non deve essere superiore a 40C Alla temperatura massima del pavimento di 29C corrispondono potenze specifiche diverse a seconda del grado di uniformit di temperatura raggiunto sulla superficie del pavimento (a esso contribuiscono il tipo di finitura superficiale e linterasse di posa con cui stato dimensionato il pavimento radiante); definiscono le potenze specifiche limite le cosiddette curve limite . Per temperatura al pavimento uniforme pari a 29C la potenza specifica massima qG fornibile a un ambiente per cui si desiderano 20C calcolabile con:
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PROGETTAZIONE
specifico q 60 W/m2, la temperatura di mandata di progetto diventa 38 C nel caso si scelga passo 10 cm, 42C nel caso si scelga passo 20 cm:
fabbisogno termico specifico
30 W/m2
40 W/m2
50 W/m2
60 W/m2
70 W/m2
80 W/m2
temp . C
passo cm >
20C Temperatura ambiente 5 K Salto termico 45 mm Spessore sopra tubo massetto tradizionale
Temperatura di mandata in base a uNI EN 1264-3:2009; curve di resa determinate numericamente dal dFT di Padova secondo uNI EN 15377 e ricavate sperimentalmente secondo uNI EN 1264-2 dal laboratorio WSPLab di Stoccarda es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 28 28 29 30 31 32 30 15 29 29 30 31 32 33 31 20 29 30 31 32 33 34 32 10 29 30 31 32 34 35 33 15 31 32 33 34 35 36 34 20 32 33 34 35 37 38 36 10 31 32 34 35 37 38 36 15 33 34 35 36 38 40 37 20 34 35 37 38 40 42 39 10 33 34 36 37 40 42 38 15 35 36 38 39 42 43 40 20 36 38 40 41 44 45 42 10 35 36 38 40 43 45 41 15 37 38 40 42 45 47 43 20 39 41 42 44 47 49 45 10 36 38 40 42 46 48 44 15 39 41 43 45 48 50 46 20 41 43 45 47 51 53 49
es . legno a norma
Nella realt, nel caso in cui nel locale sfavorito venga applicato un passo 10 cm e il rivestimento sia in ceramica con resistenza termica 0,01 m2K/W la temperatura di mandata reale sar 33C:
fabbisogno termico specifico
30 W/m2
40 W/m2
50 W/m2
60 W/m2
70 W/m2
80 W/m2
temp . C
passo cm >
20C Temperatura ambiente 5 K Salto termico 45 mm Spessore sopra tubo massetto tradizionale
Temperatura di mandata in base a uNI EN 1264-3:2009; curve di resa determinate numericamente dal dFT di Padova secondo uNI EN 15377 e ricavate sperimentalmente secondo uNI EN 1264-2 dal laboratorio WSPLab di Stoccarda es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 28 28 29 30 31 32 30 15 29 29 30 31 32 33 31 20 29 30 31 32 33 34 32 10 29 30 31 32 34 35 33 15 31 32 33 34 35 36 34 20 32 33 34 35 37 38 36 10 31 32 34 35 37 38 36 15 33 34 35 36 38 40 37 20 34 35 37 38 40 42 39 10 33 34 36 37 40 42 38 15 35 36 38 39 42 43 40 20 36 38 40 41 44 45 42 10 35 36 38 40 43 45 41 15 37 38 40 42 45 47 43 20 39 41 42 44 47 49 45 10 36 38 40 42 46 48 44 15 39 41 43 45 48 50 46 20 41 43 45 47 51 53 49
es . legno a norma
Nel caso invece in cui nel locale sfavorito venga applicato un rivestimento con resistenza termica superiore a 0,1 m2K/W, ad esempio 0,125 m2K/W, la temperatura di progetto con passo 10 cm diventa 40 C:
fabbisogno termico specifico
30 W/m2
40 W/m2
50 W/m2
60 W/m2
70 W/m2
80 W/m2
temp . C
passo cm >
20C Temperatura ambiente 5 K Salto termico 45 mm Spessore sopra tubo massetto tradizionale
Temperatura di mandata in base a uNI EN 1264-3:2009; curve di resa determinate numericamente dal dFT di Padova secondo uNI EN 15377 e ricavate sperimentalmente secondo uNI EN 1264-2 dal laboratorio WSPLab di Stoccarda es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 28 28 29 30 31 32 30 15 29 29 30 31 32 33 31 20 29 30 31 32 33 34 32 10 29 30 31 32 34 35 33 15 31 32 33 34 35 36 34 20 32 33 34 35 37 38 36 10 31 32 34 35 37 38 36 15 33 34 35 36 38 40 37 20 34 35 37 38 40 42 39 10 33 34 36 37 40 42 38 15 35 36 38 39 42 43 40 20 36 38 40 41 44 45 42 10 35 36 38 40 43 45 41 15 37 38 40 42 45 47 43 20 39 41 42 44 47 49 45 10 36 38 40 42 46 48 44 15 39 41 43 45 48 50 46 20 41 43 45 47 51 53 49
es . legno a norma
78
Stabilita la temperatura di mandata dellimpianto sulla base della potenza e del passo di posa del locale sfavorito, si determinano i passi di posa degli altri locali riscaldati a pavimento confrontando i rispettivi fabbisogni termici specifici con le prestazioni del pavimento radiante . Per favorire la taratura termica e idraulica del pavimento radiante consigliabile applicare un passo di posa pi largo quando il fabbisogno termico specifico diminuisce . Per dimostrare questo concetto prendiamo la "resa" del pavimento radiante per rivestimento con resistenza termica 0,1 m2K/W riportata su grafico avente in ordinata W/m2 e in ascissa il salto termico medio logaritmico che in buona approssimazione possiamo considerare dato dalla differenza della temperatura media dellacqua in circolo e la temperatura ambiente . Se si hanno due locali con fabbisogno termico specifico q pari a 70 e 50 W/m2 le temperature medie dellacqua necessarie per coprire i fabbisogni sono pari a 40C per il locale con maggiore necessit termica, se vi si applica un passo 10 cm, e 37C per il locale con minore necessit termica se vi si applica un passo 20 cm . Questo significa che con una temperatura di mandata di 43C il salto termico sar pari a 6 K nel primo caso, a 12 K nel secondo caso . Se nel locale con minore necessit termica viene applicato un passo 10 cm, il sistema ha una resa superiore pertanto bisogna fare in modo che la temperatura media dellacqua sia pi bassa se non si vuole avere un esubero di potenza fornita; da grafico si vede che la temperatura media deve essere non superiore a 33,5C e il salto termico da garantire diventa pari a 19 K .
30
35
Il dimensionamento del pavimento radiante si conclude con la determinazione delle portate dacqua . Esse si calcolano con la formula che segue:
mH =
AF q R u ) (1 + o + i s cw Ru q Ru
dove Af la superficie riscaldata, s il salto termico, cw il calore specifico dellacqua . Dati i fabbisogni termici da coprire e le temperature medie dellacqua da garantire in circolo nella tubazione applicata con linterasse di posa gi scelto, a partire dalla temperatura di mandata si determinano i salti termici che inseriti nella formula precedente consentono di calcolare le portate dacqua necessarie per far fronte non solo alla potenza da fornire allambiente ma anche alla potenza termica persa . Pi efficace il pannello isolante impiegato con il sistema a pavimento radiante pi elevata la resistenza termica R,ins e maggiore Ru e minore sia la potenza persa qu che la portata mH da garantire . La formula per il calcolo della portata sopra riportata non altro che il risultato dello sviluppo della ben nota:
qtot AF = (q + qu ) AF = mH cw (i u )
79
PROGETTAZIONE
A titolo di esempio, il locale sfavorito con fabbisogno termico specifico 60 W/m2 al quale si applicato un passo 10 cm ha bisogno di essere alimentato a 33C per avere salto termico 5 K se il rivestimento in ceramica . Se il locale posto a piano terra sopra un garage con temperatura pari a 10C, la potenza specifica persa pari a 3,7 W/m2 se si applica un pannello isolante con resistenza termica R,ins = 1,48 m2K/W . A partire dalla superficie riscaldata Af si determina infine la portata dacqua necessaria per far fronte alle potenze termiche totali .
W/m2
passo cm >
20C Temperatura sottostante locale chiuso 0,85 m2K/W Resistenza termica di progetto secondo UNI EN ISo 10456 (eurotop 24) alla resistenza termica dichiarata RD del pannello eurotop 24 stato applicato il fattore correttivo fT=1,056 (UNI EN ISo 10456)
W/m2 persi secondo uNI EN 1264-3:2009 es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 1,4 1,7 1,9 2,2 2,6 2,9 2,3 15 1,4 1,7 1,9 2,2 2,6 2,9 2,3 20 1,4 1,7 1,9 2,2 2,6 2,9 2,3 10 1,9 2,2 2,6 2,9 3,5 3,8 3,1 15 1,9 2,2 2,6 2,9 3,5 3,8 3,1 20 1,9 2,2 2,6 2,9 3,5 3,8 3,1 10 2,4 2,8 3,2 3,7 4,3 4,8 3,9 15 2,4 2,8 3,2 3,7 4,3 4,8 3,9 20 2,4 2,8 3,2 3,7 4,3 4,8 3,9 10 2,9 3,4 3,9 4,4 5,2 5,7 4,7 15 2,9 3,4 3,9 4,4 5,2 5,7 4,7 20 2,9 3,4 3,9 4,4 5,2 5,7 4,7 10 3,3 3,9 4,5 5,1 6,1 6,7 5,5 15 3,3 3,9 4,5 5,1 6,1 6,7 5,5 20 3,3 3,9 4,5 5,1 6,1 6,7 5,5 10 3,8 4,5 5,2 5,8 6,9 7,6 6,3 15 3,8 4,5 5,2 5,8 6,9 7,6 6,3 20 3,8 4,5 5,2 5,8 6,9 7,6 6,3
es . legno a norma
Qualora il pavimento radiante funzioni anche in raffrescamento, la UNI EN 1264-3 invita a determinare la "resa" del sistema in raffrescamento secondo quanto previsto dalla UNI EN 1264-5:2009 . Il dimensionamento avviene con lo stesso criterio del riscaldamento; pertanto il carico termico estivo calcolato secondo EN 15243 andr confrontato con la "resa" in raffrescamento del sistema . La normativa raccomanda di utilizzare una temperatura di mandata non pi bassa di 1 K rispetto al valore della temperatura di rugiada calcolata sulle condizioni dellaria ambiente e che sia previsto un sensore di umidit che garantisca in esercizio questo risultato . La procedura rimane la stessa anche in caso di soffitto o parete radiante in riscaldamento e/o in raffrescamento . Pertanto, la UNI EN 1264-3 invita a determinare la "resa" del sistema a soffitto o a parete secondo quanto previsto dalla UNI EN 1264-5:2009 . Temperature di esercizio e portate sono calcolate con lo stesso criterio gi espresso per il pavimento radiante in riscaldamento e/o in raffrescamento . Anche per i sistemi a soffitto e parete radiante si raccomanda di avere pannelli isolanti con resistenza termica R,ins almeno pari a quanto stabilito nella UNI EN 1264-4 .
UNI EN 1264-4:2009
Si tratta della parte della normativa che regolamenta linstallazione delle superfici radianti inglobate nella struttura . Nella premessa della normativa si specificano i contenuti della UNI EN 1264-4 e si dice che la UNI EN 1264-4 si applica solamente ai componenti che costituiscono il sistema radiante di riscaldamento/raffrescamento; non applicabile agli altri elementi che compongono la struttura di pavimenti, soffitti e pareti . Questo significa che, qualsiasi siano le procedure e le scelte fatte in precedenza alla posa della superficie radiante, quanto stabilito nella UNI EN 1264-4 deve essere rispettato specificatamente con linstallazione del sistema radiante . La normativa descrive linstallazione della superficie radiante distinguendo tra pavimento, parete e soffitto radianti . Si definiscono condizioni che devono essere presenti al momento della posa del sistema a pavimento radiante il completamento della base di supporto e la chiusura della parti aperte delledificio (es: finestre e porte) . Tutte le tubazioni di servizio agli impianti (idrauliche, elettriche, per il sanitario, ecc .) devono essere gi state installate e ricoperte in modo da ottenere una base sulla quale posare lisolante .Lisolante del sistema a pavimento radiante deve avere resistenza termica minima R,ins maggiore o uguale a quanto previsto in Tabella 1 del paragrafo 4 .1 .2 .2 .1 . Deve essere rivestito superiormente da uno strato protettivo che pu essere un foglio in polietilene di spessore pari al-
80
meno a 0,15 mm o materiale equivalente . Il pavimento radiante deve essere posato prevedendo la striscia perimetrale lungo tutte le pareti che delimitano il locale che verr riscaldato a pavimento; la striscia deve essere applicata anche a tutti quei componenti strutturali delledificio che penetrano il massetto (es: pilastri, gradini di scale, ecc .) . Essa deve essere presente dalla base di supporto finito a pavimento finito e deve avere caratteristiche tali da consentire il movimento del massetto di almeno 5 mm . Striscia perimetrale e strato di protezione dellisolante devono essere posati in modo che il massetto non penetri lungo il perimetro sotto lisolante . Il collettore di distribuzione deve essere posto in posizione tale da ridurre al minimo la lunghezza delle tubazioni di adduzione . Questo per evitare che leccessiva presenza di tubazioni di adduzione rendano difficoltosa la gestione della temperatura dei vari locali . Deve essere dotato di due valvole di intercettazione e di un organo di taratura per ogni circuito; la chiusura del circuito e la sua taratura devono essere indipendenti . Dispositivi meccanici devono essere predisposti per garantire che non entri acqua a temperatura tale da causare il raggiungimento di temperature troppo elevate dinverno (55C per massetto tradizionale, altre temperature se specificate dal fornitore del massetto); tali dispositivi devono funzionare anche in assenza di corrente elettrica . Sensori umidit devono previsti nel caso di funzionamento in raffrescamento per evitare il raggiungimento della temperatura di rugiada .Le tubazioni utilizzate per realizzare i circuiti del pavimento radiante devono avere barriera a ossigeno e rispettare le specifiche tecniche delle normative di riferimento . Al 4 .1 .2 .5 .1 la UNI EN 1264-4 cita le norme di riferimento per PE-X, PP, PB, PVC-C, multistrato, PE-RT, PE-MDX . Lo spessore della tubazione deve essere tale da garantirne i requisiti di classe 4 secondo ISo 10508, la resistenza alla pressione operativa di 4 bar, vita prevista di 50 anni . Nel trasporto e conservazione in cantiere la tubazione deve essere protetta da danneggiamenti esterni e dallirraggiamento solare diretto . La posa della tubazione deve essere fatta applicandola a almeno 50 mm dal perimetro, 200 mm da ogni causa di possibile danneggiamento della tubazione (es . canne fumarie, caminetti con focolare basso, estremit del poggiolo dove viene applicato il parapetto, ecc .) . Il raggio di curvatura deve rispettare le indicazioni del produttore . Il tubo deve essere agganciato con sistemi di ancoraggio che garantiscano che il tubo non si sposta pi di 5 mm in altezza e pi di 10 mm sul piano dal punto dove stato installato . I due tratti di tubazione di ciascun circuito che attraversano il giunto di dilatazione ( consentito un solo attraversamento da parte del tubo di mandata e uno solo da parte del tubo di ritorno) devono essere protetti con materiale isolante flessibile per una lunghezza di almeno 0,3 m . Prima della posa del massetto agli anelli dellimpianto si deve applicare una pressione non inferiore a 4 bar e non superiore a 6 bar per accertarsi che non ci siano perdite . Questo collaudo pu essere fatto usando acqua o aria compressa e lassenza di perdite deve essere documentata su un rapporto di prova sul quale si riporter la pressione alla quale stato eseguito il collaudo . Relativamente al massetto la UNI EN 1264-4 raccomanda che il suo spessore non sia inferiore a quanto stabilito dalle normative che ne specificano la capacit di carico e la classe di resistenza a flessione . Il massetto deve essere realizzato rispettando i giunti di dilatazione laddove necessari . I giunti vanno previsti in posizione e quantit tale da delimitare aree non superiori a 40m2 e non pi lunghe di 8 m . Queste dimensioni possono essere superate nel caso di aree rettangolari se una dimensione non pi che doppia dellaltra . Non si dovranno avere aree di forma irregolare . I giunti devono essere previsti in corrispondenza di tutte le porte . Se vengono praticati tagli superficiali sul massetto, essi non devono avere una profondit maggiore di un terzo dello spessore del massetto . Chi posa il massetto lo deve fare avendo cura di non danneggiare nessun componente del pavimento radiante . La posa del massetto e la successiva stagionatura di almeno 3 gg devono avvenire con temperatura non inferiore a 5C . Per almeno 3 gg il massetto deve essere protetto da asciugature troppo rapide; tale protezione pu essere necessaria per un periodo maggiore se la tipologia di materiale utilizzato per il massetto lo richiede . Il posatore del rivestimento deve verificare che ci siano le condizioni per poter applicare il rivestimento scelto . Relativamente a soffitto e parete radianti la normativa rimanda alle prescrizioni gi descritte per il pavimento radiante, con le aggiunte e/o modifiche che seguono .
81
PROGETTAZIONE
Muri e soffitti devono essere in grado di sostenere il sistema radiante . Gli strati isolanti necessari per il raggiungimento delle resistenze termiche minime riportate nella Tabella 1 del paragrafo 4 .1 .2 .2 .1 possono essere divisi in due strati, a seconda delle condizioni dellambiente adiacente; ad es . nel caso di parete esterna: uno strato sar installato direttamente dietro il sistema radiante e il secondo strato sar installato esternamente . La temperatura di alimentazione del sistema a parete e/o soffitto radiante non deve superare un valore massimo che dipende dal materiale nel quale annegata la tubazione; ad esempio nel caso di intonaco a base di gesso la temperatura di mandata non deve superare i 50C .
UNI EN 1264-5:2009
Si tratta della parte della normativa che aiuta a calcolare la "resa" di parete e soffitto radianti funzionanti in riscaldamento e/o raffrescamento e la resa del pavimento radiante funzionante in raffrescamento . Il metodo di ricalcolo descritto in questa parte della normativa consente di ricavarla, partendo dai calcoli e dai risultati di prova della UNI EN 1264-2 . I fattori di resa KH, calcolati per il sistema supposto funzionante come pavimento riscaldante, vengono corretti con lalgoritmo (1) di paragrafo 4 per tener conto delle condizioni di scambio diverse tra superficie riscaldata/raffrescata e aria ambiente .
riscaldamento a pavimento riscaldamento a parete riscaldamento a soffitto
a 10,8
a8
a 6,5
raffrescamento a pavimento
raffrescamento a parete
raffrescamento a soffitto
a 6,5
a8
a 10,8
I sistemi radianti a soffitto realizzati non integrati nella struttura del solaio non sono soggetti alla normativa UNI EN 1264 . Attualmente si sta lavorando alla revisione della UNI EN 14037 che, nella versione del 2005, riguarda le striscie radianti in riscaldamento; l'obiettivo quello di rendere la UNI EN 14037 la normativa di riferimento per il calcolo dei sistemi riscaldanti e raffrescanti installabili a soffitto e non integrati alla struttura . In attesa che i lavori alla UNI EN 14037 si completino, le potenze dei sistemi radianti a soffito Eurotherm sono state determinate in caldo e in freddo mediante simulazioni numeriche, utilizzando il software di calcolo alle differenze finite Heat 2 (UNI EN 15377) .
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Piano di lavoro
Verifica preliminare del cantiere
Limpianto a pavimento va applicato su locali intonacati e chiusi con infissi [1] onde evitare una rapida e anomala asciugatura del massetto . Eventualmente si pu valutare la copertura del massetto stesso, appena realizzato, con un foglio in polietilene per aiutare una asciugatura omogenea . Prima di procedere allinstallazione dellimpianto, devono essere verificate le condizioni di cantiere; esso deve rispettare gli standards tecnici relativi . Deve essere gi presente la barriera a vapore laddove le norme tecniche la prevedono e i passaggi di tubazioni idrauliche e/o elettriche devono essere opportunamente coperti in modo da garantire la superficie di base per la stesura del pannello isolante dellimpianto a pavimento [2] . Al momento della stesura dellimpianto a pavimento, devono essere disponibili spessori che tengano conto di: 1 . ingombro del pannello isolante cos come definito di seguito 2 . diametro della tubazione 3 . spessore del massetto (nel caso di massetto tradizionale lo spessore minimo pari a 45 mm da garantire dal punto pi alto del sistema di impianto a pavimeto) 4 . spessore della pavimentazione resistenza termica inferiore a 0,15 m2K/W Lingombro dellimpianto a pavimento varia con la tipologia di sistema e con la resistenza termica da garantire per il rispetto della UNI EN 1264-4 con il pannello isolante da applicare sopra la base di supporto [3] . Per conoscere gli ingombri dei sistemi Eurotherm si invita a consultare la documentazione relativa a ciascun sistema . N.B. Usando massetti autolivellanti si pu ridurre lo spessore richiesto . N.B. Nel sistema euromax lo spessore del massetto pu essere notevolmente inferiore grazie alla struttura metallica del sistema N.B. qualora si scelga di usare sottofondi in gesso-fibra per il sostegno del pavimento, allingombro del sistema a pavimento (si veda sistema a secco) e a quello del pavimento va aggiunto lo spessore del massetto a secco Gli ingombri del pacchetto pavimento con un sistema a pavimento eurosport possono essere diversi (si veda la documentazione relativa) .
83
PROGETTAZIONE
fig. 1 provvedere a pulire la superficie, sulla quale verr posato il pannello isolante dellimpianto a pavimento
N.B.: nel caso di pavimento radiante in assenza di massetto (sistema eurosport) non necessario posare la striscia perimetrale .
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Sullo strato superiore del pannello isolante deve essere stesa una pellicola protettiva di polietilene con spessore pari a 0,15 mm, a meno che non sia gi presente integra al pannello stesso [4] . Tale foglio di protezione va posato sovrapposto e deve essere risvoltato alle pareti in corrispondenza della striscia perimetrale qualora la stessa non sia dotata di doppio elemento . Nei sistemi in cui la striscia perimetrale doppia, lelemento interno deve essere sollevato prima dellaccostamento del pannello (fig .4) Nel caso sia prevista la posa di pi pannelli isolanti sovrapposti, essi dovranno essere posati in maniera sfalsata in modo che le linee di accostamento non siano direttamente riprese tra i due .
PROGETTAZIONE
collettore c guaina in PE
86
Schema di posa
Circuito con anello integrato con posizione delle clips fermatubo e presa tubo da bobina posizionata su girello Eurotherm
a segnare dove va tagliato il tubo e tagliare a mezzo cesoia b posizionare adattatore e fissarlo al corpo valvola
a b
corpo valvola
collettore
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PROGETTAZIONE
Circuito con anello diviso a passo ridotto con posizione delle clips fermatubo e presa tubo da bobina posizionata su girello Eurotherm
a segnare dove va tagliato il tubo e tagliare a mezzo cesoia b posizionare adattatore e fissarlo al corpo valvola
b corpo valvola
collettore
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Circuito con anello separato a passo ridotto con posizione delle clips fermatubo e presa tubo da bobina posizionata su girello Eurotherm
a segnare dove va tagliato il tubo e tagliare a mezzo cesoia b posizionare adattatore e fissarlo al corpo valvola
a b corpo valvola
collettore
89
PROGETTAZIONE
Giunto di dilatazione
La norma UNI EN 1264-4 che d indicazioni utili sullinstallazione a regola darte dellimpianto a pavimento stabilisce che cura dellinstallatore indicare dove vanno previsti i giunti di dilatazione . Essi andranno posizionati in corrispondenza di tutte le porte interne e trasversalmente i locali qualora abbiano superficie superiore a 40 m2 e/o un lato maggiore di 8 m . Nel caso di ambienti rettangolari, le superfici senza giunti possono essere superiori purch non si superi il rapporto massimo in lunghezza di 2 a 1 . Il tutto dovr essere specificato nel disegno esecutivo fornito dal progettista [6] .
Il giunto di dilatazione dovr essere mantenuto nella stesura del massetto e non dovr essere tagliato con la posa della pavimentazione . In corrispondenza dellattraversamento del giunto da parte del tubo dellimpianto a pavimento, che deve avvenire solo dal tubo di mandata e di ritorno, la guaina isolante a protezione del tubo deve essere prevista come schematizzato di seguito [6]:
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1 Montare il manometro (1) sul ritorno del collettore 2 Collegare lacquedotto (3) e lo scarico 3 Chiudere le due saracinesche (2) e tutti i circuiti (detentore + valvola) 4 Aprire lacquedotto
5 Aprire il primo circuito (mandata + ritorno) 6 Quando il circuito pieno chiudere il ritorno del circuito 7 Proseguire con il circuito successivo e ripetere i passi 5 e 6 8 Alla fine (i circuiti sono tutti chiusi chiudere lo scarico, scollegare lacquedotto (3) e collegare una pompa (4) 9 Aprire tutti i circuiti e caricare limpianto a 6 bar 10 Chiudere il rubinetto di carico .
Guaina in PE
4 1
Acquedotto
2
scarico
Istruzioni 1 rubinetto di scarico aperto 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse valvole e detentori chiusi 4 a parte quelli del primo circuito
Guaina in PE
4 1
Istruzioni 1 rubinetto di scarico aperto 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse detentori del primo circuito vengono chiusi e poi si prosegue con lanello successivo ripetendo loperazione fino al caricamento 4 completo di tutti i circuit
Acquedotto
2
scarico
Guaina in PE
91
PROGETTAZIONE
Istruzioni 1 rubinetto di scarico chiuso 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse 4 valvole e detentori tutti aperti
Messa in pressione
4 1 2 3
POMPA
Guaina in PE
Attenzione: se nel periodo di completamento della costruzione vi pericolo di gelate caricare il tutto tramite pompa elettrica con una miscela adeguata di antigelo, oppure caricare limpianto con aria compressa . In tal caso il caricamento ad acqua va comunque effettuato prima della messa in funzione dellimpianto stesso .
Istruzioni 1 rubinetto di scarico chiuso 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse 4 valvole e detentori tutti aperti La pressione pu variare in funzione della temperatura di 1 bar entro le prime 24 ore .
fine caricamento
4 1 2 3
Guaina in PE
Attenzione: limpianto dovr rimanere in pressione fino allultimazione dei massetti; il controllo avverr per mezzo dellapposito manometro . Per svuotare limpianto ripetere le operazioni elencate nel procedimento di caricamento sostituendo lacquedotto con un compressore ad aria . Limpianto dovr rimanere in pressione fino allultimazione dei massetti e il procedimento di collaudo deve essere documentato [7]; il controllo avverr per mezzo dellapposito manometro . N.B.: La pressione pu variare in funzione della temperatura di 1 bar entro le prime 24 ore . Per i periodi invernali si dovranno adottare tutte le precauzioni necessarie atte a prevenire le possibili conseguenze di congelamenti dellacqua nellimpianto installato . Per scaricare limpianto ripetere le operazioni elencate nel procedimento di caricamento sostituendo lacquedotto con un compressore ad aria . Una volta installato limpianto secondo gli standards stabiliti dalle norme tecniche di riferimento, il cantiere pronto per la consegna allimpresa .
Consegna allimpresa
Limpianto cos realizzato consegnato allimpresa di costruzioni per la posa del massetto; compito dellimpresa vigilare sullintegrit dellimpianto fino a completamento del massetto . Il massetto di copertura andr realizzato negli spessori, dimensioni e composizione prescritti dalle normative e dalla Direzione Lavori . Unutile precauzione cautelativa da parte dellinstallatore trasferire allimpresa alcune informazioni relative alla posa del massetto che sono di seguito elencate .
92
Massetto tradizionale
La realizzazione e stesura del massetto tradizionale non cambiano in presenza di un impianto a pavimento . Le precauzioni aggiuntive riguardano solamente lintegrit delle tubazioni e dellisolante . Quando si movimenta la malta devono essere adottate procedure di rispetto per limpianto posato: per esempio, nella realizzazione dei percorsi di passaggio, sono da evitare le tavole che contengono chiodi, anche se ribattuti; meglio posare cartoni . Il rovesciamento del materiale impastato non deve avvenire appoggiando la carriola sulle tubazioni . Non devono essere appoggiati carichi importanti sullimpianto [6] .
Spessori:
Secondo le normative relative, lo spessore del massetto di copertura non deve essere inferiore alla misura di 45 mm e tale spessore va considerato a partire dal punto pi alto dellimpianto (tubazione o estremit bugna) .
Stesura:
La stesura deve avvenire mantenendo tutti gli elementi posati con limpianto a pavimento . Non va rimossa la striscia perimetrale posta lungo tutto il perimetro dei singoli locali . Nello stesso modo non vanno rimossi i giunti di dilatazione, sia quelli posizionati in corrispondenza di tutte le porte interne e sia quelli disposti trasversalmente i locali laddove necessario . La stesura del massetto deve avvenire ad una temperatura ambiente non inferiore ai 5C, e tale limite deve essere rispettato per almeno tre giorni a lavoro ultimato . Nei tre giorni si deve garantire al massetto unasciugatura lenta; per questo motivo durante questo periodo il massetto va protetto dallirraggiamento del sole e da correnti daria: di norma sufficiente chiudere ledificio per raggiungere lobiettivo [6] . buona norma inserire nel massetto una rete metallica o altro elemento equivalente con funzioni antiritiro .
Composizione:
Limpasto deve essere realizzato usando inerti in granulometria varia da 0 a 8 mm e cemento 325 in ragione di 3 q/m3 con laggiunta di fluidificante (fornito con limpianto) in misura di 1 litro per quintale di cemento . Ne risulta un massetto dalla consistenza come in figura 8 . Lutilit delladditivo superfluidificante sta nella sua capacit di migliorare la lavorabilit dellimpasto di calcestruzzo utilizzando meno acqua e garantendo al tempo stesso presenza daria in misura non superiore al 5% [6] . Leccesso dacqua il maggior responsabile del ritiro differenziale del massetto . Infatti, lacqua contenuta nel calcestruzzo e introdotta a causa del processo di idratazione del cemento evapora soprattutto sulla faccia superiore del massetto, cio sulla faccia esposta allaria . Ci provoca il fenomeno dellimbarcamento del massetto e della successiva fessurazione del pavimento a causa dei carichi di esercizio che costringono il massetto a riprendere la configurazione iniziale di totale appoggio al solaio . Per evitare tutto ci bisognerebbe ridurre i fattori che sono maggiormente responsabili del ritiro del massetto . Di seguito riportato un articolo tratto da "Realt Mapei n43", dove il prof . Mario Collepardi, docente al Dipartimento di Scienza dei Materiali e della Terra della facolt di Ingegneria dellUniversit di Ancona, spiega il fenomeno del curling del massetto [8] . Segue larticolo in cui lo stesso prof . Collepardi indica il responsabile di tale fenomeno e le procedure da adottare per evitarlo (Realt Mapei n44) [9] .
93
PROGETTAZIONE
Imbarcamento e fessurazione
I massetti possono essere definiti come strutture stratiformi, sottili (48 cm) applicate su substrati in calcestruzzo preesistenti (solai o pavimentazioni) la cui superficie in genere irregolare e necessita, appunto, di un rivestimento superficiale per acquisire la richiesta planarit . Unaltra funzione importante del massetto quella di consentire lalloggiamento di tubazioni o cavi di servizio adagiati sul substrato e annegati nel massetto . In generale, il massetto agisce da strato intermedio tra il substrato e ladesivo che viene applicato sul massetto stesso per lincollaggio del rivestimento finale in ceramica, pietra, legno o materiale plastico (moquette, gomma ecc .) . Talvolta, per eliminare gli inevitabili difetti del massetto, sinterviene prima di applicare ladesivo con una malta fluida rasante, molto spesso autolivellante, per perfezionare la planarit . Lo strato della malta rasante ha anche la funzione di rendere levigata, oltre che planare, la superficie del massetto per i rivestimenti resilienti . Nella fig . 1 viene mostrata schematicamente la sezione di un pavimento con i vari strati sopra menzionati, incluso un foglio di polietilene che agisce come barriera al vapore che potrebbe migrare dal substrato verso il massetto . Per esplicare adeguatamente la sua funzionalit, un massetto deve essere planare, asciutto e pulito al momento dellapplicazione delladesivo per incollare il rivestimento superficiale . Esso, inoltre, deve essere dimensionalmente stabile in relazione alle condizioni igrometriche di servizio che, anche in luoghi riparati dallambiente esterno, possono prevedere sia pure discontinuamente o eccezionalmente presenza dacqua libera per caduta o perdita accidentale da altre fonti . Infine, un massetto deve essere affidabile in termini di durabilit e cio non interagire negativamente con il substrato, la malta autolivellante e ladesivo . Rispetto a tutte le altre strutture in calcestruzzo, la pavimentazione in generale ed il massetto in particolare presentano alcune significative singolarit: estensione superficiale considerevole rispetto allo spessore; esposizione allaria subito dopo il getto .Queste caratteristiche rendono la pavimentazione ed il massetto particolarmente vulnerabili - rispetto a tutte le altre strutture - a due fenomeni tipici che riguardano i conglomerati cementizi: ritiro igrometrico; bleeding . A differenza di molti altri materiali da costruzione, il calcestruzzo si contrae se lumidit relativa (U .R .) dellambiente scende al di sotto di un certo valore (circa 95%) . Quando ci si verifica, lacqua contenuta nel calcestruzzo evapora ed il materiale si accorcia . Tuttavia, poich levaporazione non avviene uniformemente in tutta la struttura, anche il ritiro si manifesta in modo differenziale .
fig. 1 rappresentazione schematica di una pavimentazione in calcestruzzo rivestita
rivestimento adesivo rasatura tubo di servizio foglio di polietilene ferro di armatura massetto
substrato
(solaio in c .a .)
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Le conseguenze del ritiro differenziale sono particolarmente evidenti in una struttura - come il massetto - nella quale la faccia superiore (quella esposta allaria si asciuga e tende a contrarsi, mentre quella inferiore protetta dallevaporazione) non subisce sostanzialmente ritiro e rimane stabile . Le conseguenze di questo diverso comportamento possono portare a due situazioni estreme: imbarcamento (curling) del massetto se non esiste (per esempio, per effetto della barriera al vapore in polietilene) alcuna aderenza al substrato e la lastra e libera di alzarsi (fig . 2a); fessurazione dello strato superficiale se laderenza al substrato vincola la faccia inferiore a rimanere nella dimensione iniziale (fig . 2b) .
massetto
In realt, la fessurazione si verificher successivamente anche nel massetto imbarcato per effetto dei carichi in servizio a causa dellimperfetto appoggio sul substrato (fig . 3) . Nel numero successivo verranno esaminati gli accorgimenti da adottare per produrre massetti cementizi privi dei difetti (imbarcamento e fessurazione) descritti in questo articolo . Questi accorgimenti riguardano sia la qualit del materiale impiegato, sia le operazioni di messa in opera . . ."
fig. 3 rottura e flessione del massetto imbarcato a seguito di carichi in servizio
massetto fessurato
95
PROGETTAZIONE
Nel precedente articolo (massetti per pavimenti - parte I - rischio di imbarcamento e fessurazione) sono state esaminate le conseguenze negative del ritiro del conglomerato cementizio in termini dimbarcamento e fessurazione dei massetti . In questo articolo si prendono in considerazione i parametri per minimizzare il ritiro . In teoria ci sono a disposizione due possibilit per ridurre il ritiro e le sue conseguenze in termini di imbarcamento o fessurazione: mantenere umida la superficie superiore del massetto al pari di quella inferiore; ridurre quei fattori che sono maggiormente responsabili del ritiro . La prima soluzione non di fatto praticabile, soprattutto nei massetti che debbono necessariamente asciugarsi (e spesso rapidamente) prima dellapplicazione delladesivo: infatti, leventuale umidit residua nel massetto, oltre una certa soglia, migrerebbe lentamente nel rivestimento superficiale con pregiudizio della stabilita di questultimo (distacco del legno, scollatura dello strato di gomma, ecc .) . La seconda soluzione comporta unattenta valutazione dei parametri che influiscono sul meccanismo del ritiro . In un conglomerato cementizio sono individuabili due componenti essenziali: la matrice cementizia la frazione lapidea . Grazie al processo di idratazione del cemento, gli elementi lapidei sciolti diventano un materiale composito monolitico, dove i singoli elementi risultano "incollati" dalle particelle che si formano per idratazione del cemento . Tuttavia, i due componenti del materiale composito presentano un comportamento significativamente diverso, nei confronti dellessiccazione, allorquando lacqua residua abbandona il materiale verso lambiente insaturo di umidit (U .R . < 95%) . Mentre la microstruttura della roccia che costituisce i singoli elementi lapidei molto densa e compatta, quella della matrice cementizia si presenta porosa (fig . 1), e la porosit tanto maggiore quanto pi elevata la quantit di acqua (a) impiegata in relazione al quantitativo di cemento (c), cio quanto pi alto il rapporto in massa acqua/cemento (a/c) . Quando lacqua abbandona il conglomerato cementizio, si verifica una contrazione della matrice cementizia, mentre trascurabile o nulla la variazione dimensionale della frazione lapidea . Ci sono due parametri sui quali possibile intervenire per ridurre il ritiro del conglomerato cementizio: ridurre la frazione di pasta di cemento responsabile del ritiro in favore della frazione lapidea esente da ritiro: ci equivale a dire che, per ridurre il ritiro occorre aumentare linerte lapideo (i) e ridurre il cemento (c), cio aumentare il rapporto i/c; ridurre il rapporto a/c per diminuire la porosit della matrice cementizia e quindi la sua tendenza a perdere umidit . Nella tabella 1 sono mostrati i valori di ritiro misurato dopo 1 mese di esposizione in ambiente con U . R . del 50% per alcuni conglomerati cementizi . Per esempio, a parit di rapporto a/c (0,40) la miscela A presenta un ritiro maggiore della miscela B per il minor rapporto i/c . Daltra parte a parit di rapporto i/c (7), la miscela D presenta un minor ritiro rispetto alle miscele E e f per un minor rapporto a/c . Da un punto di vista pratico, per poter ridurre il rapporto a/c ed aumentare il rapporto i/c al fine di diminuire il ritiro, occorre: adottare la pi bassa consistenza possibile per ridurre lacqua di impasto; impiegare additivi capaci di ridurre lacqua a parit di consistenza; impiegare inerti lapidei assortiti granulometricamente e di maggior diametro massimo (possibilmente 8 mm) .
Mix n A B C D E f i/c 3,0 4,5 6,0 7,0 7,0 7,0 a/c 0,40 0,40 0,40 0,40 0,50 0,60 Ritiro (m/m) 400 250 150 100 200 300
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Acqua* (kg/m3) impiegata alla consistenza dellimpasto asciutta 180 160 140 plastica 200 180 160 uida 220 200 180
N.B.: i valori acqua di impasto possono essere ridotti fino al 30% con limpiego di additivi superfluidificanti . La tabella 2 mostra linfluenza dei suddetti parametri sul quantitativo di acqua e quindi - per un determinato rapporto a/c - sul quantitativo di pasta cementizia responsabile del ritiro . Per esempio, in una malta a consistenza plastica, con aggregati aventi diametro massimo di 4 mm, lacqua di impasto (tabella 2) circa 200 kg/m3; se il rapporto a/c di 0,40 il dosaggio di cemento risulter: 200/0,40 = 500 kg/m3 . Pertanto il quantitativo totale di pasta ammonta a 200 + 500 = 700 kg/m3, mentre la quantit di inerte lapideo (calcolato per differenza attraverso un bilancio di volume) di 1500 kg/m3 . Quindi il ritiro a 1 mese di questa malta - caratterizzata da un rapporto i/c di 3 e da un rapporto a/c di 0,40 - e di circa 400 m/m (tabella 1) . Se si impiega un betoncino a consistenza asciutta, con diametro massimo da 8 mm, dacqua di impasto (tabella 2) scende a 160 kg/m3 e con lo stesso rapporto a/c di 0,40, il dosaggio di cemento diminuisce a: 160/0,40 = 400 kg/m3 . Pertanto la quantit di pasta di cemento nel betoncino scende a 160 + 400 = 560 kg/m3, mentre quella dellinerte sale a 1810 kg/m3 . Ne consegue che per questo betoncino - caratterizzato da un rapporto i/c di 4,5 e da un rapporto a/c di 0,40 - il ritiro scende a 250 m/m (tabella 1) . Se, infine, a questo stesso betoncino si aggiunge un additivo capace di ridurre lacqua di impasto da 160 a 115 kg/m3 a parit di consistenza asciutta, il dosaggio di cemento - a pari rapporto a/c di 0,40 - diventa: 115/0,40 = 288 kg/m3 . Pertanto la quantit di pasta cementizia si riduce ulteriormente a 115 + 288 = 403 kg/m3, mentre il quantitativo di inerte sale, per differenza, a circa 2025 kg/m3 . Ne consegue che il ritiro di questo betoncino-additivato con superfluidificante, caratterizzato da un rapporto i/c di 7 e da un rapporto a/c di 0,40 - scende ulteriormente a 100 m/m (tabella 1) . I valori di acqua di impasto riportati in tabella 2, ed i conseguenti quantitativi di pasta cementizia sopra calcolati, si riferiscono ad inerti granulometricamente ben assortiti . Se linerte poco assortito, e tende ad un sistema monogranulare, aumentano i vuoti interstiziali tra gli elementi lapidei ed occorre impiegare un maggior quantitativo di pasta cementizia per riempire questi vuoti con conseguente aggravio del ritiro .
Conclusioni
Per minimizzare il ritiro dei massetti per pavimenti ed i conseguenti rischi di imbarcamento e fessurazione occorre: - minimizzare lacqua di impasto adottando consistenze asciutte per la posa in opera ed impiegando additivi riduttori di acqua - massimizzare, nei limiti del possibile, il diametro massimo dellaggregato per minimizzare il contenuto di pasta cementizia responsabile del ritiro " Nel caso di massetti molto liquidi si consiglia di prevedere unulteriore foglio in polietilene sopra lisolante .
97
PROGETTAZIONE
Massetti autolivellanti
Si tratta di una tipologia di massetto caratterizzata dalla maggiore lavorabilit con conseguente garanzia di posa veloce e con ottima planarit del lavoro finito anche per ampie superfici e per spessori ridotti . Sono premiscelati secchi che consentono, grazie alla presenza di composti particolari, di ottenere un impasto liquido con minore percentuale di acqua rispetto ai massetti tradizionali, miscelati in cantiere . A seconda del tipo di componenti si distinguono in due tipi: - massetti a base di anidride - massetti a base cementizia In entrambi sono presenti additivi chimici che consentono di rendere maggiormente fluido il prodotto, con minore quantit di acqua . Per questo motivo, in questi casi non va utilizzato ladditivo preventivato con il dimensionamento dellimpianto .
Spessori:
Per la presenza di anidride nei massetti autolivellanti del primo tipo e di cementi speciali nei massetti del secondo tipo, le caratteristiche meccaniche del prodotto finito sono superiori a quelle dei massetti tradizionali . Le Ditte produttrici assicurano resistenza meccanica come da normativa gi per spessori di 3035 mm .
Stesura:
Il getto di autolivellante deve avvenire in modo da evitare che la massa liquida penetri sotto limpianto e si attacchi alla struttura . Per questo motivo, in assenza di impianto a pavimento, stesi fogli in polietilene che vanno sovrapposti per almeno 25 cm e rimontano le pareti in modo da superare il livello finito di qualche centimetro . In presenza di impianto a pavimento i fogli in polietilene dovranno essere posati tra lisolante e la tubazione, sempre che il pannello stesso non sia gi dotato di una barriera propria . Per gli impianti a pavimento con lastre sagomate si dovr controllare il corretto incastro tra di loro . Come nel caso di massetto tradizionale, il getto deve avvenire rispettando i giunti di dilatazione, i tagli del massetto previsti dal progettista e individuabili in cantiere grazie agli elementi lasciati come corredo dellimpianto a pavimento dallinstallatore . Avendo la possibilit di ridurre di ca . 1 cm lo spessore del massetto, evidente che con massetti autolivellanti limpianto a pavimento pu funzionare con rese ancora maggiori . Tra le due tipologie di massetto autolivellante, quello a base di anidride migliora la conduttivit del massetto avendo un valore di = 1,8 W/m K, contro il = 1,4 W/m K valido per massetti di base cementizia .
Sottofondi in sabbia
Si tratta di sottofondi naturali realizzati in sabbia . Sono tipi di sottofondo normalmente proposti in sostituzione ai massetti standard additivati quale prodotto naturale privo di alcun componente chimico . Li si trova spesso in abbinamento alla posa del legno in modo da offrire un pacchetto pavimento+supporto dalle seguenti caratteristiche: - migliore abbattimento al calpestio - maggiore morbidezza al camminamento (passo felpato) Spessori: A seconda che la posa della sabbia avvenga direttamente sullimpianto a pavimento o su un primo strato di copertura dellimpianto stesso, gli spessori saranno quelli rappresentati in gra98
fica . Si hanno quindi 40 mm di sabbia posata direttamente sullimpianto oppure 20 mm di sabbia posata su un autolivellante di copertura dellimpianto di spessore totale 3040 mm . Sulla sabbia poi viene posato un pannello in oSB o di fibra di gesso di spessore 12 mm sul quale si realizza il pavimento in legno .
Procedure di posa
Nel caso limpianto di riscaldamento a pavimento sia coperto direttamente dalla sabbia i pannelli isolanti dellimpianto a pavimento devono essere fissati in maniera stabile al sottofondo e essere ricoperti di un foglio in polietilene per evitare che la sabbia penetri sotto limpianto . Nel caso invece che limpianto venga coperto da una gettata di autolivellante, si dovr fare un getto di 3040 mm sullimpianto secondo le metodologie consigliate dalle ditte produttrici di massetti autolivellanti avendo cura di rispettare le indicazioni gi sopra descritte relativamente alle cure in pi da dedicare allimpianto a pavimento . Si procede quindi alla stesura della sabbia . Si tratta di sabbia silicea che deve aver subito un processo di essiccazione in appositi forni . Il coefficiente di conducibilit termica ad essa assegnabile = 0,6 W/m2K . Viene vibrata e battuta in pi riprese con appositi macchinari per garantirne la compattezza ai fini delle necessit meccaniche di supporto alla pavimentazione e migliorare la sua capacit di trasferire calore al pavimento . Sopra la sabbia viene posata della carta oleata, quindi il pannello di sostegno del parquet . Si tratta di pannello in oSB o, per favorire la trasmissione di calore, in fibra di gesso . Viene posato in senso ortogonale a quello del parquet lasciando uno spazio tra pannello e pannello di 2/3 mm; i pannelli vengono poi graffati fra di loro . Segue per finire la posa del parquet nelle varie finiture, secondo le preferenze del committente, inchiodandolo al pannello sottostante .
14 12 40
14 12 20 40
Spessore secondo UNI EN 1264-4
99
PROGETTAZIONE
Massetto a secco
Si tratta di pannelli di sostegno alla pavimentazione in fibra di gesso . Sono normalmente proposti sullimpianto a pavimento a secco in sostituzione ai massetti standards qualora lo spazio disponibile inferiore ai 3035 mm di spessore minimo consigliato per massetti autolivellanti . Si prestano inoltre a essere impiegati sopra limpianto a pavimento a secco nei casi in cui importante ridurre il peso specifico del pacchetto (solai o soppalchi in legno) . Spessori: A seconda del tipo di utilizzo degli ambienti nei quali il massetto a secco realizzato, varia il carico minimo al quale il pannello di fibra di gesso deve resistere; di conseguenza varia anche il suo spessore . Procedure di posa N.B.: La superficie deve essere assolutamente planare in quanto il sottofondo a secco deve gravare su tutta la superficie . Le lastre vengono normalmente incollate sul loro bordo battentato e fissate con viti o graffe . Si posano sfalsate di almeno 20 cm . Nella posa delle lastre in fibra di gesso bisogna avere cura di rispettare giunti di dilatazione e striscia perimetrale .
100
PROGETTAZIONE
102
50
40
Temperatura
30
20
10
4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
5 6
Stagionatura *
Riscaldam. Mantienimento max temper. Reffred. Stabilizzazione 4 giorni 5 giorni 10 giorni 3 giorni
Posa
Assestamento 6 giorni
Stabiliz. 3 giorni
Temperatura e precauzioni
La temperatura superficiale del pavimento riscaldato, per ragioni fisiologiche, non deve superare i 26-29C nelle zone di soggiorno e i 35C nelle altre zone . Per evitare fessurazioni del parquet posto in opera, opportuno evitare di coprire i pavimenti con tappeti o altri materiali isolanti termici . inoltre importante mantenere unadeguata umidit relativa dellaria (50-60%) per garantire un sufficiente equilibrio nel contenuto dumidit del legno e una buona salubrit ambientale . Durante lincollaggio del pavimento di legno va assolutamente evitato lincollaggio dei fianchi degli elementi del parquet . Nota: Sulla base delle caratteristiche proprie del legno non si pu escludere la formazione di fessurazioni durante il periodo di riscaldamento . Se esse sono regolarmente distribuite sulla superficie non costituiscono difetto e devono essere tollerate . Nel caso che il pavimento sia costituito da strati di diversi materiali, il valore complessivo di resistenza termica dato dalla somma delle resistenze termiche dei singoli strati . Riportiamo, a titolo orientativo, nella tabella a pie di pagina, le resistenze termiche dei diversi tipi di parquet, i cui valori risultano essere buoni . Lumidit del parquet deve essere attentamente controllata prima della posa, per verificare che non sia superiore ai valori massimi ammessi . Nella posa di pavimenti galleggianti, va considerata la resistenza termica dello strato disolamento acustico (di circa 2,5 mm di spessore) che va posto sotto il pavimento . Nota: Per la posa dei pavimenti galleggianti seguire attentamente le indicazioni del produttore .
resistenza termica 0,038 0,048 0,105 0,0480,065 0,11 m2 K/W m2 K/W m2 K/W m2 K/W m2 K/W
103
PROGETTAZIONE
7 6 5
1 Profili a U 2 Tappo 3 Guaina 4 Raccordi 20/8/20 5 Tubo MidiX 20 x 2 mm 6 Gomiti 7 Tubo MidiX 8 x 1,1 mm 8 orditura primaria 9 orditura secondaria 10 Pannello intero 1250 x 2000 x 12,5 mm
10 9 8 5 4 7 2 6 3 1
14 cm
PROGETTAZIONE
sensore di umidit
L < L max . 5 m
La porzione di linea in cui si ha la disposizione a 3 tubi deve avere ampiezza sufficiente per consentire di installare i raccordi a T 20/8/20 di collegamento ai pannelli, cio di realizzare il collettore di raccordo (necessari 2T per ogni pannello intero; 1T per ogni pannello ridotto nel caso il numero di pannelli ridotti sia pari) . Il numero massimo di pannelli riscaldanti/raffrescanti interi alimentabili da ciascuna linea pari a 5 . Nel caso di locali ampi coperti da un numero maggiore di pannelli si dovranno avere pi linee di distribuzione, avendo cura per ciascuna linea di garantire i requisiti sopra indicati . La posa del tubo da 20x2 mm avviene usando quando indispensabili gli appositi giunti a gomito per i collegamenti presso le curve a 90 . In corrispondenza della zona a 3 tubi, si deve aver cura di inserire gli appositi tappi a fine tubazione . Il tubo da 20x2 mm deve essere inguainato per evitare sprechi di energia . Il collegamento delle linee di distribuzione al collettore avviene come per gli anelli dellimpianto a pavimento . Una linea di distribuzione si pu considerare un anello . La posa dei pannelli riscaldanti/raffreddanti deve avvenire a partire da un angolo della stanza secondo il disegno esecutivo fornito dal progettista . Normalmente per locali stretti e lunghi risulta pi comodo posare i pannelli in modo che la loro lunghezza coincida con il lato lungo del locale . La posa deve essere sfalsata di 50 cm per i pannelli lisci, mentre deve essere esattamente parallela per i pannelli forati . Si procede con linnesto della tubazione di adduzione MidiX 8x1,1 mm di ciascun pannello ai raccordi a T 20/8/20 presenti nel tratto a 3 tubi della linea di distribuzione precedentemente installata . Si deve aver cura in questa fase di inserire la sonda anti-condensa nel pannello e nel punto previsto da progetto, secondo le indicazioni sotto riportate . Laggancio alla struttura metallica avviene attraverso le apposite viti autoperforanti . di particolare importanza la distanza tra una vite e laltra ca ogni 20 cm .
sensore di umidit sensore di umidit
106
Pannello liscio
Pannello forato
I pannelli riscaldanti/raffrescanti di dimensione ridotta devono essere collegati in parallelo a coppie con lapposito raccordo T 8/8/8 . Se i pannelli di dimensioni ridotta previsti dal progettista sono in numero dispari, lultimo pannello deve essere collegato in parallelo con T 8/8/8 a 23 m di tubazione MidiX 8x1,1 mm da alloggiare sopra il pannello stesso prima di realizzare linnesto con la tubazione 20x2 mm di ritorno al collettore . In entrambi i casi il tratto di collegamento tra i T 8/8/8 e i T 20/8/20 deve essere fatto con tubazione MidiX 8x1,1 mm avente lunghezza pari a 5 m . Laddove previsto va alloggiata la fibra di vetro prima dellaggancio dei pannelli . Nel perimetro del locale deve essere previsto un apposito giunto che contenga le dilatazioni durante le fasi di riscaldamento e raffrescamento; fughe di dilatazione e interruzioni dellorditura metallica devono essere realizzate per il raffrescamento per lunghezze superiori a 15 m o superfici maggiori di 100 m2, e per il riscaldamento per lunghezze maggiori di 7,5 m o superfici maggiori di 50 m2 .
linea di distribuzione realizzata con tecnica del ritorno inverso con tubazione 20 x 2 mm
raccordi a T 20/10/20
Collaudo a pressione
Terminata la posa dellimpianto, e prima della posa delle parti non attive a completamento dellimpianto, si procede al caricamento e alla messa in pressione secondo le indicazioni riportate nella parte a pavimento .
Completamento
Dopo la prova a pressione possibile chiudere il soffitto/parete in tutte le sue parti e procedere con la stuccatura delle fughe con nastro microforato e la copertura delle teste delle viti . Trascorse 24 ore si pu procedere alla preparazione delle superfici per la pittura con un trattamento preliminare impregnante in modo da rendere uniforme il grado di assorbimento superficiale e rendere omogenea la colorazione ed evitare alterazioni nel tempo .
107
PROGETTAZIONE
muro *
lastra celenit spess . variabile profilo a U DN 12 intonaci specifici adatti alla realizzazione di spessori di 30 mm Tubo 12x2 mm
108
ficie necessaria . I pannelli si possono alternativamente fissare con malta di cemento e sabbia o con collanti per il cartongesso . Le malte vengono applicate sul pannello in strisce trasversali parallele al lato breve, distanziate di 30-50 cm o per punti (15 per m2) . Il pannello viene quindi applicato alla muratura con leggera pressione e, se necessario, fissato con 4 chiodi agli angoli nella prima fase di presa .Il celenit deve essere posato prima dellapplicazione delle tubazioni da parte dellimpresa edile .
Giunto di dilatazione
La superficie dedicata allimpianto a parete dovr essere delimitata da un giunto di dilatazione che dovr essere ripreso a intonaco finito .
Collaudo a pressione
Terminata la posa dellimpianto completa anche della parte a pavimento, si procede al caricamento e alla messa a pressione secondo le indicazioni riportate anche nella parte a pavimento .
PROGETTAZIONE
Bibliografia
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110
CASE E VILLE
EDIFICI PLURIFAMILIARI
RISTRUTTURAZIONI
SOLUZIONI SPECIALI
UFFICI E TERZIARIO
EDIFICI INDUSTRIALI
APPLICAZIONI
EUROTOP
pag. 128
EUROSUPER
pag. 136
poliuretano + gomma/sughero 21+3 mm DLw 27dB B*=140 kg/m DLw 24dB B*=80 kg/m
2 2
lD poliuretano
Spessori
Acustica*
UNI EN 12354-2
Tubo
18x2 | 20x2 mm
Tubo
18x2 | 20x2 mm
ECOPLUS
ARIA PURA ALLINTERNO
pag. 120
EUROCOMPACT
pag. 280
fibra di legno 0,038 W/mK 25 | 35 mm DLw 31dB B*=140 kg/m DLw 27dB B*=80 kg/m
2 2
Tubo
112
Tubo
18x2 mm
pag. 289
EUROPLUS-SILENTIUM
pag. 152
EUROPLUS-LAMBDA
pag. 144
EPS (grafite) accoppiato a guaina in fibra di gomma 0,030 W/mK 32 mm DLw 37dB; Ln,w 55dB 18x2 | 20x2 mm
pag. 288
Tubo
pag. 296
EUROPLUS-FLEX
pag. 160
EUROFLEX RIVESTITO
pag. 168
113
APPLICAZIONI
ECOEN AWX-H: Pompa di calore reversibile ad alta efficienza ottimizzata per il funzionamento in riscaldamento con scambiatore a piastre in contro-corrente nella fase di riscaldamento (+7%), batteria alettata con passo ampio e desurriscaldatore nei tubi alla base dello scambiatore a pacco alettato per ridurre i cicli antigelo. Questa linea di pompa di calore funziona, in modalit riscaldamento, con temperatura dellaria esterna da -15C a + 30C, producendo acqua calda fino a 55C ed in modalit raffreddamento con temperature dellaria da -10 a +45C. ECOEN AWP-H: Pompa di calore reversibile
ottimizzata per il raffrescamento. Gli scambiatori a pacco alettato utilizzano tubi in rame da 8 mm che permettono un migliore scambio termico e il funzionamento silenzioso dei ventilatori. Il loro generoso dimensionamento garantisce la produzione di acqua refrigerata anche con temperature dellaria esterna di 51C e, in modalit riscaldamento, con temperature dellaria esterna da -10C a + 20C, producendo acqua calda fino a 53C
EUROMAX10
pag. 190
EUROSLIM
pag. 202
ECOEN AWP-C: Chiller sviluppato per la produzione di acqua refrigerata. Gli scambiatori a pacco alettato utilizzano tubi in rame da 8 mm che permettono un migliore scambio termico e il funzionamento silenzioso dei ventilatori. Il loro generoso dimensionamento garantisce la produzione di acqua refrigerata anche con temperature dellaria esterna di 51C
Tutte le macchine sono dotate di una ampia serie di accessori per adeguarle alla specifica situazione e accentuarne le caratteristiche migliori.
EUROFLEX R
SISTEMA A PAVIMENTO: SOLUZIONE IDEALE PER MASSETTI AUTOLIVELLANTI
Isolante lD Spessori Tubo polistirene espanso 0,035 W/mK 10/30 18x2 mm
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EUROCLIMAX PARETE
pag. 256
TUBAZIONE MidiX
SUPERIORIT CERTIFICATA
Eurotherm orgogliosa di presentare MidiX, la nuova tubazione per sistemi radianti ad elevata efficienza realizzata in materiale di ultima generazione PE-RT di tipo II a 5 strati con barriera allossigeno centrale. Nettamente superiore per resistenza meccanica alle tubazioni di vecchia generazione, il MidiX applicabile in molteplici campi perch soddisfa i requisiti delle classi 1, 2, 3, 4 e 5 secondo UNI EN ISO 10508. adatto anche per applicazioni nel settore sanitario e per impianti funzionanti ad alta temperatura (Classe 5). Il MidiX rappresenta unevoluzione del MIDI Composite, tubazione largamente impiegata nel settore del riscaldamento e raffrescamento radiante per le sue elevate prestazioni. Grazie allutilizzo del PE-RT tipo II, nelle applicazioni a bassa temperatura (classe 4) il nuovo tubo resiste a tensioni il 14% pi elevate rispetto al PE-RT tipo I. A garanzia della sua comprovata superiorit tecnica, la prima tubazione in corso di certificazione a livello internazionale con marcatura CE per sistema completo di raccordi.
EUROSPORT
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ECOWALL
pag. 264
EUROMAX20
pag. 190
EUROPLAN
pag. 248
APPLICAZIONI
pag. 315
EUROCLIMAX-SOFFITTO
270
MODULO RADIANTE
pag. 242
pag. 310
SISTEMA A PAVIMENTO: MASSIMA FLESSIBILIT DI UNA SOLUZIONE MODULARE PER PAVIMENTI SOPRAELEVATI
Isolante l Tubo fibra di vetro 0,036 W/mK 10x1,3 mm
pag. 303
EUROPLUS-FLEX
pag. 160
EUROFLEX RIVESTITO
pag. 168
116
pag. 291
EUROINDUSTRY
pag. 228
EURORETE
pag. 220
pag. 321
pag. 214
EUROBARRA
pag. 236
APPLICAZIONI
118
SISTEMI A PAVIMENTO Sistema ecoplus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 Sistema eurotop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128 Sistema eurosuper . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136 Sistema europlus-lambda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144 Sistema europlus-silentium . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152 Sistema europlus-flex . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160 Sistema euroflex rivestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168 Sistema euroflex R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182 Sistema euromax . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 Sistema euroslim . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 202 Sistema euroflex non rivestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214 Sistema eurorete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220 Sistema euroindustry . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228 Sistema eurobarra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236 Sistema modulo radiante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242 Sistema europlan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248 Sistema eurosport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 252
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SISTEMI A PAVIMENTO
SCHEDA TECNICA
sistema:
ecoplus
min. 88 mm 45 mm 18 mm 25|35 mm
Tubo Interassi cm
18x2 mm 10 | 15 | 20
Per massetti molto liquidi (classe di consistenza>S3) inserire un foglio di polietilene da 0,1 mm (art . 30117) sotto la tubazione . Si raccomanda che ogni operazione successiva alla posa del sistema ecoplus avvenga evitando il contatto del pannello isolante con acqua .
120
articolo art . 80100 art . 80102 art . 10049 art . 10050 art . 20318 art . 20021 art . 80315 art . 80314 art . 80330-c14 art . 80330-c19 art . 30105-c10 art . 30105-c14 art . 30107 art . 30104
descrizione lastra isolante ecoplus | 24/25 mm lastra isolante ecoplus | 33/35 mm lastra isolante in sughero | 20 mm lastra isolante in sughero | 30 mm tubo MidiX | 18 x 2 tubo PE-Xa b .oss . | 18 x 2 fermalastra ecoplus clips ecoplus
sistema ecoplus
Ai componenti del sistema ecoplus riportati nella tabella a fianco vanno aggiunti i collettori di distribuzione, le cassette, e la regolazione pi adatta alle esigenze . Per utilizzare limpianto in raffrescamento occorre prevedere ulteriori componenti per il trattamento dellaria .
SISTEMI A PAVIMENTO
striscia perimetrale ecoplus in cartone cerato - H 14 cm striscia perimetrale ecoplus in cartone cerato - H 19 cm giunto ecologico ecoplus in cartone cerato - H 10 cm giunto ecologico ecoplus in cartone cerato - H 14 cm additivo europlast guaina isolante rete elettrosaldata zinc . maglia: 5 x 5 cm - antiritiro massetto filo da 2 mm fibra polimerica antifessurazione (dos . cons . 2 kg/m3) foglia in PE da 0,1 mm
art . 30027
Il sistema del tipo A come definito dalla UNI EN 1264-1 . La resa pertanto calcolabile secondo UNI EN 1264-2 . Il sistema Ecoplus ha anche resa determinata mediante simulazioni numeriche alle differenze finite secondo EN 15377 dal Dipartimento di Fisica Tecnica dellUniversit di Padova . Distribuzione delle isoterme nel caso di sistema
ceramica
parquet
q = 4.9151
legno
stante 20 C .
q = 9.6536
W/m2
q = 6.6029
121
SCHEDA TECNICA
sistema:
ecoplus
Normative
DIN 4102, 4108, 4726, 16833, 52210-3 uNI EN 1264, 13171, 13501-1, 1264 ISO 868, 1183, 10508, 10456, 22391, 24033, 17455 N B 601ST, B3800
Nota: i marchi riportati sono riferiti al pannello ecoplus e non al sistema
pannello ecoplus
*q la potenza specifica resa e qu la potenza specifica persa per: rivestimento con resistenza termica 0,035m2K/W (pavimento misto ceramica/parquet); solaio con resistenza termica 0,37m2K/W; rasatura impianti con 8cm di materiale avente conducibilit termica 0,15W/mK; ambiente sottostante garage aperto a 10C
conducibilit termica dichiarata lD resistenza termica dichiarata (ecoplus 24) RD resistenza termica dichiarata (ecoplus 33) RD prestazione del sistema ecoplus 25* prestazione del sistema ecoplus 35*
0,038 W/m . K 0,55 m2K/W 0,80 m2K/W q=60 W/m2; qu=13,1 W/m2 q=60 W/m ; qu=11,4 W/m
2 2 2 2
UNI EN 12939 UNI EN 12939 UNI EN 12939 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 11925-2 UNI EN 13171
prestazione del sistema ecoplus 25 + 40 sughero* q=60 W/m2; qu=8,1 W/m2 prestazione del sistema ecoplus 35 + 40 sughero* q=60 W/m ; qu=7,5 W/m reazione al fuoco trasmissione del vapor dacqua comprimibilit codice di designazione secondo marchio CE tclasse E 5 CP2 prestazione del sistema ecoplus 35 + 60 sughero* q=60 W/m2; qu=6,4 W/m2
WF-EN 13171-T6-SD40-CP2-MUS-AF100
ON B 6015 TI ON B 3800
B2
sistema ecoplus rigidit dinamica apparente Ecoplus 24 indice di valutazione dellattenuazione del livello di pressione sonoro a partire da s=19 MN/m3 rigidit dinamica che tiene conto del contributo dato dalla presenza daria tra le fibre del pannello st=13 MN/m3 DLw=27 dB B= 80 kg/m2 DLw=31 dB B= 140 kg/m2 UNI EN 29062-1 UNI EN 12354-2 UNI EN 12354-2
Caso I 35 mm Caso II e III 25 mm + 40 mm sughero Caso IV temp . esterna 0C 25 mm + 40 mm sughero Caso IV -5 temp . esterna < 0C 35 mm + 40 mm sughero Caso IV -15 temp . esterna < -5C 35 mm + 60 mm sughero
pannello sughero compresso conducibilit termica reazione al fuoco resistenza alla compressione
carta oleata
massetto
45 mm 18 mm 25 | 35 mm min . 88 mm
foglio in PE (nel caso al di sotto ci sia: terreno, locale freddo o esterno) foglio in PE con spessore 0,1 mm in caso di applicazione di massetti con classe di consistenza superiore a S3
solaio
polietilene dimensioni de/di densit barriera ossigeno in EVOH conducibilit termica a 60C dilatazione del tubo a 50 C (DT = 30K) dilatazione del tubo a 90 C (DT = 70K) carico di rottura allungamento alla rottura modulo elastico resistenza alla temperatura temperatura massima di esercizio durezza shore pressione ma