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IL MANUALE DEL BENESSERE EFFICIENTE

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IL MANUALE DEL BENESSERE EFFICIENTE


Da oltre 25 anni sviluppiamo soluzioni e sistemi per un comfort a misura duomo orientato alla riduzione dei consumi nel rispetto dellambiente Perch benessere vuol dire risparmio

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Eurotherm spa Il Manuale del benessere efficiente 2010 www.eurotherm.info

Prodotto stampato a bilancio CO2 neutrale

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Il nostro passato la base per il nostro futuro.


Dal 1984 Eurotherm spa specialista di sistemi radianti di riscaldamento e raffrescamento ad elevata efficienza energetica. Lazienda, tra le prime imprese in Europa a credere nelle potenzialit del settore, ha da sempre puntato sulla qualit di prodotti e servizi, e sulla continua innovazione di tecnologie e materiali, con il risultato di offrire una gamma molto ampia di sistemi e regolazioni allavanguardia che rendono attive tutte le superfici: pavimento, ma anche soffitto e pareti diventano cos invisibili e silenziosi strumenti di comfort indoor.

Al centro della filosofia Eurotherm il concetto di comfort a 365, che mira a soddisfare ogni esigenza con soluzioni su misura di grande versatilit dapplicazione, capaci di operare sia in riscaldamento sia in raffrescamento, senza interruzioni per 365 giorni allanno. Da oltre 25 anni nel settore dei sistemi radianti, lazienda pu vantare migliaia di impianti realizzati, tra cui prestigiose referenze in Italia e allestero. Lattiva partecipazione in associazioni di categoria italiane ed europee, nonch la collaborazione con le principali universit tra cui quella di Padova, ha portato ad uno sviluppo della tecnologia radiante capace di far crescere il mercato fino ai livelli attuali, e di farne acquisire sempre maggiore importanza allinterno del settore degli edifici a basso consumo energetico. Forte della grande esperienza maturata e degli importanti riconoscimenti ottenuti nel corso della sua storia, Eurotherm offre oggi un mondo di servizi che curano tutti gli aspetti della realizzazione dellimpianto: dalla consulenza in fase di progettazione, allassistenza in cantiere, alla posa dellimpianto, a diagnosi energetiche e rilievi termografici sul campo per monitorarne il corretto funzionamento.

Qualificata rete di consulenti su tutto il territorio


Eurotherm si avvale di una capillare rete di consulenti, articolata su tutto il territorio, che garantisce unassistenza qualificata vicina al cliente. Provincia per provincia le nostre persone possono disporre di una vasta gamma di prodotti (ca. 2.500) di elevata qualit, in continuo sviluppo, per fornire consulenza su misura in ogni fase di realizzazione dellimpianto, dalla vendita alla post-vendita. I consulenti sul territorio hanno limportante compito di rappresentare Eurotherm e la sua filosofia aziendale in ogni contatto che instaurano sul mercato. Raccolgono in prima istanza le richieste dei clienti e se ne fanno portavoce verso lAzienda, impegnandosi a tradurle in soluzioni personalizzate ed efficaci. Periodicamente partecipano a meeting di aggiornamento tecnico su prodotti e servizi, organizzati dalla sede centrale, con cui formano un team motivato e compatto.

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Team di persone
FRANCIA

SLOVACCHIA

In ogni paese un team di persone affiatate assiste il cliente con entusiasmo, passione e flessibilit, sempre in prima linea per affrontare le sfide della crescita in Italia e dellespansione in Europa.

ITALIA

SPAGNA

Ricerca & Sviluppo


Offrire soluzioni avanzate di riscaldamento/ raffrescamento radiante della miglior qualit, per ogni specifica esigenza di benessere, questo lobiettivo che Eurotherm persegue grazie alle grandi potenzialit tecniche e attraverso il costante investimento nella Ricerca & Sviluppo di nuovi materiali e nuove tecnologie. Nel corso degli anni, i nostri ingegneri hanno depositato numerosi brevetti che hanno dato significativo impulso allo sviluppo del settore, aprendo nuove e rivoluzionarie possibilit di applicazione: sistemi radianti non pi solo a pavimento ma anche a parete e a soffitto, gestiti da strumenti di regolazione allavanguardia progettati per funzionare al ritmo delle stagioni. Oltre al riscaldamento, i nostri sistemi garantiscono infatti anche il raffrescamento estivo ad elevate temperature, in condizioni di umidit controllata. Nel processo di sviluppo particolare attenzione da sempre dedicata allefficienza energetica. Come Partner certificato CasaClima siamo portavoci di un modello di certificazione energetica famoso ormai in tutta Italia che classifica gli edifici in base al loro rendimento energetico; le nostre soluzioni radianti giocano un ruolo importante grazie alle basse temperature di funzionamento abbinate alle elevate rese termiche. Convinti sostenitori delletica della bioedilizia privilegiamo lutilizzo di materiali ecologici ed ecosostenibili, come la fibra di legno, nei componenti principali dei sistemi (pannello isolante). Per un abitare sano, in armonia con lambiente ed i suoi equilibri, alla ricerca della perfetta combinazione tra tecnologia innovativa, sostenibilit ed efficienza energetica. La partecipazione ad associazioni ed enti italiani ma anche europei, attivi nel campo delle energie alternative dello sviluppo sostenibile, nonch la collaborazione con importanti universit tra cui quella di Padova, favorisce un dinamico confronto di esperienze, che rappresenta per noi costante aggiornamento e stimolo a ricercare nuove soluzioni, allinsegna dellequilibrio tra uomo, ambiente ed energia.

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Produzione interna
Lavvio di nuove linee di produzione di lastre, collettori e componenti nello stabilimento produttivo permette significativi vantaggi in termini di flessibilit nella fornitura, e rapidit nelle consegne. I prodotti sono progettati, testati e realizzati interamente dal team di Eurotherm per garantire elevata funzionalit e performance. Costanti e severi controlli garantiscono la qualit di ogni singolo elemento.

Riscaldare a bassa temperatura

Raffrescare ad alta temperatura

Mantenere umidit controllata

Le soluzioni
Le soluzioni radianti Eurotherm considerano lutente finale come un individuo, dotato di personali esigenze di benessere che si riflettono in tutti gli ambiti della sua vita, dalla sfera privata a quella lavorativa. La soddisfazione di queste esigenze riveste per noi una fondamentale importanza. In base alla filosofia che da sempre ci guida, realizzare un impianto di riscaldamento/raffrescamento quindi un compito di particolare responsabilit, in cui le variabili da considerare sono tante, ed indispensabile comprendere le effettive caratteristiche deglia ambienti e le particolari esigenze percepite dalle persone che li vivranno. Esigenze diverse da stagione a stagione, che riusciamo a soddisfare attraverso sofisticate regolazioni in grado di gestire tempestivamente il passaggio dalla funzione di riscaldamento a quella di raffrescamento e viceversa, per garantire temperature ideali in ogni momento, in tutti gli ambienti. Passaggio silenzioso ed invisibile, che assicura il tuo benessere senza interruzioni 365 giorni lanno, dinverno come destate.

PARETE

PAVIMENTO
Partner/membro:

SOFFITTO

Comfort assicurato
Eurotherm ha scelto ALLIANZ RAS, principale compagnia assicurativa europea, per offrirvi il massimo della protezione e dellassistenza. La garanzia di Eurotherm prevede: 10 anni di assicurazione per responsabilit civile contro terzi su tutti i prodotti Eurotherm 10 anni di garanzia per difetti o vizi originari del prodotto su tutti gli isolanti e tubazioni e 2 anni su tutti gli altri prodotti Eurotherm Assicurazione contro terzi su tutti i lavori di manutenzione ed installazione effettuati da nostro personale specializzato.

Soluzioni per il risparmio energetico


Le soluzioni radianti di riscaldamento e raffrescamento Eurotherm rappresentano la scelta ideale per chi vuole ottenere in ununica soluzione benessere ed efficienza energetica per tutto lanno, con un significativo risparmio sui costi di gestione dellimpianto in ogni stagione. Con lintroduzione della linea Ecoen di pompe di calore e chiller ad elevate prestazioni sia nel caldo sia nel freddo, offriamo un pacchetto di soluzioni integrate di sfruttamento intelligente dellenergia, che contribuisce in misura rilevante ad innalzare il livello di efficienza di tutto il sistema edificio. Capaci di recuperare dallaria e dallacqua fino al 75% di energia, le nuove pompe di calore sono infatti perfettamente integrabili con i nostri sistemi radianti che, grazie al funzionamento a basse temperature, consentono di contenere i costi per lalimentazione degli impianti e quindi di risparmiare energia. Inoltre Eurotherm propone una nuova linea di unit di deumidificazione per ambienti interni civili, caratterizzata dalla assenza del compressore. Lelevata capacit di deumidificazione viene ottenuta con specifici passaggi dellaria nella macchina. I vantaggi che ne derivano sono numerosi, sia in termini di comfort per assenza di vibrazioni causate dal compressore che di risparmio energetico.

Verso Classe A
Consumare meno energia e ridurre subito le spese di riscaldamento e condizionamento. Migliorare le condizioni di vita allinterno dellappartamento aumentando il livello di comfort ed il benessere di chi vi soggiorna e vi abita. Partecipare allimpegno nazionale ed europeo per ridurre sensibilmente i consumi di combustibile da fonti fossili. Investire in modo intelligente e produttivo i nostri risparmi.

Un mondo di servizi
Il servizio pre e post-vendita, dedicato ai professionisti del settore, da sempre un nostro punto di forza e significa elevati standard di qualit non solo nei prodotti - tutti coperti da garanzia e assicurazione decennale nonch conformi alle direttive europee - ma in tutte le fasi del rapporto con il cliente. Dalla casa allufficio, dalla palestra alla chiesa, dal capannone industriale alla villa ristrutturata, i nostri sistemi radianti, a pavimento, soffitto e a parete, permettono al cliente di scegliere in ogni occasione la soluzione che meglio rispecchia le proprie esigenze ed attese. Attraverso unaccurata consulenza tecnica fin dalle prime fasi di progettazione aiutiamo il cliente ad orientarsi nella scelta del sistema radiante pi adatto, tenendo conto delle effettive caratteristiche degli ambienti e delle particolari esigenze degli utilizzatori. Forniamo assistenza anche per il calcolo ed il corretto dimensionamento degli impianti, servendoci di un apposito software che mettiamo a disposizione dei nostri collaboratori pi stretti. Eurass il nostro servizio di assistenza operativa in cantiere, per garantire una posa a regola darte nel pieno rispetto della sicurezza e delle normative di riferimento. Mettiamo a disposizione il nostro knowhow sulle specifiche del prodotto per affiancare linstallatore nella posa dellimpianto radiante e fornirgli supporto in ogni fase, dalla posa della lastra a quella del tubo. Il personale specializzato Eurass unisce alla perfetta conoscenza di sistemi e regolazioni lesperienza maturata sul campo, sistema per sistema, qualificate competenze tecniche, e unattenta gestione dei tempi di lavoro. Su richiesta, si esegue la posa completa dellimpianto fino alla consegna chiavi in mano, inclusa la messa in pressione. La nostra squadra di posatori opera su tutto il territorio ed sempre informata delle novit sulle normative che interessano la posa, e la sicurezza degli impianti (Piano Operativo della sicurezza POS) tramite corsi di aggiornamento continui.

I vantaggi
Know-how sulle specifiche dei prodotti e sistemi, che garantisce elevati livelli di qualit della posa effettuata. Rete di supporto tecnico e assistenza cantiere su tutto il territorio italiano. Certificazione TV e rispetto delle normative (piano operativo della sicurezza POS). Sistemi accompagnati da unassicurazione decennale, oltre ad una garanzia per difetti o vizi originari del prodotto su tutti gli isolanti e tubazioni.

Eurotherm Academy
Fin dagli esordi lazienda ha investito ingenti risorse nellattivit di formazione, creando lAcademy con il compito di diffondere la tecnologia radiante e le esperienze maturate in oltre 25 anni di successi. Per noi di Eurotherm fare formazione pi di un valore, una vocazione, intesa come veicolo di know-how e competenze tecniche, ma anche come espressione di entusiasmo per il lavoro svolto ogni giorno. Lofferta di corsi di formazione dedicata a tutti i professionisti nel campo della progettazione e dellimpiantistica termosanitaria. Anno dopo anno, installatori, progettisti, architetti e nuove figure professionali vengono da ogni parte dItalia per informarsi ed approfondire le proprie conoscenze in materia di riscaldamento e raffrescamento radiante, a pavimento ma anche a soffitto e parete. Argomenti centrali sono le caratteristiche e i vantaggi dei sistemi radianti a pavimento e a soffitto/parete, con esempi concreti di applicazione e suggerimenti per una corretta progettazione e installazione a regola darte, secondo le principali normative di settore. I programmi sono quindi differenziati in rapporto alla tipologia di professionisti a cui si rivolgono, se installatori o progettisti, e personalizzati in base alle effettive esigenze dei partecipanti che mirano a soddisfare. Il centro di ricerca & formazione Eurotherm Academy si sempre distinto per il carattere propriamente formativo che ha scelto di dare ai programmi dei suoi corsi, per la qualit dei contenuti, e per lesperienza e la professionalit dei relatori. Grazie al know-how maturato nel corso degli anni nel settore delledilizia a basso consumo, offriamo servizi di consulenza energetica qualificata e competente sia per le nuove costruzioni sia per il risanamento energetico di quelle gi esistenti. Il ruolo del consulente energetico di affiancare il privato, lazienda o il progettista nella scelta di soluzioni tecniche e tecnologiche efficienti dal punto di vista del rendimento energetico.

Servizi per la consulenza energetica


Aumentare le prestazioni dellinvolucro diminuendo le dispersioni una valida strategia di riqualificazione energetica, cos come ridurre i consumi connessi agli impianti, tra cui quello legato al riscaldamento e raffrescamento incide in misura sostanziale. Allinterno del nostro team, un consulente energetico certificato CasaClima esegue su richiesta diagnosi energetiche, volte a stabilire le principali fonti di dispersione e i possibili interventi migliorativi sul sistema-edificio.

CASE E VILLE

UFFICI E TERZIARIO

EDIFICI INDUSTRIALI

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PLURIFAMILIARI

RISTRUTTURAZIONE

SOLUZIONI SPECIALI

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CONSUMI ED EFFICIENZA ENERGETICA Il consumo energetico in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18 Risparmio energetico (UE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 Piano di azione legislativa per il miglioramento dell'efficienza energetica . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Le normative nazionali (IT) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

PROGETTAZIONE EFFICIENTE Progettazione efficiente per un maggiore risparmio energetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Cenni sulle case passive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Bioedilizia (green building) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Esigenze particolari degli edifici non residenziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 La progettazione per il benessere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Acustica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 L'importanza degli impianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53 Pompe di calore e chiller . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 La regolazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59

GLI IMPIANTI RADIANTI PER UN BENESSERE EFFICIENTE Comfort . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 Descrizione dell'impianto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63 Pannelli isolanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65 La tubazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .66 Normativa UNI EN 1264 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Piano di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 Posa dell'impianto a pavimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .84 Massetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 Posa degli impianti a parete e soffitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104

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PROGETTAZIONE

CONSUMI ED EFFICIENZA ENERGETICA

Il consumo energetico in Italia


A causa dei costi energetici in costante aumento e grazie alla maggiore sensibilit ai temi dellecologia e dello sviluppo sostenibile, tradotta anche in normative (es . Protocollo di Kyoto, Direttiva Europea 2002/91/CE, Dlgs . 192, 311 e Dpr . 59/09), sempre pi si va affermando la cultura del risparmio energetico; addetti ai lavori e utenti finali esprimono esigenze di riduzione dei consumi connessi agli impianti, tra cui quello di riscaldamento/raffrescamento incide in maniera sostanziale nel settore civile, come si nota dal rapporto SAIENERGIA 09 realizzato da Cresme .
CoNSUMI fINALI DI ENERGIA PER SETToRE (Mtep) ANNI 2000 - 2008
48.0 47.0 46.0 45.0 44.0 43.0 42.0 41.0 40.0 39.0 38.0 37.0 36.0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Industria Trasporti Civile

fonte: Elaborazioni su dati MSE

I consumi degli edifici ad uso civile: il settore residenziale e quello terziario Lintero patrimonio edilizio per uso civile (residenziale e terziario) consumava, nel 2007, 42,8 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, ripartite in 26,4 milioni del settore residenziale e 16,4 milioni del terziario . Si stima che nel 2008, dato lincremento del 3,6% del comparto civile, il residenziale sia arrivato a 27,2 milioni tep (tonnellata equivalente di petrolio) e il non residenziale a 17,1 milioni tep .

Consumi energetici degli edifici ad uso civile nel 2008


Residenziale 27.230 Ktep (61,4%) Energia impiegata per usi civili 44.367 Ktep Terziario 17.136 Ktep (38,6%)

La dinamica dei consumi energetici degli edifici 1990 al 2007


32 000 27 000 22 000 17 000 12 000 7 000
19 90 19 92 19 94 19 96 19 98 20 00 20 02 20 04 20 06 20 08
Scarto delle temperature medie invernali dal valore storico del periodo 1961 - 1990
3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0
0,1 n.d 0,2 0,4 0,1 0,2 -0,6 0,9 2,4

Residenziale Terziario

-0,5 -1,0

00/01 01/02 02/03 03/04 04/05 05/06 06/07 07/09 08/09

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Il settore residenziale
La composizione dei consumi residenziali vede la assoluta preminenza del gas naturale che, nel 2007, copriva ben il 56,7% dei consumi energetici (circa 15,0 Mtep) di riscaldamento, produzione acqua sanitaria e uso cucina; la seconda fonte energetica per le abitazioni risultata lenergia elettrica (21,9% pari a quasi 5,8 Mtep) . Lutilizzo di entrambe queste fonti aumentato considerevolmente tra il 1990 e il 2007 passando dal 63,6% (45,5% il gas naturale e 18,1% lenergia elettrica) al 78,6% dei consumi energetici complessivi .
I consumi per fonte energetica nel settore residenziale - 2007
Carbone
0,3%

Olio comb.

1990
GAS 14 988 Ktep
56,7%

1,3%

ELETTRICIT 5 781 Ktep


21,9%

Legna
2,6%

GPL

6,1%

Energia elettrica
18,1%

GASOLIO 2 377 Ktep


9,0%

Residenziale
26.437 Ktep (-6,7% 2006/2007)

GPL 1 528 Ktep


5,8%

Gasolio
26,1%

Carbone
0,0%

Gas

45,5%

Olio comb.
0,0%

2007

LEGNA 1 745 Ktep


6,6%

ALTRE FONTI* 18 Ktep


0,1%

Legna
6,6%

GPL

5,8%

Energia elettrica
21,9%

Gasolio
9,0%

Gas

56,7%

Fonte: Rapporto SAIENERGIA - elaborazione Cresme su dati ENEA


*Altre fonti: olio combustibile, carbone

Appare interessante rilevare come si suddivide lutilizzo dellenergia nel settore residenziale; il riscaldamento copre oltre due terzi dei consumi complessivi (68,0% nel 2007) e tale utilizzo appare fortemente stabile nel tempo (era il 68,8% nel 1990) . Le differenze pi ampie si osservano nei consumi domestici per uso cucina (diminuito dal 6,6% al 4,9%) e per la produzione di acqua calda sanitaria (diminuito dall11,2% al 9,0%) mentre, luso diretto di energia elettrica da parte di apparecchi "obbligati" a tale fonte energetica (cio che possono funzionare solo in tal modo) aumentato dal 13,4% al 18,1% .

L'uso dell'energia nel settore residenziale - 2007

Usi elettrici obbligati


13,4%

1990

Usi elettrici obbligati


18,1%

2007

Usi cucina
6,6%

Usi cucina
4,9%

Acqua calda
11,2%

Acqua calda
9,0%

Riscaldamento
68,8%

Riscaldamento
68,8%

Fonte: Rapporto SAIENERGIA - elaborazione Cresme su dati ENEA

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PROGETTAZIONE

CONSUMI ED EFFICIENZA ENERGETICA

possibile interpretare alcune dinamiche attraverso i miglioramenti dellefficienza di gran parte degli utilizzatori elettrici, la sostituzione progressiva dei boiler elettrici con caldaie a gas, laumento degli apparati elettrici, elettronici, alimentatori pi che del consumo specifico dei singoli apparati . Appare tuttavia importante osservare la stabilit rilevata nelluso per riscaldamento che dipende da fattori che operano in direzione opposta: in positivo laumento dellefficienza dei sistemi di produzione calore, la sostituzione di tali sistemi negli edifici esistenti, lincremento delle prestazioni termiche degli edifici; in negativo il numero crescente di edifici da riscaldare; ciclici o tendenzialmente neutri: la rigidit o mitezza delle temperature invernali e i comportamenti delle famiglie .

Il settore terziario
I consumi del settore terziario, in cui sono compresi gli edifici adibiti ai servizi, al commercio e alla Pubblica Amministrazione, risultano in continua e forte crescita tra il 1995 e il 2008 passando da meno di 9,5 Mtep del 1994 a oltre 17,1 Mtep nel 2008, con un incremento complessivo dell80,8%, pari al +3,4 medio annuo . Nel settore terziario si evidenzia una differente distribuzione delle fonti energetiche rispetto a quanto visto nel residenziale che privilegia quasi esclusivamente le due fonti principali: il gas (50,4%) e lenergia elettrica (45,4%) . Lutilizzo di gas ed energia elettrica, inoltre, aumentato considerevolmente tra il 1990 e il 2007 passando dall81,9% (45,6% il gas naturale e 36,3% lenergia elettrica) al 95,8% dei consumi energetici complessivi . Le altre fonti energetiche risultano marginali poich il GPL rappresenta solo il 2,5% dei consumi del settore, il gasolio l1,0% e le altre fonti coprono meno dell1% dei consumi .
I consumi per fonte energetica nel settore terziario - 2007
Carbone
0,2%

Legna

1990
GAS 8 260 Ktep
50,4%

0,1%

Olio comb.
3,6%

ELETTRICIT 7 440 Ktep


45,4%

Gasolio
12,2%

GPL

2,0%

Terziario
GASOLIO 158 Ktep
1,0%

Energia elettrica
36,3%

16.398 Ktep (+0,3% 2006/2007)

GPL 416 Ktep


2,6%

Carbone
0,0%

Gas

45,6%

Legna
0,1%

2007

ALTRE FONTI* 124 Ktep


0,8%

Olio comb.
0,7%

Gasolio
1,0%

GPL

2,5%

Energia elettrica
45,4%

Gas

50,4%

Fonte: Rapporto SAIENERGIA - elaborazione Cresme su dati ENEA

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Risparmio energetico (UE)


La Commissione europea ha varato un piano per contrastare i cambiamenti climatici . Si tratta di un pacchetto di proposte legislative, fissando gli obiettivi sintetizzati con la sigla "20-20-20" . ovvero il raggiungimento del 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili, il miglioramento del 20% dellefficienza, un taglio del 20% nelle emissioni di anidride carbonica, obbiettivi da raggiungere tutti entro la data del 2020 . Per quanto riguarda lItalia, dovr tagliare il 13% di emissioni di C02 e dovr aumentare del 17% i consumi energetici da fonti rinnovabili entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005 .
Emissioni di anidride carbonica nello scenario di riferimento 2008 e nella revisione 2009 (MT CO2)
600 500 400 Mt CO2 300 200 100 0 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040
scenario di riferimento 2008 scenario di riferimento 2009 scenario ACT+ 2009 scenario ACT+ 2008

Gli incrementi di efficienza nelluso dellenergia consentono di migliorare limpatto ambientale delle attivit umane senza diminuire gli standard di vita, e rappresentano inoltre un forte stimolo di progresso tecnologico per il Paese, mediante un impulso allo sviluppo di nuove tecnologie . Si visto che gli scenari energetici elaborati dallENEA per lItalia mostrano come soprattutto nel breve-medio periodo (2020) la possibilit di riduzioni consistenti dei consumi di energia, e pi ancora delle emissioni di Co2, sia legata in primo luogo a un uso massiccio di tecnologie pi efficienti, il che richiede evidentemente investimenti per la diffusione e lo sviluppo di tecnologie innovative: quasi il 50% dellabbattimento dipende infatti dalla riduzione dei consumi energetici nei settori di uso finale, grazie in primo luogo allaccelerazione nella sostituzione delle tecnologie .
Contributo delle opzioni di efficienza energetica negli usi finali alla riduzione delle emissioni di CO2 nello scenario ACT+ rispetto allo scenario di riferimento (anno 2020)

interventi di efficienza energetica


46,2%

residenziale 14,7% terziario 10,8% industria 9,7% trasporti (tecnologie) 5,5% trasporti (shift modale) 5,5%

altre opzioni tecnologiche


42,2%

uso razionale dell'energia


11,6%

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PROGETTAZIONE

CONSUMI ED EFFICIENZA ENERGETICA

Piano di azione legislativa per il miglioramento dellefficienza energetica (ENEA)


Il settore residenziale
Per il settore residenziale, le misure di miglioramento dellefficienza energetica proposte nel Piano (ed estese al 2020 e oltre nello scenario ACT+) si riferiscono a due categorie di intervento, riguardanti gli edifici e gli apparecchi . Nel primo caso, le misure (isolamento di pareti, impianti di riscaldamento e condizionamento efficienti) rispondono alle aspettative introdotte dalla certificazione energetica degli edifici (Direttiva 2001/91/CE) . Nel secondo caso, le misure (elettrodomestici e sorgenti luminose pi efficienti) traggono spunto dal vigente quadro legislativo europeo e nazionale in materia di etichettatura energetica, regolamentato dalla Direttiva 92/75/CEE, che stabilisce i criteri per lindicazione del consumo di energia, e dalla successiva Direttiva 2005/32/CE (Energy Using Products - EUP) . Il passaggio dal 2016 al 2020 implica, per quanto attiene gli edifici, la prosecuzione delle misure gi previste per il miglioramento della coibentazione delle pareti, a cui si aggiunge un ulteriore aumento delle efficienze medie degli impianti di riscaldamento, dovuto principalmente alla maggiore diffusione degli impianti centralizzati, a scapito di quelli autonomi . Risparmi importanti sono anche attesi sul fronte dei principali elettrodomestici, per i quali ci si aspetta unaccelerazione nel miglioramento delle prestazioni medie, dovuto alla rapida diffusione di apparecchi di nuova generazione a consumi ridotti . Le misure previste sono le seguenti: sostituzione di frigoriferi e congelatori con apparecchiature in classe A+ e A++ sostituzione di lavastoviglie con apparecchiature pi efficienti sostituzione di lavabiancheria con apparecchiature in classe A superlativa sostituzione di lampade ad incandescenza (GLS) con lampade fluorescenti compatte (CfL) istallazione di scalda acqua efficienti impiego di condizionatori efficienti riduzione dei consumi di Stand-By

Il settore terziario
In questo settore le misure di miglioramento dellefficienza energetica riguardano quattro categorie di intervento: riscaldamento efficiente, condizionamento efficiente, illuminazione degli edifici, illuminazione pubblica . Come nel caso del settore residenziale tali misure derivano dalla direttiva sulla certificazione energetica degli edifici (relativamente allefficienza nel riscaldamento e nel condizionamento) e dalla Direttiva 92/75/CEE EUP . In questo caso, i risparmi aggiuntivi a livello di edificio sono dovuti principalmente al miglioramento della climatizzazione (estiva e invernale) e alla maggiore efficienza dei sistemi di illuminazione .

I settori dellindustria
Nel caso dellindustria, le misure considerate nel Piano dazione (e di nuovo estese al 2020 e rafforzate nelle modalit di attuazione) riguardano le seguenti categorie di intervento: illuminazione degli edifici e dei luoghi di lavoro, motorizzazioni efficienti, azionamenti a velocit variabile, cogenerazione ad alto rendimento, cui si aggiungono, nello scenario 2020, significativi interventi per la riduzione dei consumi dei forni elettrici ad arco in siderurgia e risparmi di calore nei settori della Chimica, del Vetro e Ceramica e della Carta . In questo caso le misure considerate corrispondono alle disposizioni previste dalla Direttiva 92/75/CEE EUP per lilluminazione, dalla Direttiva 2004/8/ CE per la cogenerazione e allaccordo volontario del 1999 fra UE e associazione CEMEP per i motori efficienti .

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ENERGIA ELETTRICA

RISPARMI AL 2016 [GWh/a]

RISPARMI AL 2020 [GWh/a]

AZIONI AGGIUNTIvE RISPETTO AL PAEE 2016

RESIdENzIALE

12,870

30,844

Adozione di frigoriferi e congelatori efficienti (A+ e A++) . Dal 2017 sono installati solo apparecchi A++ (consumi ridotti del 30% ca .) . Adozione di lavastoviglie in classe superiore alla A . Dal 2017 sono installati solo apparecchi con consumo ridotto del 15% adozione di lavabiancheria in classe A+ . Entro il 2020, 4 CfL per abitazione (una in pi rispetto alle 3 previste al 2016) . Eliminazione scaldacqua standard: dal 2017 il 70% degli scaldacqua HE a fine vita sostituito con apparecchi solari o a PdC . Aumento delle efficienze degli impianti di condizionamento autonomi (EER>3,3) e maggiore incidenza degli impianti centralizzati . Riduzione a max . 1W di: 50 M .ni di TV e di Decoder, 25 M .ni di Hifi e di Lettori DVD . Aumento delle efficienze degli impianti di condizionamento autonomi (EER>3,3) e maggiore incidenza degli impianti centralizzati . 100% lampade efficienti, 50% dei sistemi con controllo luminosit . Efficienza migliorata per il 25% del parco lampade, regolazione/attenuazione del flusso per il 100% del parco . 100% lampade efficienti, 50% dei sistemi con controllo luminosit . Lintero parco motori del 2020 in classe eff1 . Installazione di inverter sul 75% del parco motori che trarrebbe beneficio dallapplicazione di inverter . Consumo specifico ridotto del 30% su circa 8 TWh/a di consumi per fusione elettrica . Riduzione perdite dovute a energia reattiva . Rifacimento linee e cabine di distribuzione Realizzazione del piano di sviluppo della rete . Risparmi conseguenti alladozione del sistema di supporto al macchinista (Energy efficiency driving) . Si ipotizza un risparmio medio del 10% dei consumi del settore ferroviario .

TERzIARIO

8,100

14,220

INduSTRIA

12,000

22,800

INFRASTRuTTuRE

4,700

TOTALE ELETTRICIT

32,970

72,564

ALTRE FONTI Si ipotizza di agire in occasione di un intervento di manutenzione sulle pareti esterne, che avviene in media ogni 30 anni . Nel 65% dei casi viene attuato lintervento di sostituzione vetri . Efficientamento dei sistemi di riscaldamento facendo ricorso alle migliori tecnologie disponibili sul mercato (caldaie a condensazione, impianti a pompa di calore con tecnologia a compressione o ad assorbimento, impianti cogenerativi ad alto rendimento, impianti ad integrazione di energia solare) . Maggiore incidenza degli impianti centralizzati . Efficientamento dei sistemi di riscaldamento facendo ricorso alle migliori tecnologie disponibili sul mercato (caldaie a condensazione, impianti a pompa di calore con tecnologia a compressione o ad assorbimento, impianti cogenerativi ad alto rendimento, impianti ad integrazione di energia solare) . Nuova installazione di evaporatori a Compressione Meccanica del Vapore (CMV) o retrofit evaporatori esistenti, per la concentrazione di soluzioni liquide . Ricorso sistematico alle Best practices IEA . Allincremento di cogenerazione previsto nel Piano 2016 (1,5 Mtep) si aggiunge una revisione degli impianti cogenerativi esistenti al 2005, che sono convertiti in impianti ad alto rendimento (87,2%), per soddisfare la stessa quantit di calore servita oggi . La minor energia prodotta in cogenerazione prodotta in impianti a ciclo combinato di ultima generazione . Introduzione limiti di consumo a nuovi autoveicoli . Condizionatori efficienti . Pneumatici a bassa resistenza di rotolamento e sistemi di monitoraggio della pressione pneumatici . Lubrificanti a bassa viscosit . Veicoli efficienti per il trasporto pesante: Eco-driving . Tassazione in funzione del consumo . Controllo dinamico dei semafori, parking management, car sharing, navigazione dinamica, gestione trasporto merci . 70% del manto stradale con riduzione del 40% della resistenza al rotolamento . Introduzione del road pricing nelle principali aree urbane (8 mln abitanti) .

RESIdENzIALE

40,480

62,960

TERzIARIO

16,600

20,800

INduSTRIA

9,536

43,141

TRASPORTI

23,260

73,674

TOTALE ALTRE FONTI

89,876

200,575

Per autorizzazione "Rapporto SAIENERGIA 09 - Primo Rapporto su ENERGIA e CoSTUZIoNI realizzato da CRESME e pubblicato da SAIE - Bolognafiere spa"

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PROGETTAZIONE

CONSUMI ED EFFICIENZA ENERGETICA

Le normative nazionali (IT)


A livello nazionale la normativa di riferimento il d.lgs.192/05 successivamente integrato e corretto dal d.lgs.311/06, che disciplina la complessa materia della Certificazione Energetica, prescrivendo lisolamento minimo da garantire ai componenti edilizi e i criteri di progettazione/gestione degli impianti, con lobiettivo di porre precisi limiti al consumo di energia di ogni edificio nuovo o in ristrutturazione . Le Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, pubblicate in Gazzetta Ufficiale, stabilite dal DM del 26 giugno 2009 hanno lo scopo di rendere trasparente la qualit energetica degli immobili e di promuovere adeguati livelli di qualit dei servizi di certificazione, assicurandone lutilizzo e la diffusione omogenea sullintero territorio nazionale . Si tratta di un ulteriore passo avanti per garantire lefficienza e il risparmio energetico, nonch una maggiore sicurezza per i cittadini che acquistano una casa . Infatti, grazie al certificato energetico, che ora subentra ufficialmente al provvisorio attestato di qualificazione energetica, sar possibile capire le caratteristiche dellimmobile . Lattestato di certificazione energetica viene rilasciato da un tecnico abilitato, e sancisce il rispetto della normativa e salvaguardia il consumatore . Il documento deve riportare un parametro rivelatore della qualit energetica delledificio, sia dal punto di vista costruttivo (isolamento dellinvolucro) sia dal punto di vista impiantistico (rendimento degli impianti) . Tale parametro, che d una misura del consumo di energia delledificio, non deve essere superiore a un valore massimo definito dallo Stato . Lattestato di certificazione ha una validit temporale massima di dieci anni, e deve essere aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione, edilizio e impiantistico, che modifica la prestazione energetica delledificio . I sistemi di riscaldamento e raffrescamento radiante, a elevata resa e bassi consumi di gestione, sono la scelta ideale per aumentare lefficienza energetica del sistema edificio e quindi salire nella valutazione della classe energetica . Poich la resa del pavimento radiante ha influenza diretta sul rendimento dellimpianto termico, elevate rese certificate riducono sensibilmente i consumi in termini di risparmio energetico, consentendo al professionista abilitato di compilare con sicurezza lattestato energetico . Infatti limpianto radiante porta e mantiene in temperatura il massetto ed il pavimento che vanno a coprire le tubazioni . Portare in temperatura 67 cm di massetto richiede un tempo tanto pi elevato quanto pi bassa la temperatura esterna al momento dellaccensione . Linerzia dellimpianto ha il grosso merito di ridurre le spese di esercizio; il massetto grazie alla sua notevole capacit termica in grado di accumulare energia e di rilasciarla gradatamente alloccorrenza . Il risultato dellaccumulo termico che variazioni repentine di temperatura esterna non vengono neppure avvertite allinterno delledificio riscaldato a pavimento e limpianto continua a richiedere alla centrale termica quasi la stessa quantit di energia, grazie alla lentezza di raffreddamento del massetto . Questo significa che mentre un impianto di tipo tradizionale si trova a dover rispondere prontamente alla maggiore richiesta di potenza termica, limpianto a pavimento funziona quasi a potenza costante e ridotta . Il risparmio sta quindi nellassenza di variabilit del carico, tenuto conto inoltre che il rendimento di un generatore di calore viene seriamente compromesso nelle variazioni di carico . Da segnalare infine che, rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, gli impianti a pannelli radianti - con una pi omogenea sensazione di calore - realizzano sensibili risparmi energetici perch consentono di avere temperature dellacqua 20-30 gradi pi basse. Le basse temperature di funzionamento rendono questo tipo di impianti la soluzione ideale per ottenere elevati
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rendimenti, eventualmente anche in abbinamento con pompe di calore, caldaie a condensazione e pannelli solari. Per gli edifici residenziali la certificazione energetica riguarda il singolo appartamento . Per i condomini, si potr prevedere, in generale, una certificazione comune per appartamenti simili (piani intermedi), sia nel caso di impianti centralizzati che individuali . Le prestazioni energetiche delledificio sono rappresentate graficamente attraverso un sistema di valutazione basato su classi identificate dalle lettere dalla A alla G, con lintroduzione di una classe A+ . Il nuovo Decreto ministeriale d attuazione allarticolo 6 del Dlgs 192/2005, e si affianca al Dpr 59/2009 del 2 . aprile scorso, in cui sono stati fissati i requisiti minimi di prestazione energetica per la costruzione dei nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli esistenti, in attuazione dellarticolo 4 dello stesso Dlgs 192/2005. Le linee guida si applicano alle Regioni e Province autonome che non hanno ancora adottato propri provvedimenti . Le Regioni e le Provincie Autonome che hanno gi emanato delle proprie leggi in materia di certificazione dovranno provvedere ad un graduale ravvicinamento alle norme statali . Per lattivazione di tutti i meccanismi di raccordo, concertazione e cooperazione tra lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e gli Enti locali, istituito un Tavolo di confronto e coordinamento, con la funzione di integrare le attivit nazionali sulla certificazione energetica degli edifici . A livello locale, a titolo esemplificativo, la Provincia Autonoma di Bolzano costituisce esempio virtuoso per aver adottato per prima in Italia un modello di certificazione energetica degli edifici, denominato CasaClima, che su forte spinta dellopinione pubblica si sta estendendo in altre realt locali nonch allestero, tenendo conto delle differenti esigenze territoriali che deve di volta in volta affrontare . CasaClima diventato un marchio di qualit perch segue tutto il processo della certificazione energetica in tutte le sue fasi, dalla progettazione, passando per i sopralluoghi in cantiere fino al collaudo finale con prove quali la termografia e blower door test . Eurotherm come Partner certificato CasaClima, ne sposa pienamente la filosofia e propone sistemi radianti a pavimento, parete e soffitto, a tutto vantaggio del risparmio energetico .

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE
Progettazione efficiente per un maggiore risparmio energetico
La progettazione rappresenta la fase pi importante nella realizzazione di un edificio: gli errori commessi in questa fase si ripercuotono per anni sul proprietario dellimmobile, e porvi rimedio in un secondo tempo richiede generalmente elevati costi e, a volte, pu risultare tecnicamente impossibile . Il livello di efficienza degli edifici dipende dalla loro et, dalle tecniche costruttive introdotte in fase progettuale e dai materiali utilizzati . possibile ottenere un buon livello di efficienza energetica sia per le nuove costruzioni attraverso tecniche di progettazione bio-climatica, sia per le costruzioni esistenti attraverso opportuni interventi di riqualificazione energetica . occorre quindi porre grande attenzione nella tecnica e nei materiali usati per costruire ledificio; ad esempio, nella realizzazione dellinvolucro, la scelta di un buon isolamento permette di difendersi dal freddo dinverno e dal caldo destate, aumentando cos la qualit della vita . E nel caso di edifici di nuova costruzione lorientamento ricopre un ruolo essenziale, infatti un buon posizionamento dellabitazione rispetto ai punti cardinali permette di sfruttare al meglio la radiazione solare per aumentare gli apporti nel periodo invernale e di conseguenza consentire un notevole risparmio energetico . importante nel sistema edificio avere unimpiantistica molto efficiente e perfettamente integrata. Nella progettazione efficiente bisogna considerare sia gli apporti, che le perdite, quindi per determinare lentit dellintervento importante fare un bilancio delle perdite energetiche di ogni singolo componente dellinvolucro edilizio ma sempre considerando che lefficienza energetica dipende dal comportamento termico dellinsieme, come messo in evidenza dallo schema seguente . Direzione di calcolo (dalla domanda alla sorgente)

Energia finale
QS
(edificio)

QT QV Qc,e Qh

Q1
Fabbisogno termico

Qd

Qs

Qg

Emissione

Energia primaria

Distribuzione

Accumulo

Generazione

Direzione energia (dalla sorgente alla domanda)

Lorientamento degli edifici


In architettura lorientamento rappresenta lesposizione ideale di un edificio rispetto ai punti cardinali . oggi pi che mai per aumentare il risparmio energetico le case vengono progettate e costruite facendo grande attenzione allorientamento . Ad esempio, realizzare una falda del tetto orientata perfettamente a sud consente di installare dei pannelli solari termici e fotovoltaici con un rendimento ottimale . Nella progettazione di un edificio fondamentale il suo posizionamento in modo tale che sia sfruttata al meglio la radiazione solare, quindi importante scegliere sul lotto larea maggiormente assolata . La forma della costruzione deve essere tale da permettere lingresso della

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radiazione solare allinterno . Se allungata lungo lasse est-ovest, sar maggiore la superficie esterna esposta a sud, e di conseguenza i locali sul fronte sud, usufruiranno di parte del riscaldamento e dellilluminazione naturale forniti gratuitamente direttamente dal sole, minimizzando i consumi per il riscaldamento durante linverno . importante prevedere nel periodo estivo sistemi di ombreggiamento per garantire una protezione adeguata .

LIsolamento termico
Lisolamento a cappotto la soluzione pi economica e diffusa per rendere energeticamente efficiente una facciata . Lisolamento a cappotto prevede la realizzazione di rivestimento isolante delle pareti perimetrali delledificio, riducendo la dispersione del calore . I materiali isolanti possono essere naturali (fibra di legno, lana di legno, sughero, cellulosa, lana di canapa, argilla espansa, vermiculite, pomice) o sintetici (polistirene espanso sintetizzato EPS, ecc .) . I vantaggi riguardano la riduzione della trasmittanza termica, lincremento del confort termo-igrometrico interno, lo sfalsamento temporale dellonda termica creando vantaggi anche nei climi caldi, e incremento del potere fonoisolante della parete . Lisolamento pu essere realizzato in due modi: 1) Isolamento a cappotto dallesterno Il fissaggio dei pannelli avviene di solito attraverso un collante a base minerale o a base di dispersione sintetica In casi particolari si inseriscono fissaggi meccanici supplementari con uso di tasselli . La tassellatura avviene in un processo lavorativo a se stante e dipende dal materiale isolante, dal supporto, dalla geometria, altezza ed esposizione delledificio . Infine viene rivestito con intonaco armato con una rete in genere in fibra di vetro che ha la funzione di porta intonaco .

a) incollaggio con il metodo a tutta superficie

b) incollaggio con il metodo a cordulo perimetrale e punti

Schema di fissaggio a T un tassello e posto al centro di ogni pannello e un altro ad ogni incrocio dei giunti . Questo schema consigliato per lapplicazione dei pannelli in polistirene espanso .

Schema di fissaggio a W ogni pannello e fissato con tre tasselli . Questo schema consigliato per lisolamento termico con pannelli in lana di roccia .

Questo sistema permette di eliminare i ponti termici, ovvero dei punti freddi che possono essere causa di dispersioni termiche e generare fastidiosi problemi di muffa . Inoltre si aumenta la capacit di accumulo termico delledificio, infatti, i muri si scaldano accumulando calore che viene restituito allambiente quando viene spento limpianto .

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

2) Isolamento a cappotto dallinterno la soluzione migliore quando non possibile intervenire sulla facciata o nel caso di edifici che vengono usati saltuariamente (ad esempio per un appartamento usato solo nel weekend), infatti, consente di ottenere un ambiente che allaccensione dellimpianto si riscalda rapidamente, perch viene scaldata solo laria e non la struttura muraria . Viene realizzato, applicando lisolante sui muri interni . Si procede incollando la lastra isolante che pu essere di varia natura, direttamente sulla parete, oppure si pu realizzare una controparete con struttura metallica dove tra i montanti viene posato del materiale isolante, ad esempio si pu utilizzare una lastra in fibra vetro ed infine il tutto viene rivestito applicando ad esempio dei pannelli in cartongesso . In alcuni casi si possono utilizzare dei pannelli in cartongesso con tubazione integrata con il doppio vantaggio di avere realizzato un isolamento a cappotto interno, che aumenta le prestazione di isolamento termico e acustico delledifici, e un sistema di riscaldamento radiante a parete .

1 Profili a C 2 Pannello intero 625 x 2000x 25 mm 3 MidiX 10 x 1,3 mm allinterno del pannello 4 Pannello isolante 5 Raccordo a T 20/10/20 6 Profilo a U 7 MidiX 20 x 2 mm Linea di distribuzione con guaina 8 Guide
7 4 6 2

EURoCLIMAX PARETE: PAG. 256

Solai
Naturalmente anche i solai, in particolare quelli a contatto con le zone non riscaldate (cantina, garage, terreno) devono essere isolati, non solo per rispettare le normative ma soprattutto per evitare notevoli dispersioni di energia . Realizzando un impianto radiante a pavimento si ha il doppio vantaggio di avere un sistema di riscaldamento/raffrescamento molto efficiente e quello di computare il pannello isolante necessario per realizzare limpianto radiante, come componente del pacchetto del solaio, e quindi utile per raggiungere quei limiti imposti dalle normative sul risparmio energetico, con il vantaggio di abbattere notevolmente i costi di realizzazione . Nella tabella seguente si vede come partendo da un solaio in predelle, struttura non isolata con una trasmittanza U= 1,10 W/m2k, quindi non conforme ai limiti di trasmittanza termica per i pavimenti verso locali non riscaldati o verso lesterno, previste dalla normativa in materia di certificazione energetica, aggiungendo limpianto a pavimento radiante, grazie al pannello isolante dell'impianto stesso, nel caso specifico sono stati usati, un pannello isolante in poliuretano (sistema eurosuper) e laltro in polistirene espanso sinterizzato in grafite (sistema europlus-lambda), si nota come aggiungendo il pannello nei vari spessori (conformi alla UNI EN 1264) a seconda delle zone climatiche si pu rientrare nei limiti imposti dalla normativa .
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*Solaio non isolato U= 1.1 W/m2K

**Solaio isolato con impianto radiante

* Solaio predelle 24+4 PSE 10 kg e piastrelle in ceramica ** Solaio pi impianto radiante (pannello isolante, tubazione, massetto) e piastrelle in ceramica *** Pavimenti verso locali non riscaldato

Zona valori limiti della trasmittanza climatica dei pavimenti***

Solaio + pannello eurosuper


0,39 W/m K (eurosuper 33 mm)
2

Solaio + pannello europlus-lambda


0,40 W/m K (europlus-lambda 39 mm)
2

o verso lesterno, valori applicabili dall1 gennaio 2010 per tutte le tipologie di edifici (Decreto Ministeriale 26/01/2010: Aggiornamento del decreto 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici)

A B C D E F

0,60 0,46 0,40 0,34 0,30 0,28

0,39 W/m2K (eurosuper 33 mm) 0,39 W/m2K (eurosuper 33 mm) 0,32 W/m2K (eurosuper 46 mm) 0,28 W/m2K (eurosuper 55 mm) 0,28 W/m2K (eurosuper 55 mm)

0,40 W/m2K (europlus-lambda 39 mm) 0,40 W/m2K (europlus-lambda 39 mm) 0,30 W/m2K (europlus-lambda 62 mm) 0,30 W/m2K (europlus-lambda 62 mm) 0,26 W/m2K (europlus-lambda 80 mm)

Zone climatiche in Italia A B C d E F fino a 600 gradi giorno tra 601 e 900 gradi giorno tra 901 e 1400 gradi giorno tra 1401 e 2100 gradi giorno tra 2101 e 3000 gradi giorno oltre 3000 gradi giorno

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Infissi
La scelta dei materiali, la forma e la dimensione dalle finestre diventa fondamentale in fase di progettazione, perch questi elementi sono tra le cause principali delle dispersioni di calore e dellingresso dei rumori esterni in unabitazione, non trascurando la messa in opera che deve essere fatta a regola darte . Le caratteristiche che devono avere le finestre sono: > una buona tenuta, riducendo cos le infiltrazioni daria fredda > unottima caratteristica di isolamento termico, minore sar il valore di trasmittanza termica (Uw) migliore saranno le prestazioni del serramento, consentendo una forte riduzione delle dispersioni energetiche e lassenza di fenomeni di condensazione superficiale sui telai > avere un vetro con valore di trasmittanza termica (Ug) basso, ad esempio un vetro camera con allinterno del gas o un vetro basso-emissivo, comporta benefici notevoli dal punto di vista dellisolamento termico e acustico > un buon isolamento acustico, quindi molto importante il valore Rw (dB) ovvero lindice con cui si esprime la capacit di isolamento acustico di un serramento . Pi alto questo valore migliore sar la capacit di isolare acusticamente lambiente interno importante inoltre, predisporre adeguati schermi solari per ridurre la radiazione solare estiva, come previsto dal Dlgs 311/06 "Per tutte le categorie di edifici, ad eccezione delle categorie E .6 ed E .8, il progettista, valuta e documenta lefficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate interni o esterni, tali da ridurre lapporto di calore per irraggiamento solare" .

Termografia: vista interna di un infisso con scarse capacit disolamento e di tenuta .

Esempio di schermature solari .

Cenni sulle case passive


La casa passiva (Passivhaus secondo il termine originale di lingua tedesca) detta passiva perch la somma degli apporti passivi di calore dellirraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato allinterno attraverso gli apporti degli elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dellinvolucro durante la stagione fredda . La prima casa passiva fu realizzata in Germania nel 1991 a Darmstadt - Kranichstein dal Dr . Wolfgang feist . Il fabbisogno energetico delle 4 villette a schiera ammonta in media a 10 kWh/m2a e si mantiene stabile da 15 anni . Lenergia necessaria a pareggiare il bilancio termico delledificio tipicamente fornita con pannelli solari o pompe di calore per riscaldare laria dellimpianto di ventilazione controllata a recupero di calore . Limpianto di riscaldamento convenzionale si pu eliminare se il fabbisogno energetico della casa molto basso, convenzionalmente inferiore a 15 kWh/m2a . Queste prestazioni si ottengono con una progettazione molto attenta, specie nei riguardi del sole, con ladozione di isolamento termico ad altissime prestazioni su murature perimetrali, tetto e finestre con vetri tripli a bassa emissione (valore Ug di 0,75 W/mK e fattore di trasmissione solare del 50%) e telai (valore Uf di 0,8 W/mK) . L istituto di case passive tedesco PHI, considera una costruzione passiva se questa soddisfa i seguenti requisiti (quantitativi): 30

fabbisogno energetico utile richiesto per il riscaldamento 15 kWh/(ma) fabbisogno energetico utile richiesto per il raffrescamento 15 kWh/(ma) carico termico invernale 10 W/m carico termico estivo 10 W/m tenuta allaria n50 0,6/h fabbisogno energetico primario di energia 120 kWh/(ma)

Bioedilizia (green building)


Negli ultimi anni il mondo delle costruzioni e dellarchitettura ha registrato unattenzione crescente verso la bio-eco-compatibilit del sistema edificio, in tutti i suoi componenti . Nuove tecnologie applicate ai materiali hanno incentivato laffermarsi di questa tendenza, rendendo accessibili soluzioni considerate inavvicinabili solo qualche anno fa . Il trend riguarda la fascia alta del mercato, dove lutente disposto a fare investimenti mirati al miglioramento della qualit della vita, ma anche il segmento medio dove il problema del contenimento dei costi avvertito in maniera pi marcata . Bioedilizia (con i suoi sinonimi di edilizia ecologica, edilizia sostenibile, bioarchitettura, edilizia compatibile, eco-architettura) una definizione che indica la possibilit di costruire edifici limitandone al massimo limpatto sullambiente e sulla salute degli abitanti . Il "vivere sano" si realizza riducendo i consumi energetici, diminuendo le emissioni di anidride carbonica attraverso limpiego di energie rinnovabili, e grazie a particolari accorgimenti progettuali, quali un corretto orientamento delledificio, lombreggiamento della facciata, una ventilazione naturale, sono garanzia di comfort e risparmio energetico, a tutto vantaggio dellutente finale . Ruolo importante gioca anche lutilizzo di materiali naturali e non tossici . In particolar modo nel residenziale, ma anche nel settore terziario (ospedali, scuole, ecc .) dove fondamentale mantenere la salubrit dei fruitori grazie allutilizzo di materiali naturali ed ecocompatibili . Si consiglia di adottare, per esempio, intonaci a base di argilla che per le loro propriet contribuiscono a mantenere costante lumidit e aumentano notevolmente il livello di comfort, rendendo pi piacevole il microclima allinterno delledificio . Riguardo agli aspetti impiantistici, la filosofia della bioedilizia prescrive soluzioni a basso consumo (come un impianto di riscaldamento/ raffrescamento radiante), nonch limpiego di energie rinnovabili, che diminuiscono lemissione di anidride carbonica . In linea con la filosofia della bioedilizia, Eurotherm con il suo sistema ecoplus, utilizzando come isolante materiali naturali quali la fibra di legno, ottima per le sue caratteristiche di isolamento termico ed acustico, realizza impianti di riscaldamento/raffrescamento ecologici . La "eco-casa", a cui si guarda oggi come difesa dallinquinamento, non ultimo quello acustico la soluzione ideale per mantenere il benessere psicofisico delle persone ed abbinare un rilevante risparmio energetico .

Impianto a parete con pannelli dargilla

Parete finita con intonaco dargilla

ECoPLUS: PAG. 120 31

PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Esigenze particolari degli edifici non residenziali


Uffici
Ambienti destinati ad uffici e settore terziario presentano specifiche esigenze rispetto ad altre tipologie di ambienti . Sono innanzitutto ambienti lavorativi, dove ogni giorno convivono pi persone che devono interagire in modo efficiente e coordinato tra loro . Requisiti importanti per garantire il comfort dei fruitori sono lampiezza e la luminosit degli ambienti, cos come la flessibilit nella gestione degli spazi, che devono adattarsi tempestivamente al sorgere delle nuove esigenze . A tale esigenza corrisponde una vasta gamma di soluzioni cha va dai sistemi integrati di componenti interni (pannelli per tramezzature opache e/o vetrate, porte, ecc .), agli arredi (scaffalature, contenitori, archivi ,ecc .), agli apparati tecnologici per la distribuzione delle reti impiantistiche e telematiche (canalizzazioni di reti alloggiate sopra il controsoffitto, e /o sotto il pavimento nel caso di pavimenti sopra elevati) . Tutto ci comporta uno spostamento degli impianti, operazione che pu essere poco invasiva e molto pi veloce se si utilizzano sistemi di canalizzazione di reti, come ad esempio un pavimento sospeso o un controsoffitto . Lobiettivo consentire una flessibile articolazione degli spazi interni, adattabile alle specifiche esigenze operative della struttura o di una sua parte, che si possa modificare nel tempo con interventi a secco, rapidi ed economici, mediante il riutilizzo di buona parte della componentistica gi installata .

MoDULo RADIANTE: PAG. 242

Edifici industriali
Progettare un edificio industriale significa dover affrontare difficolt di ordine strutturale per gestire grandi superfici, tra cui la scelta di tecniche costruttive (ad esempio, moduli prefabbricati che velocizzano i tempi di realizzazione) e di materiali (cemento armato, acciaio o legno) che sono molto importanti per ottenere ottimi risultati . Ledificio industriale uno strumento di lavoro e come tale deve rispondere principalmente a criteri di funzionalit, praticit ed economicit . Ci significa che esso deve consentire di eseguire le funzioni per cui stato costruito con il minimo dispendio di risorse economiche, in primo luogo durante il suo esercizio . I costi di costruzione infatti incidono relativamente confrontati con i costi di gestione che, se estesi allintera esistenza delledificio, sono di gran lunga la maggiore voce di spesa . Ridurre i costi di gestione risulta quindi lobiettivo primario nella progettazione di un edificio di questo genere, a tal fine sono necessari impianti ben dimensionati che garantiscano rese elevate a basse temperature di funzionamento . Gli impianti a pavimento radiante sono sempre pi utilizzati allinterno di questi edifici poich offrono importanti vantaggi come benessere termico, risparmio energetico e ridotti costi di esercizio . I bassi costi sono dovuti alla limitata manutenzione richiesta da questi impianti, il benessere garantito dal pavimento radiante che riscalda efficacemente le persone per irraggiamento, cio eleva la temperatura operativa nella zona occupata e quindi garantisce il comfort ai lavoratori, anche se le temperature dellaria e delle pareti sono pi basse . Questo un grande vantaggio quando necessario riscaldare spazi alti, come nel caso di edifici industriali/magazzini, anche in termini di maggior risparmio energetico rispetto ai sistemi convettivi . Inoltre limpianto radiante, essendo invisibile, consente di avere un spazio libero da ingombri, migliorando la sicurezza dei lavoratori .

EURoINDUSTRY: PAG. 228

Edifici Religiosi
Un grande valore storico e culturale per la nostra societ rappresentato dalle chiese storiche e dalle opere darte in esse contenute: oggi diventato di fondamentale importanza garantire il comfort termoigrometrico anche allinterno di chiese o ambienti storici di grandi dimensioni . A tal fine necessario inserire impianti termotecnici, prestando per particolare attenzione, in quanto gli impianti potrebbero danneggiare oggetti e opere darte contenuti al loro interno, nonch le strutture edilizie stesse .

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Nellarea europea, solitamente il problema del comfort ambientale nelle chiese riguarda in particolare la stagione invernale ed quindi necessario intervenire con impianti per il solo riscaldamento . Esistono tuttavia casi particolari, come ad esempio musei, biblioteche, o chiese che contengono opere di estremo valore storico-artistico, in cui limpianto finalizzato in primo luogo a garantire la loro buona conservazione . In questi casi sono spesso necessari impianti di climatizzazione per il controllo esatto della temperatura e dellumidit, con funzionamento continuo annuale . Importanti opere darte, inoltre, possono trovarsi direttamente sulle pareti sotto forma di affreschi e, in tal caso, la loro buona conservazione intrinsecamente legata al mantenimento in buono stato delle superfici interne . Per far fronte a queste esigenze necessario rimuovere o almeno limitare le possibili cause di degrado . Tali cause e i loro effetti sono ancora oggi oggetto di studio ma sono sostanzialmente legate a parametri ambientali quali temperatura, umidit, velocit dellaria e illuminazione . Tali parametri ambientali devono essere controllati seguendo alcune linee guida . importante ad esempio limitare la velocit di fluttuazione delle temperature (shock termici): gli stress termici infatti provocano dilatazioni diverse a seconda dei materiali che, laddove sovrapposti, vengono assoggettati a tensioni interne che promuovono la formazione di crepe e fessure irreversibili ( questo il caso degli altari storici costruiti in legno e ricoperti di gesso, o dei dipinti su legno) . Evitare continui cicli termici significa inoltre prevenire la formazione di crepe . Infatti, un rapido aumento della temperatura dellaria causa una veloce riduzione dellumidit relativa e cos le opere darte tendono a disidratarsi, deformarsi ed infragilirsi; linverso accade per veloci diminuzioni della temperatura . Mantenere bassa la velocit dellaria permette di ridurre la circolazione di polveri con la conseguente deposizione sugli oggetti . importante anche controllare lumidit specifica in ambiente, infatti se questa dovesse salire eccessivamente per effetto delle molte persone presenti o per la presenza di generatori di calore a combustione diretta, potrebbero verificarsi, su quelle superfici interne a temperatura inferiore o vicina al punto di rugiada, fenomeni di condensazione o per lo meno valori troppo elevati di umidit relativa che portano alla formazione di muffe . Nel caso di chiese storiche, tale fenomeno molto probabile date le caratteristiche dellinvolucro e quindi pu essere necessario prevedere unopportuna portata di ventilazione o un riscaldamento minimo di tutto lambiente, per evitare il danneggiamento degli oggetti contenuti e delle pareti . Infine, occorre ricordare che qualsiasi intervento impiantistico o edilizio che modifichi la preesistente situazione ambientale deve essere attentamente valutato svolgendo analisi ambientali preliminari, in quanto le opere darte potrebbero essersi adeguate allambiente originario e una variazione climatica potrebbe alterare il loro equilibrio fisico, chimico e biologico, accelerandone il processo di degrado . La fase di progettazione presenta quindi una certa complessit perch si deve tenere conto di aspetti quali il comfort termoigrometrico per le persone, la conservazione delle opere darte, il risparmio energetico, ma anche il contenimento della potenza di progetto dellimpianto e linvasivit dellimpianto . Il risparmio energetico oggi un requisito essenziale per tutti gli impianti, visti i costi dellenergia e i relativi problemi di inquinamento ambientale . Nel caso di chiese storiche lintermittenza di funzionamento, lelevata inerzia termica delle strutture e la notevole altezza portano spesso a consumi di energia molto elevati, che un impianto adeguato potrebbe ridurre in modo consistente . Il contenimento della potenza termica di progetto dellimpianto innanzitutto un accorgimento che potrebbe consentire un risparmio energetico, in termini di minor costo del generatore di calore, e soprattutto di suo minor ingombro . Questultimo aspetto non da sottovalutare nel caso di chiese storiche, dove non esiste un locale specificamente progettato per contenere il generatore termico . Linvasivit dellimpianto deve essere ridotta sia dal punto di vista estetico, dato il luogo artistico e religioso in cui viene installato, sia dal punto di vista delle opere murarie sulla struttura edilizia storica, la cui alterazione potrebbe risultare pericolosa . La struttura edilizia utilizzata per la costruzione di chiese storiche costituita da pareti portanti realizzate il pi spesso delle volte con mattoni pieni o pietre prive di alcun tipo di isolamento . Lo spessore di tali pareti sempre molto elevato: di ca . 1 metro per le chiese di

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

medie dimensioni, e pi alto per le chiese pi grandi e di notevoli altezza . Visto luso a cui adibito ledificio in questione, il funzionamento degli impianti generalmente intermittente con cadenza settimanale, e quindi il problema dellinerzia termica della struttura, connesso al consumo energetico, non affatto trascurabile nella scelta e dimensionamento dellimpianto pi opportuno per il riscaldamento delledificio . La scelta di un impianto che eviti di riscaldare molto laria dellambiente e le strutture edilizie pu consentire notevoli risparmi energetici, mentre un dimensionamento degli impianti basato su unanalisi in regime stazionario porta a sottodimensionare la potenzialit degli stessi, in quanto necessaria una potenza aggiuntiva per il raggiungimento delle condizioni interne di progetto in un tempo ragionevole .

Comfort necessario e circoscritto


Le chiese storiche sono generalmente caratterizzate da una notevole altezza e quindi da un volume interno molto elevato . La zona occupata dalle persone, dove quindi necessario garantire le condizioni di comfort, invece molto ristretta e confinata a livello del pavimento e di conseguenza la scelta di un impianto che eviti di riscaldare tutto lambiente pu consentire notevoli risparmi energetici . Naturalmente si devono superare i problemi dovuti alla stratificazione, promossa dallelevata altezza, ed alle correnti daria fredda discendenti nei pressi delle pareti che sono sgradevoli per gli occupanti . Il benessere termico definito dalla UNI EN ISo 7730 come la condizione mentale di soddisfazione nei confronti dellambiente termico . Nelle chiese, come in ogni altro contesto di vita, importante evitare sensazioni di caldo o di freddo sia diffuse in tutto il corpo, sia localizzate in una sua parte .

Impianti a Pavimento Radiante


Gli impianti a pavimento radiante sono sempre pi utilizzati allinterno dei luoghi di culto perch offrono significativi vantaggi quali benessere termico e risparmio energetico abbinati a ridotti costi di esercizio . I bassi costi sono dovuti alla limitata manutenzione richiesta da questi impianti; il benessere garantito dal pavimento radiante che riscalda efficacemente le persone per irraggiamento, cio eleva la temperatura operativa nella zona occupata, anche se le temperature dellaria e delle pareti sono pi basse . Questo un grande vantaggio quando occorre riscaldare spazi alti, come nel caso delle chiese antiche, e consente un risparmio energetico rispetto ad un sistema convettivo . Gli impianti a pavimento radiante sono molto utilizzati anche nel caso di chiese moderne di nuova costruzione, dove limpianto facile da inserire e dove inoltre la potenza richiesta non estremamente alta grazie alla ridotta trasmittanza delle pareti ed alla bassa capacit termica delle stesse .

Impianti Misti Radianti - Convettivi


La combinazione delle due tipologie di riscaldamento radiante e convettivo rappresenta unefficiente soluzione di distribuzione del calore allinterno dellambiente, nei casi in cui non sia possibile la dismissione del pavimento storico o per lo meno il suo sollevamento per linserimento delle tubazioni e la successiva nuova posa dello stesso . Un sistema radiante a bassa temperatura combinato ad uno convettivo con aria tiepida, bassa portata e quindi ridotta velocit dellaria, consente di fornire la potenza necessaria e di raggiungere le condizioni di comfort ottimali . Infatti, laria calda immessa in prossimit delle pareti, a livello del suolo, riscalda principalmente i muri e il soffitto neutralizzando le correnti fredde discendenti, mentre il pavimento radiante riscalda direttamente la zona occupata pi bassa, rendendo lambiente interno maggiormente confortevole rispetto al sistema puramente convettivo grazie ad un livello pi uniforme di temperatura . Il tempo di avvio pu essere in questo caso ridotto, anche se occorre prestare attenzione a non causare brusche variazioni di temperatura (maggiori di 1C/h) dannose per le opere darte e per la struttura edilizia .

EURoPLAN: PAG. 248

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Edifici sportivi e ricreativi


Esistono ambienti particolari, come palestre, sale da ballo, palchi teatrali, ossia tutti quei contesti dove vengono svolte attivit motorie, che richiedono un pavimento non rigido per non compromettere le articolazioni nel lungo termine . La soluzione ideale consiste in un pavimento flettente, realizzato con una speciale struttura in legno nella quale una camera daria consente la flessione . Lutilizzo di un materiale naturale come il legno, con le sue propriet di elasticit e antiscivolo, permette un adeguato assorbimento dellenergia, evitando uno scivolamento incontrollato, derivato dallimpatto sul pavimento, e la possibilit di eseguire movimenti, per praticare lattivit sportiva/ ricreativa in modo sano e sicuro . Anche allinterno di questi ambienti sono sempre pi utilizzati gli impianti a pavimento radiante per i loro caratteristici vantaggi in termini di benessere termico, risparmio energetico e ridotti costi di esercizio . I bassi costi sono dovuti alla limitata manutenzione, il benessere garantito dal pavimento radiante che riscalda efficacemente le persone per irraggiamento, cio eleva la temperatura operativa nella zona occupata, anche se le temperature dellaria e delle pareti sono pi basse . Questo un grande vantaggio quando c bisogno di riscaldare spazi alti, come nel caso di palestre e sale da ballo . Utilizzando un pavimento flettente molto pi facile ottenere una certificazione, ad esempio da parte della fIBA (federazione Internazionale di Basket) . Per ottenere lomologazione, il pavimento viene valutato analizzandone le caratteristiche tecniche secondo la DIN 18032 .2, in particolare vengono fatti dei test che misurano larea di deformazione . Per essere a norma la pavimentazione deve rientrare tra i valori sotto elencati: assorbimento allo shock min . 53% deformazione verticale standard min . 2,3 mm, area di deformazione max . 15% comportamento al carico su ruote 1500 N rimbalzo palla min . 90% propriet antiscivolo min . 0,4 - max 0,6

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Grazie alle sue caratteristiche, il pavimento flettente assicura una rumorosit contenuta, con apprezzabili miglioramenti in termini di comfort, sia per il pubblico sia per gli atleti che si trovano sul campo di gioco .

350 150

min 400

100

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

La progettazione per il benessere


Il comfort ambientale si identifica con il benessere psicofisico delle persone che vivono un ambiente ed una sensazione dipendente da determinate condizioni ambientali che sono in gran parte pianificabili e quindi rientranti nella responsabilit del progettista, ad esempio nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un edificio . Il comfort ambientale quella particolare condizione di benessere determinata, in funzione delle percezioni sensoriali di un individuo inserito in un ambiente, da temperatura, umidit dellaria, livello di rumorosit, luminosit naturale e artificiale rilevata allinterno di un ambiente . Il comfort quindi il benessere termo-igrometrico, il benessere acustico ed il benessere luminoso che lindividuo percepisce nellambiente .

Il benessere termo - igrometrico


Le sensazioni di benessere riguardano tanti aspetti dello "stare bene" in un ambiente abitativo, coinvolgono lindividuo e le sue esigenze a 360 gradi, e la sua dimensione di benessere in tutte le stagioni dellanno . La norma UNI EN ISO 7730 detta i parametri del comfort indoor e individua la condizione ideale in una temperatura percepita in ambiente di ca. 20C, con una percentuale di umidit del 50-55% . Un impianto di riscaldamento a pavimento funzionante a 26-27C di temperatura superficiale fa s che si inneschi un meccanismo di scambio per irraggiamento che porta lintera struttura a temperature prossime ai 2224C . Il calore di riscaldamento non concentrato in determinati punti dellabitazione ma uniformemente ripartito su tutta la superficie calpestabile, a beneficio di un elevato grado di comfort: si ha infatti una distribuzione ideale del calore allinterno degli ambienti, con un andamento verticale della temperatura che decresce dal pavimento man mano che ci si avvicina al soffitto . Considerato che il corpo umano ha una temperatura che decresce scendendo dalla testa ai piedi, per cui i piedi risultano pi freddi causa circolazione del sangue pi lenta, evidente che il massimo benessere fisico lo si raggiunge con una temperatura ambiente pi elevata a livello del pavimento e leggermente inferiore a livello della testa . Il corpo umano si trova cos racchiuso in un involucro "tiepido" e non subisce la sensazione di freddo che si prova in locali dotati di impianti tradizionali, come i radiatori, volgendo le spalle ad una vetrata o a un muro poco isolato . "Linvolucro tiepido" fa s che luomo tolleri una temperatura dellaria inferiore senza avvertire disagio . Laria meno calda anche meno secca e ci va a favore del sistema respiratorio . Causa di infiammazioni delle mucose nasali, di laringiti e bronchiti proprio leccessivo riscaldamento dellaria, in quanto un certo grado di umidit necessario per far funzionare correttamente le mucose del sistema respiratorio, le quali rappresentano un primo filtro naturale agli attacchi esterni . Aria a temperatura uniforme nel volume del locale impedisce che si inneschino quei fastidiosi moti convettivi causa di circolazione delle polveri negli ambienti riscaldati a radiatori . Tali moti sono causati dalla dilatazione delle molecole daria che si riscaldano quando sono vicine al radiatore, aumentano di volume, e quindi tendono a salire perch pi leggere, per poi ridiscendere dopo essersi raffreddate . Eliminare i moti convettivi significa garantire maggiore igiene in un ambiente pi salubre, in quanto non si crea movimento di polveri, spesso causa di fastidiose allergie . Infine, eliminare il movimento di polveri significa anche ridurre la necessit di spolverare sopra i mobili . In alcuni casi i processi lavorativi producono sostanze e rumori che possono danneggiare la salute dei lavoratori . Quindi per il settore industriale si consiglia un trattamento dellaria che permetta il ricambio allinterno dellambiente, nonch dispositivi di protezione quali maschere per polveri, occhiali di sicurezza per saldature ecc . Nei capannoni, dove per la normale attivit le porte sono spesso aperte, si produce un ricambio di aria che nel periodo invernale abbassa le temperature, creando un fenomeno di

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disagio alle persone allinterno . Con i sistemi ad aria, per ripristinare le condizioni di comfort indoor occorre ogni volta trattare un volume consistente di aria, a discapito dei costi energetici . I sistemi a pannelli radianti grazie allirraggiamento ripristinano velocemente la sensazione di benessere e le condizioni ottimali di lavoro allinterno dellambiente . Un sistema con elevato accumulo termico (come limpianto a pavimento) ha importanti vantaggi non solo dal punto di vista del comfort ma anche dal punto di vista energetico . Grazie alla notevole capacit termica del massetto, limpianto in grado di accumulare energia rilasciandola gradatamente alloccorrenza . Il risultato dellaccumulo termico che variazioni repentine di temperatura esterna non vengono avvertite allinterno delledificio riscaldato a pavimento e limpianto continua a richiedere in centrale quasi la stessa potenza termica con elevati rendimenti di produzione dellimpianto termico . Con questo sistema si ottiene uniformit di temperatura allinterno, sia nel piano orizzontale sia nel piano verticale; questo il risultato maggiormente desiderato poich rappresenta una condizione necessaria per garantire il comfort ai fruitori e per evitare correnti daria .

Il benessere luminoso
Lunit abitativa deve garantire oltre al "benessere termico", anche le condizioni ottimali degli abitanti a livello ottico in termini di illuminazione naturale dellambiente interno, in rapporto alle variazioni diurne e a quelle stagionali, come avviene per laspetto termico . Lapporto di luce allambiente interno avviene attraverso la finestra, pertanto il dimensionamento, la scelta delle forme e dei materiali delle finestre sono fattori cruciali per la progettazione dellilluminazione naturale dei locali . Nella ristrutturazione una delle fasi pi importanti la sostituzione degli infissi per eliminare le dispersioni di calore dovute alle scarse prestazioni dei vecchi serramenti; la non sempre perfetta tenuta dei serramenti e lelevato valore di trasmittanza termica del vetro compromettono le prestazioni energetiche dellinvolucro . Limpianto radiante libera il progettista da qualsiasi vincolo nel dimensionamento delle finestre, mentre in presenza di impianti tradizionali, quali termosifoni o ventilconvettori, si deve tenere conto del fatto che una parte della muratura sotto la finestra occupata dallimpianto di riscaldamento . A titolo esemplificativo, pareti e pavimenti chiari e lucidi contribuiscono alla miglior distribuzione della luce naturale . Naturalmente lambiente interno deve essere dotato di sistemi di illuminazione artificiali, che consentono di svolgere tutte le attivit nellabitazione anche in assenza di luce naturale . Un buon impianto di illuminazione artificiale deve avere le seguenti caratteristiche: avere una composizione spettrale il pi simile possibile a quella naturale, non produrre abbagliamento, avere intensit proporzionata allattivit che si deve svolgere, essere efficiente e consentire un risparmio energetico .

Il benessere acustico
Con il termine "benessere acustico" si definisce la condizione in cui un soggetto non sia disturbato nella sua attivit dalla presenza di altri suoni . Nella fase di progettazione, per evitare la rumorosit allinterno degli edifici si devono prospettare soluzioni tecnologiche ed architettoniche capaci di assicurare le condizioni idonee al benessere acustico degli individui . Pertanto, si devono privilegiare materiali con propriet fonoisolanti e fonoassorbenti, che abbiano cio un coefficiente di assorbimento acustico (che si misura in dB) in grado di ridurre o annullare i rumori provenienti dalla sorgente e percepiti oltre una certa soglia, che possono disturbare gli occupanti degli ambienti . Naturalmente la corretta posa in opera fondamentale per raggiungere lobiettivo .

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Il rumore
Il rumore quella sensazione che lorecchio trasmette al cervello e che provocata da variazioni di pressione dellaria sul timpano . Dal punto di vista fisiopatologico, facendo riferimento allimpatto sul soggetto che lo subisce, il rumore pu essere meglio definito come un suono non desiderato e disturbante . Il rumore viene distinto dal suono perch generato da onde acustiche irregolari e non periodiche . ogni suono puro caratterizzato da una frequenza, cio il numero di oscillazioni o vibrazioni nellunit di tempo (1 oscillazione al secondo = 1 Hertz o Hz) e da unampiezza . Maggiore lampiezza e maggiore risulta lintensit del rumore percepito . La frequenza invece d luogo a rumori gravi o acuti . in genere questi ultimi risultano i pi disturbanti . Se le onde hanno una frequenza compresa fra 20 e 16000 Hz e ampiezza superiore ad una certa entit, che dipende dalla frequenza, lorecchio umano in grado di percepirle . Per avere unidea dei livelli sonori che un individuo in grado di percepire, viene riportata una figura con i livelli di pressione sonora, associati ad alcune possibili sorgenti (fonte Brel&Kjr ., La misura del suono), questi livelli vengono misurati in decibel (simbolo dB) che un decimo di Bel (simbolo B) 10 dB = 1 B . Il Bel ormai caduto in disuso, ma rimane lunit di misura fondamentale da cui il "deciBel" . Inoltre lorecchio umano sensibile alla pressione, ma non in modo lineare . Una pressione doppia non corrisponde ad una sensazione doppia .
ll rumore si propaga in un mezzo solido, liquido o gassoso, a velocit diverse: MATERIALE aria piombo acqua mattoni legno vetro acciaio VELOCIT dEL SUONO (m/s) 344 1220 1410 3000 3400 4100 5200

Si possono distinguere vari tipi di rumori provenienti da diversi fonti: - Il rumore da calpestio o urti: prodotto da persone che camminano o oggetti che cadono - Il rumore dapparecchiature: prodotto da elettrodomestici che si trovano in casa - Il rumore da impianti: prodotto da impianti domestici (scarichi del bagno, acqua nei tubi, ecc . .) - Il rumore dattivit interne: rumore aereo proveniente da un ambiente vicino e causato dallattivit svolta in quel locale - Il rumore dattivit esterna: rumore aereo proveniente dallambiente esterno e causato da traffico stradale o aereo, lavori stradali, ecc . . - Il rumore riverberante: rumore (che pu avere origini differenti) che permane allinterno di un ambiente a causa di fenomeni di riflessione, anche dopo che la sorgente ha finito di agire Per la misura dei livelli sonori viene comunemente impiegato uno strumento chiamato fonometro: attraverso un trasduttore (microfono) la pressione sonora viene convertita in una grandezza elettrica (la tensione) e successivamente tale segnale elettrico viene elaborato per ottenere i diversi parametri tipicamente utilizzati per la descrizione del rumore .

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Isolamento acustico
Lisolamento acustico la propriet di una struttura dimpedire larrivo del suono in un ambiente ricevente . importante che un intervento di isolamento acustico sia continuo, applicato correttamente e che non presenti "buchi", i cosiddetti ponti acustici . , infatti, sufficiente che vi sia un punto debole, cio permeabile al rumore, perch lintero intervento venga vanificato . Questo aspetto particolarmente importante nellisolamento delle pareti perimetrali di un edificio, che sono composte da diversi elementi (muratura, serramenti, cassonetti per avvolgibili, bocchette di aerazione, ecc . . .): ogni componente deve essere adeguatamente isolato per garantire un buon risultato complessivo . Per realizzare lisolamento acustico, si possono utilizzare diversi materiali che hanno carettiristiche di fonoisolamento e fonoassorbimento, parole che definiscono concetti molto diversi tra loro .

Fonoisolamento
Gli interventi di fonoisolamento hanno lo scopo di ridurre la trasmissione del rumore tra due ambienti, sia in riguardo al comportamento delledificio nei confronti dei suoni provenienti dal mondo esterno, sia si tratti di locali interni .

Per migliorare le prestazioni fonoisolanti degli ambienti posso essere usati: Materassini per intecapedine e controsoffitto Pannelli per intercapedine Lastre in cartongesso accoppiate Pannelli per lisolamento acustico delle coperture e dei tetti Prodotti antivibranti per il taglio acustico delle murature Prodotti per il trattamento degli impianti Porte e finestre ad alto isolamento acustico

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Fonoassorbimento
La riflessione dei suoni sulle superfici di un locale, pareti e solai, generano un senso di fastidio e malessere . Per attenuarlo basta rivestire opportunamente le superfici di materiali fonoassorbenti, che cio assorbono la maggior parte dellenergia incidente . La caratteristica degli ambienti il tempo di riverberazione, pi alto, pi leco generato .

Ripartizione della potenza sonora incidente su una partizione

Il coefficiente di assorbimento acustico a serve per valutare le caratteristiche di fonoassorbenza di un materiale ed definito come rapporto tra la potenza sonora assorbita e la potenza sonora incidente . Il valore di a rappresenta quindi la frazione di energia sonora assorbita da un determinato materiale e pu variare fra 0, nel caso in cui tutta lenergia incidente riflessa, e 1, nel caso in cui tutta lenergia incidente assorbita . Pertanto, se il valore di a pari a 0,6 significa che il 60% dellenergia incidente sulla superficie del materiale assorbita .

Generalmente i principi attraverso cui un sistema assorbe energia sonora vengono suddivisi in tre classi: - Assorbimento per porosit - Assorbimento per risonanza di cavit - Assorbimento per risonanza di pannello
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Assorbimento per porosit


La superficie di un elemento tanto pi assorbente quanto maggiore la sua capacit di trasformare lenergia sonora incidente in calore per attrito nelle microcavit del materiale . I migliori materiali acustici sono, infatti, quelli porosi e fibrosi di cui esistono vari tipi, quali: lane di vetro e di roccia, schiume di poliuretano espanso a celle aperte, fibre di legno, feltri, ecc . .

Assorbimento per risonanza di cavit


Le strutture di risonanza sono costituite da pannelli di materiale non poroso (ad es . una lastra di gesso) sui quali vengono praticati dei fori di opportune dimensioni e vengono montati ad una certa distanza dalla superficie da trattare . Un sistema di questo tipo produce un effetto di fonoassorbimento fondato sul principio di Helmholtz . La massa daria contenuta nei fori del pannello costituisce con il volume daria dellintercapedine retrostante un sistema meccanico del tipo massa-molla, dotato quindi di una propria frequenza di risonanza, in corrispondenza della quale il sistema in grado di assorbire una considerevole parte di energia . Lassorbimento di un risonatore di questo tipo molto selettivo intorno alla frequenza di risonanza e quindi particolarmente efficace nel caso di toni puri di bassa frequenza compresi fra 50 e 400 Hz . Se linterno del risonatore rivestito con materiale assorbente poroso il valore del coefficiente di assorbimento alla frequenza di risonanza diminuisce ma si allarga lintervallo di frequenze in cui lassorbimento efficace .

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Assorbimento per risonanza di pannello


Nel caso dei pannelli flessibili (legno, gesso, ecc .), lassorbimento acustico in funzione della loro elasticit, in quanto le onde sonore incidenti creano una serie di pressioni e depressioni che provocano uninflessione del pannello verso la parete mettendolo pertanto in vibrazione . In particolare, il comportamento di un sistema costituito da un pannello sottile collocato di fronte ad una parete rigida, ad una distanza non troppo elevata, pu essere analizzato con lo stesso metodo utilizzato per il risonatore di Helmholtz, ossia il pannello si comporta come una massa vibrante, mentre laria contenuta nella cavit come una molla acustica caratterizzata dalla sua rigidit . Per migliorare le prestazioni fonoassorbenza degli ambienti posso essere usati: Pannelli fonoassorbenti - Pannelli in lana di roccia - Pannelli in ecofibra - Pannelli con profilo piramidale - Pannelli con profilo bugnato - Pannelli lisci - Baffles - elementi fonoassorbenti da sospendere al soffitto Controsoffitti fonoassorbenti - Controsoffitti in lana di roccia - Controsoffitti in fibra di poliestere od ecofibra - Controsoffitti fonoassorbenti in resina melamminica e poliuretano espanso - Controsoffitti fonoassorbenti in cartongesso - Controsofffitti fonoassorbenti in gesso alleggerito

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Quadro legislativo
La prima legge in ambito acustico viene emanata il 1 marzo 1991, in quanto recita il decreto " Considerata lopportunit di stabilire, in via transitoria, stante la grave situazione di inquinamento acustico attualmente riscontrabile nellambito dellintero territorio nazionale ed in particolare nelle aree urbane, limiti di accettabilit di livelli di rumore validi su tutto il territorio nazionale, quali misure immediate ed urgenti di salvaguardia della qualit ambientale e della esposizione umana al rumore" In sostanza allart .2 del DPCM del 01/03/91 si stabilisce che i Comuni dovranno zonizzare il loro territorio individuando le aree che dovranno rientrare nelle 6 classi definite dal decreto . Tali classi sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. classe I "aree particolarmente protette" classe II "aree destinate a uso prevalentemente residenziale" classe III "aree di tipo misto" classe Iv "aree di intensa attivit umana" classe v "aree prevalentemente industriali" classe vI "aree esclusivamente industriali"

Allinterno delle varie classi dovranno essere rispettati i limiti riportati in tabella: Limiti massimi [Leq in dB (A)] Classi di destinazione duso del territorio I - Aree particolarmente protette II - Aree prevalentemente residenziali III - Aree di tipo misto IV - Aree di intensa attivit umana V - Aree prevalentemente industriali VI - Aree esclusivamente industriali Tempi di riferimento diurno 50 55 60 65 70 70 Notturno 40 45 50 55 60 70

Allart .6 si stabilisce che, in attesa della zonizzazione del territorio, si devono rispettare i limiti seguenti: * Zone di cui all'art 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968 Zonizzazione Tutto il territorio nazionale Zona A (decreto ministeriale n . 1444/68) (*) Zona B (decreto ministeriale n . 1444/68) (*) Zona esclusivamente industriale Limite diurno Leq (A) 70 65 60 70 Limite notturno Leq (A) 60 55 50 70

Allallegato B del decreto si descrive la strumentazione e le modalit di misura del rumore .

Segue la legge n447 del 26 ottobre 1995, la quale allart .2 definisce la figura del tecnico competente alla misura del rumore in ambiente e stabilisce le competenze della Pubblica Amministrazione, ossia dello Stato (art .3), delle Regioni (art .4), delle Province (art .5) e dei Comuni (art .6) . In sostanza spetta allo Stato determinare i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti e definire i criteri per la progettazione, lesecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie . Le Regioni definiranno le competenze delle Province e i Comuni dovranno adottare dei regolamenti edilizi che tengano in considerazione le esigenze di risanamento acustico .
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Requisiti acustici passivi (DPCM 5-12-1997)


Diventa fondamentale la verifica dei requisiti acustici passivi che consiste nel determinare se un edificio di nuova costruzione, mentre nessun requisito acustico viene richiesto in fase di ristrutturazione, rispetta o no i valori limite di isolamento ai rumori definiti nel DPCM 5-12-1997 che rappresenta la normativa nazionale di riferimento per lacustica in edilizia, definendo i valori che devono possedere gli edifici in merito allisolamento nelle sue diverse funzioni . Il Decreto, attuativo della L . 447 del 1995, definisce le prestazioni che devono possedere gli edifici in merito allisolamento dai rumori tra differenti unit immobiliari, lisolamento dai rumori esterni, lisolamento dai rumori di calpestio, lisolamento dai rumori di impianti a funzionamento continuo e lsolamento dai rumori di impianti a funzionamento discontinuo .
CATEGORIE dI EdIFICI ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili Residenze, alberghi, pensioni o attivit assimilabili Attivit scolastiche a tutti i livelli e assimilabili Uffici, attivit ricreative o di culto, attivit commerciali o assimilabili PARAMETRI dB] Rw 55 50 50 50 d2m,nT,w 45 40 48 42 LnT,w 58 63 58 55 LASmax 35 35 35 35 LAeq 25 35 25 35

I limiti da rispettare

Rw (valore minimo di isolamento al rumore tra alloggi) Indica il potere fonoisolante apparente,ovvero la capacit di un divisorio tra due immobili differenti, di contrastare la trasmissione del rumore . Questo valore cresce con laumentare della massa della parete, ma anche in presenza di parete doppie, con lintercapedine riempita di materiale fonoassorbente, che agiscono secondo il principio massa-molla-massa . Maggiore sar questo valore migliori saranno le prestazioni isolanti . D2m,nT,w (valore minimo di isolamento dai rumori provenienti dallesterno) Viene misurato sulla base della differenza di rumore esterno e il rumore che attraversa la facciata e dipende dal potere fonoisolante di tutti gli elementi che compongono la facciata, indica lisolamento di facciata . Anche in questo caso pi alto risulta il valore maggiore sar lisolamento di facciata . LnT,w (livello massimo di rumore di calpestio) la quantit di rumore che viene percepita nellambiente sottostante attraverso un solaio interpiano quando nellambiente soprastante viene generato un rumore . A differenza dei valori Rw e D2m,nT,w, non viene fornito dalla differenza tra i valori in dB, ma viene misurato il valore effettivo e quindi pi basso e questo dato migliore sar il comfort acustico . Il livello di rumore da calpestio dipende dal solaio, dal pavimento e dalle perdite dovute ai ponti acustici . Anche la struttura orizzontale funziona secondo leffetto massa-molla-massa, quindi una soluzione ideale per limitare le trasmissioni e quella di realizzare un pavimento radiante che oltre a garantire le prestazioni di riscaldamento/ raffrescamento a ottime propriet acustiche, infatti, il pacchetto un pavimento galleggiante .

Classe acustica

Isolamento facciata dB

Isolamento partizioni verticali e orizzontali dB 56 53 50 45

Rumore da calpestio dB

Rumore impianti a funzionamento continuo dB (A) 25 28 32 37

Rumore impianti a funzionamento discontinuo dB (A) 30 33 37 42

Attualmente in fase di completamento il progetto di norma UNI 20015000 ( valori aggiornati a maggio 2010)

I II III Iv

43 40 37 32

53 58 63 68

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Luso dei pavimenti galleggianti la soluzione pi frequentemente utilizzata per la riduzione del rumore di calpestio . Lefficacia dei pavimenti galleggianti fortemente correlata con le propriet meccaniche dei materiali isolanti utilizzati . Lo strato isolante, perch sia efficace, deve essere messo in opera in modo accurato . Il piano di posa deve essere livellato e privo di rugosit che potrebbero danneggiare il materiale e creare dei ponti acustici . La soletta deve essere separata dalle pareti laterali e dai pilastri mediante linterposizione di una striscia elastica perimetrale . Durante il getto del massetto necessario evitare che limpasto realizzi dei collegamenti tra il massetto stesso e la soletta sottostante o le pareti del locale e che lo strato isolante venga lesionato . Gli eventuali impianti tecnologici devono essere rivestiti con guaine elastiche che impediscano il contatto diretto con la struttura galleggiante, con il solaio, e con le pareti degli ambienti cos da non trasmettere vibrazioni agli elementi strutturali .

pavimento striscia perimetrale tubo clips massetto min . 45 mm 20 mm 32 mm

pannello isolante europlus-silentium

foglio in PE (nel caso al di sotto ci sia: terreno o locale freddo o esterno) solaio

Come viene misurato lindice del livello di rumore di calpestio LnT,w?


La verifica del rispetto del valore massimo di LnT,w viene fatta sulla base delle misurazioni in opera in sede di collaudo conformemente a quanto prescritto dalla normativa UNI EN ISO 140-7 Misurazione dellisolamento acustico in edifici e di elementi di edifici Misurazioni in opera dellisolamento dal rumore di calpestio di solai . Per fare la verifica si usa unapparecchiatura composta di un generatore di rumore di calpestio normalizzato, il quale deve essere conforme a quanto indicato nellappendice A della UNI EN ISo 140-7, e di un sistema di misurazione che deve essere calibrato prima di ogni misurazione impiegando un calibratore acustico . Tutte le apparecchiature di misura devono avere una precisione minima specificata al 4 della normativa citata . La procedura di misura deve essere fatta secondo il paragrafo 5 della normativa citata . In particolare il generatore di rumore di calpestio deve essere posizionato in almeno 4 punti diversi, con unorientazione specifica; i microfoni devono essere posizionati in modo opportuno (la dimensione della stanza ricevente deve essere tale da consentire queste posizioni); esiste anche un numero minimo di misurazioni di cui va fatta poi la media . Il livello di pressione sonora deve essere misurato impiegando filtri di banda di terzo di ottava aventi almeno le seguenti frequenze centrali, in Hertz: 100 400
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125 500 2 .000

160 630 2 .500

200 800 3 .150

250 1 .000

315 1 .250

1 .600

min . 97 mm

Al fine di ottenere ulteriori informazioni e avere a disposizione risultati confrontabili con quelli ottenuti in laboratorio secondo la ISo 140-6, si raccomanda di ampliare la gamma di frequenze di misurazioni alle bande di terzo di ottava con le seguenti frequenze centrali, in Hertz: 4 .000 5 .000

Poich le dimensioni e caratteristiche dellambiente ricevente hanno influenza sulleffetto sonoro finale, la normativa prevede di calcolare una correzione sul livello di pressione sonora misurato dal singolo microfono che si basa sul tener conto dellarea di assorbimento equivalente A dellambiente ricevente oppure del tempo di riverberazione T dellambiente ricevente . Nel primo caso si parla di livello di pressione sonora normalizzato rispetto allassorbimento acustico Ln; nel secondo caso si parla di livello di pressione sonora normalizzato rispetto al tempo di riverberazione LnT . In ogni caso si tratta di livelli di pressione che arrivano allambiente ricevente anche attraverso trasmissioni laterali (nella simbologia, lapostrofo dopo L sta a indicare che si tiene conto della trasmissione laterale) . Il fattore A viene valutato a partire dal volume dellambiente ricevente e dal tempo di riverberazione misurato secondo ISo 354 . Il risultato finale pu essere deturpato anche da rumori di fondo . Al paragrafo 5 .6 si descrive come correggere il valore finale misurato a seconda di quanto significativo sia il rumore di fondo; per livelli di pressione del rumore di fondo inferiori a pi di 10 dB rispetto al livello di rumore al calpestio misurato, il rumore di fondo pu essere trascurato, altrimenti si suggerisce una formula che quantifica la correzione per livello di rumore di fondo inferiore al livello misurato di una quantit compresa tra 6 e 10 dB (se il rumore di fondo inferiore di una quantit pi bassa di 6 dB si assume una correzione di 1,3 dB che quella corrispondente a 6 dB) . Al paragrafo 7 la normativa specifica cosa deve essere riportato in un certificato dellisolamento acustico da calpestio. Deve essere riportato il livello di pressione sonora normalizzato rispetto allassorbimento acustico Ln, oppure il livello di pressione sonora normalizzato rispetto al tempo di riverberazione LnT alla prima cifra decimale, per tutte le frequenze di misurazione, in forma tabulare e in forma grafica . In appendice D sono riportati degli esempi di rappresentazione grafica dei risultati; si consiglia di riportare la curva di riferimento ricavata secondo UNI EN ISo 717-2 . Al paragrafo 8 la normativa specifica i dati che devono essere presenti nel resoconto di prova (riferimento alla normativa, chi ha fatto le misure, chi le ha commissionate, in che data, ecc . .) . La normativa UNI EN ISo 717-2 nata per aiutare a tradurre i valori di isolamento al calpestio in funzione della frequenza misurabili in opera o in laboratorio in un indice di valutazione che descriva in maniera pi semplice la prestazione acustica . utile pertanto per prescrivere nei capitolati le prestazioni acustiche attese . Secondo la ISo 717-2 si assume la convenzione di esprimere la prestazione acustica tramite lindice di valutazione dellisolamento al rumore di calpestio LnW o LnW o Ln,TW (il simbolo W a pedice sta a indicare che si tratta dellINDICE DI VALUTAZIoNE dellisolamento al rumore di calpestio) . Esso il valore della curva di riferimento (che ha valori univoci riportati nel paragrafo 4 .2) in corrispondenza della frequenza di 500 Hz, dopo averne fatto la traslazione secondo il paragrafo 4 .3 . Lentit della traslazione dipende dalla curva dei valori misurati e quindi dalla prestazione acustica del solaio preso in considerazione . Infatti, convenzionalmente, la curva di riferimento viene traslata fino a che la somma degli scarti sfavorevoli (ossia la differenza del valore della curva di riferimento e il valore misurato per una data frequenza e solo per quelle frequenze per cui il valore misurato superiore al valore di riferimento) tanto pi grande possibile ma inferiore a un valore massimo convenzionalmente fissato in maniera univoca . Al paragrafo 4 .4 la normativa specifica come devono essere presentati i risultati .

45

PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Lindice di valutazione deve essere riportato facendo riferimento alla ISo 717-2; devono essere riportati anche i grafici dei valori misurati secondo ISo 140-6 o 140-7 . Riepilogando, la verifica in opera del rispetto del valore massimo di LnT,w (valore prescritto dal DPCM del 5 dicembre 1997 o da leggi regionali o da capitolati acustici) si ottiene facendo le misurazioni in opera secondo UNI EN ISO 140-7 e ricavando lindice di valutazione secondo UNI EN ISo 717-2, mediante la traslazione della curva di riferimento . Se il valore della curva di riferimento traslata per 500Hz minore al valore massimo prescritto, il solaio ha le prestazioni acustiche richieste . In fase progettuale la scelta dei materiali, da applicare per ottenere il rispetto della prestazione acustica attesa prescritta con il capitolato acustico, deve essere fatta facendo riferimento alle caratteristiche dei materiali stessi, calcolando il requisito acustico attraverso la normativa UNI EN ISO 12354-2 . La normativa illustra due modalit di calcolo, una dettagliata e laltra semplificata . Il metodo semplificato presuppone che si abbia a che fare con costruzioni omogenee (muratura o calcestruzzo) e con ambienti sovrapposti . Lindice di valutazione si calcola con la formula che segue:

L 'n, w = L n, w, eq L w + K
L n , w , eq
lindice di valutazione del solaio nudo lindice di valutazione dellattenuazione del livello di pressione sonora di calpestio ottenuta attraverso un rivestimento del solaio la correzione per la trasmissione dei rumori di calpestio attraverso le costruzioni laterali omogenee e fornita in un prospetto della UNI EN ISo 12354-2

L w
K

Per poter applicare il metodo semplificato bisogna per disporre degli indici di valutazione

L n , w , eq e L w :
e secondo UNI EN ISo 140-6,8 e UNI EN ISo 717-2 . Tuttavia, la normativa UNI EN 12354-2 in appendice B2 prevede la possibilit di fare un calcolo teorico di

L n, w, eq = 164 35 log L w

m' m'o

con mo =1Kg/m2 e m= massa specifica del solaio omogeneo in calcestruzzo

determinabile da appendice C2 a partire dalla massa superficiale del pavimento galleggiante e dalla rigidit dinamica specifica s di uno strato resiliente interposto tra il solaio e il pavimento galleggiante . La rigidit dinamica deve essere stata misurata secondo EN 29052-1 . Il calcolo teorico presuppone di avere a che fare con strutture omogenee; solai diversi da solai in calcestruzzo possono dare luogo in opera a risultati differenti

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LASmax (livello massimo di rumore per gli impianti a funzionamento discontinuo) e LAeq (livello massimo di rumore per gli impianti a funzionamento continuo)
Anche questi valori sono molto importanti, e devono rimanere nei limiti previsti dalla normativa e riguardano lisolamento degli impianti di ventilazione, impianto sanitario e di scarico, ascensore ecc ., cio tutti gli impianti presenti allinterno delledifici . I requisiti acustici passivi possono essere calcolati analiticamente e misurati in opera come definito nelle norme tecniche di riferimento . Si evidenzia per che i limiti indicati nel DPCM sono riferiti alle strutture in opera e alledificio ultimato . Pertanto la sola relazione di calcolo previsionale non pu di fatto garantire il rispetto dei limiti definiti dal Decreto .

Verifiche acustiche richieste al progettista


A seconda della tipologia dellopera da realizzare, vengono richiesti al progettista da parte dellamministrazione pubblica alcune verifiche: - Verifiche di clima acustico - Verifiche di impatto acustico - Verifica dei requisiti acustici passivi degli edifici Le verifiche di clima acustico hanno lo scopo di valutare la rumorosit presente in unarea prima di realizzare una certa opera . Servono quindi per valutare se larea compatibile con costruzione e prevedere eventuali opere di abbattimento dei rumori . Secondo lart . 8 comma 3 della L . 447 del 1995, dovranno possedere valutazione previsionale di clima acustico le aree interessate alla realizzazione di scuole, asili nido, ospedali, case di cura e di riposo, parchi pubblici urbani ed extraurbani e nuovi insediamenti residenziali prossimi alle opere che richiedono valutazione di impatto acustico . Le verifiche di impatto acustico servono a prevedere quanto rumore potr generare una nuova opera e se tale rumore potr disturbare i recettori . La 447 del 26 ottobre 1995 allart . 8 (legge quadro sullinquinamento acustico), definisce che devono essere sottoposte a verifica di impatto acustico, aeroporti e eliporti, strade e autostrade, discoteche, circoli privati e pubblici esercizi dove sono installati macchinari o impianti rumorosi, impianti sportivi e ricreativi, nonch ferrovie ed altri sistemi di trasporto collettivo su rotaia . Le verifica dei requisiti acustici passivi degli edifici secondo il DPCM del 5 dicembre 1997 (ampiamente illustrato nel paragrafo precedente), nato per stabilire i requisiti acustici delle sorgenti sonore interne agli edifici e i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti in opera (art .1 comma 1 campo di applicazione) . Queste opere dovranno essere sottoposte a verifica sia che vengano realizzate ex-novo, sia che vengano modificate . Inoltre, "le domande per il rilascio di concessioni edilizie relative a nuovi impianti ed infrastrutture adibiti ad attivit produttive, sportive e ricreative e a postazioni di servizi commerciali polifunzionali, dei provvedimenti comunali che abilitano allutilizzazione dei medesimi immobili ed infrastrutture, nonch le domande di licenza o di autorizzazione allesercizio di attivit produttive devono contenere una documentazione di previsione di impatto acustico" (L .447 1995 art . 8 c . 4) . I limiti di rumore da rispettare sono definiti nei decreti attuativi della L .447 .
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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Sistema europlus-silentium
PAG. 152

Effetto sulla trasmissione del rumore al calpestio


Misure di rumore di calpestio su solaio laterocementizio in laboratorio secondo UNI EN ISO 140-6 Nel mese di maggio 2009 iniziata la sperimentazione sullo studio delle prestazioni acustiche ottenibili con un sistema a pavimento radiante realizzato con pannello isolante sandwich costituito di varie combinazioni di materiali . Lo scopo della ricerca era trovare la combinazione di materiali che consentisse di ottimizzare non solo le prestazioni termiche di pavimento radiante ma anche acustiche di abbattimento del rumore di calpestio . Lintera sperimentazione ha portato poi alla nascita del sistema radiante di riscaldamento a pavimento europlus-silentium .

Progetto di ricerca
Il progetto di ricerca, condotto allinterno del laboratorio di misure acustiche stato seguito dal Dipartimento di Fisica Tecnica dellUniversit di Padova . Il solaio scelto per la sperimentazione un solaio laterocementizio con soppressione delle trasmissioni laterali . Le misure del rumore di calpestio normalizzato vengono effettuate in accordo con la norma UNI EN ISo 140 parte 6 . Il presente documento riporta le principali considerazioni basate sui risultati ottenuti durante le misure, effettuate sul prodotto accoppiato . stata valutata inoltre linfluenza della finitura superficiale del pavimento nelle misure di calpestio in laboratorio (mantenendo costante il pacchetto solaio), mediante misure su massetto non rivestito, su parquet flottante posato a secco e su piastrelle in ceramica .
Massetto di spessore 45 mm sopra tubazione e peso specifico 114,7 Kg/m2 Massetto alleggerito di spessore 10 cm e peso specifico 46,8 Kg/m2 Solaio in laterocemento 20 + 5 secondo UNI 9730-1:1990, UNI EN 15037-3:2009 e DM 09/01/1996
Pavimentazione Massetto Tubazione MidiX Pannello isolante europlus-silentium

Massetto alleggerito Solaio in laterocemento

Allestimento in laboratorio
Per quanto riguarda la realizzazione dellallestimento in laboratorio, il sistema radiante europlussilentium stato installato sopra un massetto alleggerito di riempimento di spessore 10 cm e in prossimit dei bordi della cornice di prova sono state applicate strisce perimetrali in polietilene . Sopra il sistema radiante, completo di tubazioni riempite di acqua alla pressione di esercizio, stato gettato il massetto di ripartizione dei carichi in sabbia e cemento, per uno spessore totale di 65 mm . Dopo tre settimane dalla posa del massetto stata eseguita la prima misurazione sul pavimento non finito; in seguito stato posato il parquet flottante a secco ed eseguita nuovamente la misura di rumore di calpestio . Infine, dopo rimozione del rivestimento in legno, sono state applicate le piastrelle in ceramica mediante collante cementizio tradizionale ed stata eseguita una nuova misurazione . Tutta la procedura stata eseguita nellarco di circa un mese . Le misurazioni relative al solaio nudo sono state eseguite ad inizio ed a fine dellintera sperimentazione .

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Il sistema radiante europlus-silentium stato installato sopra massetto alleggerito e in prossimit dei bordi della cornice di prova stata applicata la striscia perimetrale doppia avendo cura di risvoltare il lembo superiore sopra al pannello europlus-silentium .

Sopra il sistema radiante, completo di tubazioni riempite di acqua alla pressione di esercizio, stato gettato il massetto di ripartizione dei carichi in sabbia e cemento, per uno spessore totale di 65 mm (45 mm sopra tubo) .

Dopo tre settimane dalla posa del massetto stata eseguita la prima misurazione sul massetto nudo prima della posa del rivestimento .

In seguito stato posato il parquet flottante a secco ed eseguita nuovamente la misura di rumore di calpestio . Infine, dopo rimozione del rivestimento in legno, sono state applicate le piastrelle in ceramica mediante collante cementizio tradizionale ed stata eseguita una nuova misurazione .

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Risultati
In base ai dati acquisiti durante i rilievi, stato calcolato il livello di rumore di calpestio normalizzato Ln [dB] e lindice di valutazione Lnw [dB] per ognuna delle configurazioni in esame . I valori di Lnw ottenuti, anche in relazione alla misura di riferimento sul solaio nudo, sono riportati in tabella 1 .
Tabella 1 - Risultati ottenuti espressi come indice di valutazione del rumore di calpestio normalizzato Lnw [dB]

Campione Solaio latero-cemento nudo Europlus-silentium

Indice di valutazione del rumore di calpestio normalizzato Lnw [dB] 92 Massetto Parquet Ceramica 55 48 56

Attenuazione rispetto al solaio nudo [dB] 37 44 36

Il sistema testato permette di raggiungere valori di Lnw pari a 55 dB (massetto), 56 dB (ceramica) e 48 dB (parquet a secco), a partire da Lnw = 92 dB del solaio nudo in laboratorio, con unattenuazione del rumore compresa tra 36 e 44 dB, a seconda della finitura .

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Confronto tra finiture superficiali


Nella figura 1 sono rappresentati i dati spettrali dei livelli di rumore di calpestio normalizzato relativi alle misure su massetto al grezzo, con parquet flottante posato a secco e su piastrelle ceramiche, per lallestimento testato, messi a confronto con il solaio nudo .
SISTEMA EUROPLUS-SILENTIUM - LIVELLI dI RUMORE dI CALPESTIO SU SOLAIO LATERO-CEMENTO
Solaio Nudo 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Frequenza [Hz] Massetto Parquet flottante a secco Ceramica

figura 1 Materiale europlus-silentium: misure sul massetto al grezzo, sul parquet flottante e su piastrelle in ceramica .

Dai risultati emerge il buon funzionamento del materiale anticalpestio sotto massetto, che permette di ridurre il rumore sullintero intervallo di frequenze preso in esame . Lattenuazione aumenta con la frequenza, anche se in corrispondenza di 16002000 Hz presente una zona di risonanza, con una probabile influenza delle caratteristiche meccaniche e costruttive della tipologia del solaio laterocemento analizzato .

Parquet flottante a secco


Per quanto riguarda linfluenza della finitura superficiale, la presenza del parquet in legno (posato a secco su uno strato disaccoppiante in cartone ondulato, senza incollaggio) attenua notevolmente il rumore di calpestio su tutto lo spettro . Il motivo di un miglioramento cos marcato da attribuire, oltre che al disaccoppiamento della finitura, anche alla tipologia di urto che avviene tra i martelli metallici del generatore normalizzato di calpestio e la superficie lignea . La risonanza in corrispondenza dei 2000 Hz presente in forma meno accentuata e poco significativa ai fini delle prestazioni globali . Si sottolinea che in caso di incollaggio diretto del parquet al massetto, i livelli di rumore dovrebbero attestarsi attorno ai valori riscontrati negli altri allestimenti .

Ceramica
Nel caso della finitura ceramica, il rivestimento lascia pressoch invariata la prestazione generale del sistema, con un aumento dellindice di valutazione di 1 dB, da attribuire ad un lieve aumento dei livelli nellintervallo 400 Hz-2000 Hz .

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

SOLAIO LATERO-CEMENTO SOLAIO NUDO Freq [Hz]


100 125 160 200 250 315 400

SOLAIO LATERO-CEMENTO SISTEMA EUROPLUS-SILENTIUM MASSETTO

Ln
60,2 66,5 65,7 68,7 71,3 74,2 72,9

ISO 717-2
94 94 94 94 94 94 93

Freq [Hz]
100 125 160 200 250 315 400

Ln
58,4 62,2 59,2 56,0 54,8 52,3 49,2

ISO 717-2
57 57 57 57 57 57 56

500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

72,0
76,7 79,5 79,2 80,6 81,9 86,6 89,7 86,4

92
91 90 89 86 83 80 77 74

500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

46,5
47,9 49,0 48,6 50,4 51,0 50,1 43,7 30,9

55
54 53 52 49 46 43 40 37

SOLAIO LATERO-CEMENTO SISTEMA EUROPLUS-SILENTIUM PARQUET FLOTTANTE A SECCO Freq [Hz]


100 125 160 200 250 315 400

SOLAIO LATERO-CEMENTO SISTEMA EUROPLUS-SILENTIUM CERAMICA Freq [Hz]


100 125 160 200 250 315 400

Ln
57,7 60,3 57,6 54,6 51,2 47,3 41,9

ISO 717-2
50 50 50 50 50 50 49

Ln
59,1 61,7 57,7 57,1 55,1 52,7 50,5

ISO 717-2
58 58 58 58 58 58 57

500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

36,0
32,8 29,8 25,8 22,9 21,3 22,6 22,6 18,3

48
47 46 45 42 39 36 33 30

500
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

49,5
51,4 52,1 53,1 53,9 53,3 51,2 43,2 30,1

56
55 54 53 50 47 44 41 38

Risultati riducendo la densit dello strato in polistirene


Tabella 2 Risultati ottenuti espressi come indice di valutazione del rumore di calpestio normalizzato Lnw [dB] Campione Solaio latero-cemento nudo Europlus-silentium con strato in polistirene da 100 kPa Massetto Parquet Ceramica Indice di valutazione del rumore di calpestio normalizzato Lnw [dB] 92 55 49 55 Attenuazione rispetto al solaio nudo [dB] 37 43 37

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Il sistema ottenuto riducendo la densit dello strato in polistirene espanso sinterizzato con grafite (100 kPa anzich 140 kPa) d prestazioni acustiche comparabili al sistema precedentemente testato . Sono stati misurati valori di Lnw pari a 55 dB (massetto e ceramica), e 49 dB (parquet posato a secco), a partire da Lnw = 92 dB del solaio nudo in laboratorio, con unattenuazione del rumore compresa tra 37 e 43 dB, a seconda della finitura .

Limportanza degli impianti


Anche limpiantistica ricopre un ruolo essenziale, poich avere impianti efficienti garantisce un significativo risparmio energetico ed un elevato livello di benessere percepito (il c .d . comfort) . Per avere un alto rendimento dellimpianto, non basta solo scegliere un generatore ad alta efficienza, magari una pompa di calore, ma anche importante che gli altri componenti, sistema di regolazione, sistema di distribuzione del termovettore agli elementi scaldanti, elementi scaldanti, abbiano un alto rendimento .

h g = hp h r h d h e hp il rendimento del generatore di calore; hr il rendimento del sistema di regolazione; hd il rendimento del sistema di distribuzione he il rendimento degli elementi scaldanti;
Perdita del sistema di distribuzione

Perdita del sistema di regolazione

Perdita del terminale di impianto

Perdita al generatore di calore

Ipotizziamo di avere un alto rendimento del generatore di calore (98 %), del sistema di regolazione (98 %), del sistema di distribuzione del termovettore agli elementi scaldanti (98 %) e invece il rendimento degli elementi scaldanti pi basso (85 %), quindi si ha il seguente prodotto 0,98 x 0,98 x 0,98 x 0,85 = 0,80 da dove si nota che se un solo componente ha basso rendimento lefficienza dellintero impianto seriamente compromessa, se invece tutti i componenti del sistema, quindi anche gli elementi scaldanti hanno rendimenti elevati, anche lefficienza del sistema sar elevata, infatti, si avr 0,98 x 0,98 x 0,98 x 0,98 = 0,92 . I sistemi di riscaldamento e raffrescamento radiante, a elevata resa e bassi consumi di gestione, sono la scelta ideale per aumentare lefficienza energetica del sistema edificio e quindi salire nella valutazione della classe energetica . Inoltre mentre i tradizionali radiatori e/o ventilconvettori necessitano di periodiche operazioni di pulitura e verniciatura, negli impianti a pannelli radianti gli interventi di manutenzione sono praticamente inesistenti; il merito va attribuito principalmente alla tubazione utilizzata per gli anelli, poich si tratta di materiale plastico, non soggetto a rotture derivate da fenomeni di corrosione . Per diminuire le emissioni di Co2 preferibile utilizzare fonti di energia alternative come il solare termico che consente di produrre acqua calda che pu essere impiegata per usi sanitari e per il riscaldamento . I pannelli solari possono essere raggruppati in 4 tipi principali: sottovuoto, vetrati, scoperti e ad aria . I sistemi solari termici possono essere di due tipi a circolazione naturale e a circolazione forzata . I sistemi solari a circolazione naturale sono sistemi a circuito chiuso, che funzionano a scambio indiretto e, non avendo pompe e componenti elettrici, necessitano di minima manutenzione .

Rendimento di emissione
passo cm >

es . ceramica es . parquet

es . legno a norma

m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W

0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100

10 0,95 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,93

15 0,95 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,93

20 0,95 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,93

10 0,95 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,93

15 0,95 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,93

VALoRE DI EMISSIoNE NELLE SCHEDE TECNICHE

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PROGETTAZIONE

20 0,95 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,93

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

I sistemi solari termici a circolazione forzata sono un po pi complessi dei sistemi solari termici a circolazione naturale perch il liquido del circuito primario spinto da una pompa verso i pannelli solari, e quindi necessario installare un sistema a circolazione forzata . Il bollitore pu essere installato, solitamente, in una locale che funge da centrale termica . possibilit inoltre abbinare i pannelli solari termici ed una macchina frigorifera, cio la tecnologia del solar cooling che permette di produrre freddo, sotto forma di acqua refrigerata o di aria condizionata, a partire da una sorgente di calore . Unaltra fonte di energia rinnovabile come indicato dal "Libro Bianco dellEnergia per il futuro fonti di Energia Rinnovabili" CoM97 dellUnione Europea, la geotermia . Con le pompe di calore, gli impianti geotermici sfruttano lenergia data dal terreno per soddisfare sia il fabbisogno termico (in riscaldamento) che quello frigorifero (raffrescamento) e si dividono principalmente in 3 sistemi diversi geotermia con sonde verticali, con sonde orizzontali e con acqua di falda .

Cos una pompa di calore? e un chiller?


Le pompe di calore sono macchine capaci di prelevare calore dallambiente esterno a bassa temperatura (aria, terreno) e di fornirlo allinterno delledificio ad una temperatura pi alta e idonea a essere usata negli impianti termici . Questo risultato viene ottenuto "pompando" in un circuito chiuso del liquido refrigerante che attraverso uno scambiatore posto allinterno delledificio, detto condensatore, e uno scambiatore posto allesterno delledificio, detto evaporatore, provocano nel fluido una continua condensazione e evaporazione . Il trasferimento di calore dallambiente esterno allambiente interno avviene a scapito del lavoro compiuto dal compressore, ma in confronto a sistemi tradizionali quali il riscaldatore elettrico, lassorbimento elettrico della macchina molto inferiore, proprio perch parte del calore viene prelevato dallesterno . Generalmente ogni kW/h di elettricit assorbita, la pompa di calore riesce a fornire alimpianto 3-4 kW/h di calore e non 1 solo kW/h, come nei sistemi tradizionali, con un notevole risparmio energetico! Il principio termodinamico che alla base del funzionamento sopra descritto legato al passaggio di stato del fluido frigorigeno e pu essere meglio spiegato con lausilio del diagramma pressioneentalpia del fluido frigorigeno . Il diagramma diviso in tre aree distinte dalla campana: a sinistra il fluido allo stato liquido, a destra allo stato vapore e allinterno della campana allo stato bifase, vapore e liquido . Data una linea rappresentante una trasformazione di stato allinterno del diagramma, la variazione della entalpia (asse orizzontale) rappresenta il calore/lavoro scambiato con il fluido . Partendo dallo stato 0 con fluido refrigerante liquido e a bassa pressione, il fluido viene fatto evaporare assorbendo calore (trasformazione rappresentata dalla linea 0-1, area blu), fino a raggiungere lo stato 1, viene quindi aumentata la pressione attraverso il compressore fino allo stato 2 (trasformazione 1-2), a questo punto viene fatto condensare, cedendo il calore in ambiente rappresentato dalla trasformazione 2-3 . Leffetto utile, rappresentato dalla linea 2-3, visibilmente maggiore rispetto al lavoro impiegato dal compressore, evidenziato dalla componente orizzontale della linea 1-2, e che rappresenta lenergia spesa per il funzionamento della pompa di calore . La linea 0-1 il calore che riesce a essere assorbito attraverso la macchina dallambiente esterno a bassa temperatura e ceduto allambiente interno .

PoMPE DI CALoRE ECoEN: PAG. 395

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Naturalmente, come esiste la possibilit di sottrarre calore dallesterno per fornirlo in ambiente, seguendo lo stesso principio, possibile eseguire il ciclo inverso sottraendo calore dallambiente interno (area blu) per cederlo allesterno (area rossa) e soddisfare le richieste tipiche del periodo estivo: si parla in questo caso di chiller se la macchina soddisfa solo le esigenze del periodo estivo o di pompe di calore a ciclo reversibile se la macchina soddisfa sia le esigenze del periodo estivo che del periodo invernale .

Calore dellambiente esterno

allimpianto a pavimento Evaporat . Compressore Condens .

Valvola di espansione

Gli organi che costituiscono la pompa di calore e che permettono di realizzare il ciclo frigorifero sono: - levaporatore, attraverso cui il calore viene sottratto allambiente da raffrescare (ambiente interno nel periodo estivo e ambiente esterno nel periodo invernale) e ceduto al fluido refrigerante - il compressore, che porta la pressione del refrigerante al livello della condensazione - il condensatore, in cui il calore sottratto allambiente da raffrescare (sommato alla energia spesa durante la fase di compressione) viene ceduto allambiente da riscaldare che lambiente interno nel periodo invernale e lambiente esterno nel periodo estivo - la valvola di laminazione, che riporta la pressione del fluido al livello dellevaporazione
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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

In base alle esigenze di riscaldamento o raffrescamento, i componenti del ciclo assumono funzioni differenti . Lo scambiatore aria-fluido refrigerante si comporta nel periodo invernale da condensatore e nel periodo estivo si comporta da evaporatore; viceversa per lo scambiatore acqua-fluido refrigerante . Gli scambiatori hanno il miglior valore di efficienza di scambio quando la direzione dei fluidi nello scambiatore opposta, ossia in "controcorrente" . Nelle pompe di calore reversibili lo scambiatore interno percorso dal fluido refrigerante in direzione opposta a seconda che il funzionamento sia in riscaldamento o in raffrescamento . Ne deriva che lo scambiatore viene ad essere usato in controcorrente solo in una delle due applicazioni che viene definita in fase di progettazione ottimizzando quindi il funzionamento delle pompe di calore in riscaldamento o in raffrescamento . Nello scambiatore acqua-fluido refrigerante avviene la condensazione o la evaporazione del fluido refrigerante . Questa tipologia di scambiatore quindi assimilabile ad un scambiatore liquido-liquido che trova negli scambiatori a piastre la possibilit di ottenere elevati coefficienti di scambio termico mantenendo dimensioni compatte . Lo scambiatore aria-fluido refrigerante invece uno scambiatore a tubi alettati in modo da massimizzare lo scambio termico con laria . Una caratteristica importante per questi scambiatori il diametro delle tubazioni che caratterizza la superficie attiva di passaggio per laria, in modo che il passaggio dellaria non inneschi fastidiose turbolenze e rumori annessi . Esistono diversi tipi di compressori, ma il pi performante il compressore scroll . Nel compressore scroll, la spirale orbitante, ruotando rispetto alla spirale fissa, sposta il gas dallesterno verso il centro, comprimendolo in un volume inferiore . I vantaggi di questo tipo di compressore sono: Affidabilit (resistente ai colpi di liquido, poche parti in movimento, tecnologia matura); Silenziosit; Modularit (collegamenti TANDEM)

Lultimo componente la valvola di espansione termostatica che permette di regolare il corretto afflusso di refrigerante allevaporatore, adattandolo alle condizioni di funzionamento esterne (temperature dellaria e dellacqua) . Una variante evoluta di questo componente la valvola di espansione termostatica elettronica che funziona secondo il medesimo principio di quella tradizionale, ma caratterizzata da un campo di lavoro pi ampio e permette di regolare il corretto afflusso di refrigerante allevaporatore anche in condizioni di funzionamento lontane da quelle nominali . Un altro importante elemento che caratterizza le pompe di calore il fluido refrigerante: nel passato un fluido molto usato era il gas R134 oggi ormai usato solo nei frigoriferi delle abitazioni o nei deumidificatori . Molto pi diffusi sono le pompe di calore funzionanti con gas R407 o R410 aventi caratteristiche simili . Il secondo permette di avere dimensioni del compressore pi compatte e per questo motivo ormai il pi diffuso . Nello specifico le pompe di calore Eurotherm sono divise in tre linee caratterizzate tutte da fluido refrigerante R410, valvola termostatica elettronica, scambiatore lato acqua saldo-brasato e diametro tubi pacco alettato d= 8 mm: AWX-H: Pompa di calore reversibile ottimizzata per il riscaldamento AWP-H: Pompa di calore reversibile ottimizzata per il raffrescamento AWP-C: Chiller
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Come si misura lefficienza di una pompa di calore?


Lefficienza di una pompa di calore caratterizzata dal rapporto tra lenergia termica fornita (o sottratta) allambiente e lenergia elettrica assorbita dal compressore e viene definito coefficiente CoP (Coefficient of Performance) . Il CoP variabile in funzione naturalmente del tipo di pompa di calore e inoltre delle condizioni di lavoro e generalmente presenta valori di 3-4 . Per caratteristiche intrinseche al compressore, minore la differenza di temperatura tra sorgente esterna e sorgente interna, cio pi bassa la temperatura di funzionamento dellimpianto di riscaldamento, migliore sar il valore COP . Limpianto radiante in assoluto limpianto che funziona con le pi basse temperature: 25-40C a fronte di temperature pari a 50-70C degli impianti a radiatori . Da queste considerazioni naturale dedurre che lassociazione dellimpianto a pavimento alla pompa di calore esalta le performance dellimpianto termico . In modo analogo per i chiller viene definito il parametro EER come la potenza frigorifera assorbita divisa la potenza assorbita . Di seguito si riporta una tabella esemplificativa di quanto varia il CoP di una pompa di calore al variare della temperatura delacqua .
MOdELLO POMPA ECOEN AWX-H POTENZA POTENZA COP tm = COP tm = AUMENTO FRIGORIFERA TERMICA [kW] 50 C 35 C EFFICIENZA [kW] 8,46 15,84 ECOEN AWP-H 7,77 15,09 ECOEN AWP-C 2,4 2,6 2,7 2,6 3,7 3,9 3,7 3,8 54% 50% 37% 46% 7,46 14,40 6,53 12,64 6,66 12,90 EER tm = 7 C 2,8 2,8 2,7 2,8 2,8 2,8 EER tm = AUMENTO 10 C EFFICIENZA 3,0 3,0 2,9 3,0 3,0 3,0 7% 7% 7% 7% 7% 7%

Potenza frigorifera: temperatura esterna 35C; Potenza termica: temperatura esterna 7C, umidit 88%

Secondo la norma UNI-EN-ISo 14511, la potenza assorbita da utilizzare nel calcolo di EER e CoP data dalla somma di: - Potenza assorbita dal compressore - Potenza assorbita dai ventilatori - frazione della potenza assorbita dalla pompa per vincere le perdite di carico interne al chiller - Potenza assorbita dagli ausiliari elettrici (controllore elettronico, rel, teleruttori) Secondo quanto previsto dallassociazione Eurovent invece la potenza assorbita prende in considerazione solo gli elementi funzionali alla macchina, escludendo la potenza elettrica assorbita dalla pompa e dagli ausiliari, con la conseguenza di avere valori dichiarati leggermente diversi in funziona del riferimento con il quale si dichiara lefficienza .

Classificazione delle pompe di calore


Una classificazione delle pompe di calore viene generalmente realizzata in funzione delle modalit di scambio del calore con la sorgente esterna . La tipologia pi diffusa per la sua semplicit sfrutta come sorgente laria attraverso scambiatori alettati e muniti di ventilatori per migliorare lo scambio termico . Le migliori prestazioni ottenibili da una pompa di calore erano fino a poco tempo fa quelle in cui si sfruttava come sorgente esterna il terreno (impianti geotermici) . In questi impianti vengono inserite nel terreno delle sonde allinterno delle quali viene fatta circolare acqua che asporta il calore dal terreno cedendolo alla pompa di calore . Con levolversi della tecnologia i valori di CoP, che in precedenza erano raggiunti solo da queste tipologie di pompe di calore, possono oggi essere

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

raggiunti anche con le pompe di calore aria-acqua . Rimane tuttavia il vantaggio nei sistemi geotermici nei quali la temperatura del terreno (circa 10C) si mantiene costante al variare delle stagioni, permettendo alla pompa di calore di lavorare con salti termici pi contenuti e costanti in tutto il periodo stagionale, a completo beneficio del rendimento della macchina .

Perch scegliere una pompa di calore?


La pompa di calore la macchina termica pi efficiente di qualsiasi generatore termico disponibile sul mercato come raffigurato nello schema seguente, in cui si vedono le differenze tra i diversi sistemi di riscaldamento legati a fonti energetiche diverse: con la pompa di calore lambiente da riscaldare la stessa quantit di calore prelevata dal combustibile fossile . Naturalmente nel caso di installazione di pannelli fotovoltaici o utilizzo di altri sistemi ecocompatibili (esempio il solar cooling) il vantaggio migliora ulteriormente . Il sistema meno efficiente risulta invece il riscaldamento elettrico in cui si riesce a cedere allambiente da riscaldare solo 1/3 dellenergia prelevata allorigine e trovano quindi una loro giustificata applicazione solo per casi limitati .

3W

167W + 27W 100W

Riscaldamento elettrico

297W

103W 11W

14W 100W Gasolio 125W 111W

11W

8W 100W Gas naturale 119W 111W 1W

67W

57W + 9W Pompe di calore elettriche aria/acqua C.O.P. 3 100W


33W

100W

34W

1W

75W

43W + 7W Pompe di calore elettriche geotermiche C.O.P. 4 76W


25W

100W

26W

Altri vantaggi nella scelta dellutilizzo di una pompa di calore sono: - Eliminazione di canne fumarie serbatoi di combustibili o allacciamenti alle reti di gas e dei relativi costi di gestione/controllo ; - Bassissimi costi di manutenzione; - Possibilit di installare un secondo contatore per le utenze domestiche con potenza impegnata del primo contatore fino a 3 kW con un ulteriore risparmio dei costi della bolletta;
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La regolazione
La regolazione dellimpianto pu seguire due principi: a punto fisso, cio con temperatura di mandata fissata indipendentemente dalle condizioni esterne; climatica, cio con adeguamento continuo alla situazione di temperatura esterna .

A Punto Fisso
Si tratta del sistema di regolazione pi semplice . La regolazione a punto fisso garantisce allimpianto una temperatura del fluido di mandata costante . Il valore viene impostato manualmente attraverso una valvola termostatica . La compattezza di questa tipologia di regolatori ne permette lalloggiamento in cassetta collegandoli direttamente al collettore, peculiarit che ha agevolato la loro grande diffusione nel passato . Il limite maggiore la necessit, da parte dellutilizzatore, di dover regolare limpianto ogni volta che variano le condizioni esterne . Per ridurre questa esigenza si diffusa la consuetudine di tarare la valvola termostatica sulla temperatura di progetto (uguale alla massima temperatura necessaria nel giorno pi freddo dellinverno) e di montare sui circuiti dellimpianto attuatori elettrotermici comandati da termostati di zona . Il termostato confronta la temperatura impostata dallutilizzatore con quella presente e, se la temperatura in ambiente supera quella impostata, toglie corrente allattuatore che chiude il/i circuito/i . Tutti gli attuatori sono muniti di microinterruttore ausiliario che permette di spegnere la pompa di circolazione quando tutti i circuiti sono chiusi, senza necessit di aggiungere moduli di collegamento . Nel caso di un unico locale servito dalla termoregolazione, il termostato ambiente pu essere collegato allalimentazione della pompa: quando la temperatura del termostato viene soddisfatta, si interrompe la circolazione del fluido in tutti i circuiti del collettore . In queste tipologie di impianti assumono particolare importanza le caratteristiche del termostato . Se il termostato ambiente rileva una temperatura superiore a quella impostata, significa che il massetto ed il fluido sono ad una temperatura superiore rispetto a quella necessaria . In questo caso, si dovr smaltire il calore in eccesso del massetto continuando a fornire calore in ambiente; la temperatura in ambiente continuer a salire anche dopo lintervento del termostato, e possono trascorrere delle ore prima che il massetto si raffreddi sufficientemente per ridurre la temperatura in ambiente . Quando la temperatura in ambiente scesa fino ad essere inferiore a quella richiesta, il termostato comanda la riapertura, affinch il massetto ed il fluido si riscaldino al punto da garantire nuovamente la temperatura ideale . In sintesi, il valore di temperatura in ambiente subir una continua oscillazione . Il fenomeno tanto pi accentuato quanto maggiore la differenza tra la temperatura richiesta di mandata dellacqua e quella dellacqua realmente circolante: per questo motivo la temperatura di impostazione sulla valvola termostatica non deve essere troppo elevata . Per minimizzare leffetto descritto, preferibile usare termostati con piccolo differenziale di intervento, anche se la soluzione migliore lutilizzo di termostati proporzionali quale il termostato da incasso Evo . Con questo particolare termostato il funzionamento non del tipo oN/off, ma modulante . Allinterno di un differenziale di 1,5C il termostato apre la valvola per un tempo proporzionale alla differenza di temperatura tra il valore impostato e quello misurato . Cosi facendo allavvicinarsi alla temperatura di comfort viene progressivamente ridotto il calore fornito con leffetto di ridurre loscillazione della temperatura ambiente .

CoMMAND DUo S: PAG. 315

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PROGETTAZIONE

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Climatica
Si tratta del sistema di regolazione pi efficiente e che consente il maggior risparmio energetico . Poich il calore necessario per mantenere le condizioni di comfort in ambiente legato alle dispersioni delledificio ed alla temperatura esterna, il fabbisogno termico aumenta allaumentare delle dispersioni delledificio e al diminuire della temperatura esterna . Le regolazioni di tipo climatico permettono di selezionare una curva climatica allinterno di una famiglia di curve, in modo da adeguare la regolazione allo specifico edificio . fissata la curva climatica, la temperatura di mandata allimpianto viene regolata in modo automatico in funzione della temperatura esterna, adeguando lapporto di calore al fabbisogno termico delledificio, per garantire sempre le migliori prestazioni in termini di comfort . Per ottenere questi risultati si utilizza una centralina elettronica digitale, a cui sono collegate due sonde di temperatura (una di mandata allimpianto e una esterna) ed un servomotore che aziona la valvola miscelatrice . La centralina elabora il segnale della sonda esterna e, in base al codice climatico pi adatto per quel tipo di edificio, determina il valore ideale della temperatura di mandata, lo confronta con il valore reale misurato dalla sonda di mandata e, se necessario, agisce sulla valvola miscelatrice . La curva climatica o curva di riscaldamento il rapporto tra la temperatura esterna e la temperatura di mandata ai corpi scaldanti considerata dai regolatori climatici . Per un corretto dimensionamento di tale curva si necessita la conoscenza di due parametri: - Temperatura esterna minima di progetto per esempio: Milano -5C - Temperatura massima di mandata allimpianto a pavimento per esempio: 40C impianto a pavimento Conosciuti questi valori si andranno a congiungere le due rette corrispondenti sul grafico, trovando in questo modo la curva da inserire .

CoMPAMAT R/ToP: PAG. 296

Verso la domotica
La domotica ha lo scopo di studiare e trovare strumenti e strategie per migliorare la qualit della vita, e ridurre i costi di gestione degli edifici e quindi i consumi energetici . Svolge un ruolo importante nel rendere "intelligenti" apparecchiature, impianti e sistemi . Ledificio "intelligente", con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli impianti tecnologici: ad esempio accensione/spegnimento luci, comfort ambientale (gestione dellimpianto di riscaldamento/raffrescamento), gestione degli impianti di sicurezza (controllo antiintrusione, fughe di gas, incendi, ecc .), delle reti informatiche, della comunicazione, dei servizi di assistenza (tele-soccorso, tele-assistenza, tele-monitoraggio, ecc .) . Lobiettivo della domotica quello di migliorare la flessibilit di gestione, garantire il comfort, la sicurezza, il risparmio energetico degli immobili nel segno della qualit dellabitare e del lavorare allinterno degli edifici . Ad esempio nella climatizzazione, si pu programmare e regolare la temperatura e lumidit dellaria dei locali in base alla stagione, allora del giorno, alla presenza di persone, allapertura di finestre . Si possono stabilire scenari reimpostati su base ora giornaliera o settimanale . I comandi possono essere sia centralizzati che suddivisi per zone . Di grande utilit per chi possiede seconde case la funzione che permette di comandare il sistema da remoto e conoscere i parametri ambientali tramite mail oppure tramite cellulare, ed eventualmente agire per modificare le condizioni ambientale . Inoltre i sistemi domotici, nel caso vi fosse gi un impianto filare e non sia possibile realizzare un nuovo cablaggio, mettono a disposizione anche un'ampia gamma di dispositivi radio .
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GLI IMPIANTI RADIANTI


Comfort: Temperatura dellaria uniforme
Avere un impianto di riscaldamento che consenta di favorire lo scambio per irraggiamento ha leffetto di avere tutte le superfici di delimitazione dei locali riscaldati ad una temperatura intorno ai 2427C . La limitata differenza di temperatura fra pavimento (27C ca . per condizioni di fabbisogno standard) e soffitto (24C ca .) fa s che non si abbia alcuna stratificazione dellaria . Se si traccia il profilo di temperatura lungo laltezza di un locale riscaldato con impianto a radiatori e con impianto a pavimento, si vede che la curva del benessere nel secondo caso meglio approssima quella ideale:

curva ideale

radiatori

riscaldamento ad aria

pannelli radianti a pavimento

pannelli radianti a parete

pannelli radianti a soffitto

Nelle schematizzazioni, la linea pressoch verticale indica lomogeneit della temperatura alle varie altezze .

Aria uniformemente alla stessa temperatura impedisce che si inneschino quei fastidiosi moti convettivi causa di circolazione delle polveri negli ambienti riscaldati a radiatori . Tali moti sono causati infatti dalla dilatazione delle molecole daria le quali, aumentando di volume specifico, tendono a salire perch pi leggere per poi ridiscendere dopo essersi raffreddate a contatto con il soffitto freddo . Eliminare i moti convettivi significa garantire maggiore igiene e un ambiente pi salubre, in quanto non c movimento di polveri che sono spesso la causa di fastidiose allergie . Avere una temperatura dellaria contenuta di notevole vantaggio per il comfort degli occupanti . Innanzitutto perch aria meno calda anche meno secca e ci va a favore del sistema respiratorio . Causa infatti di infiammazioni delle mucose nasali, di laringiti e bronchiti, nonch di allergie, proprio leccessivo riscaldamento dellaria, in quanto un certo grado di umidit necessario per far funzionare correttamente le mucose del sistema respiratorio, le quali rappresentano un primo filtro naturale agli attacchi esterni . Un ambiente secco favorisce anche il proliferare di batteri e virus, come dimostra il grafico seguente:

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Batteri Virus funghi Polveri fini Infezione delle vie respiratorie Allergie, asma Produzione di ozono Umidit relativa %

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

fonte: Grundlagen der Luftbefeuchtung, Iselt/Amrdt, C . f . Mller Verlag Heidelberg)

Nel grafico possibile notare che valori di umidit relativa in ambiente inferiori al 40% e superiori al 60% comportano linsorgere di diversi problemi alla qualit dellaria . Pur non essendoci un rigoroso criterio di benessere come per la temperatura ambiente, consigliabile mantenere i valori di umidit relativa allinterno di questi valori . Il grafico mette in evidenza quanto sia importante umidificare dinverno in ambienti riscaldati a radiatori e quanto sia importante deumidificare destate . Valori ottimali di umidit relativa sono compresi infatti tra il 40 e il 60% . Inoltre, una temperatura dellaria contenuta fa s che lo scambio termico per convezione a cui sottoposto il corpo umano sia aumentato mentre quello per irraggiamento con la struttura della casa sia diminuito rendendo le proporzioni di scambio termico pi vicine ai rapporti ideali . In questo modo luomo sottoposto a condizioni climatiche pi naturali e meno "forzate" . La natura ci mostra ogni giorno quali siano le condizioni ideali per un riscaldamento confortevole . "Limpianto di riscaldamento terrestre" consiste nel riscaldare la massa terrestre principalmente per irraggiamento mediante un generatore di calore efficientissimo qual il Sole; che poi laria dellatmosfera terrestre si riscaldi mantenendo il tepore anche dopo il tramonto del sole solo un effetto secondario . Inoltre, recenti studi hanno dimostrato come un innalzamento non naturale della temperatura dellaria atmosferica abbia solo effetti negativi sulla vita terrestre (effetto serra) .

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Descrizione dellimpianto
Si tratta di un impianto di riscaldamento che consiste in anelli chiusi di tubazione in materiale plastico entro cui circola lacqua calda prodotta dal generatore di calore; questi circuiti sono annegati nel massetto portante del pavimento dei locali da riscaldare e vengono alimentati da uno o pi collettori di distribuzione . La posizione dei collettori fondamentale per il buon funzionamento dellimpianto e deve essere pi centrale possibile rispetto alla planimetria degli ambienti . La posa della tubazione avviene dopo la stesura del pannello di appoggio, il quale deve avere caratteristiche termiche tali da garantire il rispetto delle esigenze di isolamento imposte dalla normativa sugli impianti a pavimento; ci si ottiene con elevato spessore se il pannello costituito di un materiale dalle scarse capacit isolanti, con spessore ridotto se il pannello isolante di elevata qualit . La normativa UNI EN 1264-4 prevede:

Isolazione verso il basso secondo UNI EN 1264 parte 4 paragrafo 4 .2 .2 .1


caso

cosa c sotto?

Resistenza termica Rt [m2K/W] secondo UNI EN 1264-4

spessore minimo richiesto in mm per


poliuretano in sandwich con doppio foglio in alluminio D = 0,025 W/m2K polistirene espanso D = 0,035 W/m2K fibra di legno D = 0,040 W/m2K

I II III Iv Iv Iv

locali riscaldati locali freddi e terreno temp . esterna > 0C


(sud-Italia)

0,75 1,25 1,25 1,50 2,00

19 31 31 38 50

27 44 44 53 70

29 50 50 60 80
Gli spessori di tabella derivano dalla conducibilit termica D dichiarata dal produttore secondo gli standards stabiliti dalle normative europee di riferimento . Tali spessori dovranno essere rivisti secondo UNI EN ISo 10456

-5C < temp . esterna < 0C


(centro e nord Italia)

-15C < t . esterna < -5C


(nord Italia)

chiaro che, al momento della stesura dellimpianto a pavimento, devono essere disponibili spessori che tengano conto di: 1) 2) 3) 4) ingombro del pannello isolante secondo UNI EN 1264-4 diametro della tubazione spessore del massetto spessore della pavimentazione

Tali spessori devono considerarsi al netto della posa delle tubazioni idrauliche e/o elettriche e quindi escludendo lo strato di livellamento che viene normalmente fatto per la copertura di queste tubazioni .

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

1) Lo spessore del pannello pu variare da un valore minimo di 19 mm ad un valore massimo di 100 mm a seconda della qualit del pannello isolante e della severit delle condizioni di temperatura sottostanti ai locali da riscaldare . 2) La tubazione che poggia sul pannello isolante pu avere diametri variabili; limpianto funziona con prestazioni migliori se il diametro non inferiore a 20/2 mm perch una sezione di passaggio maggiore per lacqua calda dellimpianto comporta minore difficolt per la stessa nel percorrere limpianto, quindi minore spesa energetica nel funzionamento della pompa e minore rischio di erosione meccanica della tubazione . 3) Il massetto dovr avere spessore minimo pari a 45 mm sopra la tubazione dellimpianto o comunque sopra il punto pi alto del sistema per garantire la resistenza meccanica necessaria per sopportare i pesi sovrastanti; produttori di massetti speciali detti autolivellanti garantiscono le stesse prestazioni meccaniche anche con spessore ridotto . 4) Infine c lo spessore della pavimentazione, in ceramica o altro . Normalmente lo spessore inferiore ai 15 mm . La fattibilit dellimpianto quindi legata alla disponibilit dello spessore totale necessario: - 19-100 mm di pannello isolante a seconda della qualit dellisolante e delle condizioni sottostanti - 20 mm per tubazione di veicolo dellacqua a bassa temperatura - 45 mm sopra tubo per massetto tradizionale di sostegno alla pavimentazione - 15 mm di pavimentazione
Sezione indicativa

4) pavimentazione

3) massetto

2) tubazione

1) pannello

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Pannelli isolanti
Lisolante utilizzato nei pannelli di un sistema di riscaldamento a pavimento deve avere una serie di caratteristiche che vanno ben oltre alla semplice elevata resistenza termica richiesta . La ditta Eurotherm ne ben consapevole e da anni si sempre distinta per la preoccupazione che ha dimostrato nella scelta dellisolante opportuno alla luce di tutte le considerazioni che seguono .

Confronto fra isolanti di origine diversa


6 cm di poliuretano
isolano come

8 cm di polistirene 8,7 cm di lana di vetro

Caratteristiche di un isolante
Lisolante deve avere buone caratteristiche meccaniche . Il pannello in cui fornito deve essere sufficientemente robusto per evitare che si sfaldi o rompa durante la posa in cantiere; deve avere inoltre una elevata resistenza alla compressione in modo da assorbire senza cedimenti n incrinature i carichi a cui sottoposto il pavimento del locale occupato . Non deve deteriorarsi nel tempo; deve avere quindi buona stabilit termica e chimica . Questo significa che lisolante deve mantenere le sue buone caratteristiche termiche e meccaniche anche se sottoposto per lungo tempo a temperature superiori a quella ambiente; tali caratteristiche inoltre non devono variare a causa di reazioni con materiali circostanti . Anche il calore specifico deve essere pi contenuto possibile per evitare che il pannello diventi un accumulatore di calore e faccia innalzare la temperatura dellisolante pi del dovuto . La conduttivit termica di un isolante aumenta con la temperatura . Visto che la presenza di acqua nel pannello ne comprometterebbe sia le caratteristiche meccaniche (deterioramento del materiale) sia quelle termiche (lacqua ha una conduttivit termica circa 25 volte pi elevata dellaria), un buon pannello isolante deve avere unottima resistenza allacqua . Infine, sarebbe bene che lisolante avesse caratteristiche di ininfiammabilit, o per lo meno di autoestinguibilit, e non fosse nocivo alla salute . Infatti, essendo i pannelli isolanti stesi sul pavimento dellintero edificio da riscaldare, se essi fossero costituiti di materiali infiammabili sarebbero fonte di facile propagazione di eventuali incendi innescatisi . La non tossicit si motiva in fase di posa o eventuali manutenzioni; materiali nocivi minaccerebbero la salute degli operatori che si trovano a maneggiarli .

9 cm di sughero

11,5 cm di fibre di cellulosa

Pannelli isolanti Eurotherm


La ditta Eurotherm ha voluto inserire nel suo repertorio soluzioni che potessero soddisfare ogni esigenza . Il pannello ecoplus con isolante in fibre di legno riassume in s i vantaggi di un isolante di origine vegetale . Il basso valore di permeabilit caratteristico di questo materiale stato migliorato proteggendo il pannello con fogli in carta oleata in modo da ottenere un pacchetto che soddisfi le richieste ecologiche . I pannelli euroflex, rivestiti o meno, e europlus-flex hanno fatto propri i vantaggi rappresentati da un isolante sintetico come il polistirene espanso . I pannelli eurosuper e eurotop vantano le ottime caratteristiche isolanti del poliuretano che mantengono invariate nel tempo grazie al sapiente accostamento allisolante di fogli di alluminio; lalluminio ha la funzione di impedire la fuga del gas espandente contenuto dallisolante, o meglio che laria entri e si sostituisca al gas, e di favorire lo scambio ad irraggiamento riflettendo le onde elettromagnetiche .
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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

La tubazione
Il tubo un altro importante elemento dellimpianto a pavimento . Per le caratteristiche che esso deve avere, visto il ruolo fondamentale che riveste nellimpianto Eurotherm, abbiamo sceltp un prodotto con il quale vanta esperienza pluridecennale .

Caratteristiche di un tubo per il riscaldamento In un impianto di riscaldamento a pavimento le tubazioni di veicolo del fluido termovettore devono avere una serie di caratteristiche . Innanzitutto, devono avere ottime caratteristiche meccaniche in modo da evitare che possano rompersi, deformarsi o altro durante la loro vita dato che ci potrebbe compromettere il normale funzionamento dellimpianto . In particolare devono avere elevata resistenza allo shock termico RST, cio devono resistere senza rompersi agli sforzi che si sviluppano quando sono sottoposte a brusche variazioni di temperatura . Infatti, quando il tubo inizialmente freddo viene attraversato dallacqua calda si generano in seno al tubo stesso degli sforzi causati dal fatto che il materiale allinterno del tubo si dilata pi rapidamente, a causa dellaumento di temperatura, di quanto non riesca a fare il materiale allesterno . Se il materiale fragile il valore di tali tensioni pu raggiungere facilmente quello di rottura . I materiali plastici risultano avere elevati carichi di rottura, non trattandosi di materiali fragili, e moduli elastici inferiori a quelli dei metalli; quindi hanno valori di RST che ben si prestano alle applicazioni richieste . Elevata resistenza allo shock termico si ottiene anche con elevata conduttivit, requisito richiesto anche per favorire la cessione del calore del fluido verso lesterno in modo da non offrire unulteriore resistenza termica allo scambio e non compromettere quindi la resa dellimpianto . Anche il comportamento a creep (termine inglese che sta per scorrimento viscoso) importante; sarebbe auspicabile che il tubo si deformasse elasticamente se sottoposto a lungo termine ad una sollecitazione, in modo che, una volta che questa cessa, il tubo riprenda laspetto iniziale e non sia deformato permanentemente . Inoltre alle tubazioni per il riscaldamento richiesto di resistere agli attacchi chimici e di non essere corrodibili, in modo da mantenere le loro caratteristiche termiche e meccaniche invariate nel tempo . Infine devono essere facili da manovrare e installare; cio essere leggeri ed avere unelevata flessibilit .

Perch tubo in polietilene? In passato si sono utilizzati tubi in rame e in acciaio per le loro buone caratteristiche meccaniche e termiche, ma la loro vulnerabilit ad agenti chimici esterni o a correnti parassite li rende poco attraenti nel riscaldamento a pavimento dove caldamente da evitare lintervento successivo per rotture delle tubazioni . Inoltre, la loro rigidit li rende poco attraenti in applicazioni di questo tipo dove la flessibilit del tubo diventa una caratteristica essenziale . Negli ultimi trentanni hanno preso piede come veicoli per lacqua calda le tubazioni in plastica, nel campo non solo del riscaldamento a pavimento ma del riscaldamento in genere e nel campo del

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trasporto dellacqua sanitaria . Ci che li rende attraenti la loro leggerezza, la loro affidabilit a lungo termine e il loro costo contenuto . Si tratta di materiali polimerici ottenuti dalla polimerizzazione di sostanze organiche semplici in cui presente un doppio legame tra gli atomi di carbonio; in seguito alla polimerizzazione gli atomi di carbonio risultano essere legati fra loro da legami covalenti semplici dando luogo a catene in cui si ripetono unit uguali fra loro, dette monomeri . La flessibilit del polietilene si spiega analizzandone la struttura chimica . Poich latomo di carbonio ha la caratteristica di formare legami a disposizione tetraedrica, la catena polimerica ha un andamento a zig-zag con angoli di 109 tra un legame e laltro; essendo poi il carbonio legato unicamente allidrogeno non c asimmetria nei legami secondari e gli atomi di carbonio sono liberi di ruotare lungo circonferenze mantenendo langolo di 109 . Ne risulta una struttura altamente disordinata, detta a gomitolo sfatto, la quale consente al polimero di deformarsi elasticamente; ci rende la flessibilit del polietilene migliore rispetto agli altri polimeri . Proprio a causa di questa struttura molecolare il comportamento a creep del polietilene lascia a desiderare: esso si deforma in modo irreversibile se sottoposto a lungo termine a carico costante, a causa delle forze intermolecolari che sono poco accentuate . Tale comportamento migliora diminuendo il grado di polimerizzazione ossia la densit del polietilene; infatti, la catena pi corta e pi compatta, diminuiscono le distanze tra le molecole e aumentano quindi le forze intermolecolari rendendo pi difficili le deformazioni plastiche a lungo termine . Il comportamento a creep potrebbe essere dunque migliorato realizzando un materiale a bassa densit, ma in questo modo ne rimetterebbero le caratteristiche di resistenza, specie ad elevate temperature, proprio a causa del numero inferiore di legami intermolecolari . Per avere sia buon comportamento di resistenza meccanica sia buon comportamento a creep bisognerebbe cristallizzare il materiale, ma il polietilene termoplastico e in quanto tale cristallizza solo parzialmente . Per migliorare le caratteristiche meccaniche del polietilene non resta che agire nella sua microstruttura, introducendo un elemento estraneo in grado di favorire la formazione di legami trasversali tra le catene di polietilene . Questi legami hanno leffetto di dare luogo alla resistenza meccanica tipica del polietilene ad elevata densit senza compromettere le ottime caratteristiche di flessibilit tipiche del polietilene a media densit; inoltre migliorato il comportamento meccanico a lungo termine . Nel tubo cosiddetto reticolato (PE-X) lelemento introdotto il butene, il quale rende disponibili due atomi di carbonio per il legame trasversale della catena di polietilene . Essendo solo due gli atomi, la probabilit che si instauri il legame bassa; per questo motivo in fase di produzione si rende necessario un processo di reticolazione che saldi gli atomi fra loro e garantisca linstaurarsi di almeno il 60 % dei legami possibili . Attraverso la reticolazione le catene legate vengono saldate tra di loro e diventano indivisibili . Tale processo che consiste nel sottoporre il materiale ad elevata energia di radiazione (reticolazione di tipo C) o a reazioni chimiche con perossidi (reticolazione di tipo A) o silani (reticolazione di tipo B) rende comunque il materiale pi rigido del materiale di partenza e ci si rimette quindi in flessibilit . La percentuale di reticolazione deve raggiungere almeno il 60% . Grazie ai miglioramenti nelle tecniche di controllo e di catalizzazione dei processi possibile pilotare molto meglio lincorporazione di un monomero di legame nella struttura di base del polimero . possibile cos inglobare molecole pi grosse come quella dellottene, il quale rende disponibili per il legame sei atomi di carbonio .

Struttura chimica del polietilene

Struttura a gomito sfatto

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Essendo la molecola introdotta pi grande, non riesce a rimanere allinterno del cristallo del polietilene; ne esce e instaura facilmente un legame trasversale tra cristallo e cristallo che anche tre volte pi grande dei legami intermolecolari che si realizzano tra le catene del polietilene reticolato . Si ottiene cos il polietilene lineare ottene-copolimerico (PE-RT), caratterizzato da migliore comportamento a creep ottenuto senza bisogno di rimetterci in flessibilit mediante la reticolazione del polietilene . Si risparmia cos anche una fase costosa nel processo produttivo ottenendo un prodotto migliore a costo inferiore . Essendo questi legami intermolecolari tutti della stessa lunghezza, il materiale ottenuto omogeneo e stabile nel tempo .
MidiX materiale di base PE-RT ottime possibilit di legamento Struttura di un polimero semicristallino

Come si vede negli schemi, lintroduzione di una macromolecola a 8 atomi di carbonio rispetto ad una molecola a 4 atomi di carbonio favorisce i legami intermolecolari, rendendo non necessaria una fase di produzione delicata come quella della reticolazione
Polietilene reticolato PEX Minime possibilit di legamento Struttura di un polimero semicristallino, dopo la reticolazi0ne

Le tubazioni PE-X Vengono considerate tubazioni PE-X tutte le tubazioni in polietilene reticolato . Queste devono corrispondere alla normativa EN ISo 15875 della quale risulta la seguente tabella di classificazione di tubazione in base alla resistenza a pressione e temperatura .
Classificazione in funzione delle condizioni duso (EN ISo 15875, EN ISo 10508) Classe 1 2 3 4 5
To C anni C Tmax anni C Tm anni Esempio di applicazione

60 70 30 40 40 60 60 80

49 49 20 25 20 25 25 10

80 80 50 70 90

1 1 4,5 2,5 1

95 95 65 100 100

100 100 100 100 100

Acqua calda (60C) Acqua calda (70C) Bassa temperatura per impianti radianti Impianti radianti e radiatori a bassa temperatura Radiatori ad alta temperatura

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La reticolazione trasforma il polietilene termoplastico (PE) in un materiale termoindurente (PE-X) . Per questa ragione una tubazione di materiale PE-X non pu essere fusa e si decompone con temperature eccessive . Si distinguono oggi tre differenti metodi di reticolazione: 1) PE-Xa un polietilene reticolato perossidi (metodo Engel o PAM) 2) PE-Xb un polietilene reticolato a silani (metodo Hydro-Cure o Monosil) 3) PE-Xc un polietilene reticolato per radiazioni (metodo Elettronico o Isotopi)

PE-RT standard PE-X Cosa differenzia il PE-RT da un tubo standard PE-X? Un PE non reticolato al contrario ad un PE-X fondibile, e pu perci essere facilmente riciclabile . Il PE-X mantiene invece anche dopo delle prove di fusione la struttura che stata fissata alla reticolazione . Una tubazione altamente deformata torner perci nella sua forma originaria dopo essere stata riscaldata . Questo effetto, al primo momento positivo, ha per alcuni svantaggi: i segni di invecchiamento vengono accentuati, ed il pericolo di fragilit aumenta . Una parte cosi riparata, sar sempre il punto piu debole di una tubazione . La tubazione MidiX, grazie al suo innovativo materiale ed alla sua composizione, riporta delle resistenze alla massima pressione pi alte in confronto ad una tubazione PE-X standard (secondo EN ISo 15875, EN ISo 10508) .
Dimensionamento della tubazione per classi di applicazione secondo ISo 10508 classe 2, 4 e 5 (include Sf, regola di Miner, ISo 13760 sD [MPa] 14 x 2 16 x 2 18 x 2 20 x 2 3,55 11,8 10,1 8,90 7,90 3,70 13,3 11,2 9,80 8,70 4,01 13,3 11,4 10,0 8,90 4,10 13,4 11,5 10,1 9,00 3,25 10,8 9,30 8,10 7,20 3,42 11,8 9,80 8,50 7,60 per 50 anni)

Classe 2 Dimensione PE-X MidiX PE-X

Classe 4 MidiX PE-X

Classe 5 MidiX

Le tubazioni secondo UNI EN 1264 Il progetto di norma prEN 1264-4:2008 aggiornato ad aprile 2008, definisce la corrispondenza delle tubazioni ai seguenti standard europei: PE-X PB PP PVC-C Multilayer Piping Systems PE-RT Systems PE-MDX Series of EN ISo 15875 Standards Series of EN ISo 15876 Standards Series of EN ISo 15874 Standards Series of EN ISo 15877 Series of EN ISo 21003 Standards Series of EN ISo 22391 Standards DIN 4724
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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

La barriera allossigeno Secondo la normativa UNI EN 1264-4, le tubazioni devono essere protette dal passaggio di ossigeno in quantit superiore a 0,32 mg/m2 al giorno per evitarne linvecchiamento provocato proprio da questa molecola . Questo significa che nelle tubazioni in plastica deve essere sempre presente un film in materiale plastico resistente al passaggio dellossigeno . Infatti, un tubo in polietilene privo di barriera a ossigeno interessato da una diffusione allossigeno per il 98%; ci si traduce in 3 4 g/m3 al giorno in un tubo del diametro di 18 mm percorso da acqua a 40 C . Ecco perch tutte le tubazioni in materiale plastico sono rivestite da un film di EVoH il quale garantisce appunto il rispetto della normativa . Avere tale strato esternamente alla tubazione porta per ad alcuni inconvenienti: innanzitutto, il fatto che si trovi esteriormente non lo tutela dalle inevitabili abrasioni a cui sottoposto in cantiere e questo porta la tubazione stessa al rischio di essere esposta in taluni punti ad un maggiore deflusso di ossigeno; in secondo luogo, avere la barriera ad ossigeno allesterno compromette la malleabilit tipica del polietilene portando a rendere difficile la realizzazione delle curve pi strette . Nasce cos il MidiX una tubazione in polietilene ottene-copolimerico con barriera ossigeno nello spessore del tubo stesso . Si ottiene in questo modo una tubazione multistrato con barriera EVoH completamente inserita nel materiale di base del tubo e mantenuta aderente allo stesso mediante dei polimeri di adesione . Avere una barriera ad ossigeno interna porta a numerosi altri vantaggi . Da test effettuati sul tubo il comportamento meccanico dello stesso migliorato, in primo luogo perch la resistenza a pressione risulta essere maggiore, in secondo luogo perch il MidiX risulta riacquistare completamente le dimensioni di origine se riscaldato fino a 90 C e successivamente raffreddato, come si vede nel grafico che segue:
differenza di comportamento del polietilene ottene-copolimerico con barriera ossigeno esterna rispetto al MidiX

PEOC/Barriera esterna MidiX

Lentit stessa della deformazione minima rispetto a quella di unanaloga tubazione ma con barriera ossigeno esterna: si dilata dello 0,3 % a 50 C e dello 0,7 % a 90 C, contro lo 0,4 % e l1,1 % del tubo con barriera esterna . Infine avere la barriera EVoH allinterno porta a migliorare la resistenza alla penetrazione dellossigeno: 0,01 g/m3 al giorno, dieci volte superiore a quanto richiesto dalla normativa .
70

Tenuta nei confronti dellossigeno 10 volte superiore a quanto previsto nella norma UNI EN 1264-4 e molti altri vantaggi .

PE-RT A-Polymer EVoH A-Polymer PE-RT

Cinque strati per uno sbarramento allossigeno . Tenuta nei confronti dell ossigeno 10 volte superiore a quanto previsto nella normativa UNI EN 1264-4

fattori dinfluenza dellambiente circostante attaccano lo strato in EVoH, quando esso situato allesterno del tubo .

Infragilimento, incrinatura o distacco dello strato in EVoH impossibile .

Lo scambio dossigeno viene praticamente escluso .

novit

ecologico

garanzia

10

Quale diametro scegliere?

I diametri normalmente utilizzati per la scelta della tubazione dellimpianto a pavimento nel residenziale sono 18 mm e 20 mm . Eurotherm predilige il diametro maggiore per i seguenti motivi . Una tubazione da 20 mm consente di realizzare, a parit di perdite di carico, anelli di lunghezza maggiore .

Perdite di carico delle tubazioni MidiX

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Ci si traduce in minori attacchi al collettore e minore ingombro dello stesso . A parit di lunghezza, il contenuto dacqua maggiore visto il diametro pi elevato: 100 m di tubo da 20 mm hanno un contenuto dacqua di 20,1 litri; 100 m di tubo da 18 mm hanno un contenuto di 15,4 litri . Questo significa che la tubazione da 20 mm ha un contenuto dacqua del 30% maggiore della tubazione da 18 mm . Tutto ci si traduce in maggiori portate e quindi messe a regime pi rapide . Unaltra motivazione trova giustificazione nellazione meccanica dellacqua . A parit di portata, una sezione di passaggio minore si traduce in una velocit dellacqua superiore e quindi in unazione di erosione meccanica dellacqua maggiore . mH = v A dove mH = portata, v = velocit dellacqua, A = sezione di passaggio

Lentit di tale forza non rappresenta un problema per la resistenza meccanica delle tubazioni che tale da resistere a tutte queste sollecitazioni, anche perch in fase di progettazione si ha cura di garantire velocit inferiore a 0,5 m/s . Resta comunque il fatto che velocit dellacqua elevate possono preoccupare presso la curvatura centrale dove inizia il rientro della tubazione a chiusura della chiocciola . Qui infatti normale che per la dinamica dei liquidi si formi una zona dove lacqua tende ad aderire alla parete della tubazione costituendo un ostacolo al normale deflusso del fluido . Si tratta del cosiddetto strato limite che fa s che in sua corrispondenza si abbia un restringimento della sezione di passaggio .Tale restringimento si fa ancora pi importante in una tubazione di diametro inferiore; nella sezione ristretta si possono raggiungere valori di velocit non indifferenti .

Andamento del fluido presso le curvature

Rmin

strato limitie

Per quanto riguarda le applicazioni industriali, lelevata resistenza termica opposta da uno spessore di massetto sovrastante la tubazione non indifferente, per le esigenze di irrobustimento del massetto, suggerisce di utilizzare un diametro di 25 mm . Le ampie superfici a disposizione, le quali consentono di realizzare una posa a serpentina con passi elevati, rendono possibile lutilizzo di una tubazione a diametro elevato, la quale sarebbe altrimenti improponibile per la difficolt di maneggiamento . La nostra scelta di garantire nelle varie esigenze limpianto pi adatto allo scopo, con la resa maggiore possibile, spiega perch la stessa si sia tanto adoperata nella ricerca di un materiale per la sua tubazione che consentisse di maneggiare facilmente diametri maggiori .
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Rmin = 6 . Diametro

Normativa UNI EN 1264


Premessa
La lettura delle normative tecniche porta talvolta al risultato di avere diverse interpretazioni che creano spiacevoli incomprensioni e perdite di tempo tra gli operatori del settore . Con lo scopo di dare maggiore chiarezza, Eurotherm ha deciso di riportare di seguito un riepilogo delle regolamentazioni che la normativa UNI EN 1264 stabilisce .

Ambito di applicazione
Innanzitutto opportuno stabilire gli ambiti di applicazione della normativa UNI EN 1264 . Nel Sommario presente a pag . I di IV della UNI EN 1264-1:1999 "Riscaldamento a pavimento Impianti e componenti definizioni e simboli" si trova quanto segue: "La norma specifica le principali definizioni e i relativi simboli, inerenti gli impianti di riscaldamento a pavimento, alimentati ad acqua calda, utilizzati in edifici residenziali o similari. Essa non si applica ad impianti di riscaldamento con pavimento di legno, mentre pu essere utilizzata nel caso in cui vengono utilizzati altri mezzi riscaldanti al posto dellacqua." Da cui si evince che le regole stabilite dalla UNI EN 1264 per limpianto a pavimento si applicano a edifici residenziali o similari . Attenzione per perch nelle pagine successive (pag .1 di 3 UNI EN 1264-1) si trova anche: "La presente norma europea si applica agli impianti di riscaldamento a pavimento alimentati ad acqua calda in edifici residenziali, uffici ed altri edifici il cui uso corrisponde o simile a quello degli edifici residenziali." Riepilogando, sono soggetti a questa normativa tutti gli impianti a pavimento realizzati in edifici residenziali e/o simili (es: alberghi, case di riposo, collegi, conventi, caserme, ecc .), nonch in uffici . Va precisato che la normativa UNI EN 1264 stata di recente revisionata . Si attende la pubblicazione della nuova UNI EN 1264-1 che definisca lambito di applicazione non solo per il riscaldamento a pavimento ma anche per parete e soffitto radianti e per le tre superfici radianti in raffrescamento .

Struttura della normativa


La normativa strutturata in 5 parti: - UNI EN 1264-1:1999 la quale definisce lambito di applicazione e i termini che compaiono nelle successive parti della normativa; se ne attende la versione aggiornata - UNI EN 1264-2:2009 che sostituisce la UNI EN 1264-2:1999; la parte che caratterizza il prodotto in quanto fornisce gli strumenti per determinare le prestazioni del sistema a pavimento radiante - UNI EN 1264-3:2009 che sostituisce la UNI EN 1264-3:1999; si tratta della parte della normativa di aiuto per dimensionare il sistema a superficie radiante; nella nuova versione suggerisce come progettare il sistema qualora funzioni in raffrescamento o sia in riscaldamento che raffrescamento - UNI EN 1264-4:2009 che sostituisce la UNI EN 1264-4:2003; la parte di aiuto per quanti installano il sistema a superficie radiante; si trovano i requisiti minimi dei materiali impiegati con il sistema a superficie radiante e le prescrizioni da rispettare per una corretta installazione - UNI EN 1264-5:2009 la nuova parte introdotta per fornire gli strumenti di calcolo della potenza termica fornibile con parete e soffitto radianti in riscaldamento e della potenza sottraibile con le tre superfici radianti funzionanti in raffrescamento

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

UNI EN 1264-2:2009
Si tratta della parte della normativa che consente di caratterizzare il prodotto pavimento radiante e di confrontare le prestazioni dei vari sistemi a pavimento presenti sul mercato . Per prestazioni si intende: 1 . la potenza termica utile fornibile dal sistema 2 . la perdita di calore del sistema Per potenza termica utile pi comunemente si intende la "resa" del sistema ossia la capacit del pavimento radiante di fornire potenza allambiente se percorso da acqua calda . Quando si parla di "resa elevata" si intende che il pavimento radiante in grado di fornire pi potenza con la stessa temperatura dellacqua o viceversa la stessa potenza con temperatura dellacqua inferiore . Per ottimizzare le prestazioni dei generatori di calore di interesse applicare un sistema a superficie radiante a "resa elevata"; per questo motivo il progettista pu confrontare i prodotti sul mercato e in grado di scegliere il sistema a pavimento radiante con "resa maggiore" semplicemente confrontando la potenza termica dichiarata secondo UNI EN 1264-2 . Il produttore pu dichiarare la potenza fornibile con il proprio pavimento radiante usando i metodi di calcolo suggeriti dalla normativa UNI EN 1264-2 e valevoli per sistemi a pavimento radiante aventi le seguenti geometrie .

La riproduzione di alcune pagine della norma Uni stata autorizzata da Uni Ente Nazionale Italiano di Unificazione . L unica versione che fa fede quella reperibile in versione integrale presso Uni, Via Sannio 2 - 20135 Milano, tel . 02-700241, fax 025515256, e-mail: diffusione@uni .com, internet:www .uni .com

Geometrie diverse richiedono una verifica sperimentale della "resa" del sistema, come riportato al 9 della UNI EN 1264-2:2009 .

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Eurotherm nel 2004 aveva incaricato il Dipartimento di fisica Tecnica dellUniversit di Padova di determinare le curve di resa dei suoi sistemi utilizzando il metodo di calcolo numerico alle differenze finite .
q=79,405 q=79,505 q=80,201

q=78,87

q=20,13 q=16,959 q=13,207 q=10,823

Inoltre nel 2006 ha ottenuto le curve di resa ottenute sperimentalmente dal laboratorio WSP Lab di Stoccarda avendo cos unulteriore conferma della potenza termica sviluppabile dai suoi sistemi a lastra piana (es . eurosuper, eurotop e europlus-flex) .

lastra piana

Nel 2009 il laboratorio WSPLab di Stoccarda ha testato la potenza fornibile anche con il sistema euroflex riv .passo 5
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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

A caratterizzare il prodotto pavimento radiante non solo la potenza fornibile ma anche la potenza persa . Per fare una corretta comparazione di prodotti deve essere confrontata non solo la "resa" del pavimento radiante ma anche la potenza persa che va calcolata secondo lalgoritmo che segue riportato al 8 di UNI EN 1264-2:2009:

qu =

1 (R o q + i u ) Ru

dove q la potenza utile; i la temperatura dellambiente riscaldato a pavimento; u la temperatura dellambiente sottostante; Ro la somma delle resistenze termiche degli strati presenti tra la tubazione e lambiente da riscaldare e Ru la somma delle resistenze termiche degli strati presenti tra la tubazione e lambiente sottostante . A parit di struttura sulla quale viene installato il pavimento radiante, la prestazione cambia con il valore R,ins del pannello isolante applicato con il sistema .

Ro R Ru
,in s

UNI EN 1264-3:2009
Si tratta della parte della normativa che consente di dimensionare la superficie radiante . Per limitare la potenza persa, al paragrafo 4 .1 .2 .2 la normativa stabilisce che il pannello isolante del sistema a superficie radiante deve avere un valore di resistenza termica R,ins almeno pari a quanto stabilito nella UNI EN 1264-4 . Per verificare qual la potenza specifica che la superficie radiante deve fornire, la normativa invita a dividere il fabbisogno termico del locale calcolato secondo EN 12831 per la superficie riscaldante; se la potenza termica specifica che ne deriva risulta superiore alla potenza massima fornibile dalla superficie radiante, la normativa invita a considerare unaltra superficie in integrazione . La UNI EN 1264-3 stabilisce che le potenze specifiche massime fornibili con le superfici radianti in riscaldamento derivano dallassumere limiti sui valori delle temperature superficiali:
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- nel caso di riscaldamento a pavimento, la temperatura massima del pavimento deve essere non superiore a 29C nelle zone abitabili e a 35C nelle zone perimetrali - nel caso di riscaldamento a soffitto, la temperatura media del soffitto non deve essere superiore a 29C - nel caso di riscaldamento a parete, la temperatura media della parete non deve essere superiore a 40C Alla temperatura massima del pavimento di 29C corrispondono potenze specifiche diverse a seconda del grado di uniformit di temperatura raggiunto sulla superficie del pavimento (a esso contribuiscono il tipo di finitura superficiale e linterasse di posa con cui stato dimensionato il pavimento radiante); definiscono le potenze specifiche limite le cosiddette curve limite . Per temperatura al pavimento uniforme pari a 29C la potenza specifica massima qG fornibile a un ambiente per cui si desiderano 20C calcolabile con:

qG = 10,8 (29 20 ) = 97 W/m2 .


A temperatura media del soffitto pari al valore limite di 29C corrisponde la potenza specifica massima fornibile a un ambiente a 20C calcolabile con:

qG = 6,5 (29 20 ) = 59 W/m2 (si veda 4 .2 .1 .4 di UNI EN 1264-3:2009) .


A temperatura media della parete pari al valore limite di 40C corrisponde la potenza specifica massima fornibile a un ambiente a 20C calcolabile con:

qG = 8 (40 20 ) = 160 W/m2 (si veda 4 .3 .1 di UNI EN 1264-3:2009) .


Una volta calcolato il fabbisogno termico specifico per ogni singolo ambiente da riscaldare in base a EN 15243 e verificato se esso risulta maggiore o minore alla potenza specifica massima qG, si procede con il dimensionamento della superficie radiante . Relativamente al pavimento radiante la normativa raccomanda di non considerare, se possibile, rivestimenti aventi resistenza termica R,B superiore a 0,15 m2K/W . In ogni caso, se non si conosce la tipologia di rivestimento che verr applicata o se il rivestimento avr resistenza termica inferiore a 0,1 m2K/W, la normativa UNI EN 1264-3:2009 suggerisce di dimensionare limpianto a pavimento in condizioni di esercizio severe in modo da garantire allutente finale di raggiungere in ambiente le condizioni di benessere termico, anche nelleventualit che il tipo di pavimento cambi nel corso della vita dellimpianto . Per questo motivo la norma invita a considerare pavimento con resistenza termica pari a 0,1 m2K/W per tutti i locali . Qualora il rivestimento applicato avesse resistenza termica superiore a 0,1 m2K/W, la reale resistenza deve essere presa in considerazione durante la progettazione dellimpianto a pavimento . Il dimensionamento dellimpianto a pavimento consiste nel determinare: interassi di posa, temperatura di alimentazione e portate in circolo nei singoli anelli dellimpianto . La temperatura di alimentazione e gli interassi di posa si determinano confrontando i fabbisogni termici specifici da coprire con le potenzialit del sistema a pavimento scelto . Le prestazioni del sistema dipendono dalla sua geometria, dalle caratteristiche della tubazione impiegata e dallinterasse di posa della tubazione; scegliere sistemi a pavimento con caratteristiche di "resa" elevata significa far funzionare limpianto a pavimento alla pi bassa temperatura di mandata possibile . La UNI EN 1264-3 invita a scegliere linterasse di posa sul locale sfavorito, ossia per quel locale il cui fabbisogno termico specifico risulta essere il pi alto . Il locale sfavorito non deve essere un bagno . La potenza da fornire al locale sfavorito e il passo di posa da applicarvi determinano la temperatura di alimentazione dellimpianto . possibile decidere il passo di posa fra tutti quelli possibili per il sistema scelto purch ci non comporti il superamento della temperatura limite al pavimento . Scegliendo un passo di posa stretto, la temperatura di mandata risulta essere pi bassa con vantaggio per il rendimento di produzione al generatore di calore . La temperatura di mandata deve essere quella per cui il salto termico degli anelli del locale sfavorito pari a 5 K . Ad esempio, per locale sfavorito avente fabbisogno termico

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

specifico q 60 W/m2, la temperatura di mandata di progetto diventa 38 C nel caso si scelga passo 10 cm, 42C nel caso si scelga passo 20 cm:
fabbisogno termico specifico

30 W/m2

40 W/m2

50 W/m2

60 W/m2

70 W/m2

80 W/m2

temp . C
passo cm >

20C Temperatura ambiente 5 K Salto termico 45 mm Spessore sopra tubo massetto tradizionale

Temperatura di mandata in base a uNI EN 1264-3:2009; curve di resa determinate numericamente dal dFT di Padova secondo uNI EN 15377 e ricavate sperimentalmente secondo uNI EN 1264-2 dal laboratorio WSPLab di Stoccarda es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 28 28 29 30 31 32 30 15 29 29 30 31 32 33 31 20 29 30 31 32 33 34 32 10 29 30 31 32 34 35 33 15 31 32 33 34 35 36 34 20 32 33 34 35 37 38 36 10 31 32 34 35 37 38 36 15 33 34 35 36 38 40 37 20 34 35 37 38 40 42 39 10 33 34 36 37 40 42 38 15 35 36 38 39 42 43 40 20 36 38 40 41 44 45 42 10 35 36 38 40 43 45 41 15 37 38 40 42 45 47 43 20 39 41 42 44 47 49 45 10 36 38 40 42 46 48 44 15 39 41 43 45 48 50 46 20 41 43 45 47 51 53 49

es . legno a norma

Nella realt, nel caso in cui nel locale sfavorito venga applicato un passo 10 cm e il rivestimento sia in ceramica con resistenza termica 0,01 m2K/W la temperatura di mandata reale sar 33C:
fabbisogno termico specifico

30 W/m2

40 W/m2

50 W/m2

60 W/m2

70 W/m2

80 W/m2

temp . C
passo cm >

20C Temperatura ambiente 5 K Salto termico 45 mm Spessore sopra tubo massetto tradizionale

Temperatura di mandata in base a uNI EN 1264-3:2009; curve di resa determinate numericamente dal dFT di Padova secondo uNI EN 15377 e ricavate sperimentalmente secondo uNI EN 1264-2 dal laboratorio WSPLab di Stoccarda es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 28 28 29 30 31 32 30 15 29 29 30 31 32 33 31 20 29 30 31 32 33 34 32 10 29 30 31 32 34 35 33 15 31 32 33 34 35 36 34 20 32 33 34 35 37 38 36 10 31 32 34 35 37 38 36 15 33 34 35 36 38 40 37 20 34 35 37 38 40 42 39 10 33 34 36 37 40 42 38 15 35 36 38 39 42 43 40 20 36 38 40 41 44 45 42 10 35 36 38 40 43 45 41 15 37 38 40 42 45 47 43 20 39 41 42 44 47 49 45 10 36 38 40 42 46 48 44 15 39 41 43 45 48 50 46 20 41 43 45 47 51 53 49

es . legno a norma

Nel caso invece in cui nel locale sfavorito venga applicato un rivestimento con resistenza termica superiore a 0,1 m2K/W, ad esempio 0,125 m2K/W, la temperatura di progetto con passo 10 cm diventa 40 C:
fabbisogno termico specifico

30 W/m2

40 W/m2

50 W/m2

60 W/m2

70 W/m2

80 W/m2

temp . C
passo cm >

20C Temperatura ambiente 5 K Salto termico 45 mm Spessore sopra tubo massetto tradizionale

Temperatura di mandata in base a uNI EN 1264-3:2009; curve di resa determinate numericamente dal dFT di Padova secondo uNI EN 15377 e ricavate sperimentalmente secondo uNI EN 1264-2 dal laboratorio WSPLab di Stoccarda es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 28 28 29 30 31 32 30 15 29 29 30 31 32 33 31 20 29 30 31 32 33 34 32 10 29 30 31 32 34 35 33 15 31 32 33 34 35 36 34 20 32 33 34 35 37 38 36 10 31 32 34 35 37 38 36 15 33 34 35 36 38 40 37 20 34 35 37 38 40 42 39 10 33 34 36 37 40 42 38 15 35 36 38 39 42 43 40 20 36 38 40 41 44 45 42 10 35 36 38 40 43 45 41 15 37 38 40 42 45 47 43 20 39 41 42 44 47 49 45 10 36 38 40 42 46 48 44 15 39 41 43 45 48 50 46 20 41 43 45 47 51 53 49

es . legno a norma

78

Stabilita la temperatura di mandata dellimpianto sulla base della potenza e del passo di posa del locale sfavorito, si determinano i passi di posa degli altri locali riscaldati a pavimento confrontando i rispettivi fabbisogni termici specifici con le prestazioni del pavimento radiante . Per favorire la taratura termica e idraulica del pavimento radiante consigliabile applicare un passo di posa pi largo quando il fabbisogno termico specifico diminuisce . Per dimostrare questo concetto prendiamo la "resa" del pavimento radiante per rivestimento con resistenza termica 0,1 m2K/W riportata su grafico avente in ordinata W/m2 e in ascissa il salto termico medio logaritmico che in buona approssimazione possiamo considerare dato dalla differenza della temperatura media dellacqua in circolo e la temperatura ambiente . Se si hanno due locali con fabbisogno termico specifico q pari a 70 e 50 W/m2 le temperature medie dellacqua necessarie per coprire i fabbisogni sono pari a 40C per il locale con maggiore necessit termica, se vi si applica un passo 10 cm, e 37C per il locale con minore necessit termica se vi si applica un passo 20 cm . Questo significa che con una temperatura di mandata di 43C il salto termico sar pari a 6 K nel primo caso, a 12 K nel secondo caso . Se nel locale con minore necessit termica viene applicato un passo 10 cm, il sistema ha una resa superiore pertanto bisogna fare in modo che la temperatura media dellacqua sia pi bassa se non si vuole avere un esubero di potenza fornita; da grafico si vede che la temperatura media deve essere non superiore a 33,5C e il salto termico da garantire diventa pari a 19 K .

Curve di resa sistema caso A con pavimento 0,1 m2K/W 100 90 80 70 60 50 40 10 15 20 25


Dtm l [C]

passo 10 passo 15 passo 20

30

35

Il dimensionamento del pavimento radiante si conclude con la determinazione delle portate dacqua . Esse si calcolano con la formula che segue:

mH =

AF q R u ) (1 + o + i s cw Ru q Ru

dove Af la superficie riscaldata, s il salto termico, cw il calore specifico dellacqua . Dati i fabbisogni termici da coprire e le temperature medie dellacqua da garantire in circolo nella tubazione applicata con linterasse di posa gi scelto, a partire dalla temperatura di mandata si determinano i salti termici che inseriti nella formula precedente consentono di calcolare le portate dacqua necessarie per far fronte non solo alla potenza da fornire allambiente ma anche alla potenza termica persa . Pi efficace il pannello isolante impiegato con il sistema a pavimento radiante pi elevata la resistenza termica R,ins e maggiore Ru e minore sia la potenza persa qu che la portata mH da garantire . La formula per il calcolo della portata sopra riportata non altro che il risultato dello sviluppo della ben nota:

qtot AF = (q + qu ) AF = mH cw (i u )

79

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

A titolo di esempio, il locale sfavorito con fabbisogno termico specifico 60 W/m2 al quale si applicato un passo 10 cm ha bisogno di essere alimentato a 33C per avere salto termico 5 K se il rivestimento in ceramica . Se il locale posto a piano terra sopra un garage con temperatura pari a 10C, la potenza specifica persa pari a 3,7 W/m2 se si applica un pannello isolante con resistenza termica R,ins = 1,48 m2K/W . A partire dalla superficie riscaldata Af si determina infine la portata dacqua necessaria per far fronte alle potenze termiche totali .

W/m2
passo cm >

20C Temperatura sottostante locale chiuso 0,85 m2K/W Resistenza termica di progetto secondo UNI EN ISo 10456 (eurotop 24) alla resistenza termica dichiarata RD del pannello eurotop 24 stato applicato il fattore correttivo fT=1,056 (UNI EN ISo 10456)

W/m2 persi secondo uNI EN 1264-3:2009 es . ceramica es . parquet m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W m2K/W 0,010 0,035 0,060 0,085 0,125 0,150 0,100 10 1,4 1,7 1,9 2,2 2,6 2,9 2,3 15 1,4 1,7 1,9 2,2 2,6 2,9 2,3 20 1,4 1,7 1,9 2,2 2,6 2,9 2,3 10 1,9 2,2 2,6 2,9 3,5 3,8 3,1 15 1,9 2,2 2,6 2,9 3,5 3,8 3,1 20 1,9 2,2 2,6 2,9 3,5 3,8 3,1 10 2,4 2,8 3,2 3,7 4,3 4,8 3,9 15 2,4 2,8 3,2 3,7 4,3 4,8 3,9 20 2,4 2,8 3,2 3,7 4,3 4,8 3,9 10 2,9 3,4 3,9 4,4 5,2 5,7 4,7 15 2,9 3,4 3,9 4,4 5,2 5,7 4,7 20 2,9 3,4 3,9 4,4 5,2 5,7 4,7 10 3,3 3,9 4,5 5,1 6,1 6,7 5,5 15 3,3 3,9 4,5 5,1 6,1 6,7 5,5 20 3,3 3,9 4,5 5,1 6,1 6,7 5,5 10 3,8 4,5 5,2 5,8 6,9 7,6 6,3 15 3,8 4,5 5,2 5,8 6,9 7,6 6,3 20 3,8 4,5 5,2 5,8 6,9 7,6 6,3

es . legno a norma

Qualora il pavimento radiante funzioni anche in raffrescamento, la UNI EN 1264-3 invita a determinare la "resa" del sistema in raffrescamento secondo quanto previsto dalla UNI EN 1264-5:2009 . Il dimensionamento avviene con lo stesso criterio del riscaldamento; pertanto il carico termico estivo calcolato secondo EN 15243 andr confrontato con la "resa" in raffrescamento del sistema . La normativa raccomanda di utilizzare una temperatura di mandata non pi bassa di 1 K rispetto al valore della temperatura di rugiada calcolata sulle condizioni dellaria ambiente e che sia previsto un sensore di umidit che garantisca in esercizio questo risultato . La procedura rimane la stessa anche in caso di soffitto o parete radiante in riscaldamento e/o in raffrescamento . Pertanto, la UNI EN 1264-3 invita a determinare la "resa" del sistema a soffitto o a parete secondo quanto previsto dalla UNI EN 1264-5:2009 . Temperature di esercizio e portate sono calcolate con lo stesso criterio gi espresso per il pavimento radiante in riscaldamento e/o in raffrescamento . Anche per i sistemi a soffitto e parete radiante si raccomanda di avere pannelli isolanti con resistenza termica R,ins almeno pari a quanto stabilito nella UNI EN 1264-4 .

UNI EN 1264-4:2009
Si tratta della parte della normativa che regolamenta linstallazione delle superfici radianti inglobate nella struttura . Nella premessa della normativa si specificano i contenuti della UNI EN 1264-4 e si dice che la UNI EN 1264-4 si applica solamente ai componenti che costituiscono il sistema radiante di riscaldamento/raffrescamento; non applicabile agli altri elementi che compongono la struttura di pavimenti, soffitti e pareti . Questo significa che, qualsiasi siano le procedure e le scelte fatte in precedenza alla posa della superficie radiante, quanto stabilito nella UNI EN 1264-4 deve essere rispettato specificatamente con linstallazione del sistema radiante . La normativa descrive linstallazione della superficie radiante distinguendo tra pavimento, parete e soffitto radianti . Si definiscono condizioni che devono essere presenti al momento della posa del sistema a pavimento radiante il completamento della base di supporto e la chiusura della parti aperte delledificio (es: finestre e porte) . Tutte le tubazioni di servizio agli impianti (idrauliche, elettriche, per il sanitario, ecc .) devono essere gi state installate e ricoperte in modo da ottenere una base sulla quale posare lisolante .Lisolante del sistema a pavimento radiante deve avere resistenza termica minima R,ins maggiore o uguale a quanto previsto in Tabella 1 del paragrafo 4 .1 .2 .2 .1 . Deve essere rivestito superiormente da uno strato protettivo che pu essere un foglio in polietilene di spessore pari al-

80

meno a 0,15 mm o materiale equivalente . Il pavimento radiante deve essere posato prevedendo la striscia perimetrale lungo tutte le pareti che delimitano il locale che verr riscaldato a pavimento; la striscia deve essere applicata anche a tutti quei componenti strutturali delledificio che penetrano il massetto (es: pilastri, gradini di scale, ecc .) . Essa deve essere presente dalla base di supporto finito a pavimento finito e deve avere caratteristiche tali da consentire il movimento del massetto di almeno 5 mm . Striscia perimetrale e strato di protezione dellisolante devono essere posati in modo che il massetto non penetri lungo il perimetro sotto lisolante . Il collettore di distribuzione deve essere posto in posizione tale da ridurre al minimo la lunghezza delle tubazioni di adduzione . Questo per evitare che leccessiva presenza di tubazioni di adduzione rendano difficoltosa la gestione della temperatura dei vari locali . Deve essere dotato di due valvole di intercettazione e di un organo di taratura per ogni circuito; la chiusura del circuito e la sua taratura devono essere indipendenti . Dispositivi meccanici devono essere predisposti per garantire che non entri acqua a temperatura tale da causare il raggiungimento di temperature troppo elevate dinverno (55C per massetto tradizionale, altre temperature se specificate dal fornitore del massetto); tali dispositivi devono funzionare anche in assenza di corrente elettrica . Sensori umidit devono previsti nel caso di funzionamento in raffrescamento per evitare il raggiungimento della temperatura di rugiada .Le tubazioni utilizzate per realizzare i circuiti del pavimento radiante devono avere barriera a ossigeno e rispettare le specifiche tecniche delle normative di riferimento . Al 4 .1 .2 .5 .1 la UNI EN 1264-4 cita le norme di riferimento per PE-X, PP, PB, PVC-C, multistrato, PE-RT, PE-MDX . Lo spessore della tubazione deve essere tale da garantirne i requisiti di classe 4 secondo ISo 10508, la resistenza alla pressione operativa di 4 bar, vita prevista di 50 anni . Nel trasporto e conservazione in cantiere la tubazione deve essere protetta da danneggiamenti esterni e dallirraggiamento solare diretto . La posa della tubazione deve essere fatta applicandola a almeno 50 mm dal perimetro, 200 mm da ogni causa di possibile danneggiamento della tubazione (es . canne fumarie, caminetti con focolare basso, estremit del poggiolo dove viene applicato il parapetto, ecc .) . Il raggio di curvatura deve rispettare le indicazioni del produttore . Il tubo deve essere agganciato con sistemi di ancoraggio che garantiscano che il tubo non si sposta pi di 5 mm in altezza e pi di 10 mm sul piano dal punto dove stato installato . I due tratti di tubazione di ciascun circuito che attraversano il giunto di dilatazione ( consentito un solo attraversamento da parte del tubo di mandata e uno solo da parte del tubo di ritorno) devono essere protetti con materiale isolante flessibile per una lunghezza di almeno 0,3 m . Prima della posa del massetto agli anelli dellimpianto si deve applicare una pressione non inferiore a 4 bar e non superiore a 6 bar per accertarsi che non ci siano perdite . Questo collaudo pu essere fatto usando acqua o aria compressa e lassenza di perdite deve essere documentata su un rapporto di prova sul quale si riporter la pressione alla quale stato eseguito il collaudo . Relativamente al massetto la UNI EN 1264-4 raccomanda che il suo spessore non sia inferiore a quanto stabilito dalle normative che ne specificano la capacit di carico e la classe di resistenza a flessione . Il massetto deve essere realizzato rispettando i giunti di dilatazione laddove necessari . I giunti vanno previsti in posizione e quantit tale da delimitare aree non superiori a 40m2 e non pi lunghe di 8 m . Queste dimensioni possono essere superate nel caso di aree rettangolari se una dimensione non pi che doppia dellaltra . Non si dovranno avere aree di forma irregolare . I giunti devono essere previsti in corrispondenza di tutte le porte . Se vengono praticati tagli superficiali sul massetto, essi non devono avere una profondit maggiore di un terzo dello spessore del massetto . Chi posa il massetto lo deve fare avendo cura di non danneggiare nessun componente del pavimento radiante . La posa del massetto e la successiva stagionatura di almeno 3 gg devono avvenire con temperatura non inferiore a 5C . Per almeno 3 gg il massetto deve essere protetto da asciugature troppo rapide; tale protezione pu essere necessaria per un periodo maggiore se la tipologia di materiale utilizzato per il massetto lo richiede . Il posatore del rivestimento deve verificare che ci siano le condizioni per poter applicare il rivestimento scelto . Relativamente a soffitto e parete radianti la normativa rimanda alle prescrizioni gi descritte per il pavimento radiante, con le aggiunte e/o modifiche che seguono .

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Muri e soffitti devono essere in grado di sostenere il sistema radiante . Gli strati isolanti necessari per il raggiungimento delle resistenze termiche minime riportate nella Tabella 1 del paragrafo 4 .1 .2 .2 .1 possono essere divisi in due strati, a seconda delle condizioni dellambiente adiacente; ad es . nel caso di parete esterna: uno strato sar installato direttamente dietro il sistema radiante e il secondo strato sar installato esternamente . La temperatura di alimentazione del sistema a parete e/o soffitto radiante non deve superare un valore massimo che dipende dal materiale nel quale annegata la tubazione; ad esempio nel caso di intonaco a base di gesso la temperatura di mandata non deve superare i 50C .

UNI EN 1264-5:2009
Si tratta della parte della normativa che aiuta a calcolare la "resa" di parete e soffitto radianti funzionanti in riscaldamento e/o raffrescamento e la resa del pavimento radiante funzionante in raffrescamento . Il metodo di ricalcolo descritto in questa parte della normativa consente di ricavarla, partendo dai calcoli e dai risultati di prova della UNI EN 1264-2 . I fattori di resa KH, calcolati per il sistema supposto funzionante come pavimento riscaldante, vengono corretti con lalgoritmo (1) di paragrafo 4 per tener conto delle condizioni di scambio diverse tra superficie riscaldata/raffrescata e aria ambiente .
riscaldamento a pavimento riscaldamento a parete riscaldamento a soffitto

a 10,8

a8

a 6,5

raffrescamento a pavimento

raffrescamento a parete

raffrescamento a soffitto

a 6,5

a8

a 10,8

I sistemi radianti a soffitto realizzati non integrati nella struttura del solaio non sono soggetti alla normativa UNI EN 1264 . Attualmente si sta lavorando alla revisione della UNI EN 14037 che, nella versione del 2005, riguarda le striscie radianti in riscaldamento; l'obiettivo quello di rendere la UNI EN 14037 la normativa di riferimento per il calcolo dei sistemi riscaldanti e raffrescanti installabili a soffitto e non integrati alla struttura . In attesa che i lavori alla UNI EN 14037 si completino, le potenze dei sistemi radianti a soffito Eurotherm sono state determinate in caldo e in freddo mediante simulazioni numeriche, utilizzando il software di calcolo alle differenze finite Heat 2 (UNI EN 15377) .

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Piano di lavoro
Verifica preliminare del cantiere
Limpianto a pavimento va applicato su locali intonacati e chiusi con infissi [1] onde evitare una rapida e anomala asciugatura del massetto . Eventualmente si pu valutare la copertura del massetto stesso, appena realizzato, con un foglio in polietilene per aiutare una asciugatura omogenea . Prima di procedere allinstallazione dellimpianto, devono essere verificate le condizioni di cantiere; esso deve rispettare gli standards tecnici relativi . Deve essere gi presente la barriera a vapore laddove le norme tecniche la prevedono e i passaggi di tubazioni idrauliche e/o elettriche devono essere opportunamente coperti in modo da garantire la superficie di base per la stesura del pannello isolante dellimpianto a pavimento [2] . Al momento della stesura dellimpianto a pavimento, devono essere disponibili spessori che tengano conto di: 1 . ingombro del pannello isolante cos come definito di seguito 2 . diametro della tubazione 3 . spessore del massetto (nel caso di massetto tradizionale lo spessore minimo pari a 45 mm da garantire dal punto pi alto del sistema di impianto a pavimeto) 4 . spessore della pavimentazione resistenza termica inferiore a 0,15 m2K/W Lingombro dellimpianto a pavimento varia con la tipologia di sistema e con la resistenza termica da garantire per il rispetto della UNI EN 1264-4 con il pannello isolante da applicare sopra la base di supporto [3] . Per conoscere gli ingombri dei sistemi Eurotherm si invita a consultare la documentazione relativa a ciascun sistema . N.B. Usando massetti autolivellanti si pu ridurre lo spessore richiesto . N.B. Nel sistema euromax lo spessore del massetto pu essere notevolmente inferiore grazie alla struttura metallica del sistema N.B. qualora si scelga di usare sottofondi in gesso-fibra per il sostegno del pavimento, allingombro del sistema a pavimento (si veda sistema a secco) e a quello del pavimento va aggiunto lo spessore del massetto a secco Gli ingombri del pacchetto pavimento con un sistema a pavimento eurosport possono essere diversi (si veda la documentazione relativa) .

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Posa dellimpianto a pavimento


Alla luce di quanto sopra espresso, il cantiere va verificato nelle quote a disposizione per limpianto a pavimento, assieme alla direzione lavori e alla direzione cantiere . La superficie del sottofondo dovr risultare orizzontale, non dovr presentare avvallamenti, dovr essere sgomberata dai calcinacci e priva di incrostazioni (fig . 1) . Va verificato che i collettori siano posizionati in modo da avere le adduzioni pi corte possibile altrimenti avranno un effetto indesiderato sul controllo della temperatura ambiente ( UNI EN 1264-4:2009) o laddove previsto dal progetto esecutivo e che siano correttamente montati . Le tubazioni di collegamento del collettore alla centrale termica devono essere adeguatamente isolate per migliorare il rendimento di distribuzione dellimpianto di riscaldamento . A maggior ragione deve essere prevista una guaina isolante adeguata se si intende utilizzare limpianto anche per il raffrescamento estivo .

fig. 1 provvedere a pulire la superficie, sulla quale verr posato il pannello isolante dellimpianto a pavimento

Posa della barriera vapore


Va steso il foglio in polietilene come barriera vapore nei locali a contatto con il terreno o con intercapedine areata o locali non riscaldati avendo cura di eseguire un risvolto sulle pareti di almeno 10 cm . I fogli dovranno essere sovrapposti per almeno 25 cm (fig . 2) .
fig. 2 posare il foglio in polietilene con un risvolto di 10 cm sulle pareti e un sormonto tra fogli di 25 cm

Posa della striscia perimetrale


Va posata la striscia perimetrale lungo tutto il perimetro dei locali da riscaldare (fig . 3) e attorno a tutti gli elementi della struttura che penetrano il massetto di copertura dellimpianto, come pilastri, scale, ecc .; la stesura deve avvenire in modo che la posizione della striscia perimetrale non vari con il getto del massetto; nel caso di pi strati isolanti, la striscia perimetrale deve essere fissata prima della posa dello strato superiore; a massetto ultimato, la striscia perimetrale non deve essere tagliata se non dopo la posa del pavimento, cos come indicato dalla UNI EN 1264-4 .
fig. 3 posare la striscia perimetrale lungo il muro, facendola aderire bene agli angoli (esempio: sistema eurosuper e/o europlus-flex)

N.B.: nel caso di pavimento radiante in assenza di massetto (sistema eurosport) non necessario posare la striscia perimetrale .
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Posa della lastra isolante


Va posata la lastra isolante appoggiandola alla striscia perimetrale e accostando bene i pannelli fra loro . Il buon accostamento dei pannelli garantito con varie metodologie a seconda del sistema adottato (linee di giunzione chiuse con apposito nastro coprigiunto, pannelli a incastro) .
fig. 4 la posa della lastra isolante deve avvenire, infilando i due lati rivolti verso il muro sotto la prima parte di striscia perimetrale (sistema eurosuper e/o europlus-flex)

Sullo strato superiore del pannello isolante deve essere stesa una pellicola protettiva di polietilene con spessore pari a 0,15 mm, a meno che non sia gi presente integra al pannello stesso [4] . Tale foglio di protezione va posato sovrapposto e deve essere risvoltato alle pareti in corrispondenza della striscia perimetrale qualora la stessa non sia dotata di doppio elemento . Nei sistemi in cui la striscia perimetrale doppia, lelemento interno deve essere sollevato prima dellaccostamento del pannello (fig .4) Nel caso sia prevista la posa di pi pannelli isolanti sovrapposti, essi dovranno essere posati in maniera sfalsata in modo che le linee di accostamento non siano direttamente riprese tra i due .

Posa degli eventuali elementi a cui fissare il tubo


fatta esclusione per i sistemi con aggancio del tubo mediante clips tacher (eurosuper, eurotop, europlus-flex) e per i sistemi con inserimento del tubo nelle sagomature del pannello isolante (secco), nonch per i sistemi con aggancio ibrido dei precedenti (euroflex), negli altri casi va precedentemente posato lelemento di sostegno del sistema di aggancio della tubazione riscaldante . Per il sistema ecoplus lelemento di supporto dato da una lastra preforata in fibre di legno a elevata densit; la lastra viene posata avendo cura di accostare i singoli elementi che vengono tenuti insieme da appositi fermalastra . Il tubo viene agganciato a speciali clips inserite nei fori della lastra . Nel sistema a rete lelemento di supporto dato da una rete elettrosaldata la cui maglia sar 10 x 10 cm o 20 x 20 cm a seconda del passo di posa della tubazione; al filo della rete viene agganciata la clip in cui inserita la tubazione riscaldante . Nel sistema industriale lelemento di supporto dato dalla rete prevista per esigenze strutturali di irrobustimento del massetto; il tubo agganciato a tale rete mediante la speciale clip industriale . Nel sistema euromax la tubazione inserita allinterno della lastra metallica prevista per poter realizzare massetti autolivellanti di spessore pari a 25 mm o 15 mm) . Nel sistema eurosport il tubo agganciato a speciali profili inseriti nella struttura del pavimento in legno flottante .
85

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Posa della tubazione


La posa del tubo dovr rispettare il progetto sia come passi (distanze fra i tubi) sia come tipo di posa e lunghezza degli anelli . Dopo avere consultato il progetto esecutivo di posa si dovr individuare il punto da cui partire e il relativo attacco sul collettore, in modo tale che le tubazioni in partenza e arrivo abbiano una distribuzione a raggiera senza alcun accavallamento . Si dovr scegliere il rotolo di lunghezza conveniente iniziando dallestremit esterna inserendo la guaina isolante . Allacciare quindi il tubo alla relativa valvola sul collettore di ritorno con lausilio del raccordo (fig . 8) . Si svolger il tubo nel senso inverso allarrotolamento, lo si posera sullisolante, bloccandolo con sistemi di fissaggio nei punti e nella quantit necessaria a garantirne il completo ancoraggio . Per i sistemi eurosport e industriale la posa della tubazione viene fatta a serpentina . La posa del tubo di mandata deve avvenire nel rispetto delle seguenti prescrizioni (UNI EN 1264-4, [5]): ~ 50 mm di distanza da pareti verticali ~ 200 mm di distanza da caminetti (mai passare sotto!), condotte fumarie, pozzetti ~ curvature con raggio non inferiore al valore minimo pari a 6 volte il diametro Si proseguir con la posa verificando il passo previsto e rispettando le indicazioni riportate sul progetto esecutivo sino al completamento dellanello interessato . La posa di ciascun anello deve avvenire senza giunzioni; qualora, causa incidenti subiti dallimpianto finito, venissero fatti giunti meccanici, questi devono essere localizzati e riportati sul disegno esecutivo avuto dal progettista (UNI EN 1264-4) . In corrispondenza del collettore o dellattraversamento di giunti di dilatazione, i tubi dovranno essere inguainati con la guaina isolante [6] . Si procede quindi allinserimento della guaina isolante e al collegamento del tubo, tramite gli opportuni adattatori, alla relativa valvola sul collettore di mandata . Laddove previsto da progetto, sar possibile creare durante la posa dellanello un infittimento del passo di posa della tubazione in corrispondenza della fascia perimetrale sul lato esterno del locale . Il cosiddetto "passo ridotto" potr essere realizzato secondo le tre tipologie di posa di pagine 176-178, in base alla scelta del progettista . Per i sistemi euromax e secco non vengono eseguite pose a passo ridotto, poich i due sistemi sono caratterizzati dallavere un passo unico consigliato: 12 cm per leuromax, 12,5 cm per il secco . Il ridotto spessore di massetto sopra tubo porta infatti a sconsigliare passi di posa doppi a quelli citati per non avere differenze di temperatura importanti a livello del pavimento .

collettore c guaina in PE

86

Schema di posa
Circuito con anello integrato con posizione delle clips fermatubo e presa tubo da bobina posizionata su girello Eurotherm

a segnare dove va tagliato il tubo e tagliare a mezzo cesoia b posizionare adattatore e fissarlo al corpo valvola

a b

corpo valvola

collettore
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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Circuito con anello diviso a passo ridotto con posizione delle clips fermatubo e presa tubo da bobina posizionata su girello Eurotherm

a segnare dove va tagliato il tubo e tagliare a mezzo cesoia b posizionare adattatore e fissarlo al corpo valvola

b corpo valvola

collettore

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Circuito con anello separato a passo ridotto con posizione delle clips fermatubo e presa tubo da bobina posizionata su girello Eurotherm

a segnare dove va tagliato il tubo e tagliare a mezzo cesoia b posizionare adattatore e fissarlo al corpo valvola

a b corpo valvola

collettore

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Giunto di dilatazione
La norma UNI EN 1264-4 che d indicazioni utili sullinstallazione a regola darte dellimpianto a pavimento stabilisce che cura dellinstallatore indicare dove vanno previsti i giunti di dilatazione . Essi andranno posizionati in corrispondenza di tutte le porte interne e trasversalmente i locali qualora abbiano superficie superiore a 40 m2 e/o un lato maggiore di 8 m . Nel caso di ambienti rettangolari, le superfici senza giunti possono essere superiori purch non si superi il rapporto massimo in lunghezza di 2 a 1 . Il tutto dovr essere specificato nel disegno esecutivo fornito dal progettista [6] .

Il giunto di dilatazione dovr essere mantenuto nella stesura del massetto e non dovr essere tagliato con la posa della pavimentazione . In corrispondenza dellattraversamento del giunto da parte del tubo dellimpianto a pavimento, che deve avvenire solo dal tubo di mandata e di ritorno, la guaina isolante a protezione del tubo deve essere prevista come schematizzato di seguito [6]:

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Caricamento e collaudo dellimpianto


Collaudo a pressione
Dopo la posa dellimpianto esso dovr essere caricato e messo in pressione prima del getto del massetto .
Caricamento dellimpianto
Istruzioni
1 montaggio manometro

1 Montare il manometro (1) sul ritorno del collettore 2 Collegare lacquedotto (3) e lo scarico 3 Chiudere le due saracinesche (2) e tutti i circuiti (detentore + valvola) 4 Aprire lacquedotto

Acquedotto POMPA 3 4 scarico

5 Aprire il primo circuito (mandata + ritorno) 6 Quando il circuito pieno chiudere il ritorno del circuito 7 Proseguire con il circuito successivo e ripetere i passi 5 e 6 8 Alla fine (i circuiti sono tutti chiusi chiudere lo scarico, scollegare lacquedotto (3) e collegare una pompa (4) 9 Aprire tutti i circuiti e caricare limpianto a 6 bar 10 Chiudere il rubinetto di carico .

Guaina in PE

Riempimento primo circuito

4 1

Acquedotto

2
scarico

Istruzioni 1 rubinetto di scarico aperto 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse valvole e detentori chiusi 4 a parte quelli del primo circuito

Guaina in PE

Chiusura primo circuito

4 1
Istruzioni 1 rubinetto di scarico aperto 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse detentori del primo circuito vengono chiusi e poi si prosegue con lanello successivo ripetendo loperazione fino al caricamento 4 completo di tutti i circuit

Acquedotto

2
scarico

Guaina in PE

91

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Istruzioni 1 rubinetto di scarico chiuso 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse 4 valvole e detentori tutti aperti

Messa in pressione

4 1 2 3

POMPA

Caricare limpianto tramite la pompa fino a una pressione di 6 bar .

Guaina in PE

Attenzione: se nel periodo di completamento della costruzione vi pericolo di gelate caricare il tutto tramite pompa elettrica con una miscela adeguata di antigelo, oppure caricare limpianto con aria compressa . In tal caso il caricamento ad acqua va comunque effettuato prima della messa in funzione dellimpianto stesso .
Istruzioni 1 rubinetto di scarico chiuso 2 rubinetto di carico aperto 3 saracinesche chiuse 4 valvole e detentori tutti aperti La pressione pu variare in funzione della temperatura di 1 bar entro le prime 24 ore .

fine caricamento

4 1 2 3

Guaina in PE

Attenzione: limpianto dovr rimanere in pressione fino allultimazione dei massetti; il controllo avverr per mezzo dellapposito manometro . Per svuotare limpianto ripetere le operazioni elencate nel procedimento di caricamento sostituendo lacquedotto con un compressore ad aria . Limpianto dovr rimanere in pressione fino allultimazione dei massetti e il procedimento di collaudo deve essere documentato [7]; il controllo avverr per mezzo dellapposito manometro . N.B.: La pressione pu variare in funzione della temperatura di 1 bar entro le prime 24 ore . Per i periodi invernali si dovranno adottare tutte le precauzioni necessarie atte a prevenire le possibili conseguenze di congelamenti dellacqua nellimpianto installato . Per scaricare limpianto ripetere le operazioni elencate nel procedimento di caricamento sostituendo lacquedotto con un compressore ad aria . Una volta installato limpianto secondo gli standards stabiliti dalle norme tecniche di riferimento, il cantiere pronto per la consegna allimpresa .

Consegna allimpresa
Limpianto cos realizzato consegnato allimpresa di costruzioni per la posa del massetto; compito dellimpresa vigilare sullintegrit dellimpianto fino a completamento del massetto . Il massetto di copertura andr realizzato negli spessori, dimensioni e composizione prescritti dalle normative e dalla Direzione Lavori . Unutile precauzione cautelativa da parte dellinstallatore trasferire allimpresa alcune informazioni relative alla posa del massetto che sono di seguito elencate .

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Modalit desecuzione dei massetti di copertura


Una volta messo in pressione limpianto, sar cura dellimpresa di costruzioni realizzare il massetto di copertura negli spessori, dimensioni e composizione prescritti dalle normative e dalla Direzione Lavori .

Massetto tradizionale
La realizzazione e stesura del massetto tradizionale non cambiano in presenza di un impianto a pavimento . Le precauzioni aggiuntive riguardano solamente lintegrit delle tubazioni e dellisolante . Quando si movimenta la malta devono essere adottate procedure di rispetto per limpianto posato: per esempio, nella realizzazione dei percorsi di passaggio, sono da evitare le tavole che contengono chiodi, anche se ribattuti; meglio posare cartoni . Il rovesciamento del materiale impastato non deve avvenire appoggiando la carriola sulle tubazioni . Non devono essere appoggiati carichi importanti sullimpianto [6] .

Spessori:
Secondo le normative relative, lo spessore del massetto di copertura non deve essere inferiore alla misura di 45 mm e tale spessore va considerato a partire dal punto pi alto dellimpianto (tubazione o estremit bugna) .

Stesura:
La stesura deve avvenire mantenendo tutti gli elementi posati con limpianto a pavimento . Non va rimossa la striscia perimetrale posta lungo tutto il perimetro dei singoli locali . Nello stesso modo non vanno rimossi i giunti di dilatazione, sia quelli posizionati in corrispondenza di tutte le porte interne e sia quelli disposti trasversalmente i locali laddove necessario . La stesura del massetto deve avvenire ad una temperatura ambiente non inferiore ai 5C, e tale limite deve essere rispettato per almeno tre giorni a lavoro ultimato . Nei tre giorni si deve garantire al massetto unasciugatura lenta; per questo motivo durante questo periodo il massetto va protetto dallirraggiamento del sole e da correnti daria: di norma sufficiente chiudere ledificio per raggiungere lobiettivo [6] . buona norma inserire nel massetto una rete metallica o altro elemento equivalente con funzioni antiritiro .

Composizione:
Limpasto deve essere realizzato usando inerti in granulometria varia da 0 a 8 mm e cemento 325 in ragione di 3 q/m3 con laggiunta di fluidificante (fornito con limpianto) in misura di 1 litro per quintale di cemento . Ne risulta un massetto dalla consistenza come in figura 8 . Lutilit delladditivo superfluidificante sta nella sua capacit di migliorare la lavorabilit dellimpasto di calcestruzzo utilizzando meno acqua e garantendo al tempo stesso presenza daria in misura non superiore al 5% [6] . Leccesso dacqua il maggior responsabile del ritiro differenziale del massetto . Infatti, lacqua contenuta nel calcestruzzo e introdotta a causa del processo di idratazione del cemento evapora soprattutto sulla faccia superiore del massetto, cio sulla faccia esposta allaria . Ci provoca il fenomeno dellimbarcamento del massetto e della successiva fessurazione del pavimento a causa dei carichi di esercizio che costringono il massetto a riprendere la configurazione iniziale di totale appoggio al solaio . Per evitare tutto ci bisognerebbe ridurre i fattori che sono maggiormente responsabili del ritiro del massetto . Di seguito riportato un articolo tratto da "Realt Mapei n43", dove il prof . Mario Collepardi, docente al Dipartimento di Scienza dei Materiali e della Terra della facolt di Ingegneria dellUniversit di Ancona, spiega il fenomeno del curling del massetto [8] . Segue larticolo in cui lo stesso prof . Collepardi indica il responsabile di tale fenomeno e le procedure da adottare per evitarlo (Realt Mapei n44) [9] .

fig. 8 composizione del massetto secondo le normative tecniche relative

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Imbarcamento e fessurazione
I massetti possono essere definiti come strutture stratiformi, sottili (48 cm) applicate su substrati in calcestruzzo preesistenti (solai o pavimentazioni) la cui superficie in genere irregolare e necessita, appunto, di un rivestimento superficiale per acquisire la richiesta planarit . Unaltra funzione importante del massetto quella di consentire lalloggiamento di tubazioni o cavi di servizio adagiati sul substrato e annegati nel massetto . In generale, il massetto agisce da strato intermedio tra il substrato e ladesivo che viene applicato sul massetto stesso per lincollaggio del rivestimento finale in ceramica, pietra, legno o materiale plastico (moquette, gomma ecc .) . Talvolta, per eliminare gli inevitabili difetti del massetto, sinterviene prima di applicare ladesivo con una malta fluida rasante, molto spesso autolivellante, per perfezionare la planarit . Lo strato della malta rasante ha anche la funzione di rendere levigata, oltre che planare, la superficie del massetto per i rivestimenti resilienti . Nella fig . 1 viene mostrata schematicamente la sezione di un pavimento con i vari strati sopra menzionati, incluso un foglio di polietilene che agisce come barriera al vapore che potrebbe migrare dal substrato verso il massetto . Per esplicare adeguatamente la sua funzionalit, un massetto deve essere planare, asciutto e pulito al momento dellapplicazione delladesivo per incollare il rivestimento superficiale . Esso, inoltre, deve essere dimensionalmente stabile in relazione alle condizioni igrometriche di servizio che, anche in luoghi riparati dallambiente esterno, possono prevedere sia pure discontinuamente o eccezionalmente presenza dacqua libera per caduta o perdita accidentale da altre fonti . Infine, un massetto deve essere affidabile in termini di durabilit e cio non interagire negativamente con il substrato, la malta autolivellante e ladesivo . Rispetto a tutte le altre strutture in calcestruzzo, la pavimentazione in generale ed il massetto in particolare presentano alcune significative singolarit: estensione superficiale considerevole rispetto allo spessore; esposizione allaria subito dopo il getto .Queste caratteristiche rendono la pavimentazione ed il massetto particolarmente vulnerabili - rispetto a tutte le altre strutture - a due fenomeni tipici che riguardano i conglomerati cementizi: ritiro igrometrico; bleeding . A differenza di molti altri materiali da costruzione, il calcestruzzo si contrae se lumidit relativa (U .R .) dellambiente scende al di sotto di un certo valore (circa 95%) . Quando ci si verifica, lacqua contenuta nel calcestruzzo evapora ed il materiale si accorcia . Tuttavia, poich levaporazione non avviene uniformemente in tutta la struttura, anche il ritiro si manifesta in modo differenziale .
fig. 1 rappresentazione schematica di una pavimentazione in calcestruzzo rivestita

rivestimento adesivo rasatura tubo di servizio foglio di polietilene ferro di armatura massetto

substrato

(solaio in c .a .)

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Le conseguenze del ritiro differenziale sono particolarmente evidenti in una struttura - come il massetto - nella quale la faccia superiore (quella esposta allaria si asciuga e tende a contrarsi, mentre quella inferiore protetta dallevaporazione) non subisce sostanzialmente ritiro e rimane stabile . Le conseguenze di questo diverso comportamento possono portare a due situazioni estreme: imbarcamento (curling) del massetto se non esiste (per esempio, per effetto della barriera al vapore in polietilene) alcuna aderenza al substrato e la lastra e libera di alzarsi (fig . 2a); fessurazione dello strato superficiale se laderenza al substrato vincola la faccia inferiore a rimanere nella dimensione iniziale (fig . 2b) .

fig. 2 a/b imbarcamento (a) e fessurazione (b) di un massetto rispettivamente in assenza ed in

massetto

presenza di adesione al substrato

substrato assenza di adesione al substrato aderenza al substrato

In realt, la fessurazione si verificher successivamente anche nel massetto imbarcato per effetto dei carichi in servizio a causa dellimperfetto appoggio sul substrato (fig . 3) . Nel numero successivo verranno esaminati gli accorgimenti da adottare per produrre massetti cementizi privi dei difetti (imbarcamento e fessurazione) descritti in questo articolo . Questi accorgimenti riguardano sia la qualit del materiale impiegato, sia le operazioni di messa in opera . . ."
fig. 3 rottura e flessione del massetto imbarcato a seguito di carichi in servizio

massetto imbarcato substrato

massetto fessurato

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Come minimizzare il ritiro


tratto da Realt Mapei n44 di Mario Collepardi Dipartimento di Scienza dei Materiali e della Terra facolt di Ingegneria Universit di Ancona .

fig. 1 microstruttura di una pasta di cemento fotografata al microscopio elettronico a scansione

Nel precedente articolo (massetti per pavimenti - parte I - rischio di imbarcamento e fessurazione) sono state esaminate le conseguenze negative del ritiro del conglomerato cementizio in termini dimbarcamento e fessurazione dei massetti . In questo articolo si prendono in considerazione i parametri per minimizzare il ritiro . In teoria ci sono a disposizione due possibilit per ridurre il ritiro e le sue conseguenze in termini di imbarcamento o fessurazione: mantenere umida la superficie superiore del massetto al pari di quella inferiore; ridurre quei fattori che sono maggiormente responsabili del ritiro . La prima soluzione non di fatto praticabile, soprattutto nei massetti che debbono necessariamente asciugarsi (e spesso rapidamente) prima dellapplicazione delladesivo: infatti, leventuale umidit residua nel massetto, oltre una certa soglia, migrerebbe lentamente nel rivestimento superficiale con pregiudizio della stabilita di questultimo (distacco del legno, scollatura dello strato di gomma, ecc .) . La seconda soluzione comporta unattenta valutazione dei parametri che influiscono sul meccanismo del ritiro . In un conglomerato cementizio sono individuabili due componenti essenziali: la matrice cementizia la frazione lapidea . Grazie al processo di idratazione del cemento, gli elementi lapidei sciolti diventano un materiale composito monolitico, dove i singoli elementi risultano "incollati" dalle particelle che si formano per idratazione del cemento . Tuttavia, i due componenti del materiale composito presentano un comportamento significativamente diverso, nei confronti dellessiccazione, allorquando lacqua residua abbandona il materiale verso lambiente insaturo di umidit (U .R . < 95%) . Mentre la microstruttura della roccia che costituisce i singoli elementi lapidei molto densa e compatta, quella della matrice cementizia si presenta porosa (fig . 1), e la porosit tanto maggiore quanto pi elevata la quantit di acqua (a) impiegata in relazione al quantitativo di cemento (c), cio quanto pi alto il rapporto in massa acqua/cemento (a/c) . Quando lacqua abbandona il conglomerato cementizio, si verifica una contrazione della matrice cementizia, mentre trascurabile o nulla la variazione dimensionale della frazione lapidea . Ci sono due parametri sui quali possibile intervenire per ridurre il ritiro del conglomerato cementizio: ridurre la frazione di pasta di cemento responsabile del ritiro in favore della frazione lapidea esente da ritiro: ci equivale a dire che, per ridurre il ritiro occorre aumentare linerte lapideo (i) e ridurre il cemento (c), cio aumentare il rapporto i/c; ridurre il rapporto a/c per diminuire la porosit della matrice cementizia e quindi la sua tendenza a perdere umidit . Nella tabella 1 sono mostrati i valori di ritiro misurato dopo 1 mese di esposizione in ambiente con U . R . del 50% per alcuni conglomerati cementizi . Per esempio, a parit di rapporto a/c (0,40) la miscela A presenta un ritiro maggiore della miscela B per il minor rapporto i/c . Daltra parte a parit di rapporto i/c (7), la miscela D presenta un minor ritiro rispetto alle miscele E e f per un minor rapporto a/c . Da un punto di vista pratico, per poter ridurre il rapporto a/c ed aumentare il rapporto i/c al fine di diminuire il ritiro, occorre: adottare la pi bassa consistenza possibile per ridurre lacqua di impasto; impiegare additivi capaci di ridurre lacqua a parit di consistenza; impiegare inerti lapidei assortiti granulometricamente e di maggior diametro massimo (possibilmente 8 mm) .
Mix n A B C D E f i/c 3,0 4,5 6,0 7,0 7,0 7,0 a/c 0,40 0,40 0,40 0,40 0,50 0,60 Ritiro (m/m) 400 250 150 100 200 300

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Diametro max. dellinerte 4 8 16

Acqua* (kg/m3) impiegata alla consistenza dellimpasto asciutta 180 160 140 plastica 200 180 160 uida 220 200 180

tab. 1 ritiro di congelamento cementizi esposti allariacon U . R .= 50% per un mese

N.B.: i valori acqua di impasto possono essere ridotti fino al 30% con limpiego di additivi superfluidificanti . La tabella 2 mostra linfluenza dei suddetti parametri sul quantitativo di acqua e quindi - per un determinato rapporto a/c - sul quantitativo di pasta cementizia responsabile del ritiro . Per esempio, in una malta a consistenza plastica, con aggregati aventi diametro massimo di 4 mm, lacqua di impasto (tabella 2) circa 200 kg/m3; se il rapporto a/c di 0,40 il dosaggio di cemento risulter: 200/0,40 = 500 kg/m3 . Pertanto il quantitativo totale di pasta ammonta a 200 + 500 = 700 kg/m3, mentre la quantit di inerte lapideo (calcolato per differenza attraverso un bilancio di volume) di 1500 kg/m3 . Quindi il ritiro a 1 mese di questa malta - caratterizzata da un rapporto i/c di 3 e da un rapporto a/c di 0,40 - e di circa 400 m/m (tabella 1) . Se si impiega un betoncino a consistenza asciutta, con diametro massimo da 8 mm, dacqua di impasto (tabella 2) scende a 160 kg/m3 e con lo stesso rapporto a/c di 0,40, il dosaggio di cemento diminuisce a: 160/0,40 = 400 kg/m3 . Pertanto la quantit di pasta di cemento nel betoncino scende a 160 + 400 = 560 kg/m3, mentre quella dellinerte sale a 1810 kg/m3 . Ne consegue che per questo betoncino - caratterizzato da un rapporto i/c di 4,5 e da un rapporto a/c di 0,40 - il ritiro scende a 250 m/m (tabella 1) . Se, infine, a questo stesso betoncino si aggiunge un additivo capace di ridurre lacqua di impasto da 160 a 115 kg/m3 a parit di consistenza asciutta, il dosaggio di cemento - a pari rapporto a/c di 0,40 - diventa: 115/0,40 = 288 kg/m3 . Pertanto la quantit di pasta cementizia si riduce ulteriormente a 115 + 288 = 403 kg/m3, mentre il quantitativo di inerte sale, per differenza, a circa 2025 kg/m3 . Ne consegue che il ritiro di questo betoncino-additivato con superfluidificante, caratterizzato da un rapporto i/c di 7 e da un rapporto a/c di 0,40 - scende ulteriormente a 100 m/m (tabella 1) . I valori di acqua di impasto riportati in tabella 2, ed i conseguenti quantitativi di pasta cementizia sopra calcolati, si riferiscono ad inerti granulometricamente ben assortiti . Se linerte poco assortito, e tende ad un sistema monogranulare, aumentano i vuoti interstiziali tra gli elementi lapidei ed occorre impiegare un maggior quantitativo di pasta cementizia per riempire questi vuoti con conseguente aggravio del ritiro .

Conclusioni
Per minimizzare il ritiro dei massetti per pavimenti ed i conseguenti rischi di imbarcamento e fessurazione occorre: - minimizzare lacqua di impasto adottando consistenze asciutte per la posa in opera ed impiegando additivi riduttori di acqua - massimizzare, nei limiti del possibile, il diametro massimo dellaggregato per minimizzare il contenuto di pasta cementizia responsabile del ritiro " Nel caso di massetti molto liquidi si consiglia di prevedere unulteriore foglio in polietilene sopra lisolante .

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PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Massetti autolivellanti
Si tratta di una tipologia di massetto caratterizzata dalla maggiore lavorabilit con conseguente garanzia di posa veloce e con ottima planarit del lavoro finito anche per ampie superfici e per spessori ridotti . Sono premiscelati secchi che consentono, grazie alla presenza di composti particolari, di ottenere un impasto liquido con minore percentuale di acqua rispetto ai massetti tradizionali, miscelati in cantiere . A seconda del tipo di componenti si distinguono in due tipi: - massetti a base di anidride - massetti a base cementizia In entrambi sono presenti additivi chimici che consentono di rendere maggiormente fluido il prodotto, con minore quantit di acqua . Per questo motivo, in questi casi non va utilizzato ladditivo preventivato con il dimensionamento dellimpianto .

Spessori:
Per la presenza di anidride nei massetti autolivellanti del primo tipo e di cementi speciali nei massetti del secondo tipo, le caratteristiche meccaniche del prodotto finito sono superiori a quelle dei massetti tradizionali . Le Ditte produttrici assicurano resistenza meccanica come da normativa gi per spessori di 3035 mm .

Stesura:
Il getto di autolivellante deve avvenire in modo da evitare che la massa liquida penetri sotto limpianto e si attacchi alla struttura . Per questo motivo, in assenza di impianto a pavimento, stesi fogli in polietilene che vanno sovrapposti per almeno 25 cm e rimontano le pareti in modo da superare il livello finito di qualche centimetro . In presenza di impianto a pavimento i fogli in polietilene dovranno essere posati tra lisolante e la tubazione, sempre che il pannello stesso non sia gi dotato di una barriera propria . Per gli impianti a pavimento con lastre sagomate si dovr controllare il corretto incastro tra di loro . Come nel caso di massetto tradizionale, il getto deve avvenire rispettando i giunti di dilatazione, i tagli del massetto previsti dal progettista e individuabili in cantiere grazie agli elementi lasciati come corredo dellimpianto a pavimento dallinstallatore . Avendo la possibilit di ridurre di ca . 1 cm lo spessore del massetto, evidente che con massetti autolivellanti limpianto a pavimento pu funzionare con rese ancora maggiori . Tra le due tipologie di massetto autolivellante, quello a base di anidride migliora la conduttivit del massetto avendo un valore di = 1,8 W/m K, contro il = 1,4 W/m K valido per massetti di base cementizia .

Sottofondi in sabbia
Si tratta di sottofondi naturali realizzati in sabbia . Sono tipi di sottofondo normalmente proposti in sostituzione ai massetti standard additivati quale prodotto naturale privo di alcun componente chimico . Li si trova spesso in abbinamento alla posa del legno in modo da offrire un pacchetto pavimento+supporto dalle seguenti caratteristiche: - migliore abbattimento al calpestio - maggiore morbidezza al camminamento (passo felpato) Spessori: A seconda che la posa della sabbia avvenga direttamente sullimpianto a pavimento o su un primo strato di copertura dellimpianto stesso, gli spessori saranno quelli rappresentati in gra98

fica . Si hanno quindi 40 mm di sabbia posata direttamente sullimpianto oppure 20 mm di sabbia posata su un autolivellante di copertura dellimpianto di spessore totale 3040 mm . Sulla sabbia poi viene posato un pannello in oSB o di fibra di gesso di spessore 12 mm sul quale si realizza il pavimento in legno .

Procedure di posa
Nel caso limpianto di riscaldamento a pavimento sia coperto direttamente dalla sabbia i pannelli isolanti dellimpianto a pavimento devono essere fissati in maniera stabile al sottofondo e essere ricoperti di un foglio in polietilene per evitare che la sabbia penetri sotto limpianto . Nel caso invece che limpianto venga coperto da una gettata di autolivellante, si dovr fare un getto di 3040 mm sullimpianto secondo le metodologie consigliate dalle ditte produttrici di massetti autolivellanti avendo cura di rispettare le indicazioni gi sopra descritte relativamente alle cure in pi da dedicare allimpianto a pavimento . Si procede quindi alla stesura della sabbia . Si tratta di sabbia silicea che deve aver subito un processo di essiccazione in appositi forni . Il coefficiente di conducibilit termica ad essa assegnabile = 0,6 W/m2K . Viene vibrata e battuta in pi riprese con appositi macchinari per garantirne la compattezza ai fini delle necessit meccaniche di supporto alla pavimentazione e migliorare la sua capacit di trasferire calore al pavimento . Sopra la sabbia viene posata della carta oleata, quindi il pannello di sostegno del parquet . Si tratta di pannello in oSB o, per favorire la trasmissione di calore, in fibra di gesso . Viene posato in senso ortogonale a quello del parquet lasciando uno spazio tra pannello e pannello di 2/3 mm; i pannelli vengono poi graffati fra di loro . Segue per finire la posa del parquet nelle varie finiture, secondo le preferenze del committente, inchiodandolo al pannello sottostante .

14 12 40

Spessore secondo UNI EN 1264-4

14 12 20 40
Spessore secondo UNI EN 1264-4

99

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Massetto a secco
Si tratta di pannelli di sostegno alla pavimentazione in fibra di gesso . Sono normalmente proposti sullimpianto a pavimento a secco in sostituzione ai massetti standards qualora lo spazio disponibile inferiore ai 3035 mm di spessore minimo consigliato per massetti autolivellanti . Si prestano inoltre a essere impiegati sopra limpianto a pavimento a secco nei casi in cui importante ridurre il peso specifico del pacchetto (solai o soppalchi in legno) . Spessori: A seconda del tipo di utilizzo degli ambienti nei quali il massetto a secco realizzato, varia il carico minimo al quale il pannello di fibra di gesso deve resistere; di conseguenza varia anche il suo spessore . Procedure di posa N.B.: La superficie deve essere assolutamente planare in quanto il sottofondo a secco deve gravare su tutta la superficie . Le lastre vengono normalmente incollate sul loro bordo battentato e fissate con viti o graffe . Si posano sfalsate di almeno 20 cm . Nella posa delle lastre in fibra di gesso bisogna avere cura di rispettare giunti di dilatazione e striscia perimetrale .

Avviamento iniziale del riscaldamento


Completata la copertura dellimpianto e trascorso un certo periodo pari ad almeno 21 giorni per un massetto di tipo cementizio e pari ad almeno 7 giorni per un massetto a base di anidride, alloccorenza si pu procedere ad uniniziale accensione dellimpianto allo scopo di asciugare i massetti e favorire il lavoro del pavimentista . Per una corretta posa delle piastrelle infatti necessario che il livello massimo di umidit del massetto sia pari a 2%; per la posa del parquet il livello di umidit massima richiesta anche inferiore . La norma UNI EN 1264-4 chiede di documentare un processo di riscaldamento allavvio dellimpianto che contempli il mantenimento con alimentazione a 2025C per almeno 3 giorni e limpostazione successiva della massima temperatura di alimentazione risultante da progetto per almeno altri 4 giorni [10] . In ogni caso si consiglia di prolungare il periodo di pre-riscaldamento in modo da passare gradualmente dalla temperatura iniziale a quella massima di progetto (23C al giorno); si consiglia inoltre di impostare la temperatura iniziale in modo che non sia superiore di 5C al valore della temperatura esterna per evitare lo shock termico al massetto . Causare uno shock termico al massetto significa portarlo a rottura; un riscaldamento graduato asciuga il massetto senza romperlo .

Posa del pavimento di finitura


La copertura avverr secondo gli standards relativi e le disposizioni delle categorie specifiche [11] . Talvolta, per migliorare lesecuzione del pavimento, pu essere richiesto di fare un ulteriore riscaldamento del massetto tramite limpianto a pavimento . il caso ad esempio della posa di pavimento in legno incollato: mettere per alcuni giorni in funzione il riscaldamento prima di iniziare a levigare il pavimento permette un assestamento del parquet prima della stuccatura . evidente che le spese relative non saranno da imputare allimpiantista .

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Modalit desecuzione dei rivestimenti superficiali


Il riscaldamento a pavimento radiante in ambienti con pavimento in legno
Si riportano alcune considerazioni ed indicazioni dedotte da una relazione sui risultati di esperimenti eseguiti negli anni 1981/1982 presso IIstituto per le ricerche sul legno fraunhofer di Braunschweig, Germania . Gli esperimenti sono stati eseguiti su tutta una serie di pavimenti in legno e materiali a base di legno, fra i quali i parquet commerciali messi in opera artigianalmente sopra impianti di riscaldamento radiante ad acqua calda . Le prove si sono protratte per un periodo di parecchi mesi con temperature dellacqua di mandata varianti tra i 40 ed i 50C e con simulazione di avaria e salita della temperatura a 70C; sono stati variati inoltre gli interassi di posa con distanza tra i tubi di 15-30-45 cm . Durante le prove sono state misurate le temperature in diverse zone del pavimento campione ed a diverse altezze con rilievi del tasso di umidit del legno e variazioni dimensionali . I risultati ottenuti sono stati positivi ed hanno confermato esperienze antecedenti e gi note . Le indicazioni che seguono, valgono in generale per i parquet in mosaico (di norma spessore 8 mm), per parquet a listoni (spessore 22 mm) e per tavolati di parquet (di norma spessore 13 mm) siano essi incollati sul massetto direttamente che messi in opera flottanti . La posa di questi pavimenti su impianti di riscaldamento a tubi inseriti nel massetto non crea alcun inconveniente a condizione che la temperatura dellacqua non superi i 55C; uneventuale avaria che facesse salire la temperatura sino a 70 gradi, ma per breve periodo, non provocherebbe nessun danno . Linterasse di posa consigliato di 10 cm, ma pu aumentare fino a 20 cm, interasse comunque stabilito dal fabbisogno termico dei locali e dal tipo di legno utilizzato .

Condizioni per la posa del massetto riscaldante


Che cos il massetto riscaldante
un massetto costruito in opera, base cementizia o di anidride, percorso nel suo spessore da tubazioni per un fluido riscaldante . Le tubazioni, installate con varie metodologie, a seconda del fabbricante del sistema, sono collegate allimpianto di riscaldamento . Vantaggio del massetto riscaldante che esso pu utilizzare fluido riscaldante a temperatura relativamente bassa (ca . 35-40C), permettendo cos buona economia desercizio .
Tratto da Manuale per la posa di pavimenti in legno realizzato da APPL/EDILEGNo/ fEDERLEGNo - ARREDo [12]

Posa del pavimento in legno


In linea di principio, per la posa su massetti riscaldanti, gli elementi di pavimento di legno sono adatti, purch siano di dimensioni ridotte e di specie legnose stabili . I valori disolamento termico del pavimento di legno sono dipendenti dallo spessore del legno, dalla metodologia di posa e dalla specie legnosa . Normalmente sono consigliati solo i pavimenti incollati e alcuni tipi di pavimenti galleggianti . Le colle da impiegare devono mantenere nel tempo una sufficiente plasticit e devono essere specificatamente idonee per la posa su massetti riscaldanti, con riferimento al tipo di massetto (cementizio o di anidride) .

Resistenza termica del pavimento


Per raggiungere una sufficiente cessione di calore allambiente da riscaldare, la resistenza termica non deve essere superiore a 0,18 m2 K/W .
101

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Condizioni del massetto


II massetto deve essere eseguito secondo le istruzioni del produttore del sistema riscaldante . Esso deve essere piano, sufficientemente liscio, con sufficiente durezza superficiale, compatto, stagionato e asciutto . I tubi per il fluido riscaldante devono essere coperti da almeno 45 mm di massetto per permettere ununiforme e non concentrata diffusione del calore . Tubi troppo vicini alla superficie facilitano la formazione di fessurazioni nel parquet . Deve inoltre essere prevista la striscia perimetrale a tutto il massetto .

Condizioni per la posa


Umidit massima ammessa in peso determinata con igrometro a carburo: - massetto cementizio: 1,5% - massetto di anidride: 0,2% Misurazioni da effettuarsi a carico e disponibilit del posatore del pavimento finito . Per ottenere questo necessario, dopo una sufficiente stagionatura, provvedere al riscaldamento del massetto per almeno 2-3 settimane secondo lo schema "tempi di riscaldamento del massetto" . Durante la stesura del massetto necessario che siano segnate alcune posizioni nelle quali sia poi possibile effettuare le misurazioni di controllo del contenuto dumidit senza il rischio di danneggiare rimpianto di riscaldamento annegato nel massetto . Il committente o la direzione lavori deve confermare al posatore del pavimento di legno che: - il tempo minimo di stagionatura del massetto prima dellinizio della messa in esercizio dellimpianto di riscaldamento stato di almeno: massetti cementizi: 21 giorni massetti cementizi a rapida essiccazione: 3-4 giorni massetti di anidride: 7 giorni - il riscaldamento stato messo in funzione aumentando gradualmente la temperatura del liquido riscaldante di circa 10C al giorno fino a raggiungere la temperatura massima desercizio (non superare per i +50C) - stata mantenuta la temperatura massima desercizio per almeno 10 giorni consecutivi (ogni giorno in pi aumenta la sicurezza) Il processo di raffreddamento si svolto riducendo gradualmente la temperatura di 10C al giorno fino alla condizione di circa +20C . Il riscaldamento deve essere spento almeno 5-6 giorni prima della posa del pavimento e la temperatura superficiale del massetto al momento della posa deve essere di circa 15-20C con unumidit ambientale massima del 65% . Normalmente per massetti riscaldanti non ammessa lesecuzione di rasature, consolidamenti e impermeabilizzazioni superficiali . Solo nel caso di limitate irregolarit ammesso lintervento per le sistemazioni del caso, utilizzando prodotti idonei alle condizioni desercizio . E sempre consigliabile lapplicazione di un idoneo appretto (primer) per migliorare laderenza degli adesivi usati . Nella posa con colle in dispersione acquosa consigliabile mettere per alcuni giorni in funzione il riscaldamento prima di iniziare a levigare il pavimento; questo allo scopo di permettere un assestamento del pavimento prima della stuccatura . Dopo la posa del pavimento necessario garantire le condizioni climatiche di 15-20C e 65% dumidit relativa dellaria per almeno una settimana, fino a completa presa della colla e alla stabilizzazione del pavimento .

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Tempi di riscaldamento del massetto


60

50

40

Temperatura

30

20

10

4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

5 6

Stagionatura *

Riscaldam. Mantienimento max temper. Reffred. Stabilizzazione 4 giorni 5 giorni 10 giorni 3 giorni

Posa

Assestamento 6 giorni

Stabiliz. 3 giorni

Levig. e fin. 3 giorni

Temperatura e precauzioni
La temperatura superficiale del pavimento riscaldato, per ragioni fisiologiche, non deve superare i 26-29C nelle zone di soggiorno e i 35C nelle altre zone . Per evitare fessurazioni del parquet posto in opera, opportuno evitare di coprire i pavimenti con tappeti o altri materiali isolanti termici . inoltre importante mantenere unadeguata umidit relativa dellaria (50-60%) per garantire un sufficiente equilibrio nel contenuto dumidit del legno e una buona salubrit ambientale . Durante lincollaggio del pavimento di legno va assolutamente evitato lincollaggio dei fianchi degli elementi del parquet . Nota: Sulla base delle caratteristiche proprie del legno non si pu escludere la formazione di fessurazioni durante il periodo di riscaldamento . Se esse sono regolarmente distribuite sulla superficie non costituiscono difetto e devono essere tollerate . Nel caso che il pavimento sia costituito da strati di diversi materiali, il valore complessivo di resistenza termica dato dalla somma delle resistenze termiche dei singoli strati . Riportiamo, a titolo orientativo, nella tabella a pie di pagina, le resistenze termiche dei diversi tipi di parquet, i cui valori risultano essere buoni . Lumidit del parquet deve essere attentamente controllata prima della posa, per verificare che non sia superiore ai valori massimi ammessi . Nella posa di pavimenti galleggianti, va considerata la resistenza termica dello strato disolamento acustico (di circa 2,5 mm di spessore) che va posto sotto il pavimento . Nota: Per la posa dei pavimenti galleggianti seguire attentamente le indicazioni del produttore .

spessore parquet mosaico lamparquet listone prefinito incollato prefinito galleggiante 8 10 22 10 15

resistenza termica 0,038 0,048 0,105 0,0480,065 0,11 m2 K/W m2 K/W m2 K/W m2 K/W m2 K/W

103

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Impianti a parete ed a soffitto


Il sistema Parete e Soffitto va installato con le normali procedure dei controsoffitti e delle pareti in cartongesso realizzando la struttura metallica sottostante richiesta dalle norme specifiche . Per tanto il montaggio dei pannelli stessi va effettuato da squadre specializzate . Il montaggio dei pannelli a soffitto va preceduto dalla realizzazione delle linee di distribuzione nella cui realizzazione va seguito scrupolosamente il progetto esecutivo al fine di non creare scompensi nella circolazione .
1 Profili a C 2 Pannello intero 625 x 2000x 25 mm 3 MidiX 10 x 1,3 mm allinterno del pannello 4 Pannello isolante 5 Raccordo a T 20/10/20
2 3 1

6 Profilo a U 7 MidiX 20 x 2 mm Linea di distribuzione con guaina 8 Guide


4

7 6 5

Ingombro minimo: 102 mm + spessore isolante

1 Profili a U 2 Tappo 3 Guaina 4 Raccordi 20/8/20 5 Tubo MidiX 20 x 2 mm 6 Gomiti 7 Tubo MidiX 8 x 1,1 mm 8 orditura primaria 9 orditura secondaria 10 Pannello intero 1250 x 2000 x 12,5 mm
10 9 8 5 4 7 2 6 3 1

14 cm

verifiche preliminari generali del cantiere (tratto da UNI EN 1264-4)


Pareti e soffitti devono essere strutturalmente in grado di sopportare il sistema . Tolleranze e livelli devono essere conformi alle norme europee e nazionali . Tutto limpianto elettrico, condotti o tubazioni di servizio deveno essere installati e testati prima dellinizio dei lavori . Se esistono giunti strutturali, nelle pareti o soffitti, bisogna adottare apropriate e identificate misure e il lavoro svolto prima della posa dellimpianto a soffitto o parete . In tutti i casi porte esterne e finestre devono essere installate prima dellinizio dei lavori .
104

Realizzazione della struttura


La scelta della tipologia di struttura va fatta in funzione del tipo di intervento . possibile realizzare un controsoffitto o una controparete su qualsiasi tipo di supporto purch si sia individuata la corretta tecnica di posa . Limpianto a soffitto in cartongesso va realizzato installando i pannelli specifici sulla struttura metallica di supporto realizzata secondo le normali procedure seguite nelle operazioni di controsoffittatura in cartongesso . Le caratteristiche della struttura metallica atta a realizzare la controsoffittatura ribassata, deve essere tale da consentire linstallazione dei pannelli in cartongesso riscaldanti/raffrescanti, i quali hanno punti di foratura e fissaggio predisposti . Per questo motivo allorditura metallica primaria, fissata al soffitto con vari tipi di aggancio, deve essere ancorata lorditura metallica secondaria in modo tale che i profili metallici si trovino a una distanza atta a consentire il fissaggio dei pannelli riscaldanti/raffrescanti . I punti di foratura e fissaggio dei pannelli sono gi predisposti, e pertanto lorditura secondaria deve rispettare le distanze previste per il posizionamento dei pannelli (distanza pari a 500 mm per i pannelli lisci, 330 mm o multipli per i pannelli forati) . Ad esempio, nello schema sotto riportato (tratto dalla documentazione Knauf) le distanze b dellorditura secondaria devono avere distanza pari a 500 mm e/o 330 mm . Si ricorda inoltre che le distanze a dei punti di ancoraggio al soffitto e c di interasse dellorditura primaria devono essere tali da reggere il totale dei pesi che andranno a gravare sul controsoffitto (materiali isolanti, lampade, tubazioni di servizio agli impianti, ecc) .

Realizzazione delle Linee e collegamento dei pannelli a soffitto


Il montaggio dei pannelli va preceduto dalla posa delle linee di distribuzione; esse vengono realizzate con tubazione MidiX 20x2 mm agganciata al soffitto con profili ad U fissati ad una distanza massima tra di loro di 1 m . La posa della tubazione 20x2 mm deve avvenire in modo che il tratto a 3 tubi, nel quale avviene linnesto dei pannelli riscaldanti/raffreddanti, sia realizzato in corrispondenza delle porzioni neutre coperte da pannelli di tamponamento e a una distanza dal pannello pi lontano inferiore a 5 m (trattasi della lunghezza massima delle adduzioni con tubo 8x1,1 mm di ciascun pannello) .
105

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

sensore di umidit

L < L max . 5 m

La porzione di linea in cui si ha la disposizione a 3 tubi deve avere ampiezza sufficiente per consentire di installare i raccordi a T 20/8/20 di collegamento ai pannelli, cio di realizzare il collettore di raccordo (necessari 2T per ogni pannello intero; 1T per ogni pannello ridotto nel caso il numero di pannelli ridotti sia pari) . Il numero massimo di pannelli riscaldanti/raffrescanti interi alimentabili da ciascuna linea pari a 5 . Nel caso di locali ampi coperti da un numero maggiore di pannelli si dovranno avere pi linee di distribuzione, avendo cura per ciascuna linea di garantire i requisiti sopra indicati . La posa del tubo da 20x2 mm avviene usando quando indispensabili gli appositi giunti a gomito per i collegamenti presso le curve a 90 . In corrispondenza della zona a 3 tubi, si deve aver cura di inserire gli appositi tappi a fine tubazione . Il tubo da 20x2 mm deve essere inguainato per evitare sprechi di energia . Il collegamento delle linee di distribuzione al collettore avviene come per gli anelli dellimpianto a pavimento . Una linea di distribuzione si pu considerare un anello . La posa dei pannelli riscaldanti/raffreddanti deve avvenire a partire da un angolo della stanza secondo il disegno esecutivo fornito dal progettista . Normalmente per locali stretti e lunghi risulta pi comodo posare i pannelli in modo che la loro lunghezza coincida con il lato lungo del locale . La posa deve essere sfalsata di 50 cm per i pannelli lisci, mentre deve essere esattamente parallela per i pannelli forati . Si procede con linnesto della tubazione di adduzione MidiX 8x1,1 mm di ciascun pannello ai raccordi a T 20/8/20 presenti nel tratto a 3 tubi della linea di distribuzione precedentemente installata . Si deve aver cura in questa fase di inserire la sonda anti-condensa nel pannello e nel punto previsto da progetto, secondo le indicazioni sotto riportate . Laggancio alla struttura metallica avviene attraverso le apposite viti autoperforanti . di particolare importanza la distanza tra una vite e laltra ca ogni 20 cm .
sensore di umidit sensore di umidit

106

Pannello liscio

Pannello forato

I pannelli riscaldanti/raffrescanti di dimensione ridotta devono essere collegati in parallelo a coppie con lapposito raccordo T 8/8/8 . Se i pannelli di dimensioni ridotta previsti dal progettista sono in numero dispari, lultimo pannello deve essere collegato in parallelo con T 8/8/8 a 23 m di tubazione MidiX 8x1,1 mm da alloggiare sopra il pannello stesso prima di realizzare linnesto con la tubazione 20x2 mm di ritorno al collettore . In entrambi i casi il tratto di collegamento tra i T 8/8/8 e i T 20/8/20 deve essere fatto con tubazione MidiX 8x1,1 mm avente lunghezza pari a 5 m . Laddove previsto va alloggiata la fibra di vetro prima dellaggancio dei pannelli . Nel perimetro del locale deve essere previsto un apposito giunto che contenga le dilatazioni durante le fasi di riscaldamento e raffrescamento; fughe di dilatazione e interruzioni dellorditura metallica devono essere realizzate per il raffrescamento per lunghezze superiori a 15 m o superfici maggiori di 100 m2, e per il riscaldamento per lunghezze maggiori di 7,5 m o superfici maggiori di 50 m2 .

Realizzazione delle Linee e collegamento dei pannelli a parete


Anche nel caso del sistema a parete il collegamento avviene sempre con la tecnica del ritorno inverso con tubazione MidiX 20x2 mm . Qualora il numero di pannelli alloggiabili in una parete lo consentisse, possibile collegare in serie due pannelli interi (e conseguentemente realizzare un collegamento seriale per gli altri pannelli in modo da avere anelli tutti da 30 m ca . di tubo MidiX 10 x 1,3 mm); in questo modo si favorisce il bilanciamento idraulico nel caso di parete in cartongesso di integrazione a un soffitto in cartongesso .

raccordi dritti 10/10

linea di distribuzione realizzata con tecnica del ritorno inverso con tubazione 20 x 2 mm

raccordi a T 20/10/20

Collaudo a pressione
Terminata la posa dellimpianto, e prima della posa delle parti non attive a completamento dellimpianto, si procede al caricamento e alla messa in pressione secondo le indicazioni riportate nella parte a pavimento .

Completamento
Dopo la prova a pressione possibile chiudere il soffitto/parete in tutte le sue parti e procedere con la stuccatura delle fughe con nastro microforato e la copertura delle teste delle viti . Trascorse 24 ore si pu procedere alla preparazione delle superfici per la pittura con un trattamento preliminare impregnante in modo da rendere uniforme il grado di assorbimento superficiale e rendere omogenea la colorazione ed evitare alterazioni nel tempo .

107

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Parete ecologica per residenziale


Verifica preliminare del cantiere
Le parti a parete di integrazione allimpianto a pavimento vanno realizzate sui muri grezzi rispettando le superfici previste dal progettista . Qualora sia prevista la posa del pannello celenit (semplice o con abbinato strato in polistirene espanso) la superficie deve essere perfettamente piana e deve avere sufficiente capacit portante . Nei casi di pareti curve, lintegrazione a parete viene realizzata senza pannello celenit . I passaggi di tubazioni elettriche devono essere opportunamente coperti in modo da garantire la superficie di base per la realizzazione della parte a parete . Lingombro del sistema a parete costituito da: 1 . ingombro del pannello celenit 2 . spessore dellintonaco di copertura della tubazione (3035 mm) 3 . spessore delleventuale rivestimento della parete

muro *

lastra celenit spess . variabile profilo a U DN 12 intonaci specifici adatti alla realizzazione di spessori di 30 mm Tubo 12x2 mm

2 mm di cartone catramato (da prevedere qualora il diagramma di Glaser lo richieda)

Posa dellimpianto a parete


Alla luce di quanto sopra espresso, il cantiere va verificato, assieme alla direzione lavori e alla direzione cantiere . La superficie disponibile per limpianto a parete deve coincidere con quanto previsto dalla relazione termotecnica del progettista . Essa deve essere piana e priva di avvallamenti e incrostazioni . Devono inoltre essere verificate la posizione e il corretto montaggio dei collettori dai quali partono gli anelli di servizio della parte a parete di integrazione allimpianto a pavimento; essi devono corrispondere a quanto previsto nel progetto esecutivo .

Posa del pannello celenit


Prima dellapplicazione si consiglia di condizionare i pannelli al clima ambiente aprendo le pile di pannelli e mantenendoli allambiente per qualche giorno . Al momento della posa i pannelli devono essere asciutti; si dispongono sfalsati accostati luno allaltro esercitando una leggera pressione . Lapplicazione viene fatta utilizzando 8 tasselli per mq che penetrano nel supporto per 50 mm nel caso di tasselli in plastica, per 30 mm nel caso di tasselli metallici . Quando necessario tagliare i pannelli con una sega a mano o con una sega circolare e completare la pannellatura della super-

108

ficie necessaria . I pannelli si possono alternativamente fissare con malta di cemento e sabbia o con collanti per il cartongesso . Le malte vengono applicate sul pannello in strisce trasversali parallele al lato breve, distanziate di 30-50 cm o per punti (15 per m2) . Il pannello viene quindi applicato alla muratura con leggera pressione e, se necessario, fissato con 4 chiodi agli angoli nella prima fase di presa .Il celenit deve essere posato prima dellapplicazione delle tubazioni da parte dellimpresa edile .

Posa degli elementi di fissaggio


Al pannello celenit vengono fissati i profili a U per laggancio della tubazione . Devono essere posizionati in quantit e in modo da garantire la posa della tubazione secondo progetto .

Posa del tubo


La posa del tubo dovr rispettare il progetto sia come pa si (distanze fra i tubi) sia come tipo di posa e lunghezza degli anelli . Il tubo viene allacciato alla relativa valvola sul collettore di mandata con lausilio del raccordo e, dopo averlo svolto nel senso inverso allarrotolamento, lo si posa incastrandolo nei profili a U di aggancio della tubazione . Laddove esiste una curvatura essa deve essere fatta rispettando raggio non inferiore al valore minimo pari a 6 volte il diametro . Si proseguir con una posa verificando il passo previsto e rispettando le indicazioni riportate sul progetto esecutivo sino al completamento dellanello interessato . La posa di ciascun anello deve avvenire senza giunzioni; qualora, causa incidenti subiti dallimpianto finito, venissero fatti giunti meccanici, questi devono essere localizzati e riportati sul disegno esecutivo avuto dal progettista .
Tipologia di posa
POSA VERTICALE POSA ORRIZONTALE

Diametro minimo di curvatura = 15 cm

con passo inferiore a 15 cm

con passo maggiore a 15 cm

con passo inferiore a 15 cm

con passo maggiore a 15 cm

Giunto di dilatazione
La superficie dedicata allimpianto a parete dovr essere delimitata da un giunto di dilatazione che dovr essere ripreso a intonaco finito .

Collaudo a pressione
Terminata la posa dellimpianto completa anche della parte a pavimento, si procede al caricamento e alla messa a pressione secondo le indicazioni riportate anche nella parte a pavimento .

Modalit desecuzione dellintonaco di copertura


Una volta messo in pressione limpianto, sar cura dellimpresa di costruzioni realizzare lintonaco di copertura . Esso dovr essere realizzato in modo da garantire 3035 mm di spessore totale . Aiuta a garantire il risultato finale la presenza di una rete per intonaco .

Parete finita con intonaco dargilla 109

PROGETTAZIONE

GLI IMPIANTI RADIANTI

Bibliografia
[1] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Condizioni preliminari strutturali generali, paragrafo 4 .1, ottobre 2003; [2] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Base di supporto, paragrafo 4 .2 .1, ottobre 2003; [3] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Strati di isolamento, striscia di isolamento perimetrale, paragrafo 4 .2 .2, ottobre 2003; [4] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Strato di protezione, paragrafo 4 .2 .3, ottobre 2003; [5] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Installazione delle tubazioni, paragrafo 4 .2 .6, ottobre 2003; [6] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Strati di supporto, paragrafo 4 .2 .8, ottobre 2003; [7] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Prova di tenuta, paragrafo 4 .3, ottobre 2003; [8] M.Collepardi, "Imbarcamento e fessurazione - parte I", Realt Mapei n43; [9] M.Collepardi, "Imbarcamento e fessurazione - parte II", Realt Mapei n44; [10] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Avviamento iniziale del riscaldamento, paragrafo 4 .4, ottobre 2003; [11] UNI EN 1264-4, "Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti - Installazione", Rivestimenti per pavimentazioni, paragrafo 4 .5, ottobre 2003; [12] AA.VV., "Manuale per la posa di pavimenti in legno", FEdERLEGNO - ARREdO. [13] Rapporto "SAIENERGIA 09", SAIENERGIA CRESME RICERCHE, Ottobre 2009 [14] Rapporto "energia e ambiente 2008 analisi e scenari", ENEA, Settembre 2009 [15] Manuale di Posa, "CORTEXA", Consorzio produttori del cappotto di qualit [16] "Manuale di acustica", a cura di R. Spagnolo, UTET, 2001 [17] "Il controllo del rumore negli ambienti civili e industriali", A. Briganti, Tecniche Nuove [18] "Manuale di acustica", S. Mammi e M. Borghi, Tep, 2009 [19] www.inquinamentoacustico.it

110

CASE E VILLE

EDIFICI PLURIFAMILIARI

RISTRUTTURAZIONI

SOLUZIONI SPECIALI

UFFICI E TERZIARIO

EDIFICI INDUSTRIALI

APPLICAZIONI

DEUMIDIFICATORI E DEU-CLIMATIZZATORI ECOCLIMA


Eurotherm propone una nuova linea di unit di deumidificazione per ambienti interni civili, caratterizzata dallassenza del compressore. Lelevata capacit di deumidificazione viene ottenuta con specifici passaggi dellaria nella macchina. deumidificatore da controsoffitto ecoclima D deu-climatizzatore da controsoffitto ecoclima DC deu-climatizzatore con modulo ricambio aria da controsoffitto ecoclima DCA Sulla versione con ricambio daria integrato il recuperatore di calore con efficienza dell80% e con portata di 80 m3/h.
[SENZA COMPRESSORE]

EUROTOP

pag. 128

EUROSUPER

pag. 136

SISTEMA A PAVIMENTO: IL TOP NELLISOLAZIONE TERMICA ED ACUSTICA


Isolante Spessori Acustica
UNI EN 12354-2

SISTEMA A PAVIMENTO: SOLUZIONE ENERGETICA IDEALE CON LASTRA IN POLIURETANO


Isolante poliuretano 0,024 W/mK 23*| 33 | 46 | 55 mm

poliuretano + gomma/sughero 21+3 mm DLw 27dB B*=140 kg/m DLw 24dB B*=80 kg/m
2 2

lD poliuretano 0,024 W/mK

lD poliuretano
Spessori

Acustica*
UNI EN 12354-2

DLw 23dB B*=140 kg/m DLw 20dB B*=80 kg/m


2

Tubo

18x2 | 20x2 mm

Tubo

18x2 | 20x2 mm

ARIA VIZIATA ALLESTERNO

ECOPLUS
ARIA PURA ALLINTERNO

pag. 120

EUROCOMPACT

pag. 280

ARIA FRESCA DALLESTERNO

SISTEMA A PAVIMENTO: LAVANGUARDIA DELLECOLOGIA A BASE DI FIBRA DI LEGNO


Isolante lD fibra di legno Spessori Acustica
UNI EN 12354-2

SISTEMA A SOFFITTO: FLESSIBILIT ED ESTETICA NELLA SOLUZIONE RADIANTE A SOFFITTO


Isolante lD Spessori polistirene espanso 0,034 W/mK 15 + 27 mm 8x1,1 mm

ARIA VIZIATA DALLINTERNO

fibra di legno 0,038 W/mK 25 | 35 mm DLw 31dB B*=140 kg/m DLw 27dB B*=80 kg/m
2 2

Tubo

112

Tubo

18x2 mm

pag. 289

EUROPLUS-SILENTIUM

pag. 152

EUROPLUS-LAMBDA

pag. 144

SISTEMA A PAVIMENTO: IMBATTIBILE CONTRO IL RUMORE DA CALPESTIO


Isolante lD Spessori Acustica
UNI EN ISO 140-6 UNI EN ISO 717-2

SISTEMA A PAVIMENTO: RENDIMENTO ELEVATO GRAZIE ALLINNOVAZIONE DELLA GRAFITE


Isolante lD Spessori Tubo EPS sinterizzato con grafite 0,030 W/mK 24 | 39 | 47 | 62 | 80 | 100 mm 18x2 | 20x2 mm

RAFFRESCAMENTO E RISCALDAMENTO: COLLETTORE ELITE BLACK-LINE

EPS (grafite) accoppiato a guaina in fibra di gomma 0,030 W/mK 32 mm DLw 37dB; Ln,w 55dB 18x2 | 20x2 mm

pag. 288

Tubo

COLLETTORE ELITE GOLD-LINE 1 1/4

pag. 296

EUROPLUS-FLEX

pag. 160

EUROFLEX RIVESTITO

pag. 168

SISTEMA A PAVIMENTO: OTTIMO RAPPORTO QUALIT-PREZZO


Isolante lD Spess. mm Tubo polistirene espanso 0,034 W/mK 27 | 44 | 60 | 74 18x2 | 20x2 mm

SISTEMA A PAVIMENTO: LA SOLUZIONE RADIANTE TRADIZIONALE


Isolante lD Spessori polistirene espanso 0,034 W/mK 20/48|30/58mm int. 5 cm 37/65|46/74 mm int. 5 cm 20/50|30/60mm int. 7,5 cm Tubo 18x2 | 20x2 mm

REG. CLIMATICA: COMPAMAT R/TOP

113

APPLICAZIONI

ECOEN AWX-H: Pompa di calore reversibile ad alta efficienza ottimizzata per il funzionamento in riscaldamento con scambiatore a piastre in contro-corrente nella fase di riscaldamento (+7%), batteria alettata con passo ampio e desurriscaldatore nei tubi alla base dello scambiatore a pacco alettato per ridurre i cicli antigelo. Questa linea di pompa di calore funziona, in modalit riscaldamento, con temperatura dellaria esterna da -15C a + 30C, producendo acqua calda fino a 55C ed in modalit raffreddamento con temperature dellaria da -10 a +45C. ECOEN AWP-H: Pompa di calore reversibile
ottimizzata per il raffrescamento. Gli scambiatori a pacco alettato utilizzano tubi in rame da 8 mm che permettono un migliore scambio termico e il funzionamento silenzioso dei ventilatori. Il loro generoso dimensionamento garantisce la produzione di acqua refrigerata anche con temperature dellaria esterna di 51C e, in modalit riscaldamento, con temperature dellaria esterna da -10C a + 20C, producendo acqua calda fino a 53C

EUROMAX10

pag. 190

EUROSLIM

pag. 202

SISTEMA A PAVIMENTO: MINIMO SPESSORE E MASSIMA RESISTENZA AL CARICO


Isolante lD Spessori isolante Tubo Spess. totale con massetto liquido poliuretano 0,024 W/mK 20 | 30 mm 8x1,1 mm 15 mm + isolante

SISTEMA A PAVIMENTO: SVILUPPATO PER LE RISTRUTTURAZIONI ED IDEALE PER LA POSA A SECCO


Isolante lD Spessori Tubo polistirene espanso 0,033 W/mK 25 mm 14x2 mm

ECOEN AWP-C: Chiller sviluppato per la produzione di acqua refrigerata. Gli scambiatori a pacco alettato utilizzano tubi in rame da 8 mm che permettono un migliore scambio termico e il funzionamento silenzioso dei ventilatori. Il loro generoso dimensionamento garantisce la produzione di acqua refrigerata anche con temperature dellaria esterna di 51C
Tutte le macchine sono dotate di una ampia serie di accessori per adeguarle alla specifica situazione e accentuarne le caratteristiche migliori.

EUROFLEX R
SISTEMA A PAVIMENTO: SOLUZIONE IDEALE PER MASSETTI AUTOLIVELLANTI
Isolante lD Spessori Tubo polistirene espanso 0,035 W/mK 10/30 18x2 mm

pag. 182

EUROCLIMAX PARETE

pag. 256

SISTEMA A PARETE: RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO INVISIBILE A PARETE


Isolante l, lD Spessori Tubo fibra di vetro, EPS | XPS 0,036 W/mK, 0,034 W/mK 25 mm 10x1,3 mm

TUBAZIONE MidiX
SUPERIORIT CERTIFICATA
Eurotherm orgogliosa di presentare MidiX, la nuova tubazione per sistemi radianti ad elevata efficienza realizzata in materiale di ultima generazione PE-RT di tipo II a 5 strati con barriera allossigeno centrale. Nettamente superiore per resistenza meccanica alle tubazioni di vecchia generazione, il MidiX applicabile in molteplici campi perch soddisfa i requisiti delle classi 1, 2, 3, 4 e 5 secondo UNI EN ISO 10508. adatto anche per applicazioni nel settore sanitario e per impianti funzionanti ad alta temperatura (Classe 5). Il MidiX rappresenta unevoluzione del MIDI Composite, tubazione largamente impiegata nel settore del riscaldamento e raffrescamento radiante per le sue elevate prestazioni. Grazie allutilizzo del PE-RT tipo II, nelle applicazioni a bassa temperatura (classe 4) il nuovo tubo resiste a tensioni il 14% pi elevate rispetto al PE-RT tipo I. A garanzia della sua comprovata superiorit tecnica, la prima tubazione in corso di certificazione a livello internazionale con marcatura CE per sistema completo di raccordi.

EUROSPORT

pag. 252

ECOWALL

pag. 264

SISTEMA A PAVIMENTO: COMFORT RADIANTE IN PALESTRE E SALE DA BALLO


Isolante l Tubo poliuretano, fibra di vetro 0,024 W/mK, 0,036 W/mK 25x2,3 mm

SISTEMA A PARETE: LAVANGUARDIA DELLECOLOGIA A PARETE


Isolante l Spessori Tubo celenit 0,058 W/mK 20 mm 12x2 mm

EUROMAX20

pag. 190

EUROPLAN

pag. 248

SISTEMA A PAVIMENTO: MINIMO SPESSORE E MASSIMA RESISTENZA AL CARICO


Isolante lD Spessori Tubo Spess. totale con massetto liquido poliuretano 0,024 W/mK 20 | 30 mm 12x2 mm 25 mm + isolante

SISTEMA A PAVIMENTO/PEDANE: LA SOLUZIONE A PEDANE BREVETTATA PER I LUOGHI DI CULTO

APPLICAZIONI

pag. 315

REGOLAZIONE A PUNTO FISSO: COMMAND DUO S

EUROCLIMAX-SOFFITTO

270

MODULO RADIANTE

pag. 242

pag. 310

SISTEMA A SOFFITTO: PRESTAZIONI FONOASSORBENTI ABBINATE AD UNA LINEA ESTETICA


Isolante l Spessori Tubo fibra di vetro 0,036 W/mK 12,5 + 12,5 mm 8x1,1 mm

SISTEMA A PAVIMENTO: MASSIMA FLESSIBILIT DI UNA SOLUZIONE MODULARE PER PAVIMENTI SOPRAELEVATI
Isolante l Tubo fibra di vetro 0,036 W/mK 10x1,3 mm

REGOLAZIONE CLIMATICA: COMMAND DUO ESTATE/INVERNO

pag. 303

REGOLAZIONE CLIMATICA: MINI COMPAMAT

EUROPLUS-FLEX

pag. 160

EUROFLEX RIVESTITO

pag. 168

SISTEMA A PAVIMENTO: OTTIMO RAPPORTO QUALIT PREZZO


Isolante lD Spessori Tubo polistirene espanso 0,034 W/mK 27 | 44 | 60 | 74 mm 18x2 | 20x2 mm

SISTEMA A PAVIMENTO: LA SOLUZIONE RADIANTE TRADIZIONALE


Isolante lD Spessori polistirene espanso 0,034 W/mK 20/48 | 30/58mm int. 5 cm 37/65 | 46/74 mm int. 5 cm 20/50 | 30/60mm int. 7,5 cm Tubo 18x2 | 20x2 mm

116

pag. 291

EUROINDUSTRY

pag. 228

EURORETE

pag. 220

SISTEMA A PAVIMENTO: OTTIME PRESTAZIONI TERMICHE GRAZIE AL TUBO SOSPESO


Isolante lD Spessori Tubo mm EPS | XPS 0,034 W/mK 20 | 30 | 40 mm 20x2 | 25x2,3

SISTEMA A PAVIMENTO: FLESSIBILIT NELLA SCELTA DELLISOLANTE


Isolante lD Spessori Tubo EPS | XPS 0,034 W/mK 20 | 30 | 40 mm 18x2 | 20x2 mm

COLLETTORE INDUSTRIALE 11/2 | 2

pag. 321

REGOLAZIONE A PUNTO FISSO: PUNTO FISSO VERTICALE

EUROFLEX NON RIV.

pag. 214

EUROBARRA

pag. 236

SISTEMA A PAVIMENTO: LA SOLUZIONE RADIANTE TRADIZIONALE, PRATICA ED ECONOMICA


Isolante lD Spessori Tubo polistirene espanso 0,034 W/mK 20/50|30/60mm, int. 7,5 cm 18x2 | 20x2 mm

SISTEMA A PARETE: SISTEMA SEMPLICE ED ECONOMICO DEDICATO ALLE GRANDI SUPERFICI


Isolante lD Spessori Tubo mm EPS | XPS 0,034 W/mK 20 | 30 | 40 mm 20x2 | 25x2,3
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APPLICAZIONI

118

SISTEMI A PAVIMENTO Sistema ecoplus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 Sistema eurotop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128 Sistema eurosuper . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136 Sistema europlus-lambda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144 Sistema europlus-silentium . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152 Sistema europlus-flex . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160 Sistema euroflex rivestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168 Sistema euroflex R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182 Sistema euromax . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 Sistema euroslim . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 202 Sistema euroflex non rivestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214 Sistema eurorete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220 Sistema euroindustry . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228 Sistema eurobarra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236 Sistema modulo radiante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242 Sistema europlan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248 Sistema eurosport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 252

SISTEMI A PARETE Sistema euroclimax parete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 256 Sistema ecowall . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 264

SISTEMI A SOFFITTO Sistema euroclimax soffitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270 Sistema eurocompact . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 280

119

SISTEMI A PAVIMENTO

SCHEDA TECNICA
sistema:

ecoplus

min. 88 mm 45 mm 18 mm 25|35 mm

Isolante fibra di legno lD fibra di legno 0,038 W/mK Spessori Acustica


UNI EN 12354-2

LA NATuRA IN cASA TuA


Il sistema ecoplus composto, nel suo pacchetto isolante, da materiali completamente ecologici . Il legno lunico elemento usato per la produzione dei pannelli isolanti ecoplus, grazie al quale riportano un buon isolamento termico . La lastra di supporto per le clips segue gli stessi procedimenti costruttivi della lastra ecoplus, ma con densit mag-giore, e messi insieme portano ad una attenuazione del rumore da calpestio calcolata secondo UNI EN 12354-2 pari a ca . 31 dB .

25 | 35 mm DLw 31dB B*=140 kg/m DLw 27dB B*=80 kg/m


2

Tubo Interassi cm

18x2 mm 10 | 15 | 20

Il sistema composto da:


Pacchetto isolante ecoplus costituito di pannello isolante in fibra di legno, privo di collanti sintetici, con conducibilit termica dichiarata lD pari a 0,038 W/mK (UNI EN 13171, UNI EN 12667), e con comprimibilit CP2 (UNI EN 12431) protetto dallumidit superiormente e inferiormente da fogli in carta oleata (=1450); il pacchetto fornito con lastra in fibre di legno con densit superiore a 900 Kg/m3 e spessore 4 mm di supporto allaggancio delle clips di ancoraggio della tubazione, dalla conducibilit termica pari a 0,12 W/mK (ON B 6015 T1); rigidit dinamica apparente determinata sperimentalmente da laboratorio qualificato in base alla UNI EN 29052-1 pari a st 13 MN/m3, rigidit dinamica totale st inferiore a 19 MN/m3 e capacit di abbattimento dei rumori di calpestio calcolato pari a ca . 31 dB (UNI EN 12354-2, B*=140 kg/m2); la lastra di supporto preforata con fori di distanza tale da consentire la posa della tubazione con il passo corretto e risultante dalla progettazione; passi di posa multipli di 5 cm; resistenza termica dichiarata: spessore 21+4 mm (20+4 mm in opera); resistenza termica: 0,55 m2K/W; spessore 31+4 mm (30+4 mm in opera); resistenza termica: 0,80 m2K/W; Pannello isolante in sughero, naturale compresso con conducibilit pari a 0,043 W/mK (DIN 52612, DIN18161) e resistenza alla compressione al 10 % di deformazione pari a 220 KPa; Reazione al fuoco: Classe 2 (DM 26/06/84) spessore: 20 mm; 30 mm; Tubazione in polietilene ottene copolimerico PEOc o PE-RT del tipo MidiX (DIN 16833 / ISO 24033 / ISO 22391) con barriera ossigeno nello spessore del tubo e permeabilit allossigeno inferiore a 3,6 mg/ m2 al giorno con temperatura 80C, e 0,32 mg/m2 al giorno con temperatura 40C (ISO 17455 e UNI EN 1264-4:2009), caratteristiche di resistenza meccanica che lo rendono appartenente alla classe 1, classe 2, classe 3, classe 4 e classe 5 secondo la ISO 10508 con pressione di esercizio superiore a 6 bar e vita prevista superiore ai 50 anni; diametro 18 mm e spessore da 2 mm (UNI EN 1264-4); posabile a freddo; fornito in rotoli dopportuno metraggio, stoccati in modo che la tubazione sia protetta dalla radiazione solare; sulla tubazione sono riportate le caratteristiche meccaniche e i metri di svolgimento del rotolo; clips di ancoraggio della tubazione in poliammide tipo ecoplus; sistema brevettato di ancoraggio del tubo allisolante; Fermalastra in poliamide tipo ecoplus per lunione delle lastre in fibra di legno forate; Striscia perimetrale in cartone ondulato e cerato; spess . pari a 5 mm; altezza pari a 140/190 mm a tutta altezza; Giunti di dilatazione in cartone ondulato e cerato con altezza 100/140 mm e spessore 10 mm; Guaina isolante in polietilene espanso dello spessore di 4 mm; Additivo superfluidificante europlast da aggiungere allimpasto sabbia e cemento del massetto tradizionale in modo da rendere pi fluido limpasto senza eccessi dacqua e ridurre la percentuale daria presente; classificato non pericoloso secondo Direttiva 99/45/CE e marchiato CE secondo EN 934-2;

Per massetti molto liquidi (classe di consistenza>S3) inserire un foglio di polietilene da 0,1 mm (art . 30117) sotto la tubazione . Si raccomanda che ogni operazione successiva alla posa del sistema ecoplus avvenga evitando il contatto del pannello isolante con acqua .

Prodotto provato dallIstituto Giordano secondo EN 29052

120

articolo art . 80100 art . 80102 art . 10049 art . 10050 art . 20318 art . 20021 art . 80315 art . 80314 art . 80330-c14 art . 80330-c19 art . 30105-c10 art . 30105-c14 art . 30107 art . 30104

descrizione lastra isolante ecoplus | 24/25 mm lastra isolante ecoplus | 33/35 mm lastra isolante in sughero | 20 mm lastra isolante in sughero | 30 mm tubo MidiX | 18 x 2 tubo PE-Xa b .oss . | 18 x 2 fermalastra ecoplus clips ecoplus

R m2K/W 0,55 0,80

sistema ecoplus
Ai componenti del sistema ecoplus riportati nella tabella a fianco vanno aggiunti i collettori di distribuzione, le cassette, e la regolazione pi adatta alle esigenze . Per utilizzare limpianto in raffrescamento occorre prevedere ulteriori componenti per il trattamento dellaria .
SISTEMI A PAVIMENTO

striscia perimetrale ecoplus in cartone cerato - H 14 cm striscia perimetrale ecoplus in cartone cerato - H 19 cm giunto ecologico ecoplus in cartone cerato - H 10 cm giunto ecologico ecoplus in cartone cerato - H 14 cm additivo europlast guaina isolante rete elettrosaldata zinc . maglia: 5 x 5 cm - antiritiro massetto filo da 2 mm fibra polimerica antifessurazione (dos . cons . 2 kg/m3) foglia in PE da 0,1 mm

art . 30027

art . 32038 art . 30117

La resa del sistema


q = 99.474 q = 99.938 q = 99.335
Temperatura C

Il sistema del tipo A come definito dalla UNI EN 1264-1 . La resa pertanto calcolabile secondo UNI EN 1264-2 . Il sistema Ecoplus ha anche resa determinata mediante simulazioni numeriche alle differenze finite secondo EN 15377 dal Dipartimento di Fisica Tecnica dellUniversit di Padova . Distribuzione delle isoterme nel caso di sistema

ceramica

parquet

ecoplus 25, passo 10 cm e temperatura sotto-

q = 4.9151

legno

stante 20 C .
q = 9.6536
W/m2

q = 6.6029

121

SCHEDA TECNICA
sistema:

ecoplus
Normative
DIN 4102, 4108, 4726, 16833, 52210-3 uNI EN 1264, 13171, 13501-1, 1264 ISO 868, 1183, 10508, 10456, 22391, 24033, 17455 N B 601ST, B3800
Nota: i marchi riportati sono riferiti al pannello ecoplus e non al sistema

pannello ecoplus
*q la potenza specifica resa e qu la potenza specifica persa per: rivestimento con resistenza termica 0,035m2K/W (pavimento misto ceramica/parquet); solaio con resistenza termica 0,37m2K/W; rasatura impianti con 8cm di materiale avente conducibilit termica 0,15W/mK; ambiente sottostante garage aperto a 10C

secondo UNI EN 13171


caratteristiche tecniche norma

conducibilit termica dichiarata lD resistenza termica dichiarata (ecoplus 24) RD resistenza termica dichiarata (ecoplus 33) RD prestazione del sistema ecoplus 25* prestazione del sistema ecoplus 35*

0,038 W/m . K 0,55 m2K/W 0,80 m2K/W q=60 W/m2; qu=13,1 W/m2 q=60 W/m ; qu=11,4 W/m
2 2 2 2

UNI EN 12939 UNI EN 12939 UNI EN 12939 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 UNI EN 1264-2:2009 11925-2 UNI EN 13171

prestazione del sistema ecoplus 25 + 40 sughero* q=60 W/m2; qu=8,1 W/m2 prestazione del sistema ecoplus 35 + 40 sughero* q=60 W/m ; qu=7,5 W/m reazione al fuoco trasmissione del vapor dacqua comprimibilit codice di designazione secondo marchio CE tclasse E 5 CP2 prestazione del sistema ecoplus 35 + 60 sughero* q=60 W/m2; qu=6,4 W/m2

WF-EN 13171-T6-SD40-CP2-MUS-AF100

lastra di supporto conducibilit termica resistenza termica reazione al fuoco


Spessori conformi alla uNI EN 1264:2009

0,12 W/mK 0,025 m K/W


2

ON B 6015 TI ON B 3800

B2

sistema ecoplus rigidit dinamica apparente Ecoplus 24 indice di valutazione dellattenuazione del livello di pressione sonoro a partire da s=19 MN/m3 rigidit dinamica che tiene conto del contributo dato dalla presenza daria tra le fibre del pannello st=13 MN/m3 DLw=27 dB B= 80 kg/m2 DLw=31 dB B= 140 kg/m2 UNI EN 29062-1 UNI EN 12354-2 UNI EN 12354-2

Caso I 35 mm Caso II e III 25 mm + 40 mm sughero Caso IV temp . esterna 0C 25 mm + 40 mm sughero Caso IV -5 temp . esterna < 0C 35 mm + 40 mm sughero Caso IV -15 temp . esterna < -5C 35 mm + 60 mm sughero

pannello sughero compresso conducibilit termica reazione al fuoco resistenza alla compressione

secondo UNI EN 13170 0,043 W/m . K M2 220 kPa

lastra di supporto carta oleata pannello ecoplus


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carta oleata

pavimento striscia perimetrale in cartone cerato tubo clip

massetto

45 mm 18 mm 25 | 35 mm min . 88 mm

pannello isolante ecoplus

foglio in PE (nel caso al di sotto ci sia: terreno, locale freddo o esterno) foglio in PE con spessore 0,1 mm in caso di applicazione di massetti con classe di consistenza superiore a S3

solaio

tubo MidiX conforme a ISO 22391 e UNI EN 1264-4:2009


dati fisici di costruzione norme

polietilene dimensioni de/di densit barriera ossigeno in EVOH conducibilit termica a 60C dilatazione del tubo a 50 C (DT = 30K) dilatazione del tubo a 90 C (DT = 70K) carico di rottura allungamento alla rottura modulo elastico resistenza alla temperatura temperatura massima di esercizio durezza shore pressione ma