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EvolutionBook Srl


LAutore


Luigi Boccia, classe 73', autore dei romanzi Paura.
(Opinioni Ed, 1993) e Confessionale Nero (Ed Il Calamaio,
1996). Si cimentato con il cinema in qualit di
sceneggiatore e di regista regia con il cortometraggio La
Basilica. Ha scritto monologhi per il teatro (Novilunio, Mater
Dolorosa), poesie e canzoni.
Nel 2000 entra a far parte del movimento "Neo-Noir"
coordinato da Fabio Giovannini. E' stato caporedattore del
mensile Altroquando, ed attualmente lavora come
giornalista in un quotidiano. Canta in un gruppo rock, i
NeraNeve.
Luigi Boccia - Gli adoratori del vento

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Non bisogna chiedersi perche
luomo compie delitti.
ma perche ne compie cosi pochi.
IL EASCINO DEL MALE



Oscar e un bianco.
Ma a guardarlo adesso si potrebbe cadere nel tranello di
pensare ad un colore diverso della sua pelle. poiche ha
minuziosamente unguettato Iaccia. collo. braccia. polsi e mani
con una sostanza di colore nero. Siede immobile sul divano. di
Ironte a me. le labbra serrate in quel riIlessivo silenzio. Ha in
mano la mia pistola. Gliel`ho consegnata io quando sono
entrato per dimostrargli che poteva Iidarsi. Con uno sguardo
alla Iinestra. Oscar Iulmina i mormorii e le voci che giungono
dal giardino. poi mi chiede: 'Quanti sono?
'Due.
'Tiratori?
'Quali tiratori. Oscar. Sono soltanto ragazzi.
Ea` una smorIia. Gli trema il labbro inIeriore.
'Non devi preoccuparti. Ho dato ordini precisi. non Iaranno
niente. tento di rassicurarlo. pur rendendomi conto che e
impossibile. 'Anche se non vuoi Iidarti della mia parola...
Indico la pistola. Cerco di apparire perIettamente lucido e
tranquillo ai suoi occhi. ma sono tutta una corda che vibra
dentro. i miei nervi Iremono. Non riesco a togliermi dal
cervello nemmeno per un attimo l`immagine di tutti quei corpi
straziati che circondano la casa. che ci circondano... li Iuori.
aIIioranti in quel buio assurdo. in quella silenziosita incon-
cepibile.
'Cos`e quella roba che ti sei spalmato addosso. Oscar?
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'Lucido per scarpe. Serve a tenerle lontane. mi risponde.
'E` lodore. Non lo sopportano.
'A tenere lontano chi?
Ha lo sguardo basso sulla pistola. che tiene puntata contro il
pavimento in modo svogliato. Solleva la testa per guardarmi.
Un angolo della bocca ha un Iremito nervoso. 'E` una lunga
storia. Davide. Allunga il braccio e mi restituisce l`arma.
'Non ne ho bisogno.



Tutti. dottori e insegnanti di sostegno compresi. deIinivano
Elio un bambino tranquillo. e lui non aveva mai dato prova.
Iino a quel momento. che si sbagliassero. Certo. la parola
tranquillo naturalmente andava inglobata nei limiti di quella
che era la malattia di Elio. Un bambino down non potra mai
essere considerato tranquillo come un qualsiasi altro bambino
normale.
Dolcissimo. tranquillo e dotato di una vivace intelligenza.
Questo era stato il giudizio della signorina Sandra sulla sua
ultima pagella. aggiungendo a voce il giorno in cui l`aveva
consegnata ad Oscar. che la simpatia di suo Iiglio era
contagiosa; non c`era alunno in quella scuola che non venisse a
trovarlo. anche solo per un saluto. Elio e la quintessenza della
voglia di vivere. Spesso ho proprio problemi di gestione di
tempo. perche tutti vogliono parlare con lui`. gli aveva Iatto
sapere con quell`aIIabile sorriso. Lo adorano. e lui adora
loro`.
Elio e la quintessenza della voglia di vivere.
E allora perche sono due settimane che te ne stai in silenzio
a fissare fuori da quella finestra? si chiede adesso Oscar.
osservandolo. Non sembrava nemmeno essersi accorto della
sua presenza. Non si era voltato per guardarlo. non l`aveva
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salutato. niente di niente. Continuava a starsene immobilizzato
sulla sedia. rapito dal cielo imbronciato dell`autunno e a
muovere piano e dolcemente. avanti e indietro. la mano sulla
testa di Camilla. Il cagnolino sembrava essere diventato ormai
il suo unico amico. condivideva quegli assurdi silenzi
standosene accovacciato sulle sue gambe per lasciarsi accarez-
zare tutto il tempo.
'Ciao. Elio.
Nessuna risposta. Anche la passione per il modellismo
sembrava essersi spenta. La scatola con sopra la Iigura di una
super portaerei (SOLO PER JERI ESPERTI' sIidava uno
slogan) che gli aveva regalato due giorni prima. dormiva sulla
sua scrivania ancora incelloIanata.
Si era avvicinato. 'Elio? Non mi saluti? Papa e tornato a
casa. Camilla aveva aperto gli occhioni e sventolato il
piumino gonIio di peli che aveva per coda. Oscar gli aveva
concesso una carezza distratta.
'Ciao. Papa. Solo quelle due parole telegraIiche. Ciao.
Punto. Papa. Punto e Iine del messaggio. Senza neanche
voltarsi.
Eorse la televisione riusciva ad essere ancora un bocconcino
allettante. aveva pensato Oscar. Elio era un vero e proprio
cultore degli spot. Li conosceva a memoria. uno per uno. i
personaggi. le immagini. le battute; spesso e volentieri ne
cronometrava addirittura i tempi di durata.
'Ti va un po` di tele? Che ne dici. Elio? Ascolta il
programmino: ce ne andiamo io e te sul divano con una
pentolona di pop-corn...
'Non ne ho vo-voglia. Un lungo. pesante sospiro. 'Grazie.



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'Tu lo conoscevi bene. riprende Oscar. 'Ricordi com`era
sempre cosi pieno di energie?
'Certo. conIermo in un sussurro. Ho la gola secca. avrei
bisogno di bere qualcosa. un liquore Iorte. Tu lo conoscevi... E`
il verbo al passato. l`ansia mi riconIicca i suoi artigli nelle
cosce.
Ein da piccolo. Elio non era mai riuscito ad accettarmi nel
semplice ruolo di amico di Iamiglia. ed e molto probabile che
non abbia mai pensato a me come a una persona qualsiasi. Ho
sempre rappresentato per lui qualcosa di molto vicino a un
supereroe. tutti i poliziotti lo erano per Elio. Ricordo i suoi
sguardi rapiti dalla mia divisa e l`immancabile domanda nella
quale spesso coglievo una sorta di rispetto reverenziale: 'Tu
hai la pistola. vero?
'Certamente. rispondevo io. 'Tutta in metallo e con
pallottole vere. lo precedevo in quella che sapevo sarebbe
stata la domanda successiva. Spesso sIilavo il caricatore e
gliela davo. e lui andava a sedersi sul divano con quell`aria un
po` incredula di chi possiede Iinalmente l`oggetto magico dei
propri sogni. La osservava. studiandone le Iorme. se la girava e
rigirava Ira le manine con un`attenzione che aveva
dell`assurdo. ed era squisito starsene li a gustare quella scena.
'Pensavo semplicemente che... il suo orologio interiore si
Iosse Iermato. mi spiega Oscar. 'Si riIiutava di mangiare. di
andare a scuola. Non aveva piu voglia di Iare niente se non
starsene incollato tutto il tempo a quella Iinestra con in braccio
il suo cane. Era la prima volta che mi dava di questi problemi e
io mi sentivo impotente. capisci? Elio non era un bambino
come tutti gli altri.
Oscar scatta in piedi. con i pugni serrati. E` stato un tonIo
secco. come se qualcuno avesse scagliato un mattone contro la
parete esterna.
Distrailo. Davide. distrailo'
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Soltanto ora prendo in considerazione l`ipotesi che Oscar
potrebbe essere per davvero pericoloso. Non mi piace il modo
in cui Iissa la porta.
'Potevi portarlo dal dottore. butto li. Sto sudando. E Oscar
l`ha notato. Se ne sta immobile. cercando di valutare (se deve
ammazzarmi?) la natura di quel rumore sospetto. ma i suoi
occhi. cosi bianchi. dilatati. elettrici. mi chiedono: Cosa stanno
combinando la fuori i tuoi ragazzi. vecchio Davide?
Ti ho detto la verita. Ho dato loro ordini di agire solo nel
caso in cui avessero udito spari o io non fossi uscito di qua
prima di unora.
Non vorrei che tu mi combinassi qualche scherzetto...
perche. vedi. tu sei mio amico. e io mi fido ti te. ma stai
grondando come un maiale. Non sara mica sudore sporco
della tua coscienza quelle goccioline che ti imperlano la
fronte?
Ha Iinalmente preso una decisione. Piegandosi lentamente
sulle ginocchia. come se avesse dei problemi alla schiena. torna
a sedersi. 'Credi Iorse che non l`abbia Iatto? Un`ennesima
pausa e un`altra occhiata poco convinta alla porta. Ne
approIitto per tergermi Iurtivamente il sudore dalla Ironte. 'Ma
non e servito a niente. Elio se n`e rimasto praticamente
immobile seduto su una sedia di Ironte al dottor De Palma.
senza guardarlo mezza volta. senza rispondere ad una sola
domanda; al massimo si limitava ad un`alzata di spalle. La sua
attenzione era tutta per la pelliccia di Camilla. che lisciava in
continuazione... Arriccia le labbra. in una smorIia di
nervosismo. 'Dio solo sa se ho dovuto combattere l`impulso di
aIIerrare quel cane per la coda e scaraventarlo contro il muro!
Vorrei che Oscar non urlasse in questo modo che invita i
miei nervi ad aIIerrare la pistola e a puntargliela contro.
'E lo sai. qual e stata la diagnosi di quel cretino in camice
bianco? mi chiede. Qualcosa di simile ad un momentaneo
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malessere inIantile`. Proprio cosi si e espresso. I bambini
down sono soggetti a sbalzi d`umore. ad improvvisi attacchi di
rabbia o di aggressivita`. mi ha detto. Vedra che tra qualche
giorno gli passera. signor Lombardi. non deve preoccuparsi`.
Si morde un labbro. 'Imbecille!" sbotta colpendosi la gamba
con un cazzotto. 'Lo sapevo bene quali erano i comportamenti
di un bambino down. ce l`avevo per Iiglio un bambino down! Il
punto non era nel comportamento. Abbassa repentinamente
il tono della voce sull`ultima Irase. 'Il punto era... cercare di
capire perche Elio se ne stava tutto il sacrosanto giorno a
Iissare Iuori dalla Iinestra della sua camera. Deglutisce.
'Quasi aspettasse l`arrivo di qualcuno...



Le sue palpebre si erano spalancate. cosi. d`incanto. e lui se
n`era rimasto sul letto a Iissare impietrito il soIIitto. Quasi
Iosse stata una coltellata alla schiena il motivo di
quell`agonizzante risveglio.
Una voce esplose nella mente di Oscar: STA PER
ACCADERE'
Le dita di una mano si avvinghiarono al lenzuolo come vermi
disperati che vogliono sIuggire all`amo da pesca. Il vento
rigurgito all`interno delle grondaie simile ad un petulante
sospiro. ed Oscar lo segui nel totale silenzio della casa
spingersi a raggiungere una pluviale e gettarvisi dentro a
ululare il suo inconIondibile lamento. Un giochetto. questo. che
riusciva immancabilmente a strappare la sua attenzione da
qualsiasi attivita nella quale Iosse immerso (la mia ouverture
sbizzarrita ti sorprendera nel sonno per darti una bella stra-
pazzata. In guardia. vecchio dormiglione').
Oscar rilascio il respiro. Il pugno stretto allento un poco la
morsa sul lenzuolo. E si. questa era la classica goccia che
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Iaceva traboccare il classico vaso: l`indomani mattina stessa.
avrebbe chiamato il suo amico architetto aIIinche provvedesse
a Iar cessare quei primitivi quanto mai indesiderati concerti
notturni e diurni. Ciao. Rino. come stai?... Io? Diciamo bene...
anzi. e a proposito di questo che ti ho chiamato. Jedi. quando
mi hai costruito la casa. tra i tanti comfort che la tua
rispettabile esperienza ha elaborato a dovere. ce una piccola.
quasi insignificante macchiolina nera... No. non si e staccato
lintonaco ne mi e crollata una parete addosso. davvero nulla
di cosi grave. ma il problemino in questione rischia comunque
di farmi schiattare dinfarto una volta o laltra. Certo. lo so
che ti farai una pancia di risate quando ti diro che il vento usa
una delle mie belle pluviali come sassofono con cui esercitare
il suo spirito musicale nei momenti meno opportuni. pero e
esattamente quello che succede da queste parti. Rino. e...
Una nuova. esasperata. lunghissima nota d`agonia gli spezzo
il Iilo dei pensieri e gli Iece accapponare la pelle sulle braccia.
In quel momento. nella camera accanto. Elio urlo.



Non aveva piu avuto ne la voglia ne il bisogno di tornarsene
a dormire. Era sceso dabbasso a prepararsi un caIIe Iorte. Poi si
era seduto... ed aveva acceso la TV... e l`aveva spenta dopo un
veloce giro di tutti i canali (senza neanche soIIermarsi a
valutare questa trasmissione o quel Iilm)... ed era scattato in
piedi per Iare un giro intorno al tavolo e tornare a sedersi.
'Maledizione! impreco Oscar tra i denti. Chiuse gli occhi. e
in quel limbo nero riscoperse l`espressione terrorizzata di Elio.
Riuscire a calmarlo era stata la cosa peggiore. In un primo
momento. non appena Oscar si era mosso verso il suo letto.
Elio aveva ricominciato ad urlare. ma questo. era stato un
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urlare molto. molto diverso da quello che era arrivato alle sue
orecchie qualche istante prima.
'Elio! Elio. sono io. Elio. calmati!
Ma Elio aveva scoperto le gengive. strizzando gli occhi in
due Iessure minacciose. ansimando simile a una bestiolina
Ierita pronta a mordere per diIendersi... e in quel momento
Oscar aveva realizzato: Elio non lo aveva riconosciuto.
Ringhiava a qualcuno che non era lui. E sai bene che in quella
stanza ceri soltanto tu. riusci ad intervenire la solita
nonostante la mente di Oscar Iosse completamente assorbita
dal ricordo dell`incidente. Jogliamo cominciare a fare due pi
due o preferisci aspettare ancora?
Gli aveva parlato. lo aveva pregato di smettere perche
qualunque cosa Iosse successa adesso era Iinita. perche adesso
c`era li il suo papa e niente e nessuno avrebbe piu potuto
spaventarlo. e alla Iine la rabbia incontrollata di Elio era
sIociata in un pianto isterico con lunghi singhiozzi che gli
spezzavano il respiro. Oscar era corso a stringerlo nel suo
abbraccio. a rassicurarlo con Irasi sussurrate nell`orecchio. con
carezze leggere sul suo visino arrossato e Iebbricitante. Quanto
tempo se n`erano rimasti cosi? Eorse ore. impossibile stabilirlo.
E Dio solo sapeva se Oscar non era stato morso ben piu di una
volta nelle viscere dal panico di non riuscire a Iarlo smettere.
un terrore paragonabile solo a quello di vedere sgorgare
copioso il sangue dallo squarcio sulla Ironte che ti sei appena
procurato con una caduta storica.
Non aveva piu voglia di caIIe. Si era raIIreddato. Lo verso
nel lavandino. mentre pensava: devessere rimasto sveglio. non
deve aver chiuso occhio per tutta la notte. E a questo punto.
allora. c`era da porsi una consequenziale domanda: quante
erano state le notti in bianco di Elio? Perche il suo bambino
doveva trascinarsi dietro un vagone di sonno dal peso
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mostruoso per crollare in quel modo. per addormentarsi di
punto in bianco nel bel mezzo di un pianto...
Oscar lascio la cucina e si avvicino all`enorme parete in
vetro del salone che copriva quasi per intero tutto il lato est
della villa. Si scopri ad osservare con qualcosa di simile a un
Iastidioso rapimento gli alberi. la Iuori. nel giardino. Si
agitavano. ma non una lenta. Iluttuante danza nel vento che li
animava. il loro... sembrava piu il parossistico sIorzo di
liberarsi da impercettibili catene d`aria. Le Iolte capigliature
verdi. s`intende. ma in quelle tenebre antelucane i colori di
tutte le cose mutano in un`unica sIumatura non ben deIinita
dei salici non volevano saperne di cedere. si ribellavano con
scudisciate guizzanti dei rami tentacolosi. Iacevano friggere le
Ioglie sottilissime in un crepitare angoscioso.
Il malessere infantile degenerava a una velocita
impressionante. medito Oscar. risperimentando per un attimo la
voragine di terrore apertasi dietro lo sguardo cieco di Elio.
quando non era stato capace di riconoscerlo. o meglio. quando
lo aveva scambiato per il suo uomo nero. Perche doveva
esserci un uomo nero. Perche ogni reazione scaturisce sempre
da unazione.
Due pi due? salto Iuori la solita voce.
Stavolta Oscar non le rispose.



Un minuto di silenzio. Eorse piu. Vedo scorrere secondi
inesorabili su un quadrante immaginario davanti ai miei occhi.
ma sento troppo secco in gola per riuscire a proIerire qualsiasi
cosa.
I corpi... Chissa come se la stanno cavando Ronca e
Trimonti. e un bel pezzo che non Ianno avvertire piu la loro
presenza. Probabile che una sorta di buon senso (se non si
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vuole utilizzare il termine stizza. poco proIessionale per un
tutore delle legge) abbia consigliato loro di attendere
(euIemismo di rifugiarsi) in macchina che il capo smetta di
tentare di Iar ragionare il tizio che e stato capace di allestire
quella macelleria all`aperto. Un tizio con lo squilibrio mentale
all`ennesima potenza. Ed ho idea che Ronca e Trimonti.
rispettivamente classe 74` e 69`. per la prima volta in vita loro
stiano maledicendo questo lavoro. Se per davvero cosi Iosse.
potrei Iorse dar loro torto? Il solo pensiero di trovarmi li Iuori.
ad essere spiato dagli spaventapasseri.
'Ma per quanto mi Iossi sIorzato tutta la notte e il giorno
successivo a ricacciare giu le insinuazioni di quella voce.
riattacca Iinalmente Oscar. 'ero costretto ad accettare
l`evidenza. Mi scruta a lungo con quello sguardo alienato.
'Non potevo evitarlo...



Quel pomeriggio rientro prima dallo studio. Erano le quattro
quando il muso della sua Honda Civic imbocco il vialetto di
casa. Scese dalla macchina e Iu immediatamente assalito da
una Iolata di vento caldo. dal sapore pastoso. La pluviale
cantileno il suo lugubre saluto. e soltanto in quel momento.
Oscar ricordo di essersi dimenticato di chiamare l`architetto.
Scelse la chiave dal mazzo. l`inIilo nella serratura e apri la
porta.
La cartellina gli scivolo da sotto il braccio. le carte si
sparpagliarono sul pavimento. 'Teresa ma cosa.... non riusci a
concludere Oscar. La signora Teresa Collini. la governante. se
ne stava in piedi vicino al divano. dove probabilmente Iino a
qualche secondo prima aveva seduto. con gli occhi pieni di
lacrime e la Iaccia di chi abbia passato la peggiore disgrazia
che potesse capitargli a questo mondo.
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'Signor Lombardi comincio a piagnucolare Teresa. 'Ho
provato a teleIonarla allo studio. ma lei era gia uscito...
OMMADONNA' non sapevo pi cosa fare... Il piagnucolio si
trasIormo in lacrimosa e conIusa disperazione. 'Ha cominciato
all`improvviso... e io non... urlava... urlava'..."
'Teresa!
'... di calmarlo... poi si e chiuso... e ho cercato...
'Teresa accidenti'` tuono Oscar. La governante si zitti
all`istante. 'Si calmi. e cerchi di Iarmi capire una parola!
Un`invisibile terrore gli si stava espandendo nel petto come un
velo di celloIan. e microscopici Tommynockers nella testa
stavano manomettendo il suo sistema nervoso. strappando
ovunque Iili in spruzzi di scintille. 'Perdonami... non volevo
essere scortese. si scuso. 'Dov`e Elio?
Teresa apri la bocca per Iare uscire un lungo singulto
sospirato. ma niente parole.
'Teresa. dov`e mio Iiglio?
'Di sopra rispose la donna in un sussurro che Oscar percepi
a malapena.



Dall`interno della camera non arrivava nessun rumore. 'Elio.
Elio. chiamo Oscar girando a vuoto la maniglia. La porta era
chiusa a chiave. 'Sono io. papa...
'Circa un`ora Ia. mentre guardavamo la televisione.
sussurro la governante alle sue spalle. 'e scattato in piedi dal
divano e ha cominciato a strillare. Si premeva i palmi delle
mani contro le orecchie e strillava...
Capi che un Oscar crudele aveva preso il posto di comando
nella stanza dei bottoni: chiudi quella cazzo di bocca prima che
ci metta io dentro qualcosa per tapparla una volta e per
sempre'
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'D`accordo. Teresa. Puoi andare adesso.
'Ma...
'Non ti preoccupare. ci sono qua io adesso. Se dovessi avere
bisogno di te ti teleIono. E giuro che ti faccio volare gi per le
scale se provi ancora a fiatare. Qualche ora piu tardi. Oscar
avrebbe meditato sul Iatto che. per la prima volta in tutta la sua
esistenza. era stato li li sul punto di cedere alla gratuita
pulsione dell`omicidio. Se la signora Collini. dopo il
lunghissimo sguardo traboccante di una vasta gamma di
sentimenti non avesse intuito la minaccia. probabile che Oscar
sarebbe stato per davvero capace di qualsiasi cosa.
Aspetto di sentire la porta che si richiudeva dabbasso. poi
ricomincio a chiamare suo Iiglio.



Senti lo scatto della serratura. La maniglia ruoto lentamente
sotto la sua mano.
Oscar se ne rimase immobile a cercare di deglutire nella gola
indispettita che ricacciava su il bolo di saliva. con gli occhi
paralizzati sullo sconosciuto che gli aveva appena spalancato la
porta. Eu la camicia (quella che gli aveva spedito da Miami la
zia Valentina per il suo ultimo onomastico e che gli era sempre
ricaduta troppo larga sulle spalle e sul petto magrissimo). il
particolare che gli Iece riconoscere Elio in quel nuovo bambino
che aveva davanti.
Ma non e questo il colore della pelle di mio figlio. Iu
l`obiezione immediata dei suoi pensieri. non lo e MAI stato.
Infatti. quello e solamente lucido per scarpe di colore nero.
gli Iece notare l`ineIIabile vocina. Non vedi laggi cosa ce?
Allungo lo sguardo oltre la spalla di suo Iiglio. che adesso gli
stava tendendo una mano. e riconobbe il barattolo aperto di
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CROMALUX (Brillantezza e nuova vita alle vostre scarpe') ai
piedi del lettino.
Oscar si sentiva incapace del piu banale commento. era
sicuro che se avesse aperto la bocca ne sarebbero scaturiti solo
suoni inarticolati. senza alcun senso. Torno a porre attenzione
al viso di Elio. che gli stava sorridendo con debole tristezza.
Oscar accetto la sua mano: era unta. scivolosa.
Rabbrividi.



Il messaggio. in enormi lettere lucide e nere e tremolanti.
prendeva quasi un`intera parete:

Ghibli sta spirando
dal Sahara silenzioso
col suo carico di morti
col suo seguito di Fade

Oscar lo lesse. Lo lesse e lo rilesse. e lo lesse e lo rilesse
ancora. e ancora. cercando di scovare un briciolo di signiIicato
in quelle parole (e che diamine! una caccolina di signiIicato
doveva pur esserci se suo Iiglio. dopo essersi combinato come
un RaIIaello d`oltreoceano in abbigliamento da cantante rap. si
era chiuso dentro a doppia mandata per creare quell`opera
d`arte. se aveva spostato da solo il pesantissimo mobile di noce
per poter arrivare ad un altezza il doppio della sua) che si
Iiccavano dalla Iessura sinistra del suo cervello (inserire
messaggio. grazie. avvertiva ad ogni passaggio di lettura una
vocetta metallica) e sgusciavano da quella destra cosi
com`erano (impossibile decodificare messaggio. prego.
preferisce riprovare o vuole optare direttamente per il due pi
due. signore?).
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Elio se ne stava li vicino a lui a tenergli la mano. a Iissarlo in
silenzio con quel vago sorriso incollato sulle labbra. anch`esse
nere come il resto della Iaccia. Ti piace il mio lavoretto papa?
sembro chiedergli RaIIaello-rapper. Se vuoi te ne faccio uno
uguale nella tua camera. anzi. pi grande. cosi farai morire
dinvidia tutti i tuoi amici. Oscar si sentiva la testa leggera.
come se Iosse una palla gonIiata col gas anziche un teschio
contenente materia cerebrale. Eu sul punto di aprire la bocca
per rassicurare se stesso sul Iatto che quello Iosse solo una
sottospecie di sogno disorganizzato. quando un reIolo di vento
Iece tintinnare i vetri e la testa di Elio schizzo praticamente in
direzione della Iinestra.
Lui lo imito.
L`orrore che gli riempi gli occhi Iu troppo grande. Qualche
anno addietro. Oscar aveva regalato a Elio un modellino
davvero speciale per la sua collezione: una Iedelissima
riproduzione in metallo leggero curata Iin nei dettagli piu
insigniIicanti come la bullonatura o le alette girevoli sotto le ali
dell`F-14SX. un aereo di guerra sperimentale dell`aviazione
americana che non era mai uscito dal cantiere se non nella scala
1:2000. Ne erano stati prodotti solo ottomila pezzi nel mondo
alla modica ciIra di settecentomila lire cadauno. Ora l`F-14SX
giaceva abbandonato sul pavimento (sottosopra e con un`ala
spezzata. come se si Iosse schiantato contro una parete dopo
aver tentato un ardito giro della morte nel limitatissimo spazio
aereo di quella camera). e il suo piedistallo con la piccola base
di marmo era stato utilizzato per impalare Camilla. Il
pechinese con la testa ruotata all`indietro di centottanta gradi e
gli occhi semiaperti in due Iessure spente. era stato messo in
mostra sul davanzale della Iinestra come un macabro troIeo. Il
sangue era colato lungo il muro in uno sprizzo ormai rappreso
per raccogliersi sul pavimento in un laghetto rosso scuro.
'Elio... aveva alitato Oscar. 'Elio... cosa... hai fatto?
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Elio se ne stava accucciato ai piedi del letto a stringersi le
ginocchia contro il petto. 'La mamma. rispose con voce
tremante. 'la mamma...
Poi scoppio a piangere.



'Dov`e Elio. adesso?
Non mi risponde. ma ho come il presentimento che non
abbia proprio sentito la domanda. perche questa non e una delle
sue solite pause: per un attimo mi e parso di vedergli scivolare
negli occhi un Iremito di panico. Eissa la porta alle mie spalle
con quell`espressione contratta della maschera nera che ha sul
viso. come se all`improvviso Iosse diventato di vitale
importanza per lui concentrarsi a sviscerare il silenzio che ci
marca stretto. 'Eacemmo un lungo discorso io ed Elio. si
decide poi a rivolgermi nuovamente la parola. ma non lo
sguardo. sempre puntato nella stessa direzione. 'E devo
conIessarti che cio che mi rivelo mio Iiglio in quell`ultimo
pomeriggio. non mi sconvolse... Iorse sarebbe piu appropriato
dire che non mi sorprese. Avevo gia tratto le mie conclusioni.
Oscar. quella vocina alla Iine e riuscita a Iarmi il lavaggio del
cervello. e io non Iacevo altro che ripetermi: la pazzia e una
malattia ereditaria. la pazzia e una malattia ereditaria. la pazzia
e una malattia ereditaria'
Einalmente capisco il signiIicato di quell`allusione. e per
qualche secondo l`occhio della memoria mi risucchia indietro
negli anni: la teleIonata in caserma e la corsa in macchina. la
Iolla raggruppata in mezzo alla strada. e Rosanna. che se ne
andava passeggiando nel centro storico di Monteluna
completamente nuda e con un sorriso raggiante come il sole. a
strapparsi i lunghi. sempre curatissimi capelli che masticava
sotto lo sguardo annichilito dei passanti. Ed ero stato io in
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persona a chiamare Oscar per avvisarlo che sua moglie aveva
avuto un improvviso crollo emotivo (mi ero espresso proprio
con questi termini. perche non ce l`avevo Iatta a trovare una
Irase migliore per la scena straziante che avevo sotto gli occhi:
precipitati in caserma. Oscar. perche tua moglie sta sbavando
in una maniera che non reputeresti possibile nel tuo peggior
pensiero contro un paio di poliziotti che la immobilizzano per
non permetterle di mangiarsi i suoi invidiatissimi capelli). Ed
era toccato sempre a me. una mattina di cinque mesi piu tardi.
il compito di portargli la notizia che durante la notte Rosanna si
era impiccata nella casa di cura dove era stata rinchiusa.
'Oscar. dov`e tuo Iiglio?
Stavolta Oscar non tenta di raggirare la domanda. 'E` li
fuori. amico mio. mi risponde. e la sua voce mi raggruma il
sangue nel cervello. 'Insieme a Teresa. Insieme a tutti gli
altri.
'Cosa... Oscar... mi stai dicendo che tu...
'No. no!" Ea` una smorIia con tutta la Iaccia. 'Non sono
stato io. con quale coraggio avrei potuto uccidere il mio
bambino?
'E tutti gli altri?
'Ho dovuto Iarlo! Loro. loro volevano anche me. e
credimi. Davide. non c`era altro modo... Un`altra occhiata
circospetta alla porta. e stavolta sono sicuro di non sbagliarmi.
Oscar ha paura. inconIutabili cerchi di panico segnano i suoi
sguardi. Eorse Ronca e Trimonti si stanno preparando ad agire.
e lui ha inteso un rumore. magari un`asse lamentosa del
portico. Non posso guardare l`orologio perche signiIicherebbe
dare una conIerma ai suoi sospetti. ma ormai l`ora che mi sono
concesso dovrebbe essere agli sgoccioli. 'Elio mi disse che si
rendeva conto della terribile cosa che aveva Iatto. lui voleva
bene a Camilla. ma la mamma stava arrivando. e quello. era
l`unico modo per tenerla lontana. Il tono della sua voce e
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incalzante. 'Mi spiego del lucido da scarpe. che se lo avevi
addosso non potevano avvicinarsi. e soprattutto. non potevano
morderti. perche l`odore ...
'Chi. Oscar?. urlai. esasperato. 'Di chi stai parlando?`
'Le Fade. Arrivano con il ghibli. il vento del sud che spira in
autunno e in primavera dal Sahara. Non so spiegarti in realta
chi siano. ne perche abbiano questo nome. e ne come Iacesse
Elio a conoscere tutto cio. ma... le ho viste. Davide. le ho
viste!
Sta delirando' mi urla dentro una voce. ed io non posso Iar
altro che appoggiarla. 'Quando? gli chiedo. Non so neppure
io perche continuo a reggere il gioco della sua pazzia (che
Oscar. l`uomo che Iin dall`inIanzia era stato il mio miglior
amico Iosse impazzito. era indubbio. Dopotutto non c`era
bisogno di venire dentro a incontrarlo per rendersene conto.
bastava semplicemente avvicinarsi a casa sua e ti sarebbero
passate per la testa considerazioni molto molto peggiori di
luomo che abita di li dentro devessere impazzito). Eorse
perche ha voluto che Iossi io l`ultima persona con cui molto
probabilmente avrebbe parlato. e io rispetto la sua Iiducia. la
sua amicizia. Iin nel delirio?
'Quella notte stessa. in camera di Elio. Nelle sue parole
s`impastano soIIerenza e panico e rassegnazione. 'Erano
piegate sopra il mio bambino a NUTRIRSI DEL SUO
CERJELLO. perche e questo quello che Ianno. sono vampiri
che si nutrono di cervello! E anche Rosanna... Gesticola
qualcosa con le labbra. come se non riuscisse piu ad articolare
suoni. 'I suoi occhi erano completamente neri. Davide. grandi.
lucidi. spalancati su di me. e il suo corpo sembrava essersi
ristretto. rattrappito. ingobbito. Solo le braccia erano
mostruosamente lunghe...
'Quella creatura non e mia moglie. ripetevo a me stesso
guardando quell`essere dal ghigno di lunghi denti arcuati.
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QUELLA CREATURA NON E MIA MOGLIE QUELLA
CREATURA NON E MIA MOGLIE QUELLA CREATURA
NON E MIA MOGLIE QUELLA CREAT...
Si blocca di colpo.
Il cuore mi batte cosi Iorte nelle orecchie quasi da non
permettermi di udire quello che sembra l`ansito di una donna
che soIIre di un tormento allucinante. Mi riesce impossibile
immaginare che sia soltanto il lamento del vento in una
pluviale.
Oscar scatta in piedi. 'Sono qui' Sono tornate'` urla. In uno
scatto Ielino e sopra di me. le sue mani si chiudono intorno al
mio collo... ma non stringono. 'Non devi ascoltarle!
La botta violenta della porta che si spalanca.
'Non ascoltare le loro voci. Davide. non ascoltare...`
Il mio nome si spegne nell`eco degli spari.


* * *


E ancora una volta. in un`ennesima notte. Davide si sveglia.
Apre gli occhi e ascolta.
Ascolta.
Si ritrova a pensare che ci sono storie che non dovrebbero
essere raccontate. storie che ti cambiano dentro. Davide
ascolta. quasi in attesa di un segnale nel buio. e non puo piu
pensare al vento che spira. che stuzzica le Ioglie degli alberi.
che ti vezzeggia i capelli e ti consuma la saliva sulle labbra. ma
al vento che striscia sui tetti delle case. si arrampica sui muri
per raggiungere una Iinestra. e ti osserva. un occhio come un
oriIizio cavernoso senza iride. E non puo smettere di ritrovarsi
davanti i volti deturpati. i corpi mutilati. le teste sIondate e
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imbottite di paglia dei dodici spaventapasseri umani che. come
sentinelle silenziose. accerchiavano la casa di Oscar.
Davide chiude gli occhi. cercando di riprendere sonno. ma il
vento e ormai li Iuori e non se ne andra per il momento.
Sempre piu spesso. quando lo sente agognare sotto le grondaie.
gli capita di ripensare a sua moglie. morta di parto nell`autunno
del lontano 1965.
Ascolta. Un cachinno segreto dei vetri. quasi un unghiare
Iatuo alla Iinestra. Allunga una mano da sotto le coperte e
aIIerra il tubetto di lucido per scarpe sopra il comodino.
Non si dovrebbe credere a certe storie. riIlette.
Ma non ci sono Iantocci di carne a sorvegliare il suo riposo.

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