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FONDAZIONE GIANNI PELLICANI VENEZIA PROGRAMMA DI RICERCA LE COMUNITA PROFESSIONALI METROPOLITANE I LAVORATORI DELLA CONOSCENZA NELLA RICERCA INDUSTRIALE

E NELLE TECNOLOGIE Focus Group Parco Scientifico VEGA Marghera 4 luglio 2011

Il quadro di riferimento Levoluzione del sistema economico sociale del Nordest si misura da tempo con la necessit di una modernizzazione in senso metropolitano del suo territorio. In via del tutto sommaria si pu affermare che alcune dinamiche delle imprese si sono caratterizzate nel senso non di una global city secondo la tipologia stilizzata dalla sociologa Saskia Sassen ma da una global city region che rimanda a un altro studioso come Scott. La globalizzazione ha assunto una fase di regionalizzazione dei sistemi che competono e una tesi che il Nordest non ha pi una sua specificit strutturale, ma si sta omogeneizzando allintero Nord del Paese. La sua originale tipologia territoriale, secondo questa visione, andrebbe ad alimentare un pi ampio sistema metropolitano policentrico e abitato da molteplici distretti o clusters di specializzazione produttiva. Lidea che muove questo progetto che la variet di sistemi locali del Nordest e la maggiore articolazione del suo policentrismo urbano non permettano una strategia di organizzazione metropolitana assimilabile al Nord Ovest o ai casi pi celebri del Nord Europa. La citt regione non un dato, ma un problema e un obiettivo. Pertanto, la strada da percorrere quella di costruire questa organizzazione metropolitana a partire da un consistente policentrismo di fondo per immaginare, attraverso procedure di concertazione, condivisione e coordinamento, delle funzioni metropolitane che specializzano i diversi poli urbani superiori e produttivi, che siano complementari tra di loro. Sono percorsi che leconomia in parte sta gi alimentando, se pensiamo che le due province pi industrializzate del Veneto, Vicenza e Treviso, gi presentano specializzazioni differenziate, pi sulla meccatronica la prima e pi sul made in Italy la seconda, con lintegrazione di strutture universitarie e servizi coerenti con quelle impostazioni. Lorganizzazione metropolitana in un contesto cos articolato sia dal punto di vista delle citt che dei clusters produttivi si realizza solo a condizione di affidare alla logistica delle persone e delle merci un ruolo strategico. E un ambito nel quale i ritardi sono gravi, soprattutto, oltre alle risorse degli

investimenti c un grave ritardo culturale nellimpostare una visione integrata delle questioni. La recente polemica sul tracciato orientale della TAV rivela una sconcertante miseria di progetto territoriale dellinfrastruttura. Ne viene che laspetto della logistica determinante per realizzare una vera organizzazione metropolitana nel Nordest. La proposta di procedere, sia nelle analisi e ricerche teoriche sia nella programmazione di eventi pubblici di proposta e di confronto, con un legame molto stretto tra ricerca e azione, focalizzandoci sul sistema metropolitano in fieri nella parte orientale del Veneto, che ormai include anche la realt di Pordenone. Il coinvolgimento attivo di istituzioni locali, associazioni di interesse, centri di ricerca fondamentale per accrescere la consapevolezza della nuova organizzazione territoriale, per renderla riconoscibile dall esterno e per rappresentarla nelle sedi in cui si negoziano risorse pubbliche si attraggono investimenti privati. Si propone di lavorare secondo tre direttrici: a) lorganizzazione logistica della metropoli policentrica; b) lanalisi economica dell evoluzione del terziario avanzato in rapporto alla struttura del secondario; c) conferenze tematiche per alimentare accordi di condivisione per progettare funzioni in una logica metropolitana. Il coinvolgimento di attori istituzionali, di ricerca e associativi, naturalmente correlato alle direttrici tematiche. La Fondazione presta inoltre particolare cura alla valorizzazione delle ricerche prodotte. Queste sono sempre legate a temi di attualit nel dibattito politico e culturale e sono presentate nei luoghi dellarea metropolitana dove pi alto linteresse. A titolo esemplificativo, la ricerca - e relativa pubblicazione - realizzata nel secondo anniversario dellapertura del Passante di Mestre (La Metropoli

del Passante due anni dopo) stata presentata nel Comune di Martellago perch uno dei territori che pi ha risentito dellapertura dellasse viario.

1. Perch questa ricerca Ogni diagnosi della crisi economica globale e specifica sul nostro Paese ritiene che la svolta dell economia della conoscenza, e, quindi, dei lavoratori che la caratterizzano sia strategica per una nuova fase di sviluppo. La crisi ha messo a nudo anche una nuova forma di precariet che non nasce dai rapporti giuridici di lavoro, tanto che affligge anche l imprenditore ed dovuta all esposizione pi intensa al rischio conseguente ai ritmi dell innovazione. Anche in Veneto, seppure pi lentamente che altrove, si sta rompendo il patto sociale manifatturiero che aveva tenuto insieme il fare impresa, livelli occupazionali, export, creazione di valore, sistemi di rappresentanza sociale e la costruzione di welfare. Non un caso che in questo momento a Vicenza, ma prima a Treviso, Verona e Padova la Confindustria svolge assemblee di protesta. Il modello non funziona pi. Ma per costruire il nuovo modello manca proprio il pezzo sul lavoro cognitivo. Esso sostanzialmente estraneo anche alle classificazioni statistiche, che per una loro vischiosit tendono a non accogliere il nuovo che avanza fino a quando non ci sia unautorizzazione politica e un accreditamento accademico. Autorizzazione e accreditamento che tardano ad arrivare perch il nuovo paradigma dell economia della conoscenza anche una minaccia a questi poteri forti. Per questo motivo all analisi statistica, che comunque in corso su alcuni sottoinsiemi della terziarizzazione (codici Ateco) che in ogni caso rivelano alcune tendenze di fondo, come la densificazione di questa presenza nelle conurbazioni di carattere metropolitano, sar affiancata una co ricerca, di carattere qualitativo, basata su interviste dirette ai protagonisti. A nostro avviso la presenza di questo tipo di attivit economiche che configura l area metropolitana del Veneto, non astratte definizioni giuridico istituzionali.

La definizione territoriale della ricerca caratterizzata da tre cerchi e quattro step:


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i tre cerchi sono Mestre (cerchio 1), Pa.Tre.Ve. (cerchio 2) in dialogo con la ricerca OCSE, e il Veneto con la realt di Pordenone, che ha grandissimi caratteri di similarit (cerchio 3); i quattro step sono: 1. i lavoratori nellambito della ricerca scientifica e tecnologica, nella ricerca industriale e nel trasferimento (luglio settembre 2011); 2. i lavoratori nellambito turistico congressuale (internazionalizzazione incoming) e nei servizi all internazionalizzazione outgoing (ottobre dicembre 2011); 3. i lavoratori nell ambito del design, dell industria creativa e della cultura (gennaio marzo 2012); 4. i lavoratori nel settore dell ICT (aprile giugno 2012) che trasversale per definizione a tutti gli altri.

- in Ottobre 2011 apriamo gli Stati Generali dei lavori della conoscenza con un evento, a cui seguir la conclusione, prevista nel giugno 2012.

2. Le tesi della ricerca

Molto sinteticamente, le tesi di fondo che vogliamo verificare sono le seguenti: - Il/la lavoratore/trice della conoscenza opera in un ambito globale (esperienza DireFare.Pn.It ha permesso di scoprire con quanta facilit le competenze migranti si rapportano al territorio di origine attraverso competenze simili, il problema non l esodo in s che pure preoccupa ma la mancanza di reti con la dimensione di provenienza dei talenti, oltre alla non reciprocit nell attrazione dei talenti);
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Il/la lavoratore/trice della conoscenza in genere organizza le sue attivit su forti basi di condivisione, cooperativa e orizzontale, alternativa al modello gerarchico tradizionale d impresa, anche se poi si misura in modalit spesso tradizionali di mercato (nel libro di Sergio Bologna c un aneddoto significativo di un precario che aveva fornito spunti per una campagna della CGIL contro la precariet senza dirglielo!); diciamo in via preliminare che il rapporto con il mercato caratterizzato da molteplici asimmetrie (informative, di potere, di garanzia ecc)

- Il/la lavoratore/trice della conoscenza costruisce la sua professionalit o specializzazione attraverso competenze distintive che si fondano sullaccesso diretto ai saperi innovativi, partecipando a un grande fenomeno di disintermediazione della conoscenza e dei suoi ambiti disciplinari;

Il/la lavoratore/trice della conoscenza ha una relazione viva e continua con i programmi di formazione e di autoformazione perch sono quelli che alimentano l innovazione e, quindi, la competitivit della propria attivit; molto spesso questi processi non sono facilmente compatibili con i rigidi schemi dell organizzazione universitaria o degli ordini professionali; (in

Lombardia si svolge un interessantissimo monitoraggio sugli sbocchi occupazionali postlaurea prezioso per evidenziare queste sconnessioni); - Il/la lavoratore/trice della conoscenza non si ancora organizzato fattivamente per costruire sedi, strumenti e modi di rappresentanza, per cui non esiste nelle discussioni pubbliche che orientano gli indirizzi delle politiche di sviluppo, lavoro, innovazione; - Il/la lavoratore/trice della conoscenza, soprattutto nel campo del lavoro autonomo soffre di un problema devastante di welfare incompleto o assente (maternit e previdenza: lesperienza di ACTA e della Busta Arancio dell INPS).

3. Quadro statistico, co ricerca e mappatura

Facciamo insieme una mappatura delle quattro aree che abbiamo detto all inizio. Gli attori individuati nella mappatura saranno intervistati in profondit su tre gruppi di questioni (rapporto con il mercato, rapporto con la conoscenza, rapporto con la rappresentanza e il welfare). Qual lo

scopo? Qualcuno che oggi non potuto intervenire si riconosciuto in un passaggio della lettera di invito in cui si richiamava l esigenza di riconoscersi come comunit professionale, o ancora di pi come comunit. Ecco, questo lo scopo: pi consapevolezza del proprio ruolo economico e sociale significa saper rafforzare le reti dei saperi innovativi in Veneto con superamento dell individualismo che funzionava nel manifatturiero e avviare strategie di crescita condivise.

Il quadro statistico di riferimento sar basato su: _ servizi di informazione e comunicazione (lettera J); _ attivit finanziarie e assicurative (lettera K); _ attivit professionali e scientifiche (lettera M); _ servizi di supporto alle imprese (codice N82);

_ altri servizi di istruzione (codice P85.59); _ sanit e assistenza sociale (lettera Q); _ attivit artistiche, sportive, di intrattenimento (lettera R); _ altre attivit dei servizi alla persona (codice S96).

Sedi di impresa attive al 2 trimestre 2010 in Veneto Valori assoluti e Var. % rispetto al 2 trimestre 2009 per settore di attivit economica Codice Ateco Settore di attivit
J 58 Attivit editoriali J 59 Attivit di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi J 60 Attivit di programmazione e trasmissione J 61 Telecomunicazioni J 62 Produzione di software, consulenza informatica e attivit connesse J 63 Attivit dei servizi d'informazione e altri servizi informatici K 64 Attivit di servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) K 66 Attivit ausiliarie dei servizi finanziari e delle attivit assicurative M 70 Attivit di direzione aziendale e di consulenza gestionale M 71 Attivit degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi e analisi tecniche M 72 Ricerca scientifica e sviluppo M 73 Pubblicit e ricerche di mercato M 74 Altre attivit professionali, scientifiche e tecniche N 82 Attivit di supp. per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supp. alle imprese

V.A.
650 480 121 740 2.954 3.622 842 7.852 3.811 2.153 241 3.511 4.646 2.994

Var. %
-0,2% 5,7% 1,7% 1,4% 5,4% 2,5% 4,2% 0,8% 5,8% 0,6% 2,6% -0,8% 9,6% 1,7%

P 85.59 Servizi di istruzione n.c.a. Q 86.22 Servizi degli studi medici specialistici Q 86.9 Altri servizi di assistenza sanitaria Q 88 Assistenza sociale non residenziale R 90 Attivit creative, artistiche e di intrattenimento R 91 Attivit di biblioteche, archivi, musei ed altre attivit culturali R 92 Attivit riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco R 93 Attivit sportive, di intrattenimento e di divertimento S 96.02 Servizi di parrucchieri e di altri trattamenti estetici S 96.04 Servizi dei centri per il benessere fisico S 96.09 Attivit di servizi per la persona n.c.a. TOTALE TOTALE VENETO

693 225 293 635 895 62 129 2.434 11.640 222 505 52.350 458.090

1,6% 11,4% 1,0% 5,5% 4,6% 0,0% 20,6% 1,8% 1,2% 2,8% 17,2% 2,8% -0,4%

4. Alcuni risultati attesi - intervenire strutturalmente per estendere il metodo delle borse di studio e assegni di ricerca postlaurea per linserimento aziendale ( il modo pi efficace di fare innovazione); - incentivare convergenze interdisciplinari per candidarsi alla gestione di progetti complessi (bonifiche a Marghera, situazione idrogeologica del Veneto, trattamento rifiuti o energie rinnovabili) dimostrando che i saperi presenti sul territorio sono concorrenziali con blasonate multinazionali di questi settori; - contribuire agli indirizzi dell VIII Programma Quadro per la ricerca e linnovazione dell Unione Europea nella declinazione della politica regionale di sviluppo;
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modernizzare le autonomie funzionali della ricerca, in Veneto ci sono troppi centri, troppo frammentati, troppo piccoli e con costi fissi eccessivi che penalizzano le risorse per la ricerca; meglio valorizzare i casi pi virtuosi allargandone la competenza funzionale e/o territoriale e

costituire delle reti di cooperazione e di integrazione (lo sta facendo il VEGA, potrebbe farlo Treviso Tecnologie); - organizzare meglio il venture capital, che oggi agisce in forme discontinue, con delle eccellenze private che riescono a collegare progetti innovativi con piani finanziari (M31, H FARM), ma vedono ancora una sostanziale estraneit del sistema pubblico e soprattutto di quello bancario; - contribuire a un assetto sostenibile del sistema di welfare per questi lavoratori, che vivendo molto spesso a progetto o con partita IVA soffrono di penalizzazioni molto forti sul piano fiscale, previdenziale e assistenziale (vedi maternit). Indice della ricerca Introduzione: la definizione di professione nel lavoro che cambia Cap. I Il quadro conoscitivo in Italia Andamento statistico macro con specifiche dei codici Ateco che comprendono servizi innovativi Cap. II Il lavoro professionale nelle dinamiche regionali: il caso del Veneto Andamento statistico macro con specifiche dei codici Ateco che comprendono servizi innovativi verifica degli addensamenti territoriali intorno ai poli metropolitani: Pa.Tre.Ve, Regione del Garda, l area Vicentina, la pedemontana tra Conegliano e Pordenone Cap. III Il mondo del lavoro a Mestre e a Venezia Fotografia sintetica del quadro delle attivit per categoria, et ecc

Cap. IV I lavoratori della conoscenza nella ricerca e nelle tecnologie Interviste ai responsabili dei centri di ricerca, a chi gestisce il rapporto con le imprese nelle Universit venete, a spin off di successo Cap. V Professioni nuove, tradizionali e innovative: un focus su Mestre Appendice statistica Appendice interviste a testimoni privilegiati Bibliografia

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