0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
9 visualizzazioni2 pagine
L'intervista a Savino Pezzotta di di V. Faccioli Pintozzi
30 GIU - Il pericolo insito nella bozza di manovra finanziaria presentata dal ministero dell'Economia «è un ritorno alla plutocrazia, in cui soltanto i ricchi possono fare politica. E allora chi ci dice che non si tornerà anche a un elettorato diviso per censo, dove soltanto chi ha un determinato reddito può votare?». Quella di Savino Pezzotta - sindacalista di lungo corso, deputato dell'Udc e è ovviamente un'iperbole. Ma la politica e i suoi costì rivisti dalle lenti del ministro Giulio Tremonti offrono uno spunto interessante per parlare, senza demagogie dell'ultima ora, dei costi della politica.
E domandarsi se una manovra fiscale - soprattutto in una situazione di incertezza dei mercati e dell'economia internazionale come quella in corso - possa essere approvata senza criteri di equità e di giustizia sociale. Interrogato da liberal sulla possibilità di eliminare i vitalizi dei deputati, l'onorevole Pezzotta spiega con sincerità: «Io credo che in una fase in cui tutti sono chiamati a fare dei sacrifici è giusto che vengano chiamati a farli anche i politici. Non posso chiedere alle persone di tirare la cinghia e io far finta di nulla». Questo primo punto, sacrosanto, «deve però essere necessariamente accompagnato da una puntualizzazione. I benefits in Italia non li hanno solo i politici ma anche molte altre categorie: e ad essere sincero non ritengo scandaloso che esistano anche in altri campi. Quindi, quando qualcuno dice che bisogna intervenire su certe cose, deve essere prudente: alcune misure, alcuni tagli sono giustificati: altri no. Andrebbe riguardato nel complesso il sistema dei benefici, e non parlo soltanto di cose pratiche, concesso a molte categorie di lavoratori e di liberi professionisti, non soltanto ai politici e ai deputati».
Ma rientrando netto specifico, l'onorevole Pezzotta ritiene che «per la politica, se si vuole togliere il vitalizio io personalmente non ho problemi. Ma facciamo l'esempio di un giovane di prima elezione: se gli tolgo il vitalizio gli riconosco una sorta di copertura previdenziale per il periodo in cui svolge questa attività, o no? Perché se questo non avviene, diventa un discriminato rispetto agli altri. E non parlo degli altri deputati, parlo proprio di tutti coloro che lavorano: perché il sistema pensionistico impone giustamente dei contributi annuali da tutti? Perché chi lavora deve avere accesso a una pensione».
Il pericolo, però, colpisce l'intero sistema politico: «Se tolgo del tutto le integrazioni, è ancora possibile per coloro che non hanno soldi propri fare politica? È vero che abbiamo uno stipendio buono, che si può ridurre ma non eliminare. Quando ragioneremo su quanto costa fare il politico? Parlo di un insieme di cose che non sono soltanto affitti e collaboratori. Dobbiamo ragionare su come ridurre i costi, senza eliminare del tutto gli indennizzi. Altrimenti andiamo verso una plutocrazia, in cui solo i ricchi possono fare politica e solo chi ha un certo ceto può votare. A tutti deve essere consentito di fare politica, che costa». Discorso simile anche per la questione del rimborso elettorale, un taglio che Tremonti propone armato di scure ma che, per l'onorevole Pezzotta, porta con sé un rischio: «Sul finanziamento pubblico ai partiti, ritengo che il problema sia quello di decidere se vogliamo un sistema trasparente, oppure se preferiamo un mondo in cui le lobby condizionano la politica. Il finanziamento pubblico dei partiti non è stato pensato come una regalia: serviva a consentire il massimo della trasparenza nella politica senza renderla dipendente dai poteri economici. Che, viste anche le ultime intercettazioni, già operano nell'ombra». Certo, aggiunge ancora, «esistono delle distonie nel sistema che vanno corrette, ma continuo a pensare che bisogna garantire la vita e la sopravvivenza pubblica dei partiti con un sistema di finanziamenti che possa essere sotto l'occhio di L'articolo 49 della Costituzione è
Titolo originale
Savino Pezzotta : «II pericolo è tornare a un impegno per pochi» - Liberal 30.06.11
L'intervista a Savino Pezzotta di di V. Faccioli Pintozzi
30 GIU - Il pericolo insito nella bozza di manovra finanziaria presentata dal ministero dell'Economia «è un ritorno alla plutocrazia, in cui soltanto i ricchi possono fare politica. E allora chi ci dice che non si tornerà anche a un elettorato diviso per censo, dove soltanto chi ha un determinato reddito può votare?». Quella di Savino Pezzotta - sindacalista di lungo corso, deputato dell'Udc e è ovviamente un'iperbole. Ma la politica e i suoi costì rivisti dalle lenti del ministro Giulio Tremonti offrono uno spunto interessante per parlare, senza demagogie dell'ultima ora, dei costi della politica.
E domandarsi se una manovra fiscale - soprattutto in una situazione di incertezza dei mercati e dell'economia internazionale come quella in corso - possa essere approvata senza criteri di equità e di giustizia sociale. Interrogato da liberal sulla possibilità di eliminare i vitalizi dei deputati, l'onorevole Pezzotta spiega con sincerità: «Io credo che in una fase in cui tutti sono chiamati a fare dei sacrifici è giusto che vengano chiamati a farli anche i politici. Non posso chiedere alle persone di tirare la cinghia e io far finta di nulla». Questo primo punto, sacrosanto, «deve però essere necessariamente accompagnato da una puntualizzazione. I benefits in Italia non li hanno solo i politici ma anche molte altre categorie: e ad essere sincero non ritengo scandaloso che esistano anche in altri campi. Quindi, quando qualcuno dice che bisogna intervenire su certe cose, deve essere prudente: alcune misure, alcuni tagli sono giustificati: altri no. Andrebbe riguardato nel complesso il sistema dei benefici, e non parlo soltanto di cose pratiche, concesso a molte categorie di lavoratori e di liberi professionisti, non soltanto ai politici e ai deputati».
Ma rientrando netto specifico, l'onorevole Pezzotta ritiene che «per la politica, se si vuole togliere il vitalizio io personalmente non ho problemi. Ma facciamo l'esempio di un giovane di prima elezione: se gli tolgo il vitalizio gli riconosco una sorta di copertura previdenziale per il periodo in cui svolge questa attività, o no? Perché se questo non avviene, diventa un discriminato rispetto agli altri. E non parlo degli altri deputati, parlo proprio di tutti coloro che lavorano: perché il sistema pensionistico impone giustamente dei contributi annuali da tutti? Perché chi lavora deve avere accesso a una pensione».
Il pericolo, però, colpisce l'intero sistema politico: «Se tolgo del tutto le integrazioni, è ancora possibile per coloro che non hanno soldi propri fare politica? È vero che abbiamo uno stipendio buono, che si può ridurre ma non eliminare. Quando ragioneremo su quanto costa fare il politico? Parlo di un insieme di cose che non sono soltanto affitti e collaboratori. Dobbiamo ragionare su come ridurre i costi, senza eliminare del tutto gli indennizzi. Altrimenti andiamo verso una plutocrazia, in cui solo i ricchi possono fare politica e solo chi ha un certo ceto può votare. A tutti deve essere consentito di fare politica, che costa». Discorso simile anche per la questione del rimborso elettorale, un taglio che Tremonti propone armato di scure ma che, per l'onorevole Pezzotta, porta con sé un rischio: «Sul finanziamento pubblico ai partiti, ritengo che il problema sia quello di decidere se vogliamo un sistema trasparente, oppure se preferiamo un mondo in cui le lobby condizionano la politica. Il finanziamento pubblico dei partiti non è stato pensato come una regalia: serviva a consentire il massimo della trasparenza nella politica senza renderla dipendente dai poteri economici. Che, viste anche le ultime intercettazioni, già operano nell'ombra». Certo, aggiunge ancora, «esistono delle distonie nel sistema che vanno corrette, ma continuo a pensare che bisogna garantire la vita e la sopravvivenza pubblica dei partiti con un sistema di finanziamenti che possa essere sotto l'occhio di L'articolo 49 della Costituzione è
Copyright:
Attribution Non-Commercial (BY-NC)
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
L'intervista a Savino Pezzotta di di V. Faccioli Pintozzi
30 GIU - Il pericolo insito nella bozza di manovra finanziaria presentata dal ministero dell'Economia «è un ritorno alla plutocrazia, in cui soltanto i ricchi possono fare politica. E allora chi ci dice che non si tornerà anche a un elettorato diviso per censo, dove soltanto chi ha un determinato reddito può votare?». Quella di Savino Pezzotta - sindacalista di lungo corso, deputato dell'Udc e è ovviamente un'iperbole. Ma la politica e i suoi costì rivisti dalle lenti del ministro Giulio Tremonti offrono uno spunto interessante per parlare, senza demagogie dell'ultima ora, dei costi della politica.
E domandarsi se una manovra fiscale - soprattutto in una situazione di incertezza dei mercati e dell'economia internazionale come quella in corso - possa essere approvata senza criteri di equità e di giustizia sociale. Interrogato da liberal sulla possibilità di eliminare i vitalizi dei deputati, l'onorevole Pezzotta spiega con sincerità: «Io credo che in una fase in cui tutti sono chiamati a fare dei sacrifici è giusto che vengano chiamati a farli anche i politici. Non posso chiedere alle persone di tirare la cinghia e io far finta di nulla». Questo primo punto, sacrosanto, «deve però essere necessariamente accompagnato da una puntualizzazione. I benefits in Italia non li hanno solo i politici ma anche molte altre categorie: e ad essere sincero non ritengo scandaloso che esistano anche in altri campi. Quindi, quando qualcuno dice che bisogna intervenire su certe cose, deve essere prudente: alcune misure, alcuni tagli sono giustificati: altri no. Andrebbe riguardato nel complesso il sistema dei benefici, e non parlo soltanto di cose pratiche, concesso a molte categorie di lavoratori e di liberi professionisti, non soltanto ai politici e ai deputati».
Ma rientrando netto specifico, l'onorevole Pezzotta ritiene che «per la politica, se si vuole togliere il vitalizio io personalmente non ho problemi. Ma facciamo l'esempio di un giovane di prima elezione: se gli tolgo il vitalizio gli riconosco una sorta di copertura previdenziale per il periodo in cui svolge questa attività, o no? Perché se questo non avviene, diventa un discriminato rispetto agli altri. E non parlo degli altri deputati, parlo proprio di tutti coloro che lavorano: perché il sistema pensionistico impone giustamente dei contributi annuali da tutti? Perché chi lavora deve avere accesso a una pensione».
Il pericolo, però, colpisce l'intero sistema politico: «Se tolgo del tutto le integrazioni, è ancora possibile per coloro che non hanno soldi propri fare politica? È vero che abbiamo uno stipendio buono, che si può ridurre ma non eliminare. Quando ragioneremo su quanto costa fare il politico? Parlo di un insieme di cose che non sono soltanto affitti e collaboratori. Dobbiamo ragionare su come ridurre i costi, senza eliminare del tutto gli indennizzi. Altrimenti andiamo verso una plutocrazia, in cui solo i ricchi possono fare politica e solo chi ha un certo ceto può votare. A tutti deve essere consentito di fare politica, che costa». Discorso simile anche per la questione del rimborso elettorale, un taglio che Tremonti propone armato di scure ma che, per l'onorevole Pezzotta, porta con sé un rischio: «Sul finanziamento pubblico ai partiti, ritengo che il problema sia quello di decidere se vogliamo un sistema trasparente, oppure se preferiamo un mondo in cui le lobby condizionano la politica. Il finanziamento pubblico dei partiti non è stato pensato come una regalia: serviva a consentire il massimo della trasparenza nella politica senza renderla dipendente dai poteri economici. Che, viste anche le ultime intercettazioni, già operano nell'ombra». Certo, aggiunge ancora, «esistono delle distonie nel sistema che vanno corrette, ma continuo a pensare che bisogna garantire la vita e la sopravvivenza pubblica dei partiti con un sistema di finanziamenti che possa essere sotto l'occhio di L'articolo 49 della Costituzione è
Copyright:
Attribution Non-Commercial (BY-NC)
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd