Sei sulla pagina 1di 3

Umberto Saba 1883. Nasce il 9 marzo a Trieste.

Trieste apparteneva allora all'Impero austro-ungarico, Saba ebbe tuttavia la cittadinanza italiana per via del padre, Ugo Edoardo Poli, discendente da una nobile famiglia veneziana. La madre, Felicita Rachele Cohen, apparteneva ad una famiglia ebraica di piccoli commercianti, tradizionalmente legata alle pratiche religiose e agli affari. Quando ebbe il figlio, era gi stata abbandonata dal marito, un giovane "gaio e leggero" insofferente dei legami familiari (qualcun altro sostiene che probabilmente si allontan perch, sospettato di irredentismo, era ricercato dalla polizia). Il bambino fu messo a balia da una contadina slovena, Peppa Saba, la quale, avendo perso il proprio figlio, rivers su di lui il suo affetto e la sua tenerezza, finch la madre, austera e severa, lo reclam presso di s. Privo della figura paterna, diviso nel suo amore fra la madre naturale e la madre adottiva, Saba trascorse un'infanzia piuttosto difficile e malinconica, che rievoc pi tardi, soprattutto nella poesia A mia zia Regina apparsa nel Canzoniere nel 1921. Il "piccolo Berto" sar segnato da questa condizione di "figlio che ha lontano il padre":. "Non trova il primo mio vagito alcuna grazia, un sorriso della madre mia: e deserta di padre era la cuna." (A mia zia Regina) 1893-99. Compie studi irregolari (4 anni di ginnasio, mezzo anno di Imperial Regia Accademia di Commercio e Nautica), dopo di che si trova un lavoro come impiegato commerciale. "Una prigione gli s'aperse oscura; che tale luogo l'accolse nel quale fu messo, dove per la prima volta a cura si stette assidua, in potere di gente estranea [...]" (L'uomo). 1903-1904. Si stabilisce a Pisa dove frequenta all'Universit i corsi di archeologia, tedesco e latino. In una lettera ad un amico parla dei suoi disturbi nervosi. 1905-06. Si trasferisce a Firenze assieme al filosofo Giorgio Fano; frequenta gli ambienti letterari della "Voce" senza per stabilire legami soddisfacenti. "A Giovanni Papini, alla famiglia che fu poi la Voce io appena e mai non piacqui. Ero fra loro di un'altra specie". 1907-08. Servizio militare a Salerno, un'esperienza che si rifletter nei Versi militari. 1909. Ritornato a Trieste, in febbraio sposa Carolina Wlfler, la Lina del Canzoniere. 1910. Nasce la figlia Linuccia. Abita a Montebello, alla periferia di Trieste, dove scrive le poesie di Casa e campagna (1909-1910), cui seguiranno quelle di Trieste e una donna (1910-1912). 1911. Esce a Firenze, con prefazione di Silvio Benco, un volume di Poesie firmato con lo pseudonimo di Saba, che l'autore si fa "cedere" dall'amico Giorgio Fano, che lo aveva gi adottato. 1912. Si stabilisce a Bologna, dove collabora sporadicamente con "Il resto del Carlino". La "Libreria della Voce" pubblica Coi miei occhi. Il mio secondo libro di versi (divenuto in seguito Trieste e una donna). A Bologna scrive quasi tutte le poesie di La serena disperazione. con lui anche la moglie Lina. "Di nuovo ero con lei quando a Bologna, per quelle anguste rosse vie a me care, la serena cantai Disperazione". Negli anni tra il 1910 e il 1915, Saba era triste e solitario a causa delle innumerevoli discussioni con la madre; infine rifiut il cognome paterno e in omaggio alla nutrice slovena scelse di chiamarsi Saba (da Sabaz, il cognome della nutrice, appunto). 1915-18. Si schiera dalla parte di chi chiede l'intervento dell'Italia in guerra. Prende parte alla guerra, assegnato a ruoli amministrativi, lasciandone una traccia in Poesie scritte durante la guerra. 1919. Acquista e gestisce una libreria antiquaria, la "Libreria antica e moderna": insieme alla poesia sar l'occupazione di tutta la sua vita. Al proposito scrive a Giacomo Debenedetti, nel 1924: "Senza intendermi affatto e nella citt pi refrattaria a questo genere di affari, sono riuscito a mettere su un'azienda. Proprio dal nulla. Sono pi fiero di questo che del Canzoniere". Pubblica intanto varie raccolte di versi in tirature limitate. 1921. Pubblica, a Trieste, la prima edizione del Canzoniere. La pubblicazione in 500 esemplari ed fatta a proprie spese. Altre singole raccolte si susseguono negli anni successivi. 1928. La rivista "Solaria" gli dedica un numero monografico. La crisi nervosa che gi lo affligge raggiunge un grado pericoloso di insostenibilit; confessa a Giacomo Debenedetti nel 1929: "Avevo gi scritto tre lettere di commiato e mi si affacciava giorno per giorno la necessit del suicidio. Un giorno venne a trovarmi un amico e mi consigli una cura psicanalitica" (dal 1929 Saba si sottopose a cure psicoanalitiche spesso intense).

1938. Cerca inutilmente una sistemazione a Parigi, per sfuggire alla situazione politica italiana e alle leggi razziali. Intanto ha continuato a pubblicare singole raccolte. Nel 1939 torna a Roma dove si nasconde in casa Ungaretti. 1943-45. Dopo l'armistizio dell'8 settembre costretto ad abbandonare Trieste e vive, in mezzo a mille difficolt, a Firenze (dove protetto da Eugenio Montale e da altri intellettuali antifascisti), Milano, Roma. Esce presso Einaudi la seconda edizione del Canzoniere accresciuto di tutta la produzione posteriore al 1921. Questa seconda edizione ottenne i massimi e unanimi riconoscimenti di una critica che in precedenza era stata, generalmente fredda. Negli anni seguenti continua a pubblicare singole raccolte. 1946 Con il riconoscimento della sua statura di poeta, che si consolida nel dopoguerra, giungono anche le prime importanti attestazioni pubbliche: nel 1946 riceve il Premio Viareggio. 1950. I suoi disturbi nervosi si aggravano; ricoverato per lunghi periodi in cliniche; ricorre alla morfina. 1953. Scrive Ernesto. Riceve il Premio dell'Accademia dei Lincei e la laurea honoris causa dell'Universit di Roma. ricoverato in una clinica romana. 1957. Muore di infarto il 25 agosto alla clinica San Giusto di Gorizia, da dove non pi uscito dopo la morte della moglie, avvenuta, dopo un lungo declino fisico e mentale, il 26 novembre 1956. Le opere La poesia di Saba semplice e chiara. Nella forma adopera le parole dell'uso quotidiano e nei temi ritrae gli aspetti della vita quotidiana, anche i pi umili e dimessi, luoghi, persone, paesaggi, animali, avvenimenti, Trieste con le sue strade, le partite di calcio... Una vera e propria dichiarazione di poetica la possiamo leggere nella lirica Il borgo della raccolta da Cuor morituro (1925-1930): "La fede avere di tutti, dire parole, fare cose che poi ciascuno intende, e sono, come i bimbi e le donne, valori di tutti". Il Canzoniere, da lui concepito come autobiografia totale, raccoglie tutte le sue poesie (ne diede varie edizioni sempre accresciute: nel 1921, 1945, 1948, 1957 e, per ultimo, nel 1961). I temi della sua poesia sono Trieste, la citt natale, il mare, come simbolo di fuga e di avventure spirituali, gli affetti personali e familiari (principalmente Lina, la moglie, e Linuccia, la figlia), le memorie dell'infanzia, il rapporto con la natura e le riflessioni sull'attualit. Il Canzoniere progettato secondo il disegno di un itinerario poetico che segue fedelmente quello della vita dell'autore: "E il libro, nato dalla vita, dal "romanzo" della vita era esso stesso, approssimativamente, un piccolo romanzo. Bastava lasciare alle poesie il loro ordine cronologico; non disturbare, con importune trasposizioni, lo spontaneo fluire e trasfigurarsi in poesia della vita". Sono parole di Saba, tratte dal commento in terza persona che, sotto lo pseudonimo di Giuseppe Carimandrei, il poeta elabor tra il 1944 e il 1947 con il titolo di Storia e cronistoria del Canzoniere. La struttura del Canzoniere si pone quindi come parallela al flusso continuo e ininterrotto della vita dell'autore, narrandone poeticamente gli eventi significativi. Prose, 1964, accoglie tutta la produzione in prosa: Ricordi-Racconti, 1910-1947 comprende la sezione Gli ebrei del 1910 -1912, costituita da bozzetti e descrizioni delle abitudini di vita della comunit ebraica di Trieste; Il ghetto di Trieste; le Sette Novelle del 1912-13 (fra le quali la famosa La gallina letta psicanaliticamente dal Lavagetto nel suo saggio "La gallina di Saba") e altre sezioni e frammenti. Scorciatoie e Raccontini, del 1934-48, Storia e cronistoria del Canzoniere, scritta dal 1940 al 1947. Ernesto, scritto dal maggio al settembre 1953, uscito postumo nel 1975 Sullo sfondo di una Trieste fine secolo, rievocazione e descrizione di inquietudini e ambigue curiosit adolescenziali con una forte componente autobiografica. Il protagonista, Ernesto, un ragazzo che vive con la madre (sotto la vigile tutela della zia); studia il violino, legge molto e ha qualche idea vagamente socialista. Fa anche il praticante presso un venditore all'ingrosso di farina. Qui un compagno di lavoro poco pi

che ventenne lo inizia a una relazione omosessuale, che egli all'inizio accetta spinto soprattutto dalla curiosit. In seguito ha un rapporto con una matura prostituta, Tanda, vissuto con un turbato disagio - e qui Saba un narratore di estrema delicatezza - perch nella sua mente la figura della prostituta si confonde e si sovrappone con quella della balia della sua infanzia. Nell'ultimo capitolo, Ernesto ad un concerto incontra un giovane, Ilio, "bello", "sicuro di s", "superbo addirittura", col quale sente un irresistibile bisogno di parlare, di comunicare. Il capitolo si conclude (o si interrompe) proprio sull'avvio di questa comunicazione...

Potrebbero piacerti anche