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Biotecnologie 1

La biotecnologia è una tecnologia che utilizza esseri viventi, loro componenti o prodotti per
produrre qualcosa di utile all’uomo.
Tradizionali: fase I utilizzo empirico, non basati su principi teorici (pane, formaggio)
Avanzate: fase II il cambiamento è il microscopio (1680) inizia la comprensione dei fatti empirici.
Pasteur è il padre della biotecnologia, inventa vaccino per la rabbia.
Applicate al campo farmaceutico: fase III Fleming scopre penicillina.
Innovative: IV fase prima molecola chimerica di DNA (1973)
Tra la fase II e il 1973 ci sono 2 momenti importanti: scoperta DNA e isolamento enzimi di
restrizione (tagliano il DNA in punti prestabiliti).
Cambi di applicazione: medicina, agricoltura, energia… In Italia il settore biotecnologico è fertile.
Farmaci di tipo biotecnologico: cancro e condizioni relative, malattie autoimmuni, HIV, diabete,
malattie cardiovascolare. I farmaci biologici vengono ottenuti mediante procedimenti di produzione
diversi dalla sintesi chimica, per estrazione di materiali grezzi da colture di cellule non modificate.
I farmaci biotecnologici invece derivano da estrazione da organismi modificati (dopo
purificazione).
Essendo farmaci di natura proteica la loro sintesi e sviluppo è diverso. L’industria farmaceutica ha
dovuto cambiare a livello: scaling up, product developmente, sviluppo preclinico e clinico,
stoccaggio.
Processo di produzione diverso: fase produzione, purificazione (solo con processi cromatografici),
formulazione e filling (le proteine si denaturano), manipolazione prodotto finito.
DNA ricombinante
Il DNA è responsabile dell’ereditarietà dell’informazione, le cellule batteriche sono in grado di
assumere spontaneamente il DNA. Si introduce il DNA esogeno all’interno della cellula. I primi
tentativi fallirono. Alcune cellule non possono assumerlo, il DNA esogeno non si conserva (per la
conservazione è necessario che si replichi in modo autonomo o che si integri con quello della
cellula ricevente).
Il superamento è avvenuto con tecnologia FNA ricombinante, modifica del patrimonio genetico di
un organismo inserendo frammenti DNA o molecole di DNA capaci di mantenersi replicandosi
autonomamente: repliconi. I repliconi trasportatori di frammenti sono chiamati vettori. Tra i più
sfruttati i plasmidi (porzione di DNA circolare capace di replicazione autonoma) ottenuti da batteri
o lieviti, piccoli e facilmente isolabili, manipolabili e sfruttabili per inserimento di porzioni di DNA
esogeno.
La scoperta dei repliconi ha portato gli scienziati all’idea di poter inserire nei repliconi una porzione
di DNA a loro sconosciuta che codifica per proteina esogena. Gli enzimi di restrizione sono stati un
grande passo avanti: possibilità di fondere DNA esogeno con quello endogeno, sono endonucleasi
che tagliano DNA su siti specifici (scindono legame fosfodiesterico). Dopo la loro scoperta altro
passo: DNA ligasi: operano in modo oposto agli enzimi di restrizione, sono capaci di ricombinare
frammenti di DNA. Entrambi lavorano in modo specifico.
Nel processo tecnico del DNA ricombinante 3 tappe operative:
- isolamento del gene di interesse da organismo donatore mediante taglio con enzima
specifico
- Scelta del vettore appropriato (tagliato dallo stesso enzima)
- Ricombinazione delle due entità (ligasi)

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