Il rachide è costituito dalle vertebre che sono i suoi elementi base, 33 in tutto di cui:
7 cervicali
12 toraciche
5 lombari
5 sacrali
4 coccigee
La loro struttura anatomica è caratterizzata da una porzione anteriore, il corpo vertebrale e da una
porzione posteriore, l'arco, simile ad un ferro da cavallo all'interno del quale scorre il midollo
spinale. In questa sede sono presenti - disposti parallelamente rispetto all'asse maggiore del corpo
vertebrale - due processi trasversi e, perpendicolarmente, il processo spinoso. Particolarmente
importanti sono i processi articolari che mettono direttamente in contatto, mediante le rispettive
faccette, gli archi delle vertebre sovrastanti e sottostanti. Tali elementi anatomici si sovrappongono
gli uni sugli altri come una lunga fila di "dadi". Fra ogni corpo vertebrale si inserisce il disco
intervertebrale che oltre a separare i corpi vertebrali ha una importante funzione di ammortizzatore.
La struttura anatomica del rachide è costituita da vari elementi mobili, distinti gli uni dagli altri e
connessi fra loro da numerosi elementi fibro-ligamentosi, che le conferiscono una notevole
resistenza meccanica e una grande capacità di armonizzazione del movimento. La colonna
vertebrale sorregge il capo, protegge il midollo spinale garantendo l'uscita dei nervi spinali, è asse
portante nei complessi movimenti del tronco e partecipa ai movimenti di espansione dell'apparato
costale nella dinamica respiratoria. Infine, ha il compito di ammortizzare i colpi e i contraccolpi che
il corpo, nel muoversi, subisce. In questa funzione è aiutata dalla presenza delle curve rachidee,
infatti la lordosi lombare, la cifosi dorsale e la lordosi cervicale sono tre curve mobili che
conferiscono elasticità al rachide e ne aumentano la resistenza alle sollecitazioni di compressione
assiale. La componente delle forze che agiscono sulla colonna viene suddivisa in 80% anteriore e
20% posteriore. I corpi vertebrali e i dischi intersomatici lavorano in distrazione su stress assiali,
mentre la colonna posteriore agisce come una catena articolata e tesa, subendo sollecitazioni in
compressione conseguenti all'azione dei muscoli intervertebrali.
Disco intervertebrale
una parte centrale, il nucleo polposo, formata da una sostanza gelatinosa costituita per
oltre l'88% di acqua;
una parte anulare esterna, l'anello fibroso, caratterizzata da strutture fibro-cartilaginee
disposte in strati concentrici attorno al nucleo centrale. La parte anteriore diretta verso
l'addome è abitualmente più spessa e forte della corrispondente parte posteriore
La funzione del nucleo polposo è quella di ridistribuire le forze di compressione nei vari
segmenti del rachide, permettendo alle vertebre significativi micro-movimenti in ogni
direzione, che sommandosi si traducono in quei movimenti di grande ampiezza che
caratterizzano la nostra colonna vertebrale
L'anello fibroso, invece, ha funzione di mantenere a stretto contatto i corpi vertebrali, di
contenere il nucleo polposo e di resistere alla tensione
Poiché, a differenza della parte periferica (porzioni periferiche dell'anulus), la parte centrale
del disco è completamente sprovvista di vasi, il nutrimento di quest'ultima avviene per
processi di osmosi, di diffusione e, soprattutto, grazie a un meccanismo di pompa per il
quale una diminuzione di pressione facilita l'ingresso di sostanze nutritizie e rallenta
l'espulsione di cataboliti, mentre il suo incremento determina la condizione inversa
(Caillet,1973; Kapandji,1974; Kroemer,1985). Per garantire la salute del disco, l' optimum
del processo nutritivo è determinato dal costante alternarsi di condizioni di carico e scarico
attorno a un valore soglia che si aggirerebbe intorno agli 80 Kg di pressione intradiscale
lombare (il valore soglia è l' elemento discriminante tra condizioni di sovraccarico e
condizioni di sottocarico). Per contro, condizioni prolungate di sovraccarico e sottocarico,
quali sono quelle che possono realizzarsi nelle posture fisse prolungate, ostacolano il
ricambio nutritizio e possono a lungo termine favorire processi di degenerazione discale
(Grieco, 1986, Kapandji, 1974)
Quando si applica una pressione sul disco (es. movimento in flessione del rachide) si ottiene
una fuoriuscita dei liquidi di nutrimento e una riduzione dello spessore del disco stesso
Per meccanismo inverso se si toglie pressione (es. durante il sonno) avviene un richiamo di
liquidi verso l'interno del disco e un ripristino della sua struttura.
La deformazione del disco è legata essenzialmente alla deformazione della sua matrice
solida se il tempo di applicazione del carico è inferiore ai due secondi, alla fuoriuscita di
acqua se il tempo di applicazione del carico è superiore ai due secondi (Turek, 1977). Nel
primo caso il cambiamento di forma del disco non è accompagnato da un cambiamento di
volume, e alla rimozione del carico il recupero della forma originaria è immediato, o quasi
(comportamento elastico); nel secondo caso si ha sempre una riduzione di volume del disco,
proporzionale alla quantità di acqua spremuta all'esterno, e il recupero della forma originaria
alla rimozione del carico richiede sempre un certo tempo.
Gli studi di Adams et al. (1994) hanno evidenziato che il disco, mantenuto sotto un carico
compressivo di 1000 Newton per due ore, si riduce in altezza di circa mm. 2
Flessione
Estensione
Rotazione destra
Rotazione sinistra
Inclinazione destra
Inclinazione sinistra
Estensione
E' eseguita dalla contrazione dei muscoli posteriori: gli erettori spinali. Durante questo movimento
il nucleo polposo del disco intervertebrale viene spinto in avanti sollecitando la porzione anteriore
dell'anello fibroso.
Flessione
Il movimento di flessione inizia da una breve contrazione dei muscoli della parete addominale, ma
effettivamente è svolto dagli erettori spinali che, allungandosi a poco a poco, contrastano la forza di
gravità evitando che il tronco cada bruscamente in avanti.
Durante questo movimento si tendono i legamenti e i muscoli posteriori, il nucleo polposo viene
spinto indietro provocando una sollecitazione della porzione posteriore dell'anello fibroso, fino a
fissurarlo e a romperlo con conseguente migrazione del nucleo.
Rotazione e Inclinazione
Questi movimenti sono effettuati dalla muscolatura addominale e da alcuni muscoli dorsali in
sinergia con gli erettori spinali; il lavoro di questi ultimi sarà tanto più intenso quanto la colonna
sarà flessa in avanti, proprio per la loro funzione antigravitaria.
I muscoli erettori spinali essendo coinvolti in tutti i movimenti del rachide subiscono col tempo un
accorciamento, con conseguente aumento della pressione sui dischi intervertebrali.
Il disco, così come l'osso, può andare incontro a lesioni progressive da fatica a seguito di
carichi cumulativi inferiori al carico di rottura o a seguito di carichi mantenuti nel tempo.
Queste consistono essenzialmente in:
fissurazioni all'interno dell'anulus, specie nella sua porzione posteriore, più sottile e meno
robusta, o a livello dei piatti vertebrali, con penetrazione al loro interno di materiale
nucleare; questo fenomeno è molto frequente nelle persone giovani e di mezza età, mentre è
raro nell'anziano a causa della bassa pressione intranucleare .
Penetrazione delle lamelle interne dell'anulus nel nucleo (fenomeno frequente nell'anziano).
Equilibrio:
Condizioni di equilibrio
Il baricentro si proietta sul terreno all'interno di una zona detta base d'appoggio
Fino a quando la proiezione del centro di gravità si mantiene all'interno della base di
appoggio si è in una condizione di equilibrio, quando tale proiezione si sposta verso la sua
periferia si perde progressivamente stabilità e si è costretti, per mantenere l'equilibrio, ad un
aumento di lavoro muscolare o a una veloce variazione della base di appoggio
La grandezza e la forma della base di appoggio sono fattori che influenzano la stabilità
Quando siamo in piedi con base instabile possiamo aumentare la base di appoggio:
allargando le gambe
con l'uso di un supporto esterno (es. un bastone)
appoggiando un ginocchio su una superficie (es. sul letto).
Principi di Stabilità
Più basso è il baricentro, maggiore è la stabilità del corpo. Si guadagna stabilità quando la
base di appoggio è orientata nella direzione del movimento. Più è ampia la base di appoggio
maggiore è la stabilità del corpo. Maggiore è l'attrito fra le superfici di supporto e le parti del
corpo a contatto con esso più il corpo è stabile. Da questo principio si desume l'importanza
delle calzature, fra i fattori che influenzano la stabilità.
Le Leve
Nella "Macchina Umana" i singoli movimenti dei diversi segmenti articolari si basano sui
meccanismi fisici delle leve.
Nella forma più tipica e conosciuta, la leva è una barra rigida che ruota attorno ad un asse, il
Fulcro, e alla quale vengono applicate due forze antagoniste:
La Potenza
La distanza della Potenza dal fulcro viene definito Braccio della Potenza.
La Resistenza
La distanza della Resistenza dal Fulcro viene definita Braccio della Resistenza.
Nel corpo umano il segmento osseo è l'asse della leva, l'articolazione è il fulcro, la forza peso è la
potenza e la forza muscolare è la resistenza, quindi la leva articolare è in equilibrio quando:
A livello del fulcro della leva, se la applichiamo alle vertebre lombari, si sommano il peso
sollevato, la forza necessaria per svolgere il compito, il peso delle strutture sovrastanti
(capo, torace, arti superiori e visceri) e la tensione generata dai muscoli e legamenti che
agiscono a questo livello
Tale somma prende il nome di sovraccarico discale
Il BMI
Il BMI è l'indice più utilizzato per ottenere una valutazione generale del proprio peso corporeo
IL Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC) è un parametro molto utilizzato per
ottenere una valutazione generale del proprio peso corporeo.
Esso mette in relazione con una semplice formula matematica l'altezza con il peso del soggetto.
Si ottiene dividendo il peso in Kg del soggetto con il quadrato dell'altezza espressa in metri.
Il risultato di tale formula classifica il soggetto in un'area di peso che può essere: normale -
sottopeso - sovrappeso - obesità di medio grado - obesità di alto grado.
BMI CONDIZIONE
< 16.5 GRAVE MAGREZZA
16-18.5 SOTTOPESO
18.5-25 NORMOPESO
25-30 SOVRAPPESO
OBESITA' DI MEDIO
30-40
GRADO
> 40 OBESITA' DI ALTO GRADO
.
Il BMI è un indice molto utile, veloce da calcolare ed adattabile alla maggior parte dei soggetti.
Tuttavia il BMI nasconde in sé dei grossi limiti soprattutto quando viene riferito ad atleti. Questo
parametro, infatti, rappresenta un calcolo approssimativo poiché non tiene conto del tipo di
costituzione fisica (longilinea, media, robusta) e delle masse muscolari del soggetto.
Entrambi i soggetti risultano obesi. In realtà la percentuale di
grasso corporeo di Mario è molto bassa mentre quella di Gianni
è elevata.
Circonferenze corporee
Le circonferenze corporee esprimono le dimensioni trasversali dei vari segmenti del corpo umano.
Si tratta di dati antropometrici molto utilizzati nella pratica clinica, tanto che il loro valore,
correttamente interpretato secondo gli standard di riferimento, permette di valutare in modo pratico,
economico e con una discreta attendibilità, numerosi fattori, tra i quali ricordiamo:
Affinché il valore misurato sia attendibile è molto importante che l'operatore rilevi le varie
circonferenze nel pieno rispetto degli standard antropometrici. Le misure, infatti, possono variare
notevolmente in relazione alle diverse condizioni fisiche e posturali: la circonferenza del braccio
misurata con il bicipite rilassato è sensibilmente inferiore rispetto a quella rilevata a muscolo
contratto; analogo discorso per la circonferenza toracica in condizioni di riposo o di massima
inspirazione.
Indicazioni generali:
rilevare le circonferenze tre volte per punto e considerare la media aritmetica come valore reale;
le circonferenze devono essere rilevate con l'estremità del metro corrispondente allo zero nella
mano sinistra; tale estremità dev'essere quindi posta sopra alla parte restante della cordella tenuta
nella mano destra;
il piano del metro deve essere parallelo al pavimento o, più precisamente, perpendicolare all'asse
longitudinale della regione corporea misurata;
la pressione applicata al metro influenza la validità e l'affidabilità della misurazione, bisogna quindi
evitare di stringerlo troppo o di mantenerlo eccessivamente allentato;
alcune circonferenze, come quelle rilevate ai glutei o alle cosce, possono variare in relazione alla
fase del ciclo mestruale (in alcune donne aumentano nei giorni che precedono il flusso per la
comparsa di edema e ritenzione idrica);
è opportuno che le misurazioni ripetute su un soggetto avvengano sempre con lo stesso strumento e
da parte dello stesso esaminatore.
Valgismo
Consistente in una predisposizione delle ginocchia verso l’interno, con i condili che arrivano a
toccarsi e il piede che poggia sulla parte esterna.
Il trattamento correttivo: consiste nell’avere un buon equilibrio muscolare
antero posteriore e sulla parte trasversale del piede.
Varismo
Ginocchio lasso
E’ caratterizzato da inabilità articolare e conseguente ginocchio instabile.
Trattamento correttivo: potenziamento del tono dell’apparato estensore con carichi crescenti.
Ginocchio flesso
difficoltà ad estendere completamente il ginocchio.
Trattamento correttivo; consiste nell’effettuare esercizi di allungamento della muscolatura
posteriore, andature sui talloni e tonificazione del muscolo quadricipite femorale.
prassia
eriva dal greco praxía, dal tema di prássō, fare. In neurologia si definisce come la capacità di compiere
correttamente gesti coordinati e diretti a un determinato fine. Un gesto abituale non deve essere pensato e
monitorato, ma si realizza senza controllo cognitivo (attentivo).
Se il gesto è nuovo il soggetto deve invece selezionare la sequenza degli atti e controllare il loro svolgimento
ed eventualmente modificare il piano. Il progetto d'azione deve cioè essere immaginato e monitorato nell'atto
della realizzazione.
Nell'individuo normale l'acquisizione di un nuovo schema motorio progredisce attraverso stadi in cui il
movimento è controllato in modo attivo e accurato. I singoli movimenti devono essere prodotti lentamente
prestando attenzione ad ogni singola azione e alle sue conseguenze. Ciascuna azione deve essere
selezionata e la sequenza deve essere assemblata e immagazzinata in memoria (ordine e timing). Con
la pratica la sequenza si consolida e diviene automatica.
Preparazione: l’azione viene eseguita molto lentamente, viene esercitato un forte controllo,
vengono curate le singole parti dell’azione;
Composizione: l’azione viene eseguita più velocemente ma vengono commessi errori di
esecuzione;
Proceduralizzazione: a questo livello l’azione viene svolta fluentemente, in modo routinario,
automatizzato.
Attività intenzionale
Agire sul mondo esterno e conoscerlo significa costruire strutture motorie (sequenze di movimenti ordinati
rispetto ad uno scopo e a specifiche esigenze adattive) o strutture percettive. Il bambino possiede alla
nascita un patrimonio di strutture, deve tuttavia continuamente costruirle e ricostruirle adattandole alle
specifiche condizioni ambientali. Il processo di ristrutturazione costituisce la condizione per l'acquisizione
di nuove conoscenze e competenze, per lo sviluppo di una sempre maggior destrezza e maggior capacità di
rappresentarsi il mondo esterno, di riconoscerlo e di agirvi in modo adattivo. Un modo per organizzare la
conoscenza è l'azione e l’ osservazione dei risultati delle proprie azioni. La rappresentazione dello spazio si
costruisce tramite le azioni dirette esercitate sugli oggetti. Il confronto tra esperienze provenienti da canali
differenti offre la base per rendere coerenti le esperienze e costruire categorie e concetti per classificare e
organizzare gli interventi sul mondo esterno rendendo azioni e riconoscimenti sempre più precisi. La
rappresentazione costituisce quindi una costituente fondamentale del movimento intenzionale (diretto a uno
scopo). Differenti livelli di organizzazione (e di controllo) sottostanno alla realizzazione del comportamento
intenzionale:
L'azione finalizzata consiste nell'assemblamento di atti elementari in serie e si caratterizza per una
progressiva minor variabilità maggior economia (utilizzazione dei soli atti necessari allo scopo).
Interposti fra i condili femorali e i piatti tibiali sono presenti due formazioni
fibrocartilaginee a semi-anello, chiamati menischi, la cui funzione è quella di
aumentare la congruenza articolare durante il movimento di flesso-estensione e
rotazione del ginocchio (ne consegue che l'asportazione completa dei menisco
aumenta l'instabilità rotatoria del ginocchio). Il menisco interno ha una forma di
semi-luna aperta mentre quello esterno ha una forma di "C" chiusa.
E’ importante notare come questa descrizione venga effettuata in modo oggettivo, essendo legata
all’identificazione del centro di massa che non è un punto anatomico ed è interno al corpo.
Questo pone grossi problemi quando si desidera esprimere la posizione di punti anatomici rispetto alla terna
ortogonale individuata dalle intersezioni dei piani principali, soprattutto nei nostri ambiti robotici.
Il problema si complica ulteriormente quando si considerano i singoli segmenti corporei o ossei. In questo
caso in fisiologia si continua a parlare di piano sagittale, frontale, e orizzontale del segmento corporeo o del
segmento osseo specifico. Poiché però i segmenti corporei ed ossei, salvo casi rari, non presentano ovvie
simmetrie, difficilmente si riesce ad individuare in modo unico il piano sagittale e di conseguenza anche gli
altri piani.
L'anca
L'anca è l'articolazione prossimale dell'arto inferiore ed è caratterizzata da tre gradi di libertà descritti
secondo i seguenti assi:
un asse trasversale o medio laterale situato su un piano frontale passante per il centro
dell'articolazione ed orizzontale. Rispetto a questo asse si effettuano i movimenti di flesso-
estensione;
un asse antero posteriore, posto su un piano sagittale passante per il centro dell'articolazione ed
orizzontale. Rispetto al quale si effettuano i movimenti di adduzione-abduzione,
un asse verticale che, quando l'anca è nella posizione di riferimento (soggetto in postura eretta), è
molto vicino all'asse longitudinale dell'arto inferiore (asse che congiunge la testa del femore con il
centro dei malleoli, nella posizione di postura eretta del soggetto). Rispetto a questo asse, si
effettuano movimenti di rotazione, esterna ed interna.
Questi movimenti si svolgono a livello di un’articolazione singola, articolazione che realizza, infatti, un giunto
sferico. La posizione anatomica o di riferimento per i movimenti dell'anca è quella con il soggetto in postura
eretta. Questa posizione è valida anche per l'articolazione del ginocchio e della caviglia.
L'estensione è il movimento che porta l'arto inferiore posteriormente al piano frontale. Come per la flessione
la sua ampiezza è differente a seconda che sia di tipo attivo o passivo e che avvenga a ginocchio flesso o
esteso. I valori tipici per un’estensione attiva sono: 20° e 10° rispettivamente per ginocchio esteso e
ginocchio flesso. I valori caratteristici per un’estensione passiva sono 20° e 30°, rispettivamente per un
affondo a ginocchio esteso e per ginocchio flesso tirato all'indietro.
I movimenti di abduzione e adduzione
L'abduzione è il movimento che porta l'arto inferiore esternamente allontanandolo dal piano di simmetria del
corpo. L'abduzione dell'anca, misurata come angolo tra l'asse longitudinale dell'arto inferiore e l'asse formato
dall'intersezione del piano sagittale e frontale, raggiunge i 45° se è di tipo attivo ma può arrivare a 180° in
movimenti passivi come nella "spaccata frontale" di una ballerina.
L'adduzione è il movimento che porta l’arto ad avvicinarsi al piano di simmetria del corpo umano. A causa
del contatto degli arti inferiori non esiste un movimento di adduzione "puro"; esso è possibile solo se
accompagnato da una lieve flessione o estensione dell'anca. Poiché li movimento di adduzione dipende dal
grado di flessione o estensione dell'anca non si parla di escursione angolare tipica.
Il ginocchio
Il ginocchio è l'articolazione intermedia dell'arto inferiore. E' un'articolazione che ha principalmente due gradi
di libertà, la flesso-estensione, e la rotazione interna-esterna. Il primo predomina in ampiezza sul secondo, il
quale può avvenire solamente quando il ginocchio è in posizione di flessione.
La flessione è il movimento che avvicina la faccia posteriore della gamba alla faccia posteriore della coscia.
E' considerato come il movimento che avviene rispetto ad un asse posto sul piano frontale e che attraversa
orizzontalmente i due condili femorali (asse di flesso-estensione). Poiché l'asse di flesso-estensione è
orizzontale, a causa del valgismo fisiologico del ginocchio, esso forma un angolo di 93° con l'asse della
gamba, e di 81° con il così detto asse anatomico del femore (asse della diafisi femorale). Ne consegue che
durante la flessione completa, l'asse longitudinale, della gamba non si mantiene sul piano sagittale: il tallone
si sposta medialmente, e quindi ad una flessione si accompagna sempre una adduzione.
L'estensione è il movimento per il quale, a partire dalla posizione anatomica, è possibile provocare,
passivamente, movimenti di estensione limitati a 5° o 10° a partire dalla posizione di riferimento.
I movimenti di abduzione-adduzione
Il ginocchio non possiede questo grado di libertà. Esiste tuttavia un lieve movimento che la gamba può
compiere intorno ad un asse perpendicolare all'asse di flesso-estensione e all'asse della gamba. Nella
posizione di riferimento utilizzata per la valutazione della rotazione intera-esterna la gamba presenta un
breve movimento passivo di abduzione-adduzione che però scompare del tutto a ginocchio esteso; se
questo movimento persiste anche a ginocchio esteso il comportamento va ritenuto patologico. Ad ogni
modo, a causa del valgismo fisiologico del ginocchio durante la flessione, la gamba si porta verso il piano di
simmetria del corpo, movimento che sul piano frontale può essere visto come un movimento di adduzione. Il
valore tipico di questo angolo è 10°- 15°.
La caviglia e il piede
La caviglia e le articolazioni del piede permettono a quest'ultimo un movimento caratterizzato da tre assi e
tre gradi di libertà:
un asse trasversale passante tra i malleoli: esso corrisponde all'asse di rotazione dell'articolazione
tibio-tarsica, su cui si effettuano i movimenti di flesso-estensione (flessione dorsale e flessione
plantare rispettivamente),
l'asse longitudinale della gamba intorno al quale si effettuano i movimenti di abduzione ed
adduzione,
l'asse longitudinale del piede intorno al quale si effettuano i movimenti di rotazione interna-esterna.
Mentre il movimento di flesso-estensione è conferito alla caviglia, gli altri due gradi di libertà del piede sono
da attribuire, anche se in rapporti differenti, all'articolazione astragalo-calcaneale, medio-tarsica, tarso-
metatarsica e scafo-cuboidea. Il ruolo che le articolazioni del piede rivestono in realtà é duplice, infatti oltre a
dare al piede i gradi di libertà menzionati hanno l'importante compito di adattarlo alle asperità del terreno
modificandone la sua forma, e di creare tra suolo e gamba un sistema di ammortizzatori che dia al passo
elasticità e scioltezza. Le caratteristiche cinematiche del piede risultano quindi piuttosto complesse, data
anche la natura di questa estremità e la diversità delle funzioni che è chiamata/deputata a compiere: compiti
di presa, compiti di equilibrio stazionario, compiti sensitivi, etc. Dal punto di vista della sua riproduzione
robotica questo giunto viene quindi spesso semplificato ed analizzato solo per la sua funzione nel compito di
camminamento.
I movimenti di abduzione-adduzione
La posizione di riferimento è con il piede sul piano orizzontale, in queste condizioni si ha un movimento di
abduzione quando la punta del piede si porta in dentro, verso il piano di simmetria del corpo, mentre si ha un
movimento di adduzione quando la punta del piede gira all'esterno e sì allontana dal piano di simmetria.
L'ampiezza dei movimenti di adduzione-abduzione eseguiti unicamente nel piede varia dai 35° ai 45°. Va
tenuto presente che il movimento del piede sul piano orizzontale può essere aumentato grazie alla somma
delle rotazioni esterne-interne del ginocchio e dell'anca che possono portare il piede ad abduzioni di 90°.
La chinesiologia (a volte indicata anche come cinesiologia) è una scienza che tratta lo studio del
movimento umano in tutte le sue forme.
In italiano la chinesiologia non va confusa con la kinesiologia, che presenta la stessa forma fonetica,
ma con una grafia differente. L'etimologia risulta la stessa per entrambe e fa riferimento ai termini
greci "kinésis", nel senso di movimento, e "logos", nel senso di studio (con il significato dunque di
"studio del movimento"), ma mentre la kinesiologia opera nell'ambito delle discipline terapeutiche
alternative, la chinesiologia opera nel campo delle scienze motorie.
La chinesiologia è un'attività che viene normalmente svolta in palestra; oggigiorno si assiste ad una
evoluzione della stessa disciplina, in quanto molti professionisti del settore motorio gestiscono o
lavorano in studi privati. I campi di applicazione e le potenzialità sono vaste, abbracciando
l'indirizzo educativo (educazione fisica nelle scuole, anche per portatori di handicap), preventivo
(cinesiterapia posturale, cinesiterapia per la terza età, indicata soprattutto per la degenerazione
fisiologica articolare, dell'osteopenia e della sarcopenia, ottimizzazione dei gesti tipici del fitness),
formativo e/o conservativo (cinesiterapia per le patologie vertebrali adolescenziali), ricreativo
(ginnastica con musica, animazione, giochi, ecc.), sportivo (preparazione ed ottimizzazione del
gesto atletico, allenamento specifico, ecc.), rieducativo (recupero funzionale, algie, ecc.).
Ancora oggi la cinesiterapia è associata alla sola ginnastica correttiva, termine questo assolutamente
errato nella forma e nella consistenza pratica. Per ginnastica si intende tutta una serie di movimenti
codificati o non, il cui valore terapeutico è intrinseco ed indiscusso, ma la sua esecuzione non
prescinde né da una valutazione motoria né dal conseguente e successivo ragionamento;
caratteristiche proprie della chinesiologia. Ciò condurrà l'operatore chinesiologo, alla scelta del
processo specifico adatto per il singolo caso. È da sottolineare l'importanza della chinesiologia nel
campo delle attività educative, in quanto la stretta associazione tra maturazione organica ed
esperienza motoria, o meglio neuromotoria, crea le condizioni affinché si creino le migliori
condizioni per uno sviluppo psicomotorio ottimale nei bambini, potenziandone le risorse.
Anni addietro gli Istituti Superiori di Educazione Fisica (Roma e Napoli tra i primi) promuovevano
questo percorso di studi in chinesiologia, percorso di specializzazione triennale i cui fruitori erano i
professori in educazione fisica. Successivamente in Italia è stata costituita con atto pubblico nel
1962 la Unione Nazionale Chinesiologi – U.N.C., associazione professionale che ha lo scopo di
promuovere, tutelare, vigilare e favorire le attività degli iscritti nella loro professionalità. Ad essa
possono aderire oltre ai laureati in Scienze Motorie e ai diplomati I.S.E.F. (Istituto Superiore di
Educazione Fisica) anche i soggetti in possesso dei titoli di studio rilasciati dalle ormai cessate
Accademie di Educazione Fisica.
COMPITO 23/07/2010 (domande sono in ordine casuale, in presenz di un elenco di più risposte
quelle in MAIUSCOLO sono quelle esatte!)
1. nella flessione del ginocchio ileopsoas : diventa extrarotatore dell’anca solo quando il ginocchio
è flesso a 60°, SOLO IN CATENA CINETICA APERTA, non lo diventa mai.
2. GINOCCHIO VALGO: TORSIONE TIBIALE INTERNA E TORSIONE FEMORALE
ESTERNA
3. Nel determinare il movimento il muscolo si comporta da: agonista,fissatore, sinergico, TUTTE
LE RISPOSTE SONO VERE.
6. Articolazione tibiotarsica ha: flessione dorsale di 20-30°(QST E' QLLA GIUSTA), 40-50°….
8. per studiare la kinesiologia quali componenti devo conoscere: anatomia e sistema locomotore,
biomeccanica, neurofisiologia, TUTTE LE RISPOSTE SONO VERE.
10. la forza di gravità agisce: dall’alto verso il basso, agisce su un segmento statico in equilibrio,
……, TUTTE LE RISPOSTE SONO VERE.
12. Pesata idrostatica rileva: densità corporea, il peso corporeo, volume corporeo, TUTTE LE
RISPOSTE SONO VERE!
13. BMI nel 5° percentile significa che: tutti gli altri soggetti (il 95%) sono probabilmente DI PESO
SUPERIORE, sottopeso ecc.
14. I menischi nella flessione del ginocchio: avanzano, ARRETARNO, il ME avanza e MI arretra,
il ME arretra e MI avanza
15. Nelle tabelle di BMI i dati sono elaborati e dipendono da: solo sesso, solo età, SIA SESSO KE
ETA'.
NOTA ALLA DOMANDA N°23: la curva della contrazione isotonica con il tono indicato sull'asse
delle X e il Rom su qllo delle Y dovrebbe essere una curva prettamente orizzontale, dato ke il tono
muscolare nn cambia. In caso di qst domanda kiedere spiegazioni al professore (sempre se le dara'),
altrimenti lasciar xdere....e' già un esame maledetto, nn creaiamoci problemi.