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L a Milano che voleva discutere di problemi concreti, i suoi, si è trovata proiettata quasi contro la sua volontà in una sorta di competizione nazionale sulla figura del premier, con una campagna elettorale sopra le righe, a tratti sguaiata: competizione che non aveva chiesto e di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Anziché parlare di traffico e di buche nelle strade, delle condizioni dell’aria, del verde piuttosto che della casa o degli immigrati, ha assistito stupita a una sorta di chiamata alle armi per una guerra che non aveva dichiarato né capito. Se a tutto ciò si aggiunge che rispetto agli anni scorsi al blocco del centrodestra sono venuti a mancare i voti dell’Udc e quelli della componente di An che ha seguito Fini nel Fli, e soprattutto che Berlusconi non ha avuto quell’effetto trascinamento che veniva dato quasi per scontato, si ha un quadro sufficientemente chiaro per capire le dinamiche di queste elezioni amministrative che consegnano alla città un ballottaggio a parti invertite, con Letizia Moratti, sindaco uscente, costretta a inseguire lo sfidante Giuliano Pisapia, e un consistente arretramento del Pdl che si ritrova sotto quota 30 per cento, quasi gomito a gomito con il Pd.
L a Milano che voleva discutere di problemi concreti, i suoi, si è trovata proiettata quasi contro la sua volontà in una sorta di competizione nazionale sulla figura del premier, con una campagna elettorale sopra le righe, a tratti sguaiata: competizione che non aveva chiesto e di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Anziché parlare di traffico e di buche nelle strade, delle condizioni dell’aria, del verde piuttosto che della casa o degli immigrati, ha assistito stupita a una sorta di chiamata alle armi per una guerra che non aveva dichiarato né capito. Se a tutto ciò si aggiunge che rispetto agli anni scorsi al blocco del centrodestra sono venuti a mancare i voti dell’Udc e quelli della componente di An che ha seguito Fini nel Fli, e soprattutto che Berlusconi non ha avuto quell’effetto trascinamento che veniva dato quasi per scontato, si ha un quadro sufficientemente chiaro per capire le dinamiche di queste elezioni amministrative che consegnano alla città un ballottaggio a parti invertite, con Letizia Moratti, sindaco uscente, costretta a inseguire lo sfidante Giuliano Pisapia, e un consistente arretramento del Pdl che si ritrova sotto quota 30 per cento, quasi gomito a gomito con il Pd.
L a Milano che voleva discutere di problemi concreti, i suoi, si è trovata proiettata quasi contro la sua volontà in una sorta di competizione nazionale sulla figura del premier, con una campagna elettorale sopra le righe, a tratti sguaiata: competizione che non aveva chiesto e di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Anziché parlare di traffico e di buche nelle strade, delle condizioni dell’aria, del verde piuttosto che della casa o degli immigrati, ha assistito stupita a una sorta di chiamata alle armi per una guerra che non aveva dichiarato né capito. Se a tutto ciò si aggiunge che rispetto agli anni scorsi al blocco del centrodestra sono venuti a mancare i voti dell’Udc e quelli della componente di An che ha seguito Fini nel Fli, e soprattutto che Berlusconi non ha avuto quell’effetto trascinamento che veniva dato quasi per scontato, si ha un quadro sufficientemente chiaro per capire le dinamiche di queste elezioni amministrative che consegnano alla città un ballottaggio a parti invertite, con Letizia Moratti, sindaco uscente, costretta a inseguire lo sfidante Giuliano Pisapia, e un consistente arretramento del Pdl che si ritrova sotto quota 30 per cento, quasi gomito a gomito con il Pd.
1E DELLA SERA ‘@etaane|[omm 17-05-2011
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Ritaglio stapa ad uso esciusive del _destinatario, non riproducibile:
Studio Legale Pisapia
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