Sei sulla pagina 1di 13

MISURE ELETTRONICHE

MISURE ELETTRONICHE

9. RICHIAMI DI ELETTRONICA
9.1 Richiami di elettronica

Richiamiamo adesso alcune nozioni di base sugli amplificatori operazionali (OP – AMP).
Consideriamo il caso ideale:
Strumenti Elettronici Analogici

Gli strumenti elettromeccanici realizzano la trasformazione di una grandezza elettrica in una forza A= !
o in una coppia. Nasce una azione meccanica su di un indice, che fornisce una relazione univoca + !
V+
tra le grandezza misurata e la deviazione dell’indice. È importante osservare che non necessitano A Rin =
di alimentazione esterna. -
V- Vusc Rusc = "!
Gli strumenti analogici elettronici, invece, necessitano di un alimentazione esterna, come si nota !
dallo schema a blocchi sottostante : Vusc = A(V + - V -)

FIGURA 9.1 – OP-AMP ideale

Alimentazione esterna Come si può notare dalla figura 9.1, idealmente, l’amplificatore operazionale ideale presenta un
guadagno infinito ed una resistenza di ingresso ed uscita rispettivamente infinita e nulla. Nella
realtà le cose non sono così : si hanno alti valori dei resistenza di ingresso e bassi valori di
resistenza di uscita ma ovviamente mai paragonabili al caso ideale. Lo stesso per quanto concerne il
z y guadagno.
x
Sistema elettronico di Strumento
amplificazione elettro-meccanico Vediamo ora alcune configurazioni dell’amplificatore operazionale:

Amplificatore invertente

Uscita ausiliaria
R2
Uno degli svantaggi degli strumenti elettronici rispetto a quelli elettromeccanici e’ proprio quello
di avere l’alimentazione esterna oltre ad essere soggetti ad a tarature frequenti e a volte complesse; R1
presentano però ottime caratteristiche di misura , bassi consumi, sono molto robusti e hanno un
uscita elettrica supplementare da non trascurare. R2
VOUT $ # VIN
Vin R1
Gli strumenti elettromeccanici sono si autoalimentati ma presentano il problema Vout
dell’autoconsumo; inoltre e’ difficile l’integrazione con il circuito di misura e sono, a differenza
degli elettrici, molto più fragili. Buone le caratteristiche di misura ed affidabilità

FIGURA 9.2 – Amplificatore invertente

GUADAGNO:

VOUT R
$# 2 (9.1)
VIN R1

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 155


RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 156
MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

Amplificatore non invertente Inseguitore di tensione (buffer)

R2 R1 % R2
R1 VOUT $ VIN
R1 GUADAGNO UNITARIO = 1

Aid = 1
Vin + R (
Vout VOUT $ ))1% 2 && , VIN Vin Vusc
* R1 '

FIGURA 9.5 – Buffer


FIGURA 9.3 – Amplificatore non invertente

Una delle caratteristiche fondamentali è quella di avere un guadagno UNITARIO cioè A = 1. È un


GUADAGNO: dispositivo molto utile negli strumenti di misura (ha una RIN $ e una ROUT $ 0 ; ad esempio
nell’amplificatore per strumentazione è utile per non alterare il segnale o i segnali che si stanno
VOUT R 1 % R 2 misurando).
$ (9.2)
VIN R1
9.2 Caratteristiche principali degli amplificatori

Guadagno
Linearità – distorsione armonica (THD)
Banda passante impedenza di ingresso
Sommatore analogico Impedenza di uscita
Dinamica dei segnali in ingresso e in uscita
Rapporto segnale – rumore (SNR)
Derive (offset, correnti, ecc…)
R1 R
V1
R2 Esempio:
V2
+V V V ( Vediamo la configurazione INVERTENTE:
Vusc $ #R)) 1 % 2 % 3 &&
V3 R3 Vusc * R1 R2 R3 ' R2
(9.3)
V out
G $
R1 V in
FIGURA 9.4 – Amplificatore sommatore
Vin R2
Vout Aid $ #
R1

FIGURA 9.6 – Amplificatore invertente (9.4)

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 157 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 158


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

Si valuti l’incertezza associata al guadagno Aid (9.4) supponendo ideale l’amplificatore + R ( +R (


operazionale. u ))1 % 2 && $ u 2 (1) % u 2 )) 2 && (9.8)
* R1 ' * R1 '
R2
Aid $ # (9.5)
R1 u 2 (1) $ 0

+R ( +R (
u)) 2 &&
R u )) 2 &&
R
u ( Aid ) $ * 1 ' , R2 consideriamo il valore assoluto R
R2 R1 $ * 1 ', 2
R2 R1
R1 R1

+R ( R2 Dato che vi è la presenza di un rapporto passo all’incertezza composta relativa:


$ u )) 2 && ,
* R1 ' R1
R2 + R2 (
R2 $ , u) && incertezza composta relativa
$ u 2 ( R2 ) % u 2 ( R1 ) , incertezza composta relativa R1 )* R1 '
R1

Supponiamo che u ( R2 ) e u ( R1 ) = u (R) quindi che le due resistenze siano uguali; otteniamo così R2
$ , u 2 ( R2 ) % u 2 ( R1 )
la seguente formula semplificata: R1

R2
u ( Aid ) $ , 2 , u ( R) (9.6) R2 u 2 ( R2 ) u 2 ( R1 )
R1 $ , 2
% 2
incertezza composta assoluta
R1 R2 R1

Siamo passati nuovamente ad un’incertezza composta assoluta!


Vediamo ora la configurazione NON INVERTENTE :

Supponiamo che u ( R2 ) e u ( R1 ) = u (R) quindi che le due resistenze siano uguali; otteniamo così
R2 la seguente formula semplificata:
V out
R1 G $
V in R2
u ( Aid ) $ , 2 , u ( R) (9.9)
R1

Vin Vout VOUT R 1 % R 2


$
VIN R1 Vediamo ora la configurazione BUFFER:

Si valuti l’incertezza associata al guadagno Aid supponendo ideale l’amplificatore operazionale.


FIGURA 9.7 – Amplificatore non invertente

u ( Aid ) $ 1 guadagno unitario e l’incertezza u ( Aid ) $ 0


Si valuti l’incertezza associata al guadagno Aid supponendo ideale l’amplificatore operazionale.

R2 Utilizzando il buffer negli strumenti di misura isoliamo l’IN dall’OUT e non alteriamo così il
Aid $ 1 % (9.7) segnale che dobbiamo analizzare.
R1

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 159 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 160


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

9.3 Amplificatore operazionale reale Sostituendo nuovamente dalla formula precedente otteniamo:

+ R (
Guadagno VO $ #a , )) - ,VO % 2 , - ,Vi && (9.15)
* R1 '
R2
R2
FIGURA 9.8 – Amplificatore invertente VO , .1 % - , a / $ # , - , a , Vi (9.16)
R1 R1
V_

R2 - , a
VO $ # , ,Vi (9.17)
Vi V+ Vo R1 1 % - , a

AMPLIFICATORE INVERTENTE:
R2 - , a
Areale $ # , GUADAGNO REALE (9.18)
Applico il Principio della Sovrapposizione Degli Effetti (P.S.D.E.) cioè faccio agire i generatori in R1 1 % - , a
modo “alternato” prima Vi e poi Vo.

Quando Vi = 0 agisce Vo e si ha:


Il prodotto - , a è detto GUADAGNO D’ANELLO ( = Gloop) e assume un ruolo importante
' R1 negli amplificatori retroazionati. Per - , a >> 1 il guadagno dell’amplificatore retroazionato tende
V# $ Vo , $- (9.10)
R2 % R1 all’espressione del guadagno per il caso ideale:

Il parametro - è detto fattore di retroazione e rappresenta la frazione della tensione di uscita che
viene riportata in ingresso. R2
Areale $ # = guadagno ideale ( Aid )dell’amplificatore invertente
R1
Quando Vo = 0 agisce Vi e si ha:
La formula del guadagno reale (precedente esposta) può essere riscritta nel seguente modo:
" R2
V# $ Vi , VO R 1 1
R2 % R1 R2 Areale = $# 2, Areale $ A(id # invertente) ,
$ ,-
R1 (9.11) Vi R1 1 % 1 1% 1
Gloop Gloop
Ottengo:

' "
Perché ottengo questa formula con il parametro Gloop?
V# TOT $ V# % V# (9.12)
Il ragionamento effettuato è il seguente:
VO $ a , .V% # V# / $ #a , V# TOT V% $ 0 perché collegato a massa! (9.13)

(9.13) è l’espressione del guadagno complessivo dell’amplificatore. Gloop = - , a guadagno d’anello (9.19)

+ R2 ( R2
VO $ #a , )) - , VO % ,Vi && $ ,- (9.14) La formula ottenuta precedentemente per il guadagno reale di un amplificatore invertente è:
R % R R1
* 1 2 '
R2 - , a
' " Areale $ # , (9.20)
Abbiamo sostituito a V# TOT (9.13) l’espressione di V# % V# (9.10 + 9.11). R1 1 % - , a

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 161 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 162


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

La (9.20) posso anche vederla espressa come:

- ,a 1
$ (verificare questa affermazione) a
1% - , a 1% 1 Areale $ GUADAGNO REALE (9.27)
- ,a 1% - , a

quindi, dato che Gloop = - , a (9.19) si ha:

Il prodotto - , a (9.19) è detto GUADAGNO D’ANELLO ( = Gloop) e assume un ruolo


1 importante negli amplificatori retroazionati. Per - , a >> 1 il guadagno dell’amplificatore
Areale $ A(id # invertente) , (9.21)
1% 1 retroazionato tende all’espressione del guadagno per il caso ideale:
Gloop
1 R 2 % R1
rimane $ = Aid guadagno ideale (9.28)
- R1

Facciamo ora il medesimo ragionamento per un:


1 1
, = Areale posso vedere la formula (9.28) anche in questo modo (9.29)
AMPLIFCATORE NON INVERTENTE: - 1% 1
-a

R2 -a = Guadagno d’anello = Gloop come nell’esempio precedente.


FIGURA 9.9 – Amplificatore non invertente
V_ !
R1 !
!
V 1 1 1
Areale = O $ , Areale $ A(id # non # invertente) ,
V+ Vo Vi - 1% 1 1% 1
Vi Gloop Gloop

Da queste considerazioni possiamo ora formulare una teoria che può essere estesa in generale.
Ragionando come abbiamo fatto precedentemente otteniamo:
!
VO $ a 0 (V % # V # ) !!!formula generale (9.22)
! FORMULA GENERALE DEL GUADAGNO REALE:
V% $ Vi (9.23)!
!
Vo , R1 1
V $ (9.24) Are $ Aid ,
# R1 % R 2 1% 1
Gloop
(9.30)
per cui sostituendo a (9.22) si ha:
Per un amplificatore invertente ho:
Vo $ aVi # -aVo R1
dove - $ (9.25)
R1 % R 2
raccogliendo :
R2
Aid $ # (9.31)
R1
VO , .1 % - , a / $ a , Vi (9.26)

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 163 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 164


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

Per un amplificatore non invertente avrò invece: L’equazione (9.33) è spesso espressa nella forma:

R2 vo $ A(vid ) % Acm (vic ) (9.34)


Aid $ 1 % (9.31)
R1
A = guadagno di modo differenziale
Acm = guadagno di modo comune
vid = .v1 # v2 / = segnale differenziale di ingresso
vic = .v1 % v2 / /2 = tensione di ingresso di modo comune

" OSSERVAZIONE: Risolvendo il sistema delle due ultime equazioni è possibile esprimere le tensioni v1 e v2 in termini
delle tensioni vic e vid :
La tensione di un amplificatore reale (cioè amplificatore operazionale con tensioni d’ingresso v1 e
v 2 ; figura 9.10) contiene altre componenti oltre alla replica del segnale di ingresso moltiplicata per vid vid
v1 $ vic % v2 $ vic # (9.35)
il fattore A (A vid ). 2 2

e il circuito di figura 9.10 si trasforma nel circuito seguente:


+
A, Acm +
+
V1 _ +
– _ Vid/2
Vo
+
GND +
V2 +
_
-

GND + + Vo = AVid + Acm Vic
GND Vic _ _ Vid/2

FIGURA 9.10: Amplificatore operazionale con tensioni di ingresso v1 e v2.


GND -
GND
In particolare un amplificatore reale presenta una componente del segnale di uscita legata alla
componente del segnale comune a entrambi gli egressi, detto tensione di ingresso di modo comune
FIGURA 9.11 - Amplificatore operazionale nel quale sono evidenziati i segnali di ingresso differenziale e di modo
vic definito da: comune.
+v %v (
vic $ ) 1 2 & (9.32)
* 2 '
Un amplificatore ideale amplifica solo il segnale differenziale di ingresso vid , mentre ilsegnale di
Il segnale di ingresso di modo comune è amplificato secondo il guadagno di modo comune Acm, e la
modo comune viene eliminato (Acm = 0). Un amplificatore reale, tuttavia, è caratterizzato da un
corrispondente tensione di uscita risulta:
valore di Acm diverso da 0, e l’equazione vo $ A(vid ) % Acm (vic ) viene spesso espressa in una forma
diversa:
+v %v (
vo $ A.v1 # v2 / % Acm , ) 1 2 & (9.33) 6 A ,v 3 6 vic 3
* 2 ' v0 $ A4vid % cm ic 1 $ A4vid % (9.36)
5 A 2 5 CMRR 12

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 165 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 166


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

Nell’equazione (9.36) il CMRR è detto Rapporto di Reiezione di Modo Comune (in inglese: ESEMPIO:
Common Mode Rejection Ratio), ed è definito dal rapporto tra A e Acm:
Supponiamo che l’amplificatore di figura 9.10 (pag. 161) presenti un guadagno differenziale pari a
250 = A e un CMRR pari a 80 dB. Si calcoli la tensione di uscita per v1 = 5.001 V e v2 = 4.999 V.
A
CMRR $ (9.37)
Acm Qual è l’errore causato dal valore finito di CMRR?

SOLUZIONE:
Il rapporto di reiezione di modo comune è sovente espresso in dB (decibel):
La specifica relativa al valore di CMRR corrisponde a un valore di CMRR pari a ± 104.
Assumiamo in questo esempio CMRR = + 104.
A
CMRRdB $ 20 log dB (9.38)
Acm La tensione di ingresso differenziale risulta:

vid = 5.001 V – 4.999 V = 0.002 V


Per un amplificatore ideale Acm = 0, e quindi il CMRR è infinito. Negli amplificatori reali di solito e quella di modo comune:
si ha A >> Acm , e il CMRR è tipicamente compreso nell’intervallo:
5.001 % 4.999
vic = $ 5.000 V
60dB 7 CMRRdB 7 120dB 2

La tensione di uscita è quindi pari a:


Un valore di 60 dB deve essere considerato relativamente basso, mentre è possibile ma difficile
ottenere un valore di 120 dB o maggiore. In genere il segno del guadagno Acm non è noto a priori. 6 A ,v 3 6 vic 3 6 5.000 3
v0 $ A4vid % cm ic 1 $ A4vid % = 250 , 40.002 % V
Inoltre, la specifica relativa al CMRR spesso esprime un limite inferiore. Il CMRR non è da 5 A 2 5 CMRR 12 5 10 4 12
sottovalutare perché esprime la qualità del mio amplificatore!

$ 250 , 80.002 % 0.00059 V

= 0.625 V

vo $ 0.625 V

In un amplificatore ideale verrebbe amplificata la sola componente vid , e la tensione di uscita


sarebbe pari a 0.500 V. Nel caso in esame l’errore relativo alla tensione di uscita, causato dal valore
finito di CMRR, è del 25 % ed è per questo che non possiamo trascurare un errore di questo tipo! È
fondamentale!

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 167 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 168


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

9.4 AMPLIFICATORE PER STRUMENTAZIONE Dalle formule (9.39) (9.41) e (9.42) otteniamo l’espressione totale della tensione di uscita:

Quando occorre amplificare la differenza tra due segnali, spesso non è possibile utilizzare un R4 + R2 (
semplicissimo amplificatore sottrattore perché la resistenza di ingresso è troppo bassa. In tal caso v0 $ # , )1 % & , .v1 # v2 / (9.43)
R3 * R1 '
possiamo realizzare un amplificatore per strumentazione (figura 9.12) ad elevate prestazioni
utilizzando 2 amplificatori non invertenti e 1 amplificatore sottrattore. Caratteristiche dell’amplificatore per strumentazione:

RIN $
V1 +
VA
1 R3 R4
ROUT $ 0
_
I
R2 Il guadagno totale è dato dal prodotto dei guadagni relativi agli amplificatori non invertenti
I_ = 0 e all’amplificatore sottrattore.
V1 _

I 2R1 3 V0
I_ = 0 Il guadagno reale è dato da:
+
V2
1
Are $ Aid ,
I R2 1% 1
_ Gloop (9.44)

2 R3 R4
VB
V2 +
GND Calcoliamo l’incertezza del guadagno reale: u . Are/ $ ?

+ (
) 1 &
FIGURA 9.12 – Amplificatore per strumentazione u . Are / $ u 2 . Aid / % u 2 ) incertezza relativa (9.45)
&
) 1 % 1Gloop &
* '

Nel circuito di figura il terzo operazionale costituisce, con le resistenze R3 e R4, un amplificatore
sottrattore la cui espressione della tensione di uscita vale:
l’incertezza relativa del guadagno reale non la trattiamo per ora; facciamo solo i calcoli relativi al
+ R4 ( guadagno d’anello:
v0 $ ) # & , .v A # v B / (9.39)
* R3 '
+ (
) 1 & + 1 (
Le tensioni v A e v B rappresentano le tensioni di uscita dei primi due amplificatori. Poiché la u) & $ u ))1 % Gloop && per la presenza di una somma passiamo all’incertezza assoluta
corrente I_ relativa agli amplificatori 1 e 2 deve essere nulla, si ha: ) 1 % 1Gloop & * '
* '
v A # I , R 2 # I .2 R1/ # I , R 2 $ vB (9.40) (
u +)1 % 1
Gloop &'
ovvero $ * incertezza composta assoluta
1 % 1 Gloop
v A # vB $ 2 , I , .R1 % R 2 / (9.41)
u +) 1 (
Gloop &'
Poiché la tensione di ingresso relativa agli amplificatori 1 e 2 deve essere pari a zero, la differenza $ * ho una divisione e passo all’incertezza relativa
(v1 # v2 ) appare direttamente ai capi della resistenza 2R1, e quindi: 1 % 1 Gloop

v1 # v 2
I$ (9.42)
2 , R1

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 169 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 170


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

( 1 9.5 DIFFERENZE TRA OP_AMP IDEALI & OP_AMP REALI


u+) 1
1 Gloop &' Gloop
$ , *
Gloop 1% 1
Gloop
AMPLIFICATORE NON INVERTENTE:
Ho moltiplicato e diviso per 1/Gloop per passare ad una incertezza relativa.
R2
u+) 1 (
$ * Gloop &'
_ –
Gloop % 1 R1

u .Gloop /
$ perché u 2 .1/ % u 2 .Gloop / Vout
Gloop % 1 Vin +
GND +

FIGURA 9.13 – Amplificatore non invertente


u .- , a /
$
1 % Gloop
IDEALE:
2 2
u .- / % u .a /
$ Ri = Ro = 0 a$
1 % Gloop
~ ~
Alla fine dei calcoli otteniamo che: REALE: guadagno a , resistenza differenziale Rid , resistenza d’uscita Ro

+ ( Nel caso reale la Rout ; 0 :


) 1 & u 2 .- / % u 2 .a /
u) & $ $ (9.46)
) 1 % 1Gloop & 1 % Gloop
* ' R2
I1 –
I_ I2
_ Ix
Se Gloop = si ha che u . Are/ $ u . Aid / e Are : Aid R1
V1 + –
Vid Ro
+
+ Io
GND Avid Vx

+ GND
GND

GND
FIGURA 9.14 – Circuito per il calcolo della resistenza d’uscita per un amplificatore non invertente in cui è evidenziato
il generatore di tensione Aid e la resistenza Ro.

Considerando il circuito di figura 9.14 calcoliamo il valore della resistenza d’uscita:

vX v X # a , vid
Rout $ i X $ iO % i 2 iO $ ~ (9.47)
iX Ro

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 171 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 172


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

v X $ i2 , R2 % i1 , R1 $ i2 .R1 % R2 / (9.48) Nel caso reale la Rin ; :


R2
ovvero: I1 –
I_ I2
vX _
i2 $ (9.49) R1
R1 % R2 V1
Vid Rid
+ Vo
Poiché i1 $ i2 (ipotesi) si ha i# $ 0 la tensione di ingresso vid $ #v1 e si ottiene: +
GND Avid
Ix + GND
R1
v1 $ , vX $ - , vX (9.50)
R1 % R2
+
Vx

Considerando tutte le formule dalla (9.47) alla (9.50) si ha:

GND
1 i 1 % a- 1
$ X $ ~ % (9.51)
Rout v X Ro R1 % R2
FIGURA 9.15 – Circuito per il calcolo della resistenza d’ingresso dell’amplificatore non invertente

La formula (9.51) posso anche vederla nel seguente modo:

~ Analizziamo ora l’effetto di un valore finito della resistenza di ingresso dell’amplificatore


Ro operazionale (circuito di figura 9.15) sulla resistenza di ingresso della configurazione non
Rout $ // .R1 % R2 / (9.52)
1 % a- invertente.

v v
Nei casi pratici il valore di RO 1 % a- risulta molto inferiore rispetto a .R1 % R2 / e l’espressione i X ! X~ 1 (9.55)
Rid
della resistenza di uscita (9.52) può essere semplificata come segue:
la tensione v1 è pari a:
~
Ro
Rout : (9.53) v1 ! i1 $ R1 ! "i2 i # $ R1 % i2 $ R1 (9.56)
1 % a-

L’equazione (9.56) è stata semplificata assumendo che la corrente di ingresso i dell’amplificatore


La (9.53) può anche essere scritta come:
operazionale possa ritenersi trascurabile rispetto alla corrente i2 . L’approssimazione utilizzata è
~ equivalente ad assumere i1 % i2 , e permette di esprimere la tensione v1 utilizzando la legge del
Ro partitore di tensione:
Rout : (9.54)
1 % Gloop
R1
v1 ! $ vO ! ' $ vO ! ' "a $ vid # ! a' "v X v1 # (9.57)
La (9.54) vale sia per un op_amp invertente che per un op_amp non invertente!!! R1 & R2

L’effetto della retroazione nei circuiti analizzati è quello di ridurre la resistenza di uscita per Esprimendo v1 in funzione di v X si ottiene:
entrambi gli amplificatori a un valore inferiore a quello presentato dagli amplificatori operazionali.
Il valore della resistenza di uscita è in effetti molto basso e rappresenta ai fini pratici una buona a'
approssimazione del valore relativo ad u amplificatore ideale (Rout = 0). Questo è l’effetto della v1 ! $ vX (9.58)
1 & a'
retroazione parallelo all’uscita, in cui la rete di retroazione è appunto collegata in parallelo
all’uscita.

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 173 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 174


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

Sostituendo la relazione (9.58) in (9.55) si ottiene l’espressione della resistenza di ingresso: Nel caso reale la Rout ) 0 :
a'
vX $ vX
1 & a' vX La resistenza di uscita ha lo stesso valore trovato per l’amplificatore non invertente:
iX ! ! (9.59)
Rid "1 & a' # $ Rid
~
Ro
Rout % (9.63) = (9.53)
1 & a'

~
RIN ! R id $ "1 & a' # (9.60) La (9.63) può anche essere scritta come:

~
La (9.60) si può anche scrivere come: Ro
Rout % (9.64)
1 & Gloop
~
RIN ! R id $ "1 & Gloop # (9.61)
La (9.64) vale sia per un op_amp invertente che per un op_amp non invertente!!!
Le espressioni (9.60) e (9.61) sono equivalenti e sono valide solo per l’amplificatore non invertente!

Nel caso reale la Rin ) ( :

AMPLIFICATORE INVERTENTE: R2
I1
I_ + I2
R2 _
R1
Ix V_
Vin _ Vid Rid
R1
– + Vo
+
+ Avid
Vx –
Vout – GND
+
+
GND GND

GND FIGURA 9.17 – Circuito per il calcolo della resistenza d’ingresso dell’amplificatore invertente
FIGURA 9.16 – Amplificatore invertente

Analizziamo ora l’effetto di un valore finito della resistenza di ingresso dell’amplificatore


IDEALE: operazionale sulla resistenza di ingresso della configurazione invertente.

Ri = ( Ro = 0 a!( La resistenza di ingresso dell’amplificatore invertente può essere determinata utilizzando il circuito
di figura 9.17:
~ ~
REALE: guadagno a , resistenza differenziale Rid , resistenza d’uscita Ro vX
Rin ! (9.65)
iX

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 175 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 176


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

Il segnale di prova v X può essere espresso da: La resistenza di ingresso complessiva dell’amplificatore invertente risulta:
v
v X ! i X $ R1 & v e Rin ! R1 & (9.66)
iX ~ / R ,
Rin ! R1 & R id // - 2 * (9.70)
.1& a +
~
La resistenza di egresso complessiva Rin è pari alla somma di R1 e della resistenza che si osserva Solitamente R id assume valori elevati e la formula (9.70) può essere semplificata come segue:
all’ingresso dell’amplificatore operazionale, che può essere determinata utilizzando il circuito di
figura 9.18: / R ,
Rin % R1 & - 2 * (9.71)
.1& a +

R2

I_ – I2
_
I1 V_
Vid Rid
+ Vo
+
+ Avid
V1 +
– GND

GND GND

FIGURA 9.18 – Circuito per il calcolo della resistenza d’ingresso dell’amplificatore invertente; è stata rimossa la
resistenza R1.

Qui la corrente di ingresso risulta:

v v v v v & a $ v1
i1 ! i & i2 ! ~ 1 & 1 O ! ~ 1 & 1 (9.67)
Rid R2 Rid R2

Utilizzando la relazione (9.67) la conduttanza di ingresso può essere espressa nella forma:

i1 1 1& a
G1 ! ! ~ & (9.68)
v1 Rid R2

la conduttanza è espressa come somma di due conduttanze. La resistenza equivalente che si osserva
al terminale invertente è data quindi dal parallelo di due resistenze:

~ / R ,
R id // - 2 * (9.69)
.1& a +

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 177 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 178


MISURE ELETTRONICHE MISURE ELETTRONICHE

9.6 Linearità 9.7 Banda Passante

Distorsione armonica (THD) E’ definita come la frequenza alla quale il guadagno si riduce di 3db rispetto al centro banda .

Consideriamo la situazione : vo ! A $ vi vi ! D.C.

se per Vin =V1 0 Vusc= GV1


Esiste una funzione f tale che vo ( f ) 1 A $ vi ( f )
se per Vin =V2 0 Vusc= GV2

se per Vin =V1+ V2 0 Vusc= G(V1+ V2)


G dB ! 20Log 10 (G)
diremo che lo stadio è lineare.
A (dB)
VOUT
Ideale

Reale

VIN f* f (Hz)
V*

FIGURA 9.20 – Guadagno di tensione in funzione della frequenza per un op_amp in scala logaritmica

FIGURA 9.19 – Caratteristiche dell’op_amp

In realtà (figura 9.19)non è sempre scontato che si abbia questa caratteristica! La retta idealmente A( f *) ! A(0) 3dB
dovrebbe passare per l’origine!

In realtà l’amplificatore reale non gode di Linearità , anzi presenta una distorsione che si ripercuote f * ! banda passante del mi circuito; è una frequenza tale per cui il guadagno cala di 3 dB.
sull’uscita dando origine a più armoniche multipli della fondamentale.

Un parametro che ci da informazioni sulla distorsione armonica totale e’ il THD :

Altre caratteristiche
Vueff ( f 1) 2 & Vueff ( f 2 ) 2 & ...
THD = (9.72)
Vueff ( f 1) 2 In un amplificatore di misura è importante tenere in considerazioni alcuni altri parametri quali :

- L’impedenza di ingresso
- L’impedenza di uscita
Ho sommato tutte le ampiezze di tutte le righe spettrali al quadrato. Al denominatore ho la
- la dinamica dei segnali in ingresso e in uscita
fondamentale.
- Il rapporto segnale-rumore (SNR)
- Le derive
Ho due casi:

Se THD = 1 caratteristica IDEALE

Se THD > 1 caratteristica REALE

RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 179 RICHIAMI DI ELETTRONICA DI BASE 180

Potrebbero piacerti anche