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MISURE ELETTRONICHE
9. RICHIAMI DI ELETTRONICA
9.1 Richiami di elettronica
Richiamiamo adesso alcune nozioni di base sugli amplificatori operazionali (OP – AMP).
Consideriamo il caso ideale:
Strumenti Elettronici Analogici
Gli strumenti elettromeccanici realizzano la trasformazione di una grandezza elettrica in una forza A= !
o in una coppia. Nasce una azione meccanica su di un indice, che fornisce una relazione univoca + !
V+
tra le grandezza misurata e la deviazione dell’indice. È importante osservare che non necessitano A Rin =
di alimentazione esterna. -
V- Vusc Rusc = "!
Gli strumenti analogici elettronici, invece, necessitano di un alimentazione esterna, come si nota !
dallo schema a blocchi sottostante : Vusc = A(V + - V -)
Alimentazione esterna Come si può notare dalla figura 9.1, idealmente, l’amplificatore operazionale ideale presenta un
guadagno infinito ed una resistenza di ingresso ed uscita rispettivamente infinita e nulla. Nella
realtà le cose non sono così : si hanno alti valori dei resistenza di ingresso e bassi valori di
resistenza di uscita ma ovviamente mai paragonabili al caso ideale. Lo stesso per quanto concerne il
z y guadagno.
x
Sistema elettronico di Strumento
amplificazione elettro-meccanico Vediamo ora alcune configurazioni dell’amplificatore operazionale:
Amplificatore invertente
Uscita ausiliaria
R2
Uno degli svantaggi degli strumenti elettronici rispetto a quelli elettromeccanici e’ proprio quello
di avere l’alimentazione esterna oltre ad essere soggetti ad a tarature frequenti e a volte complesse; R1
presentano però ottime caratteristiche di misura , bassi consumi, sono molto robusti e hanno un
uscita elettrica supplementare da non trascurare. R2
VOUT $ # VIN
Vin R1
Gli strumenti elettromeccanici sono si autoalimentati ma presentano il problema Vout
dell’autoconsumo; inoltre e’ difficile l’integrazione con il circuito di misura e sono, a differenza
degli elettrici, molto più fragili. Buone le caratteristiche di misura ed affidabilità
GUADAGNO:
VOUT R
$# 2 (9.1)
VIN R1
R2 R1 % R2
R1 VOUT $ VIN
R1 GUADAGNO UNITARIO = 1
Aid = 1
Vin + R (
Vout VOUT $ ))1% 2 && , VIN Vin Vusc
* R1 '
Guadagno
Linearità – distorsione armonica (THD)
Banda passante impedenza di ingresso
Sommatore analogico Impedenza di uscita
Dinamica dei segnali in ingresso e in uscita
Rapporto segnale – rumore (SNR)
Derive (offset, correnti, ecc…)
R1 R
V1
R2 Esempio:
V2
+V V V ( Vediamo la configurazione INVERTENTE:
Vusc $ #R)) 1 % 2 % 3 &&
V3 R3 Vusc * R1 R2 R3 ' R2
(9.3)
V out
G $
R1 V in
FIGURA 9.4 – Amplificatore sommatore
Vin R2
Vout Aid $ #
R1
+R ( +R (
u)) 2 &&
R u )) 2 &&
R
u ( Aid ) $ * 1 ' , R2 consideriamo il valore assoluto R
R2 R1 $ * 1 ', 2
R2 R1
R1 R1
Supponiamo che u ( R2 ) e u ( R1 ) = u (R) quindi che le due resistenze siano uguali; otteniamo così R2
$ , u 2 ( R2 ) % u 2 ( R1 )
la seguente formula semplificata: R1
R2
u ( Aid ) $ , 2 , u ( R) (9.6) R2 u 2 ( R2 ) u 2 ( R1 )
R1 $ , 2
% 2
incertezza composta assoluta
R1 R2 R1
Supponiamo che u ( R2 ) e u ( R1 ) = u (R) quindi che le due resistenze siano uguali; otteniamo così
R2 la seguente formula semplificata:
V out
R1 G $
V in R2
u ( Aid ) $ , 2 , u ( R) (9.9)
R1
R2 Utilizzando il buffer negli strumenti di misura isoliamo l’IN dall’OUT e non alteriamo così il
Aid $ 1 % (9.7) segnale che dobbiamo analizzare.
R1
9.3 Amplificatore operazionale reale Sostituendo nuovamente dalla formula precedente otteniamo:
+ R (
Guadagno VO $ #a , )) - ,VO % 2 , - ,Vi && (9.15)
* R1 '
R2
R2
FIGURA 9.8 – Amplificatore invertente VO , .1 % - , a / $ # , - , a , Vi (9.16)
R1 R1
V_
R2 - , a
VO $ # , ,Vi (9.17)
Vi V+ Vo R1 1 % - , a
AMPLIFICATORE INVERTENTE:
R2 - , a
Areale $ # , GUADAGNO REALE (9.18)
Applico il Principio della Sovrapposizione Degli Effetti (P.S.D.E.) cioè faccio agire i generatori in R1 1 % - , a
modo “alternato” prima Vi e poi Vo.
Il parametro - è detto fattore di retroazione e rappresenta la frazione della tensione di uscita che
viene riportata in ingresso. R2
Areale $ # = guadagno ideale ( Aid )dell’amplificatore invertente
R1
Quando Vo = 0 agisce Vi e si ha:
La formula del guadagno reale (precedente esposta) può essere riscritta nel seguente modo:
" R2
V# $ Vi , VO R 1 1
R2 % R1 R2 Areale = $# 2, Areale $ A(id # invertente) ,
$ ,-
R1 (9.11) Vi R1 1 % 1 1% 1
Gloop Gloop
Ottengo:
' "
Perché ottengo questa formula con il parametro Gloop?
V# TOT $ V# % V# (9.12)
Il ragionamento effettuato è il seguente:
VO $ a , .V% # V# / $ #a , V# TOT V% $ 0 perché collegato a massa! (9.13)
(9.13) è l’espressione del guadagno complessivo dell’amplificatore. Gloop = - , a guadagno d’anello (9.19)
+ R2 ( R2
VO $ #a , )) - , VO % ,Vi && $ ,- (9.14) La formula ottenuta precedentemente per il guadagno reale di un amplificatore invertente è:
R % R R1
* 1 2 '
R2 - , a
' " Areale $ # , (9.20)
Abbiamo sostituito a V# TOT (9.13) l’espressione di V# % V# (9.10 + 9.11). R1 1 % - , a
- ,a 1
$ (verificare questa affermazione) a
1% - , a 1% 1 Areale $ GUADAGNO REALE (9.27)
- ,a 1% - , a
Da queste considerazioni possiamo ora formulare una teoria che può essere estesa in generale.
Ragionando come abbiamo fatto precedentemente otteniamo:
!
VO $ a 0 (V % # V # ) !!!formula generale (9.22)
! FORMULA GENERALE DEL GUADAGNO REALE:
V% $ Vi (9.23)!
!
Vo , R1 1
V $ (9.24) Are $ Aid ,
# R1 % R 2 1% 1
Gloop
(9.30)
per cui sostituendo a (9.22) si ha:
Per un amplificatore invertente ho:
Vo $ aVi # -aVo R1
dove - $ (9.25)
R1 % R 2
raccogliendo :
R2
Aid $ # (9.31)
R1
VO , .1 % - , a / $ a , Vi (9.26)
Per un amplificatore non invertente avrò invece: L’equazione (9.33) è spesso espressa nella forma:
" OSSERVAZIONE: Risolvendo il sistema delle due ultime equazioni è possibile esprimere le tensioni v1 e v2 in termini
delle tensioni vic e vid :
La tensione di un amplificatore reale (cioè amplificatore operazionale con tensioni d’ingresso v1 e
v 2 ; figura 9.10) contiene altre componenti oltre alla replica del segnale di ingresso moltiplicata per vid vid
v1 $ vic % v2 $ vic # (9.35)
il fattore A (A vid ). 2 2
Nell’equazione (9.36) il CMRR è detto Rapporto di Reiezione di Modo Comune (in inglese: ESEMPIO:
Common Mode Rejection Ratio), ed è definito dal rapporto tra A e Acm:
Supponiamo che l’amplificatore di figura 9.10 (pag. 161) presenti un guadagno differenziale pari a
250 = A e un CMRR pari a 80 dB. Si calcoli la tensione di uscita per v1 = 5.001 V e v2 = 4.999 V.
A
CMRR $ (9.37)
Acm Qual è l’errore causato dal valore finito di CMRR?
SOLUZIONE:
Il rapporto di reiezione di modo comune è sovente espresso in dB (decibel):
La specifica relativa al valore di CMRR corrisponde a un valore di CMRR pari a ± 104.
Assumiamo in questo esempio CMRR = + 104.
A
CMRRdB $ 20 log dB (9.38)
Acm La tensione di ingresso differenziale risulta:
= 0.625 V
vo $ 0.625 V
9.4 AMPLIFICATORE PER STRUMENTAZIONE Dalle formule (9.39) (9.41) e (9.42) otteniamo l’espressione totale della tensione di uscita:
Quando occorre amplificare la differenza tra due segnali, spesso non è possibile utilizzare un R4 + R2 (
semplicissimo amplificatore sottrattore perché la resistenza di ingresso è troppo bassa. In tal caso v0 $ # , )1 % & , .v1 # v2 / (9.43)
R3 * R1 '
possiamo realizzare un amplificatore per strumentazione (figura 9.12) ad elevate prestazioni
utilizzando 2 amplificatori non invertenti e 1 amplificatore sottrattore. Caratteristiche dell’amplificatore per strumentazione:
RIN $
V1 +
VA
1 R3 R4
ROUT $ 0
_
I
R2 Il guadagno totale è dato dal prodotto dei guadagni relativi agli amplificatori non invertenti
I_ = 0 e all’amplificatore sottrattore.
V1 _
I 2R1 3 V0
I_ = 0 Il guadagno reale è dato da:
+
V2
1
Are $ Aid ,
I R2 1% 1
_ Gloop (9.44)
2 R3 R4
VB
V2 +
GND Calcoliamo l’incertezza del guadagno reale: u . Are/ $ ?
+ (
) 1 &
FIGURA 9.12 – Amplificatore per strumentazione u . Are / $ u 2 . Aid / % u 2 ) incertezza relativa (9.45)
&
) 1 % 1Gloop &
* '
Nel circuito di figura il terzo operazionale costituisce, con le resistenze R3 e R4, un amplificatore
sottrattore la cui espressione della tensione di uscita vale:
l’incertezza relativa del guadagno reale non la trattiamo per ora; facciamo solo i calcoli relativi al
+ R4 ( guadagno d’anello:
v0 $ ) # & , .v A # v B / (9.39)
* R3 '
+ (
) 1 & + 1 (
Le tensioni v A e v B rappresentano le tensioni di uscita dei primi due amplificatori. Poiché la u) & $ u ))1 % Gloop && per la presenza di una somma passiamo all’incertezza assoluta
corrente I_ relativa agli amplificatori 1 e 2 deve essere nulla, si ha: ) 1 % 1Gloop & * '
* '
v A # I , R 2 # I .2 R1/ # I , R 2 $ vB (9.40) (
u +)1 % 1
Gloop &'
ovvero $ * incertezza composta assoluta
1 % 1 Gloop
v A # vB $ 2 , I , .R1 % R 2 / (9.41)
u +) 1 (
Gloop &'
Poiché la tensione di ingresso relativa agli amplificatori 1 e 2 deve essere pari a zero, la differenza $ * ho una divisione e passo all’incertezza relativa
(v1 # v2 ) appare direttamente ai capi della resistenza 2R1, e quindi: 1 % 1 Gloop
v1 # v 2
I$ (9.42)
2 , R1
u .Gloop /
$ perché u 2 .1/ % u 2 .Gloop / Vout
Gloop % 1 Vin +
GND +
+ GND
GND
GND
FIGURA 9.14 – Circuito per il calcolo della resistenza d’uscita per un amplificatore non invertente in cui è evidenziato
il generatore di tensione Aid e la resistenza Ro.
vX v X # a , vid
Rout $ i X $ iO % i 2 iO $ ~ (9.47)
iX Ro
GND
1 i 1 % a- 1
$ X $ ~ % (9.51)
Rout v X Ro R1 % R2
FIGURA 9.15 – Circuito per il calcolo della resistenza d’ingresso dell’amplificatore non invertente
v v
Nei casi pratici il valore di RO 1 % a- risulta molto inferiore rispetto a .R1 % R2 / e l’espressione i X ! X~ 1 (9.55)
Rid
della resistenza di uscita (9.52) può essere semplificata come segue:
la tensione v1 è pari a:
~
Ro
Rout : (9.53) v1 ! i1 $ R1 ! "i2 i # $ R1 % i2 $ R1 (9.56)
1 % a-
L’effetto della retroazione nei circuiti analizzati è quello di ridurre la resistenza di uscita per Esprimendo v1 in funzione di v X si ottiene:
entrambi gli amplificatori a un valore inferiore a quello presentato dagli amplificatori operazionali.
Il valore della resistenza di uscita è in effetti molto basso e rappresenta ai fini pratici una buona a'
approssimazione del valore relativo ad u amplificatore ideale (Rout = 0). Questo è l’effetto della v1 ! $ vX (9.58)
1 & a'
retroazione parallelo all’uscita, in cui la rete di retroazione è appunto collegata in parallelo
all’uscita.
Sostituendo la relazione (9.58) in (9.55) si ottiene l’espressione della resistenza di ingresso: Nel caso reale la Rout ) 0 :
a'
vX $ vX
1 & a' vX La resistenza di uscita ha lo stesso valore trovato per l’amplificatore non invertente:
iX ! ! (9.59)
Rid "1 & a' # $ Rid
~
Ro
Rout % (9.63) = (9.53)
1 & a'
~
RIN ! R id $ "1 & a' # (9.60) La (9.63) può anche essere scritta come:
~
La (9.60) si può anche scrivere come: Ro
Rout % (9.64)
1 & Gloop
~
RIN ! R id $ "1 & Gloop # (9.61)
La (9.64) vale sia per un op_amp invertente che per un op_amp non invertente!!!
Le espressioni (9.60) e (9.61) sono equivalenti e sono valide solo per l’amplificatore non invertente!
AMPLIFICATORE INVERTENTE: R2
I1
I_ + I2
R2 _
R1
Ix V_
Vin _ Vid Rid
R1
– + Vo
+
+ Avid
Vx –
Vout – GND
+
+
GND GND
GND FIGURA 9.17 – Circuito per il calcolo della resistenza d’ingresso dell’amplificatore invertente
FIGURA 9.16 – Amplificatore invertente
Ri = ( Ro = 0 a!( La resistenza di ingresso dell’amplificatore invertente può essere determinata utilizzando il circuito
di figura 9.17:
~ ~
REALE: guadagno a , resistenza differenziale Rid , resistenza d’uscita Ro vX
Rin ! (9.65)
iX
Il segnale di prova v X può essere espresso da: La resistenza di ingresso complessiva dell’amplificatore invertente risulta:
v
v X ! i X $ R1 & v e Rin ! R1 & (9.66)
iX ~ / R ,
Rin ! R1 & R id // - 2 * (9.70)
.1& a +
~
La resistenza di egresso complessiva Rin è pari alla somma di R1 e della resistenza che si osserva Solitamente R id assume valori elevati e la formula (9.70) può essere semplificata come segue:
all’ingresso dell’amplificatore operazionale, che può essere determinata utilizzando il circuito di
figura 9.18: / R ,
Rin % R1 & - 2 * (9.71)
.1& a +
R2
I_ – I2
_
I1 V_
Vid Rid
+ Vo
+
+ Avid
V1 +
– GND
GND GND
FIGURA 9.18 – Circuito per il calcolo della resistenza d’ingresso dell’amplificatore invertente; è stata rimossa la
resistenza R1.
v v v v v & a $ v1
i1 ! i & i2 ! ~ 1 & 1 O ! ~ 1 & 1 (9.67)
Rid R2 Rid R2
Utilizzando la relazione (9.67) la conduttanza di ingresso può essere espressa nella forma:
i1 1 1& a
G1 ! ! ~ & (9.68)
v1 Rid R2
la conduttanza è espressa come somma di due conduttanze. La resistenza equivalente che si osserva
al terminale invertente è data quindi dal parallelo di due resistenze:
~ / R ,
R id // - 2 * (9.69)
.1& a +
Distorsione armonica (THD) E’ definita come la frequenza alla quale il guadagno si riduce di 3db rispetto al centro banda .
Reale
VIN f* f (Hz)
V*
FIGURA 9.20 – Guadagno di tensione in funzione della frequenza per un op_amp in scala logaritmica
In realtà (figura 9.19)non è sempre scontato che si abbia questa caratteristica! La retta idealmente A( f *) ! A(0) 3dB
dovrebbe passare per l’origine!
In realtà l’amplificatore reale non gode di Linearità , anzi presenta una distorsione che si ripercuote f * ! banda passante del mi circuito; è una frequenza tale per cui il guadagno cala di 3 dB.
sull’uscita dando origine a più armoniche multipli della fondamentale.
Altre caratteristiche
Vueff ( f 1) 2 & Vueff ( f 2 ) 2 & ...
THD = (9.72)
Vueff ( f 1) 2 In un amplificatore di misura è importante tenere in considerazioni alcuni altri parametri quali :
- L’impedenza di ingresso
- L’impedenza di uscita
Ho sommato tutte le ampiezze di tutte le righe spettrali al quadrato. Al denominatore ho la
- la dinamica dei segnali in ingresso e in uscita
fondamentale.
- Il rapporto segnale-rumore (SNR)
- Le derive
Ho due casi: