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Posso sbagliarmi

PIERO
BOTTINO

GENERAZIONE
DERUBATA
DEL SUO FUTURO

H
o trascorso le estati
della mia adolescen-
za (e prima giovinez-
za) a fare lavoretti vari, pa-
gati poco, a volte niente:
era il tradizionale stage di
formazione alla vita del la-
voro durante la vita degli
studi. Esiste anche oggi, so-
lo che si protrae ben oltre
gli adempimenti scolastici
superiori e universitari.
Guardo con avvilimento la
generazione dei nostri figli
a cui la mia generazione ha
riservato un trattamento
schizofrenico: da un lato
iperprotettivo, spesso con
troppe poche regole e divie-
ti; dall’altro egoisticamente
arroccata nella difesa dei
propri diritti e privilegi, sen-
za curarsi di chi sarebbe ve-
nuto dopo. Siamo passati
da un regime occupaziona-
le iper garantista a uno sel-
vaggio, in cui tutto è lascia-
to al mercato. Ma un merca-
to senza regole caccia la
moneta buona a vantaggio
di quella cattiva: se a un da-
tore di lavoro si lasciano le
mani libere non contano
più capacità, dedizione, ze-
lo. Conta solo la spesa: se
costi meno ti assumo finché
non trovo qualcun altro che
costi ancor meno di te. Il
30% dei giovani in questo
Paese - il dato è dell’altro
giorno - cerca un lavoro ve-
ro, di quelli da costruirci so-
pra un futuro. Ma il loro fu-
turo in gran parte lo stiamo
già consumando noi. Da fe-
steggiare non c’è gran che.

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