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MYCOTOXIN BINDER

ADSORBENTE DI MYCOTOSSINE
COMPLETAMENTE NATURALE

DESCRIZIONE: Adsorbente di micotossine ad ampio spettro per tutti i tipi di alimenti.

MODALITA’ DI FUNZIONAMENTO: ADSORBE e TRATTIENE micotossine IN VITRO e IN


VIVO, a livello gastro-intestinale che sono espulse
tramite le feci.
La tossicità viene eliminata o diminuita, permettendo
un miglior assorbimento di nutrienti.
La capacità netta di assorbimento del MYCOTOXIN
BINDER in un processo di ritenzione è la seguente:

Aflatossina M1 100%
Citrinino 97%
Aflatoxina B1 95%
Deoxynivalenolo (Vomitossina) 84%
T2 94%
Ochratossina A 72%
Fumonisina B1 70%
Zearalenone 43%

BENEFICI: MASSIMIZZA: Conversione e la produttività.


RIDUCE: Mortalità, possibilità di malattia, e Micotossicosi.

DOSAGGIO: 2.5 Kg per tonnellata di mangime

APLLICAZIONI: Aggiunto in miscele con altri ingredienti e miscelato in modo omogeneo.

COMPATIBILITA’: MYCOTOXIN BINDER non nuoce, non ha effetti sugli altri elementi quali
vitamine,
minerali, coccidiostatici, e neppure sugli antibiotici.

INGREDIENTI: Idrato di sodio e calcio allumino-silicato (HSCAS)

CARATTERISTICHE: Polvere fine, colore beige.

IMBALLAGGIO: Sacchi da 25 Kg.


IL RUOLO DEGLI

ADSORBENTI MYCOTOSSINICI

NELL’INDUSTRIA

ALIMENTARE

A. A. STORIA

B. B. DOMANDE E RISPOSTE

C. C. COME CONFROTARE I RISULTATI “IN VITRO” E

“IN VIVO”
STORIA

20 anni fa il ruolo delle argille era quello di agente anti-agglomerante. Negli anni ’80
le ricerche fatte dal Dr. Tylor e dal Dr. Phillips (87-88) con l’idrato di sodio e l’allumino-
silicato di calcio (HSCAS), hanno evidenziato un’ azione adsorbente nei confronti
delle Aflatossine.

Altri componenti sperimentati furono: Carbone Attivo, Bentonite Sodica, Bentonite di


Calcio e Zeoliti.

Questi prodotti adsorbono le Aflatossine, ma non con la stessa efficienza o potenza


del HSCAS.
Gli allumino-silicati possono adsorbire e trattenere più del 95% delle Aflatossine.
Molte Bentonite/Zeoliti furono testate in vitro o in vivo ad un valore di 0.5-1 parti per
milione. Molte delle HSCAS furono testate in vivo a 5-10 parti per milione.

Molti adsorbenti di micotossine a volte funzionavano e a volte non funzionavano. Se


il mangime era altamente contaminato, i siti attivi si gonfiavano e quindi l’adsorbente
non era in grado di adsorbire e trattenere l’Aflatossina.

Agli inizi degli anni ‘90, si ebbe la consapevolezza dell’esistenza di diversi tipi di
micotossine, alcune più tossiche delle Aflatossine. Fu scoperto che, in alcuni casi, il
95% dei mangimi in commercio avevano più di un tipo di micotossina, specialmente
quando i campioni venivano presi dagli alimentatori.

I test degli anni ’90 hanno dimostrato che una combinazione di tossine a basso livello
di tossicità, può essere più letale che un'unica tossina ad alto livello di tossicità. Molti
adsorbenti di micotossine adsorbono solo le Aflatossine, perciò, se altre micotossine
sono presenti, loro sono inefficaci.

NUOVO CONCETTO:

USANDO UNA BEN BILACIATA COMBINAZIONE DI DIVERSE


HSCAS, CHE SONO ATTIVATE DA UN PROCESSO DI
ESSICAMENTO A CALDO, OTTEREMO UN EFFETTO
SINERGICO, INCREMENTANDO LA CAPACITA’ E LO SPETTRO
D’AZIONE CONTRO LE MICOTOSSINE.

QUESTO E’ IL MOTIVO PER CUI I MIGLIORI RISULTATI SONO


OTTENUTI USANDO MYCOTOXIN BINDER
DOMANDE E RISPOSTE
COSA SONO LE MICOTOSSINE ?
Le micotossine sono metaboliti di muffe e funghi. Sono altamente nocive per gli animali
e per gli uccelli, persino a basse concentrazioni.

SE NOI USIAMO UN INIBITORE PER LE MUFFE, ABBIAMO BISOGNO


DI USARE UN ADSORBENTE DI MICOTOSSINE ?

Gli inibitori di muffe riescono solo a controllare la crescita delle muffe, ma non fanno
niente contro le micotossine. Le micotossine rimangono negli ingredienti e/o nei
mangimi.

SE IO DOVESSI SCEGIERE TRA UN INIBITORE DI MUFFA ED UN


LEGANTE DI MICOTOSSINE, QUALE DOVREI SCEGLIERE ?

Noi raccomandiamo l’uso di entrambi. Se voi doveste usarne solo uno, allora dovreste
usare un adsorbente di micotossine.
A. A. Una micotossina causa più danni che una muffa.
B. B. Se voi usaste solo un inibitore di muffa, continuereste ad avere le
micotossine, le quali saranno presenti nei mangimi o nei costituenti prima del
trattamento con gli inibitori di muffa.

LE MICOTOSSINE HANNO EFFETTI SOLO SULLA CONVERSIONE DEI


MANGIMI E SULLA MORTALITA’ ?

- NO, hanno anche effetto sul sistema immunitario e aiutano nelle cause di problemi
secondari.
- Gli animali sono facilmente affetti da batteri come la salmonella, escherichia coli, etc.

In molti casi, se si controllano le micotossine, si hanno meno problemi secondari.

QUANDO USIAMO UN ASSORBENTE DI MICOTOSSINE, NON


ATTENIAMO ALCUN RISULTATO.

A. A. Molti degli assorbenti di micotossine legano solo le Aflatossine.


B. B. Molti adsorbenti di micotossine sono usati in percentuali da 5 a 10
Kg per tonnellata, molto più alte che non il MYCOTOXIN BINDER, che
viene usato in 2.5 Kg per tonnellata.

QUANDO DOVREMMO AGGIUNGERE UN ADSORBENTE DI


MICOTOSSINE?
Ogni qualvolta le micotossine sono presenti nei vostri mangimi o ingredienti. La maggior
parte, il 95%, ha le micotossine, specialmente quando c’è molta umidità e caldo. Se non
si fanno test per verificare se ci sono micotossine, perché rischiare? Aggiungete
MYCOTOXIN BINDER.
SE ABBIAMO UN LIVELLO MOLTO BASSO DI MICOTOSSINE, C’E’
UGUALMENTE BISOGNO DI USARE UN ADSORBENTE DI
MICOTOSSINE?

Ogni qualvolta diversi tipi di micotossine di basso livello si combinano, producono


un’azione sinergica che può essere più tossica che un'unica micotossina ad alto livello.
Dovreste usare un adsorbente di micotossine ad ampio spettro d’azione.

QUANDO DOVREMMO PRELEVARE DEI CAMPIONI PER UN’ANALISI


DELLE MICOTOSSINE?

E’ importante prelevare campioni sia dagli ingredienti grezzi come pure dalle miscele di
mangime.
I campioni andrebbero presi si dai contenitori di stoccaggio come pure dalle linee di
alimentazione. Prendete molti campioni.

ESEMPIO:

1. 1. Un ingrediente grezzo con un valore di 20 … di micotossine, dopo


essere stato lavorato e miscelato in mangime, ha mostrato un valore da 50
a 60 … di aflatossine nella linea di alimentazione.
2. 2. Un ingrediente grezzo contaminato con aflatossina ed ocratossina,
dopo essere stato lavorato e miscelato in un mangime è risultato essere
positivo alla aflatossina, alla ocratossina, al T2, e/o alla fumonisina, e/o alla
vomitossina ed altre micotossine.
- - La produzione di micotossine dalle muffe è incrementata dagli
stress dovuti al cambio di temperatura, all’umidità come pure dalla
macinazione che fornisce alle muffe una maggior superficie su cui
crescere.
- - Si potrebbe avere un gran numero di muffe e una scarsa
quantità di micotossina, ma, aggiungendo gli stress, nel mangime
può improvvisamente aumentare moltissimo il numero di
micotossine.
- - Un sotto dosaggio di inibitori di muffa può
contemporaneamente incrementarne la crescita.

GLI ADSORBENTI DI MICOTOSSINE ASSORBONO LE SOSTANZE


NUTRIENTI?

Alcuni adsorbenti possono farlo altri no. Richiedere sempre test che mostrino i risultati
ottenuti sia prove “in vitro” e specialmente “in vivo”, che mostrano che l’adsorbente non
ha assorbito sostanze nutrienti.

ESEMPIO:

Risultati “in vivo” di un adsorbente di micotossine: controllo contro controllo +


adsorbente di micotossine.
Se controllo + adsorbente di micotossine … non opera come il controllo, questa è
un’indicazione del fatto che l’adsorbente di micotossine assorbe sostanze nutrienti.
COME CONFRONTARE LE PROVE “IN VITRO” E “IN
VIVO”

PROVE “IN VITRO”

COS’E’ IL LIVELLO DI INCLUSIONE DI UN ADSORBENTE?

Molti prodotti sono usati ad un livello che va da 5 Kg a 10 Kg per tonnellata, fino anche a
20 Kg per tonnellata. MYCOTOXIN BINDER è usato e testato a 2.5 Kg per tonnellata.

QUAL’E’ IL LIVELLO DELLA MICOTOSSINA NEI TEST?


Molti prodotti sono testati da 0.5 a 1 parti per milione di micotossine.
MYCOTOXIN BINDER è testato a 5 parti per milione di micotossine. A questo livello di
micotossina, il MYCOTOXIN BINDER ha mostrato questi importanti risultati.

99% Aflatossina M1 95% Aflatossina B1


97% Citrinino 94% T2
84% Don 84% Vomitossina
72% Ocratossina A 72% Fumonisina B1
43% Zeralenone

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PROVE “IN VIVO”

COS’E’ IL LIVELLO DI ICLUSIONE DI UN ADSORBENTE ?

Molti prodotti non hanno prove “in vivo” e se ce le hanno, di solito sono ottenute per
quantità da 5 Kg a 10 Kg per tonnellata e qualche volta fino a 20 Kg per tonnellata. Il
MYCOTOXIN BINDER riporta test eseguiti a 2.5 Kg per tonnellata.

QUAL’E’ IL LIVELLO DELLA MICOTOSSINA NEI TEST?

Se sono testate, di solito lo sono da 0,5 a 10 parti per milione e qualche volta fino a 1
parte per milione di aflatossine.
MYCOTOXIN BINDER riporta test eseguiti, per esempio, a 7.5 parti per milione di
aflatossine.
CHE PROCEDIMENTI SONO USATI NELLE PROVE?

T1 = Control T2 = Control + legante


T3 = Control + Micotossina T4 = Control + Legante = Micotossina

Molti test riportano solo il T3 e il T4. Confronti fra T1 e T2 possono mostrare che il
legante ha assorbito le sostanze nutritive, perché il T2 ha dei risultati peggiori che il T1.
Con MYCOTOXIN BINDER non si hanno significative differenze tra T1 e T2; i risultati “in
vivo” mostrano che il MYCOTOXIN BINDER non ha assorbito sostanze nutritive.

CHI HA L’ULTIMA PAROLA SULL’EFFICIENZA DEGLI ADSORBENTI DI


MICOTOSSINE?

GLI ANIMALI O GLI UCCELLI,


MOSTRANO CHE MYCOTOXIN BINDER E’ UN LEGANTE SUPERIORE
PERCHE’ LE ARGILLE SONO

DIVERSE E

COME CONFRONTARLE
CAPACITA’ DI SCAMBIO CATIONICO

CEC: Capacità di scambio cationico (peso dell’argilla basato sulla sua capacità di
scambio dei cationi).

MAQ: Unità di misura della capacità di scambio di cationi espressa in milliequivalenti per
100 gr d’argilla.

CEC in MEQ ARGILLE

Da 3 a 20 Caolinite e Zeoliti

Da 20 a 60 ILLITI E CLORITI
(Silicati)
Da 60 a 100 Bentoniti

Da 100 a 1500 Vermiculite, acido Umico


(Argilla come silicati)

NOTE:
Una quantità inferiore ai 19 MEQ è considerata punto di saturazione, che fa si che le
argille abbiano una carica neutra, per cui la loro capacità di assorbimento è minima e
non dovrebbero essere considerate argille adsorbenti.

Una quantità superiore ai 60 MEQ è considerata un alto valore di CEC, che può interferire
con l’assorbimento di sostanze nutritive, ed in special modo con i sali minerali. Questo
può essere risolto con l’uso di minerali chelati. Altre sostanze nutritive che possono
risentire degli adsorbenti sono le vitamine e gli antibiotici.

••••••••
ESPANDIBILE E NON ESPANDIBILE

Relazione diretta tra Capacita di scambio di cationi

Argille espandibili e non espandibili

Le argille ESPANDIBILI possono assorbire acqua in grande quantità (usualmente sono


usate come trasportatrici di oli, fragranze, aromi, etc.), hanno di solito un’alta capacità di
scambio di cationi più di 60 MEQ. Possono anche assorbire sostanze nutritive.

ESPANDIBILI: Alta capacità di scambio di cationi, più di 60 MEQ


Assorbimento d’acqua
Assorbimento di sostanze nutritive.

NON ESPANDIBILI: Capacità di scambio di cationi inferiore a 60 MEQ


Assorbimento d’acqua da molto piccolo a quasi assente
Assorbimento di sostanze nutritive da molto piccolo ad
assente

••••••••

POLARE – DIPOLARE

Le argille dipolari hanno un’attività simile alle argille Illitiche e Cloritiche (Silicati), che
hanno una combinazione di cariche positive e negative, sono, perciò, più efficaci nei
legami ed hanno un ampio spettro di adsorbimento verso le micotossine. Questo è
dovuto alle molte micotossine che hanno sia le cariche positive che negative, tuttavia
alcune hanno solo una carica.

Le argille polari come le Bentoniti, hanno una carica negativa e possono solo assorbire
le micotossine con una forte carica positiva come l’Aflatossina B1

••••••••
DIMENSIONE DEI PORI ED AREA SUPERFICIALE

Bentonite = Alto CEC = area superficiale piccola = pochi siti leganti

Bentonite = dimensione dei pori da 1,5 a 1,8 Å

Illite e Clorite (Silicati) = basso CEC = Superficie attiva molto ampia = molti siti leganti

Illite e Clorite (Silicati) =dimensione dei pori grande, in un intervallo di 2,5 Å

••••••••

DIMENSIONE DELLE PARTICELLE

La dimensione delle particelle è critica:

Meno di 300 maglie per pollice lineare area di superficie ridotta

La migliore dimensione è quella compresa fra le 300 e le 400 maglie


per pollice lineare.

A 400 maglie o più, le particelle sono troppo piccole e potrebbero


creare dei seri problemi per chi deve lavorarle.

••••••••

pH

C’è una stretta relazione tra il pH dell’argilla e in quale tratto gastro-intestinale di


animale/uccello un legante entra in azione.

Le argille con pH acido tendono a lavorare meglio nell’intestino crasso.

Le argille con un pH alcalino attivano i loro legami nel basso intestino.

Molti scienziati e nutrizionisti credono che sia meglio per un’argilla lavorare nel basso
intestino.
TEMPERATURE ALLE QUALI SONO SOTTOPOSTE LE ARGILLE
DURANTE LAVORAZIONE

La temperatura può avere effetto sullo scambio di cationi, direttamente sulla solubilità e
sulla temperatura di reazione.

Molte argille vengono estratte dal suolo, dopo ridotte in particelle fini senza applicare
nessun processo a caldo per l’essiccamento.

Argille essiccate ad una temperatura che normalmente va da 200° a 300 F°, possono
essere più attive e con un migliore interscambio di cationi.

Se si usa una temperatura eccessiva nell’essiccamento, per esempio 900°F, le


componenti cristallizzano o si frammentano, rendendo l’argilla inefficace a livello di
singolo componente o di unità per l’assorbimento di micotossine.
MYCOTOXIN BINDER
PROFILO CHIMICO DELLE ARGILLE

CAPACITA’ DI SCAMBIO DI CATIONI:


Il MYCOTOXIN BINDER ha una capacità di scambio di cationi compresa fra 35,58 e 39,89
MEQ.
E’ una combinazione fra due HSCAS (silicati), di argille illitiche e cloritiche che hanno un
interscambio cationico compreso tra i 20 e 60 MEQ.

NON ESPANDIBILE:
Il MYCOTOXIN BINDER non è espandibile e questo lo deve alla sua capacità di scambio
di cationi compresa tra i 34,58 e 39,89 MEQ.

NON ESPANDIBILI: Capacità di scambio di cationi inferiore a 60 MEQ


Assorbimento d’acqua da molto piccolo a quasi assente
Assorbimento di sostanze nutritive da molto piccolo ad
assente

DIPOLARE:
Il MYCOTOXIN BINDER è un’argilla dipolare perché deriva da argille illitiche e cloritiche,
che hanno una combinazione di cariche positive e negative, che le rendono più efficaci
nei legami e conferendole un ampio spettro di assorbimento verso le micotossine
dovuto al fatto che molte tossine hanno sia la carica positiva che quella negativa oppure
ne hanno solo una.

DIMENSIONE DEI PORI ED AREA SUPERFICIALE:


Il MYCOTOXIN BINDER è una combinazione di illite e clorite, perciò:

1. = basso CEC = Superficie attiva molto ampia = molti siti leganti

2. = dimensione dei pori grande, in un intervallo di 2,5 Å

DIMENSIONE DELLE PARTICELLE:


Il MYCOTOXIN BINDER ha delle particelle che per 87% passano attraverso una maglia di
325 pollici lineari (mesh), rientrando così nell’intervallo tra le 300 e 400 maglie per pollice
lineare che è il miglior intervallo in cui si trovano gli assorbenti di qualità superiore.

pH:
Il MYCOTOXIN BINDER ha un pH compreso tra 7,8 e 8 quindi è alcalino, perciò forma
legami nell’intestino basso che è l’area più desiderabile per l’adsorbimento.

TEMPERATURA:
Il MYCOTOXIN BINDER viene essiccato ad una temperatura compresa fra i 215 °F e 220
°F che è l’intervallo di temperatura in cui si formano le argille più attive e che hanno il
miglior scambio di cationi, un miglior legame.
COME LAVORA IL MYCOTOXIN BINDER

1. 1. ATTRAZIONE MAGNETICA: Una differenza di carica elettrica tra


MYCOTOXIN BINDER e la micotossina è la chiave di come il MYCOTOXIN BINDER
attre e lega le micotossine.

MYCOTOXIN
BINDER

Funziona come un

MICOTOSSINE

2. 2. DIMENSIONI DELLE PARTICELLE: Le particelle del MYCOTOXIN BINDER


sono dotate di una grande area superficiale che massimizza i legami con le
micotossine.

MYCOTOXI
TOXY-CHECK
LEGANTE X

MICOT OSSINE MICOT OSSINE

3. 3. DIMENSIONE DEI PORI: MYCOTOXIN BINDER ha una dimensione ideale dei


pori che lega la maggior parte delle micotossine. Usando MYCOTOXIN BINDER è
come avere un gran numero di magneti in uno.

MYCOTOXIN
MYCOTOXIN
BINDER CON
MICOTOSSINE
L E G AT E

TOXY-CHECK CON
MICOTOSS INE
MICOTOSSINA LEGA TE

TO XY-CHECK

MICOTOSSINA
MICOTOSSINA

Le micotossine legate provocano la combinazione di particelle o molecole di grandi dimensioni che


non sono assorbite dal tratto digestivo dell’intestino. Passano nelle feci, e non nuocciono alle
prestazioni degli animali.
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About Zeolite
- What is Zeolite ? - Zeolite Usage Areas-
Analysis of our Zeolite About Rota Mining
PRODUCTION FACILITIES
- More About Our Production
Rota Mining is specialized in production and marketing of clinoptilolite, a
USAGE AREAS natural type of zeolite.Rota Mining is the leader in the production and marketing
- Feed Additive - Soil Conditioner - Waste Water of natural zeolite in Turkey.We are also owners of the top quality (Clinoptilolite
Treatment- Cat Litter - Pool Filtration Media -
Filtration Medium for Aquariums - Radioactive
content w% 95) zeolite mineral deposits with inferred resources of many
Waste Treatment millions of tonnes reserves in Manisa/Gordes.
Production facilities take place in our Modern Factory in Manisa/Gordes.These
facilities are surface mining, crushing, screening, drying, bagging, and
warehousing. This modern facility has the crushing and sizing capacity of
100000 tons per year.

We understand quality as being an essential need for our customers. In order to


guarantee the performance of our products all extraction and production
processes are carried out under an strict quality control systems, maintaining the
highest respect for the environment.

Rota Mining offers a customised service packaging and shrink-wrapped


palletising are adapted to all our customers' requirements. Rota Mining is your
reliable supplier who guarantees a service totally adapted to your needs, with the
best quality, price relationship.
© 2006, Rota Mining Co. Email : sales@zeoliteproducer.com Phone: 90 216 385 1600
agricoltura e allevamento megagreen nanofeed

DOCUMENTAZIONE | CONTATTI

Rassegna dei vantaggi di NANOFEED

nell'allevamento di bovini

nell'allevamento di pollame

nell'allevamento di suini

NANOFEED una nuova tecnologia per la nutrizione animale

L’interesse zootecnico della zeolite attivata con la tribo-tecnologia sui porcellini da svezzare

agricoltura e allevamento megagreen


nanofeed

Megagreen
RELAZIONE TECNICA

Nel cuore della foglia: le microparticelle di calcite


attivata TMA aumentano la crescita e la resistenza
delle piante, grazie ad una granulometria mai
raggiunta in agricoltura.
Consentito in agricoltura biologica ai sensi della circolare MIPAFn.8 del
13 settembre 1999

Applicazione di una nuova tecnologia di


micronizzazione attraverso collisione ad alta
velocità: le particene Megagreen hanno una
sorprendente efficacia
INDICE :
LA GRANULOMETRIA DEL MEGAGREEN: INVENZIONE DI UN
NUOVO PROCESSO DI ATTIVAZIONE
APPLICAZIONE ED EFFETTI
AZIONE BIOLOGICA DEL MEGAGREEN
AUMENTO DELL'ATTIVITÀ' FOTOSINTETICA
RIDUZIONE DEL FABBISOGNO DI ACQUA
EFFETTO DEL CALCIO
ESEMPI DELL'EFFICACIA DEL MEGAGREEN
STUDIO IN LABORATORIO: NUOVI EFFETTI POTENZIALI

RIASSUNTO
Megagreen si usa per il trattamento fogliare e mira ad agire sull'attività
di fotosintesi, sull'equilibrio idrico e sulla resistenza della pianta. La
materia prima di Megagreen è la calcite naturale, perciò Megagreen è un
minerale al 100%, non-inquinante e a-tossico. Megagreen trae le sue
proprietà sorprendenti dal nuovo ed innovativo processo di
micronizzazione, chiamato attivazione tribomeccanica, che permette la
generazione di particelle minerali attivate nella dimensione da 0,1 a 2|im.
Finora nell'agricoltura non è stata raggiunta una tale distribuzione di
particelle. E' un nuovo concetto di trattamento fogliare: le particelle
minerali sono micronizzate in maniera tale da poter entrare direttamente
all'interno della foglia: successivamente avviene una dissociazione
progressiva e all'interno della foglia viene creata un'atmosfera satura di
diossido di carbonio (CO2). Per questo usare Megagreen per i
trattamenti significa portare le condizioni di una serra alle dimensioni
micrologiche di una foglia.
Le prime prove in Croazia e in Italia hanno dimostrato l'enorme efficacia
di Megagreen, tra gli effetti principali vi sono: aumento del contenuto di
sostanza secca, riduzione del fabbisogno di acqua, effetto preventivo
contro malattie fungine e attacchi di insetti. Inoltre è stato riscontrato
uno sviluppo delle qualità organolettiche insieme ad una conservazione
più lunga grazie al rafforzamento della buccia dei frutti, conseguenza
del maggior apporto di calcio.
L'uso della calcite attivata è approvata nell'agricoltura biologica. Come
soluzione alternativa per la protezione e la bio-attivazione delle piante,
Megagreen è legato a un concetto di rispetto dell'ambiente e può
contribuire alle pratiche ecologiche nell'agricoltura.

MEGAGREEN: SCHEDA TECNICA


• Bio-attivatore fogliare
Rafforza la pianta attraverso le foglie
• Materia grezza
Calcite (CaC03): roccia sedimentaria di origine marittima (alghe)
Composizione: 74,66% CaC03 11,66% sabbie e argille 2,29% MgO 0,92%
Fe2O3 (Mn, Zn, Cu, Co, Fé, Mo)
• Granulometria
da 0,1 a 2 µm

LA GRANULOMETRIA DEL MEGAGREEN: UN


NUOVO PROCESSO DI ATTIVAZIONE
Nell'agricoltura vengono già utilizzati molti minerali attivati, in
particolare calciti e zeoliti. Le varie tecniche impiegate per l'attivazione
dei minerali aumentano la reattività e la capacità di scambio delle
materie prime.
Dopo più di cento anni numerosi ricercatori hanno tentato di migliorare
queste tecniche al fine di ottenere particelle più fini e più reattive.

L'attivazione tribomeccanica è un'invenzione del ricercatore croato


Tihomir Lelas: è un nuovo processo di micronizzazione che permette di
generare particelle submicroniche tramite un processo dinamico di
frizione.
Negli anni cinquanta è stato concepito e utilizzato un disintegratore
tribomeccanico per attivare il carbone: il principio era quello di far
passare il carbone fra due dischi che girano in senso inverso ad
altissima velocità, entrambi muniti di aste d'acciaio che entrano in
collisione con le particelle minerali. Questa tecnica consentiva di
aumentare del 30% il potere calorifico del carbone, ma le collisioni
provocavano l'abrasione delle aste d'acciaio e la distruzione della
macchina.

Lavorando dopo gli anni settanta per migliorare il procedimento, il


ricercatore croato Tihomir Lelas ha messo a punto l'attivazione
tribomeccanica sostituendo alle aste d'acciaio delle alette che
consentono il trascinamento aerodinamico delle particelle minerali. In
questo nuovo attivatore, i dischi trascinati da rotori ad altissima velocità
consentono di creare collisioni fra particelle minerali e non più fra
minerale e metallo, ad un ritmo molto intenso: le particelle subiscono in
media tre collisioni al millisecondo a velocità che vanno fino a due volte
la velocità del suono.
Così, ridotte a dimensioni che vanno dal micron a qualche milionesimo
di micron (nano particelle), le particelle minerali vedono la loro
superfìcie diventare estremamente irregolare e frastagliata in seguito a
choc minerale contro minerale, il che aumenta la superfìcie di contatto,
destabilizza la struttura minerale, aumenta reattività e solubilità.

Il trattamento della materia lorda è quindi un procedimento


essenzialmente meccanico. Megagreen è dunque un prodotto
puramente naturale ottenuto con una roccia sedimentaria trattata
meccanicamente. La concezione di questo prodotto è totalmente
innovativa poiché questa tecnica brevettata permette di ottenere in
modo puramente meccanico e senza residui di metallo quella
granulometria, senza procedimenti elettrochimici che alterebbero la
composizione naturale della roccia.
Le applicazioni sono numerose. Nel caso di Megagreen questo
procedimento è stato applicato alla calcite. L'attivazione tribomeccanica
forma particelle di calcite capaci di entrare ali 'interno della foglia e di
costituirvi una fonte di calcio, di oligoelementi e di CO 2 di un 'efficacia
moltiplicata dalla loro superficie attiva.

L'UTILIZZO DEL MEGAGREEN:


Applicazione: su tutte le piante clorofiliane. In particolare: orticoltura,
arboricolture e colture floreali.
da nebulizzare sul fogliame
• Dosaggio: 0,3-0,5%, cioè un cucchiaino per litro d'acqua
• Applicazione: con un vaporizzatore da giardino
• Frequenza: ogni 10-14 giorni a partire da tre foglie, fino alla raccolta
RISULTATI: EFFETTI SULLA PIANTA
Rinforzo della pianta; la crescita è più rapida, le foglie sono più spesse e più
pigmentate
Resistenza migliore alle malattie (funghi, batteri, fra cui oidio,fitoftora, ecc.)
Forte riduzione del fabbisogno di acqua (diminuzione del 50% - 70%
dell'apporto idrico)
Resistenza migliore allo Stress idrico (carenza di acqua)
EFFETTI SULLA PRODUZIONE (FRUTTA E
VERDURA)
Aumento dei raccolti: +30%
Notevole aumento del contenuto di materia secca
Migliore resistenza alle malattie di superficie
Duratura più lunga per lo stoccaggio dei frutti e della verdura
Miglioramento della misura, dell'aspetto e delle qualità organolettiche

AZIONE BIOLOGICA DEL MEGAGREEN


Una volta nebulizzato sulla superfìcie delle foglie, il Megagreen entra
direttamente all'interno della pianta attraverso gli stoma aperti (unità
biologica che controlla lo scambio di gas nella pianta). Questo è
possibile grazie alla distribuzione dei granelli di Megagreen (0,1 µm) le
particelle della calcite sono molto inferiori al diametro medio
dell'ingresso nello stoma (nell'ostiolo).
Una volta nella foglia, il CaCC>3 si dissocia lentamente. Con la calcite
attivata in maniera classica la dissociazione avviene a livello molto
basso.
Da questa decomposizione nascono due prodotti principali: CO2 e CaO.

Taglio attraverso uno stoma

Stoma alla superficie della foglia

Le particelle di CaCO3 attraversano l'ostiolo

EST
Camera sottostomatica

(0,1µm)

INT

Ostiolo 5 à 10 µ
Megagreen 0,1 µ Megagreen viene nebulizzato sulla superficie della foglia: le particelle
di calcite attraversano gli ostioli e si dissociano all'interno.

EFFETTO DI CO2
• Riduzione del fabbisogno di acqua
o L'atmosfera satura di CO2 all'interno della foglia provoca la chiusura
degli stoma
o riduzione della traspirazione
• Aumento della fotosintesi (30%)
o Orientamento della Rubisco verso la fotosintesi
o Diminuizione della fotorespirazione (l'attività fotosintetica e la
fotorespirazione
AUMENTO DELL'ATTIVITA' FOTOSINTETICA
La dissociazione della calcite TMA progredisce gradualmente e questo
causa un approvvigionamento permanente di CO2 all'interno della
foglia. Questa è la riproduzione ad una scala microscopica
dell'atmosfera creata in una serra ad iniezione di CO2. In condizioni
normali la proporzione di CO2 nell'atmosfera è circa 0,033. In gran parte
delle piante coltivate in condizioni climatiche moderate, la fotosintesi
viene ridotta da un meccanismo chiamato fotorespirazione. Queste
piante vengono definite piante del tipo C3: il metabolismo eucariotico è
basato sulla fissione del carbone su Ru-di-p (difosfato ribulase)
attraverso il ciclo di Calvin. Questo processo viene controllato
dall'enzima Ru-di-p carboxylase, chiamato Rubisco. Questo enzima può
spingere il metabolismo in due vie diverse secondo la proporzione di
CO2/O2 all'interno della camera sottostomatica. E' in grado di fissare o il
CO2 al Ru-di-p 0 l'ossigeno. Quando l'atmosfera all'interno contiene una
proporzione sufficiente di CO2, il Rubisco funge come catalizzatore
della fotosintesi (n° 1). Altrimenti serve come catalizzatore della foto
respirazione (n° 2): questo processo riduce l'output della fotosintesi di
circa il 25%-50% per le piante C3 ed aumenta durante i periodi molto
caldi. La facoltà della Rubisco di catalizzare l'una o l'altra reazione è
sotto l'influenza del tasso di CO2/O2 nella foglia. Nel nostro caso, si
orienta la reazione verso la fotosintesi poiché la dissociazione di
Megagreen provoca una saturazione dell'atmosfera di CO2 che induce la
fotosintesi. Diventa quindi facile capire perché si aumenta, con
Megagreen, la velocità di crescita e la resa.
Ru-di-p: ribulosi bifosfato (zucchero con 5 carboni)
Rubisco: ribulosi bifosfato carbossilasi/ossidasi (enzima)
Sullo schema a fianco, la Rubisco ha fissato il CO2 viene portato 1
carbonio che potrà essere sfruttato dalla pianta.

Nel caso in cui la Rubisco fissa l'O2, non c'è aggiunta di carbonio ma
consumo per emanazione di CO2 che genera la perdita di resa
fotosintetica poiché zuccheri non vengono più creati.

La fotorespirazione può diminuire la resa della fotosintesi di


circa il 50%
Perché questo difetto della Rubisco? La fotorespirazione è
probabilmente un vestigio dell'epoca in cui l'atmosfera del pianeta era
povero in O2 e ricco di CO2; non era importante quindi se la Rubisco
avesse un'affinità per l'O2.
RIDUZIONE DEL FABBISOGNO DI ACQUA
La traspirazione è definita come l'emissione d'acqua allo stato vaporoso
dal vegetale nell'atmosfera non satura di umidità. È il meccanismo
essenziale che permette il mantenimento dell'equilibrio idrico dei
vegetali poiché è responsabile della circolazione dell'acqua all'interno
della pianta e degli scambi tra il suolo, la pianta e l'atmosfera. La
traspirazione rappresenta la maggior parte del fabbisogno di acqua
delle piante. I valori massimi della traspirazione per la maggior parte dei
vegetali delle nostre regioni (mesofìte) vanno da 2 a 6 milligrammi
d'acqua per minuto e per grammo di foglia, il che corrisponde a qualche
grammo per ora e per decimetro quadro di foglia. La pianta come la
maggior parte degli esseri viventi perde acqua con la traspirazione.
Questo fenomeno è sotto l'influenza di vari fattori come l'umidità
dell'aria, la temperatura, l'agitazione dell'aria e la luce. La pianta traspira
al 90% tramite gli stomi. Sono gli stomi che permettono di regolare la
traspirazione con l'apertura o la chiusura dell'ostiolo che potrà lasciar
scappare o non il vapore d'acqua nell'atmosfera. Megagreen evita la
traspirazione inutile poiché la saturazione della foglia di CO2 tende a
provocare la chiusura dell'ostiolo riducendo così la perdita d'acqua.

EFFETTO DEL CALCIO


Gli effetti del calcio sono numerosi sia sul piano strutturale che
funzionale.
Gli effetti strutturali:
II calcio interviene nella struttura delle pareti cellulari (assembramento
di polisaccaridi) e nel mantenimento dell'integrità delle membrane
cellulari. La presenza di Ca quindi ha un effetto positivo sulla
costituzione e la conservazione dei frutti. Inoltre, durante il periodo di
vegetazione una disponibilità del Ca a livello della foglia è un serio
vantaggio poiché quest'elemento è poco mobile nella pianta e permette
di essere disponibile laddove sarà utilizzato. Di conseguenza la
costituzione migliore delle membrane e della parete genera una barriera
fìsica più efficace per lottare contro le malattie invasive. Riduzione delle
micronecrosi.
Megagreen permette un apporto di calcio direttamente disponible
all'interno della foglia. Ora, il calcio, poco mobile, è un elemento
essenziale.
EFFETTO STRUTTURALE:
• Formazione della parete vegetale
• Responsabile dell'integrità delle membrane cellulari
EFFETTO FUNZIONALE:
• Mediatore della risposta immunitaria
• Constituente dell'ATPase: enzima della creazione d'energia necessaria
alla realizzazione degli zuccheri nella pianta.
Gli effetti funzionali:
II calcio è un elemento costitutivo dell'ATP-ase, l'enzima responsabile
per la trasformazione di ATP in ADP. Questa reazione è essenziale: essa
provvede all'energia necessaria per la formazione degli zuccheri
all'interno della pianta (fase oscura della fotosintesi).

Questo è importante per la coerenza del processo sviluppato all'interno


della pianta attraverso il Megagreen: dato che attiva la fotosintesi e la
pianta può contare molto su questa reazione.
Dopo aver attraversato la barriera fìsica, l'agente patogeno rilascia una
reazione difensiva che provoca il rafforzamento della cuticola e della
parete ed una modificazione dell'attività metabolica. Il calcio è uno dei
più importanti elementi coinvolti nella risposta immunitaria della pianta
allo stress, causata o da agenti patogeni o da condizioni esterne.
Questo spiega in parte l'attitudine che Megagreen da alla pianta di
lottare efficacemente contro la siccità - oltre alla chiusura degli stoma
dovuta alla presenza di CO2 nella foglia.
Effetto degli oligoelementi: Megagreen è tratto da giacimenti di calcite
provenienti dalla sedimentazione di alghe marine. Questa calcite
comprende dunque una grande parte di oligoelementi necessaria alla
pianta, il che si aggiunge agli effetti evocati sopra.

MEGAGREEN E AMBIENTE
- totale innocuità verso gli esseri viventi e l'ambiente
- nessuna soglia di tossicità
- riduzione del fabbisogno di acqua
- una soluzione tecnica con un'efficacia che stupisce i ricercatori, favorisce
lo sviluppo duraturo ed il rispetto dell'ambiente
In conclusione, si può dire che Megagreen presenta effetti significativi e
complementari sia per il rinforzo della pianta sia per il miglioramento delle rese
e la resistenza agli stress abiotici (idrici per esempio).
L'innovazione portata da Megagreen permette di ottenere un prodotto efficace e
coerente che inoltre presenta una totale innocuità per l'ambiente.
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Agricoltura
Nel settore agricoltura Hot Water R&D è partner di un'azienda con concessione
esclusiva per l'Italia, e sta promuovendo l'impiego di un minerale zeolitico di
provenienza slovacca e cubana, la "Clinoptilolite", che ha una elevata capacità
di trasmettere umidità - trattenendola e rilasciandola - ed una elevata capacità di
scambio ionico, che la rende particolarmente favorita nell'ottimizzazione del
ciclo dell'azoto.
La Hot Water Research & Development è membro della Società Italiana Scienza
del Suolo affiliata alla International Union of Soil Sciences.
Lo stesso minerale è inoltre autorizzato dalla Comunità Europea ad essere
aggiunto nell'alimentazione (mangimi) degli animali da reddito – percentuale
ammessa fino al 5% - valido sostituto delle farine animali.
Sempre nel settore agricoltura, stiamo promuovendo lo sviluppo di tecnologie
in grado di elevare la biomassa – in questo caso pianta verde di mais e granella
di mais – ad impieghi energetici ed industriali. Nel dettaglio sono tecnologie che
tramite processi chimico-fisici, trasformano la biomassa in cellulosa, amidi,
proteine, glucosio e etanolo.

Nel settore ambientale Hot Water R&D sta sviluppando l'impiego della
Clinoptilolite con finalità di filtro meccanico per i metalli pesanti, quindi
applicabile a bonifiche ambientali di portata significativa. Ottimi risultati ha già
ottenuto l'applicazione in depuratori.
Sempre in questo settore Hot Water R&D è partner di ricerca di un'azienda
produttrice di pool batterici non patogeni selezionati per impieghi diversi, dalla
sanificazione dei cassonetti RSU, alla degradazione biologico dei rifiuti stessi
con finalità energetiche – produzione di metano - dalle bonifiche industriali,
inserimento in impianti di depurazione di batteri nella fase biologica, alle
bonifiche ambientali di siti e luoghi contaminati da rifiuti di lavorazione
industriale, o da impieghi civili.
In questa direzione vanno anche i nostri sforzi come partner di aziende di
depurazione al fine di reperire conferimenti di rifiuti alle aziende specializzate
nostre partner, nonché la promozione per installazioni di impianti per il
trattamento dei fanghi e dei reflui in genere.
In aggiunta sempre grazie all'impiego di pool batterici, Hot Water R&D sta
sviluppando progetti di trasformazione del rifiuto della lavorazione delle olive,
sansa e acque di vegetazione, in ammendante agricolo naturale, compost e
concime liquido.

Alcune attività sono state avviate per comprendere meglio la destinazione farine
animali, la cui produzione sta diventando un problema di smaltimento – il
conferimento agli inceneritori non è sufficiente rispetto alla produzione.
ZEOLITI
L'altra faccia del vulcano
Le zeoliti sono minerali silicati microporosi naturali, da incolori a bianchi o rosso chiaro, con
colorazioni eventualmente dovute alla presenza di impurità e di tracce di altri minerali. Sono silicati
Al-Na o Al-Ca in composizione, e quando sono riscaldate fanno schiuma e sembrano fondersi. Il loro
ambiente naturale è costituito da formazioni vulcaniche e da scogli sedimentati con gas e vapori,
come avviene nell'oceano. Morfologicamente vi sono tre tipi conosciuti.
a) zeolite fibrosa
b) zeolite frondosa
c) zeolite cristallina.
Vi sono 106 tipi naturali differenti di zeolite, e per la lavorazione tribomeccanica nella macchina
brevettata, è stata selezionata la zeolite cristallina clinoptilolite, principalmente a causa delle sue
caratteristiche di capacità di assorbimento, di selettività e di capacità di scambio ionico.
Questo minerale è completamente innocuo, cosa che è stata dimostrata mediante l'analisi chimica e
mediante studi tossicologici condotti da scienziati coinvolti in questo progetto,
Lo sfruttamento industriale della clinoptilolite e/o della sua heulandite viene effettuato nei Balcani
sudorientali (attorno alla frontiera fra Bulgaria e Serbia), in Russia (Zakavkazlje), in Francia (Nantes),
a Cuba, negli USA (Oklahoma, California), mentre il potenziale per lo sfruttamento viene investigato
in molte altre aree.
Da un punto di vista macroscopico, il minerale di scogliera può essere descritto come una massa
granulare omogenea verde pallido. I grani di silice hanno margini aguzzi e sono completamente puri
senza inserzioni visibili.
Da un punto di vista microscopico, il minerale contiene feldspato fresco e grani finissimi di zeolite
radiale. È un tipico minerale tufaceo che consiste principalmente di vetro vulcanico, più tardi
ricristallizzato. Il contenuto di zeolite viene determinato mediante un'analisi di diffrazione con raggi X.
Composizione chimica e struttura della clinoptilolite
La clinoptilolite ha una struttura cristallina e si trova più comunemente nella forma cosiddetta dei
"gemelli o quattro gemelli". La griglia cristallina è costituita dal tetraedro SiO 4 o Al O 4 che forma la
cornice di base dei cristalli ed è permeata da dotti e da cavità in cui sono connessi gli ioni
(principalmente cationi quali il sodio, il potassio e il calcio) che attuano agevolmente con altri ioni nel
loro ambiente.

Il rapporto silicio-alluminio nella clinoptilolite è maggiore di 4, mentre in altri tipi di zeolite tale rapporto
è minore di 4.
I cationi dominanti scambiabili nella clinoptilolite sono Na + e K + . Tracce di altri minerali, quali il
quarzo, il gesso, la mordenite, l'argilla e il plagioclasio appaiono insieme alla clinoptilolite, così come
tracce di stronzio, bario, zinco, rame, nickel e cromo.
La ricerca mineralogica e l'analisi della composizione chimica della clinoptilolite applicata alla
produzione di TMAZ e di Megamin sono state condotte simultaneamente in numerosi istituti
croati ed austriaci.
La Tabella 1 fornisce dettagli della composizione chimica media della clinoptilolite.
Componenti
Da (%) a (%)
SiO 2 61.96 67.17
TiO 2 0.15 0.32
Al 2 O 3 12.46 15.12
Fe 2 O 0.98 2.05
MnO tracce 0.05
MgO 1.30 1.96
CaO 3.03 4.35
Na 2 O 0.70 1.11
K2O 0.78 1.32
H 2 O a 100°C 4.05 4.74
H 2 O a 1000°C 7.56 9.56

Tabella 1. Composizione chimica media della clinoptilolite

Prima di diventare Megamin, la TMAZ fu sperimentata negli allevamenti per la sua capacità d
interagire con i nitrati e di neutralizzare gli odori. Ben presto, straordinari effetti positivi sulla salute
degli animali attrassero l'attenzione dell'équipe di ricercatori e l'interesse aumentò quando il consumo
di questa zeolite attivata venne sottoposto a test dai colleghi dell'inventore e da persone a loro vicine,
portando numerose testimonianze dirette degli effetti benefici della TMAZ.
Nel 1997 cominciarono le prime ricerche sul «TMAZ-Megamin» presso la Facoltà di Biotecnologia e la
Facoltà di Geologia dell'Università di Zagabria, poi all'Istituto Ruder Boscovic (istituto di ricerca in
medicina molecolare) a Zagabria. Il progetto coinvolse progressivamente altri istituti di ricerca, facoltà,
cliniche e ospedali, prima in Croazia e in Austria, poi in Svizzera, in Germania e negli Stati Uniti.
L'interesse sia del pubblico che della comunità scientifica si è rapidamente sviluppato di fronte agli
effetti positivi sulla salute dei volontari che avevano cominciato a usare la TMAZ, e di fronte alle
testimonianze di medici che avevano proposto ai loro pazienti un'integrazione col Megamin per
fortificare l'organismo in occasione delle cure. A partire dal 1998, sono stati presentati i primi risultati
scientifici, mentre il Megamin veniva progressivamente sottoposto a test e poi autorizzato alla vendita
come complemento alimentare in vari paesi e, in seguito, in tutta la Comunità Europea. Nel 2001, lo
stato delle ricerche biologiche e mediche sul Megamin fu presentato all'Accademia delle Scienze
Mediche di Mosca.
Ricerche biologiche e mediche
Fin dall'inizio delle ricerche sono state effettuate delle osservazioni sull'utilizzazione del Megamin in
abbinamento alle terapie standard. Sono state fatte altre constatazioni sull'azione positiva del Megamin
sul sistema circolatorio, sulla pressione arteriosa, e sul recupero dopo l'infarto, o ancora sul sistema
digestivo, sull'iperacidità e di stomaco e anche sulle ulcere duodenali.
L'effetto del Megamin è stato anche studiato sui reumatismi, sulla cura delle infezioni renali e anche
sul trattamento delle patologie dermatologiche. È stato condotto uno studio su pazienti affetti da
diabete, mentre altre osservazioni riguardavano le ustioni con applicazione diretta della polvere e
numerose affezioni della pelle.
Parallelamente, test clinici e analisi tossicologiche in vitro e in vivo hanno stabilito la totale innocuità
del Megamin. Inoltre sono stati condotti studi sugli effetti del Megamin sui cancri canini presso la
Facoltà di medicina veterinaria di Zagabria, sotto la direzione della Dottoressa Liljana Bedrich (PhD).
Nel corso delle ricerche, è stata stabilita l'azione del Megamin come antiossidante e stimolante del
sistema immunitario, così come la sua azione cicatrizzante nell'utilizzazione dermatologica.
L'azione fortificante del Megamin, che favorisce un miglioramento dello stato generale e un recupero pi
e più agevole, è stata constatata su una gran parte di pazienti.
Ciò ha portato vari medici a preconizzare l'uso del Megamin come coadiuvante (complemento
alimentare che accompagna il trattamento medico prescritto) nella cura delle patologie gravi.
Un antiossidante ineguagliato
L'azione antiossidante del Megamin è stata stabilita da parecchi studi, che hanno utilizzato
principalmente il metodo TAS (Total Antioxydant Status o attività totale del sistema antiossidante), che
permette di misurare la concentrazione di antiossidanti nell'organismo (mediante l'attività degli enzim
antiossidativi: superossidodismutasi, glutationperossidasi e glutationreduttasi). Questo sistema
fornisce la valutazione dello stato del sistema di difesa antiossidante globale dell'organismo.
Questo metodo è stato utilizzato, per esempio, in uno studio condotto dal Dott. Ivkovic presso il
policlinico Vita Nova di Duga Uvala (Croazia) su un campione di soggetti sani e malati:Misurazioni
regolari hanno mostrato che, per i pazienti che avevano assunto Megamin, il valore di TAS si situava,
dopo alcune settimane, nell'ambito dei valori considerati soddisfacenti. I pazienti che soffrivano di
patologie croniche incurabili (per i quali si prevedevano valori di TAS deboli), assumendo
regolarmente Megamin presentavano un incremento dei valori di TAS. Altri studi sugli effetti del
Megamin sui valori di TAS sono iniziati nell'ottobre del 2000 nella clinica Humanomed 2 a Villach sotto
la direzione del Dott. Wolfgang Thome. I risultati hanno evidenziato che l'utilizzazione del Megamin
permette in media un aumento del valore di TAS di oltre il 26% in quattro settimane, e un'azione da 8
a 12 volte più efficace di quella degli altri antiossidanti conosciuti e sottoposti a test. Lo studio su un
gruppo di 120 pazienti nel corso di 14 mesi ha portato ai seguenti risultati:
• L'attività fortificante è stata confermata dopo soli 3-5 giorni di trattamento. Si è potuta osservare
una risposta positiva per almeno il 70% dei pazienti che assumevano Megamin.
• Il controllo della terapia standard era facilitato e si è potuto osservare un miglioramento significativo
dello stato generale dei pazienti.
• nel caso di infezioni virali, si è potuto osservare una riduzione del titolo virale.
Secondo i numerosi studi clinici, il Megamin consentirebbe di migliorare l'efficacia delle terapie
standard e di accorciare il periodo di recupero.
Uno stimolante e regolatore del sistema immunitario
Gli studi effettuati presso l'Istituto Ruder Boscovic di Zagabria (sotto la direzione del Dott. Kresimir
Pavelic PhD) e presso l'HH Biotechnology and Materials Department dell'Università della California
(sotto la direzione del Dott. Miroslav Colic PhD) hanno evidenziato gli effetti della TMAZ (principio
attivo del Megamin) nella stimolazione e nella regolazione del sistema immunitario.
Secondo le conclusioni di questi studi, il Megamin sembrerebbe possedere le proprietà di un
superantigene, che attiva il sistema immunitario tramite le cellule M situate nei tessuti linfoidi
dell'intestino tenue. Quando l'immunità è ridotta, il Megamin attiverebbe una grande proporzione di
linfociti B e T. In occasione di malattie autoimmuni, la TMAZ avrebbe un effetto regolatore capace di
ridurre la reazione immunologica.

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Clinoptilolite

Cape Lookout, Tillamook Co., Oregon, USA


© 2003 DM

Hardness: 3½ - 4
Synonym of: Clinoptilolite-Ca, Clinoptilolite-K, Clinoptilolite-Na
Classification of Clinoptilolite
77.1.4.2
Dana 8th edition ID:
77 : TECTOSILICATES Zeolites
1 : Zeolite group - True zeolites
Hey's CIM Ref.: 16.10.18

16 : Silicates Containing Aluminum and other Metals


10 : Aluminosilicates of Ca and alkalis
mindat.org URL: http://www.mindat.org/min-1082.html
Please feel free to link to this page.
Physical Properties of Clinoptilolite
Hardness (Mohs'): 3½ - 4
Optical Data of Clinoptilolite
Type: Biaxial (+/-)
RI values: nα = 1.476 - 1.491 nβ = 1.479 - 1.493 nγ = 1.479 - 1.497
2V: Measured: 31° to 48°
Maximum Birefringence: δ = 0.003 - 0.006
Chart shows birefringence interference colour range (at 30µm thickness) and does not take
into account mineral colouration.
Surface Relief: Moderate
Dispersion: r > v to r < v strong
La Zéolite Naturelle de Turquie

• A Propos de Zéolite
• Analyse de notre zéolite
• Information sur notre production
• Les domaines d’utilisation
• Additif pour l’alimentation Animale
• Conditionneur pour la Terre
• Traitement des eaux usées
• La Litière pour Chat
• Filtrage pour l’eau des Piscines

A propos de Zéolite :
Il y a des millions d’année, quand les volcans ont projeté des silicates de cendre-aluminium de métal
alcalin et de métal de terre alcaline, des couches de zéolite se sont formées. Une petite partie des
cendres transportées par le vent se sont déposés et ont formé des couches de cendre. Dans certains
cas, ces cendres se sont déposées dans les lacs et dans d’autres cas de l’eau s’est infiltrée dans les
couches de cendres. Dans les deux cas, la réaction chimique qui résulte du mélange de cendre
volcanique et d’eau salée a formé les zéolites naturelles.
Les caractéristiques d’une couche de zéolite sont déterminées à sa formation. Les petites différences
naturelles comme la température, la situation géographique, les propriétés des cendres et de l’eau, une
composition un peu différente donnent aux certains gisements des caractéristiques uniques. Les
petites différences présentes à la formation d’un gisement de zéolite font que chaque zéolite naturelle a
des caractéristiques uniques. L’aluminium et les silicates qui se trouvent dans les cendres forment une
structure équilibrée, ouverte et en trois dimension comme les alvéoles d’une ruche d’abeille. Il existe
plus de quarante structures de zéolite naturelle. Par exemple, dans la clinoptilolite il y a du silicate et de
l’aluminium dans une proportion de 1 sur 5.
La zéolite est un minéral cristallin étonnant avec une capacité pour absorber de nombreux types de
gaz, de l’humidité, des produits de pétrochimie, du métal lourd, des éléments hautement radioactifs,
des solutions diverses. Les canaux qui se trouvent dans la zéolite offrent de larges surfaces où
peuvent se réaliser des réactions chimiques. Les cavités et les canaux qui se trouvent dans le cristal
peuvent représenter 50 % de son volume total. Les zéolites peuvent absorber une grande partie des
matières comme les ions et les molécules de gaz et les attirer à la surface.
Les zéolites sont des aluminosilicates hydratées caractérisées par leurs grandes surfaces, leur grande
capacité d’échange de cation. Les caractéristiques de la zéolite sont importantes pour un large
éventail d’application.
Le traitement de l’eau
* Le filtrage de l’eau
* La séparation des métaux lourds
* Les piscines publiques
Le traitement des eaux usées
* L’ammoniac se trouvant dans les eaux usées des municipalités
* La séparation des métaux lourds
* Les surfaces de filtrage septique
L’Agriculture
* Le contrôle de l’odeur
* Le contrôle environnemental des animaux dans des lieux fermés
* Les additifs de l’alimentation animale de la ferme
Le jardinage
* Les pépinières, les serres
* L’horticulture
* Les légumes/herbes
* Les plantes vertes
* La greffe d’arbre et de buisson
* Le boisement (forêts, plantations d’arbre)
* Les matériaux de culture hydroponique
Les produits domestiques
* Le contrôle de l’odeur dans la maison
* Le contrôle de l’odeur des animaux domestiques
Les produits industriels
* Des absorbeurs pour la terre et des détritus
* La séparation des gaz
Les déchets radioactifs
* Le nettoyage/décontamination de surface
L’aquaculture
* Le filtrage d’ammoniac dans les fermes de pisciculture
* Les matériaux de filtre biologique

© 2006, Rota Mining Co.


Email : sales@zeoliteproducer.com Phone: 90 216 385 1600

La Zéolite Naturelle de Turquie:


La Société Minière Rota, est une société qui s’est spécialisée dans la production et la vente de
clinoptilolite qui est une variété naturelle de zéolite. La Société Minière Rota est le leader dans la
production et la vente de zéolite naturelle en Turquie. De plus, nous sommes propriétaire d’un gisement
de minéral de zéolite de très haute qualité (contient 95% en poids de clinoptilolite) avec une réserve de
plusieurs millions de tonnes qui se trouve à Manisa/Gördes. Les activités de production sont réalisées
dans notre usine moderne de Manisa/Gördes. Dans cet établissement sont réalisés les activités
d’exploitation minière de surface, de concassage, de tamisage, de séchage, d’empaquetage et de
stockage. Cet établissement moderne a une capacité de broyage et de classification par la taille de
100000 tonnes par an.
Nous pensons que la qualité est le besoin fondamental de nos clients. Pour garantir la performance de
nos produits, tous les processus d’extraction et de production sont réalisés avec un système strict de
control qualité et l’environnement est respecté.
La société Minière Rota, offre à ses clients un service spécial d’empaquetage et les palettes sous
cellophane peuvent être adaptées selon les besoins et les conditions de nos clients. La société Minière
Rota est votre fournisseur de confiance possédant le meilleur rapport qualité prix et en garantit un
service totalement adapté à vos besoins

Les domaines d’utilisation :


Additif pour l’alimentation animale :
L’utilisation de la clinoptilolite dans l’alimentation animale quotidienne pour la réduction
des maladies du système digestif. Addition de la clinoptilolite dans la préparation de
l’alimentation animale a des effets positifs dans leur développement.
Pour plus d’information

Additif pour l’engrais/Conditionneur pour la terre :


Les clinoptilolites laisse passer lentement les engrais. Les fertilisants comme l’azote et le
potassium sont retenus par la structure de la clinoptilolite chargée négativement et ils sont
libérés au moment voulu.
Pour plus d’information
Les produits pour le traitement des eaux usées
Les zéolites contribuent de plusieurs façons à retrouver un environnement plus sécurisé et
plus propre. En fait, toutes les utilisations des zéolites comportent des facteurs
environnementaux ou bien elles jouent un rôle important pour la destruction des déchets
toxiques.
Pour plus d’information
La litière pour chat :
Le minéral zéolite est une éponge moléculaire qui absorbe l’ammoniac libre et les odeurs
de chat et qui a la spécificité de renfermement et d’être très alvéolé.
Pour plus d’information
Le produit de filtrage pour l’eau des piscines
La zéolite a une performance supérieure aux filtres de sable et de carbone et nécessite
moins d’entretien, assure une eau plus propre, donne un meilleur rendement. La structure
alvéolée de la zéolite peut capturer des particules avec une grosseur jusqu’à 4 microns.
Pour plus d’information
Les applications dans l’aquaculture
Les zéolites peuvent baisser le niveau d’ammoniac et de sulfure d’hydrogène dans les
piscines de poisson/crevette, le résultat est une augmentation de la croissance et de la
densité de population des poissons/crevettes.
Pour plus d’information
Le produit de filtrage pour les aquariums
La zéolite est une destructrice d’ammoniac et assure une grande surface pour les
bactéries qui dégagent de l’azote dans les systèmes de circulation. La zéolite n’assure pas
seulement une eau propre à la vue, elle assure aussi une eau biologiquement propre.
Pour plus d’information
Le nettoyage des déchets toxiques
La zéolite naturelle a une grande capacité de changement d’ion et d’attirance pour les
cations de métal lourd. Elle peut aussi absorber dans les solutions, les éléments comme le
strontium 90, le césium 137 et les autres isotopes radioactifs et les garder dans sa
structure de cristal en trois dimensions.
Pour plus d’information
Les vernis de bouchage (Filler) :
Les zéolites sont utilisées comme vernis de bouchage dans le secteur du papier. Ces
produits de bouchage en zéolite ont beaucoup de débouchés dans l’industrie de plastique
et de peinture.
L’épuration et la séparation des gaz
Les zéolites jouent le rôle de filtre moléculaire ; en faisant disparaître les déchets comme
le dioxyde de carbone, le dioxyde de sulfure et l’eau, elles peuvent être utilisées pour
purifier et adoucir les gaz naturels. En plus d’augmenter la qualité des gaz naturels, elles
sont utilisées pour séparer l’oxygène et l’hydrogène dans les colonnes d’adsorption par
variations de pression.

Les matériaux légers de construction


La zéolite naturelle peut être utilisée pour la préparation d’un béton léger. Sa structure de
silicate alvéolée lui permet d’être plus léger que le sable et de cette façon elle assure un
volume plus important par tonne en étant aussi solide et résistant. La zéolite ne contient
pas d’argile qui réduit la résistance générale du béton et sa structure alvéolée garde
l’humidité qui permet au béton de sécher plus rapidement.

Datasheet of Natural Zeolite


Material Characteristics:

CAS No:1318-02-1 Chem. Abstr. Name: Zeolites


CAS No:12173-10-3 Chem. Abstr. Name: Clinoptilolite
EINECS NO : 215-283-8
Empirical Formula : (Ca,K2,Na2,Mg)4Al8Si40O96.24H2O

Mineralogic-Petrographic Analysis of Zeolite:

This Mineralogic-Petrographic report is related to the sample of Rota Mining Co.


From Kalabak Damları district,Gordes,Manisa,Turkey.Coordinates of the sample location are
x: 09030 , y: 05315 (in map of K20bl).
The Gordes-Kalabak sample is volconic dust tuff and has a rhyolitic-rhyodacitic character.
The rock has widely altered to zeolite mineral. Type of zeolite is clinoptilolite.
The quantitative content of this mineral is 95% (in weight).
The sample do not contain quartz,mica, contain minor amount feldspar and smectite. The
clinoptilolite of the sample is K and Ca rich type.
(This report is prepared in 11.06.2005 by Istanbul Technical University Mining Faculty)

Chemical Composition:

SiO2 71,0%
CaO 3,4%
Fe2O3 1,7%
Al2O3 11,8%
K2O 2,4%
MgO 1,4%
Na2O 0,4%
TiO2 0,10%

(This report is prepared in 01.07.2005 by General Directorate of Mineral Research and Exploration)

Physical & Mechanical Properties:

Apperance , Odour: Ivory,Odourless


Brightness: 70 %
Specific Weight: 2000-2400 kg/m3
1260-19060
Volumen Weight: kg/m3
Hardness: 2-3 Mohs
Porosity: 49,3 %
Abrasion: 87 (mg/100g)
Water Absorbing
Capasity: 46,5%
Oil Absorbing Capasity: 57 (mg/100g)
Cation Exchange
Capacity: 1,5 – 1,8 meq/g
Zelbrite: Il materiale filtrante con alte
prestazioni !
La Zelbrite è un materiale naturale estratto dalle
miniere australiane del Galles Meridionale.
Questo materiale filtrante si è formato circa 300
milioni di anni fa ed è il risultato dell’attività
vulcanica di un grande lago di acqua dolce. Con
il passare del tempo geologico questo materiale
è stato scoperto da altri componenti di durezza
insolita dando vita, appunto alla Zelbrite.

Infatti, un materiale ha soddisfatto eccezionalmente le applicazioni "di


filtrazione".

L’ingrediente attivo della Zelbrite è la "clinoptilolite", un minerale con


proprietà molto speciali. Tra queste un’area di superficie molto
ampia, formata da una gabbia con una struttura tridimensionale in
grado di catturare sostanze chimiche inquinanti attraverso un
meccanismo chiamato "cation-cambio".

Straordinaria capacità di
filtrazione

La Zelbrite attua il suo altissimo


processo di filtrazione attraverso
tre meccanismi che interagiscono
tra di loro, creando una filtrazione
di altissima qualità. La prima fase
del processo passa attraverso la
"cattura" fisica delle particelle
come accade nella filtrazione con
la sabbia convenzionale. In un
secondo momento le sostanze Struttura interna di Zelbrite
inquinanti si depositano sopra l’estesa superficie assorbente della struttura
della Zelbrite. Nell’ultimo processo le sostanze inquinanti chimiche come
l’ammoniaca sono catturate dal terzo meccanismo denominato "cambio-
catione".

Il risultato di questi 3 meccanismi è una qualità di acqua superiore e


non ottenibile con i tradizionali metodi di filtrazione per piscine.

Benefici Per L’utente

Benessere ed estetica:
Riduzione drammatica degli odori sgradevoli di piscina e delle
irritazioni degli occhi e della pelle. Marcata riduzione della formazione
delle clorammine. L’efficacia della filtrazione permette di sradicare i
microrganismi più piccoli.
Ambientale:
Questa grande capacità di filtrazione da luogo a controlavaggi meno
frequenti con notevoli risparmi e minore acqua dispersa nell’ambiente.
L’uso del cloro sarà più efficiente e verrà ridotto l’uso dei classici
Prodotto in
prodotti chimici per il controllo del ph.
Australia da: Economico:
© ZEOLITE AUSTRALIA PTY LTD 2004

Paolo Valera si è laureato in Scienze Geologiche presso l'Università di Cagliari il


26/02/1996, dove ha discusso una tesi di carattere sperimentale dal titolo
"Telerilevamento e geologia economica dell'area di Wukro-Negash (Tigray - Etiopia
Settentrionale)". La ricerca è stata svolta in un'area vergine e di difficile accesso
dell'Etiopia settentrionale, su una superficie totale di circa 1500 Km2. I risultati ottenuti
rappresentano a tutt'oggi le uniche notizie di carattere geogiacimentologico esistenti
sull'area.
La collaborazione con un braccio operativo del Ministero delle Miniere dell'Etiopia
iniziava già dal 1994, tramite alcune consulenze per il giacimento di Tantalio del
Kenticha, come geologo prospettore, pianificando la campionatura e realizzando la
cartografia geologica, geofisica e geochimica dell'area. Il lavoro era focalizzato sullo
studio di Ta, Nb, Be e Li in rocce pegmatiti granitiche. L'integrazione delle varie
metodologie di ricerca sopra descritte, portarono all'identificazione di un deposito di
Columbo-Tantalite economicamente interessante nell'area del Kenticha. Tale deposito è
attualmente in fase di coltivazione.
Nel 1996, a seguito di concorso bandito dall'Università di Trieste, veniva ammesso al XII
ciclo di Dottorato di Ricerca. La tesi, dal titolo "Sviluppo sostenibile e georisorse in
Etiopia", è stata rivolta all'analisi dei componenti economici, sociali ed ambientali
dell'Etiopia, con precipuo riferimento alle georisorse. Durante questo periodo, in
particolare, veniva effettuata la raccolta sistematica presso le fonti etiopiche depositarie
(Ministero dell'Industria, Ministero delle Miniere, Università), della documentazione
necessaria allo sviluppo del lavoro di tesi. Attraverso una intensa attività di ricerca
intersettoriale, è stato approntato il database delle georisorse presenti nel Corno d'Africa,
arricchito da dati inediti ricavati tramite il lavoro sul campo, di laboratorio e di
telerilevamento. Il lavoro svolto è testimoniato da alcune pubblicazioni di carattere
scientifico, prodotte anche in collaborazione.
Nel periodo 1996-1997 lo scrivente partecipava ad un progetto di ricerca, nel quadro del
programma di cooperazione tecnica con l'Università etiopica organizzato e finanziato dal
Ministero degli Esteri italiano, per la realizzazione di una carta geogiacimentologica
dell'area settentrionale del Macallè Outlier. Il contributo dello scrivente rappresenta il
naturale sviluppo delle ricerche effettuate durante il lavoro di tesi di laurea sulle rocce
proterozoiche dell'area e sui giacimenti ad esse legati. Nel 1997 iniziava il rilevamento
della parte meridionale del Macallè Outlier, che consentiva l'acquisizione di nuovi dati
sulla geologia e la giacimentologia dell'area, peraltro tutt'ora non pubblicati. In merito alla
ricerca appena citata e nell'ambito degli studi effettuati per la tesi di laurea e di Dottorato,
lo scrivente effettuava numerose missioni in Etiopia che gli permettevano di sviluppare
una continua e particolarmente costruttiva attività di collaborazione nelle ricerche con i
colleghi etiopici fin dal 1994. In particolare si vogliono sottolineare i programmi di
prospezione dei depositi d'oro di Legadembi e di Tantalio del Kenticha.
Durante il 1997 lo scrivente approfondiva gli studi sulle mineralizzazioni di fluorite
guidate dai fenomeni di tettonica fragile.
L'impegno del Dottorato e gli studi con i colleghi etiopici non impedivano allo scrivente
di collaborare ad alcune ricerche contemporaneamente avviate in Sardegna, cui
partecipava per curare gli aspetti significativi dal punto di vista delle georisorse. Tali
ricerche gli hanno permesso, in qualità di collaboratore esterno a titolo gratuito, di
caratterizzare dal punto di vista vulcanologico, strutturale e giacimentologico, una
piroclastite situata nei pressi di Sedilo. In particolare, sono state identificate nuove
potenzialità in minerali industriali nel campo delle zeoliti, con particolare riferimento al
gruppo della Heulandite (Clinoptilolite). Una parte degli studi effettuati veniva presentata
al convegno - escursione "La Fossa Sarda" con il titolo "Il flusso piroclastico di Sa
Manenzia (Lago Omodeo)".
Nel 1999 forniva consulenza trimestrale alla Sardinia Gold Mining in qualità di
prospettore. L'attività è stata orientata in un primo tempo alla mansione di geologo di
miniera ed in un secondo tempo allo studio ed all'analisi degli apparati vulcanici terziari
presenti nell'area della concessione mineraria, alla loro caratterizzazione ed allo studio
delle alterazioni collegate all'attività idrotermale post-vulcanica. Nel corso di questa
occupazione, lo scrivente acquisiva importanti esperienze nelle problematiche legate
all'industria estrattiva locale, con particolare riferimento alle tematiche ambientali.
Nell'anno 2000 conseguiva l'abilitazione alla professione di geologo.
Nello stesso anno, subito dopo aver conseguito il titolo di Dottore di Ricerca
(26/02/2000), firmava un contratto con il DIGITA (Dip. di Geoingegneria e Tecnologie
Ambientali, Università di Cagliari), in qualità di consulente per l'attività di supporto
qualificato attinente la campionatura geochimica di tipo "stream sediments" (29/02/2000).
Il contratto prevedeva la campionatura e l'informatizzazione delle relative osservazioni di
campagna e comportava, preliminarmente ed in seguito, di pari passo con lo sviluppo del
lavoro, l'approfondimento delle conoscenze sulla geochimica ambientale delle aree
prospettate. Il contratto, di durata quadrimestrale, veniva prorogato, in periodi diversi e
non continuativamente, consentendo, inoltre, il completamento della campionatura
radiometrica della Sardegna meridionale.
Grazie alle consulenze sopra descritte lo scrivente aveva modo di effettuare osservazioni
sul peso esercitato dalle molteplici georisorse dell'isola nelle testimonianze lasciate dalle
popolazioni di età preistorica e protostorica, a partire dalle prime industrie litiche fino ai
prodotti del trattamento dei metalli. L'archeomineraria e l'archeometallurgia entravano
quindi a far parte del quadro d'interesse scientifico dello scrivente, che partecipa ancora
oggi a gruppi di lavoro multidisciplinari, apportando la propria competenza nel campo
delle indagini sul terreno, della campionatura nonché della gestione e del trattamento dei
dati d'analisi provenienti dalla campionatura stessa.
Il primo approccio a questo filone di ricerca è stato preceduto da una analisi e
ricostruzione mirate della storia geogiacimentologica della Sardegna, concretizzate nella
pubblicazione del lavoro "Outline of Geology and Mineral Deposits of Sardinia, Italy".
Tramite le osservazioni di campagna e le indagini in archeometallurgia, condotte in
collaborazione multidisciplinare con esperti del settore, sono emersi nuovi dati riguardo
possibili siti presumibile sede di coltivazione e lavorazione di metalli in epoca antica. Tali
dati riguardano, principalmente, indizi di attività metallurgica di epoca nuragica, e sono
stati fatti oggetto di confronto, mediante un accurato esame, con la cartografia esistente.
Questo studio ha consentito, inoltre, di ottenere una prima carta originale della frequenza
della distribuzione dei nuraghi sull'intera isola, presentato al Convegno di Cagliari-
Iglesias "Sardinian Metal Resources in the Bronze Age (Exploitation and Trade)" e
pubblicato (Valera R.G., Valera P.G. (2006) "Georesources In Bronze Age -Sardinia". In:
Instrumentum n° 23, Juin 2006, Éditions Monique Mergoil, Montagnac, pp. 37-39).
Ulteriori studi sono in corso per determinare eventuali correlazioni esistenti tra
insediamenti nuragici e anomalie in determinati elementi, soprattutto per Pb, Ag e Cu.
Nel periodo giugno - agosto 2001 effettuava una consulenza nell'ambito del progetto
"Cartografia Geochimica Internazionale: Progetto IGM-Italia" (COFIN 98) per l'attività
di supporto qualificato attinente la campionatura geochimica di tipo "stream sediments"
ed alla elaborazione dei dati per conto del Dipartimento di Studio del Territorio e delle
sue Risorse (DIPTERIS) dell'Università di Genova. Il contratto prevedeva la
campionatura e l'informatizzazione delle relative osservazioni di campagna, nonché
l'archiviazione e l'elaborazione dei dati di analisi. Il lavoro era accompagnato,
analogamente a quanto già precedentemente effettuato nello stesso campo, da un
aggiornamento ed approfondimento delle conoscenze relative ai problemi di geochimica
ambientale delle aree prospettate.
Nel mese di settembre del 2001, a seguito di concorso bandito dall'Università di Cagliari,
risultava vincitore dell'Assegno di Ricerca ex. Art. 51 della legge 27.12.1997, n. 449, dal
titolo "Distribuzione dei metalli pesanti nel reticolo idrografico della Sardegna ed i suoi
riflessi sulle riserve d'acqua". Nell'ambito del progetto lo scrivente riorganizzava il
database dei dati geochimici per renderlo compatibile con il software realizzato ex-novo
in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Genova,
per la realizzazione delle 19 carte geochimiche della Sardegna.
Nel 2002 si recava in Etiopia per acquisire dati ed effettuare osservazioni di campagna sul
Rift etiopico, nell'ambito della ricerca "Mineralizzazioni epitermali a metalli preziosi nel
Rift etiopico" e per una discussione, con i responsabili del Ministero delle Miniere
etiopico, sui dati elaborati e sui risultati ottenuti, con analisi alla microsonda dell'Istituto
di Geoingegneria e Geologia Ambientale del CNR, su campioni di Columbo-Tantalite
prelevati in un giacimento situato nelle rocce Archeozoiche dell'Etiopia meridionale
(Kenticha). Durante il periodo di lavoro in campagna lo scrivente aveva modo di
approfondire le sue conoscenze dell'area e di verificare i dati acquisiti attraverso le
elaborazioni delle immagini telerilevate. E' stata così identificata e mappata una notevole
quantità di sorgenti calde, fino ad allora non segnalate. La significativa quantità di dati
raccolti durante le numerose campagne nel Rift etiopico hanno permesso allo scrivente di
preparare un database che sarà utilizzato per la produzione di una carta
geogiacimentologica di buona parte dell'area, attualmente in fase di allestimento.
Durante il lavoro di campionamento realizzato nell'ambito del progetto di ricerca
"Distribuzione dei metalli pesanti nel reticolo idrografico della Sardegna ed i suoi riflessi
sulle riserve d'acqua", è stata osservata una notevole quantità di indizi di mineralizzazioni
suscettibili di interesse, venuti alla luce principalmente grazie ai numerosi lavori sulla
viabilità che i vari enti stanno eseguendo per vari motivi, quali strade per la penetrazione
agraria, nuove strade a grande scorrimento. Attualmente questi dati sono in attesa di
essere riordinati e confrontati con gli altri dati disponibili e che costituiscono un già
cospicuo archivio informatico. Come primo risultato di questo lavoro è stata presentata
una memoria sulle mineralizzazioni a Manganese ricorrenti in tutta la Sardegna, cui lo
scrivente ha prestato particolare impegno sia nella parte riguardante il lavoro di
campagna, sia nella trattazione dei dati per lo sviluppo dell'archivio informatico.
Durante il 2003 veniva coinvolto, nell'ambito del 32moCongresso Geologico
Internazionale, per la preparazione di una escursione in Sardegna il cui tema preminente
concerneva la geogiacimentologia. L'escursione prevedeva l'attraversamento dell'isola
dall'estremo meridionale a quello settentrionale e comprendeva anche visite guidate ai più
importanti monumenti archeologici ed artistici della Sardegna. Il contributo dello
scrivente in questo lavoro è stato particolarmente sensibile nella parte concernente
l'identificazione, l'analisi e la descrizione delle stazioni di visita.
In data 11.09.2003 veniva nominato "Cultore della Materia" nell'ambito del Settore
scientifico disciplinare GEO 09 - Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogico -
Petrografiche per l'Ambiente ed i Beni Culturali, con comunicazione della Presidenza
della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari, in applicazione dell'art. 23 del
Regolamento della Facoltà.
Nello stesso anno gli veniva rinnovato il contratto dell'Assegno di Ricerca per la
prosecuzione del lavoro.
Nel 2003 iniziava a collaborare con il CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi
Superiori in Sardegna) per la realizzazione di un sistema in rete telematica di risorse e
servizi condivisi. In questo contesto lo scrivente aggiornava le sue competenze
nell'ambito della gestione dei database e dei GIS.
Nel biennio successivo l'attività si è focalizzata, prevalentemente, sul campionamento
delle aree completamente prive di campioni. Durante il periodo di contratto sono stati
prelevati 2172 campioni, di tipo stream sediments ed in minor misura suoli e rocce. Come
in passato, per ciascun campione prelevato, si è provveduto alla compilazione ed
informatizzazione di una scheda contenente tutte le informazioni del sito di
campionamento e del campione stesso. Le analisi chimiche sono state quindi inserite nel
database generale. Attualmente il database dei campioni stream della Sardegna è
composto da 32989 campioni.
Nel 2004 affattuava una consulenza per la valutazione del giacimento aurifero
"Esperanza", ubicato nella parte settentrionale della Cordigliera Occidentale peruviana
(area di Yubé, Provincia di Contumaza).
Nello stesso anno è stato sviluppato un ulteriore tema di ricerca, riguardante l'analisi delle
correlazioni esistenti fra i depositi di corrente ed i suoli. Attraverso questo studio è stata
individuata una correlazione tra i due tipi di campionatura. I risultati della ricerca sono
stati presentati, durante una riunione all'Associazione Mineraria Sarda. Se gli ulteriori
studi confermassero i risultati, sarà possibile realizzare delle carte tematiche che
enfatizzino le aree in cui i valori degli elementi nocivi superano le soglie di attenzione
riportati nel DM 471. Successivamente, in queste aree, sarà possibile operare una
campionatura di dettaglio per una migliore localizzazione delle sorgenti. Ciò è di
particolare importanza se si tiene conto che l'attuale legislazione italiana si basa
esclusivamente su analisi di campioni di suoli per le concentrazioni limite accettabili.
L'elemento informatica è stato affrontato con lo studio delle varie metodologie durante
tutti gli anni di contratto. Attualmente siamo in grado di gestire agevolmente qualsiasi
dato presente nel nostro archivio, attraverso l'utilizzo di diversi software. Due esempi di
questi software, realizzati in collaborazione con il Prof. A. Mazzella, sono stati presentati
al 32° Congresso Geologico Mondiale nelle sessioni "Geographic information system for
exploratory spatial data analysis" e "Mathematical geology for resource exploration".
Attualmente siamo in fase avanzata nello studio e compilazione di due nuovi software: il
primo è una versione aggiornata di quanto già prodotto nel campo della cartografia
tematica in tre dimensioni; il secondo mira alla realizzazione di una cartografia
geochimica dell'intera Regione che sia in grado di visualizzare i dati del nostro archivio
discriminandoli per aree a diverse caratteristiche (litologiche, morfologiche, antropiche,
ecc), in modo da poter accedere a tutte le informazioni di carattere ambientale ed a
qualsiasi scala. L'importanza dello studio di queste metodologie è evidenziato dal
sensibile incremento di popolarità che sta assumendo l'informatica a tutti i livelli e quindi,
dal potenziale bacino d'utenza in grado di accedere a queste informazioni. Nell'ultimo
anno di attività, lo scrivente è stato l'ideatore ed organizzatore, con l'ausilio di alcuni
colleghi, del I Workshop degli Assegnisti UNICA (WAU), in cui tutti gli Assegnisti
dell'Ateneo sono stati invitati a presentare se stessi, attraverso una breve descrizione
dell'attività svolta in qualità di assegnisti ed uno o più lavori da presentare durante il
Workshop. Lo scrivente è stato il realizzatore e curatore del sito del WAU, per tutto il
periodo di preparazione dell'evento, anche con la realizzazione dei blog dei partecipanti al
convegno. L'evento ha avuto luogo nei giorni 16, 17 e 18 marzo 2005, presso la Cittadella
Universitaria di Monserrato, nell'ambito delle manifestazioni legate alla XV Settimana
della Cultura Scientifica.
Nell'ultimo timestre del 2005, nell'ambito del progetto "GEOBASI", è stato realizzato il
database dei campioni stream presenti nel Foglio 549 Muravera, composto da 2377
campioni e da 107 duplicati, identificati grazie al GIS e riportati come per il database
generale "Totali_stream_finale". Tutti i dati sono stati controllati uno ad uno per
verificarne l'esatto inserimento e per verificare la presenza di duplicati. Tutti gli errori
sono stati corretti. Attualmente il database del Foglio Muravera è pronto per qualsiasi
elaborazione grafica e geostatistica.
Durante lo stesso trimestre, è stata realizzata l'analisi, elaborazione e restituzione dati
della campionatura geochimica realizzata a Kettara, in Marocco, per un progetto
sviluppato dal Prof. Alberto Marcello in collaborazione con Hibti Mohamed, del
Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Cadi Ayyad (Marrakech, Marocco).
Sono stati elaborati i dati relativi alla campionatura dei suoli e degli stream di un'area in
cui è presente un villaggio di piccole dimensioni ed interessata da lavori minerari, oggi
abbandonati, per valutare il grado di inquinamento da metalli pesanti. I dati hanno messo
in luce un'ottima corrispondenza tra i valori dei metalli pesanti e la litologia presente,
permettendo di individuare con precisione l'area, peraltro molto limitata, interessata dai
tenori anomali.
Nello stesso periodo e nel quadro del progetto-pilota "Sistema GRID per la gestione di
geo-database distribuiti", in collaborazione con il CRS4, che rientra nel progetto più
ampio denominato "GRIDA3", lo scrivente ha allestito e reso operativo il laboratorio
presso il DIGITA, che include il server "Achille", un PC ed un Plotter. In questo modo, il
DIGITA si trova in perfetta sincronia con la tabella di marcia prevista dal progetto pilota,
avendo già affrontato anche l'acquisizione ed elaborazione della cartografia esistente
dell'area del progetto. Dal mese di maggio del 2006 sono ricercatore non confermato
presso il DIGITA
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Paolo Valera
I SOFTWARE IN ELABORAZIONE

Già dal lontano 1993 mi sono accorto delle potenzialità dell'informatica per la realizzazione di
tematismi cartografici in 3D. Nel 1996, quando ormai avevo acquisito tutte le competenze nel
campo dell'informatica sufficienti allo scopo, ho realizzato il primo software per la realizzazione
di una prima, grezza cartografia in 3D: l'ormai datato ma pur sempre valido "Paolocon". Da
allora, nei ritagli di tempo e grazie ai continui incoraggiamenti di amici e colleghi, mi sono spinto
alla ricerca di soluzioni che rendessero il software sempre più veloce e flessibile, senza trascurare
il grado di compatibilità con le diverse piattaforme. Attualmente, come si può osservare dalle
figure sotto (che rappresentano due schemi geolitologici, il primo del foglio 546 (Guspini), la
seconda un bacino di un'affluente del Rio Norizzi), abbiamo realizzato, con il fondamentale aiuto
del Prof. A. Mazzella del DIGITA, l'ultima versione del software che pensavamo di chiamare "3D
Map Extractor". Il software è in grado di elaborare centinaia di migliaia di dati in pochi secondi,
al contrario di qualunque sw di grafica attualmente in circolazione. L'unico pregio - difetto è che
il sw lavora in dos, indipendentemente dalla piattaforma (da windows 3.11 a Xp) e non abbiamo
ancora affrontato i problemi di compatibilità con gli altri sistemi operativi. Inoltre il sw, grazie
alla quantità di dati che è in grado di elaborare, consente di ottenere delle carte di elevatissima
precisione negli assi x, y, z.
Il prossimo passo sarà rivolto alla gestione, elaborazione e restituzione grafica dei dati del
sottosuolo (ad esempio, attraverso l'utilizzo dei dati di campagna, quali giacitura degli strati,
analisi delle strutture plicative e disgiuntive, dove è possibile integrati con dati geofisici e da
sondaggi) in modo da ottenere della cartografia tematica in 3D completa.
Perchè possiate verificare l'attendibilità del software potete inviarmi un file .dxf digitalizzato in 3
dimensioni, anche senza aver utilizzato il comando 3D Polyline se realizzato con AutoCAD,
possibilmente comunicandomi con quale software e con quale versione è stato realizzato e vi
invierò il file .dat ottenuto. Ultimamente, per esigenze legate al mio lavoro, ho avuto modo di
migliorare sensibilmente l'output. Come esempio ho realizzato un file del Foglio 549 di
Muravera, ottenuto da circa 2.300.000 punti quotati, che potete visualizzare cliccando qui.
Il file, che potete scaricare senza dazio, è necessariamente a bassa risoluzione, ma il file originale
è stato ottenuto attraverso un'elaborazione a 10 metri sul terreno.
Naturalmente si può fare di meglio, con un po' di pazienza ed un buon PC.
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Paolo Valera
I no st ri pr odot ti:

Leonardite naturale per la


fertilità del terreno: è un prodotto Cifo in polvere costituito solamente da Leonardite proveniente dai migliori
giacimenti europei. Deriva dalla vegetazione che si è formata nel periodo carbonifero e nel corso dei millenni ha
subito modificazioni, compressione e alte temperature (fossilizzazione) che l'hanno trasformata in carbone e
acidi organici. Questi ultimi hanno formato degli "stagni" che si sono evoluti in miniere di Leonardite: Quindi
BIOTRON S è leonardite pura che una volta estratta è solamente macinata, vagliata per essere commercializzata
in ESCLUSIVA da Cifo per la fertilità del terreno.
Agrosil:
• Una manna per le
radici
• Il momento più delicato della vita di una
pianta è la sua messa a dimora, quando le radici
hanno bisogno del miglior terreno per
riprendere vigore ed estendersi. La Compo (n.
verde 167-500010) propone per questo un
prodotto specifico: si chiama Agrosil ed è uno
speciale formulato a base di silicati colloidali
che agiscono sulla struttura del terreno
migliorandone le caratteristiche fisico-chimiche
e quindi l'attecchimento, l'assorbimento dei
nutrienti e la resi- stenza alle malattie fungine.
Agrosil viene venduto in bustine da 50 g ,
complete di accurate istruzioni per l'impiego e in
sacchi da 25 kg.

e ancora:
Concimi, cura delle
piante, semi per prato,
antiparassitari, Tutto per
accelleratore di l'irrigazione di casa,
decomposizione. giardino, orto, grandi
spazi.
Attrezzi e
materiale per tutte le
esigenze

Zeolite- Clinoptilolite :

una nuo va tecnologia per la nutrizione animale

Rassegna riassuntiva sui vantaggi ottenibili dall’impiego in zootecnia :

nell'allevamento di bovini :

nell'allevamento di pollame :

nell'allevamento di suini :

L’interesse zootecnico della zeolite attivata con la tribo-tecnologia sui porcellini da svezzare

stiamo promuovendo lo sviluppo di tecnologie in grado di elevare la biomassa – in questo


caso pianta verde di mais e granella di mais – ad impieghi energetici ed industriali. Nel
dettaglio sono tecnologie che tramite processi chimico-fisici, trasformano la biomassa in
cellulosa, amidi, proteine, glucosio e etanolo.
autorizzato dalla Comunità Europea ad essere aggiunto nell'alimentazione (mangimi) degli
animali da reddito – percentuale ammessa fino al 5% - valido sostituto delle farine animali.
, la "Clinoptilolite", che ha una elevata capacità di trasmettere umidità - trattenendola e
rilasciandola - ed una elevata capacità di scambio ionico, che la rende particolarmente
favorita nell'ottimizzazione del ciclo dell'azoto.
Nel settore ambientale Hot Water R&D sta sviluppando l'impiego della Clinoptilolite con
finalità di filtro meccanico per i metalli pesanti, quindi applicabile a bonifiche ambientali
di portata significativa. Ottimi risultati ha già ottenuto l'applicazione in depuratori.
In aggiunta sempre grazie all'impiego di pool batterici, Hot Water R&D sta sviluppando
progetti di trasformazione del rifiuto della lavorazione delle olive, sansa e acque di
vegetazione, in ammendante agricolo naturale, compost e concime liquido è partner di
ricerca di un'azienda produttrice di pool batterici non patogeni selezionati per impieghi
diversi, dalla sanificazione dei cassonetti RSU, alla degradazione biologico dei rifiuti
stessi con finalità energetiche – produzione di metano - dalle bonifiche industriali,
inserimento in impianti di depurazione di batteri nella fase biologica, alle bonifiche
ambientali di siti e luoghi contaminati da rifiuti di lavorazione industriale, o da impieghi
civili.

Applicazione di una nuova tecnologia di micronizzazione


attraverso collisione ad alta velocità: le particene Megagreen
hanno una sorprendente efficacia
AGRONOMIE (2)
VÉTÉRINAIRE (0)
AGROENVIRONNEMENT (3)
ALIMENTATION (13)
ALIMENTATION ANIMALE (3)
AQUACULTURE (1)
BIOPESTICIDES (1)

COMPOSIZIONE DEI DETERGENTI INDUSTRIALI PIU COMUNI %

Prodotti in polvere a mano Prodotti liquidi a mano Prodotti in polvere lavatrice

- tensioattivi - tensioattivi - tensioattivi anionici 7-


anionici 15-20 13
anionici 15-25

- tensioattivi non - tensioattivi non ionici


- tensioattivi non 1-5
ionici 0-5 ionici 0-5
- sapone sodico 0-10
- zeolite A (silicati - sapone 0-25
alluminio sodici) 15-
- zeolite A 15-25
25 - zeolite A (silicati
alluminio-sodici) 0-25 - silicato sodico 1-5
- silicato sodico 1-
5 - alcol etilico 0-15 - carbonato sodico 0-
10
- carbonato sodico - citrato sodico 0-2
0-15 - solfato sodico 0-30
- componenti minori
- solfato sodico : (profumo, enzimi - perborato sodico 10-
10-40 sbiancanti, antischiuma, 25
conservanti -0.2-0,5-
- componenti - attivatore del
minori: profumo, perborato 0-4
enzimi, sbiancanti
antischiuma - componenti minori
conservanti -0,2-0,5- 0,2-0,5

- CHIMICO
zeoliti, silici precipitate, silici colloidali, gel di silice,
postrattamento del TiO2, flottazione di minerali,
anticorrosivi per metalli.
- CANTIERISTICO
spritzbeton, consolidamento del terreno, impermeabilizzazione
del terreno, impregnazione ed impermeabilizzazione del cemento.
- CARTARIO
incollaggio carta e cartone, sbianca e disinchiostrazione,
nobilitazione della carta.
- SIDERURGICO
leganti per stampi e anime da fonderia, sigillanti per fonderia.
- METALLURGICO
impregnazioni metalli porosi, decapaggio e sgrassaggio di lamiere, protezione metalli da corrosione.
- DETERGENZA
formulazione di detersivi.
- CERAMICO
deflocculanti per impasti argillosi (barbottine).

Talee radicate in akadama e sabbia media.


Rinvasate in miscela di 20% sabbia media , 20% sabbia fine , 60% terriccio universale + 300 gr
di silicati colloidali ogni 20 litri di terriccio universale.

ECOLOGICO
trattamento acque, inertizzazione di fanghi tossici e nocivi,
iniezioni impermeabilizzanti e chemioadsorbenti del suolo adibito a discariche (per arrestare ed
inertizzare sostanze tossiche solubili che minacciano le acque sotterranee), abbattimento polveri,
isolamento termoacustico.

La pozzolana macinata insieme al gesso e al clinker è usata per produrre cementi pozzolanici. Dal
punto di vista chimico riportiamo nelle tabelle come esempi la composizione chimica di alcuni
materiali pozzolanici:

SiO2 Al2O3 Fe2O3 CaO MgO K2O SO3 TiO2 p.a.f.

% % % % % % % %
45.50 15.12 12.05 9.33 3.59 2.15 nd nd 8.45
55.20 18.25 4.00 2.75 1.13 10.96 0.99 0.75 5,85
48.20 21.91 9.55 7.50 3.15 4.14 0.25 nd 5.30
87.80 2.30 0.80 0.80 nd nd 0.10 nd 7.90
48.45 17.81 12.09 12.09 3.02 5.01 nd nd 0.60
7 – La natura e le proprietà delle sostanze colloidali

La coagulazione e flocculazione dei colloidi – Le sostanze colloidali


argillose –

I complessi umici-argillosi – L’adsorbimento e lo scambio dei cationi.

La silice colloidale SP è una polvere (silicio ventilato) che può essere aggiunta agli
adesivi o agli stucchi per evitare la possibilità di colature del prodotto durante
particolari applicazioni; infatti, la silice colloidale è in grado di rendere tixotropici
resine, adesivi e stucchi, e di migliorarne alcune proprietà di lavorazione. Nei casi in
cui è essenziale carteggiare, occorre moderare il quantitativo di silice colloidale,
poiché questa carica inerte rende I'epossidico particolarmente duro.

Una dispersione colloidale di silicio in acqua è usata come agente di rivestimento e come
ingrediente per determinati smalti.

Silices colloïdales, organiques et


biologiques
La silice colloïdale est une émulsion stable de silice minérale. Cette silice
n'est pas soluble mais son état colloïdal la rend plus assimilable par le
corps qu'un solide. Elle vient généralement de la prèle (silice végétale), de
l'argile (silice minérale) ou de coquilles d'œufs (silice animale).
La silice colloïdale est de très faible absorption. Certains experts évaluent
son taux d'absorption à 3%. Malgré ce faible taux d'absorption la silice
colloïdale à un effet thérapeutique important qui a été vérifié maintes fois
(l'action de la prêle est connue depuis des siècles).

COL TURE IDR OPONICHE


Uno sguardo al mondo della coltivazione idroponica...

INTRODUZIONE

In questi ultimi anni la coltivazione indoor ha conosciuto una rapida evoluzione passando
dalla coltivazione classica in terra alla coltivazione fuori terra ovvero su substrati inerti (privi
di nutrimenti).

In questo tipo di coltivazione la pianta non assorbe i nutrimenti dal substrato ma


direttamente dalla soluzione nutritiva (acqua con fertilizzanti in soluzione) che viene fatta
circolare attraverso un sistema di irrigazione.

Esistono differenti tipologie di impianto quali, l'idrocoltura in vasche con sistemi di


gocciolamento alimentati da pompe ad aria o ad immersione (flusso e riflusso), sistemi NFT
(tecnica del film nutritivo) e sistemi areoponici.

I più utilizzanti sono caratterizzati dal ciclo chiuso: la soluzione nutritiva viene riciclata in
maniera continua o intermittente.

I substrati più indicati per questo tipo di coltura sono l'argilla espansa, la lana di roccia, la
perlite e il cocco.

I vantaggi offerti da questo tipo di coltivazione sono:

- possibilità di aumentare le rese a mq

- sviluppo in fase vegetativa e di fioritura più veloce con conseguente riduzione dei
consumi elettrici a causa di una minore esposizione delle piante alla luce artificiale-
possibilità di migliorare qualitativamente la resa delle piante grazie ad una attenta
alimentazione idrica, nutrizionale e una maggiore ossigenazione dell'apparato
radicale

- minor accumulo di sali nel substrato

- minor volume di substrato utilizzato rispetto alla coltivazione in terra

Gli svantaggi offerti da questo tipo di coltivazione sono:

- necessità di un più rigoroso controllo dell'impianto (controlli frequenti del pH e


dell'EC)

- maggior possibilità di stress idrico e nutrizionale dovuto al ridotto volume del


substrato utilizzato nel caso si verifichi un interruzione prolungata della corrente
elettrica

- maggior costo iniziale dell'impianto

I SUBSTRATI PIU' UTILIZZATI

I substrati ideali per la coltivazione idroponica devono presentare le seguenti caratteristiche


fisico-chimiche:
- leggerezza

- buona capacità di contenimento dell'aria e dell'acqua

- elevato potere tampone e pH vicino al 6

- assenza di parassiti ed elementi patogeni

- facilità di riutilizzo

I substrati utilizzabili possono essere di natura organica come la fibra cocco o di natura
minerale come la lana di roccia trattata per fini agrotecnici (Grodan), la perlite e l'argilla
espansa.

La fibra di cocco

Questo substrato è derivato dalla lavorazione del mesocarpo del cocco. Le sue qualità
sono la leggerezza (85 kg/mc), l'elevata porosità e la sua capacità di trattenere una buona
quantità di acqua mantenendosi comunque molto areato.

Il pH oscilla tra 5,5 e 6,5 e la conducibilità (EC) è minore di 0.4 ms/m*.

Prima del suo utilizzo è consigliabile dilavarlo con acqua al fine di eliminare eventuali
residui salini. Può essere riutilizzato per diversi cicli colturali previo lavaggio ed
eliminazione delle radici.

Sul mercato è disponibile in panette pressate e sacchi con dimensioni standard di


100x15x7.

La durata media è di 2-3 anni, ma per il suo riutilizzo è necessario usare dei biocatalizzatori
in grado di sanificarlo dalle radici morte.

*valori riferiti al cocco prodotto da Plagron

Lana di roccia (Grodan)

E' un materiale inerte molto leggero derivato dalla fusione di minerali. Ha una struttura
fibrosa con elevata porosità (90% del volume) e, grazie a trattamenti con composti bagnanti
(detensioattivanti), ha una notevole ritenzione idrica (80% del volume). I blocchi vanno
immersi in acqua con pH 5,8 prima di essere utilizzati e poi irrigati regolarmente.

La durata media è di 3 anni, ma per il suo riutilizzo è necessario usare dei biocatalizzatori in
grado di sanificarlo dalle radici secche.

Il suo pH tende all'alcalino e va corretto con acqua a pH leggermente inferiore (pH 5,8)

Il suo utilizzo è indispensabile per la semina delle piantine che coltivate in idroponica.

Il Grodan è disponibile in varie tipologie per soddisfare differenti bisogni colturali.

Per la semina e il taleggio si utilizzano i cubetti 4x4x4; questi poi vengono inseriti nei cubetti
7,5x7,5x7,5 quando si intravedono le prime radici è possibile introdurli nel substrato che
porterà la pianta a maturazione.
Questo substrato può essere anche utilizzato per portare le piante alla maturazione; per
questo scopo è possibile utilizzare il Grodan in lastre con misura 100x15x7,5 o il Grodan
sfuso (Grodan fiochi).

Il Grodan in lastre è un substrato indicato per impianti dedicati alla fioritura delle talee,
infatti permette di avere piantamenti molto fitti raggiungendo densità di 33 talee a metro
quadro.

Argilla espansa

E' un materiale minerale di origine industriale, si trova in commercio sottoforma di particelle


sferoidali con la superficie costellata da pori ed è caratterizzata da una grande stabilità
chimica e una lunga durata.

Possiede una buona inerzia chimica, il suo pH iniziale è intorno al 7 - 8 a causa dei residui
di calcio, questi possono essere eliminati con lavaggi preliminari con acqua tiepida.

Viene anche utilizzato all'interno dei substrati di cocco e perlite per aumentare il drenaggio

E' consigliabile utilizzare i granelli con forma irregolare e granulometrie piccole (3-6 mm).

La perlite

E' un materiale di origine industriale, di tipo granulare, spugnoso molto leggero, bassa
ritenzione idrica e di media stabilità chimica.

A causa della sua elevata porosità e della scarsa ritenuta idrica questo substrato deve
essere alimentato frequentemente con irrigazione a goccia, per garantire una umidità
adeguata.

Viene utilizzato puro come substrato per la radicazione delle talee o miscelato al cocco (1
parte di perlite su 2 di cocco) per equilibrare le caratteristiche fisiche dei cocco. Rispetto
alla perlite questi mix consentono di innalzare la ritenzione idrica e l'inerzia chimica
(maggiore stabilità del pH).

I principali impianti coltivazione

Sistemi a flusso e riflusso o DWC

La coltivazione avviene in vasi di plastica fessurati sul fondo e riempiti di argilla espansa.
La soluzione nutritiva viene distribuita alle radici tramite un sistema di gocciolamento
superficiale e per gravità drena attraverso i granuli di argilla espansa idratandole. La
soluzione viene recuperata all'interno di una cisterna dove è possibile controllare il pH e la
conducibilità (EC).

Il gocciolamento può avvenire attraverso delle pompe ad immersione o aereatori.

Nel sistema con pompe ad immersione la soluzione nutritiva vene spinta all'interno di un
sistema di tubi fino ad arrivare al piede della pianta.

Nel sistema con areatore la soluzione nutritiva viene sospinta suo substrato attraverso una
pompa ad aria. Il grande vantaggio di questo sistema è che le radici vengono irrorate di
acqua ricca di ossigeno quindi la velocità dello sviluppo radicale una volta raggiunta la
riserva d’acqua nella vasca è velocissimo e permette quindi alla pianta una crescita rapida
e rigogliosa in poco tempo.
Di contro questo eccezionale sviluppo radicale può portare a dei problemi se non
controllato e gestito nella maniera corretta; infatti le radici possono crescere occupando
l’intera vasca ostruendo cosi i distributori di ossigeno presenti al suo interno e creando una
situazione di soffocamento radicale che portata alle estreme conseguenze può far morire
l’intera pianta. Un buon consiglio è quindi di controllare settimanalmente lo stato degli
ossigenatori ed eventualmente liberarli dalle radici anche a costo di tagliarne dei pezzi e
non meno importante di dare a ogni pianta un volume utile d’acqua nella vasca di non
meno di 15-20 litri.

Sistemi NFT (tecnica del film nutritivo)

Negli impianti NFT la soluzione nutritiva circola direttamente a livello radicale, scorre in
canalette opportunamente inclinate e raccordate da un sistema di drenaggio che fa
confluire la sostanza nutritiva in una cisterna centralizzata da cui attraverso una pompa,
avviene la distribuzione.

Le cabalette devono essere sufficientemente rigide e con una pendenza (2%) tale da
assicurare il deflusso della soluzione che vi scorre al disopra.

In commercio esistono differenti tipo di canaline in PVC; I più usati sono i vasi di Lybra e i
bancali Edd and Flood.

La soluzione può circolare ad intermittenza o i modo continuato. La dimensione della


cisterna deve essere di almeno 30 litri a mq.

Le piantine vanno allevate precedentemente nei cubetti di lana di roccia e poi riposte sulle
canaline.

Questo sistema è indicato per coltivazione di talee e permette piantamenti molto densi (30
piantine a mq).

Aereoponica

Rappresenta la semplificazione + estrema di un sistema idroponico, con pochissimo


substrato a livello radicale e con un minimo impiego di soluzione nutritiva, che viene
riciclata continuamente e vaporizzata sulle radici.

Vista il ridotto volume del substrato occorre coltivare piante con dimensioni molto ridotte, e
quindi consigliato per portare a fioritura le talee.

La soluzione nutritiva

La soluzione nutritiva costituisce il mezzo liquido da cui le radici prelevano il loro


fabbisogno idrico e minerale. Quando si opera su substrati inerti la soluzione nutritiva deve
contenere tutti gli elementi minerali in una soluzione a pH intorno a 5.8 e alla giusta
concentrazione salina (EC).
Gli elementi indispensabili per un buon apporto nutrizionale sono N, P, K, Ca, Mg Fe, Mn, e
vari altri microelementi.

Il pH misura l'acidità di una soluzione acquosa, cioè la concentrazione di ioni idrogeno, il


suo valore ottimale è 5.9, ma sono accettabili delle variazioni di +/- 0,4 punti.

Valori di pH troppo bassi diminuisce la disponibilità di calcio e magnesio mentre con valori
troppo alti diminuisce la disponibilità di fosforo e provoca rapidamente carenze di
microelementi (soprattutto il ferro).

Pertanto è importantissimo che il valore del pH rimanga il più possibile costante entro i
valori sopra indicati.

La variazione del pH nella soluzione nutritiva è in funzione dell'assorbimento selettivo di


alcune molecole di fertilizzante, dal rilascio di alcuni escreti radicali e di CO2 da parte delle
radici e dalla presenza di carbonati nell'acqua di irrigazione. Questi fenomeni portano ad un
innalzamento del valore del pH. Per abbassare il valore del pH occorre utilizzare sostanza
acide come acido nitrico, acido fosforico o solforico.

L'innalzamento del pH, che tuttavia e necessario raramente, può essere ottenuto con
carbonato di potassio o di calcio Il suo valore può essere misurato con dei pH test a
reazione chimica come le cartine tornasole e i liquidi di contrasto o utilizzando degli
strumenti digitali (pHmetri); quest'ultimi permettono una misurazione più rapida e precisa.

La concentrazione salina è misurata con degli strumenti digitali chiamati conduttivimetri o


misuratori EC espressa in mS/cm , il suo valore ideale oscilla tra 1.4 e 1.8 mS/cm nelle
prime fasi di sviluppo sino al 1.7/2.1 mS/cm in fioritura.

La concentrazione salina della soluzione nutritiva può essere :

-abbassata , aggiungendo acqua senza fertilizzanti

-alzata ,aggiungendo fertilizzanti.


Enterprising S.r.l. - Via Fornovo, 45 - 09134 Cagliari -
enterprising@tiscali.it

Miniera “Bortivuile”, Comuni di Anela e Bono


(SS)

CARA TTERIZ ZAZIONE DELLA MIN ER ALI ZZAZION E A

CLINOPT IL OLIT E

NO TE S UI PO SSIBIL I IMP IEGHI


Caratteristiche e potenzialità applicative del
minerale

Enterprising S.r.l. - Miniera “Bortivuile”, Comuni di Anela e


Bono (SS)

Via Fornovo
45 -09134 CAGLIARI

CARATTERIZZAZIONE DELLA MINERALIZZAZIONE A CLINOPTILOLITE

NOTE SUI POSSIBILI IMPIEGHI


Caratteristiche e potenzialità applicative del
minerale

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