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Effetto tunnel
Autore: 6502
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Note Legalesi.
6502
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Ti svegliasti all’improviso, eri in piedi in una stazione
del metro’ vuota. Una luce bianca fredda, molto intensa
illuminava tutta la banchina di attesa e l’ambiente
circostante.
Non c’era nessuno intorno a te.
Indossavi un paio di scarponi, dei pantaloni grigio
verdi, il tuo giacchetto grigio verde. Appeso al
cinturone riconoscesti la tua borraccia e la fondina e la
tua colt 45 con vari caricatori. In testa avevi ancora il
tuo M1. Prendesti il tuo M1 lo guardasti incuriosito,
mmhh si, era proprio il tuo M1, adesso lo riconoscevi,
era verdolino con una tela sopra, la banda bianca dipinta
sul posteriore, il logo di divisione dipinto sul davanti.
Re-indossando l’M1, ti guardasti un po’ stranito intorno
a te, la stazione metropolitana vuota e silenziosa non
aveva alcun nome, affissione, indicazione utile. Ti
frugasti nel giubbotto, il portafoglio non lo trovasti;
perduto?!, Anche il tuo orologio al polso era sparito,
probabilmente perso pure quello?! Non c’erano orologi
alla stazione del metro’ quindi era impossibile dire che
ore fossero o se fosse giorno o notte.
Camminasti qualche passo lungo la banchina, c’era un
silenzio profondo tutto intorno a te, e dalle 2 gallerie
ai margini della stazione, non si udiva nessun rumore di
treni o nessuna luce di servizio. Poco piu’ in la’ ti
accorgesti che c’erano delle scale illuminate anche
queste con una luce bianca, fredda, molto intensa. Allo
stipite delle scale c’era un piccolo crocifisso di legno
appeso. I muri erano tutti molto puliti e piastrellati.
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C’erano 2 binari in ogni galleria, mmhhh!erano binari di
metallo, lucidi, quindi la metropolitana non era
abbandonata anzi era sicuramente in uso, altrimenti non
sarebbero stati cosi’ brillanti e puliti!!.
Beh!, sicuramente prima o poi qualcuno avresti
incontrato, questo pensiero ti rinfranco’ un po’.
Ti chinasti per terra, facendo attenzione a dove fossero
i fili dell’alta tensione, quando un brivido ti percorse
la mente, poco prima di appoggiare l’orecchio sul binario
di ferro.
E se ci fosse stata l’alta tensione?!?
E se nel frattempo fosse giunta una metropolitana?!?
Ti voltasti di scatto per dare un’occhiata. Niente di
niente!. La longherina di metallo non pareva collegata a
nessun filo elettrico. Ti accucciasti appoggiando le
orecchie sulla longherina di metallo, sperando di poter
udire qualche rumore. Niente, di niente, c’era solo un
silenzio spettrale ed un vento freddo.
In effetti in mezzo ai binari c’era una lieve corrente
d’aria molto gelida, che sembrava diventare sempre piu’
fredda man mano che t’incamminavi verso le gallerie. Dopo
pochi passi, tutto divenne buio. Non vedesti nemmeno piu’
i binari oppure i tuoi piedi!. Obiettivamente era sempre
piu’ difficile camminare lungo le longarine di legno a
cui erano inchiodati i binari.
Non c’erano luci di servizio oppure luce di emergenza
accese. Provasti ad urlare chiedendo se c’era qualcuno,
ma nessuno ti rispose. Man mano che camminavi nel buio,
sentivi freddo, sempre piu’ freddo, alitava un vento
gelido dentro quelle gallerie. Stranamente pero’ non
facevi nessuna ‘condensa’.
Era davvero saggio, incamminarsi in mezzo ai binari,
cosi’ incautamente al buio dentro quelle gallerie?!
Questo pensiero ti baleno’ per un attimo nella mente...
continua (a pag.4)
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Camminasti per un po’ lungo la banchina della stazione
metropolitana, ma non c’era traccia di treni o
metropolitane. Difficile dire da quanto eri in attesa in
quella stazione: pochi minuti? o qualche ora? Non avevi
ne sonno, ne sete, ne ti sentivi stanco. Cosa strana non
c’erano ne mappe con le fermate del metro’, tantomeno
orari oppure indicazioni. Continuasti a fare quattro
passi svogliati lungo la banchina di attesa, cercando di
ricordare come e quando fossi finito li’. Il soffitto era
semicircolare tutto rivestito di mattonelle bianche,
lucide e pulite. Un ambiente decisamente ‘asettico’. D’un
tratto sentisti un eco di passi. Ti voltasti di scatto,
dei rumori, sicuramente dei passi riecheggiarono come
un’eco nella stazione. Qualcuno stava scendendo le scale
e presto avrebbe raggiunto la banchina del metro’,
uscendo dalle scale poco distanti da te. Era un guardiano
della metropolitana, scese le scale, guardo’ a destra e
sinistra e non disse niente, fermandosi in mezzo alla
banchina. -Salve- dicesti. Ma il guardiano non ti
rispose, forse non aveva capito? -Hi!,Bonjour!-. Ma il
guardiano non ti rispose, era bianco come un lenzuolo in
volto, avesti come l’impressione che non volesse
guardarti in viso. Ti incamminasti verso il guardiano in
silenzio, questi estrasse da una fondina uno strano
oggetto. Forse era una radio ricetrasmittente, per lo
meno ne aveva i canoni, anche se era insolitamente
piccola, almeno per come le ricordavi!.Portandosela al
volto inizio’-IT’S ALL RIGHT!, EVERYTHING SEEMS OK!,
OVER-roger that- gracchio’ la radio -NOW I AM GOING TO
THE CHEKCPOINT,OVER-roger that-Il guardiano non disse
altro, di buon passo quasi fosse di corsa abbandono’ la
banchina della stazione, salendo i gradini due a due.
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Salite le scale, c’era una piazzetta interna alla
metropolitana molto grande. La solita luce bianca molto
fredda illuminava a giorno tutto l’ambiente. Non c’era
nessuno, ne vigilanti ne passeggeri, ne barboni, non
c’era proprio nessuno. Non c’erano nemmeno edicole di
giornali o bar le saracinesche erano abbassate e tutto
l’ambiente sembrava molto ordinato e pulito.
L’architettura era un po’ inusuale per te, forse un po’
futurista o comunque insolita rispetto ai canoni classici
che conoscevi, ma a parte questo l’ambiente non ti forni’
indizi di nessun genere per capire se fuori fosse giorno,
notte, o che ore fossero o dove fossi.
Alla tua sinistra c’erano delle scale mobili, lucide,
molto moderne, chissa’ quanto saranno mai costate?!. Un
manufatto cosi’ sembrava tecnologicamente molto avanzato.
Di fronte a te c’era un lungo corridoio in penombra che
non era illuminato, era difficile dire cosi’ su due piedi
dal tuo punto di osservazione dove portasse. L’assenza di
cartelli, nomi, indicazioni, mappe tipiche delle
metropolitane rendevano l’ambiente decisamente surreale,
insolito, per una metropolitana. Ma poi quell’ambiente
era davvero una metropolitana? Una metro forse in
costruzione?, oppure una stazione non terminata o che
altro?!
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Ti ritrovasti in strada, cosi’ all’improvviso, poco
distante c’era un passaggio a livello aperto dal quale
vedesti una piccola piazzetta. Era mattina molto
inoltrata, c’era anche molta gente e molto traffico. Ma
quanto tempo era passato?! Quanto tempo eri restato nella
metropolitana? Che auto strane, e quante ce n’erano per
strada! e la gente che camminava erano tutti quanti
vestiti in modo insolito. Provasti a fermare qualche
passante per chiedere qualche informazione generica, ma
nessuno si fermo’. Sembravano non sentirti e non vederti.
Sicuramente troppo presi nei loro affari, camminavano di
passo veloce, di fretta, tutti assorti nei loro pensieri
quotidiani. Anche le case apparvero diverse rispetto a
come te eri solito ricordarti quei luoghi; l’urbanistica
era cambiata!. Occhio e croce erano passati molti, molti
anni perche’ tutto era cosi’ cambiato. Tuttavia non
proprio tutto era cambiato drasticamente a grandi linee
potesti cosi’ riconoscere la strada che dovevi
percorrere. Sostasti per un po’ a pensare vicino al bivio
del passaggio a livello aperto.
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Una giovane donna dagli occhi azzurri con le labbra
rosse, i capelli biondi un po' sbarazzini vestita di
jeans ti sorrise poi esordi':"Ciao!, come va?". Te avesti
subito la netta impressione di averla gia' vista da
qualche parte, ma non ricordasti esattamente proprio
dove.
Le dicesti-ciao!-. Lei ti guardo’ ridendo come se ti
conoscesse da sempre, inclinando la testa da una parte,
poi senza dirti una parola ti mostro' un foglio
protocollo tutto scritto a mano, interamente a mano, le 4
pagine erano completamente scritte.
Un tema? Una storia? Un racconto?
Lei disse:"Questo e' il mio test di ammissione, mi hanno
presa". Claire Enden c'era scritto in fondo alla terza
pagina, ed era ripetuto in fondo al foglio protocollo
come una firma in calce. Era una calligrafia molto
rotonda e ben ordinata, perfettamente leggibile. Un
barlume di memoria sembro’ ritornarti e pensasti che eri
decisamente un idiota, si’ insomma... Lei l’avevi gia’
incontrata da qualche parte, di questo ne eri certo. Era
una biondina, attraente... beh! Si’, come mai poteva
chiamarsi una biondina?! La soluzione proposta ti parve
molto ovvia, quasi banale: Claire, Chiara, Claire
appunto.
Minkia, ma che cazzo di fantasia pero'... nel battezzarla
cosi’. In mezzo a quel traffico e quelle macchine dalla
linea futuristica che non riconoscevi, c’erano 2 persone
anziane ferme a guardare un carretto carico di
masserizie. Assieme alla biondina, erano le uniche
persone che sembravano vestite in modo ‘decente’. Sul
carretto, probabilmente c’era tutta la loro roba la’.
continua (a pag.4)
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Attraversasti il ponte correndo per poi andare sulla
sinistra dove c'era un edificio ottagonale, pareva una
chiesa. La porta era aperta, dentro c'erano dei banconi
con della gente. Chi era in ginocchio, chi era in piedi
con le mani conserte, chi sembro’ ascoltare, chi era
intento a pregare. Un pastore vestito con dei paramenti
bianchi stava ufficiando sulla tarda sera. Ricordasti che
avevano delle fioche candele accese sui muri quelle
tipiche dei cimiteri accesi.
Il pastore aveva una grossa pila accesa per far luce
sull'ambone. Dentro c'era appoggiata al muro da una
parte, vestita di scuro, una biondina molto attraente.
Sembrava ascoltare poco convinta quello che il pastore
diceva, appena ti vide corse subito fuori con gli occhi
che le brillavano come stelle. Era decisamente felice di
vederti. Anche te eri felice di incontrarla di nuovo.
Tu dicesti-Ti ho gia' visto da qualche parte!-
Lei sorrise:"Si" ridendo sorniona, appoggio' le braccia
al tuo collo mentre la stringesti a te. Tu chiedesti-Dove
e’ che eravamo rimasti, l'ultima volta?- Non ti eri
dimenticato di Lei, solo che proprio non ricordasti i
dettagli della storia. Chissa’ poi perche’?!.
Lei sorrise maliziosa mordendosi le labbra con i suoi
deliziosi dentini a coniglietto, poi ridendo esordi':"Non
lo so". Te le scodellasti' un bel bacio, passionale sulla
bocca, perche’ era da molto che lo volevi fare. Per un
attimo ti sembro’ che tutto ritornasse alla memoria, ma
poi d’un tratto, tutto ti sfuggi’ di nuovo via. Lei dopo
ti disse:"Stanno parlando di noi."-Davvero?-"Si!, dicono
che siamo divisi da piu' di 60 anni!"-Davvero?! Non
l’avrei detto!- mentre la stringesti forte a te. Lei rise
radiosa, poi inclino’ la testa da un lato, stregandoti.
C'era qualcosa di familiare nel comportamento di lei, nel
senso che eri certo di averla conosciuta molto bene.
Oppure avresti voluto conoscerla molto bene?! Poi d’un
tratto tutto inizio’ a sfumare via, al punto che non
ricordasti assolutamente piu’ niente di niente.
continua (a pag.4)
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‘Effetto tunnel’ release v18ce
E’ un eBook gratuito tutelato dal COPYLEFT(BY-ND)
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